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Economia delle aziende di credito

(Gruppo Co-La)
A.A. 2010/11

Prof. Federica Poli


federica.poli@unicatt.it
Dip. Scienze dell’economia e della gestione aziendale (SEGESTA)
Via Necchi, 7
Stanza 204
Bibliografia

 Banfi A., Biasin M., Oriani M., Raggetti G.M., Economia degli
intermediari finanziari, ISEDI, seconda metà marzo 2011 (corso
istituzionale)
 Borroni M., Oriani M., Le operazioni bancarie, Il Mulino, Bologna,
2008 (esercitazioni)
 Materiale reso disponibile dai docenti

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I contenuti del corso
 Struttura ed evoluzione del sistema finanziario
 Fondamenti del sistema finanziario e delle funzioni svolte.
 Lineamenti teorici dell’intermediazione finanziaria.
 Le tipologie di intermediari finanziari.
 Le cause e gli effetti dell’innovazione finanziaria.
 Il ruolo delle autorità monetarie e la funzione di vigilanza.
 Le tipologie di intermediazione bancaria ed i prevalenti modelli organizzativi.
 Funzioni della banca
 La funzione monetaria: la moneta bancaria ed i sistemi di regolamento dei pagamenti.
 La funzione creditizia: credito e sviluppo economico, efficienza allocativa e valutazione del
rischio di default.
 La funzione di trasmissione degli impulsi di politica economica: le operazioni di politica
monetaria.
 Operatività e bilancio delle banche
 La raccolta al dettaglio e all’ingrosso, i prestiti bancari, i servizi e gli strumenti di pagamento.
 Il bilancio bancario, i principali indicatori di performance della banca.
 Le gestioni della banca ed il risk management
 La gestione della liquidità e della tesoreria; la gestione del portafoglio prestiti, la gestione del
portafoglio di strumenti finanziari.
 L’asset e liability management.
 La gestione del capitale proprio della banca.
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Organizzazione del corso
 lezioni & esercitazioni – aula SA Panighi
 lunedì 17.30 (2 ore)
 mercoledì 16.30 (3 ore)

 venerdì 12.30 (2 ore)

 prova intermedia: 15 aprile (ore 13.30 – 18)


 argomento: operazioni bancarie

 durata: 1,5 ore

 domande aperte/esercizi

 il risultato fa media (40%) con l’altra parte dell’esame (appelli


calendario accademico)

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Struttura e
funzioni del sistema
finanziario

5
In questa parte …

 Il sistema finanziario: analisi strutturale e fenomeni


caratterizzanti
 La politica monetaria e i tassi di interesse
 Il sistema dei pagamenti
 La regolamentazione e la vigilanza del sistema finanziario

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Il sistema finanziario:
analisi funzionale e strutturale

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Argomenti

 Definizione e funzioni del sistema finanziario


 Saldi finanziari, circuiti di intermediazione, attività finanziarie
 La banca e gli altri intermediari non bancari
 Classificazione e funzioni dei mercati
 Le Autorità di Vigilanza nel sistema finanziario italiano
 La vigilanza a livello europeo
 Teorie sull’intermediazione finanziaria

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Definizione e funzioni del sistema
finanziario

Un sistema finanziario è costituito dal


complesso integrato di strumenti,
istituzioni e mercati finanziari, esistenti in
Sistema Finanziario un dato luogo in un dato momento. Esso
costituisce un’infrastruttura cruciale per il
funzionamento delle moderne economie in
quanto svolge tre importanti funzioni.

 realizza il trasferimento di risorse dal


Funzioni risparmio agli investimenti (funzione
creditizia o di allocazione delle risorse);
 assicura l’efficiente funzionamento del
sistema dei pagamenti (funzione monetaria);
 trasmette al sistema economico gli impulsi
della politica monetaria ed economica.

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Funzioni del sistema finanziario (Merton,
1995)

 Payment system
 Mechanism for pooling funds
 Way to transfer resources across space and time
 Way to manage uncertainty and control risk
 Price information to allow allocation of resources
 Way to deal with asymmetric information problems

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Definizione e funzioni del sistema
finanziario
Poiché le passività di alcuni intermediari (in particolare delle
banche) sono accettate come mezzi di pagamento,
pagamento il sistema
finanziario contribuisce a determinare il volume complessivo dei
mezzi monetari a disposizione dell’economia, dunque del potere
d’acquisto che può essere trasferito.
La funzione creditizia e quella monetaria sono cioè
strettamente correlate.
correlate
Il sistema finanziario e le istituzioni che lo compongono hanno
quindi la funzione fondamentale di trasferire potere d’acquisto
agli operatori che lo richiedono per le loro operazioni correnti e di
investimento

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Il trasferimento delle risorse
finanziarie
 Il sistema finanziario svolge la fondamentale funzione di
trasferimento di risorse finanziarie da chi le possiede (soggetti in
surplus finanziario) a chi di queste risorse ha necessità (soggetti
in deficit finanziario)
 Il trasferimento di risorse finanziarie avviene attraverso lo scambio
di attività finanziarie (create all’interno del sistema finanziario
stesso) che consentono la realizzazione della funzione di
collegamento fra risparmio ed investimenti. Esse consentono cioè il
trasferimento di potere d’acquisto nel tempo e nello spazio
 Il trasferimento può inoltre avvenire secondo diverse modalità, cioè
attraverso differenti circuiti di intermediazione

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Saldi finanziari, circuiti di
intermediazione, attività
finanziarie

13
I settori istituzionali
Raggruppamenti di unità istituzionali che manifestano autonomia
e capacità di decisione in campo economico-finanziario e che,
fatta eccezione per le famiglie, tengono scritture contabili
separate. L’articolazione in settori istituzionali è la seguente:

Società non finanziarie. Comprende le società e quasi-società


private e pubbliche: tra queste ultime figurano le aziende
autonome, le Ferrovie dello Stato, le aziende municipalizzate e
consortili, le imprese a partecipazione statale, le altre imprese
pubbliche. Per quasi-società si intendono quelle unità che, pur
essendo prive di personalità giuridica, dispongono di contabilità
completa e hanno un comportamento economico separabile da
quello dei proprietari; esse comprendono le società in nome
collettivo e in accomandita semplice, nonché le società semplici
e di fatto e le imprese individuali con più di 5 addetti.

14
Società finanziarie = Istituzioni finanziarie monetarie, Altri intermediari
finanziari. Ausiliari finanziari (autorità centrali di controllo dei mercati
finanziari enti vari preposti al funzionamento dei mercati, associazioni
tra banche e tra imprese finanziarie e assicurative …), Imprese di
assicurazione e fondi pensione.

Amministrazioni pubbliche.
 
Famiglie e istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle
famiglie. Comprende gli individui o i gruppi di individui nella loro
funzione di consumatori o in quella di produttori di beni e servizi,
purché il loro comportamento economico e finanziario non sia tale da
configurare una quasi-società.

Resto del mondo.

15
Stato patrimoniale e conto economico

STATO PATRIMONIALE

ATTIVO PASSIVO
PF
AF
CN
AR RISPARMIO
PERIODALE
E’ reddito non
consumato (S).
CONTO ECONOMICO E’ una variabile
flusso

SPESE CORRENTI ENTRATE


RISPARMIO CORRENTI
PERIODALE

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Gli operatori di un sistema economico generano:

Entrate correnti (Y) destinate, in primo luogo, a coprire flussi finanziari in


uscita (C).

Generalmente, ma non necessariamente, Y > C da cui Y - C = S (risparmio)

• S non viene, tuttavia, determinato in modo residuale (alcuni


operatori fissano S e quindi adeguano C in funzione di Y).

• S viene destinato ad alimentare il processo di investimento (I) (che


serve a sua volta a ripristinare la capacità produttiva –
ammortamento - o ad incrementarla – investimento vero e proprio)

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Il saldo finanziario
Dal confronto tra S e I nasce il saldo finanziario

A livello di sistema economico A livello di singolo operatore è


complessivo S = I (al netto dei difficile che sia S = I, più
trasferimenti da e verso l’estero,
rilevati dal saldo delle partite correnti). frequentemente:

• S>I surplus o avanzo finanziario


• S<I deficit o disavanzo finanziario

Questo significa che tutte le risorse finanziarie che vengono impiegate devono
essere accumulate originariamente da qualcuno (residente o non) e che tutte le
risorse finanziarie accumulate devono trovare una forma di impiego (dentro e
fuori i confini nazionali).
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Il riequilibrio (cioè l’impiego del Surplus, ovvero il finanziamento del
Deficit) viene ottenuto agendo sullo stock di strumenti finanziari.
L’esigenza degli operatori di riequilibrare la propria posizione si traduce
nella necessità di operare un trasferimento:

Chi detiene un Surplus si presenta Chi si trova in Deficit domanda


come offerente di risorse risorse finanziarie, cioè offre
finanziarie, cioè domanda strumenti finanziari (PF)
strumenti finanziari (AF)

Il trasferimento che consente di soddisfare queste opposte esigenze si


concretizza nella creazione di uno strumento finanziario
Attivo, passivo e saldo finanziario

TA1 =TA0 + DAR + D AF

TP1 =TP0 + S + D PF
OPERATOPRI IN
SURPLUS

SF =S - I =DAF - D PF
OPERATORI IN
DEFICIT
SALDO FINANZIARIO

20
ESEMPIO
ATTIVO PASSIVO NELL’ANNO 2010

AF 400 PF 200
AR 100 PN 300 ACQUISTO AR 500
USO RISP 50
NELL’ANNO 2011 SMOBILIZZO AF – 300
AUMENTO PF + 150
ATTIVO PASSIVO
SF = S – I = (-450)
AF 100 PF 350 SF =DAF - D PF =(- 450)
AR 600 PN 350
I + DAF =D PF + S
21
I saldi finanziari dei settori istituzionali

 LE FAMIGLIE SF = S - I
 LE IMPRESE SF = S - I
 GLI INTERMEDIARI FIN SF = S - I
 IL SETTORE PUBBLICO SF = (T- G) - I
 L’ESTERO SF = X - M

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Il sistema finanziario, cioè la rete di operatori finanziari, si colloca fra
prenditori e prestatori finali di fondi. Una prima differenza si pone fra il
collegamento diretto,
diretto via mercato, e quello indiretto,
indiretto via intermediari.

Il primo tipo di collegamento individua un Nel circuito finanziario indiretto il


circuito di intermediazione diretto nel trasferimento di risorse avviene per il
quale le passività finanziarie create dalle tramite di banche e in genere di operatori
unità in disavanzo finanziario trovano definiti intermediari finanziari.
una contropartita diretta nelle attività Per questi operatori la funzione di
ammesse allo stato patrimoniale delle intermediazione, effettuata con
unità in avanzo finanziario. l’interposizione del proprio bilancio, trova
una diretta espressione contabile nella
(Come in tutti i mercati, sono necessari
composizione del conto economico e
agenti che facilitino e consentano
dello stato patrimoniale
l’incontro fra domanda e offerta)

La diversa articolazione del sistema finanziario rispecchia


diverse modalità tecniche di trasferimento delle risorse
dalle unità in surplus alle unità in deficit e diverse modalità
di distribuzione dei rischi sui vari soggetti economici. 23
I circuiti di intermediazione

 In definitiva si possono quindi avere due circuiti di intermediazione


 Circuito indiretto: la canalizzazione delle risorse finanziarie avviene
attraverso gli intermediari finanziari
 Circuito diretto: la canalizzazione delle risorse avviene attraverso i
mercati mediante:
 Investimenti diretti
 Investimenti assistiti

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La struttura del sistema finanziario
Autorità di vigilanza

Depositi Prestiti
Intermediari
Banche e Altri

Quote Investitori istituzionali Imprese


Fondi comuni e fondi
pensione
Famiglie
Assicurazioni i
ion
Polizze az
nie
zi o
Mercati liga
b
Ob
Monetario
Finanziario
Settore pubblico
(obbligazioni, azioni, Titoli
derivati)
Obbligazioni e azioni

Le frecce indicano i principali strumenti che vengono utilizzati per effettuare il trasferimento di fondi. In termini
economici tali strumenti sono definiti attività finanziarie. Rappresentano un rapporto di debito/credito fra le parti (o
di partecipazione nel caso delle azioni) e sono il frutto di un contratto che disciplina gli impegni e i diritti reciproci
25
Modelli di intermediazione finanziaria
 A seconda della maggiore o minore importanza che
rivestono gli intermediari o i mercati nel trasferimento di
risorse finanziarie, possiamo dire che esistono due
diversi modelli di intermediazione finanziaria, e
possiamo quindi distinguere due tipologie di sistemi
finanziari:
 Sistemi finanziari orientati agli intermediari (bank
oriented)
 Sistemi finanziari orientati ai mercati (market oriented)

Ma come possiamo misurare l’orientamento del


sistema finanziario?

26
Analisi della dimensione e dell’orientamento
attraverso i seguenti indicatori
(Demirguc-Kunt – Levine, 2001)
Dimensione
Misure relative
 Total assets of deposit banks/total financial assets
 Other financial institution assets/total financial assets
 Bank assets/stock market capitalization

Misure assolute
 Total assets of deposit banks/GDP
 Other financial institution assets/GDP
 Bank assets/GDP
 Liquid liabilities (moneta circolante + depositi
bancari)/GDP

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Misure della struttura bancaria
 Concentration measures (come CR3/5 o HHI)
 Foreign bank penetration (numero di banche estere/totale
banche; quota di mercato banche estere su totale attivi bancari)
 Public vs private ownership of banks
Misure dell’intermediazione finanziaria
 Credito bancario al settore privato/GDP;
 Credito al settore privato totale/GDP

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 Misure dell’intermediazione svolta dagli intermediari non
bancari (attività di intermediari creditizi non bancari, compagnie di
assicurazione, fondi pensione e fondi comuni di investimento,
banche di sviluppo/GDP)
 Misure del grado di sviluppo del mercato dei capitali
 Capitalizzazione di borsa/GDP
 Volume degli scambi di borsa (turnover)/GDP
 Domestic bond market value (pubblico e privato)/GDP

29
La composizione delle attività finanziarie delle famiglie in alcune economie avanzate

100%

80%
Incidenza percentuale

60%

40%

20%

0%
1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2004 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009

Italia Germania Francia Area Euro Regno Unito Stati Uniti

Circolante e depositi Obbligazioni Azioni e quote di fondi comuni Altre attività (fondi pensione e riserve tecniche di assicurazione)
Composizione della passività delle imprese in alcune economie industrializzate

100%

80%
Incidenza percentuale

60%

40%

20%

0%
1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2004 2009 1995 2000 2005 2009 1995 2000 2005 2009

Italia Germania Francia Area Euro Regno Unito Stati Uniti

Titoli Prestiti Azioni Debiti commerciali e altre passività


Le caratteristiche delle attività
finanziarie
All’interno del sistema finanziario lo scambio di fondi è basato su strumenti
come i depositi, le obbligazioni, i titoli pubblici e così via. Tali strumenti sono
chiamati “attività finanziarie”

Un bene che esprime un rapporto


Attività contrattuale nel quale entrambe le

finanziaria prestazioni sono denominate in


moneta e scadono in tempi diversi.
Una attività finanziaria prevede
quindi un trasferimento di potere di
acquisto contro una o più
prestazioni future di segno opposto

32
La natura del
contratto sottostante
In una attività finanziaria le prestazioni delle due parti in causa sono rette da un
contratto che può appartenere a tipologie diverse, che hanno implicazioni
economiche diverse. Occorre innanzitutto distinguere, almeno, tra attività
finanziarie che esprimono un rapporto di credito (obbligazioni, depositi), attività
finanziarie che esprimo un rapporto di partecipazione (azioni), attività che
esprimono un rapporto di tipo assicurativo (polizze vita, morte, danni).

Il tempo
Ciò che contraddistingue un rapporto di credito (e dunque l’attività finanziaria che
lo incorpora) da altri rapporti di scambio è la distanza temporale che separa le
due prestazioni. Questa caratteristica rinvia alla distanza temporale che separa il
momento della produzione di beni e servizi da quello della loro vendita. In ogni
caso in cui il processo produttivo richiede un intervallo tra l’inizio della attività
produttiva e la sua conclusione, si realizzano le condizioni affinché possano
svilupparsi forme di credito non episodiche

33
Il rischio
Il fatto che il tempo sia l’elemento fondamentale del rapporto di credito comporta
che in esso è insita una componente di rischio. Per quanto il creditore possa
essere oculato nel valutare le condizioni prospettiche del debitore, esiste sempre
una probabilità non nulla che alla scadenza il debito non venga onorato o che,
comunque, durante la vita del prestito si verifichino fenomeni che non possono
essere perfettamente previsti e che modificano la situazione economica del
creditore e del debitore

L’informazione
La valutazione delle varie tipologie di rischio nel corso della vita dell’attività
finanziaria dipende dalle informazioni disponibili alle parti in causa.
L’informazione è allo stesso tempo input e output dell’attività degli intermediari e
dei mercati finanziari. E’ input in quanto i processi decisionali degli operatori si
basano su informazioni (concedere o non concedere un credito; acquistare o
non acquistare un titolo). E’ anche output perché il prezzo di ciascuna attività
finanziaria incorpora informazioni, in quanto è il frutto del processo decisionale
stesso.

34
Il rendimento

E’ la remunerazione per chi cede potere di acquisto e richiede un compenso sia


per la rinuncia al potere di acquisto, sia per il rischio sopportato.

Il tasso di interesse è innanzitutto il prezzo per lo scambio fra beni presenti e


beni futuri. Poiché solo la moneta si scambia fra presente e futuro, possiamo
definire il tasso di interesse come il premio percentuale pagato sulla moneta ad
una certa data in termini di moneta disponibile in un momento successivo.

Il dividendo rappresenta la remunerazione per i detentori di azioni

Le variazioni di prezzo delle attività finanziarie.

35
Caratteristiche delle attività finanziarie:

 Tipo di rapporto contrattuale sottostante


 Natura dell’emittente
 Valuta di denominazione
 Tasso di interesse/rendimento
 Scadenza o durata contrattuale
 Negoziabilità
 Trattamento fiscale

36
Gli strumenti finanziari
ai sensi del TUF
Per "strumenti finanziari" si intendono:

a) valori mobiliari;
b) strumenti del mercato monetario;
c) quote di un organismo di investimento collettivo del risparmio;
d) contratti derivati

37
Valori mobiliari

Per “valori mobiliari” si intendono categorie di valori che possono


essere negoziati nel mercato dei capitali, quali ad esempio:

a) le azioni di società e altri titoli equivalenti ad azioni di società, di


partnership o di altri soggetti e certificati di deposito azionario;
b) obbligazioni ed altri titoli di debito, compresi i certificati di deposito
relativi a tali titoli;
c) qualsiasi altro valore mobiliare normalmente negoziato che permette
di acquisire o di vendere i valori mobiliari indicati alle precedenti lettere;
d) qualsiasi altro valore mobiliare che comporta un regolamento in
contanti determinato con riferimento ai valori mobiliari indicati alle
precedenti lettere, a valute, a tassi di interesse, a rendimenti, a merci, a
indici o a misure.

38
Strumenti del mercato monetario

Per “strumenti del mercato monetario” si intendono


categorie di strumenti normalmente negoziati nel mercato
monetario, ad esempio, i buoni del tesoro, i certificati di
deposito e le carte commerciali.

39
Prodotti finanziari

Oltre alla definizione di strumenti finanziari, il Testo Unico della


Finanza riporta anche la definizione, più ampia, di prodotti
finanziari
Per prodotti finanziari si intendono:

gli strumenti finanziari e ogni altra forma di investimento di natura


finanziaria; non costituiscono prodotti finanziari i depositi bancari o
postali non rappresentati da strumenti finanziari

40
Prodotti finanziari emessi da imprese di assicurazione

Le polizze e le operazioni di cui ai rami vita III e V di cui all’articolo 2,


comma 1, del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, con
esclusione delle forme pensionistiche individuali di cui all’articolo 13,
comma 1, lettera b), del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252.

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41
La banca e gli altri intermediari non
bancari

42
L’attività bancaria: definizione
La nuova legge bancaria (Testo Unico Bancario, ovvero T.U.B., ovvero
D.lgs 385/93) ha sancito che:

“La raccolta di risparmio fra il pubblico e l’esercizio del


credito costituiscono l’attività bancaria. Essa ha
carattere di impresa”

(art. 10, c. 1).

L’attività bancaria può essere svolta solo dalle banche!!!!


Le banche sono iscritte in un Albo previsto dall’articolo 13 del
T.U.B. tenuto dalla Banca d’Italia

43
Le disposizioni di legge contenute nel T.U.B. sono
coerenti con la definizione economica di banca
formulata dall’economia aziendale

= azienda di produzione che svolge sistematicamente e


istituzionalmente a proprio rischio un’attività di intermediazione
finanziaria,
finanziaria cioè una attività di conferimento di risorse finanziarie a
titolo di credito, utilizzando prevalentemente risorse ottenute da terzi a
titolo di debito e, in parte, risorse a titolo di capitale proprio …………

44
….. Le risorse ottenute a titolo di debito possono anche caratterizzarsi
per una scadenza a vista,
vista assumendo in questo caso una forma
tecnica idonea a fungere da mezzo di pagamento in sostituzione
della moneta legale

Attenzione

• Le banche sono caratterizzate dalla contemporanea presenza


dell’insieme di elementi sopra citati

• In mancanza di anche un solo di tali elementi l’azienda esaminata non può


essere classificata come “Banca” e, quindi, farà parte di una diversa e
articolata categoria di soggetti che vengono definiti, in generale,
“Intermediari finanziari”

45
Oltre alla attività bancaria (raccolta di risparmio tra il
pubblico e esercizio del credito), le banche esercitano ogni
altra attività finanziaria, secondo la disciplina propria di
ciascuna, nonché attività connesse e strumentali.

Attenzione

Sono tuttavia “salve le riserve di legge”. Ciò significa che vi sono


alcune attività, quali ad esempio la gestione collettiva del risparmio e
l’attività assicurativa, che non possono essere svolte dalle banche in
via diretta, perché riservate ad altri soggetti.
46
Gli altri intermediari finanziari

Nei sistemi finanziari le banche rappresentano sicuramente


l’intermediario più importante sotto il profilo delle funzioni
economiche svolte e delle dimensioni delle operazioni di raccolta e
di impiego
Tuttavia l’evoluzione dei sistemi finanziari ha portato come
conseguenza ad un ampliamento delle tipologie di intermediari
esistenti

Vediamo dunque quali sono gli altri


principali intermediari presenti sul mercato
e che tipo di funzioni essi svolgono

47
Si tratta di una categoria di operatori di vario tipo
Società che svolgono la funzione creditizia (=
concessione di finanziamenti sotto qualsiasi
finanziarie forma) o di assunzione di partecipazione in
imprese ma che non presentano un’autonoma
capacità di provvista presso operatori finali.

Attenzione: proprio perché non svolgono congiuntamente


l’esercizio del credito e la raccolta di risparmio presso il pubblico (ma
solo l’esercizio del credito), queste società non possono essere
classificate come “Banche”

• Le società finanziarie sono iscritte in appositi elenchi previsti dall’articolo 106


del T.U.B.
• Tra le principali tipologie di società finanziarie ritroviamo:

Società di credito Finanziarie


Società di leasing Società di factoring
al consumo di partecipazione

48
Società
finanziarie

Tra le società finanziarie sono inoltre ricomprese alcune


tipologie di operatori attivi nel settore dei Servizi di
pagamento. Ad esempio:

• Società emittenti carte di credito e di debito

• Società di gestione in concessione del servizio di


riscossione tributi

49
Società introdotte con la legge n.
SIM (società di
1/91 e oggi disciplinate dal Testo
intermediazione Unico della Finanza. Sono iscritte
mobiliare) in un Albo tenuto dalla Consob

• Si tratta di società per azioni che operano prevalentemente nel settore mobiliare
potendo svolgere, come le banche, tutti i servizi di investimento previsti dal Testo
Unico della Finanza
• Originariamente le Sim potevano sfruttare “l’esclusiva” delle contrattazioni in Borsa:
in pratica, chi voleva comprare o vendere titoli in Borsa doveva effettuare la
compravendita attraverso una SIM. Tale vantaggio operativo è però decaduto in
quanto anche le banche sono state abilitate, a partire dal 1996, ad operare
direttamente in Borsa.
• Il ruolo delle Sim si è di conseguenza ridimensionato. Molte di esse, peraltro, hanno
deciso di trasformarsi in banche.
• Le Sim possono avvalersi, nella commercializzazione dei propri servizi, di Promotori
Finanziari (persone fisiche abilitate all’offerta fuori sede di servizi di investimento e di
strumenti finanziari che operano in qualità di agenti e con vincolo di monomandato);
tuttavia le reti di Promotori Finanziari più numerose fanno oggi capo a intermediari
bancari

50
SGR (Società di Introdotte dal Testo Unico della
Finanza, sono società per azioni
gestione del iscritte in un Albo tenuto dalla
risparmio) Banca d’Italia

• Le SGR operano prevalentemente nel campo della gestione collettiva del risparmio,
insieme alle SICAV (vedi oltre)

• Le SGR gestiscono, in via esclusiva, i fondi comuni di investimento: ciò significa, quindi,
che una banca non può gestire un fondo comune di investimento!! La banca colloca
presso gli investitori i fondi comuni gestiti da SGR!!

•Tuttavia la maggior parte delle SGR appartengono a gruppi bancari, anche se di recente
le Autorità di Vigilanza (leggasi Banca d’Italia) caldeggiano una maggiore autonomia di
queste società dalle banche

•Oltre a gestire i fondi comuni di investimento le SGR possono istituire e gestire fondi
pensione, svolgere l’attività di gestione individuale di portafogli nonché attività connesse e
strumentali

51
Alcune definizioni in tema di
gestione collettiva

Oicr (organismi di investimento collettivo del risparmio): i fondi comuni


di investimento e le Sicav

Fondo comune di investimento: patrimonio autonomo, suddiviso in


quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti, gestito in monte

Gestione collettiva del risparmio: il servizio che si realizza


attraverso:
1) la promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni
d'investimento e l'amministrazione dei rapporti con i partecipanti;
2) la gestione del patrimonio di Oicr, di propria o altrui istituzione,
mediante l'investimento avente ad oggetto strumenti finanziari, crediti,
o altri beni mobili o immobili

52
Società previste dal Testo Unico
SICAV (società di della Finanza e iscritte in un Albo
investimento a capitale tenuto dalla Banca d’Italia
variabile)

• Anche le Sicav, come le SGR, svolgono la gestione collettiva del risparmio


• Tuttavia, mentre le SGR effettuano la gestione collettiva attraverso l’istituzione e la
gestione di fondi comuni di investimento, le Sicav sono esse stesse un OICR (ossia
uno strumento di investimento collettivo)
•La Sicav viene infatti definita nel TUF come “società per azioni a capitale variabile con
sede legale e direzione generale in Italia avente per oggetto esclusivo l'investimento
collettivo del patrimonio raccolto mediante l'offerta al pubblico di proprie azioni”
•In termini semplici la Sicav è una società che raccoglie denaro solo tramite l’emissione
di proprie azioni che vengono collocate presso i risparmiatori, e il cui unico scopo è
quello di investire le risorse raccolte in strumenti finanziari (azioni e obbligazioni
prevalentemente)
•La Sicav è una società aperta (a capitale variabile), in quanto ogni giorno i
risparmiatori possono sottoscrivere nuove azioni della Sicav, ovvero chiederne il
rimborso, secondo le modalità stabilite dallo statuto della società stessa

53
Disciplinate dal Codice delle
Imprese di Assicurazioni (Dlgs 209/2005), sono
assicurazione società per azioni o società
cooperative che svolgono, in via
esclusiva, l’attività assicurativa. Sono
iscritte in un Albo tenuto dall’Isvap

• L’attività assicurativa è distinta nei cosiddetti Rami Vita e Rami danni

•I Rami vita comprendono tutte quelle forme di contratti (polizze) in cui,


dietro pagamento di un premio, viene assicurata dalla compagnia di
assicurazione una prestazione (erogazione di un capitale o di una rendita)
che è dipendente dalla permanenza in vita (ovvero dalla morte)
dell’assicurato

•I Rami danni riguardano invece tutte quelle forme di polizze legate ad


eventi accidentali (furto, incendio, responsabilità civile ecc..)

54
Investitori
istituzionali

• Con il termine Investitori Istituzionali non si fa riferimento ad un’unica e


specifica categoria di soggetti

• Tra gli Investitori Istituzionali, infatti, vengono ricompresi tutti quegli operatori
caratterizzati dal fatto di investire un patrimonio per conto di più unità in
surplus finanziario (risparmiatori).

• Possiamo dunque considerare Investitori Istituzionali i fondi comuni di


investimento (nelle loro diverse tipologie), i fondi pensione, le Sicav, le
compagnie di assicurazione

Se si somma l’attività degli investitori istituzionali con le gestioni su base


individuale poste in essere dalle banche (ma anche da SGR) ottiene l’insieme
che viene definito Risparmio Gestito (Asset Management)

55
Tavola riassuntiva
Attività finanziarie Tipologia di intermediari

Credito Credito a breve e medio lungo Banche, SPV


termine
Leasing finanziario: locazione Società finanziarie di leasing
finanziaria finanziario, banche, SPV
Factoring: cessione dei crediti di Società finanziarie di factoring,
impresa banche, SPV
Credito al consumo Società finanziarie di credito al
consumo, banche, SPV
Finanziamento mobiliare Assunzione di partecipazioni nel Società finanziarie di partecipazione,
capitale di imprese società finanziarie di merchant
banking e merchant banks, fondi e
società di venture capital, banche
Sottoscrizione e collocamento di Società di intermediazione mobiliare
strumenti finanziari (azioni, (SIM), banche
obbligazioni, strumenti derivati)
Negoziazione di strumenti Negoziazione di strumenti finanziari Società di intermediazione mobiliare
finanziari per conto proprio e/o di terzi (broker e (SIM), banche
dealer)
Gestione del risparmio Gestione individuale del risparmio Società di intermediazione mobiliare
(SIM), società di gestione del
risparmio (SGR), banche
Gestione collettiva del risparmio Società di gestione del risparmio
(SGR), società di investimento a
capitale variabile (Sicav) 56
Attività finanziarie Tipologia di intermediari
Assicurazione e Assicurazione vita e danni Compagnie di
previdenza assicurazione)
Previdenza (fondi pensione Compagnie di
e piani previdenziali) assicurazione, SGR, SIM e
banche
Servizi di pagamento Offerta di strumenti di Banche, società finanziarie
pagamento emittenti carte di credito,
istituti di moneta elettronica
(Imel)
Incasso e pagamento Società finanziarie di
incasso e pagamento,
società di gestione in
concessione del servizio di
riscossione tributi, banche

57
Classificazione e funzioni dei
mercati

58
Classificazione dei mercati

I criteri di classificazione dei mercati, utilizzabili per


individuare segmenti omogenei dal punto di vista della
domanda e dell’offerta, si basano almeno su quattro punti:

A) I mercati vengono normalmente organizzati con riferimento a


categorie di titoli omogenei tra loro: azioni, obbligazioni, strumenti a
breve e così via….

B) In tutti i mercati, e in particolare in quelli azionari e obbligazionari,


bisogna distinguere fra mercato primario e mercato secondario

59
Mercato primario
E’ quello delle nuove emissioni di titoli: esso ha la funzione di esprimere un
prezzo per i i titoli di nuova emissione e di fornire fondi all’emittente,
tipicamente una unità in deficit. E’ quindi il mercato che lega le decisioni di
spesa e di investimento delle unità in deficit con le decisioni finanziarie delle
unità in surplus. Esempi di mercati primari: aste titoli di stato, operazioni di
collocamento di emittenti privati (OPS/OPV/IPO)

Mercato secondario

E’ quello in cui vengono scambiati titoli già emessi. Esso assolve la


funzione di esprimere nel continuo il prezzo, dunque la valutazione, dei
singoli titoli emessi e nello stesso tempo di consentire all’originale
acquirente di liquidare il proprio investimento. Il mercato secondario non
fornisce nuove risorse a unità in deficit, ma è fondamentale per
assicurare la liquidità agli investitori, per consentire la valutazione nel
continuo dei titoli emessi e quindi per rendere possibile l’attività degli
investitori istituzionali

60
C) Il mercato è una organizzazione complessa ed è sempre
caratterizzato da regole di funzionamento variamente articolate. Si
va dai mercati regolamentati (disciplinati da specifiche norme
generali e di vigilanza) ai cosiddetti mercati over the counter (OTC:
letteralmente “sopra il bancone”)

D) I mercati possono essere riservati a categorie particolari di


operatori o aperti al pubblico e in particolare agli investitori finali. Si
distinguono quindi mercati all’ingrosso e mercati al dettaglio

Infine ricordiamo la distinzione tra mercato monetario (titoli a


breve scadenza) e mercato finanziario (titoli a scadenza

medio/lunga = oltre l’anno)

61
Particolari figure di operatori sul mercato
• i brokers i quali operano esclusivamente per conto terzi facilitando la
ricerca delle controparti degli scambi e rendendo possibile l’incrocio tra
domanda ed offerta.
• i dealers che operano per conto proprio ed assolvono la funzione di
rendere liquido il mercato di particolari attività finanziarie, assicurando
la continuità degli scambi. Essi detengono un proprio portafoglio di
attività finanziarie che utilizzano per rispondere prontamente alle
esigenze di negoziazione manifestate da altri operatori. esprimendo
prezzi di acquisto (denaro - bid) e prezzi di vendita (lettera - ask)
• i market makers sono operatori che agiscono per conto proprio e che
si sono impegnati a rendere pubbliche le condizioni di prezzo a cui
sono disposti a negoziare, quotando i prezzi a cui intendono acquistare
(prezzi denaro) e vendere (prezzi lettera) i lotti minimi delle attività
finanziarie di cui si sono impegnati a “fare mercato”.

62
Le principali novità introdotte dalla Mifid
in tema di mercati
• Abolizione dell’obbligo di concentrazione in borsa degli scambi
• Riconoscimento di sistemi di negoziazione che non svolgono attività
di listing (cosiddetti Multilateral Trading Facilities)
• Possibilità per gli intermediari di internalizzare gli ordini della
clientela
• Requisiti di trasparenza pre e post-trade nelle negoziazioni
• Introduzione di un nuovo concetto di Best Execution e di Execution
policy

63
Sistemi multilaterali di negoziazione

Accanto ai mercati regolamentati, la nuova disciplina ha definito anche le


caratteristiche dei mercati non regolamentati di scambi organizzati di strumenti
finanziari, definiti come un insieme di regole e strutture, anche automatizzati,
che consentono in via continuativa, o periodica, di raccogliere e diffondere
proposte con le modalità previste dal sistema.

Internalizzatori sistematici

Per internalizzatore sistematico, si intende il soggetto che in modo


organizzato, frequente e sistematico negozia per conto proprio eseguendo gli
ordini del cliente al di fuori di un mercato regolamentato o di un sistema
multilaterale di negoziazione

64
I mercati gestiti da Borsa Italiana
spa
• Mercato telematico azionario (MTA);
• Mercato telematico dei securitised derivatives (SEDEX);
• Mercato “ after hours” (TAH);
• Mercato telematico degli OICR aperti ed ETC (ETFplus)
• Mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato(MOT);
• Mercato telematico degli investment vehicles ("MIV")
• Mercato di borsa per la negoziazione degli strumenti finanziari
previsti dall’articolo 1, comma 2, lettere f) e i) del Testo Unico della
Finanza (Mercato degli strumenti derivati – IDEM).

65
Teorie sull’intermediazione
finanziaria

66
Lo scambio finanziario: ripresa di
alcuni concetti
Lo scambio finanziario può essere definito come una
combinazione di prestazioni monetarie di segno opposto e
differite nel tempo.
Il differimento è fonte di incertezza in conseguenza di
cause: 1) imputabili direttamente all’emittente, 2) esogene;
3) legate alle tipologie contrattuali (es. residual claimants)

Tipologie di scambio finanziario


Diretto ed autonomo

Diretto ed assistito

Indiretto ed intermediato

67
Ipotesi dei mercati perfetti

 Concorrenza perfetta
 Razionalità assoluta
 Uguale distribuzione delle informazioni
 Assenza di incertezza sugli esisti degli scambi finanziari
 Assenza di costi di transazione (ricerca controparte,
raccolta informazioni, negoziazione, gestione contratti,
ecc.)

68
Cause di imperfezione dei mercati:

 Asimmetrie informative: adverse selection; moral hazard (Akerlof,


1971), insider trading, free riding
 Mismatching preferenze fra domanda e offerta (quantità capitali,
tempi di restituzione, modalità di restituzione, prezzo negoziato)
 Razionalità é limitata (Simon, 1970)
 Presenza costi di transazione per la stipulazione/gestione dei
contratti

69
Modalità di attenuazione delle
imperfezioni
 Rafforzamento produzione vincolata informazioni
 Presenza di soggetti esterni che producono informazioni
indipendenti
 Norme in materia di market abuse (insider trading, conflitti di
interesse, ecc.)
 Innovazione finanziaria (contratti) e amplificazione possibilità di
diversificazione dei rischi
 Miglioramento efficienza scambi (via costi di transazione)

70
Ragion d’essere degli
intermediari

 Colmano gap informativo (riduzione asimmetrie informative e


sfruttamento economie di produzione delle informazioni)
 Colmano gap preferenze (via trasformazione dei rischi e delle
scadenze)
 Specificità della funzione monetaria svolta

71
Secondo la teoria dunque:

 Il ruolo degli intermediari nell’impostazione tradizionale è spiegato


dall’esistenza di costi di transazione (Gurley & Shaw, 1960) e
asimmetrie informative (Leland & Pyle, 1977; e Diamond, 1984)
 Nonostante la riduzione dei costi di transazione e delle asimmetrie
informative nei mercati non si è ridotto il bisogno di intermediari
finanziari (Allen & Santomero, 1996).
 Merton & Bodie (1995) suggeriscono di guardare ai sistemi
finanziari non in termini istituzionali bensì in termini funzionali,
perché mentre le istituzioni nascono e muoiono non così è per le
funzioni dei sistemi finanziari (origination, distribution, servicing,
etc.)

72
 Crescente è divenuto il ruolo degli intermediari finanziari nel trading
del rischio, nel bundling ed unbundling dello stesso (Allen &
Santomero, 1996)
 Alla crescita del ruolo dei mercati finanziari e dell’innovazione
finanziaria non si è associato un decremento del ruolo degli
intermediari finanziari (si pensi ai derivati OTC, alla gestione dei
fondi su base collettiva e individuale, etc.). Quindi la presenza degli
intermediari favorisce la partecipazione dei diversi agenti economici
allo sviluppo dei mercati.
 Passaggio dal modello “originate to hold” a quello “originate to
distribute”. Il ruolo della cartolarizzaizone (securitization).

73
Quale destino per gli
intermediari?
 Disintermediazione non completa dal lato passivo (rischio e liquidità
delle passività offerte e funzione monetaria delle passività a vista,
c/c) e dell’attivo (accesso al credito per taluni segmenti di clientela);
 Specializzazione nella produzione di attività finanziarie sofisticate
per il risk management (es. derivati, cash management, ecc.)
 Complementarietà crescente con i mercati (via servizi di
investimento, consulenza, cartolarizzazioni, ecc.)

74
Le Autorità di Vigilanza nel
sistema finanziario italiano

75
Le Autorità di Vigilanza
 Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria (CSSF)
 CICR = Comitato Interministeriale per il credito e per il risparmio
 Ministero dell’Economia e delle Finanze
 Banca d’Italia
 Consob (commissione nazionale per le società e la borsa)
 Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse
collettivo)
 Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione)

76
Comitato per la salvaguardia della
stabilità finanziaria (CSSF)

 Composto dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, che lo


presiede, dal Governatore della Banca d'Italia, dal Presidente
della Consob e dal Presidente dell'Isvap.

 Tale Comitato è chiamato a riunirsi almeno due volte l'anno e


comunque ogni volta che si manifesti un caso potenziale di crisi
finanziaria di natura sistemica.

77
Il Comitato Interministeriale per il
Credito e il Risparmio (CICR)
 Esercita attività di vigilanza in materia di credito e di tutela del
risparmio.
 Si tratta di un organo che dà l’indirizzo generale e politico al sistema
del credito.
 E’ presieduto dal Ministro dell’Economia e delle finanze; alle sue
riunioni partecipano i ministri preposti ai principali dicasteri economici,
nonché i rappresentanti delle principali autorità di vigilanza (in
particolare il Governatore della Banca d’Italia).

78
Il Comitato Interministeriale per il Credito e il
Risparmio (CICR)

 I criteri ispiratori dell’azione del CICR, così come quelli sanciti per le altre
autorità di vigilanza creditizie, fanno riferimento “alla sana e prudente
gestione dei soggetti vigilati, alla stabilità complessiva, all’efficienza e
alla competitività del sistema finanziario, nonché all’osservanza delle
disposizioni in materia creditizia”.
 Per quanto concerne la natura degli atti posti in essere dal CICR, si
distinguono atti amministrativi e provvedimenti amministrativi: i primi
rappresentano dei pareri, i secondi dei veri e propri provvedimenti di tipo
normativo, di natura regolamentare, che il Comitato è chiamato ad
emanare.
 Al CICR sono inoltre conferiti poteri decisionali in ordine ai reclami
contro provvedimenti adottati dalla Banca d’Italia nell’esercizio dei
poteri di vigilanza.
79
Il MEF
 Al Ministero dell’Economia e delle Finanze sono attribuite
competenze nei settori della politica economica, finanziaria e di
bilancio, da esercitare anche in funzione del rispetto dei vincoli di
convergenza e di stabilità derivante dall’appartenenza all’Unione
Europea dell’Italia.
 In termini di politica economica e finanziaria il Ministero ha
competenze in materia di problemi economici, monetari e finanziari
nazionali e internazionali, vigilanza sui sistemi finanziari e sul
sistema creditizio
 In particolare, nell’ambito bancario, il Ministro dell’Economia delle
Finanze, oltre a convocare e presiedere il CICR, propone l’oggetto
delle deliberazioni non di esclusiva competenza della Banca d’Italia
e può, in caso di urgenza, sostituirsi al CICR stesso.

80
Più operativi, tuttavia, sono gli interventi del Ministero in tema di:

 determinazione dei requisiti di onorabilità e professionalità dei


soci e degli esponenti aziendali delle banche (art. 25-26 del Testo
Unico Bancario), nonché di quelli dei soci e degli esponenti
aziendali delle SIM (società di intermediazione mobiliare), delle
SGR (società di gestione del risparmio), delle società di gestione dei
mercati regolamentati e dei promotori finanziari
 apertura, con decreto, dei procedimenti di amministrazione
straordinaria e di liquidazione coatta delle banche, nonché delle
SIM, delle società di gestione del risparmio e delle Sicav
 determinazione dei criteri generali cui devono uniformarsi i fondi
comuni di investimento con riguardo, all'oggetto dell'investimento;
alle categorie di investitori cui è destinata l'offerta delle quote; alle
modalità di partecipazione ai fondi aperti e chiusi ….. (decreto
228/99)
 individuazione di ulteriori soggetti da sottoporre alle norme relative
alla trasparenza bancaria (art. 115 Testo Unico Bancario)
81
La Banca d’Italia
 La Banca d’Italia è la banca centrale della Repubblica italiana ed è
parte del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e
dell'Eurosistema. E’ un istituto di diritto pubblico.
 Persegue finalità d’interesse generale nel settore monetario e
finanziario quali:
 il mantenimento della stabilità dei prezzi, obiettivo principale
dell’Eurosistema in conformità del Trattato che istituisce la
Comunità europea (Trattato CE);
 la stabilità e l’efficienza del sistema finanziario, in attuazione del
principio della tutela del risparmio sancito dalla Costituzione (Art.
47 – La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue
forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito),
 gli altri compiti ad essa affidati dall’ordinamento nazionale.

82
La Banca d’Italia: funzioni
 Le principali funzioni della Banca d’Italia sono dirette ad assicurare
la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria, requisiti indispensabili
per un duraturo sviluppo dell’economia.
 La Banca concorre alle decisioni della politica monetaria unica
nell’area dell’euro ed espleta gli altri compiti che le sono attribuiti
come banca centrale componente dell’Eurosistema
 Cura la parte attuativa di tali decisioni sul territorio nazionale
attraverso le operazioni con le istituzioni creditizie, le operazioni di
mercato aperto e su iniziativa delle controparti, e la gestione della
riserva obbligatoria.

83
La Banca d’Italia: funzioni

 Può effettuare operazioni in cambi conformemente alle norme


fissate dall’Eurosistema.
 Gestisce le riserve valutarie proprie; gestisce, inoltre, una quota-
parte di quelle della BCE per conto di quest’ultima.
 È responsabile della produzione delle banconote in euro, in base
alla quota definita nell’ambito dell’Eurosistema, della gestione della
circolazione e dell’azione di contrasto alla contraffazione
 L’Istituto promuove il regolare funzionamento del sistema dei
pagamenti attraverso la gestione diretta dei principali circuiti ed
esercitando poteri di indirizzo, regolamentazione e controllo propri
della funzione di sorveglianza.

84
La Banca d’Italia: funzioni

 La Banca espleta servizi per conto dello Stato quale gestore dei
compiti di tesoreria, per gli incassi e pagamenti del settore pubblico,
nel comparto del debito pubblico, nell’attività di contrasto dell’usura.
 Come Autorità di Vigilanza, l’Istituto persegue la sana e prudente
gestione degli intermediari, la stabilità complessiva e
l’efficienza del sistema finanziario, nonché l’osservanza delle
disposizioni che disciplinano la materia da parte dei soggetti vigilati.

85
La Banca d’Italia: funzioni

In particolare la Banca d’Italia vigila:


 sulle banche
 sulle società di gestione del risparmio
 sulle società d'investimento a capitale variabile
 sulle società d'intermediazione mobiliare
 sugli Istituti di moneta elettronica
 sugli intermediari finanziari iscritti nell'elenco di cui all'art. 106 TUB
……avendo riguardo alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati,
alla stabilità complessiva, all’efficienza e alla competitività del sistema
finanziario, all’osservanza della normativa in materia creditizia e
finanziaria
86
La Banca d’Italia: funzioni

 La Banca d'Italia svolge anche compiti di tutela della trasparenza


delle condizioni contrattuali delle operazioni bancarie e
finanziarie con l'obiettivo di favorire anche il miglioramento dei
rapporti con la clientela.

Gestione di Albi ed Elenchi di Intermediari Finanziari di cui all'art.


106 TUB e di altri operatori
 A seguito della confluenza dell'Ufficio Italiano dei Cambi, dal 1°
gennaio 2008 la Banca d'Italia ha assunto la gestione, e le
connesse verifiche, degli Albi ed Elenchi relativi ad Intermediari
finanziari ex art. 106 TUB e relative sezioni, agli Agenti in attività
finanziaria, ai Mediatori creditizi, agli Operatori professionali in oro.
87
Banca d’Italia e Consob
Articolo 5 del Testo Unico della Finanza (finalità della vigilanza)
 La Banca d'Italia è competente per quanto riguarda il contenimento
del rischio e la stabilità patrimoniale
 La Consob è competente per quanto riguarda la trasparenza e la
correttezza dei comportamenti degli operatori.
 La Banca d'Italia e la Consob esercitano i poteri di vigilanza nei
confronti dei soggetti abilitati; ciascuna vigila sull'osservanza delle
disposizioni regolanti le materie di competenza.
 La Banca d'Italia e la Consob operano in modo coordinato anche al
fine di ridurre al minimo gli oneri gravanti sui soggetti abilitati e si
danno reciproca comunicazione dei provvedimenti assunti e delle
irregolarità rilevate nell'esercizio dell'attività di vigilanza
88
La Consob
 La Commissione Nazionale per la Società e la Borsa (CONSOB) è
competente in special modo per la trasparenza e la correttezza dei
comportamenti tenuti dagli intermediari nei confronti dei risparmiatori e del
buon funzionamento dei mercati.
 La CONSOB ha poteri normativi nei riguardi degli emittenti di strumenti
finanziari e nella disciplina delle offerte pubbliche di strumenti finanziari.
 Essa stabilisce inoltre il tipo e le modalità di comunicazione al pubblico delle
informazioni societarie, disciplina la prestazione dei servizi di investimento e
della gestione collettiva del risparmio, l’iscrizione all’albo e l’attività dei
promotori finanziari e dei consulenti finanziari.
 Emana norme che riguardano l’operatività delle società di gestione dei
mercati.

89
L’ISVAP
 E’ l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse
collettivo. E’ un ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico ed è
stato istituito con legge 12 agosto 1982, n. 576, per l'esercizio di funzioni
di vigilanza nei confronti delle imprese di assicurazione e riassicurazione
nonché di tutti gli altri soggetti sottoposti alla disciplina sulle
assicurazioni private, compresi gli agenti e i mediatori di assicurazione.
 L'ISVAP svolge le sue funzioni sulla base delle linee di politica
assicurativa determinate dal Governo.  
 La normativa inerente il settore assicurativo ha attribuito all'ISVAP
funzioni di controllo e di regolamentazione, qualificando l'Istituto come
un'amministrazione indipendente, dotata di autonomia giuridica,
patrimoniale, contabile, organizzativa e gestionale, che dispone di
specifica competenza tecnica e ampi strumenti operativi.
 Funzione primaria dell'Istituto è l'esercizio della vigilanza nei confronti
delle imprese di assicurazione, che avviene attraverso il controllo sulla
loro gestione tecnica, finanziaria, patrimoniale e contabile, verificandone
la rispondenza alle disposizioni legislative, regolamentari e
amministrative vigenti.

90
La Covip

 E’ l’organismo di vigilanza sui fondi pensione.


 Istituita nel 1993 con decreto legislativo n° 124/93 ha iniziato ad
operare nella sua attuale configurazione dal 1996.
 La sua attività è rivolta alla tutela del risparmio previdenziale, alla
trasparenza e al corretto funzionamento del sistema dei fondi
pensione il cui scopo è quello di assicurare più elevati livelli di
copertura previdenziale.

91
La vigilanza a livello europeo:
i cambiamenti in atto

92
Lo status quo
 Nell’ultimo decennio le strutture di regolamentazione e vigilanza
finanziaria in Europa sono state oggetto di diversi interventi per
migliorarne il funzionamento, accrescere la capacità di far fronte ai
rapidi cambiamenti del mercato e rafforzare la qualità e l’efficacia
dell’azione complessiva a salvaguardia della stabilità del sistema
finanziario.
 Tuttavia l’auspicata razionalizzazione del processo di produzione
delle norme europee non sempre si è materializzata, in particolare
nel settore bancario.
 Il livello di armonizzazione raggiunto sul fronte delle regole è
rimasto limitato anche a causa del permanere di opzioni e
discrezionalità nazionali e degli ampi spazi concessi agli Stati
membri per l’adattamento delle norme comuni al momento del
recepimento nelle legislazioni nazionali

93
Lo status quo
 Con l’insorgere della crisi, non sono mancati casi di misure prese
unilateralmente da alcuni Stati membri che hanno creato ripercussioni
in altri paesi, incidendo negativamente sul mantenimento di condizioni di
parità concorrenziale all’interno del Mercato unico.

 Il problema delle istituzioni “ troppo grandi per fallire” , che ha


rappresentato una delle principali lezioni della crisi in diversi paesi, in
Europa ha assunto una valenza particolare, riferendosi in diversi casi ad
istituzioni con operatività cross-border sovradimensionate rispetto alle
capacità di intervento pubblico da parte dei governi dei paesi d’origine

94
Lo status quo
 In definitiva, la crisi ha messo in luce i limiti del quadro istituzionale
europeo, caratterizzato da una organizzazione su base
nazionale delle competenze e delle responsabilità di vigilanza a
fronte di mercati progressivamente sempre più integrati e dominati
da intermediari grandi e complessi, presenti con proprie strutture in
più paesi dell’area

95
La riforma della vigilanza europea: i
problemi di fondo

 Mancanza di un adeguato sistema di controlli macroprudenziali


focalizzati sulle fonti di rischio sistemico e non solo sui rischi per le
singole istituzioni soggette a vigilanza.
 Assenza di meccanismi di valutazione unitaria e di un trattamento
prudenziale uniforme dei gruppi cross-border, in un contesto in cui
la supervisione resta decentrata e la cooperazione tra le autorità
nazionali si svolge sostanzialmente su base volontaria.

96
La riforma della vigilanza europea: i
nuovi organismi
 Rafforzamento della sorveglianza macroprudenziale, attraverso
l’istituzione del Consiglio Europeo per il rischio sistemico
(European Systemic Risk Board – ESRB) per il controllo e la
valutazione dei rischi per la stabilità del sistema finanziario
 Miglioramento del coordinamento nell’attività di controllo prudenziale
sui gruppi cross-border, tramite la creazione di un sistema integrato a
livello europeo per la vigilanza microprudenziale sulle istituzioni
finanziarie: un sistema europeo delle autorità di vigilanza (European
System of Financial Supervision – ESFS) e tre nuove Autorità di
vigilanza europee nei settori bancario (EBA), mobiliare (ESMA) e
assicurativo (EIOPA)
97
La riforma della vigilanza europea:
i nuovi organismi
ESRB = European Systemic Risk Board
 incaricato di sviluppare analisi sul sistema finanziario europeo, segnalare le aree di
rischio e formulare ove appropriato raccomandazioni di natura non vincolante
 composto dai Governatori delle 27 banche centrali dell’Unione europea, dai Presidenti
delle tre nuove Autorità di vigilanza europee e da un rappresentante della Commissione
europea
 tra i suoi compiti:
 raccogliere e analizare tutte le informazioni rilevanti per monitorare e valutare i
potenziali rischi per la stabilità finanziaria;
 emanare allarmi (risk warnings) qualora tali rischi possano originare conseguenze
significative
 collaborare con il Fondo Monetario Internazionale, il Financial Stability Board e i paesi
terzi

98
La riforma della vigilanza europea: i
nuovi organismi
ESA = European Supervisory Authorities
Le ESA hanno i seguenti compiti:
• contribuire allo stabilimento di regole comuni e di prassi di vigilanza
coerenti a livello europeo (single rulebook)
• assicurare un’applicazione uniforme della normativa europea
• promuovere modalità coerenti di funzionamento dei collegi di
supervisori e assicurare una risposta coordinata delle autorità nelle
situazioni di emergenza
• costituire e gestire basi dati comuni attraverso la raccolta delle
informazioni microprudenziali necessarie per le valutazione dei
rischi del sistema finanziario, anche in collaborazione con l’ESRB.

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