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POLITECNICO DI BARI

Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica


CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA CIVILE

TESI DI LAUREA IN VULNERABILITÀ STRUTTURALE DEGLI EDIFICI ESISTENTI

Approcci di modellazione numerica del collasso progressivo


di edifici intelaiati in c.a. per eventi eccezionali

Relatrice Laureando
Chiar.ma Prof.ssa Ing. Giuseppina Uva Massimo Miscioscia

Anno accademico 2018-2019 Massimo Miscioscia


Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

L’importanza del tema del collasso progressivo


Tutti i tipi di costruzioni, pubbliche e private, possono essere soggette ad azioni eccezionali causate da fenomeni
naturali (terremoti, frane), da attività umana involontaria o volontaria (atti vandalici o terroristici), o, ancora, da
errori di concezione o progettazione strutturale. Il verificarsi di tali azioni, dette eccezionali, conduce all’ingenerarsi
di danni locali, che possono, talvolta, portare al collasso progressivo dell’intera struttura o di larga parte di essa.

Sampoong Department Store (Seoul, 1995) Ronan Point Apartment (Londra, 1968)
A. P. Murrah (Oklahoma,1995)

Anno accademico 2018-2019 Massimo Miscioscia


Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Obiettivo del lavoro di tesi


Offrire una panoramica dei metodi e degli approcci di modellazione numerica ad oggi disponibili per la
valutazione della vulnerabilità delle strutture al collasso progressivo ed analizzare un caso di studio,
effettuando un confronto fra le strategie di modellazione, adottando anche ambienti di calcolo differenti.

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

I riferimenti normativi

Dal punto di vista dal normativo, il tema del collasso progressivo è considerato mediante l’inserimento del requisito strutturale
di robustezza.

Con particolare riferimento all’Eurocodice:


«La robustezza strutturale è un attributo della concezione di una
struttura, che si caratterizza con la sua abilità di limitare le
conseguenze indirette causate da un danno diretto (danneggiamento e
crollo dei componenti strutturali) associati a eventi identificabili o non
specificati (comprese le deviazioni dalle originali assunzioni del
progetto ed errori umani) in modo che non sia sproporzionato se
comparato alle conseguenze che gli eventi causerebbero se presi da
soli.»

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

I riferimenti normativi

Dal punto di vista dal normativo, il tema del collasso progressivo è considerato mediante l’inserimento del requisito strutturale
di robustezza.

Anno accademico 2018-2019 Massimo Miscioscia


Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

I metodi di progettazione

Approcci prescrittivi
definizione di caratteristiche minime che la struttura deve
possedere, capaci di incrementare la sicurezza dell’opera nei
confronti del collasso sproporzionato ad un livello considerato
sufficiente.
Incatenamenti Compartimentazione

Approcci prestazionali
valutano il comportamento della struttura per un dato set di
scenari di rischio preventivamente definiti, avendo
preventivamente definito anche le prestazioni attese associate a
ciascuno dei diversi scenari.

Key elements design Alternate Load Path

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Peculiarità della risposta delle strutture in c.a. alle azioni estreme


In generale, i meccanismi resistivi che si verificano nelle strutture in c.a. a seguito della rimozione di una colonna messi in
evidenza dalle campagne sperimentali sono quelli qui di seguito presentati:
Vierendeel action
Tale meccanismo è condizionato al comportamento dei solai,
delle travi e delle colonne adiacenti alla colonna rimossa, i quali
assumono lo stesso comportamento di un sistema Vierendeel.

Effetto compressive arch


A causa dei vincoli orizzontali imposti dagli elementi adiacenti
ancora intatti e non direttamente interessati dalla rimozione
della colonna, le travi e i solai supportati dalla colonna
resistono attraverso un meccanismo ad arco.

Effetto catenaria
Insorgono sforzi membranali di trazione nelle travi e nei solai,
dando inizio all’effetto catenaria. In questa condizione sia
l’armatura tesa che quella compressa risultano soggette a
trazione e il calcestruzzo risulta non reagente. In aggiunta a
questo, a causa dell’elevata rotazione della trave ci sarà una
componente verticale degli sforzi di trazione che permette di
gestire gli incrementi di carico dovuti alla rimozione della
colonna.
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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Gli strumenti di analisi


Nonostante la complessità del fenomeno legata al coinvolgimento del comportamento non lineare dei materiali, al verificarsi di
impatti e collisioni e di grandi deformazioni, grazie alle capacità computazionali oggi a disposizione, i modelli numerici
attualmente disponibili consentono di interpretare in maniera affidabile e accurata i meccanismi coinvolti nel collasso progressivo.
Quelli maggiormente impiegati sono il Finite Element Method, il Discrete Element Method, l’Applied Element Method e il Coesive
Element Method.

Finite Element Method

Applied Element Method


Appartiene ai Rigid Body and Spring Model (RBSM), ossia
metodi che prevedono la schematizzazione dell’elemento
strutturale attraverso un insieme di corpi rigidi connessi fra loro
tramite molle. I vantaggi derivanti da queste applicazioni sono da
individuare in una corretta rappresentazione del processo di
frattura, permettendo di seguire il comportamento della struttura
dall’applicazione dei carichi fino al totale collasso.

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Presentazione del caso studio


Il caso studio oggetto di questa trattazione è un edificio adibito a civile abitazione composto da 3 impalcati con altezza di
interpiano H = 3 m, per un’altezza complessiva della costruzione di 9 m. L’edificio ha pianta rettangolare, costituito da quattro
campate di luce 5 m nella direzione longitudinale e due campate di luce 6 m nella direzione trasversale. Nel caso in esame, si è
scelto di posizionare la costruzione nella località di Bari (41°7’31” N, 16°52’0” E) con il solo scopo di ottenere un edificio che sia
rappresentativo della zona 3, a sismicità bassa, così come definita dall’Ordinanza del PCM n. 3519/2006.

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Presentazione del caso studio


Il caso studio oggetto di questa trattazione è un edificio adibito a civile abitazione composto da 3 impalcati con altezza di
interpiano H = 3 m, per un’altezza complessiva della costruzione di 9 m. L’edificio ha pianta rettangolare, costituito da quattro
campate di luce 5 m nella direzione longitudinale e due campate di luce 6 m nella direzione trasversale. Nel caso in esame, si è
scelto di posizionare la costruzione nella località di Bari (41°7’31” N, 16°52’0” E) con il solo scopo di ottenere un edificio che sia
rappresentativo della zona 3, a sismicità bassa, così come definita dall’Ordinanza del PCM n. 3519/2006.

Gli scenari di danno

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Presentazione del caso studio


Il caso studio oggetto di questa trattazione è un edificio adibito a civile abitazione composto da 3 impalcati con altezza di
interpiano H = 3 m, per un’altezza complessiva della costruzione di 9 m. L’edificio ha pianta rettangolare, costituito da quattro
campate di luce 5 m nella direzione longitudinale e due campate di luce 6 m nella direzione trasversale. Nel caso in esame, si è
scelto di posizionare la costruzione nella località di Bari (41°7’31” N, 16°52’0” E) con il solo scopo di ottenere un edificio che sia
rappresentativo della zona 3, a sismicità bassa, così come definita dall’Ordinanza del PCM n. 3519/2006.

Gli scenari di danno

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Presentazione del caso studio


Il caso studio oggetto di questa trattazione è un edificio adibito a civile abitazione composto da 3 impalcati con altezza di
interpiano H = 3 m, per un’altezza complessiva della costruzione di 9 m. L’edificio ha pianta rettangolare, costituito da quattro
campate di luce 5 m nella direzione longitudinale e due campate di luce 6 m nella direzione trasversale. Nel caso in esame, si è
scelto di posizionare la costruzione nella località di Bari (41°7’31” N, 16°52’0” E) con il solo scopo di ottenere un edificio che sia
rappresentativo della zona 3, a sismicità bassa, così come definita dall’Ordinanza del PCM n. 3519/2006.

Gli scenari di danno

Anno accademico 2018-2019 Massimo Miscioscia


Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Presentazione del caso studio


Il caso studio oggetto di questa trattazione è un edificio adibito a civile abitazione composto da 3 impalcati con altezza di
interpiano H = 3 m, per un’altezza complessiva della costruzione di 9 m. L’edificio ha pianta rettangolare, costituito da quattro
campate di luce 5 m nella direzione longitudinale e due campate di luce 6 m nella direzione trasversale. Nel caso in esame, si è
scelto di posizionare la costruzione nella località di Bari (41°7’31” N, 16°52’0” E) con il solo scopo di ottenere un edificio che sia
rappresentativo della zona 3, a sismicità bassa, così come definita dall’Ordinanza del PCM n. 3519/2006.

Gli scenari di danno

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Valutazione del comportamento a collasso progressivo


Scenari di danno: I II III IV

Analisi statica non lineare


Strategie per la simulazione della
rimozione: B e C
Finite Element Method
Scenari di danno: I II III IV

Modelli strutturali: con e senza


Analisi dinamica non lineare
solaio

Non linearità geometriche: P-∆,


Large displacement

Scenari di danno: I

Applied Element Method Analisi dinamica non lineare Modello strutturale con solaio

Non linearità geometriche: P-∆


+ Large displacement
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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Finite Element Method > ANALISI STATICA NON LINEARE

Analisi statica non lineare


Modello strutturale Modello della cerniera plastica

UFC 4-023-03

Combinazione
  delle azioni
  nelle zone distanti dalla colonna rimossa
 nelle zone adiacenti la colonna rimossa

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Finite Element Method > ANALISI STATICA NON LINEARE

Strategie di simulazione della rimozione della colonna


Strategia B

 definiti gli n scenari di danno, si risolve la struttura di partenza non danneggiata;


 per ciascuna colonna rimossa i, caricata la struttura come previsto dalla
combinazione si rimuove l’elemento e si procede all’analisi statica non lineare, detta
“Pushdown”: l’analisi parte da una condizione di carico nulla e si procede
all’incremento dei carichi gravitazionali, monitorando lo spostamento verticale del
nodo in testa all’elemento danneggiato.
 si esegue un numero di analisi pari al numero degli elementi danneggiati n.

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Finite Element Method > ANALISI STATICA NON LINEARE

Strategie di simulazione della rimozione della colonna


Strategia B

 definiti gli n scenari di danno, si risolve la struttura di partenza non danneggiata;


 per ciascuna colonna rimossa i, caricata la struttura come previsto dalla
combinazione si rimuove l’elemento e si procede all’analisi statica non lineare, detta
“Pushdown”: l’analisi parte da una condizione di carico nulla e si procede
all’incremento dei carichi gravitazionali, monitorando lo spostamento verticale del
nodo in testa all’elemento danneggiato.
 si esegue un numero di analisi pari al numero degli elementi danneggiati n.

Strategia C

 PRE-PROCESSING:
 i carichi sono stati applicati alla struttura non danneggiata secondo la combinazione
al fine di ricavare il sistema di sollecitazioni F in testa al i-esimo pilastro che verrà
rimosso;
 l'elemento danneggiato i viene rimosso e si applica F* al nodo in testa, tale che
F*=-F;
 un sistema di forze e momenti f opposte e uguali a F* è applicato al nodo.

ANALISI:
 applicazione statica dei carichi gravitazionali; F
 incremento di f da 0→F, tale che F*-f=0, in modo da simulare lo scarico
incrementale del nodo della colonna

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Finite Element Method > ANALISI STATICA NON LINEARE

Strategie di simulazione della rimozione della colonna


Strategia B

 definiti gli n scenari di danno, si risolve la struttura di partenza non danneggiata;


 per ciascuna colonna rimossa i, caricata la struttura come previsto dalla
combinazione si rimuove l’elemento e si procede all’analisi statica non lineare, detta
“Pushdown”: l’analisi parte da una condizione di carico nulla e si procede
all’incremento dei carichi gravitazionali, monitorando lo spostamento verticale del
nodo in testa all’elemento danneggiato.
 si esegue un numero di analisi pari al numero degli elementi danneggiati n.

Strategia C

 PRE-PROCESSING:
 i carichi sono stati applicati alla struttura non danneggiata secondo la combinazione
al fine di ricavare il sistema di sollecitazioni F in testa al i-esimo pilastro che verrà
rimosso;
 l'elemento danneggiato i viene rimosso e si applica F* al nodo in testa, tale che
F*=-F;
 un sistema di forze e momenti f opposte e uguali a F* è applicato al nodo.

ANALISI:
 applicazione statica dei carichi gravitazionali; F F*
 incremento di f da 0→F, tale che F*-f=0, in modo da simulare lo scarico
incrementale del nodo della colonna

Anno accademico 2018-2019 Massimo Miscioscia


Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Finite Element Method > ANALISI STATICA NON LINEARE

Strategie di simulazione della rimozione della colonna


Strategia B

 definiti gli n scenari di danno, si risolve la struttura di partenza non danneggiata;


 per ciascuna colonna rimossa i, caricata la struttura come previsto dalla
combinazione si rimuove l’elemento e si procede all’analisi statica non lineare, detta
“Pushdown”: l’analisi parte da una condizione di carico nulla e si procede
all’incremento dei carichi gravitazionali, monitorando lo spostamento verticale del
nodo in testa all’elemento danneggiato.
 si esegue un numero di analisi pari al numero degli elementi danneggiati n.

Strategia C

 PRE-PROCESSING:
 i carichi sono stati applicati alla struttura non danneggiata secondo la combinazione
al fine di ricavare il sistema di sollecitazioni F in testa al i-esimo pilastro che verrà
rimosso;
 l'elemento danneggiato i viene rimosso e si applica F* al nodo in testa, tale che
F*=-F;
 un sistema di forze e momenti f opposte e uguali a F* è applicato al nodo.

ANALISI:
 applicazione statica dei carichi gravitazionali; F F* f
 incremento di f da 0→F, tale che F*-f=0, in modo da simulare lo scarico
incrementale del nodo della colonna

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Finite Element Method > ANALISI STATICA NON LINEARE

Confronto fra strategie di simulazione della rimozione della colonna


Strategia B

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Finite Element Method > ANALISI STATICA NON LINEARE

Confronto fra strategie di simulazione della rimozione della colonna


Strategia C

F F* f

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Finite Element Method > ANALISI STATICA NON LINEARE

Monitoraggio delle rotazioni all’estremità delle travi nel caso della strategia B

Sono
  state monitorate le rotazioni
all’estremità degli elementi strutturali al
fine di confrontarle con il valore limite
delle rotazioni plastiche definito da
UFC4-023-03 per lo stato limite Life
Safety :

Scenario II, step 19 %carico= 98,67% Scenario IV, step 19 %carico= 96,52%

Scenario II Scenario IV
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Finite Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE

Analisi dinamica non lineare


Modello strutturale

 Privo di solaio

 Con solaio

Non linearità geometriche


 P-∆
 P-∆ + Large displacement, al fine di tenere conto dell’effetto
catenaria

Combinazione
  delle azioni

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Finite Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE

Strategia di simulazione della rimozione della colonna

Pre-processing

 i carichi sono stati applicati alla struttura non danneggiata


secondo la combinazione ;
 si è risolta la struttura al fine di ricavare il sistema di F
sollecitazioni F in testa al i-esimo pilastro che verrà rimosso.

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Finite Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE

Strategia di simulazione della rimozione della colonna

Pre-processing

 i carichi sono stati applicati alla struttura non danneggiata


secondo la combinazione ;
 si è risolta la struttura al fine di ricavare il sistema di F F*
sollecitazioni F in testa al i-esimo pilastro che verrà rimosso.

Analisi dinamica non lineare

 rimosso il pilastro i, si è applicato al nodo in testa al pilastro


rimosso il sistema di forze F*=-F;
 si è definita una funzione time-history, come in Figura, tale
che assuma valore unitario fino ad un tempo 0,4s e valore
nullo da 0,5s in modo da applicare la rimozione della colonna
con una durata di 1/10 di secondo;
 si è applicata tale funzione alla funzione F* risolvendo l’analisi
lineare time-history considerando uno smorzamento del 5%.

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Introduzione Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Finite Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE

Strategia di simulazione della rimozione della colonna

Pre-processing

 i carichi sono stati applicati alla struttura non danneggiata


secondo la combinazione ;
 si è risolta la struttura al fine di ricavare il sistema di F F*
sollecitazioni F in testa al i-esimo pilastro che verrà rimosso.

Analisi dinamica non lineare

 rimosso il pilastro i, si è applicato al nodo in testa al pilastro


rimosso il sistema di forze F*=-F;
 si è definita una funzione time-history, come in Figura, tale
che assuma valore unitario fino ad un tempo 0,4s e valore
nullo da 0,5s in modo da applicare la rimozione della colonna
con una durata di 1/10 di secondo;
 si è applicata tale funzione alla funzione F* risolvendo l’analisi
lineare time-history considerando uno smorzamento del 5%.

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Introduzione Background
Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni
Analisi Dinamica Non Lineare FEM
Finite Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE

Confronto dei risultati ottenuti per i due modelli strutturali e valutazione


dell’influenza del solaio

Modello privo di solaio Modello con solaio

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Introduzione Background
Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni
Analisi Dinamica Non Lineare FEM
Finite Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE
Confronto dei risultati ottenuti per i due modelli strutturali e valutazione
dell’influenza del solaio

Rimozione I: Rimozione II:

Rimozione III:
Rimozione IV:

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Introduzione Background
Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni
Analisi Dinamica Non Lineare FE
FEM
Finite Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE
Confronto dei risultati ottenuti nell’ipotesi di Large displacement

P-∆ P-∆ + Large displacement

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Introduzione Background
Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Finite Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE


Confronto dei risultati ottenuti nel caso di ipotesi di Large displacement

Rimozione I: Rimozione II:

Rimozione III: Rimozione IV:

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Introduzione Background
Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni
Analisi Dinamica Non Lineare FEM
Applied Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE

Analisi dinamica non lineare per il solo scenario IV

Modello strutturale con solaio Combinazione


  delle azioni

Non linearità geometriche P-∆ + Large displacement

Modellazione del materiale


  matrix springs: riferite al calcestruzzo;
 reinforcement springs: riferite alle barre di armatura.
 separation strain:

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Introduzione Background
Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Applied Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE

Strategia di simulazione della rimozione della colonna

Fase 1

 
i carichi sono stati inseriti come Lumped Mass;
 applicazione statica dei carichi gravitazionali alla struttura non
danneggiata secondo la combinazione .

Fase 2

 si è utilizzato lo scenario Element Demolish definendo gli


elementi del pilastro da rimuovere;
 l’analisi è stata risolta assumendo un time stepping di 0,001s
per un totale di 4s.

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Introduzione Background
Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Applied Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE

Spostamento verticale del nodo per lo scenario di


rimozione IV

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Introduzione Background
Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni

Applied Element Method > ANALISI DINAMICA NON LINEARE


Confronto critico dei risultati negli ambienti AEM e FEM
per lo scenario IV
 Il risultato ottenuto in AEM si è confrontato con quello
ottenuto da analisi FEM nel modello con il solaio e
considerando gli effetti dei Large Displacements.

I risultati si presentano confrontabili nel primo tratto, benché


il valore finale dello spostamento verticale risulti differente:

e quindi uno scarto percentuale del +31%. Tali differenze


possono essere attribuibili ad un diversa formulazione dei
due metodi. Inoltre, la mesh utilizzata per l’Applied Element
Method, imposta dai limiti della versione del software a
disposizione, potrebbe aver influenzato la risposta
strutturale.

Scenario IV

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Introduzione Background
Obiettivi I riferimenti normativi Metodi di progettazione Risposta delle strutture in c.a. Strumenti di analisi Caso studio Conclusioni
Analisi Dinamica Non Lineare FEM

Conclusioni
 Con riferimento ai risultati ottenuti dall’analisi statica non lineare e secondo quanto dettato dai limiti di
normativa, la struttura considerata come caso di studio non risulta presentare grossi margini di sicurezza nei
confronti del collasso progressivo, specie se si tiene conto del «rischio implicito» della progettazione, legato
alle incertezze di materiale e di modellazione. Nel caso di edifici esistenti, l’influenza di tali incertezze sul
comportamento della struttura risulterebbe, in tal senso, amplificata.
 Le strategie B e C adottate per l’analisi statica non lineare sono considerate, dalla letteratura scientifica, una
buona modalità per rappresentare la rimozione della colonna. Con riferimento al caso studio, entrambe le
strategie hanno restituito risultati sovrapponibili.
 L’adozione dell’ipotesi dei Large Displacements consente di tenere conto dell’effetto catenaria, così come
confermato dai risultati delle analisi dinamiche non lineari che mostrano sostanzialmente una riduzione dello
spostamento verticale del nodo in alcuni degli scenari di rimozione considerati.
 Le differenze nei risultati ottenuti fra metodo FEM e AEM sono da ricercare nella differente formulazione dei
due metodi. Il metodo agli elementi finiti risulta, in tal senso, più cautelativo, benché risulti plausibile che
l’Applied Element Method, ideato per tali scopi, permetta di cogliere aspetti specifici del colIasso
progressivo. Infine, i risultati possono essere stati influenzati dalla mesh utilizzata per l’applied element
method, imposta dai limiti della versione del software a disposizione.
 Tra gli sviluppi futuri rientrano analisi su studi reali al fine di avere riscontri di tipo sperimentale.

Anno accademico 2018-2019 Massimo Miscioscia


GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

Massimo Miscioscia

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