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Il potenziale di membrana (resting potential) - 1

Per illustrare l’importanza dei canali ionici, sarà opportuno rivisitare il potenziale di riposo
(resting potential = RP) -> LIBRO, pag. 67

… non tanto perché lo studio del RP abbia storicamente fatto luce di per sé sulla struttura e sulla
funzione dei canali ionici (il concetto di canale ionico inizierà a farsi strada solo attorno al 1952,
con l’analisi accurata del potenziale d’azione), quanto perché l’argomento offre l’opportunità di
rivisitare alcuni concetti di base.

E’ antica nozione (seconda metà dell’800) che l’interno delle cellule è negativo rispetto
all’ambiente esterno. Infatti, collegando un galvanometro (Nobili, Pisa) tra una zona indenne e la
zona recisa di qualunque tessuto (nervo, muscolo, ecc.) si misura una corrente diretta dalla prima
zona alla seconda.

Se ne è dedotto che l’ambiente interno delle cellule che costituiscono il tessuto (comunicante con
la zona recisa) è negativo rispetto all’esterno. La deduzione era qualitativamente corretta, ma ill
potenziale di lesione è notevolmente inferiore al pot. di membrana reale.
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… qui ci starebbe bene un inciso sulla storica controversia tra Volta e Galvani sulla “elettricità
animale”. Dispiace dirlo, ma aveva ragione Galvani ….
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L’importanza funzionale del RP è enorme: il fatto che le membrane cellulari siano elettricamente
polarizzate (l’interno negativo rispetto all’esterno) interferisce (direttamente o indirettamente) con tutti i
flussi di particelle dotate di carica elettrica che attraversano la membrana.

In particolare, il RP costituisce un’energia potenziale favorevole all’ingresso degli ioni Na+ e Ca2+. È
condizione necessaria perchè le cellule eccitabili possano sviluppare un potenziale d’azione (generalmente
sostenuto da un flusso entrante di Na+), e perché le cellule muscolari (comprese quelle del cuore) possano
contrarsi.

In quasi tutte le cellule, l’improvviso ingresso di Ca 2+ è un potente segnale (il Ca2+ è un importante
“messaggero intracellulare”) che scatena le risposte alle quali esse sono predisposte (es. l’esocitosi di
vescicole contenenti il neurotrasmettitore).
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Ai giorni nostri, il RP si può misurare introducendo all’interno della cellula un microelettrodo .
Domanda: che caratteristiche deve avere il millivoltmetro per fornire una misura corretta del RP ?
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Le diverse cellule hanno potenziali di riposo diversi …

Cellula RP (mV)

Assone gigante (Calamaro) -70


Fibra muscolare (Rana) -90
Globulo rosso (Uomo) -10
Neurone (Gatto) -80
Uovo (Riccio di mare) -40

.. comunque dell’ordine delle decine di mV  sulle membrane cellulari è accumulata un’energia potenziale
elettrica enorme
(campo elettrico transmembranario: 100 kV/cm)

(attenzione Biochimici e Cristallografi ! Fuori dalla membrana, le proteine non sono sottoposte ad alcun campo
elettrico !).
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Da dove origina il RP ? Da due fondamentali condizioni, già note a grandi linee:

 dall’ineguale distribuzione degli ioni inorganici nei mezzi extra- ed intracellulari. Questa diseguaglianza
è creata dalle pompe ioniche (in particolare dalla pompa Na/K) con dispendio di ATP;

 dalla presenza dei canali ionici, da cui viene che la permeabilità della membrana ai diversi ioni è selettiva.
(Si sa, ad esempio, che in condizioni di riposo PK > PNa).

Domanda molto pertinente: visto che il RP si mantiene costante nel tempo (e così pure le concentrazioni
ioniche), si può dire che a cavallo della membrana sussiste un equilibrio elettrochimico ?

La risposta è NO

Infatti, il RP non coincide col potenziale di equilibrio (potenziale di Nernst) per nessuna delle
specie ioniche presenti. A 18°C ….

RT [i]out [i]out
E = ---- ln ------- = 0.058 Log -------
zF [i]in [i]in
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  conc.extracell. conc.intracell. pot. di Eq. RP


Cellula  ione (mM/litro) (mM/litro) (mV) (mV)
 
Assone gigante K+ 20 400 -75
di Calamaro Na+ 440 50 +55 -60
Cl- 560 40 -66  

Fibrocellula K+ 2.5 139 -102


muscolare Na+ 120 20 +45 -90
di Rana Cl— 120 3.8 -88  

  K+ 5 140 -90
Neurone di Na+ 145 5 +91 -80
Mammifero Cl- 110 4 -89

Notare: la diversa composizione del mezzo extracellulare (Animali che vivono in ambienti
diversi);
la costante prevalenza del K+ nel m. intracellulare (qui gli anioni sono prevalentemente
proteine);
laE’costante
vero che il pot. di eq.
prevalenza del del
Na+Cl- è sempre
e del Cl- nelvicino
mezzoal RP (quindi gli ioni Cl- sono quasi in equilibro ai due lati
extracellulare
della membrana), ma certamente Na e K (ed ancor più Ca2+, non illustrato nella Tabella) NON sono
+ +

all’equilibrio elettrochimico.

Quindi: gli ioni Na+ e Ca2+ continuano ad entrare nella cellula, mentre gli ioni K+ continuano ad uscire
dalle cellula

Questo vuol dire che il RP non è un pot. di equilibrio., ma un POTENZIALE DI DIFFUSIONE


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Un potenziale di diffusione può essere descritto dall’ equazione di


Goldman :

La quale assomiglia all’eq. di Nernst, ma ne differisce perché


…..
Vedi LIBRO, pag. 76
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Oggi sappiamo che la membrana non è omogenea come la pensava Goldman, ma è provvista di canali
ionici di leakage (canali “senza gating”) selettivi per Na+, K+ e Cl-. Questa condizione facilita grandemente
l’analisi del RP.

Immaginiamo che un canale selettivo per ione j presenti una conduttanza di singolo canale γj

(La conduttanza è l’inverso della resistenza e nel sistema MKS si misura in mho (1 mho=1/Ω).
La conduttanza di un singolo canale è piccolissima e si misura in picoSiemens (pS). 1 pS=10-12mho.

Se una membrana contiene Nj canali di leakage selettivi per lo ione j (disposti in parallelo), la sua
conduttanza per quello ione sarà:
gj = Nj · γj
 
e la corrente ionica che l’attraversa quando il RP è pari a Vm sarà (per la I legge di Ohm)
 
Ij = gj (Vm - Ej )
 
Dove Ej è il pot. d’eq. dello ione j. Infatti, l’effettiva ΔV (“driving force”) che muove lo ione è (Vm - Ej ),
e cioè: quando Vm = Ej, Ij dev’essere = 0

NB: le soluzioni sono “conduttori di II specie”, mentre i metalli sono “conduttori di I specie”. Ovvero:
gli ioni si concentrano, gli elettroni (quando servono per la conduzione) non si concentrano !
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Per semplicità, accettiamo l’approssimazione che il Cl- sia effettivamente all’equilibrio, cioè che Vm = ECl, e
quindi supponiamo il Cl- non dia alcun contributo al pdd (ICl = 0). Allora il pdd sarà dato dalle due sole
correnti IK ed INa, la prima diretta dall’interno verso l’esterno, la seconda in senso opposto.

Per rispettare la condizione di equilibrio elettrico (il RP resta costante), dovrà essere
IK + INa = 0 , quindi

Questa formula esprime in altra forma lo stesso concetto dell’eq di Goldman: che il pdeq (quindi il gradiente
di concentrazione) di ogni ione permeante ha un “peso” sul RP (Vm) tanto maggiore quanto maggiore è la
conduttanza (permeabilità) della membrana nei suoi confronti. Si potrebbe dimostrare che l’equivalenza intuitiva tra
conduttanza e permeabilità corrisponde ad una ben precisa relazione matematica….
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In altre parole: il RP avrà un valore intermedio tra il pdeq del Na+ e del K+ (nella fibra muscolare di Rana,
ENa=+45 mV ed EK= -102 mV) e sarà sempre più vicino al pdeq dello ione con conduttanza più elevata: nel
nostro caso il K+, essendo gK > gNa (infatti Vm = -90 mV).

Notare che, se una delle due conduttanze fosse nulla, il RP coinciderebbe col pdeq (il pot. di Nernst)
dell’unico ione cui la membrana è permeabile.

Può essere istruttivo vedere con un semplice calcolo che nella fibra muscolare di Rana, per avere il naturale
Vm = -90, dev’essere gK/gNa ≈ 10.

Questo rapporto è in effetti quello che si determina sperimentalmente, sia a) misurando le conduttanze con
metodo elettrofisiologico, che b) misurando le permeabilità con metodo radioisotopico.
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Abbiamo capito che un potenziale di diffusione (quale è quello della membrana in riposo) non descrive una
condizione di equilibrio, quindi per sua natura tenderà a decadere nel tempo mano a mano che si dissipano i
gradienti di concentrazione che spingono il flusso degli ioni nell’una o nell’altra direzione. Riferendoci alla
membrana di una cellula, il flusso uscente di K+ e quello entrante di Na+ porterebbero ad una progressiva
riduzione del gradiente di concentrazione di questi due ioni, quindi al progressivo decadimento del
potenziale di membrana.
Questo è effettivamente quanto accade in una cellula che cessa di essere vitale.

In condizioni fisiologiche, il decadimento delle concentrazioni ioniche ai due lati della membrana non
avviene grazie alla continua attività della pompa Na/K (vedi libro) di cui sono provviste tutte le cellule. La
pompa crea due flussi attivi (di Na+ verso l’esterno, e di K+ verso l’interno) di intensità esattamente uguale
ai due flussi passivi (di Na+ verso l’interno e di K+ verso l’esterno), che sono i veri “generatori” del RP.

Questa figura, proiettata all’inizio della lezione, avrebbe subito


illustrato la situazione, ma il corto-circuito non avrebbe
consentito di rivisitare con attenzione i fondamentali concetti
di pdeq e di pdd
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Il mantenimento del potenziale di membrana


comprende quindi l’intervento di un trasporto attivo
primario che fornisce al sistema, con dispendio di ATP,
l’energia necessaria a garantire la necessaria
stazionarietà.

In altre parole, si realizza ai due lati della membrana un


equilibrio non soltanto elettrico, ma anche chimico
(equilibrio elettro-chimico). Si può dire che la pompa Na/K
svolge un ruolo simile a quello della dinamo di un’automobile
che, ricaricando continuamente la batteria, impedisce il
decadimento della ddp ai suoi morsetti.

La condizione di stazionarietà richiede necessariamente che i due flussi attivi di Na+ e di K+ creati dalla
pompa Na/K siano esattamente uguali ai retroflussi passivi dei due ioni.

Domanda ingenua ma pertinente: “Ma come ? La pompa è talmente “intelligente” da regolare la sua
attività in modo che i flussi attivi che essa determina siano uguali e contrapposti ai flussi passivi dei due ioni
attraverso i canali di leakage ?” E’ esattamente il contrario !!
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Supponiamo a scopo didattico che la pompa trasferisca attivamente ai due lati della membrana Na +
e K+ in uguale misura (in un rapporto 1:1), che cioè non sia elettrogenica. Supponiamo anche di
partire da una condizione iniziale in cui la pompa sia inattiva, e che il compartimento intra- e
quello extracellulare contengano lo stesso numero di ioni Na+ e K+, ad esempio 10.000.

Immaginiamo ora che la pompa incominci ad operare (A1), e che in 1 sec essa trasferisca 1.000 ioni Na +
in un senso e 1.000 ioni K+ in senso opposto. Il trasferimento di questi ioni creerà due gradienti di
concentrazione uguali (2000 K+ in eccesso al versante interno e 2000 Na + al versante esterno), ma non
genererà di per sé alcuna ddp a cavallo della membrana; infatti la carica netta trasportata a cavallo della
membrana dalla pompa è nulla. Però si saranno stabiliti due gradienti di concentrazione, ed essendo
PK=100∙PNa, per ogni Na+ che entra usciranno 100 K+ (A)2. Questi flussi passivi sì che creeranno una
ddp: infatti essi determineranno un iniziale deficit di 99 cariche positive all’interno.

NB qui si vede bene da dove viene il RP: se fosse PK=PNa, non ci sarebbe alcun pdd !
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Nel secondo successivo, la pompa trasferirà altri 1.000 ioni Na + verso l’esterno ed altri 1.000 ioni K+ verso
l’esterno (B1), raddoppiando quasi il gradiente di concentrazione dei due ioni, ma non aumentando di per sé
la ddp. I retroflussi passivi aumenteranno (B2), ma certamente non raddoppieranno. Infatti la ddp che si è
creata frena l’uscita del K+ ed accelera l’entrata del Na+. Il pdd aumenta.
La pompa continua a funzionare a velocità costante, ma il retroflusso passivo del Na+ continua ad aumentare
sempre di più e quello del K+ continua ad aumentare sempre di meno (per la ddp negativa all’interno).
Il pdd continua ad aumentare, perché il flusso di K+ è sempre maggiore di Na+.
Si raggiungerà l’equilibrio (non solo elettrico, ma anche chimico) quando i retroflussi passivi uguagliano
quelli attivi.
Alla fine, poiché si è supposto che la pompa funzioni con un rapporto 1:1, anche INa=gNa(Vm-ENa)=IK=gK(Vm-
EK) (coi segni opportuni),

In effetti la pompa è elettrogenica (rapporto 3:2). Vedi libro, pag. 143

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