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La rivoluzione americana

Materiali di sussidio al manuale per le lezioni di didattica a


distanza della settimana dal 16 al 20 marzo 2020

Prima lezione: Dalle premesse alla guerra, diapositive 2-10


Seconda lezione: Dalla guerra alla fine del secolo, diapositive 11-21

Fonti:
Fossati-Luppi-Zanette, Storia. Concetti e connessioni, vol.2, Pearson-Bruno Mondadori
Fossati-Luppi-Zanette, Spazio pubblico, vol.2, Pearson-Bruno Mondadori
https://library.weschool.com/lezione/la-nascita-degli-stati-uniti-damerica-20998.html
http://eventi.centrostudicampostrini.it/media/archive/160927-1455-capitolo_10.1.pdf
La nascita degli Stati Uniti d’America

Possiamo senz’altro affermare che Uguaglianza, Libertà e Benessere


siano le parole chiave della rivoluzione americana.
Negli anni Settanta del XVIII secolo si uniscono forme di contrasto
politico-costituzionali con l’Inghilterra e l’esigenza di conquistare
autonomia e libertà commerciale.
Da ciò deriva l’insurrezione delle colonie: nel processo rivoluzionario
convergono, e si alimentano reciprocamente, forme di radicalismo,
valori della cultura illuminista e tradizione puritana.
Nord: comunità agricole puritane Il contesto culturale
di piccoli e medi proprietari, di multietnico, quello
prevalenza inglesi, all’interno. religioso e l’assenza della
Nelle città costiere maggiore nobiltà permettono una
dinamismo economico forma di uguaglianza e
(commercio, cantieri navali, pesca) tolleranza tra gli abitanti
e differenziazioni sociali MA
Questo vale solo per i
Centro: composite dal punto di
vista etnico e religioso; estese
bianchi (nel 1775 circa
proprietà agricole di grandi 2.500.000) e NON per
famiglie; commercializzazione I nativi ( le nazioni indiane
prodotti agricoli che nel giro di due secoli
passano da circa 5.000.000
Meridionali: economia di a seicentomila persone) e
piantagione (tabacco, cotone, gli schiavi
indaco), pochi quindi i piccoli e
medi proprietari bianchi, invece
grandi proprietari di origine
inglese e moltissimi schiavi
E’ la fine della guerra dei Sette anni (1763) a far esplodere le
tensioni tra le colonie e l’Inghilterra, visto che il governo
inglese, per far fronte al debito accumulato negli anni di guerra,
intende sfruttare molto più che nel passato le ricchezze
d’oltreoceano, anche per fargli pagare i costi per la difesa e il
governo di vecchi e nuovi possedimenti territoriali.

Per aumentare il gettito fiscale proveniente dalle colonie,


generalmente piuttosto basso, il governo inglese vuole
accentrare la gestione degli affari coloniali e limitare i poteri
politici delle assemblee elette nei territori americani.
La melassa è il
liquido che si ottiene
centrifugando lo
zucchero e che, se
distillata, produce il
rum

Il primo provvedimento è lo Sugar Act (1764) che, pur abbassando


l’imposta da pagare sulle importazioni di melassa provenienti dai
Caraibi non inglesi, stabilisce controlli doganali più rigidi.
Il suo scopo è fermare il contrabbando e aumentare le entrate dello
Stato. La legge scatena però l’opposizione dei coloni, disposti ad
accettare i decreti che regolano l’attività commerciale ma non i
provvedimenti di natura fiscale.
Nel 1765 l’emanazione dello Stamp Act, che impone una tassa di
bollo su giornali, fatture commerciali e atti legali, rinforza la protesta
dei territori americani che si richiamano ai principi sanciti
dalla Common Law e agli ideali della Gloriosa Rivoluzione (1688).
Il parlamento, dove i coloni non sono rappresentati, non ha alcun
diritto di tassare le colonie, secondo il principio per il quale si può
essere tassati solo da propri rappresentanti regolarmente eletti: 
No taxation without representation
La ribellione dei coloni diviene sempre più radicale: attraverso
la stampa la protesta si allarga a macchia d’olio, coinvolgendo
mercanti, artigiani e popolo delle città.
Si costituiscono comitati e associazioni di cittadini (Sons of
Liberty) che danno vita a numerose manifestazioni di piazza e si
pongono l’obiettivo di raggiungere il controllo politico dei
territori con il maggior consenso possibile.
L’Inghilterra revoca lo Stamp Act (marzo del 1766) ma
ribadisce la costituzionalità dei suoi decreti in materia fiscale e
rivendica la piena sovranità sulle colonie con il Declaratory
Act, e poi, pochi mesi più tardi, con i Townshend Acts (dal nome
del cancelliere), che impongono alti dazi di entrata sulle merci
Conosci il importate nelle colonie.
fumetto?
Come reazione i coloni passano al boicottaggio delle merci
inglesi e a Boston la folla assale i funzionari doganali.
L’arrivo di reggimenti dall’Inghilterra fa precipitare gli eventi:
cinque civili vengono uccisi dai soldati (marzo del 1770) in
quello che è passato alla storia come il “massacro di Boston”.
Da quel momento si apre un periodo di relativa calma che si
interrompe tra il 1772 e il 1773 quando si raggiunge il culmine
della protesta: la causa scatenante è il privilegio accordato alla
Compagnia inglese delle Indie Orientali sull’esclusiva della
vendita di tè in America (Tea Act, 1773).
A Boston un gruppo di patrioti mascherati da indiani getta nelle
acque del porto una grossa partita di tè della Compagnia: è
l’episodio conosciuto come Boston Tea Party.
Con le leggi del 1774 (Coercive or Intolerable Acts) gli Inglesi
intendono punire in maniera esemplare il Massachussets, dove
si trovano gli oppositori più radicali: viene imposta la chiusura
del porto di Boston, ampliati i poteri del governatore e ribadito
l’obbligo di fornire alloggi alle truppe.

Nel settembre del 1774 i rappresentanti di dodici colonie


(manca la Georgia) si riuniscono a Filadelfia per il primo
Congresso continentale, dove viene confermato il boicottaggio
di qualsiasi merce proveniente da Gran Bretagna e Irlanda, per
ottenere il ripristino dei diritti commerciali e fiscali precedenti
la pace di Parigi del 1763.
I lavori del Congresso sono diretti da esponenti moderati, ma le
risoluzioni approvate nell’ottobre del 1774 rivendicano
comunque alle assemblee coloniali pieno ed esclusivo potere
legislativo, in completa autonomia dal parlamento e nel rispetto
dell’autorità superiore del solo sovrano inglese.
Qualche mese dopo, aprile del 1775, iniziano i primi
combattimenti
Dopo gli scontri di Lexington e Concord nell’aprile del 1775, la
Vai alla prima vera battaglia combattuta per l’indipendenza americana è
rievocazione
quella di Bunker Hill, una collina nelle vicinanze di Boston (17
giugno 1775).
Anche se gli Americani vengono costretti alla ritirata, sono gli
Inglesi a subire le maggiori perdite.
Pochi giorni prima il secondo congresso continentale, che si era
aperto a Filadelfia il 10 maggio, aveva nominato George
Washington, proprietario terriero della Virginia, comandante
dell’esercito nazionale (Continental Army)
Il dibattito politico che accompagna le sessioni del Congresso è
sempre più acceso: tra gennaio e marzo del 1776 vengono
vendute circa 100 mila copie di Il senso comune di Thomas
Paine, un pamphlet in cui l’autore, inglese emigrato in America
solo due anni prima, attacca l’istituto monarchico esaltando gli
ideali egualitari, democratici e repubblicani.

Sei mesi più tardi, il 4 luglio del 1776, il Congresso vota la


Dichiarazione d’indipendenza, un documento di poche pagine
redatto in larga parte da Thomas Jefferson e ispirato ai valori
della cultura illuminista. Tra i redattori c’è anche Benjamin
Franklin, scrittore, politico e scienziato, che possiamo prendere
come il rappresentante dei valori etico-morali, dei princípi
religiosi e degli ideali economici della nascente società
americana.
(…)Noi riteniamo che sono per
Quando nel corso di eventi
se stesse evidenti queste verità:
umani, sorge la necessità che tutti gli uomini sono creati
che un popolo sciolga i eguali; che essi sono dal
legami politici che lo hanno Creatore dotati di certi
stretto a un altro popolo e inalienabili diritti, che tra questi
assuma tra le potenze della diritti sono la Vita, la Libertà, e
terra lo stato di potenza il perseguimento della Felicità;
che per garantire questi diritti
separata e uguale a cui le
sono istituiti tra gli uomini
Leggi della Natura e del Dio governi che derivano i loro
della Natura gli danno giusti poteri dal consenso dei
diritto, un conveniente governati; che ogni qualvolta
riguardo alle opinioni una qualsiasi forma di governo
dell’umanità richiede che tende a negare questi fini, il
quel popolo dichiari le popolo ha diritto di mutarla o
abolirla e di istituire un nuovo
ragioni per cui è costretto
governo fondato su tali principi
alla secessione (…) e di organizzarne i poteri nella
forma che sembri al popolo
meglio atta a procurare la sua
Sicurezza e la sua Felicità. (…)
Dopo il fallito tentativo dei coloni di invadere il Canada
(dicembre del 1775), la sproporzione delle forze in campo
favorisce gli Inglesi, che inviano nelle colonie 30 mila
mercenari.
Nell’agosto del 1776 Washington è sconfitto a Brooklyn
Heights (Long Island, NY) e New York viene occupata dagli
Inglesi fino alla conclusione del conflitto. Alla fine dell’anno le
milizie americane versano in gravi difficoltà, ma la vittoria nella
battaglia di Saratoga Springs, nell’ottobre del 1777, risolleva
le loro sorti. A questa vittoria contribuiscono anche volontari
europei (come il francese La Fayette e il polacco Tadeusz
Kosciuszko), accorsi a difendere l’indipendenza degli Stati
Uniti.
Dopo la vittoria di Saratoga la Francia, che già riforniva di armi
i ribelli, decide di scendere in campo e stringe con gli
Americani un’alleanza alla quale si unisce anche la Spagna con
l’obiettivo della riconquista di Gibilterra. Con l’intervento delle
potenze europee il teatro di guerra si sposta a sud: qui gli Inglesi
sperano nell’appoggio determinante dei lealisti (i coloni rimasti
fedeli a re Giorgio III) per impedire eventuali collegamenti
militari tra le Antille e il continente.
Il 29 dicembre 1778 cade Savannah in Georgia e il 12 maggio
dell’anno successivo a Charleston, nel South Carolina, gli
Americani subiscono la loro più grave sconfitta. Ma nell’ottobre
del 1781, dopo aver utilizzato efficacemente la tecnica della
guerriglia per minare la resistenza degli Inglesi, le truppe
franco-americane passano al contrattacco e costringono alla
resa la guarnigione britannica di Yorktown.
La disfatta porta alle dimissioni del primo ministro Frederick
North e all’apertura dei negoziati di pace: Benjamin Franklin,
John Adams e John Jay sono inviati in Europa a trattare le
clausole dell’accordo.
La pace di Versailles, firmata il 3 settembre del 1783,
riconosce l’indipendenza degli Stati Uniti d’America e la loro
sovranità sul territorio che va dalla costa atlantica alla riva
orientale del Mississippi; la Florida, a sud, viene restituita dagli
Inglesi alla Spagna.
L’attività politica accompagna quella militare: nel
novembre del 1777 il Congresso approva gli articoli della
Costituzione, ratificati però dai singoli Stati solo quattro
anni più tardi visto il dissenso riguardo l’assegnazione dei
territori dell’Ovest.
Secondo questa prima Costituzione americana, il
Congresso, in qualità di organo confederale, ottiene poteri
alquanto ridotti: le sue competenze sono limitate alla
difesa, a comporre le dispute tra gli Stati e alla cura delle
relazioni diplomatiche internazionali.
La riscossione delle tasse e la legislazione sul commercio
rimangono nelle mani dei singoli Stati, che nello stesso
periodo redigono le rispettive carte costituzionali.
La confederazione appare a molti poco più di una generica
alleanza tra Stati sovrani, che conservano intatti i propri
poteri e difendono gelosamente l’autonomia legislativa.
Una delle più importanti risoluzioni prese dal Congresso è l’Ordinanza di
Nord-Ovest (1787), con la quale si definisce l’assetto dei territori a nord
del fiume Ohio e a ovest degli Appalachi: si prevede che, appena
raggiunto un numero sufficiente di abitanti, l’enorme regione venga
suddivisa in tre o cinque Stati diversi.
Il provvedimento è reso possibile dalla cessione all’Unione dei diritti che i
singoli Stati vantano sui territori in questione. Nei distretti stabiliti
dall’Ordinanza, con l’eccezione dei terreni riservati alle scuole e alle
municipalità, le terre vengono vendute all’asta in appezzamenti non
inferiori ai 640 acri, favorendo così i grandi speculatori.
Quando la popolazione del distretto raggiunge i 60 mila abitanti, il
territorio diviene Stato della Confederazione in piena parità con gli altri.
L’Ordinanza garantisce la libertà religiosa e proibisce la schiavitù in tutta
l’area, ma quello della schiavitù dei neri rimane un problema irrisolto.
Il Congresso di Filadelfia, infatti, aveva tolto dalla Dichiarazione
d’indipendenza la condanna della schiavitù voluta da Thomas Jefferson
e che diviene legge solo nella Nuova Inghilterra. Il Sud rimane così fedele
a un istituto che contribuisce a creare una spaccatura sempre più
profonda nel Paese.
Ma l’indipendenza non cancella le tensioni sociali ed economiche che
sono approfondite dalla riduzione delle esportazioni (in seguito alla
rottura dei rapporti con l’Inghilterra), e dalla fine dell’economia di
guerra che aveva indotto un aumento della produzione industriale.
Anche se la crescita del mercato interno normalizza la situazione
economica in breve tempo, rimane latente un certo malcontento che
avrà ripercussioni politico-istituzionali.
Infatti, negli anni Ottanta i gruppi finanziari e industriali del Nord
appoggiano il movimento favorevole a una più solida unione tra gli Stati
che appariva loro una scelta obbligata per garantire un controllo
politico superiore sulla vita degli Stati e assicurare l’egemonia alla
grande borghesia urbana. Alexander Hamilton e James Madison,
fautori di questo programma, raccolgono le loro tesi nel volume
intitolato The Federalist.
Solo con l’aiuto dei grandi proprietari del Sud, però, è possibile dare un
indirizzo conservatore al governo dell’Unione, frenare le spinte
democratiche e localiste degli strati popolari e creare un unico mercato
nazionale che sostenga le industrie nascenti.
Questo è proprio quanto temono i piccoli agricoltori e i ceti medio-
bassi, preoccupati di non poter far valere le proprie ragioni in un
governo centrale, lontano dalle loro città e dalle tenute agricole e
certamente dominato dai ceti industriali, del commercio e della finanza.
Sul programma federalista convergono inizialmente le posizioni
dei maggiori protagonisti della rivoluzione: da Washington a
Franklin, da Jefferson a Madison.
La nuova Costituzione degli Stati Uniti d’America, varata da una
Convenzione appositamente convocata, viene approvata nel
1787 e vede un grande accentramento di potere nelle mani del
governo federale.
Il potere legislativo viene attribuito al Congresso, composto di
Camera e Senato. Alla Camera gli Stati sono rappresentati in
proporzione al numero degli abitanti, mentre al Senato, che
esercita funzioni di controllo sulla politica estera, gli Stati hanno
diritto a due rappresentanti ciascuno.
Il potere esecutivo è del presidente, eletto ogni quattro anni da
un collegio di grandi elettori, e unico responsabile degli
incarichi di governo.
Il potere giudiziario è affidato alla Corte Suprema.
I Emendamento Il Congresso non potrà emanare
leggi per il riconoscimento di una religione o per
VI Emendamento In ogni processo penale,
proibirne il libero culto, o per limitare la libertà di l’accusato avrà diritto a un giudizio sollecito e
parola o di stampa o il diritto dei cittadini di riunirsi pubblico da parte di una giuria imparziale dello
in forma pacifica e d’inviare petizioni al governo Stato e del distretto in cui il reato è stato
per la riparazione dei torti subiti. commesso, la definizione di tale distretto sarà
II Emendamento Essendo necessaria alla sicurezza stato determinato precedentemente dalla legge;
di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il e avrà diritto di essere informato della natura e
diritto dei cittadini di possedere e portare armi non del motivo dell’accusa, di essere messo a
potrà essere violato. confronto con i testimoni d’accusa, a ottenere di
III Emendamento Nessun soldato, in tempo di
pace, sarà alloggiato in una casa privata senza il
Ma nel 1791, appena quattro anni dopo la far comparire i testimoni in sua difesa, e a farsi
assistere da un avvocato per la sua difesa.
consenso del proprietario; né in tempo di guerra, ratifica della Costituzione, e due anni dopo VII Emendamento In tutte le cause che
se non nei modi prescritti dalla legge.
IV Emendamento Il diritto dei cittadini di godere l’elezione di George Washington a primo rientrano nell’ambito della common law, il
della sicurezza personale, della loro casa, delle loro presidente degli Stati Uniti, vengono approvati diritto al giudizio da parte di una giuria sarà
carte e dei loro beni, nei confronti di perquisizioni salvaguardato ogni volta che l’oggetto della
e sequestri ingiustificati non potrà essere violato; e i Dieci emendamenti, che accolgono le controversia superi il valore di venti dollari, e
non si emetteranno mandati giudiziari se non su richieste di quanti si preoccupano che la nuova nessun caso giudicato da una giuria potrà essere
fondati motivi sostenuti da giuramento o da sottoposto a nuovo esame in qualsiasi altra
dichiarazione solenne e con descrizione precisa del costituzione assicuri ampiamente i diritti degli corte degli Stati Uniti, se non secondo le norme
luogo da perquisire e delle persone da arrestare o individui e non sia lesiva dell’autonomia degli della common law.
delle cose da sequestrare. VIII Emendamento Non si dovranno esigere
V Emendamento Nessuno sarà tenuto a Stati. cauzioni troppo onerose, né imporre ammende
rispondere di reato, che comporti la pena capitale,
altrettanto onerose, né infliggere pene crudeli e
o che sia comunque grave, se non per denuncia o
accusa fatta da una grande giuria, a meno che il insolite.
reato riguardi membri delle forze di terra o di IX Emendamento L’interpretazione di alcuni
mare, o della milizia, in servizio effettivo, in tempo diritti previsti dalla Costituzione non potrà
di guerra o di pericolo pubblico; e nessuno potrà avvenire in modo tale da negare o disconoscere
essere sottoposto due volte, per uno stesso reato, altri diritti goduti dai cittadini.
a un procedimento che comprometta la sua vita o X Emendamento I poteri non delegati dalla
la sua integrità fisica; né potrà essere obbligato, in Costituzione agli Stati Uniti, o da essa non vietati
qualsiasi causa penale, a deporre contro se stesso, agli Stati, sono riservati ai rispettivi Stati, o al
né potrà esse- re privato della vita, della libertà o popolo.
dei beni, senza regolare processo legale e nessuna
proprietà privata potrà essere destinata a uso
pubblico, senza giusta indennità.
In quel periodo la politica economica di Hamilton, che pure
consente il risanamento delle finanze dell’Unione, favorisce
sempre più apertamente i ceti industriali del Nord.
Con la creazione di una banca nazionale e l’adozione di una
politica protezionista, il segretario di Stato al tesoro finisce con
il subordinare gli interessi agrari del Sud a quelli finanziari.
Le posizioni di Jefferson sono opposte: nemico del capitale
bancario e preoccupato dall’alienazione prodotta dall’attività
industriale, il futuro presidente immagina una società di piccoli
e liberi agricoltori, una democrazia di tipo rurale dove sia
garantita la più ampia libertà di coscienza.
Quindi, all’inizio degli anni Novanta, dalla spaccatura del partito
federalista nasce il partito repubblicano-democratico, guidato
dallo stesso Jefferson.
Dopo la presidenza di Washington, caratterizzata dalla nascita
di nuovi Stati (Vermont, Kentucky, Tennessee) e dalla neutralità
americana nei conflitti europei, e dopo la presidenza del
federalista John Adams (1797-1801), Jefferson diviene il terzo
presidente degli Stati Uniti d’America (1801-1809).

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