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INFORMAZIONI GENERALI
TIENI SPENTO IL SII PUNTUALE! NON ADDORMENTARTI!!
CELLULARE!
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RIFERIMENTI
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DEFINIZIONI
► Obiettivi: possono avere diversi aspetti e categorie e possono essere applicati a diversi livelli;
► FONTI DI RISCHIO
► PROBABILITA` DI ACCADIMENTO
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DEFINIZIONI
► GESTIONE DEL RISCHIO: Insieme di attività coordinate per dirigire e controllare un’organizzazione rispetto al rischio
► PARTE INTERESSATA: Persona o organizzazione che puo’ influenzare una decisione od un’attività, esserne influenzata
► FONTE DI RISCHIO: Elemento che da solo o combinato ad altri puo` potenzialmente generare un rischio
► Un evento puo` avere uno o piu` accadimenti e puo` avere diverse cause e conseguenze
► Un evento puo` essere anche qualcosa che ci si aspetta ma che non avviene, oppure qualcosa che non ci si aspetta e che invece si verifica
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DEFINIZIONI
► Una conseguenza puo` essere certa od incerta e puo` avere effetti positi o negativi, diretti o indiretti sugli obiettivi
► I controlli includono, tra gli altri, qualunque processo, politica, apparecchio, pratica o altre condizioni e/o azioni che mantengono e/o
modificano il rischio. Non sempre i controlli possono esercitare l’effetto atteso o presunto.
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INTRODUZIONE
informate
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INTRODUZIONE
interessate
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INTRODUZIONE
fattori culturali
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INTRODUZIONE
migliorarli.
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PRINCIPI
obiettivi
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PRINCIPI
► INTEGRATA: la gestione del rischio è una parte integrante di tutte le attività dell’organizzazione
► GLOBALE E STRUTTURATA: un approccio globale e strutturato alla gestione del rischio contribuisce ad ottenere risultati
coerenti e ripetibili
► PERSONALIZZATA: La struttura e i processi della gestione del rischio sono personalizzati e proporzionali ai contesti
► INCLUSIVA: l’appropriato e puntuale coinvolgimento delle parti coinvolte fa si` che le loro conoscenze, opinioni e
percezioni siano considerate. Questo migliora la consapevolezza e la gestione informata del rischio
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PRINCIPI
► DINAMICA: il rischio puo` emergere, cambiare o sparire mentre i contesti interno ed esterno dell’organizzazione
cambiano. La gestione del rischio anticipa, scopre, riconosce e risponde a questi cambiamenti ed eventi in maniera
appropriata e puntuale
► BEN INFORMATA: Le informazioni su cui si basa la gestione del rischio devono essere puntuali, chiare e disponibili per
► CONSCIA DEL FATTORE UMANO E CULTURALE: il comportamento umano e la cultura hanno un impatto notevole su
tutti gli aspetti della gestione del rischio a qualunque livello e fase
► IN CONTINUO MIGLIORAMENTO
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STRUTTURA
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STRUTTURA
LEADERSHIP E IMPEGNO
La Direzione e gli organismi di sorveglianza (i responsabili locali della qualità, nel caso di IMM SA) devono assicurare che la gestione del rischio
► Assicurandosi che siano allocate risorse (sia umane che materiali) sufficienti alla gestione del rischio
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STRUTTURA
LEADERSHIP E IMPEGNO
La Direzione ha la responsabilità di gestire il rischio. Gli organismi di sorveglianza hanno la responsabilità di supervisionare il sistema di gestione
► Assicurarsi che i rischi siano adeguatamente considerati quando si fissano gli obiettivi dell’organizzazione
► Assicurarsi che i sistemi per gestire tali rischi siano implementati e operino in maniera efficace
► Assicurarsi che tali rischi siano appropriati al contesto degli obiettivi dell’organizzazione
► Assicurarsi che le informazioni su tali rischi e la loro gestione siano debitamente comunicati
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STRUTTURA
INTEGRAZIONE
► Integrare la gestione del rischio nei processi aziendali si basa sulla comprensione delle strutture organizzative e sul loro contesto. Tali
strutture differiscono a seconda degli scopi dell’organizzazione, degli obiettivi e della complessità
► Integrare la gestione del rischio in un’organizzazione è un processo dinamico e iterativo e va personalizzato sulla base dei bisogni
► La gestione del rischio deve essere parte integrante (e non, come spesso accade, a sè stante) degli obiettivi, della direzione, delle
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STRUTTURA
► Fattori, sociali, culturali, politici, legali, finanziari, tecnologici e ► Visione, missione e valori
ambientali, siano essi internazionali, nazionali, regionali o locali ► Dirigenza, struttura dell’organizzazione, ruoli e responsabilità
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STRUTTURA
La Direzione e gli organismi di sorveglianza devono dimostrare il loro continuo impegno verso la gestione del rischio attraverso una politica che
► Gli scopi dell’organizzazione per la gestione del rischio e i collegamenti tra gli obiettivi ed altre politiche
► Condurre l’integrazione della gestione del rischio nelle attività chiave e nel processo decisionale dell’organizzazione
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STRUTTURA
La Direzione e gli organismi di sorveglianza devono assicurarsi che le autorità e le responsabilità per i ruoli rilevanti alla gestione del rischio
► Identificare le figure che hanno l’autorità e la responsabilità di gestire il rischio (titolari del rischio)
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STRUTTURA
La Direzione e gli organismi di sorveglianza devono garantire l’allocazione di risorse adeguate alla gestione del rischio, che possono essere:
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STRUTTURA
► L’organizzazione deve stabilire un approccio alla comunicazione e alla consultazione per supportare la struttura e facilitare l’applicazione
► La consultazione prevede il coinvolgimento dei partecipanti che forniscono un proprio feedback che ci si aspetta possa contribuire alle
► La comunicazione e la consultazione devono essere puntuali e assicurare che le informazioni rilevanti siano raccolte, raggruppate,
sintetizzate e condivise in maniera opportuna, che vi siano riscontri dalle parti coinvolte e che cio’ porti ad un miglioramento
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STRUTTURA
IMPLEMENTAZIONE
► Identificando dove, quando, come e da chi sono prese le diverse decisioni all’interno dell’organizzazione
► Assicurando che i programmi dell’organizzazione in merito alla gestione del rischio siano compresi chiaramente e messi in pratica
Una struttura di gestione del rischio propriamente progettata e implementata assicura che il processo di gestione del rischio sia parte di tutte le
attività dell’organizzazione, incluso il processo decisionale, e che i cambi nei contesti interno ed esterno siano colti adeguatamente
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STRUTTURA
VALUTAZIONE
Al fine di valutare l’efficacia della struttura di gestione del rischio, l’organizzazione deve:
► Misurare periodicamente le performance della struttura di gestione del rischio con riferimento al proprio scopo, al proprio piano di
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STRUTTURA
MIGLIORAMENTO - ADATTAMENTO
► L’organizzazione deve continuamente monitorare ed adattare la struttura di gestione del rischio per far fronte a cambiamenti interni ed
MIGLIORAMENTO CONTINUO
► L’organizzazione deve continuamente migliorare l’adeguatezza e l’efficacia della struttura di gestione del rischio e il modo in cui il processo di
► Quando vengono identificati divari da colmare e/o opportunità di miglioramento, l’organizzazione deve sviluppare piani e compiti ed
assegnarli alle figure responsabili dell’implementazione. Una volta implementati, tali miglioramenti devono contribuire al positivo sviluppo
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PROCESSO
► Il processo di gestione del rischio deve essere parte integrante della gestione e
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PROCESSO
COMUNICAZIONE E CONSULTAZIONE
La comunicazione e la consultazione con le parti coinvolte (interne od esterne) deve aver luogo attraverso tutte le fasi del processo di gestione
► Combinare diverse aree di esperienza per ciascuna fase del processo di gestione del rischio
► Assicurare che opinioni/visioni diverse siano considerate in maniera appropriata quando si valuta il rischio
► Fornire sufficienti informazioni per facilitare la supervisione del rischio e il processo decisionale
► Portare un senso di inclusione e responsabilità tra coloro che sono influenzati dal rischio
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PROCESSO
L’organizzazione deve definire lo scopo delle proprie attività di getsione del rischio. Cio` deve includere:
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PROCESSO
Il contesto del processo di gestione del rischio deve essere stabilito comprendendo l’ambiente (interno ed esterno) in cui l’organizzazione opera
e deve riflettere l’ambiente specifico dell’attività a cui il processo di gestione del rischio deve essere applicato. Comprendere il contest è
importante perchè:
► La gestione del rischio ha luogo nel contesto degli obiettivi e delle attività dell’organizzazione
► Lo scopo del processo di gestione del rischio puo’ essere correlato agli obiettivi dell’organizzazione come insieme
L’organizzazione deve stabilire il contesto interno ed esterno come enunciato nelle slides precedenti
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PROCESSO
L’organizzazione deve specificare il tipo e l’ammontare del rischio che intende o non intende prendere relativamente ai propri obiettivi. Deve
anche definire I criteri per valutare il significato del rischio e supportare il processo decisionale. I criteri di rischio devono essere allineati con la
struttura di gestione del rischio e adattati agli scopi specifici dell’attività considerata. Per definire I criteri di rischio, bisogna considerare:
► La natura e il tipo delle incertezze che possono influire sui risultati e gli obiettivi (sia tangibili che non)
► Lo scopo del processo di gestione del rischio puo’ essere correlato agli obiettivi dell’organizzazione come insieme
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PROCESSO
IDENTIFICAZIONE: L’organizzazione puo’ usare un ampio spettro di tecniche per identificare le incertezze che possono influire su uno o piu`
► Vulnerabilità e capacità
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PROCESSO
ANALISI: Lo scopo dell’analisi di rischio è comprendere la natura del rischio e le sue caratteristiche, includendo, dove appropriato, il livello di
rischio. L’analisi di rischio comprende una considerazione dettagliata delle incertezze, delle fonti di rischio, delle conseguenze, della frequenza di
accadimento, degli eventi e degli scenari, dei controlli e della loro efficacia. L’analisi di rischio deve considerare fattori quali:
L’analisi di rischio fornisce un input per la valutazione del rischio, per decidere se il rischio deve essere trattato e come, e per i piu` appropriati
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PROCESSO
VALUTAZIONE: Lo scopo della valutazione del rischio è di supportare le decisioni. La valutazione del rischio consiste nel confrontare i
risultati dell’analisi di rischio con i criteri di rischio stabiliti per determinare la necessità o meno di azioni correttive. Questo puo’ portare
Il risultato della valutazione del rischio deve essere registrato, comunicato e validato ai livelli appropriati dell’organizzazione
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PROCESSO
FORMULARE E
SELEZIONARE
TRATTAMENTO DEL RISCHIO OPZIONI DI
TRATTAMENTO DEL
RISCHIO
DECIDERE SE IL VERIFICARE
RISCHIO RIMANENTE L’EFFICACIA DEL
E` ACCETTABILE TRATTAMENTO
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PROCESSO
► Modificare le conseguenze
Qualora non vi siano opzioni di trattamento disponibili o quando queste non modifichino sufficientemente il rischio, il rischio deve essere
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PROCESSO
Lo scopo dei piani di trattamento del rischio è di specificare come il trattamento scelto verrà implementato in maniera che quanto concordato sia
capito dale parti coinvolte e che i progressi effettuati siano monitorabili. Le informazioni da includere nei piani sono:
► Le azioni proposte
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PROCESSO
MONITORAGGIO E REVISIONE
► Il monitoraggio e la revisione includono la programmazione, la raccolta e l’analisi delle informazioni, la registrazione dei risultati e fornire
risposte
► I risultati del monitoraggio e della revisione devono essere incorporati nella gestione, misura e segnalazione delle performance
dell’organizzazione
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PROCESSO
REGISTRAZIONE E RAPPORTO
Il processo di gestione del rischio deve essere documentato insieme ai risultati in maniera appropriata. Cio` ha lo scopo di:
► Supportare le interazioni tra le parti coinvolte, inclusi coloro che hanno responsabilità per le attività di gestione del rischio.
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PROCESSO
COMUNICAZIONE
E CONSULTAZIONE
SCOPO,
REGISTRAZIONE E
CONTESTO E
RAPPRTO
CRITERI
PROCESSO
VALUTAZIONE DEL
RISCHIO
MONITORAGGIO E
(IDENTIFICAZIONE
REVISIONE
+ ANALISI +
VALUTAZIONE)
TRATTAMENTO
DEL RISCHIO
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
È la parte di gestione del rischio che fornisce un processo strutturato che identifica l’influenza del rischio sugli obiettivi e analizza il rischio in
termini di conseguenze e delle loro probabilità prima di decidere se è necessario un trattamento. La valutazione del rischio si prefigge di
► Vi sono dei fattori che mitigano la conseguenza del rischio o che riducono la probabilità del rischio?
La valutazione del rischio non è un’attività fine a se stessa e deve essere integrata negli altri componenti del processo di gestione del
rischio
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
► Metodi basati sull’evidenza, esempi dei quali possono essere check-list e revisione di dati storici
► Approcci sistematici dove una squadra di esperti segue un processo sistematico per Identificare I rischi attraverso l’uso di richieste e
domande strutturate
Indipendentemente dalle tecniche applicate, è importante che venga dato pieno riconoscimento ai fattori umani e organizzativi quando
si identifica il rischio. Quindi, le deviazioni da quanto previsto dei fattori umani e organizzativi devono essere incluse nel processo di
identificazione del rischio allo stesso modo di eventi relativi agli strumenti e ai software.
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
► L’analisi di rischio consiste nel determinare le cause e le fonti di rischio, le loro conseguenze e la probabilità di accadimento delle
► L’analisi di rischio include normalmente una stima delle conseguenze potenziali che potrebbero sorgere da un evento, situazione o
circostanza e le probabilità ad esse associate al fine di misurare il livello di rischio. Tuttavia, in alcuni casi in cui o le conseguenze sono
praticamente insignificanti o quando la probabilità è molto bassa, basta un solo parametro per prendere una decisione.
PROBABILITA`
CAUSE E FONTI STIMA DELLE ANALISI DI
DI
DI RISCHIO CONSEGUENZE RISCHIO
ACCADIMENTO
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
► APPROCCIO QUALITATIVO: le conseguenze, probabilità e livello di rischio sono definite in termini di “alto”, “medio”, “basso”. Le
conseguenze e le probabilità possono essere combinate. Il livello di rischio risultante viene valutato secondo criteri qualitativi.
► APPROCCIO SEMI-QUANTITATIVO: usa scale di valutazione numerica per le conseguenze e le probabilità e le combina per
produrre un livello di rischio usando una formula. Le scale possono essere lineari o logaritmiche o avere altre relazioni.
► APPROCCIO QUANTITATIVO: stima valori pratici per le conseguenze e le probabilità e produce valori del livello di rischio in specifiche unità
definite quando viene sviluppato il contesto. L’analisi quantitiativa non è sempre desiderabile o praticabile per via della possible mancanza di
informazioni, della mancanza di know-how o semplicemente perchè I costi di tale analisi non sono sempre compensati dai benefici.
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
► Tali controlli sono in grado di trattare adeguatamente il rischio in maniera che esso sia controllato entro un livello accettabile?
► In pratica, I controlli operano nella maniera prevista e si puo` dimostrare che siano efficaci se richiesto?
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
► Considerare sia le conseguenze immediate che quelle che si potrebbero verificare dopo un certo lasso di tempo
► Considerare conseguenze secondarie, come quelle che hanno un impatto sui sistemi, le attività, gli strumenti o le organizzazioni tra loro
associati.
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
► Usare dati storici rilevanti per identificare eventi che si sono verificati in passato e quindi essere in grado di estrapolare la probabilità che
accadano in futuro. Se la probabilità è storicamente bassa, una stima della probabilità futura sarà molto incerta.
► Previsione della probabilita` usando tecniche di previsione come “foult tree analysis” e “event tree analysis”. Possono essere richieste
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
► Una categoria superiore dove il livello di rischio è considerato intollerabile indipendentemente dai benefici che l’attività potrebbe portare, e il
► Una categoria intermedia dove I costi e I benefici sono presi in considerazione e le opportunità comparate alle potenziali conseguenze
► Una categoria inferiore dove il livello di rischio è considerato trascurabile, o cosi` piccolo da non richiedere alcuna misura di trattamento
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
► Deve fornire risultati in una forma che migliora la comprensione della natura del rischio e come questo puo` essere trattato
La norma EN 31010:2010 classifica le tecniche come Altamente Applicabile (SA), Applicabile (A) e Non Applicabile (NA) per le diverse fasi della
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
BRAINSTORMING
Il brainstorming prevede la stimolazione e l’incoraggiamento di una discussione libera all’interno di un gruppo di persone per identificare pericoli, rischi,
► Gli output dipendono dalla fase di valutazione del rischio a cui è applicato.
► Punti di forza:
► Limitazioni:
► I partecipanti potrebbero non avere le competenze necessarie per dare un contributo efficace
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
In un’intervista strutturata, agli intervistati viene chiesto di rispondere a domande che li spingano ad analizzare la situazione da una prospettiva diversa,
identificando I rischi da tale prospettiva. Un’intervista semi-strutturata è simile ma permette una maggiore libertà di discussione.
► Gli output dipendono dalla fase di valutazione del rischio a cui è applicato.
► Punti di forza:
► Limitazioni:
► Richiede tempo
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
CHECKLIST
Le checklist sono liste di pericoli, rischi o fallimento dei sistemi di controllo che sono state sviluppate sulla base dell’esperienza, o come risultato di una
► Punti di forza:
► Limitazioni:
► Tendono a basarsi sulle osservazioni, quindi non contemplano problemi che non vengono visti facilmente.
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
Si utilizza per valutare il rischio per piante, animali e umani come risultato di un’esposizione ad un pericolo come agenti chimici, micro-organismi e alter
specie.
► Punti di forza:
► Fornisce una comprensione molto dettagliata della natura del problema e dei fattori che aumentano il rischio
► Limitazioni:
► Necessita di molti dati che spesso non sono disponibili oppure hanno un elevato grado di incertezza
► Ad esempio, analisi di rischio ambientale che vedono animali usati come cavie, vanno estrapolate per prevedere cosa potrebbe succedere
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TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO – EN 31010:2010
Serie di domande del tipo “cosa succede se” mirate a stimolare I partecipanti ad individuare I rischi.
► Punti di forza:
► Permette di creare un registro dei rischi e un piano di trattamento del rischio con un minimo sforzo in piu`
► Limitazioni:
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REQUISITI DELLA ISO/CEI 17025:2017
► 4.1.5 Qualora venga identificato un rischio per l’imparzialità, il laboratorio deve dimostrare come lo elimina o lo minimizza.
► 8.5.1 Il laboratorio deve considerare I rischi e le opportunità associate alle proprie attività al fine di:
► Migliorare
► Come integrare e implementare le azioni nel proprio Sistema di gestione e valutarne l’efficacia
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TEMI DA AFFRONTARE PER ACCREDITAMENTO
► Asfalti:
► rischio nel sub-appalto a terzi, rischio nelle prove di carico su piastra, rischio nelle consulenze su progettazione/risanamenti, rischio
ambientale in laboratorio
► Calcestruzzi:
► rischio relativo alla non conoscenza tempestiva di aggiornamenti delle norme di prove, rischio relativo all'acquisizione automatica di dati
► Terre: rischio relativo all'esecuzione delle petrografie di misti granulari, rischio nelle operazioni di prelievo, rischio ambientale in laboratorio
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