Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
2017-2018
Prof.ssa Alice Giarolo
Le nostre ancore: le fonti
Duplice lavoro sulle fonti:
a) Analisi delle fonti (fase preliminare, ma necessaria)
b) Costante riferimento alle fonti nella produzione del saggio/tema di
argomento storico («FAR RISUONARE LE FONTI»)
Fonti
Impronte fossili, Laetoli, Tanzania, 3,5 BATTISTA AGNESE, «Planisfero»,
milioni di anni fa circa 1544
Il codice di Hammurabi su una stele di pietra,
Fonti
ritrovato a Susa (antica Persia), risalente alla
prima metà del XVIII a.C.
Fonti
PRIMARIE: SECONDARIE:
tutti i materiali che tutti i materiali prodotti
sono contemporanei al in periodi successivi
periodo studiato. Storiografica,
Materiali scritti, ricostruzioni storiche ...
costruzioni, attrezzi,
immagini …
Fonti
INTENZIONALI: NON INTENZIONALI:
elementi, spesso elementi prodotti con altri
pensati per essere propositi che raccontano o
pubblicati, che testimoniano qualcosa
relativamente ad un
testimoniano qualcosa evento o processo storico
rispetto ad un evento o
Esempi: lettere private,
processo storico utensili domestici, tracce…
Un primo esempio:
il ‘48
“Dire senso di nazionalità, significa dire senso di individualità storica. Si giunge al
principio di nazione in quanto si giunge ad affermare il principio di individualità,
cioè ad affermare, contro tendenze generalizzatrici ed universalizzanti, il principio
del particolare, del singolo.
[…]
Ora, contro le tendenze cosmopolitiche, universalizzanti, tendenti a dettar leggi
astratte, valide per tutti i popoli, la «nazione» significa senso della singolarità di
ogni popolo, rispetto per le sue proprie tradizioni, custodia gelosa delle
particolarità del suo carattere nazionale.”
Chabod, F. L’idea di nazione, Laterza, Bari 1961.
Un primo esempio:
il ‘48
“Le rivoluzioni del 1848 [esigerebbero] uno studio minuzioso, Stato per Stato, regione per
regione, che qui non trova posto. Malgrado tutto, però, esse ebbero molti aspetti comuni […]
Tutte le rivoluzioni ebbero in comune qualcos’altro, che spiega in larga misura il loro fallimento.
Furono, nel fatto o nell’anticipazione immediata, rivoluzioni sociali degli operai comuni. Perciò
spaventarono i liberali moderati che avevano spinto al potere e in posizioni di prestigio – e
perfino alcuni dei politici più radicali – almeno quanto i sostenitori dei vecchi regimi. […]
Ora, quelli che avevano fatto la rivoluzione erano indiscutibilmente i «poveri che lavorano».
Erano stati essi a morire sulle barricate; a Berlino, fra le trecento vittime degli scontri di marzo
v’erano stati appena quindici rappresentanti delle classi colte e circa trenta mastri artigiani; a
Milano, fra i 350 morti delle Cinque Giornate, solo dodici studenti, impiegati o proprietari
fondiari. Era stata la loro fame a scatenare le dimostrazioni trasformatesi in rivoluzioni.”
Hobsbawm, E. J. (tr. it.) Il trionfo della borghesia, Laterza, Roma-Bari 1979.
Un primo esempio:
il ‘48
I moti del 1848, detti anche rivoluzione del 1848 o primavera dei popoli, furono
un'ondata di moti rivoluzionari borghesi che sconvolsero l'Europa nel 1848 e nel 1849.
Scopo dei moti fu abbattere i governi della Restaurazione per sostituirli con governi
liberali. Il loro impatto storico fu così profondo e violento che nel linguaggio corrente è
entrata in uso l'espressione «fare un quarantotto» per sottintendere una improvvisa
confusione e scompiglio.
Wikipedia – entry «Primavera dei popoli»