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Una storia complessa…

Introduzione alla metodologia storica


Le cinque categorie
Partendo dal
presupposto che i Economico
fenomeni storici sono
multifattoriali e
complessi, lavoreremo Politico Culturale
su cinque macro-ambiti
per affrontare lo studio
della storia: economico,
politico, culturale,
Sociale Militare
sociale, militare.
“Chiunque lo può deve colpire, scannare, massacrare in
pubblico o in segreto, ponendo mente che nulla può esistere
di più velenoso, nocivo e diabolico di un sedizioso, giusto
come si deve accoppare un cane arrabbiato, perché se non
lo ammazzi, esso ammazzerà te e con te tutto il paese”.
Fonti
PRIMARIE: SECONDARIE:
tutti i materiali che tutti i materiali prodotti
sono contemporanei al in periodi successivi
periodo studiato. Storiografica,
Materiali scritti, ricostruzioni storiche ...
costruzioni, attrezzi,
immagini …
Fonti
INTENZIONALI: NON INTENZIONALI:
elementi, spesso elementi prodotti con altri
pensati per essere propositi che raccontano o
pubblicati, che testimoniano qualcosa
relativamente ad un
testimoniano qualcosa evento o processo storico
rispetto ad un evento o
Esempi: lettere private,
processo storico utensili domestici, tracce…
Fonti
Fonti
Il paradigma indiziario
«s’interruppe. ed io [Watson] fui sorpreso, guardandolo, di vedere
ch’egli fissava con singolare attenzione il profilo della signorina. Per un
attimo fu possibile leggere sul suo viso espressivo sorpresa e
soddisfazione a un tempo, benché quando ella si voltò per scoprire il
motivo del suo improvviso silenzio, Holmes fosse tornato impassibile
come al solito. Più avanti Holmes spiega a Watson (e ai lettori) il
percorso del suo fulmineo lavorio mentale: Nella sua qualità di medico
lei non ignorerà, Watson, che non esiste parte del corpo umano che
offra varianti maggiori di un orecchio. Ciascun orecchio ha
caratteristiche sue proprie e differisce da tutti gli altri. Nella «Rassegna
antropologica» dell’anno passato lei troverà su questo argomento due
brevi monografie ad opera della mia penna. Avevo pertanto esaminato
le orecchie contenute nella scatola con occhi da esperto, e avevo
accuratamente notato le loro caratteristiche anatomiche. Immagini
perciò la mia sorpresa allorché, posando lo sguardo sulla signorina
Cushing, notai che il suo orecchio corrispondeva in maniera esatta
all’orecchio femminile che avevo testé esaminato. Non era possibile
pensare a una coincidenza. Nei due esisteva il medesimo
raccorciamento della pinna, la stessa ampia curva del lobo superiore,
la medesima circonvoluzione della cartilagine interna. In tutti i punti
essenziali si trattava del medesimo orecchio. Naturalmente mi avvidi
subito dell’enorme importanza di una tale osservazione. Era evidente
che la vittima doveva essere una consanguinea, probabilmente molto
stretta, della signorina...»
Modi di ragionamento (premesse  conclusione)
1)DEDUZIONE = si definisce tramite il concetto di
necessità.
Se un ragionamento corretto è deduttivo allora la
sua conclusione è necessariamente vera.
Prova ad individuare in quali ambiti si utilizza
principalmente questo modo di ragionamento.
-Tutti gli uomini sono
mortali
-Socrate è un uomo
-- Socrate è mortale
Modi di ragionamento
2) INDUZIONE = si definisce tramite il concetto di
probabilità.
Se un ragionamento corretto è induttivo allora è
probabile che la sua conclusione sia vera.
Prova ad individuare in quali ambiti si utilizza
principalmente questo modo di ragionamento.
-Nella mia attività di zoologo ho
osservato 500.000 cigni
-Tutti i cigni osservati erano bianchi
-- Il prossimo cigno che osserverò
sarà bianco
Modi di ragionamento
ABDUZIONE = inferenza alla spiegazione migliore
Partendo dall’osservazione di uno stato di cose si tenta di
inferirne le cause. Sul piano del ragionamento l’elemento
osservato – quindi il nostro punto di partenza - corrisponde alla
conclusione.
Prova ad individuare in quali ambiti si utilizza principalmente
questo modo di ragionamento.
Secondo te l’abduzione afferisce alla necessità o alla
probabilità?
E la storia?
La storia ha a che fare con inferenze alla spiegazione migliore che vengono
sviluppate a partire dall’osservazione di certi indizi (le fonti storiche). Il
lavoro dello storico consiste nel confrontare, incrociare e comparare le
fonti per inferire l’interpretazione più esaustiva di un determinato
processo storico.
Ma quindi la ricerca storica garantisce la verità assoluta delle sue
conclusioni? Oppure lo storico può scrivere ciò che vuole sui diversi
argomenti?
Non tutto è concesso
La storia ha sì a che fare con le interpretazioni, ma ciò non significa che
possa aprirsi a qualsiasi interpretazioni (ricorda l’abduzione è inferenza
alla spiegazione migliore).

Problema revisionismo e post-verità (fake news)


 Rapporto della storia con la memoria
Problemi attuali
«Tuttavia ritengo che esista un modo molto efficace di sfruttare
pedagogicamente i difetti di Internet. Si dia come esercizio in classe,
ricerca a casa o tesina universitaria, il seguente tema: “Trovare
sull’argomento X una serie di trattazioni inattendibili su internet e
spiegare perché sono inattendibili”. Ecco una ricerca che richiede
capacità critica e abilità nel confrontare fonti diverse – e che
eserciterebbe gli studenti nell’arte della discriminazione» (Umberto
Eco, Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida, La nave di
Teseo, Milano 2016).
Discriminare
- Le informazioni hanno tutte lo stesso valore? La stessa utilità? La
stessa attendibilità?
- Le fonti hanno tutte la stessa attendibilità?  un primo indizio: libri,
articoli, siti che segnalano le fonti su cui si sono basati
(bibliografia/sitografia) --- possibilità di verifica

- Vi è una differenza tra informazione e conoscenza?


Alcuni esempi
Un falso storico che riguarda le foibe.
Immagine che si trova in vari siti internet,
in vari manifesti sulla giornata del ricordo
dedicata alle foibe e mostrata anche su
Porta a porta come esempio dei delitti dei
partigiani di Tito contro gli italiani.
In realtà si tratta dell’esecuzione sommaria
da parte di militari italiani di cinque
contadini della Slovenia. L’originale è
conservato al Museo di Lubiana
https://www.wumingfoundation.com/giap
/2015/03/come-si-manipola-la-storia-attra
verso-le-immagini-il-giornodelricordo-e-i-f
alsi-fotografici-sulle-foibe/
Wikipedia non è l’oracolo di Delfi
Pope Boniface VIII
From Wikipedia, the free encyclopedi
“Pope Boniface VIII (Latin: Bonifatius VIII; born Benedetto Caetani, c. 1230
– 11 October 1303) was Pope from 24 December 1294 to his death in 1303.
He organized the first Catholic "jubilee" year to take place in Rome and
declared that both spiritual and temporal power were under the pope's
jurisdiction, and that kings were subordinate to the power of the Roman
pontiff. Today, he is probably best remembered for his feuds with King 
Philip IV of France, who caused the Pope's death, and Dante Alighieri, who
placed the pope in the Eighth Circle of Hell in his Divine Comedy, among
the simoniacs.”
Fake news: un vizio solo attuale?
«Nei suoi Memoires, che hanno fatto battere tanti giovani cuori, [il generale napoleonico] Marbot
narra, con gran dovizia di particolari, un atto di coraggio di cui egli si spaccia per protagonista: a
dargli ascolto, durante la notte dal 7 all’8 maggio 1809, egli avrebbe attraversato in barca i flutti
tumultuosi del Danubio, allora in piena, per prendere sull’altra riva alcuni prigionieri austriaci. Come
controllare l’aneddoto? Chiamando in aiuto altre testimonianze. Noi possediamo gli ordini, i registri
di marcia, le relazioni degli eserciti che si fronteggiavano: essi attestano che, durante la famosa
notte, il reparto austriaco, i cui bivacchi Marbot pretende di aver trovato sulla riva sinistra, occupava
ancora la riva opposta. Dalla stessa corrispondenza di Napoleone risulta, d’altro canto, che l’8
maggio le piene non erano ancora iniziate. Infine, si è rinvenuta una domanda di promozione
avanzata da Marbot in persona il 30 giugno 1809; fra le benemerenze ch’egli vi vanta, non dice
verbo della cosiddetta impresa del mese precedente. Ecco dunque, da un lato, i Memoires; dall’altro
tutto un gruppo di testi che li smentiscono. Bisogna decidere tra questi testimoni inconciliabili.
Quale alternativa si riterrà più verosimile? Che lì per lì gli stati maggiori, l’imperatore medesimo si
siano sbagliati (a meno che, Dio sa perché, abbiano intenzionalmente alterato i fatti?) che il Marbot
del 1809, smanioso di promozione, abbia peccato di folle modestia? O che più tardi da vecchio
soldato, le cui millanterie sono del resto ben note, abbia fatto ancora una volta lo sgambetto alla
verità? Nessuno, certo, esiterà: i Memoires hanno ancora una volta mentito». Marc Bloch, Apologia
della storia, o Mestiere di storico, cit., pp. 85-86.
Informazione vs conoscenza
Un esempio: possiamo essere informati sul fatto che in Siria vi sia una
guerra civile, altra cosa è conoscere quali siano le parti in lotta, le ragioni del
conflitto, la sua genealogia, le dinamiche passate, ecc…
L’informazione la si può acquisire facilmente e in un tempo assai ridotto, la
conoscenza è un processo che richiede tempo, fatica e soprattutto la messa
in discussione e la riorganizzazione delle informazioni a disposizione.
Sapere la successione degli eventi, le date, i nomi delle battaglie, dei sovrani
ecc… basta per avere una conoscenza storica?
Il motore degli eventi
Già Tucidide aveva proposto la distinzione tra:
CAUSE IMMEDIATE = cause più prossime all’evento in
questione (spesso superficiali)
CAUSE PROFONDE = processi che determinano un
evento. Sono molteplici, si osservano sulla lunga durata
e non sono sempre evidenti ad una prima analisi.
Il tempo e la storia
"Il venticinque settembre milleduecento sessantaquattro, sul far del giorno, il Duca
d’Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la
situazione storica. La trovò poco chiara. Resti del passato alla rinfusa si trascinavano
ancora qua e là. Sulle rive del vicino rivo erano accampati un Unno o due; poco
distante un Gallo, forse Edueno, immergeva audacemente i piedi nella fresca corrente.
Si disegnavano all’ orizzonte le sagome sfatte di qualche diritto Romano, gran
Saraceno, vecchio Franco, ignoto Vandalo. I Normanni bevevan calvadòs.
Il Duca d’ Auge sospirò pur senza interrompere l’attento esame di quei fenomeni
consunti.
Gli Unni cucinavano bistecche alla tartara, i Gaulois fumavano gitanes, i Romani
disegnavano greche, i Franchi suonavano lire, i Saracineschi chiudevano persiane. I
Normanni bevevan calvadòs.
“Tutta questa storia”, disse il Duca d’ Auge al Duca d’Auge, “ tutta questa storia per un
po’ di giochi di parole, per un po’ d’ anacronismi: una miseria. Non si troverà mai una
via d’ uscita?” da I fiori blu di R.Queneau
Il tempo e la storia
Il tempo è “il materiale fondamentale” degli storici (J. Le Goff); è “il plasma
stesso in cui stanno i fenomeni e come il luogo della loro intelligibilità” (M.
Bloch); è “la sostanza stessa della storia” (A. Prost), che è “scienza degli
uomini nel tempo” (M. Bloch).
Il tempo degli storici è un tempo incorporato nei documenti, nelle fonti, ma
abitato anche dalle domande che gli storici, uomini o donne che vivono il
tempo presente e che sono portatori anche di una certa visione del
tempo futuro, pongono al passato, oggetto della storia. Non può essere
osservato direttamente MA può essere ricostruito per via di tracce/indizi,
ovvero mediante il lavoro dello storico che costruisce la struttura temporale
dell’oggetto della sua ricerca. È un tempo sociale, ancorato al tempo comune
dei membri delle collettività pubbliche, delle civiltà, degli stati, degli uomini in
società.
Tra passato e presente
La storia è un continuo processo di interazione fra il
presente e il passato, un “misto indissolubile di soggetto [il
presente dello storico] e oggetto [il passato]” (H-I.
Marrou), proprio perché al passato si possono porre solo
le domande che vengono dal presente.
Le scorribande
La storia non va pensata come una staffetta 4x100 o come un
armadio 4 stagioni (vs visione lineare, vs concetto di sviluppo)
C) Nello studio della storia sono frequenti le scorribande nel tempo,
a monte verso l’antichità e a valle verso l’età contemporanea, per
segnalare i nessi tra fenomeni di epoche diverse, le continuità e le
fratture, le lunghe durate e le svolte improvvise, le somiglianze e le
differenze.
Il tempo “multiplo”
- Oltre alla prospettiva diacronica, si deve considerare la prospettiva
sincronica. La parola diacronia viene dal greco dià (attraverso)
e krónos (tempo). La storia diacronica studia il susseguirsi dei fatti nel
tempo --- periodizzazioni. La parola sincronia viene dal greco sincro (con nel
senso di contemporaneo) e  krónos (tempo). La storia sincronica studia un
periodo storico nei suoi molteplici aspetti + differenti aree geografiche

- Il tempo della storia è anche un tempo multiplo, per la coesistenza e


l'interazione, anche in una stessa società, di fenomeni o gruppi che non si
collocano nella stessa evoluzione, nello stesso tempo (Esempio servitù della
gleba)
Le periodizzazioni
- le inventano i posteri (Medioevo = età di mezzo)
- sono mobili (vedi inizio ‘900 --- Il secolo breve Hobsbawm)
- non sono le stesse nei vari paesi (Illuminismo non una categoria valida per
il ‘700 cinese o turco + Medioevo per gli storici russi giunge sino alla metà
del ‘600)
- storici dell’arte, della medicina, della scienza periodizzano diversamente
dagli storici della politica, della cultura (Le Goff elabora il concetto di
Lungo Medioevo = età preindustriale)
C) sono etichette che vanno lette ed interpretate
École des Annales
Nome che deriva dalla rivista fondata nel 1929 da Marc Bloch e Lucien Febvre --- Fernand
Braudel, Jacques Le Goff.
Contro l’ «histoire événementilelle» indica la ricerca prevalentemente incentrata sulle
vicende politiche e militari e limitata alla registrazione dei singoli avvenimenti piuttosto
che all’analisi dei processi che li provocano. La definizione di «histoire événementielle» è
stata coniata con intento polemico dalla rivista Annales (fondata nel 1929 da M. Bloch e
L. Febvre) che, al contrario, poneva fra i suoi obiettivi:
- una stretta collaborazione con le scienze sociali, l’economica, la geografica, statistica,
demografia (etc..) con lo sviluppo di settori di ricerca trascurati. Interdisciplinarietà “Se
vogliamo studiare i fatti sociali, così complessi nel loro insieme, non serviamoci dunque
di un sola fonte di luce”…”Il nostro intento, invece è accendere tutte le luci
contemporaneamente” F. Braudel, Storia, misura del mondo, Il Mulino, Bologna, 1998
- contrapporre alla storia intesa come racconto di avvenimenti una storia concepita
essenzialmente come proposta di problemi.
Un profondo mare
Uno dei problemi cruciali posti dalla svolta storiografica del XX secolo ad
opera dei curatori della rivista degli Annales = la scomposizione del tempo
storico in più temporalità, in ritmi più o meno rapidi. Il divenire storico
risulta dalla combinazione di ritmi differenti: quello rapido degli
avvenimenti, quello di media velocità della congiuntura e quello lento
della lunga durata. Per illustrare la coesistenza e i diversi ritmi dei tempi
della storia Braudel utilizza una metafora marina e fa riferimento alle
increspature della superficie del mare, alle grandi correnti sottomarine,
alle profondità abissali.
La schiuma
Il più appariscente di tali tempi è il tempo “corto”, quello
della storia “tradizionale”, “événementielle”. È
un'oscillazione breve, la schiuma della storia, onde di
superficie nel mare; è quello effimero degli avvenimenti,
degli eventi politici e militari; quello vissuto dall'individuo.
Un tempo individuale incapace di esaurire la
comprensione storica.
Le correnti marine
Il secondo è quello dei cicli economici, della congiuntura,
“il recitativo della congiuntura” modulato in oscillazioni
cicliche. È quello “sociale”, proprio dei gruppi, in cui si
colloca la storia delle diverse società, delle loro
economie, delle loro istituzioni nei loro molteplici
rapporti. È il tempo intermedio fra quello degli individui e
quello dell'uomo, quello delle correnti marine di fondo.
Le profondità marine
Il terzo di questi tempi è quello “quasi immobile”, “quasi fuori dal
tempo” della lunga durata; quello delle “profondità” marine, dei
“ritorni insistenti”, delle stagioni, dei lavori, dei fiori; quello delle
strutture che mutano molto lentamente e di cui il capitalismo è
un esempio compiuto. Questo tempo “geografico”, che studia i
rapporti dell'uomo e del suo ambiente, è per Braudel la scala
temporale con un “valore eccezionale” perché, mettendo in
evidenza continuità e persistenze, non solo è la più “scientifica”
ma offre anche la possibilità d'incontro con le altre scienze
sociali.
Un esempio: il Capitalismo (ben prima e ben
oltre Marx)
Marx analizza i rapporti tra classi, tra una borghesia proprietaria dei mezzi
di produzione ed una classe (proletari) che deve lavorare per la
sussistenza. Questo è il capitalismo e il suo superamento si avrà quando i
proletari, ribellandosi, si approprieranno collettivamente dei mezzi di
produzione annullando la fonte del dominio di classe. Concezione che
prevede dunque una vera e concreta rivoluzione agita. Ma quello che
racconta Marx non è che un’ulteriore versione di una storia più lunga,
apparentemente immobile, in cui i Pochi dominano su i Molti, la storia
della gerarchia. La gerarchia è quel sistema d’ordine (erroneamente da
alcuni ritenuto “naturale”, quindi immodificabile) che gli umani hanno
applicato per dare appunto un ordine solido e dinamico, alla complessità
sociale nella quale si son trovati  a vivere a partire da circa 8000 a.C.
Un esempio: il Capitalismo (ben prima e ben
oltre Marx)
Nella storia della gerarchia, storia dal tempo lungo, nel gruppo dominante
troviamo sciamani-sacerdoti, poi re-eroi, poi militari, poi vari tipi di politici,
di nuovo militari-imperatori, poi vescovi, principi, re assoluti, capitalisti,
banchieri, etnie, maschi, in genere anziani, civiltà intere, singoli popoli-
nazione. Gli interpreti cambiano di stagione storica in stagione, lo spazio
che la gerarchia ordina anche, la forma dell’ordine dato da Pochi attivi,
intenzionati e coordinati vs Molti passivi, incerti e scoordinati è invece
millenaria e generalizzata.
La longue durée
I fenomeni di lunga durata (longue durée) emergono alla
vista storica nella misura in cui seguiamo il loro tempo,
senza imporgli le categorie temporali delle nostre
provvisorie immagini di mondo, nella misura un cui
seguiamo il territorio e non le mappe
 Geostoria
Eco-sistemi: la storia è necessariamente geostoria
Perché?

Cosa significa?

Cosa implica?

Quali esperienze ne hai fatto in passato?


Qualche esempio…
• La gestione e la militarizzazione della Renania e in particolare del bacino della
Ruhr, dopo la Grande Guerra, durante il Nazismo e con la Seconda Guerra
Mondiale. Perché?  zona ricchissima di giacimenti minerari, molto sviluppata
fin dalla Rivoluzione industriale

• La costruzione della Diga di Aswan, lungo il corso del Nilo, sotto la presidenza di
Nasser (anni ‘60). Perché?  l’enorme infrastruttura ha permesso di irrigare
una vastissima area del deserto, rendendola così coltivabile, per far fronte
all’incremento demografico del paese, MA l’impatto ecologico della costruzione
è stato deleterio per le zone a valle della diga e soprattutto per il delta, con
conseguenze disastrose per la fauna e l’agricoltura del territorio.
La geostoria
«La terra su cui viviamo ci ha sempre condizionato. Ha
influenzato le guerre, il potere, le vicende politiche e lo
sviluppo sociale dei popoli che abitano attualmente quasi
tutti gli angoli del mondo […] La geografia è chiaramente
un elemento fondamentale del «perché» e del «cosa»» da
Le dieci mappa che spiegano il mondo di Tim Marshall p. 9-
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Storia e cultura materiale
La storia materiale richiede di studiare, imparare e affrontare i processi
storici con un’attenzione particolare ai materiali, ai prodotti e ai beni
perché questi sono gli elementi principali della vita di un popolo, di una
comunità o di una civiltà
VS
uno studio della storia pensato e affrontato essenzialmente come una
narrazione di grandi figure, grandi guerre e grandi rivoluzioni politiche
(storia delle idee, storia politica).
La storia materiale privilegia la dimensione collettiva e quotidiana che è il
substrato della Storia con la S maiuscola.
 La microstoria
La storia materiale e le sue maglie larghe
Un esempio dalla storia dell’alimentazione: la «follia
delle spezie» che attraversa il XIII-XV sec.
Perché?
- Convinzioni dietetiche del tempo: i medici erano
concordi nel ritenere che il «calore» delle spezie
favorisse la digestione dei cibi, la loro cottura nello
stomaco.  nascita confetti (somministrate al termine
dei pasti + decotti)
- Immaginario: Oriente come «orizzonte onirico», forma
di ostentazione e segno di distinzione sociale.
Contesto storico: Crociate, mercanti veneziani diventano
protagonisti di questo commercio, viaggi di scoperte.
La storia materiale e le sue maglie larghe
Un esempio: la storia dell’alimentazione

La storia dell’alimentazione viene intesa come area d'indagine larga,


idonea a una comprensione globale della società nei suoi aspetti non solo
economici, produttivi, tecnologici ma altresì culturali, religiosi, simbolici,
nonché delle implicazioni politiche (in senso organizzativo e in senso
civico) che il tema inevitabilmente comporta.
La microstoria
Tendenza affermatasi nell’ambito della storiografia italiana, a partire dagli anni
Settanta del 20° sec […] Sul piano metodologico, la microstoria ha prodotto indagini di
lunga durata che si concentrano su aree geografiche molto circoscritte, per offrire una
ricostruzione minuziosa e analitica della storia di piccole comunità locali:
avvenimenti, personaggi e atteggiamenti mentali che inevitabilmente sfuggono alla
storia di vasta scala, fatta di grandi processi storici analizzati per mezzo di categorie
generali (Stato, ordini sociali, sistemi economici ecc.) e periodizzazioni convenzionali
(Età medievale, moderna e contemporanea). I maggiori contributi forniti da questo
indirizzo di ricerca sono la capacità di cogliere elementi di continuità e mutamento
nascosti dietro i modelli sociali tradizionali (che in tal modo vengono stimolati
all’aggiornamento, alla correzione e alla sintesi), e l’introduzione di fonti e metodi
nuovi (da un lato la quotidianità, i piccoli dettagli di biografie minori, dall’altro la
dimensione dei comportamenti, delle strategie, del ricordo, della memoria, delle
credenze, delle paure e dei dubbi collettivi). Da Enciclopedia Treccani
La microstoria
La storia di Menocchio attraverso gli atti del
processo per la condanna di eresia (1583-1599).
«Il Menocchio non è un cataro. Legge la Bibbia
nella traduzione italiana medievale, legge libri
medievali, con l'eccezione di due, che sono
contemporanei. La sua cultura è più vasta di quanto
indagato dai giudici. egli infatti si dice filosofo,
astrologo e profeta. […] Le sue concezioni non
hanno comunque nessun rapporto, mi pare, con
quelle dei fraticelli, dei beghini e dei begardi, del
movimento del Libero Spirito.» Domenico Scandella
detto Menocchio, A. Del Coll
Non c’è Storia senza cultura materiale e
microstorie
“Quando vogliamo spiegare una cosa, dobbiamo
diffidare ad ogni istante della eccessiva
semplicità delle nostre suddivisioni. Non
dimentichiamo che la vita è un tutto unico, che
anche la storia deve esserlo e che non bisogna
perdere di vista in nessuna occasione, neppure
per un attimo, l’intrecciarsi infinito delle cause e
delle conseguenze”
[Braudel, 1998]
Eco-sistemi: nuovo approccio allo studio
della storia
- Le dieci mappe che spiegano il mondo di Tim Marshall
- Jared Diamond: Armi, acciaio e malattie

Attività: a scelta
a) Le dieci mappe che spiegano il mondo Tim Marshall Introduzione +
Conclusione + capitolo a scelta
b) Prologo e Postfazione di Armi, acciaio e malattie di J. Diamond
Per approfondire
http://formazione.uniroma3.it/files/Il%20metodo%20indiziario_63602975
2507912500.pdf
Spie. Radici di un paradigma indiziario di C. Ginzburg
https://www.internazionale.it/notizie/margarita-gokun-silver/2017/03/26/
casa-scarpe-pantofole
http://www.medievista.it/wp-content/uploads/2014/04/il-lungo-medioev
o-di-jacques-le-goff.pdf
intervista a Le Goff sul concetto di lungo medioevo
F. Braudel, Storia, misura del mondo, Il Mulino, Bologna, 1998
https://nowxhere.files.wordpress.com/2014/09/jared-diamond-armi-accia
o-e-malattie-prologo.pdf
M. Montanari, La fame e l’abbondanza, Editori Laterza, Roma-Bari, 2012
C. Ginzburg, I vermi e il formaggio, Einaudi, 2009

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