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PALAZZO

BARBERINI
Di Ludovico Cassina
PALAZZO BARBERINI
 Il complesso di Palazzo Barberini, fu concepito quale coronamento dell’ascesa dell’omonima
famiglia papale per volere dell'allora pontefice Urbano VIII. 

Edificio

Giardini
IL COMMITTENTE
URBANO VIII

 Il 5 agosto 1623 fu nominato pontefice il cardinale Maffeo


Barberini, che prese il nome di Urbano VIII. Il suo
pontificato, durato 21 anni (1623- 1644).
 Per celebrare il potere della sua famiglia decise di realizzare
una dimora fastosa vicino al colle del Quirinale.

Gian Lorenzo Bernini


Ritratto di papa Urbano VII
GLI ARCHITETTI

Carlo Maderno Gian Lorenzo Bernini Francesco Borromini


CARLO MADERNO

• I lavori di costruzione di Palazzo


Barberini iniziarono nel 1627 sotto
la direzione dell'architetto Carlo
Maderno (1556-1629).

• L’ attività dell’ architetto, nella


direzione del cantiere, fu
preminentemente progettuale
poiché, dopo l’inizio dei lavori in
muratura, morì il 31 gennaio 1629.

Prospetto principale su via Quattro Fontane di Palazzo Barberini, Roma


GIAN LORENZO
BERNINI

• Successivamente subentrò alla direzione


dei lavori Gian Lorenzo Bernini (1598-
1680).

• Lo stesso modificò parzialmente il progetto


originale realizzando una costruzione a due
ali, unite da un settore centrale abbellito da
una facciata a logge vetrate.

• Lo schema classico del palazzo


rinascimentale venne così rivoluzionato nel
così detto palazzo- villa, ovvero un edificio
che unisca le due funzioni di abitazione di
rappresentanza e villa suburbana.

Facciata ovest di Palazzo Barberini, via quattro fontane.


FRANCESCO
BORROMINI
Nel cantiere lavorò anche il giovane
Francesco Borromini (1599-1667), nipote
del Maderno, al quale sono riferibili
alcuni dettagli decorativi quali il fregio
del cornicione delle due ali e la scala
elicoidale a pianta ovale.
PALAZZO BARBERINI
LA LOGGIA VETRATA
 La loggia vetrata sorretta da un profondo portico, costituisce il fulcro di rappresentanza della
costruzione che s'incentra sul grande volume del Salone. Quest'ultimo, si sviluppa su due piani
con la grande volta affrescata tra il 1632 ed il 1639 da Pietro da Cortona con il Trionfo della
Divina Provvidenza
PALAZZO BARBERINI
LE DUE ALI
 La facciata del palazzo su via delle Quattro Fontane scandisce, con il doppio ingresso a destra
e a sinistra del porticato, la suddivisione delle due ali aggettanti del palazzo: quella a sud
destinata agli ecclesiastici e quella a nord occupata dal ramo secolare della famiglia. 

Ecclesiastici

Ramo secolare

ne
Via delle quattro fonta
PALAZZO BARBERINI
LE DUE ALI
 Le due ali si diversificano per le scale attraverso le quali si accede ai due settori del palazzo: a
sinistra del porticato, si apre la Scala monumentale, attribuita a Bernini, che rispecchia la
tipologia classica cinquecentesca detta a "pozzo quadrato"; a destra del porticato si trova
invece, la scala elicoidale attribuita a Francesco Borromini, che immetteva ai locali adibiti alla
biblioteca. 

Scala elicoidale
Scala a pozzo quadrato
I TRE LUOGHI
PRINCIPALI
• Scala elicoidale
• Scala a pozzo quadrato
• Trionfo della divina provvidenza
SCALA ELICOIDALE
 Complementare allo scalone quadrato, che serviva l’ala del palazzo riservata al ramo secolare
della famiglia, quello ovale conduceva agli appartamenti designati per il cardinale Francesco
Barberini. 
 La scelta di una realizzazione così ardita fu fortemente influenzato dal modello realizzato da
Ottaviano Mascherino nella villa al Quirinale di Gregorio XIII (1583-85), che portò
l’originaria pianta a base circolare ad assumere una forma ovale con l’accenno sperimentale a
gradini curvilinei.
Veduta dall'alto della
scala elicoidale, palazzo
Barbrini
SCALA ELICOIDALE
STILE
 Borromini elabora una variante basata sulla disposizione
dell’ordine binato dorico lungo il perimetro ovale della tromba
(due coppie ai lati di ciascuna estremità dell’asse maggiore,
una coppia in corrispondenza dell’asse minore).
 Verso il pozzo le linee della trabeazione, del parapetto e della
cornice hanno costantemente la direzione elicoidale
ascendente senza essere interrotte e divenire orizzontali in
corrispondenza dei pianerottoli.
LO SCALONE QUADRATO
 Lo scalone nord venne progettato probabilmente dal Bernini, il quale dovette sottostare ad
alcuni vincoli funzionali e complicazioni costruttive imposte dal preesistente edificio Sforza.
 La scelta di una pianta a base quadrata fu in parte ispirata dalle nuove realizzazioni del Palais
du Luxembourg (“escalier à 6 noyaux”) a Parigi, realizzato tra il 1615 e il 1624 in onore di
Maria de Medici, e anche dalla sperimentazione progettuale di Ottaviano Mascherino
( architetto bolognese attivo a Roma nell’ ultima metà del sedicesimo secolo).
Veduta dall’alto della
scala quadrata, palazzo
Barbierini
LO SCALONE QUADRATO
STILE
 La modernità dello scalone di Palazzo Barberini rispetto alla

tipologia classica cinquecentesca consisteva nella presenza di


sostegni intermedi (pilastri e colonne).

 La struttura muraria e l’introduzione dell’ordine architettonico

lungo i lati del pozzo fino al piano nobile, forniscono


l’appoggio per la copertura delle rampe con volte a botte
cilindriche inclinate. Il sistema a sostegni alternati (pilastri
angolari raccordati da colonne ) si interrompe al primo piano.
LO SCALONE QUADRATO
STILE
 Per quanto riguarda le pareti del pozzo, il passaggio Loggia con paraste
binate
da un livello all’altro della vecchia costruzione Sforza
avviene con la metamorfosi dell’ordine architettonico:
Pannelli murati traforati
dalle colonne raccordate da balaustri (lungo le tre
rampe che salgono al piano nobile, col pianerottolo
pilastrato) si passa ai pannelli murari traforati e con
Colonne e balaustri
semplici fasciature che segnano l’andamento delle
rampe superiori fino alla loggia del secondo piano con
paraste binate.
TRIONFO DELLA DIVINA
PROVVIDENZA
 A Pietro da Cortona fu affidato l’incarico di affrescare la volta del salone di Palazzo Barberini.
Il pittore toscano cominciò l’impresa tra la fine del 1632 e l’inizio del 1633. Il lavoro, lungo e
problematico, anche per le interruzioni dovute agli spostamenti del pittore, si concluse solo
alla fine del 1639. Il complicato soggetto della volta fu ideato dall’erudito Francesco
Bracciolini, esponente della cerchia barberiniana e raffigura:
 Il Trionfo della Divina Provvidenza e il compimento dei suoi fini attraverso il potere spirituale e
temporale del papato al tempo di Urbano VIII. 
Trionfo della
divina
provvidenza
TRIONFO DELLA DIVINA
PROVVIDENZA
DESCRIZIONE
Circondato da allegorie celesti ed episodi mitologici, il centro

della composizione è rappresentato dall’apoteosi della
Provvidenza, in coincidenza con quella del pontefice e della sua
famiglia. La vasta superficie del dipinto (ben 600 metri
quadrati) è divisa in cinque diverse zone corrispondenti alle
cinque parti del cielo, da una finta cornice architettonica, al di
là della quale si staglia il cielo aperto. Pietro vi celebra il
pontificato di Barberini attraverso l’emblema di famiglia: le api
coronate d’alloro.

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