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A.A. 2017-2018
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1.L’inclusione attraverso
il linguaggio musicale
Principi generali per l’inclusione
L’insegnamento della musica nella scuola secondaria di I
grado
La valenza inclusiva del linguaggio musicale
Finalità musicali e aree del PEI
La didattica musicale inclusiva: modalità e criteri
Appendice:
Il docente inclusivo: criteri generali e strategie di
autoregolazione cognitiva
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L’insegnamento della musica nella scuola secondaria di I grado
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L’insegnamento della musica nella scuola secondaria di I grado
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La musica è un linguaggio inclusivo perché:
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Finalità musicali e aree del PEI
Area neuropsicologica:
Sviluppo delle capacità intellettive e più rapida
maturazione corteccia cerebrale, con incremento delle
capacità attentive, della memoria di lavoro e delle abilità
di pianificazione
Area motoria e psicomotoria:
Sviluppo della coordinazione oculo-motoria e manuale
(strumento musicale) e delle abilità motorie in generale
Area artistico-espressiva:
- Espressione del sé emozionale e affettivo (stati d’animo
e bisogni)
- Sviluppo della creatività
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Area affettivo-relazionale:
- Sviluppo di autostima ed autoefficacia
- Conquista dell’autoconsapevolezza e del senso di
responsabilità
- Promozione delle relazioni interpersonali e della
partecipazione sociale
- Promozione dell’ascolto empatico dell’altro e maggiore
comprensione della realtà
- Apprendimento e rispetto delle regole sviluppo
dell’autocontrollo
Area dell’autonomia:
Conquista/consolidamento dell’autonomia operativa
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La didattica musicale inclusiva
In presenza di bisogni educativi speciali:
Far utilizzare il movimento corporeo e/o la voce e/o lo
strumento ritmico (tamburello, triangolo, legnetti), in
alternativa allo strumento musicale melodico (flauto)
Usare musiche che appartengono al vissuto, o classiche ma
semplici e lineari, o ‘minimaliste’ (con brevi melodie con poche
note e/o schemi ritmici ‘a tappeto’ con cambiamenti molto
graduali) per svolgere attività ‘fattibili’ (vedi Steve Reich)
Far improvvisare in modo ‘guidato’: si stabiliscono carattere e
lunghezza di certi interventi, sequenza di alcune frasi musicali
(utilizzo di scale o serie di note inventate), focalizzando
l’attenzione solo su alcuni parametri musicali, ad es. ritmo o
intensità
Ridurre la lettura e la scrittura della notazione musicale
all’indispensabile o farne a meno se non necessario
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insegnare a suonare uno strumento musicale come
attività di problem solving, attuando tutti i processi
di controllo implicati nella risoluzione di un compito,
in questo caso l’esecuzione di un brano (valutazione
delle proprie capacità, previsione di successo,
pianificazione, utilizzo di strategie, monitoraggio,
controllo, autovalutazione)
presentare i compositori creando relazioni e
confronti tra artisti differenti e valorizzando
sensibilità e punti di vista diversi, senza utilizzare un
pensiero ‘unico’
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far conoscere i personaggi musicali dal punto di vista
umano, con virtù e debolezze, mettendo in risalto
l’impegno a migliorarsi e a superare i propri limiti
(anche la disabilità!); evidenziarne la volontà di
autodeterminarsi attraverso la riflessione su di sé e il
superamento delle difficoltà (autoefficacia)
sottolineare che la creatività nasce dall’essere diversi,
controcorrente, alternativi e che è necessario
ascoltare e comprendere le posizioni altrui (pensiero
divergente ed empatia)
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Appendice: Il docente inclusivo
Considerazione di attitudini e capacità individuali, nel rispetto dei
diversi tipi di intelligenza, quindi dei differenti stili cognitivi
Variazione delle modalità d’insegnamento per valorizzare tutti i canali
d’apprendimento dei ragazzi (lezione frontale, partecipata,
cooperative learning)
Uso dei linguaggi non verbali, quali le immagini e i filmati, i suoni e la
musica, il movimento, la gestualità, l’espressione del viso e la postura
del corpo (didattica multicanale)
Adeguato setting d’aula, cioè disposizione di cattedra e banchi e
posizionamento di scaffali e materiali in funzione dei bisogni degli
alunni
Utilizzo delle tecnologie e di adeguati software
Promozione dell’atteggiamento metacognitivo
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L’atteggiamento metacognitivo
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La promozione dell’atteggiamento
metacognitivo:
• informare l’alunno di ciò che si sta facendo e degli obiettivi
che si vogliono raggiungere
• discutere con l’alunno i suoi vissuti e il sistema di credenze
in relazione a problematiche didattiche e non
• rendere la comunicazione biunivoca e portare l’alunno a
‘mettersi nella testa degli altri’ (teoria della mente)
• rendere l’alunno consapevole di poter esercitare un
controllo sulla propria attività e promuovere
l’autoregolazione
• orientare l’alunno sulla padronanza del processo piuttosto
che sulla prestazione (risultato)
• valutare le strategie utilizzate e i processi mentali implicati
nelle operazioni svolte
• analizzare e gestire adeguatamente gli errori
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Strategie di autoregolazione cognitiva:
problem solving
autoistruzione
Modello di autoistruzioni di D.Meichenbaum (1977):
1) cognitive modeling (modellamento cognitivo): un modello adulto
svolge un compito esponendo la procedura ad alta voce
2) overt, external guidance (orientamento esterno): il bambino esegue
la stessa attività sotto la direzione delle istruzioni del modello
3) overt, self-guidance (auto-orientamento): il bambino svolge il
compito dicendo leistruzioni ad alta voce
4) faded, overt self-guidance (auto-orientamento attenuato): il
bambino sussurra (all’adulto) le istruzioni mentre svolge il compito
5) overt, self-instruction (auto-istruzione): il bambino svolge il
compito rivolgendo le istruzioni a se stesso
Il supporto del docente, durante il training, viene via via attenuato (fading), in modo che sia l’alunno
stesso durante il processo metacognitivo a darsi autonomamente le istruzioni di lavoro ad ogni fase
dello svolgimento del compito
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Strategie di autoregolazione cognitiva:
planning
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