«Hai ragione» • 9.2. «Dalla benevolenza sorge questa preoccupazione di insegnare quali siano le cose migliori e lodare e onorare quali siano le cose bellissime» • «è necessario che il biasimare e il punire e il castigare con forza chi agisce in modo manchevole siano dovuti maggiormente all’avversione» • Ierone insegna le cose migliori! «Io dico a chi governa»: la tirannide benefica • 9.3. «Io pertanto dico all’uomo che governa (to andri archonti) che deve ordinare ad altri di punire colui che ha bisogno di costrizione, mentre lui stesso deve assegnare i premi». • «In questo l’aspetto benevolo deriva da colui che governa, l’opposto dagli altri».
• Non appare più la parola ‘tiranno’ – ma ‘governo’
Machiavelli, Borgia e Ramiro de Lorqua • Il Principe, VII • «Egli giudicò che fosse necessario, per pacificare quella provincia e riportarla all’ubbidienza, darle un buon governo, e vi mise a capo Ramiro de Lorqua, uomo crudele e dai modi spicci, cui diede poteri assoluti. Costui la ricondusse alla pace e all’unità, dando al duca grandissimo prestigio. A quel punto, il duca giudicò che non fosse necessaria una così eccessiva autorità. […] E siccome il precedente rigore gli aveva procurato qualche odio, per placare gli animi di quelle popolazioni, volle mostrare che se qualche crudeltà c’era stata non era venuta da lui, ma dall’indole crudele del ministro» La fine di Ramiro • «E tratta l’occasione una mattina a Cesena lo fece esporre sulla piazza, decapitato, con il ceppo di legno e la mannaia accanto; la ferocia di quello spettacolo lasciò quelle popolazioni al tempo stesso soddisfatte e stupefatte»
• Spettacolo / stupore / soddisfazione
Diritto premiale e ricerca degli onori • 9.6: «se anche a queste cose come ai cori si proponessero premi anche per il buon armamento, per la disciplina, per l’abilità, per la giustizia negli affari, tutte queste cose sarebbero perseguite intensamente grazie allo spirito di competizione (dia filonikian)»
• Leo Strauss > «non disarmare i sudditi»
• 9.7: «si muoverebbero più velocemente dove è necessario, tendendo
all’onore (times oregomenoi). Piena occupazione e temperanza • 9.8: «Aumenterebbero le rendite, e all’occupazione (ascholia) si accompagnerebbe persino la temperanza (sophrosyne) • 9.9. Le cattive azioni sorgono meno in chi è impegnato (kakourghiai)
• Tenere occupata la popolazione
Onore a pioggia, produzione in aumento • 9.10. «Non resterà senza onore (atimos) colui che introduca qualche buona novità. • «E qualora in molti si occupino delle cose utili è necessario che si scopra e si realizzi di più» • 9.11. «Piccoli premi producono grandi spese, molte fatiche, e molto impegno negli uomini» «Tu hai ragione», governante • 10. 1. «Simonide, mi sembra che tu abbia ragione su questo. E i mercenari? Dici che un ‘governante’ (archon) ne avrà bisogno anche se amato?» • 10.2. «Certamente. • 10.4. «Tu mantieni queste guardie per te stesso. Infatti molti padroni sono stati uccisi con violenza dagli schiavi. • «Il primo degli ordini dovrebbe essere quello di aiutare tutti i cittadini come se fossero le guardie di tutti» Il buon uso dei mercenari • 10.5.: «I mercenari potrebbero procurare molta fiducia e sicurezza sia ai lavoratori nei campi sia al bestiame. • «E difendendo le cose importanti, sono capaci di procurare tempo libero (schole) ai cittadini (politais) per dedicarsi alle cose private (idion) • 10.7: «Qualora i cittadini sapessero che i mercenari non fanno nulla di ingiusto […] ma aiutano coloro che subiscono ingiustizia, spenderanno volentieri…» Kojève e la definizione di autorità • Tirannide e saggezza, p. 161. • «Il capo dello Stato ha sempre fatto ricorso a qualcosa di più della sola forza. Un capo politico ha sempre fatto ricorso alla sua autorità. La questione è tutta nel sapere da chi questa autorità sia riconosciuta, chi le «obbedisca senza costrizione» • P. 160: «Acquistare autorità agli occhi di qualcuno significa fargli riconoscere questa autorità» • «Quando i consigli vengono seguiti è perché a darli è quella determinata persona» Tirannide per la ‘scienza politica’ • P. 161: «Vi è tirannide (nel senso moralmente neutro della parola) là dove una frazione di cittadini (poco importa se minoritaria o maggioritaria) impone a tutti gli altri le proprie idee e il proprio operato, determinata da un’autorità che essi stessi sono riusciti a riconoscere spontaneamente, ma che non sono riusciti a far riconoscere agli altri, e lo fanno […] solo con la forza o il ‘terrore’, giocando in ultima analisi sulla paura della morte violenta». Servitù • P. 162: «In questa situazione gli altri sono ‘asserviti’, poiché si comportano in realtà da servi, pronti a tutto pur di conservare le loro vite. Ed è appunto questa la situazione che alcuni nostri contemporanei definiscono «tirannide» La schole e il lavoro: il problema dell’onore come unico movente p. 157: «sarebbe sbagliato sostenere, con Simonide, che solo ‘il desiderio di essere onorato’ e ‘la gioia che procurano gli onori’ fanno ‘sopportare tutte le fatiche’.
«La gioia che il lavoro stesso procura e il desiderio di riuscire in
un’impresa sono sufficienti per spingere l’uomo a intraprendere lavori faticosi. […] Un uomo può lavorare duramente e rischiare la vita all’unico scopo di provare la gioia che gli procura sempre la realizzazione del suo progetto, o, la trasformazione della sua ‘idea’. Tirannide come lavoro? • Kojève, 157: «Un pittore può coprire di disegni gli scogli di un’isola deserta pur sapendo che non la lascerà mai. […] L’uomo può aspirare alla tirannide così come un operaio ‘coscienzioso’ aspira alle condizioni adatte a svolgere il suo lavoro. • In generale l’uomo di Stato ‘borghese’ che rinuncia per principio alla gloria eserciterà il suo duro ‘mestiere’ politico solo se possiederà la mentalità di un lavoratore. • E non vorranno giustificare la loro ‘tirannide’ se non come condizione necessaria alla riuscita del loro lavoro. Aristotele e la ‘prudenza’ • Etica Nicomachea, VI • 1141b: «La prudenza (saggezza, phronesis) riguarda le cose umane e quelle su cui è possibile deliberare. L’attività tipica del saggio (prudente) è quella del ben deliberare (eu bouleuesthai).
• «La saggezza non riguarda solo gli universali ma anche i particolari:
per questo in altri campi vi sono alcuni, gli esperti, che pur senza conoscere gli universali, sono più capaci di agire di quelli che lo conoscono» La ‘saggezza’ è pratica, e politica • «La politica e la saggezza sono lo stesso stato abituale (exis), ma la loro essenza non è la stessa. Di quella veste che riguarda la città, una parte è legislatrice, poiché è architettonica, l’altra ha il nome comune di politica, perché è rivolta ai particolari, è pratica e deliberativa. • Per questo si dice che solo quelli che emanano decreti fanno politica; sono i soli ad agire alla stregua dei lavoratori manuali (oi cheirotechnai) Il tema dell’emulazione • La gioia che procurano gli onori anima lo spirito di competizione. • P. 158: Ierone, cap. IX. L’emulazione è necessaria affinché anche l’agricoltura, l’industria e il commercio prosperino seriamente.
• Nei casi in cui vi è emulazione o concorrenza si agisce in funzione
della gloria. Il bene comune e di nuovo il tiranno • 11.1 «è necessario non esitare a spendere delle tue ricchezze private per il bene comune. E infatti mi sembra che il denaro speso per la città ripaghi al tiranno capace di più che quello per le cose private».
• Ritieni che una dimora abbellita con una spesa eccessiva ti
procurerebbe più vanto piuttosto che la città intera provvista di mura, templi, portici, piazze e porti? Tiranno o città • 11.3: Appariresti più terribile ai nemici provvisto tu stesso delle armi più tremende piuttosto che se la tua città intera fosse bene armata? • 11.4. Ritieni che le entrate sarebbero di più se avessi produttivi solo i tuoi beni privati oppure se trovassi il modo di rendere produttivi i beni di tutti i cittadini? • 11.5.: Qual è la vittoria più bella: quella ottenuta con il valore di un carro, o con la prosperità della città di cui sei a capo? Non gareggiare coi privati • 11.6.: A un tiranno non conviene gareggiare coi privati /pros idiotas
• 11.8: La competizione è contro altri capi di città, tu renderesti la città
di cui sei a capo (prostateueis) la più prospera. • 11.9.: saresti amato non solo dai privati ma da molte città Gli spettacoli • 11.10: «Grazie alla sicurezza potresti andare a guardare gli spettacoli» • «Presso di te ci sarebbe sempre un consesso di persone intenzionate a mostrare quel che abbiano di saggio, bello, buono». • Saresti benvoluto, e amato dagli uomini. Obbedienza volontaria • 11.12. «Avresti delle persone che ti obbediscono volontariamente, e le vedresti prendere cura di te spontaneamente, e se qualcuno fosse pericoloso le vedresti non solo alleate ma anche a combattere per prime e devote, essendo ritenuto degno di molti doni (pollon men doreon axioumenos), con tutti contenti per i tuoi beni e tutti pronti a combattere per i tuoi interessi». Gli amici e l’autorità • 11.13.: Avresti come tesori tutte le ricchezze che stanno dagli amici (para tois philois). • Ma coraggio, Ierone, rendi ricchi gli amici; così arricchirai te stesso; incrementa (auxe ten polin) la città; ne riceverai forza; procurale alleati, ne farai per te stesso;
• 11.14: Considera la patria la tua famiglia (oikon), i cittadini tuoi
compagni, gli amici tuoi figli, e tenta di conquistare tutti facendo del bene. Amici e nemici • 11.15: se superi gli amici facendo del bene, i nemici non possono resisterti. Se fai tutte queste cose, possiederai il bene più bello e prezioso tra gli uomini: non saresti invidiato pur essendo felice (eudaimonon).