• I ROMANI E LA CITTA’
• I Romani vedevano vicino a sé
• da un lato territori assai vasti appartenenti ad un re, avente potere assoluto su terre ed uomini (Regna,
);
• dall’altro comunità di uomini liberi, poste in luoghi ristretti (civitates, )
• Un trattato internazionale poteva essere concluso fra Ramses II e Hattushulish, l’uno re d’Egitto, l’altro re degli
Ittiti; oppure tra Ateniesi e Spartani, Ateniesi e Serse, re dei Persiani: da un lato dunque persone fisiche di re,
padroni di territori, dall’altro persone giuridiche costituite dal raggruppamento di individui, che rimangono
eterne nonostante la continua e naturale sostituzione dei componenti e gli eventuali incrementi o diminuzioni del
territorio
↓
Ma i componenti della figura giuridica non sono tutti gli abitanti del territorio, né la qualità di membro della
comunità cittadina comporta di per sé la partecipazione attiva alla sua vita politica; infatti:
• Gli schiavi sono fuori dalla comunità così come gli stranieri in essa domiciliati;
• Sono richieste per essere membri attivi della società condizioni quali il sesso, l’età, la ricchezza, o la discendenza da
una famiglia godente da più generazioni dei diritti civili.
ORGANI DELLA CITTA’ E FORME DI GOVERNO
Come ogni persona giuridica, la città che di tutte è il prototipo ha i suoi organi
attraverso i quali si determina e si esegue la volontà comune e di norma sono:
Il capo o i capi a cui è affidato il comando dell’esercito, la presidenza ai riti religiosi,
l’amministrazione del tesoro pubblico, la giurisdizione civile e criminale o la
presidenza delle relative giurie;
Il consiglio nel quale si riuniscono i cittadini più nobili o i più ricchi o i più valenti:
danno il loro parere ai capi quando essi lo richiedono o, quando la costituzione lo
impone, si aggiungono alla funzione giudicante ed eventualmente effettuano il
controllo dell’attività dei capi;
L’assemblea: vi partecipano tutti i cittadini di pieno diritto; dall’originaria
acclamazione dei capi si sviluppa la funzione elettorale; in tempi di avanzata civiltà
può aspettare all’assemblea la votazione delle leggi, la deliberazione sulla guerra
e sulla pace, la facoltà di destituire i capi.
L’ANTICA MONARCHIA (754-510 A.C.)
• Epoca di assoluta mancanza di fonti scritte (almeno finché non sia
svelato il mistero della lingua etrusca), di documenti coevi.
• Vi sono tracce di villaggi latini già esistenti prima dell’VIII secolo,
specie sul Palatino;
• La data tradizionale della fondazione della città corrisponde a quella
della grande espansione etrusca verso il Mezzogiorno e rende
pertanto probabile che siano stati gli Etruschi a fondare Roma e che
vi sia stata una sovrapposizione di una classe dominante etrusca
(patriziato) su una popolazione aborigena latina (plebe);
• Nella fase di decadenza della potenza etrusca (V-IV secolo a.C.)
prende potere il gruppo latino.
SOCIETA’ ROMANA IN ETA’ MONARCHICA
Senato: nomina ed assiste → re che è anche → sacerdote e giudice e detentore dell’imperium = potere
supremo
Quanto alla determinazione del nuovo re, la tradizione oscilla tra la designazione da parte del predecessore e la
vocazione automatica del figlio (primogenito?)
Durante l’interregnum periodo esistente se manca un successore, il potere è esercitato per turni di 5 giorni dai singoli
senatori, fino alla nuova acclamazione del re.
CONFRONTO CON CARICHE ETA’ REPUBBLICANA:
NOBILES: in senso rigoroso sono i discendenti dei cittadini che abbiano rivestito la magistratura suprema; in senso
lato anche i discendenti di coloro che abbiano rivestito una magistratura e siano entrati a far parte del SENATO.
Non era vietato ad un HOMO NOVUS di intraprendere il CURSUS HONORUM, ma il suo avanzamento era molto
ostacolato.
EQUITES: il gruppo nasce dalla impossibilità da parte dei patrizi di fornire un numero sufficiente di militari a
cavallo; si permette l’accesso al servizio stabilendo come condizione un censo cinque volte superiore al minimo
richiesto per l’ammissione della I classe
E’ CAUSA E’ STRUMENTO
↓ ↓
Di impoverimento di accumulazione
dei contadini-soldati di ricchezze PER
↓
si trasferiscono in città NOBILITAS
diventando ↓ ↓
proletari clienti LATIFONDI E VILLE SCHIAVISTICHE
ESPANSIONE DI ROMA ATTRAVERSO LA GUERRA
CONSEGUENZE (ECONOMICHE, SOCIALI E POLITICHE)
Processi contro gli Scipioni da parte di Catone che li accusa di avere segrete intese con Antioco III (l'Africano) e
di avere usato senza rendiconto 500 talenti ottenuti da Antioco (Lucio).
• La simpatia per la Grecia, con il crollo politico degli Scipioni, finisce, anche perchè il figlio di Filippo V, Perseo,
continua una politica anti romana: viene sconfitto a Pidna nel 168
• Il senato si convince che la politica degli Scipioni è fallita, bisognava agire in modo più drastico nei confronti
di chi si mostrava ostile o neutrale e chi veniva sconfitto veniva dominato direttamente da Roma:
• L'Epiro, alleato di Perseo, viene saccheggiato;
• Rodi, accusata di neutralità, viene rovinata economicamente con l'apertura del porto di Delo;
• Alle città greche è imposta la consegna di 1000 ostaggi tra i quali vi è lo storico Polibio;
• A seguito di altre rivolte, la Macedonia perde la sua indipendenza e nel 148 è trasformata in
provincia;
• In Grecia nel 146 a.C. viene distrutta la città di Corinto e la zona limitrofa è trasformata in
provincia di Acaia.
•
• Occidente
• Le tribù celtiche della pianura Padana (Galli Boi ed Insubri) sono
assoggettate nel 190 a.C., la maggior parte delle loro terre è affidata a
cittadini romani e sono fondate le colonie di Bologna, Piacenza, Modena
e Parma;
177 a. C. con la fondazione di Luni si domano i Liguri;
• In Spagna il territorio è suddiviso in Hispania Citerior e in Hispania
Ulterior;
• 146 a. C. distruzione di Cartagine ad opera di P. C. Scipione l'Emiliano:
creazione della provincia d'Africa
• 133 a. C. Scipione l'Emiliano distrugge Numanzia in Spagna e pone fine
alle ribellioni dei Celtiberi.
Da Pompeo a Cesare: le trasformazioni dell'impero romano sono ormai
irreversibili; punti cruciali:
Conseguenze
• Suicidio della repubblica: la parola suicidio rivela come le ragioni
della crisi non sono solo legate al trionfo dei signori della guerra, ma
anche ad errori commessi dal senato:
2. Nel 70 a.C. diviene console con Licinio Crasso ( che ha sconfitto gli schiavi ribellatisi alla guida di
Spartaco ,73-71 a.C.);
3. Dopo il consolato combatte in oriente i pirati e Mitridate, re del Ponto e riordina l’Oriente
5. Per vincere le resistenze del senato che non intendeva accettare l’operato di Pompeo in oriente, egli
stringe un accordo politico con Caio GIULIO CESARE (nobile che parteggiava per i populares) e con
CRASSO ( appartenente agli equites): il senato viene esautorato e i tre si spartiscono incarichi.
6. Cesare ottiene il proconsolato e con una serie di audaci imprese conquista la Gallia fino al Reno (58-
51)
7. Crasso che cerca la stessa gloria in oriente muore nel 54 a.C. combattendo contro i Parti
Rimangono a fronteggiarsi Cesare e Pompeo:
Ma è Cesare con le sue legioni e l’approvazione popolare che preoccupa il Senato che ingiunge a Cesare
di rinunciare al comando delle legioni e affida a Pompeo la difesa della Repubblica
Scoppia la guerra civile in cui Pompeo è sconfitto a Farsalo (48 a.C.) in Tessaglia;
Ripara in Egitto , ma viene fatto assassinare da Tolomeo XIII, che Cesare si affretta a destituire per
mettere al suo posto Cleopatra;
Riordinato l’oriente e e battute in Africa e in Spagna le residue forze pompeiane, Cesare rientra a Roma
e il POTERE COLLEGIALE DEL SENATO È SOPPIANTATO DAL POTERE PERSONALE DI UN IMPERATOR
DAL GOVERNO COLLEGIALE AL POTERE PERSONALE
PAROLE CHIAVE:
1. CLEMENZA: Cesare la intende come un nuovo modo per vincere, disarmando le opposizioni e
ottenendo la pacificazione generale;
2. RIFORME: per Cesare sono provvedimenti graditi ai vari gruppi sociali, nobilitas, cavalieri, ceti
popolari, anch'esse finalizzate alla pace sociale
CONSEGUENZE:
L'ACCENTRAMENTO DEI POTERI NELLE MANI DI CESARE SUSCITA L'OSTILITÀ DI CHI DIFENDE IL REGIME
REPUBBLICANO E SPERA NELL'APPOGGIO DEL SENATO PER RESTAURARLO.
Ma Cesare non riesce a costruire una alternativa politica, non essendo ancora
pronti i tempi per un potere monarchico: l’eccesso di potere conferito a uno solo
irrita tutti e convince i congiurati che bastava eliminare Cesare per restaurare il
potere collegiale precedente.
Secondo errore che a Cesare costa la vita e ai suoi uccisori la sconfitta politica.
Ottaviano è un PRINCEPS di uno stato che non è più res publica, ma PRINCIPATO
Politica estera: come affrontare il bisogno di pace dopo le guerre civili e le pressioni dell'esercito verso nuove
conquiste?
Abilità politica
Patrimonio privato
Armi vincenti di
Ottaviano
clientele
appoggio
propaganda
1. scelta del nome Caio Giulio Cesare Ottaviano, per sottolineare la discendenza da Cesare;
2. elezione al consolato, benché giovane;
3. proclamazione pubblica della vendetta sui congiurati;
4. alleanza con Antonio e con Lepido (II triumvirato);
5. rafforzamento del suo potere in occidente;
6. capacità di trarre vantaggio dal comportamento di Antonio in Egitto;
7. abilità propagandistica nel conquistare l'appoggio delle principali città della penisola, di cui volle
accentuare il primato nell'impero;
8. abilità strategico-militare, anche se inferiore a quella di Antonio.
AD OTTAVIANO, DOPO LA VITTORIA, RIMANGONO I PROBLEMI PIÙ GRAVI, LEGATI
ALL'EREDITÀ DI CESARE "DIVINIZZATO", DALLA SUA TUTTAVIA HA IL FORTE
BISOGNO DI PACE DELLA SOCIETÀ ROMANA DOPO 20 ANNI DI GUERRE CIVILI:
a) CONGEDO DI MOLTI SOLDATI DA REMUNERARE;
b) RUOLO POLITICO DI OTTAVIANO DAVANTI ALLE ISTITUZIONI
c) AMMINISTRAZIONE DEI NUOVI TERRITORI
Il b è il problema più complesso: Ottaviano rifiuta la carica di dittatore, ma dispone
di un enorme potere e si fa chiamare imperator, attento a non rievocare in alcun
modo l'idea monarchica, si avvicina ad un vero regime a piccoli passi, concentrando
gradualmente nelle sue mani varie cariche.
Società Esercito
desiderio di pace Desiderio di
nuove conquiste
Augusto
Tentativi
falliti di
Lungo periodo di espansione
pace Riorganizzazione dell’esercito
come
Magistrati repubblicani Funzionari augustei
Durata della carica un anno o comunque cariche temporanee senza scadenza precisa
Rendicontazione sono rappresentanti del popolo romano agiscono su incarico del principe, senza
norme precise.
14-37 Tiberio: la domus principis è un centro di potere autonomo:
E' il trionfo del ceto medio costituito dalla borghesia italica e dal ceto equestre, ceto che non
rimpiange la repubblica.
27→ Tiberio si ritira a Capri
31 → uccisione di Seiano
37-41 → Caligola
41-54 → Claudio
a)44 la Britannia è provincia romana
b)49 uccisione di Messalina; Claudio sposa Agrippina
c)50 Claudio adotta Nerone, figlio di Agrippina
54-68 →impero di Nerone
1.59 Nerone fa uccidere Agrippina
2.62 Nerone fa uccidere la moglie Ottavia e sposa Poppea
3. Tigellino è prefetto del pretorio e sostituisce il saggio Burro
4.64 incendio di Roma, del quale Nerone accusa i cristiani
5.65 Viene scoperta la congiura dei Pisoni contro Nerone
6.68 Insurrezione di Galba, che viene acclamato imperatore dai suoi soldati, seguita da una serie di marce su Roma da parte di altri
generali (Vitellio a capo delle truppe sul Reno, Vespasiano a capo delle truppe in oriente)
7.Nerone suscita l'ostilità del Senato per atteggiamenti megalomani che gli fanno preferire le provincie orientali a quelle occidentali, tanto che
quando il disappunto si diffonde anche tra le legioni, lo dichiara nemico pubblico e ne condanna la memoria ( damnatio memoriae ); Nerone si fa
uccidere da uno schiavo.
• 68-69 d.C.: aspra contesa tra senato, pretoriani e legioni (è l'anno dei quattro
imperatori); prevalgono poi la truppe oirientali con Vespasiano (militare di modeste
origini equestri ed italiche) inviato da Nerone in Giudea a reprimere una rivolta
antiromana degli Ebrei;
• Viene stipulato un accordo istituzionale, per rifondare il principato: il Senato con la
lex de imperio Vespasiani definisce i compiti dell'imperatore considerato come capo
dello Stato e supremo magistrato dell'impero;
• Vespasiano cerca di riordinare l'amministrazione e di risanare le finanze,
compromesse dalle spese eccessive di Nerone
• Gli succede il figlio Tito nel 79; è un regno breve , dura fino all'81.
• 81-96 regno del fratello di Tito Domiziano, ultimo dei Flavi: riprende la politica
antisenatoria e dispotica di Caligola e di Nerone, si proclama dominus et deus,
perseguita gli intellettuali, viene ucciso da una congiura ed il senato ne condanna la
memoria.
• 96-98: Senatore Nerva: il principato adottivo = scelta del migliore.
• Verranno scelti secondo questo criterio Traiano, Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio:
rispettosi del senato, danno una forte impronta monarchica al loro potere, ma non
scadono mai nel dispotismo.
• Traiano (98-117): privilegia l'esercito e dà il via ad una serie di azioni militari grazie alle
quali occupa la Dacia, riduce a provincia la Arabia e strappa ai Parti la Mesopotamia,
l'Assiria e l'Armenia; con il bottino rinnova Roma con opere ammirevoli, fori, acquedotti,
strade, la colonna traiana;
• Adriano(117-138): ha una concezione dell'impero meno romana e più ellenistica. Amante
della cultura, si preoccupa molto delle province e e dell'Oriente; rifiuta una politica
espansionistica e sceglie una politica di pace dedicandosi al potenziamento del sistema di
difesa dell'impero (vallo di Adriano in Britannia).
• Anche Antonino Pio (138-161) segue questa linea (vallo di Antonino in Britannia)
• La pax romana è improvvisamente rotta sotto Marco Aurelio (161-180): una guerra
contro i Parti porta a Roma una grave epidemia di peste; poi le tribù germaniche dei Quadi
e dei Marcomanni sfondano i confini sul Danubio e giungono in Italia fino ad Aquileia: per
respingerle occorsero due lunghe guerre sanguinose.