Sei sulla pagina 1di 6

Cittadinanza giuridica e cittadinanza

sostanziale
Cosa significa per
me essere cittadino?
Come sappiamo un cittadino è colui al quale viene
riconosciuta la pienezza dei diritti politici e sociali nello
Stato a cui appartiene. Per me cittadino non significa solo
essere i soggetti passivi di diritti e doveri. Essere cittadini
nel senso pieno del termine significa anche avere cura di
ciò che appartiene a tutti noi. È un nostro diritto ma anche
un nostro dovere. Se ognuno di noi, nel proprio piccolo
generasse quell’energia proattiva di verifica, denuncia,
osservazione, proposta comune, ecco che ogni
problematica potrebbe trovar e la giusta risposta e
finalmente, cadrebbe il piedistallo di coloro che invece,
ancor oggi , vengono delegati totalmente ad operare per la
vita di ognuno, con gli squallidi risultati che tutti
conosciamo.
Per me un’ importante esempio è il famoso cantante Piero Pelù, che con la sua grinta
sprona noi giovani e non solo, a guardarsi intorno e a prendersi cura dell’ambiente in cui
viviamo. Numerose sono le sue iniziative in collaborazione con LEGAMBIENTE.
« Sii il cambiamento
che vuoi vedere avvenire nel
mondo »

M. Gandhi
Quali sono i modi con cui sento di
partecipare alla mia comunità?
I modi per per partecipare a una comunità sono
molteplici, per fare degli esempi concreti: le
associazioni culturali e sportive, gli oratori, le
istituzioni, le organizzazioni non governative ,le
famiglie, i docenti, il personale scolastico. Tramite
quest’ultime si impara a vivere insieme, si condivide
il colore della pelle, la lingua, il credo religioso, ecc.
Nel momento storico che stiamo attraversando
mettere la mascherina e usare le giuste precauzioni
nel rispetto degli altri è un modo per sentirci
partecipi di una comunità.
Esiste il "diritto di cittadinanza"?
Certo, infatti la Costituzione italiana, oltre a proclamare nella sua prima
parte in capo ai cittadini la titolarità di alcuni diritti e di alcuni doveri, si
occupa specificatamente della cittadinanza solo all’art. 22, stabilendo il
principio per cui non si può essere privati di essa, così come del nome e della
capacità giuridica, per motivi politici. La regola stabilisce che, nel nostro
ordinamento, la cittadinanza si acquisisca tramite il diritto di sangue e, cioè,
con la nascita, o l’adozione, avvenuta da parte di cittadini italiani.
A questa regola, poi, si affiancano alcune eccezioni:
la cittadinanza acquisita per il fatto di essere nato sul territorio dello Stato
da genitori privi di altra cittadinanza, o da genitori ignoti;
la cittadinanza acquisita per aver contratto matrimonio con un cittadino
italiano, attraverso il riconoscimento che viene effettuato dal prefetto della
provincia di residenza del richiedente;
la cittadinanza acquisita per naturalizzazione, dopo aver soggiornato per
almeno dieci anni nel territorio italiano, e aver dimostrato un’autonomia
economica sufficiente, la mancanza di precedenti penali o di motivi ostativi
per la sicurezza.

Potrebbero piacerti anche