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L’età della póleis e la democrazia

Sparta
L’ETÀ DELLA PÓLEIS E LA DEMOCRAZIA

SPARTA

Nella regione della Laconia la città di Sparta è tra le prime


poleis greche a espandersi, alla ricerca di terre coltivabili, a
partire dall’VIII secolo a.C.
Alla conquista della vicina Messenia
segue la fondazione della colonia di
Taranto nella penisola italiana.
L’ETÀ DELLA PÓLEIS E LA DEMOCRAZIA/ SPARTA

All’origine della superiorità dei soldati spartani, gli opliti, ci


sono la severa educazione militare e la rigida disciplina per cui
la città è famosa in tutta la Grecia.
L’ETÀ DELLA PÓLEIS E LA DEMOCRAZIA / SPARTA

La società è strutturata in tre classi nettamente separate:

gli spartiati, discendenti dei Dori che abitavano originariamente


Sparta, sono gli unici cittadini con pieni diritti;

i perieci sono gli abitanti dei dintorni, liberi ma senza diritti di


cittadinanza;

gli iloti, schiavi pubblici discendenti delle popolazioni


sottomesse, hanno il compito di coltivare la terra.
L’ETÀ DELLA PÓLEIS E LA DEMOCRAZIA / SPARTA

La costituzione di Sparta, attribuita a Licurgo, prevede:


due re (diarchia) con funzioni religiose e
militari;

un’assemblea (Apella) che vota le leggi e


nomina gli efori, incaricati di sorvegliare sulla
giustizia civile;

un consiglio di anziani (Gherusìa) che


detiene il potere giudiziario.
Atene
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ATENE

La popolazione ionica di Atene, in Attica, beneficia di un


territorio fertile adatto all’agricoltura e dell’affaccio sul mar
Egeo, strategico per il commercio marittimo.

Nell’VIII secolo vari villaggi della zona si uniscono e formano


una polis più grande, con un assetto prima monarchico e poi
aristocratico (governo degli arconti).
L’ETÀ DELLA PÓLEIS E LA DEMOCRAZIA / ATENE

Per ridurre gli scontri tra famiglie che agitano la città, le leggi di
Draconte (621-620 a.C.) pongono un limite alle vendette
private.

Il potere dei nobili, tuttavia, continua negli


anni successivi a esasperare il popolo, che
chiede un cambiamento: la riforma di Solone
risponde nel 594-593 a.C. a questa esigenza
sociale.
L’ETÀ DELLA PÓLEIS E LA DEMOCRAZIA / ATENE

Solone elimina la schiavitù per debiti e introduce un regime


timocratico, in cui cioè la partecipazione politica è differenziata
per le 4 classi sociali stabilite in base alla ricchezza. Un tribunale
popolare, l’Eliea, riunisce membri di tutte le classi.

La riforma lascia però un generale malcontento, all’origine


dell’ascesa dei tiranni Pisistrato, Ippia e Ipparco (561-510).
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Dopo il periodo di tirannide e i conseguenti disordini, la riforma


di Clistene (508 a.C.) priva l’aristocrazia dei suoi tradizionali
privilegi.
La riorganizzazione dello stato secondo un criterio territoriale e non
più censuario, infatti, garantisce la partecipazione politica a tutti i
cittadini: un insieme che
non comprende però gli schiavi, le
donne e gli stranieri.
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Pur con molti limiti, le riforme ateniesi del VII-VI secolo


pongono le basi della prima democrazia della storia.
riforma di Clistene 508 a.C.

elezione
distretti tribù arconti

sorteggio
Bulé Consiglio dei Cinquecento

sottopone questioni a

Ecclesía assemblea popolare con libertà di parola


Le poleis greche e
l’Impero persiano
L’ETÀ DELLA PÓLEIS E LA DEMOCRAZIA

LE POLEIS GRECHE E L’IMPERO PERSIANO

Mentre Sparta e Atene definiscono la loro struttura


costituzionale, un piccolo stato affacciato sul Golfo Persico si
espande fino a raggiungere le dimensioni di un impero.

I Persiani, visti dai Greci come barbari senza libertà, sono in


realtà un popolo con dei propri valori e un’efficiente
organizzazione amministrativa.
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L’Impero persiano, prima con re Ciro il Grande e poi con i suoi


successori,
nel VI secolo a.C.
arriva a minacciare
le città greche
dell’Asia Minore.
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I Greci della regione ionica, conquistati


dai Persiani, sono privati della libertà
di commercio e costretti a pagare
pesanti tasse al re.

Nel 499 a.C. la polis di Mileto, governata dal tiranno Aristagora che
ha vari motivi di attrito con il re Dario, guida una rivolta contro
l’Impero chiedendo l’aiuto di altre città greche.
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La rivolta ionica viene fermata e Dario


punisce Mileto distruggendola e
vendendo i suoi abitanti come schiavi.

Lo scontro rivela quanto siano


inconciliabili la civiltà delle poleis
greche e l’autorità imperiale persiana.
Le guerre persiane
e l’ascesa di Atene
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LE GUERRE PERSIANE E L’ASCESA DI ATENE

Dopo la distruzione di Mileto Dario, per evitare nuove rivolte e


continuare ad espandersi verso occidente, chiede alle città greche
di sottomettersi all’Impero persiano.

Il netto rifiuto di Sparta e Atene provoca l’attacco diretto alla


Grecia: è la Prima guerra persiana (490 a.C.).
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A Maratona l’esercito persiano si


scontra con le truppe ateniesi
guidate da Milziade, che grazie ad
un’abile strategia accerchiano il
nemico e lo costringono alla
ritirata.
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Dieci anni dopo, nel 480 a.C., il figlio di Dario Serse ritenta
l’invasione della Grecia, affiancando alle navi un esercito che
marcia sulla terraferma (Seconda
guerra persiana).

Nel frattempo Atene si è preparata: il piano


progettato da Temistocle prevede la costruzione
di una potente flotta e l’alleanza militare con
Sparta (Lega peloponnesiaca).
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Quando il potente esercito di Serse arriva presso lo stretto


passaggio roccioso delle Termopili, la Lega vi invia un piccolo
contingente, tra cui 300 soldati spartani guidati dal re Leonida,
lasciando il resto a difendere le città.

I trecento combattono con grande coraggio e vengono sconfitti solo


dopo due giorni: raggiungono dunque lo scopo di rallentare i
persiani. Serse arriva ad Atene e la conquista, ma è una vittoria
momentanea.
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L’eroica resistenza degli spartani


contro un nemico ben più forte
permette agli ateniesi di
organizzarsi, contenere l’attacco
persiano e infine vincere la storica
battaglia di Salamina.

Alla disfatta di Salamina seguono per i Persiani altre sconfitte a


Platea e a Micale (479 a.C.).
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La vittoria nelle guerre persiane segna un importante punto di


svolta per le poleis greche, soprattutto per le due protagoniste:

Sparta cerca di mantenere una posizione di guida,

ma Atene emerge sempre di più e si pone a capo di


un’alleanza di città in ottica antipersiana, la Lega delio-attica
(478 a.c.).

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