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Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – Corso di Specializzazione per il Sostegno didattico

A.A. 2017-2018

L’INCLUSIONE ATTRAVERSO IL LINGUAGGIO MUSICALE

Laboratorio per la Scuola Secondaria di I grado


1. L’inclusione attraverso il linguaggio musicale
2. Gli strumenti inclusivi
3. La musica e l’autismo
4. Musica e DSA
5. Musica e ADHD

Prof.ssa Paola Gizzi

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1.L’inclusione attraverso
il linguaggio musicale
 Principi generali per l’inclusione
 L’insegnamento della musica nella scuola secondaria di I
grado
 La valenza inclusiva del linguaggio musicale
 Finalità musicali e aree del PEI
 La didattica musicale inclusiva: modalità e criteri
 Appendice:
Il docente inclusivo: criteri generali e strategie di
autoregolazione cognitiva
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L’insegnamento della musica nella scuola secondaria di I grado

Dalle Indicazioni Nazionali per l’infanzia e il primo ciclo d’istruzione

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L’insegnamento della musica nella scuola secondaria di I grado

Dalle Indicazioni Nazionali per l’infanzia e il primo ciclo d’istruzione

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La musica è un linguaggio inclusivo perché:

 Esprime stati d’animo e bisogni (sé emozionale e


affettivo), incrementando l’autoconsapevolezza
 Sviluppa le capacità cognitive (maturazione più rapida
della corteccia cerebrale), incrementando attenzione,
memoria di lavoro e abilità di pianificazione
 Permette/consolida l’autonomia operativa, sviluppando la
coordinazione oculo-motoria e manuale (strumento
musicale) e le abilità motorie in generale (attività ritmico-
corporea)
 Sviluppa la creatività
 Incentiva le relazioni interpersonali e la partecipazione
sociale, educando all’ascolto empatico, all’attesa, al
rispetto dei tempi altrui
 Aiuta acquisizione e rispetto delle regole sociali  sviluppo
dell’autocontrollo, del senso di responsabilità e disciplina
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Il rapporto tra musica e attività cerebrale

Cervelletto (e amigdala)  ascolto


Area cerebellare  percezione e produzione del
ritmo
Amigdala  emozioni musicali
Ippocampo  riconoscimento suoni e ritmi noti
Lobi frontali  controllo di esecuzione e produzione
musicale
Zone occipitali  lettura del pentagramma

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Finalità musicali e aree del PEI

 Area neuropsicologica:
Sviluppo delle capacità intellettive e più rapida
maturazione corteccia cerebrale, con incremento delle
capacità attentive, della memoria di lavoro e delle abilità
di pianificazione
 Area motoria e psicomotoria:
Sviluppo della coordinazione oculo-motoria e manuale
(strumento musicale) e delle abilità motorie in generale
 Area artistico-espressiva:
- Espressione del sé emozionale e affettivo (stati d’animo
e bisogni)
- Sviluppo della creatività
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Area affettivo-relazionale:
- Sviluppo di autostima ed autoefficacia
- Conquista dell’autoconsapevolezza e del senso di
responsabilità
- Promozione delle relazioni interpersonali e della
partecipazione sociale
- Promozione dell’ascolto empatico dell’altro e maggiore
comprensione della realtà
- Apprendimento e rispetto delle regole  sviluppo
dell’autocontrollo
Area dell’autonomia:
Conquista/consolidamento dell’autonomia operativa

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La didattica musicale inclusiva
In presenza di bisogni educativi speciali:
 Far utilizzare il movimento corporeo e/o la voce e/o lo
strumento ritmico (tamburello, triangolo, legnetti), in
alternativa allo strumento musicale melodico (flauto)
 Usare musiche che appartengono al vissuto, o classiche ma
semplici e lineari, o ‘minimaliste’ (con brevi melodie con poche
note e/o schemi ritmici ‘a tappeto’ con cambiamenti molto
graduali) per svolgere attività ‘fattibili’ (vedi Steve Reich)
 Far improvvisare in modo ‘guidato’: si stabiliscono carattere e
lunghezza di certi interventi, sequenza di alcune frasi musicali
(utilizzo di scale o serie di note inventate), focalizzando
l’attenzione solo su alcuni parametri musicali, ad es. ritmo o
intensità
 Ridurre la lettura e la scrittura della notazione musicale
all’indispensabile o farne a meno se non necessario
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 insegnare a suonare uno strumento musicale come
attività di problem solving, attuando tutti i processi
di controllo implicati nella risoluzione di un compito,
in questo caso l’esecuzione di un brano (valutazione
delle proprie capacità, previsione di successo,
pianificazione, utilizzo di strategie, monitoraggio,
controllo, autovalutazione)
 presentare i compositori creando relazioni e
confronti tra artisti differenti e valorizzando
sensibilità e punti di vista diversi, senza utilizzare un
pensiero ‘unico’
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 far conoscere i personaggi musicali dal punto di vista
umano, con virtù e debolezze, mettendo in risalto
l’impegno a migliorarsi e a superare i propri limiti
(anche la disabilità!); evidenziarne la volontà di
autodeterminarsi attraverso la riflessione su di sé e il
superamento delle difficoltà (autoefficacia)
 sottolineare che la creatività nasce dall’essere diversi,
controcorrente, alternativi e che è necessario
ascoltare e comprendere le posizioni altrui (pensiero
divergente ed empatia)

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Appendice: Il docente inclusivo

Considerazione di attitudini e capacità individuali, nel rispetto dei
diversi tipi di intelligenza, quindi dei differenti stili cognitivi

Variazione delle modalità d’insegnamento per valorizzare tutti i canali
d’apprendimento dei ragazzi (lezione frontale, partecipata,
cooperative learning)

Uso dei linguaggi non verbali, quali le immagini e i filmati, i suoni e la
musica, il movimento, la gestualità, l’espressione del viso e la postura
del corpo (didattica multicanale)

Adeguato setting d’aula, cioè disposizione di cattedra e banchi e
posizionamento di scaffali e materiali in funzione dei bisogni degli
alunni

Utilizzo delle tecnologie e di adeguati software

Promozione dell’atteggiamento metacognitivo
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L’atteggiamento metacognitivo

L’atteggiamento metacognitivo è la disposizione a


riflettere su quello che si fa e del perché lo si fa, ad
ogni livello cognitivo e nel rispetto di tutte le diversità

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La promozione dell’atteggiamento
metacognitivo:
• informare l’alunno di ciò che si sta facendo e degli obiettivi
che si vogliono raggiungere
• discutere con l’alunno i suoi vissuti e il sistema di credenze
in relazione a problematiche didattiche e non
• rendere la comunicazione biunivoca e portare l’alunno a
‘mettersi nella testa degli altri’ (teoria della mente)
• rendere l’alunno consapevole di poter esercitare un
controllo sulla propria attività e promuovere
l’autoregolazione
• orientare l’alunno sulla padronanza del processo piuttosto
che sulla prestazione (risultato)
• valutare le strategie utilizzate e i processi mentali implicati
nelle operazioni svolte
• analizzare e gestire adeguatamente gli errori
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Strategie di autoregolazione cognitiva:
problem solving

Insegnare all’alunno a dirigere i propri processi cognitivi uso


di strategie di problem solving e di planning (pianificazione di
azioni).
Strategia=serie di operazioni che ha come obiettivo la
soluzione di un problema o l’esecuzione di un compito
(Pressley, 1985).
Fasi problem solving:
1) definire un problema
2) ipotizzare una serie di soluzioni, usando anche la creatività
(brainstorming)
3) valutare la fattibilità e le probabilità di successo di ogni
ipotesi
4) scegliere ed applicare l’ipotesi di soluzione più efficace
5) verificare il risultato
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Strategie di autoregolazione cognitiva:

autoistruzione
Modello di autoistruzioni di D.Meichenbaum (1977):
1) cognitive modeling (modellamento cognitivo): un modello adulto
svolge un compito esponendo la procedura ad alta voce
2) overt, external guidance (orientamento esterno): il bambino esegue
la stessa attività sotto la direzione delle istruzioni del modello
3) overt, self-guidance (auto-orientamento): il bambino svolge il
compito dicendo leistruzioni ad alta voce
4) faded, overt self-guidance (auto-orientamento attenuato): il
bambino sussurra (all’adulto) le istruzioni mentre svolge il compito
5) overt, self-instruction (auto-istruzione): il bambino svolge il
compito rivolgendo le istruzioni a se stesso

Il supporto del docente, durante il training, viene via via attenuato (fading), in modo che sia l’alunno
stesso durante il processo metacognitivo a darsi autonomamente le istruzioni di lavoro ad ogni fase
dello svolgimento del compito

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Strategie di autoregolazione cognitiva:
planning

Planning=sequenza di azioni da compiere per raggiungere un


determinato obiettivo (es. preparare la cartella).

Le istruzioni sono verbali ma possono consistere anche in agende


‘visive’ costituite da immagini, disegni e foto organizzate
temporalmente, e/o in liste di parole-chiave.

L’insegnamento di strategie di planning è molto efficace nel caso di alunni


con deficit intellettivi o gravi difficoltà nell’apprendimento in quanto
permette il raggiungimento o il consolidamento delle capacità di
sequenziare e di strutturare la propria attività autoregolandosi.
L’aspetto metacognitivo dell’autoregolazione consiste proprio nel rendere
espliciti i propri processi cognitivi e diventarne consapevoli.

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