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ARTICOLO 51

Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in
condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con
appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.

Per quanto riguarda i requisiti, la legge detta requisiti di eleggibilità sia positivi che negativi. I primi indcano
ciò che il soggetto deve possedere per essere eleggibile, i secondi ciò che non deve possedere a tale scopo.

Uno di questi requisiti necessari è la cittadinanza italiana che può costituire un problema per una piccola
parte della popolazione che non la possiede.
GLI APLOIDI 

Un apolide (dal greco a-polis “senza città”) è


un uomo o una donna che non possiede la
cittadinanza di nessuno stato. Sono circa 10
milioni gli apolidi nel mondo (si tratta di una
stima, non esiste una cifra esatta).

 Secondo le stime fornite da organizzazioni


della società civile gli apolidi in Italia
sarebbero tra i 3.000 e 15mila. Ma solo
qualche centinaio ha oggi ricevuto dallo stato
italiano lo status di “apolide”. Molti degli
apolidi in Italia appartengono a quello che è
chiamato il “popolo senza stato” ovvero i Rom.

Alcuni apolidi sono anche rifugiati, ma non


tutti i rifugiati sono apolidi e molti apolidi non
hanno mai attraversato una frontiera.
       INVISIBILI
La prima condizione in cui si trovano gli apolidi è
quella dell’invisibilità.
Senza diritti, senza una cittadinanza, non hanno
accesso alla società e rimangono intrappolato ai
margini. 
Un’invisibilità anche ai media in cui questo
problema viene completamente ignorato e le
vittime rimangono abbandonate a loro stesse.
MA COME SI DIVENTA APLOIDI?

La condizione di apolidia non dipende da una scelta o dalla volontà dei singoli. Si è apolidi per una


(o più) delle seguenti ragioni:

1) Se si è figli di apolidi o se si è impossibilitati a ereditare la cittadinanza dei genitori;

2) Se si è parte di un gruppo sociale cui è negata la cittadinanza sulla base di una discriminazione;

3) Se si è profughi a seguito di guerre o occupazioni militari;

4) Per motivi burocratici, se lo Stato di cui si era cittadini si è dissolto e ha dato vita


a nuove entità nazionali (è questo il caso dell’ex Urss o della ex Jugoslavia);

5) Per incongruenze e lacune nelle leggi sulla cittadinanza dei diversi Stati.
Nel mondo dove sono presenti apolidi?

Le molte cause che possono costringere le persone in una condizione di apolidia fanno anche sì che ci siano
apolidi in tutte le regioni del mondo.
 Secondo l’Unhcr ( l'agenzia delle Nazioni Unite specializzata nella gestione dei rifugiati), oggi i 5 paesi con più
apolidi sono: Costa d’Avorio, Repubblica Domenicana, Iraq, Russia, Myanmar.
Ma, per esempio, ci sono molti apolidi anche in tutti gli stati che non permettono alle madri di trasmettere
paritariamente rispetto ai padri la propria nazionalità ai figli (nel caso in cui i padri siano sconosciuti o morti).
 Oppure in paesi nati dalla dissoluzione di altri stati, come l'Urss o la Jugoslavia.
Cosa cambia con il riconoscimento dello status di apolide?

Gli apolidi riconosciuti attraverso una procedura formale hanno diritto a un permesso di soggiorno,
all’istruzione, alla sanità e alla pensione così come all’accesso all’impiego e al rilascio di un titolo di viaggio
per apolidi.  Questi diritti sono previsti dalla Convenzione del 1954 sullo status delle persone apolidi.
Molto diversa la situazione per gli apolidi non riconosciuti perché non avendo un permesso di soggiorno
gli sono garantiti solo il diritto all’assistenza sanitaria e, fino ai 18 anni, quello all’istruzione. 
I maggiorenni, invece, non possono iscriversi all’università, non possono affittare una casa e non possono
ovviamente lavorare se non in nero.
Come sconfiggere l’apolidia?

L’Unhcr ha individuato 10 punti in un piano decennale (2014-2024)  per porre fine all’apolidia nel mondo.

I punti di questo piano sono:


• Trovare una soluzione alle principali situazioni di apolidia esistenti.

• Assicurare che nessun bambino nasca apolide.

• Rimuovere le discriminazioni di genere dalle leggi sulla nazionalità.

• Prevenire il diniego, la perdita e la privazione della nazionalità su basi discriminatorie.

• Prevenire l’apolidia nei casi di successione tra Stati.

• Assicurare lo status di protezione ai migranti apolidi e facilitare il processo di naturalizzazione.

• Assicurare la registrazione delle nascite al fine di prevenire l’apolidia.

• Rilasciare i documenti di nazionalità a coloro che ne hanno diritto.

• Aderire alle Convenzione delle Nazioni Unite sull’apolidia.

•  Migliorare qualitativamente e quantitativamente i dati statistici sulle popolazioni apolidi.

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