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I PARAMETRI VITALI

Dott.ssa Piera Zoffoli


DEFINIZIONE
 Si definiscono “parametri vitali” i segni
vitali di un organismo, attraverso i quali si
attingono importanti informazioni
riguardanti il funzionamento ed il
benessere del nostro organismo.
QUALI SONO
 Frequenza cardiaca (F.C.)
 Respiro o Frequenza respiratoria (F.R.)
 Saturazione
 Temperatura corporea (T.C.)
 Pressione arteriosa (P.A.)
Frequenza cardiaca
FREQUENZA CARDIACA
 Indice della frequenza cardiaca e del
suo ritmo è il polso.
 Il polso è una transitoria dilatazione di
un’arteria a causa della variazione
della sua pressione interna.
 Si esprime in battiti al minuto (b/m) ossia
il numero dei battiti del cuore per minuto.
SEDI DI RILEVAZIONE
 Polso temporale
 Polso carotideo
 Polso apicale (si rileva solo con il
fonendoscopio)
 Polso brachiale
 Polso radiale
 Polso femorale
 Polso popliteo
 Polso pedidio
POLSO TEMPORALE
 Il punto di repere
corrisponde all’osso
temporale, ai lati della
testa, sulle tempie
POLSO CAROTIDEO
 Il punto di repere è al
lato del collo.
POLSO APICALE o CENTRALE
 Il punto di repere si trova
in posizione laterale
rispetto al capezzolo,
verso la linea emiclaveare
all'altezza del 4°-5°spazio
intercostale,
corrispondente alla
contrazione del ventricolo
cardiaco sinistro.
POLSO BRACHIALE
 Il punto di repere è in
corrispondenza della
faccia anteriore della
piega del gomito
POLSO RADIALE
 Il punto di repere è in
corrispondenza
dell’articolazione del
polso
POLSO FEMORALE
 Il punto di repere è a
livello della piega
inguinale, nel punto di
mezzo del ligamento
inguinale o
immediatamente
all'interno di esso
POLSO POPLITEO
 Il punto di repere è
corrispondente alla
cavità posteriore del
ginocchio
POLSO PEDIDIO
 Il punto di repere è
nella parte dorsale del
piede, lateralmente al
tendine estensore
dell'alluce
VALORI
 Adulto: tra i 60 e gli 80 b/m.
 Bambini e neonati: tra i 90 e i 120 b/m (perché i
bambini hanno bisogno di molta energia per
crescere e questa energia è fornita dal sangue
ricco di ossigeno. Così nei bambini il cuore batte
più rapidamente per fornire una maggiore
quantità di ossigeno, e quindi di energia al loro
organismo).
 Anziani: dai 70 ai 90 b/m.
TACHICARDIA E BRADICARDIA

 Si
parla di “tachicardia” quando il
polso supera i 100 b/m.

 Si
parla di “bradicardia” quando il
polso è inferiore ai 60 b/m.
FATTORI CHE INFLUENZANO
LA FREQUENZA CARDIACA
 Farmaci
 Eta’
 Sistema nervoso
 Attività fisica
 Disidratazione
COMPITI DELL’OSS
 Nella rilevazione del polso, l’OSS deve accertare i
seguenti segni vitali:
1. Frequenza dei battiti (considerando i fattori che
influenzano la F.C.)
2. Ritmo dei battiti (ovvero la regolarità delle pulsazioni);
l’irregolarità viene definita ARITMIA
3. Qualità della pulsazione (che indica la condizione di
benessere delle arterie che trasportano il sangue): es.
polso filiforme (diminuizione della gittata cardiaca),
polso ampio (aumento della gittata cardiaca),
alternante (filiforme e ampio)
MATERIALE OCCORRENTE
PER LA RILEVAZIONE DELLA F.C.
 Orologio con minutiera
 Quaderno e penna per registrare i dati
rilevati
 Fonendoscopio (per rilevare il polso
apicale)
PROCEDURA
 Lavaggio sociale delle mani
 Informare il paziente di ciò che si sta facendo in
modo da ottenerne la collaborazione
 Invitare il paziente ad assumere la posizione
corretta
 Accertarsi che il paziente sia rilassato e prima
della rilevazione, in condizioni di assoluto riposo
 Procedere alla rilevazione come da protocollo
 Documentare i dati rilevati e relazionarli al
personale infermieristico
PROCEDURA
 Solitamente si rileva il polso radiale.
Sistemare i polpastrelli di indice, medio ed
anulare all’altezza della faccia interna del
polso del malato lungo l’arteria radiale,
ponendo il pollice sulla regione dorsale del
polso stesso
 Esercitare una pressione tale da
permettere la percezione delle pulsazioni
PROCEDURA
 Non usare mai il pollice perché si
avvertirebbero le proprie pulsazioni
 Contare il numero delle pulsazioni usando
l’orologio con lancetta dei secondi per un
minuti intero
 Annotare il numero delle pulsazioni sul
quaderno e/o sul foglio della grafica della
cartella infermieristica del paziente
PROCEDURA
 Se vi sono dubbi procedere nuovamente
alla rilevazione
 Riferire all’infermiere e/o medico le
alterazioni dei caratteri del polso
Respiro o
frequenza respiratoria
RILEVAZIONE DEL RESPIRO
 Con il termine di respiro ci si riferisce a
due processi: la respirazione esterna
(l’atto del respiro) e la respirazione interna
(a livello cellulare)
RESPIRAZIONE ESTERNA
RESPIRAZIONE INTERNA
RESPIRAZIONE INTERNA
Durante l'inspirazione l'aria contenente ossigeno
entra nel naso e da qui passa alle altre vie
respiratorie per arrivare ai polmoni. Finita
l'inspirazione, nei polmoni si verifica uno scambio
gassoso nel corso del quale l'aria cede ossigeno al
sangue e il sangue cede anidride carbonica
all'aria. Terminato lo scambio gassoso, l'aria
contenente anidride carbonica viene espulsa dai
polmoni e ripercorre a ritroso le vie respiratorie per
essere restituita all'ambiente esterno.
DEFINIZIONE DI
FREQUENZA RESPIRATORIA

 E’ il numero di respiri compiuti da un


individuo nell'arco di un minuto. Ogni
singolo ciclo respiratorio è composto da
una fase di inspirazione e da una fase
espiratoria.
PARAMETRI DI
RIFERIMENTO
 Frequenza: il numero dei respiri che vengono
compiuti in un minuto primo
 Qualità: tener conto che respirare è
assolutamente automatico e non richiede sforzo
o particolare attività
 Ritmo: la regolarità degli atti respiratori e
l’intervallo tra un atto e un altro
 Profondità: riferendosi alla cassa toracica
nell’alternarsi di inspirazione ed espirazione
VALORI IN BASE ALL’ETA’
 Neonato: 40-44 atti respiratori/m
 Lattante: 30 atti respiratori/m
 Bambini: 20-22 atti respiratori/m
 Adulto: 12-20 atti respiratori/m
VALORI DI RIFERIMENTO
 La frequenza respiratoria a riposo è di 12-
16 atti al minuto. Durante l'esercizio fisico
tale frequenza può arrivare sino a 35-45
respiri al minuto.
 Si definisce tachipnea un aumento della
F.R. (> a 20 cicli/m nell’adulto)
 Si definisce bradipnea un calo della F.R.
(< a 12 cicli/m nell’adulto)
FATTORI CHE INFLUENZANO
LA FREQUENZA RESPIRATORIA
 Età
 Attività fisica
 Temperatura corporea (negli stati febbrili la F.R.
aumenta)
 Digestione
 Altitudine (la F.R. aumenta in ambienti rarefatti
di ossigeno, come in alta montagna)
 Posizione del corpo (durante il sonno, in
posizione orizzontale, la F.R. diminuisce)
 Stati tossici (nell’intossicazione da oppiacei o
alcol la F.R. diminuisce)
MATERIALE OCCORRENTE
PER LA RILEVAZIONE DELLA F.R.
 Orologio con i secondi a lancetta;
 Penna e modulo per annotare la F.R. e le
caratteristiche del respiro
 Stetoscopio
PROCEDURA
 Lavaggio sociale delle mani
 Invitare il paziente ad assumere la
posizione supina
 Verificare quale attività stava compiendo
la persona ed eventualmente attendere
qualche minuto prima di procedere
PROCEDURA
 Appoggiare una mano sul torace e osservare e/o
sentire il compimento di un atto respiratorio
(inspirazione ed espirazione) senza informare
il paziente su ciò che viene fatto (fornire
spiegazioni richiama l’attenzione della persona
sulla respirazione e ciò può determinarne una
modificazione)
PROCEDURA
 Contare, guardando l’orologio, il numero
degli atti respiratori compiuti in un minuto
(frequenza) osservando anche lo sforzo
necessario a compierli (qualità), la
regolarità (ritmo) e le caratteristiche dei
movimenti della gabbia toracica
(profondità)
PROCEDURA
 Annotare le caratteristiche rilevate e
posizionare la persona, se necessario,
nella posizione ottimale
 Lavarsi le mani
 Avvisare l’infermiere e/o il medico se
presenta alterazioni della frequenza o del
ritmo
Saturazione
DEFINIZIONE

La saturazione emoglobinica
arteriosa indica la saturazione
dell'emoglobina nel sangue
arterioso.
DEFINIZIONE

La saturazione di ossigeno è un indice


ematico che riflette la percentuale di
emoglobina satura di ossigeno rispetto
alla quantità totale di emoglobina
presente nel sangue.
DEFINIZIONE

In condizioni normali, durante il


passaggio nei polmoni, i globuli rossi
ricchi di emoglobina si caricano o
saturano di ossigeno, che verrà poi
trasportato e ceduto ai vari tessuti
dell'organismo.
EMOGLOBINA

L’emoglobina è una proteina, presente


nei globuli rossi, che facilita il trasporto
dell’ossigeno dai polmoni ai tessuti.
EMOGLOBINA

La percentuale di emoglobina satura di


ossigeno in condizioni normali è
maggiore del 95%, con valori ottimali
intorno al 97-98%.
EMOGLOBINA
In presenza di alcune malattie, principalmente
polmonari, una percentuale inferiore di globuli
rossi lega e trasporta ossigeno all'organismo; di
conseguenza la saturazione d'ossigeno scende al
di sotto del 95% e, raggiunti valori inferiori al 90%,
si parla di ipossiemia, ovvero di una ridotta
quantità di ossigeno nel sangue.
Un valore inferiore all'80% testimonia uno stato
ipossico grave.
EMOGLOBINA
L'ipossiemia è tipica di varie malattie: ostruzioni
delle vie aeree, anemia, sindrome da distress
respiratorio acuto, BPCO (broncopneumopatia
cronica ostruttiva), enfisema, malattia
polmonare interstiziale, polmonite,
pneumotorace, edema polmonare, embolia
polmonare, fibrosi polmonare e sindrome delle
apnee ostruttive durante il sonno.
MONITORAGGIO INCRUENTO
DELLA SATURAZIONE ARTERIOSA
Il monitoraggio incruento della
saturazione arteriosa è un esame che
permette di valutare la percentuale di
emoglobina satura di ossigeno, cioè il
grado di ossigenazione del nostro
sangue.
MONITORAGGIO INCRUENTO
DELLA SATURAZIONE ARTERIOSA
Il monitoraggio incruento della saturazione
arteriosa serve a valutare se il nostro
sangue riesce a ossigenarsi in modo
adeguato nel passaggio attraverso i
polmoni. Permette inoltre una valutazione
“complessiva” di come funziona il nostro
apparato respiratorio nel suo insieme.
MONITORAGGIO INCRUENTO
DELLA SATURAZIONE ARTERIOSA
Può essere eseguita come valutazione “del
momento”, all’atto stesso della sua esecuzione, o
come valutazione nel tempo:
monitoraggio durante il cammino: per valutare
le eventuali variazioni durante uno sforzo (vedi
anche test del cammino);
monitoraggio durante il sonno: per valutare
eventuali patologie che si manifestano con deficit
espiratori durante il sonno.
MONITORAGGIO INCRUENTO
DELLA SATURAZIONE ARTERIOSA
Il monitoraggio incruento della saturazione arteriosa è un esame
che non richiede prelievo di sangue.
Si esegue con l’applicazione di un sensore chiamato
Plussiometro o Saturimetro che rileva la saturazione
dell'ossigeno attraverso la valutazione del diverso colore del
sangue (ossigenato o poco ossigenato). Il sangue ossigenato è di
colore rosso brillante, mentre quello poco ossigenato ha un
colore meno vivo. L’apparecchio invia dei fasci di luce nel campo
del rosso e dell’infrarosso che vengono assorbiti dall’emoglobina:
il rosso viene assorbito dall'Hb ossigenata e l’infrarosso dall'Hb
poco ossigenata) In questo modo si ottengono dei valori di
riferimento per permettere al pulsiossimetro di quantificare
l’emoglobina che viene poi segnalata sul display
dell’apparecchio.
MONITORAGGIO INCRUENTO
DELLA SATURAZIONE ARTERIOSA
FUNZIONAMENTO PLUSSIOMETRO
O SATURIMETRO
 Scegliere un sito dove è migliore il letto vascolare: le
dita, l’alluce o il lobo dell’orecchio;
 In genere la performance delle dita è migliore;
 Se vengono utilizzate le dita rimuovere lo smalto con

acetone in quanto scherma le lunghezze d'onda generate


dalla sonda, rendendo imprecisa la misurazione;
 Il flusso sanguigno dell’estremità dove è posizionata la
sonda non deve avere impedimento.
 In caso di estremità fredde massaggiare la parte prima
dell’applicazione.
MONITORAGGIO CRUENTO

La saturazione di ossigeno può essere


determinata, anche, su un campione di
sangue arterioso, in genere prelevato
dall'arteria radiale del polso. L'esame non è
doloroso, anche se alcuni pazienti lo
considerano un po' più fastidioso rispetto ai
classici prelievi venosi da una vena
dell'avambraccio.
COME SI MISURA LA SATURAZIONE

Il monitoraggio dei valori di saturazione di


ossigeno non è importante a soli fini
diagnostici, ma risulta essenziale anche per
valutare l'efficacia delle terapie
farmacologiche o di altri trattamenti
intrapresi per riportare la saturazione di
ossigeno a valori normali, o per curare la
malattia sottostante.
Temperatura corporea
LA TEMPERATURA CORPOREA

 La temperatura (T.C.) è la misurazione in


gradi centigradi del calore corporeo.
 Esprime l’equilibrio che il nostro
organismo raggiunge tra la perdita e la
produzione di calore.
 E’ regolata dal un sistema di
termoregolazione
VALORI DI RIFERIMENTO

 Si definisce ipertermia (febbre) un aumento


della temperatura corporea
 Si definisce ipotermia un abbassamento della
temperatura corporea
VALORI DI RIFERIMENTO
 Negli esseri umani la temperatura corporea
centrale normale è comunemente considerata di
37 °C, tuttavia questo è un valore approssimato.
approssimato
 Oltre alla variabilità individuale bisogna anche
tenere conto che la temperatura corporea fluttua
normalmente durante il giorno, con il livello più
basso il mattino alle ore 4 e col più alto la sera
alle ore 18. 
FATTORI CHE INFLUISCONO
SULLA TEMPERATURA
CORPOREA
 Temperatura ambientale: prolungate esposizioni
al caldo o al freddo
 Attività fisica: in genere determina un aumento
della T.C.
 Stress: fisico o emotivo, determina un aumento
della T.C.
 Sesso e Attività ormonale: le donne sono più
spesso soggette a variazioni della T.C.
 Età: nel neonato avvengono spesso oscillazioni
della T.C.
SEDI DI RILEVAZIONE
 Cavo ascellare
 Cavo orale
 Cavo rettale
 Cavità timpanica
CAVO ASCELLARE
 La misurazione per via
ascellare è molto diffusa,
ma può fornire talora
valori variabili in quanto
misura la temperatura
della pelle che è
influenzata da fattori
esterni (sudorazione,
ipertermia, ecc.) e dal
posizionamento dello
strumento. 
CAVO ORALE o RETTALE
 La temperatura interna orale o rettale, è
più precisa e indicativa in quanto più vicina
a quella centrale e meno influenzata
dall'ambiente esterno.
CAVO ORALE
 Il termometro va posto in contatto con la mucosa
sublinguale mantenendo la bocca chiusa per
tutta la durata della misurazione.
 È possibile eseguire questa modalità di
rilevazione solo se il paziente è in grado di
tenere fermo il termometro in bocca senza avere
colpi di tosse o vomito. In questo caso i valori
sono considerati normali quando sono compresi
in un intervallo di temperatura tra i 35,5 e i 37,5
°C. 
CAVO ORALE
CAVO RETTALE
 Fornisce risultati più accurati poiché rispecchia
bene la temperatura centrale, ma il metodo è
poco igienico, poco gradevole e invasivo.
 Per rendere meno traumatica l'introduzione del
termometro nel retto è consigliato lubrificare il
suo bulbo con vaselina o prodotti similari.
 Tale procedura può non fornire risultati
attendibili se vi sono disturbi intestinali come
stitichezza, diarrea, emorroidi o infiammazioni
della zona anale. 
CAVITA’ TIMPANICA
 La temperatura auricolare
è circa mezzo grado più
alta di quella esterna e
rispecchia bene la
temperatura ipotalamica,
sede del centro della
termoregolazione.
 La misurazione è rapida,
comoda e innocua perché
non richiede particolare
collaborazione da parte
del soggetto.
TIPI DI TERMOMETRO
 A mercurio o clinici (ormai in disuso sono
sostituiti da quelli timpanici e digitali)
 Elettronici
 Monouso
COME SI MISURA LA T.C.
 Lo strumento normalmente usato è il
“termometro a massima” (serve ad indicare il
valore massimo raggiunto dalla temperatura di
un corpo in un certo intervallo di tempo)
CORRETTA RILEVAZIONE
DELLA TEMPERATURA
CORPOREA
 Accertarsi del grado di mobilità e dello stato di
coscienza del paziente
 Ove possibile rilevare la T.C. almeno 2 volte al
giorno e allo stesso orario (mattino al risveglio e
tardo pomeriggio)
 Nel post-intervento operatorio rilevare la T.C.
frequentemente (anche 4 volte al giorno) e
riferire importanti variazioni all’infermiere e/o
medico
PROCEDURA
RILEVAZIONE CON TERMOMETRO TIMPANICO
 Lavaggio sociale delle mani
 Informare la persona su ciò che viene fatto
e chiederle di assumere (o aiutarla a farlo)
una posizione confortevole
 Coprire la punta della sonda con un
cappuccio monouso
 Inserire la sonda nel canale auricolare
(senza fare pressione)
PROCEDURA
RILEVAZIONE CON TERMOMETRO TIMPANICO

 Rimuovere la sonda dall’orecchio non


appena si sente il segnale sonoro
 Rilevare la temperatura
 Eliminare il cappuccio monouso
 Avvisare l’infermiere e/o il medico per
valori intorno o superiori a 38°C
STATI FEBBRILI
 Sono caratterizzati dal susseguirsi di
varie fasi:
1. Invasione
2. Acme
3. Defervescenza
INVASIONE
 E’ momento iniziale della febbre; la
temperatura sale al di sopra dei livelli
normali, compaiono brividi di freddo
ACME
 La temperatura si stabilizza su valori alti
 Il malato avverte calore intenso
DEFERVESCENZA
 La temperatura diminuisce fino a rientrare
nei parametri normali.
 Tale diminuizione può avvenire “per lisi”
(gradualmente) o “per crisi”
(bruscamente), in quest’ultimo caso con
sudorazione e spossatezza
Pressione arteriosa
MISURARE LA PRESSIONE
DEFINIZIONE
 La pressione arteriosa è la pressione che
il sangue esercita sulle pareti delle arterie
ed è lo sforzo che lo fa scorrere nel
sistema circolatorio, è misurata in
millimetri di mercurio (mmHg).
MECCANISMO DI AZIONE
 La pressione arteriosa sale e scende seguendo i
cicli che il cuore svolge in modo ritmico:
 E’ massima quando il cuore si contrae e spinge
il sangue nelle arterie e nelle vene polmonari, e
si definisce “sistolica”
 E’ minima quando il cuore si rilassa per riempirsi
di sangue prima di contrarsi, e si definisce
“diastolica”
VALORI
 La P.A. normale in un paziente adulto
varia dai 90-130 mmHg (sistolica) ai 60-90
mmHg (diastolica).
 Si parla di “ipertensione” quando la P.A.
sistolica supera i 130 mmHg.
 Si parla di “ipotensione” quando la P.A.
sistolica è sotto i 60 mmHg.
RILEVAZIONE DELLA P.A.
 La misurazione della pressione sanguigna
attraverso l’auscultazione è basata sui
suoni determinati da cambiamenti del
flusso ematico, chiamati suoni di
KorotKoff.
SUONI DI KOROTKOFF
 Fase1 = Il livello pressorio al quale sono avvertiti
i primi battiti, deboli e chiari; essi aumentano nel
momento in cui il manicotto viene sgonfiato
(punto di riferimento per la pressione sistolica)
 Fase 2= Mentre si sgonfia il manicotto, sono
avvertiti murmurii o rumori fruscianti
 Fase 3= I murmurii fruscianti sono più decisi ed
aumentano di intensità.
Il livello pressorio al quale è avvertito l’ultimo
suono che corrisponde alla pressione diastolica.
FATTORI CHE INFLUENZANO
LA PRESSIONE ARTERIOSA

 Età: La pressione aumenta rapidamente


nei primi giorni di vita dopo la nascita e
cresce poi lentamente durante tutta la vita
 Sesso: Rispetto a quelli dell’uomo, la
donna ha livelli pressori più bassi
 Razza: nelle persone di colore i valori
pressori tendono ad essere più alti rispetto
a quelli di persone di razza bianca (origine
genetica)
FATTORI CHE INFLUENZANO
LA PRESSIONE ARTERIOSA
 Esercizio fisico: In base al tipo di attività
compiuta, la pressione tende ad aumentare. Solo
dopo 5 minuti cessata l’attività i valori tornano
normali.
 Stagioni: Nel periodo estivo la pressione si tiene
a valori più bassi rispetto a quelli abituali.
 Altitudine: La temporanea permanenza a quote
elevate, può creare un alterazione ai valori
pressori, a causa della ridotta tensione
dell’ossigeno.
FATTORI CHE INFLUENZANO
LA PRESSIONE ARTERIOSA
 Gravidanza: nei primi tre mesi di gravidanza la
pressione tende ad abbassarsi, solo dopo il secondo
trimestre la pressione rientrerà nei valori normali.
 Postura: In genere la pressione è più bassa nella
posizione sdraiata rispetto a quella seduta o eretta.
 Ritmo circadiano: In genere la pressione si tiene sui
valori bassi la mattina, poi aumenta gradualmente,
raggiunge un picco nel tardo pomeriggio , per poi
scendere gradualmente.
 Stato psicologico: La pressione varia al variare dello
stato psicologico del paziente. Le persone che
conducono una vita rilassata tendono ad avere la
pressione più bassa di quelle persone che vivono in
ambiente stressante.
SFIGMOMANOMETRI
 A colonna
 Aneroide
 Elettronico
SFIGMOMANOMETRO A COLONNA

 Ideato dall’italiano Riva-Rocci, esso è composto


da una camera d’aria di gomma racchiusa in un
manicotto di tela (bracciale) ed è collegato
tramite un primo tubicino di gomma ad una
piccola pompa a mano fornita di valvola che
permette di insufflare aria nel manicotto, da un
secondo tubicino di gomma ad un manometro a
colonna graduata a cristalli liquidi che simula la
funzione del mercurio (ora illegale perché
dannoso), con indicatore dinamico di
visualizzazione dei valori di pressione.
SFIGMOMANOMETRO CON
CAPSULA ANEROIDE

 Apparecchio in cui la colonnina di vetro è


sostituita da un semplice manometro.
SFIGMOMANOMETRO
ELETTRONICO DA POLSO

 È più piccolo rispetto a quelli da braccio,


meno fastidioso durante il gonfiaggio e
consente di misurare la pressione senza
rimuovere gli indumenti.
SFIGMOMANOMETRO
ELETTRONICO DA POLSO
 Presenta però alcuni seri limiti alla sua accuratezza:
grossi errori si possono verificare se il dispositivo non
viene tenuto all'altezza del cuore durante la misurazione
mantenendo l'avambraccio sollevato, o se il polso viene
piegato o esteso, portando ad una compressione di
diverso grado delle arterie del polso da parte del
bracciale gonfiato. Pertanto, a causa di questi
inconvenienti, nella maggior parte dei casi si
raccomanda di dare la preferenza agli strumenti che
misurano la pressione al braccio.
SFIGMOMANOMETRI
FONENDOSCOPIO
 Lo stetofonendoscopio è uno strumento medico
che dispone delle due campane impiegate, a
seconda delle necessità, per l’auscultazione del
torace o dei visceri.
 Il nome deriva dall'unione di due nomi, indicanti due
strumenti diversi.
 Il fonendoscopio (detto anche fonendo) è uno
strumento atto all'auscultazione dei visceri in
generale.
 Lo stetoscopio, è uno strumento medico utile all'
auscultazione del torace.
STETOSCOPIO ACUSTICO
 Lo stetoscopio acustico è il più comune, e
funziona tramite la trasmissione di suoni dal petto,
attraverso dei canali contenenti aria,
alle orecchie dell'uditore. La parte finale, che viene
posizionata sul petto del paziente, può avere forma
di disco o a campana. Quello a forma di disco
trasmette meglio le onde sonore a più alta
frequenza, quello a campana le onde a bassa
frequenza.
 Uno dei problemi degli stetoscopi acustici è il basso
volume del suono trasmesso. Ne consegue, molto
spesso, una difficoltà nell'eseguire una diagnosi
precisa.
STETOSCOPIO ELETTRONICO
 Lo stetoscopio elettronico permette di udire
anche i suoni più deboli, amplificandoli.
 A differenza degli stetoscopi acustici, che sono
tutti basati sullo stesso metodo di
funzionamento, gli stetoscopi elettronici variano
molto tra un modello e l'altro.
 I più semplici funzionano grazie ad un microfono
applicato al petto del paziente, ma, di contro,
risentono del suono dell'ambiente esterno, che
spesso causa interferenze
AMBITO DI COMPETENZA
 La rilevazione della pressione può essere
attribuita all’OSS. E’ preferibile che la
valutazione nella fase di ricovero venga fatta
dall’infermiere.
 Se attribuita all’OSS l’infermiere deve:
- validare la tecnica utilizzata
- fornire delle indicazioni specifiche sul paziente
- ricordare loro di riferire immediatamente valori
al di fuori del range di normalità
MATERIALE OCCORRENTE
 Sfigmomanometro con bracciale delle
giuste dimensioni
 Fonendoscopio
 Penna e modulo per la registrazione dei
dati.
VALUTAZIONE INIZIALE
 A) Identificare il sito migliore: il locale deve essere
tranquillo , ben illuminato, a temperatura standard, non
inquinato da rumori per non rendere difficoltosa
l’auscultazione.
 B) Identificare i fattori fisiologici che possono alterare la
P.A.( esercizio, età, stato psicologico, ecc…..)
 C) Informazioni sulle precedenti misurazioni della
pressione, se disponibili. Chiedere prima di effettuare la
rilevazione informazioni utili al paziente.
 D) Informare il paziente sulla posizione che deve
assumere.
CONTROINDICAZIONI
La pressione arteriosa non deve essere
rilevata sul braccio del paziente se è
presente:
un’infusione endovenosa
una ferita
un arto plegico
una fistola per emodialisi
PROCEDURA
 Lavaggio sociale delle mani
 Identificare il paziente
 Informare il paziente e spiegare, se
necessario quello che si sta facendo
 Preparare il materiale
 Aiutare il paziente ad assumere una
posizione confortevole, a riposo
POSIZIONE CORRETTA
DEL PAZIENTE
 Il paziente dovrebbe essere seduto, a
riposo da cinque minuti
 Deve avere il braccio che si sceglie per la
misurazione a livello del cuore, ben
appoggiato con il palmo della mano rivolto
verso l’alto
 Scoprire completamente la parte superiore
del braccio
PROCEDURA
 Controllare che il bracciale sia
completamente vuoto d’aria
 Avvolgere adeguatamente la cuffia attorno
all’avambraccio con il centro della parte
sgonfiabile sopra l’arteria brachiale
 Il bordo inferiore deve essere 2 cm sopra
lo spazio antecubitale
PROCEDURA
 Applicare il fonendoscopio sull’arteria
brachiale
 Palpare l’arteria radiale con le tre dita e
sentire il polso
 Chiudere la valvola del bulbo e gonfiare sino
a quando non scompare il polso
 Gonfiare il manicotto ad una velocità ottimale
PROCEDURA
 Effettuare la prima lettura quando si sente
il primo suono di Korotkoff e
contemporaneamente compare il polso
(pressione sistolica)
 Continuare a sgonfiare ed effettuare la
seconda lettura quando non si sente più il
suono di Korotkoff (pressione diastolica)
PROCEDURA
 Sgonfiare tutto il bracciale e sfilarlo
 Annotare la pressione nella forma: valore
sistolica/valore diastolica
 Riferire letture anomale e/o degne di nota
all’infermiere e/o medico
PROCEDURA
 Per una corretta misurazione della pressione,
converrà usare sempre, oltre che il medesimo
apparecchio, anche lo stesso braccio del
paziente
 Effettuare le rilevazioni almeno 2 volte al giorno
e sempre agli stessi orari, evitando le prime ore
dopo i pasti
 Per gli ammalati ipertesi i valori pressori
andranno controllati più volte al giorno
Grazie per l’attenzione

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