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Dipartimento Difesa del Suolo

- Servizio Geologico d’ Italia -

Interventi su fenomeni gravitativi di tipo lento: la casistica censita nel ReNDiS


Pier Luigi GALLOZZI; Claudio CAMPOBASSO; Daniele SPIZZICHINO; Stefania SILVESTRI;
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Via Curtatone, 3 - 00185 Roma;
e-mail pierluigi.gallozzi@apat.it
Abstract
ReNDiS project is a useful tool for analysis and management of information on mitigation measures and restoration works at national scale. The main scope of the project, and related monitoring activities, is to improve the knowledge about the use of national funds and efforts against floods and landslides
and, as a consequence, to better address the preventive policies in the future. Since 1999 the Ministry of the Environment promoted several and distinct mitigation programmes following the strategies of the so-called Sarno Law (D.L. 180/98). At present, ReNDiS database contains about 3000 records
concerning those programmes, focused on restoration works but including also information on landslide typologies and processes. In the present work, a 10-years spatial distribution of slow-moving landslide areas, successively interested by restoration works, is reported; the dataset analysis takes into
account the incidence of the different typologies of measures adopted in relation with the main landslide characteristics. The present work aims at specifically analyzing slow-moving landslides dataset and provide a series of information that constitutes a tool for integrating specific landslide inventory
databases used in land-planning policies

Il monitoraggio D.L.180/98 Ad oggi il “Monitoraggio D.L. 180/98” riguarda oltre 3200 interventi, finanziati per quasi
2,4 miliardi di euro, e costituisce uno dei compiti istituzionali del Dipartimento Difesa del
Nel gennaio del 2000 l’allora ANPA (oggi ISPRA) è stata incaricata dal Ministero Suolo – Servizio Geologico d’Italia dell’ISPRA. Dal punto di vista operativo il
dell’Ambiente del monitoraggio sull’attuazione dei primi programmi di interventi urgenti monitoraggio si avvale anche di un lavoro sul campo (sopralluoghi di monitoraggio) che
nelle aree a rischio idrogeologico di cui al D.L. 180/98 (“Decreto Sarno” – convertito dalla consente di acquisire informazioni provenienti dalla presa di visione diretta del territorio;
legge n. 267/98), finanziati per le annualità 1998 e 1999-2000. i risultati dell’attività, gestiti mediante la banca dati geografica ReNDiS, consentono
L’attività, proseguita integrando tutti i successivi Piani e Programmi per la riduzione del l’elaborazione immediata delle informazioni disponibili e, quindi, l’analisi e la
rischio idrogeologico che negli anni si sono succeduti, consente di acquisire gli elementi valutazione in tempo reale dell’andamento dei programmi d’intervento. Oltre alle
conoscitivi necessari al controllo degli interventi finanziati dal MATTM ed alla valutazione relazioni di monitoraggio, redatte per i singoli interventi, vengono inoltre periodicamente
sull’efficienza nell’impiego dei fondi erogati, tra cui essenzialmente: predisposti, per il Ministero dell’Ambiente, rapporti di sintesi sullo stato dei lavori o su
• lo stato di avanzamento dei progetti e dei lavori; problematiche specifiche.
• la qualità ambientale e la conformità degli interventi con gli obiettivi del D.L. 180/98;
• il rispetto di procedure ed adempimenti da parte degli Enti beneficiari ed attuatori.
Figura 1: esempi da relazioni di monitoraggio

ReNDiS: struttura e software


Il Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS), è uno strumento per la gestione delle informazioni sugli interventi per la mitigazione del
rischio idrogeologico, sviluppato a partire dall’attività del “Monitoraggio D.L. 180/98” che ISPRA svolge per conto del Ministero dell’Ambiente. La finalità
principale del ReNDiS è quindi quella di verificare e controllare l’iter, progettuale prima ed esecutivo poi, con cui vengono attuati gli interventi finanziati dal
MATTM ma, per ciascuno di essi, vengono comunque acquisiti anche i principali dati tecnici sulle opere eseguite e sui correlati fenomeni di dissesto.
Il Repertorio è predisposto per poter recepire dati anche su altre tipologie di interventi per la difesa del suolo, eventualmente finanziati da altri enti e con differenti
modalità (archivi primari in fig. 2); è stato quindi adottato un sistema di catalogazione e classificazione delle informazioni “flessibile”, in grado di gestire
“omogeneamente” contenuti informativi di livello molto diverso. Si è individuato un set di “informazioni primarie” che definisce gli elementi minimi, necessari per Figura 3: Maschera ReNDis - Ist
l’inserimento del dato nel Repertorio quali: l’ubicazione, l’importo del finanziamento, la denominazione dell’intervento, il decreto di approvazione. Tutte le altre
informazioni, per lo più di carattere tecnico-amministrativo (tra cui: le caratteristiche del dissesto e della litologia, la tipologia delle opere in esecuzione e dati
relativi al quadro economico ed allo stato di attuazione dell’intervento) vengono considerate “accessorie” ed il loro inserimento nel db è funzione del livello di
Figura 2: Schema generale del sistema informativo
dettaglio e precisione disponibile.
Nel complesso il Repertorio è costituito da un archivio centrale e da due distinte interfaccia: una per la gestione diretta dei dati (ReNDiS-ist) tramite una un’applicazione che include tutte le normali funzionalità di consultazione,
aggiornamento e modifica dei record, integrata da una componente GIS per la visualizzazione e l’interrogazione dei dati su base geografica. L’altra (ReNDiS-web) è predisposta per consentire la consultazione pubblica di un set
parziale d’informazioni (utente base) e, mediante accesso autenticato, consente agli Enti attuatori degli interventi o, comunque, agli Enti territorialmente competenti, di accedere al set esteso delle informazioni sugli interventi di
loro pertinenza, con funzionalità specifiche che permettono di trasmettere dati ed aggiornamenti in tempo reale. I diritti di amministratori del sistema (utenti istituzionali) sono attribuiti agli Enti detentori degli archivi primari, per la
parte di rispettiva competenza. Figura 4: Interfaccia ReNDiS - Web

Analisi della casistica Tipologia dei dati disponibili


Come prima fase del lavoro si è proceduto ad È significativo al riguardo che nella
individuare, tra gli interventi di mitigazione censiti nel figura 5 le due zone con maggiori
ReNDiS, la consistenza della casistica riconducibile a concentrazioni (nell’Appennino schede sintetiche (accessibili on line)
movimenti lenti. Tenendo conto del sistema di settentrionale e lungo la fascia
classificazione adottato nel Repertorio, sono stati adriatica tra Abruzzo, Molise e
estratti dal database tutti i record che risultavano Puglia settentrionale) siano aree
associati ai seguenti “gruppi”: dove affiorano in prevalenza
• Soliflusso, soil creep, etc.; depositi a struttura caotica (Argille
• Colata "lenta"; varicolori Auct.), flysch
• Aree soggette a sprofondamenti diffusi; marnosoarenacei e sedimenti
• DGPV; argilloso-arenacei del ciclo
• Espansione laterale. regressivo dell’avanfossa adriatica.
Complessivamente sono stati individuati 232 interventi Un aspetto peculiare, delle
che, come evidenziato nella tabella 1, sono per la informazioni presenti nel ReNDiS,
maggior parte riconducibili al gruppo dei soliflussi e riguarda la possibilità di esaminare
soil creep. L’analisi dei dati è stata poi sviluppata su le correlazioni tra le diverse
piattaforma GIS, in modo da valutarne la distribuzione categorie di dissesto e le tipologie
territoriale, sinteticamente riportata nella fig. 5. Come è dei lavori realizzati o progettati.
evidente, il campione disponibile non interessa in ulteriori documentazioni da monitoraggio (stralci da relazioni e progetti)
Dato che ciascun intervento
modo omogeneo tutte le porzioni del territorio italiano
comporta generalmente una
che hanno elevata predisposizione ai fenomeni di
dissesto di tipo lento. La distribuzione degli interventi molteplicità di opere, al campione
(che peraltro sono attivati solo in presenza di specifica considerato in questo lavoro
richiesta di finanziamento) è infatti fortemente corrispondono oltre 900
condizionata da elementi di natura socio economica e utilizzazioni delle diverse tipologie
dalla presenza di insediamenti ed infrastrutture a di opere classificate nel ReNDiS.
”rischio”, mentre le caratteristiche che determinano la Tra queste si evidenzia una netta
pericolosità del territorio concorrono solo predominanza di quelle del gruppo
indirettamente, come fattore limitante. “sistemazioni di versante – opere
di sostegno” (25% del totale),
seguite poi da “opere
complementari”, “drenaggi” e
“controllo dell’erosione
superficiale”. Sempre in termini
complessivi è da rilevare la
significativa incidenza della
categoria “sistemazioni idrauliche” Figura 7: Intervento di consolidamento del fenomeno franoso in località Covatta. Figura 9: Intervento di consolidamento realizzato per la protezione delle abitazioni
(oltre il 10%) mentre, passando Opera costituita da un sistema di n. 3 paratie ad arco in c.a. profonde 18 m con 3 e della viabilità nel comune di Celenza Valfortore. La foto in basso a sinistra è stata
allo specifico delle diverse tipologie pozzi drenanti profondi 24 m e un manufatto in c.a. fondato su pali profondi 20 m scattata in corso d’opera (giugno 2005), quella a destra dopo l’ultimazione dei
con funzioni di contenimento e di recapito delle acque superficiali, provenienti da lavori (febbraio 2007).
di dissesto, risalta la predominanza un esteso sistema di drenaggio realizzato a monte. La struttura è stata posizionata
(38%) degli “studi e rilievi” nel caso poco a monte della strettoia in corrispondenza della quale finisce la zona di
alimentazione e comincia il canale di flusso dei colamenti.
delle (poche!) DGPV. A titolo di
esempio si riporta (Tab. 1) il
dettaglio, relativo al solo gruppo
“opere di sostegno”, dei casi di
utilizzo correlati alla tipologia di
dissesto “Soliflusso e soil creep”.

Figura 5: Distribuzione geografica degli


interventi ReNDiS riconducibili a
“movimenti lenti”.
Figura 8: Due immagini della porzione sommitale dell’area in frana. Nella prima a
sinistra, scattata nel febbraio 2006 (inizio lavori), si osserva l’esteso e articolato
Tipologie di “Opere di sostegno” utilizzate casi bacino di alimentazione, che mobilizzava enormi masse di terreno. Nella seconda
nei dissesti di tipo “Soliflussi e creep” a destra, scattata nel settembre 2008 (lavori completati), è visibile una porzione
Palificata, palificata tirantata, paratia di 58 di quello che era il bacino di alimentazione, sulla quale sono state eseguite
micropali, pali, palancole, pannelli in c.a. operazioni di rimodellamento, gradonatura e drenaggio dalle acque superficiali e
Figura 10: Particolare dell’intervento con la realizzazione di una paratia di micropali
Muro in c.a., muro in c.a. fondato su micropali 40 profonde. Tali operazioni hanno riguardato un’area estesa circa 13 ha e sono
(φ 200 mm), disposti su tre file. I micropali sono collegati in testa da una trave
state realizzate mediante diffusi movimenti di terra (riporti e scavi) finalizzati al
sulla quale poggia un muro di contenimento in c.a.
consolidamento e alla riduzione della pendenza delle scarpate
Gabbionata 28
Muro in c.a. rivestito in pietrame 11
Palificata doppia in legname con talee, 11
palificata doppia in legname con talee fondata
su micropali
Muro a gravità (in pietrame, in cls.) 6 Conclusioni
Gabbionata rinverdita 3
Terra rinforzata rinverdita 3 Il database del ReNDiS contiene dati su oltre 200 interventi correlati a “movimenti lenti”. La casistica disponibile non risulta significativa
Terra rinforzata 3 per valutazioni sulla distribuzione geografica e tipologica dei fenomeni, per le quali deve farsi riferimento a strumenti specifici come il
Spritz-beton con rete metallica e tiranti 2 progetto IFFI. Tuttavia le informazioni del Repertorio rappresentano un dato aggiuntivo potenzialmente utile ad integrare le conoscenze
Muro cellulare 1
sulla distribuzione spaziale di questi fenomeni. L’aspetto forse più rilevante, però, è la disponibilità di dati “strutturati” relativi alle
Numero totale 166
soluzioni progettuali adottate in un gran numero di casi reali, che permette analisi e correlazioni statisticamente significative, articolate
Figura 6: Numero di interventi censiti nel ReNDiS per le anche su base geografica.
Tabella 1: Casistica di utilizzo tipologie opere
tipologie di dissesto assimilabili a “movimenti lenti”

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