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Luiss Guido Carli
2011-2012
IL BILANCIO BANCARIO E
LA VALUTAZIONE DELLE
ATTIVITÀ FINANZIARIE
INDICE
IL BILANCIO DI ESERCIZIO
LA VALUTAZIONE DELLE ATTIVITÀ
FINANZIARIE
LA VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO
NELLE BANCHE
2
INDICE
IL BILANCIO DI ESERCIZIO
LA VALUTAZIONE DELLE ATTIVITÀ
FINANZIARIE
LA VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO
NELLE BANCHE
3
FONTI NORMATIVE
4
L’INTRODUZIONE DEGLI IAS
È stato necessario introdurre a livello europeo:
– una normativa di riferimento unica ed efficacemente applicabile per le
aziende europee
– una normativa in grado di assicurare trasparenza e comparabilità
dell’informativa finanziaria
– una normativa che permettesse alle aziende comunitarie di competere
equamente
Il bilancio deve rispondere alle esigenze informative degli
stakeholders
Le informazioni che il bilancio deve fornire sono:
– la situazione patrimoniale/finanziaria
– l’andamento economico in seguito a cambiamenti della situazione
patrimoniale/finanziaria
– tutte le altre informazioni utili ad un’ampia serie di possibili utilizzatori
nel processo di decisione economica
Il processo di redazione del bilancio diviene più complesso
Nel bilancio non è più predominante il principio della prudenza
È previsto l’utilizzo del criterio del fair value
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I PRINCIPI DI MAGGIOR IMPATTO PER LE
BANCHE
TOTALE ATTIVO
7
LA CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ
FINANZIARIE
Attività detenute per la negoziazione
– Attività acquisite con lo scopo di essere vendute nel breve termine
Attività valutate al fair value
– variazione del valore contabilizzata a conto economico. Rientra in questa categoria
qualsiasi attività così definita al momento dell’acquisto indipendentemente dalle
finalità connesse alla detenzione
Attività disponibili per la vendita
– Attività indicate appositamente come tali ovvero individuate in via residuale come
non rientranti nelle precedenti categorie
Attività detenute fino a scadenza
– Attività non derivate con scadenza fissa e pagamenti fissi o determinabile,
acquistate con lo scopo di detenerle fino a scadenza
Crediti e finanziamenti
– Attività non derivate con pagamenti fissi o determinabili non quotate in un mercato
attivo
8
LE ATTIVITÀ FINANZIARIE: UN
APPROFONDIMENTO
Attività finanziarie detenute fino a scadenza
– Rientrano in questa categoria gli strumenti che la banca acquista con
l’unico scopo di detenerli fino alla data di scadenza
– Non possono rientrare in questa categoria:
I titoli azionari
Le opzioni
Warrant e diritti su azioni
Gli strumenti puttable
Strumenti per cui si ha intenzione di effettuare interventi di copertura dal
rischio di tasso d’interesse e dal rischio di pagamento anticipato
Strumenti finanziari disponibili per la vendita
– Sono classificate come tali le attività finanziarie non derivate, che non
sono state classificate nelle altre categorie
– È una categoria residuale
– Possono essere classificate come tali:
Titoli obbligazionari che non sono oggetto di attività di trading
Le azioni non detenute con finalità di negoziazione ovvero non qualificabili
come di controllo, di collegamento o controllo congiunto (anche quote di
investimenti di private equity ovvero in fondi di private equity)
Quote di prestiti sindacati sottoscritti e destinati fin dall’origine alla cessione
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LO STATO PATRIMONIALE PASSIVO
VOCI DEL PASSIVO ANNO X ANNOX-1
10 Debiti verso banche
20 Debiti verso clientela
30 Titoli in circolazione
40 Passività finanziarie di negoziazione
50 Passività finanziarie valutate al fair value
60 Derivati di copertura
70 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di
copertura generica (+/-)
80 Passività fiscali
90 Passività associate ad attività in via di dismissione
100 Altre passività
110 Trattamento di fine rapporto del personale
120 Fondi per rischi e oneri
130 Riserve da valutazione
140 Azioni rimborsabili
150 Strumenti di capitale
160 Riserve
170 Sovrapprezzi di emissione
180 Capitale
190 Azioni proprie (-)
200 Utile perdita esercizio
TOTALE PASSIVO 10
LE NUOVE VOCI DEL PASSIVO
Le passività finanziarie di negoziazione:
– figurano nella presente voce le passività finanziarie, qualunque sia
la loro forma tecnica, detenute per finalità di negoziazione come
ad esempio:
contratti derivati non rilevati come strumenti di copertura
obbligazioni a consegnare attività finanziarie in caso di operazioni
allo scoperto
passività finanziarie emesse con l’obiettivo di riacquistarle nel breve
termine
– la valutazione, tranne particolari casi, è effettuata al fair value
Le passività finanziarie valutate al fair value:
– Le banche, come nel caso delle attività finanziarie, possono
decidere di iscrivere le passività in questa voce, va esclusa la quota
dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata
presso terzi.
11
RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO
PATRIMONIALE
Voci
Attività fiscali
(130)
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
(140)
Altre attività
(150)
Attività reali (AR)
Patrimonio (PATR)
Capitale (100)
Sovrapprezzi di emissione (170)
Riserve da valutazione (130)
Azioni rimborsabili (140)
Strumenti di capitale (150)
Riserve (160)
Azioni proprie (-) (190)
Utile (perdita) d’esercizio (+/-) (200)
13
Totale passivo e netto
IL CONTO ECONOMICO
10
1. Interessi attivi e proventi assimilati 20
2. Interessi passivi e oneri assimilati 30
3. MARGINE D’INTERESSE (1-2) (MINS) 40
4. Commissioni attive 50
5. Commissioni passive 60
6. COMMISSIONI NETTE (4-5) 70
7. Dividendi e proventi simili 80
8. Risultato netto dell’attività di negoziazione 90
9. Risultato netto dell’attività di copertura 100
10. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
d) passività finanziarie 110
11. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value 120
12. MARGINE DI INTERMEDIAZIONE (3+6+7+8+9+/-10+11) (MINT)
14
IL CONTO ECONOMICO (segue)
15
IL CONTO ECONOMICO (segue)
210
21. Utili (Perdite) delle partecipazioni
220
22. Risultato netto della valutazione al fair value delle
attività immateriali
230
23. Rettifiche di valore dell'avviamento
240
24. Utili (Perdite) da cessione di investimenti
250
25. UTILE (PERDITA) DELL’OPERATIVITÀ CORRENTE AL LORDO
DELLE IMPOSTE (14-20+/-21+22-23+/-24)
260
26. Imposte sul reddito dell'esercizio dell’operatività
corrente
270
27. UTILE (PERDITA) DELL’OPERATIVITÀ CORRENTE AL NETTO
DELLE IMPOSTE (25-26)
280
28. Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto
delle imposte
290
29. UTILE (PERDITA) D’ESERCIZIO (27+/-28)
16
I CRITERI DI RICLASSIFICAZIONE DEL
CONTO ECONOMICO
17
INDICE
IL BILANCIO DI ESERCIZIO
LA VALUTAZIONE DELLE
ATTIVITÀ FINANZIARIE
LA VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO
NELLE BANCHE
18
LA VALUTAZIONE DEI TITOLI E I
CRITERI DI CONTABILIZZAZIONE
La valutazione iniziale dei titoli avviene al fair value
Strumenti finanziari detenuti per la negoziazione
– Sono valutati al fair value
Strumenti finanziari designati al fair value
Strumenti finanziari detenuti fino a scadenza
– Sono valutati al costo ammortizzato
La valutazione degli strumenti finanziari disponibili per la vendita
– Le attività finanziarie quotate sono valutate al fair value con contropartita
Patrimonio netto, dove sono rilevati gli utili/perdite derivanti dalla variazione del fair value
Conto economico, in cui vanno rilevati i proventi e gli oneri realizzati in seguito alla cancellazione (storno
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LA DETERMINAZIONE DEL FAIR VALUE
Per i titoli quotati in un mercato regolamentato è il prezzo
di mercato
– Per un’attività da rivendere è il bid price
– Per un’attività da acquistare è l’asking price
– Nel caso di assenza di questi prezzi è il prezzo dell’operazione più
recente
Nel caso di attività non quotate si può procedere utilizzando delle
tecniche di stima
– Hanno l’obiettivo di valutare quale sarebbe stato il prezzo di una
transazione alla data di valutazione in normali condizioni di mercato
– Devono far possibilmente ricorso ai dati di mercato e solo se non fossero
disponibili ad altre informazioni interne al soggetto emittente l’attività
finanziaria
– Incorporano tutti gli elementi che i partecipanti al mercato
considererebbero nel regolare il prezzo
– Deve essere coerente con le diffuse metodologie economiche utilizzate
per determinare i prezzi degli strumenti finanziari
20
LE RIPERCUSSIONI SUL CONTO
ECONOMICO
ANNO ANNO
VOCI DEL CONTO ECONOMICO
X X-1
10 Interessi attivi e proventi assimilati
20 Interessi passivi e oneri assimilati
30 MARGINE D’INTERESSE (10+20) (MINS)
40 Commissioni attive
50 Commissioni passive
60 COMMISSIONI NETTE (40+50)
70 Dividendi e proventi simili
80 Risultato netto dell’attività di negoziazione
90 Risultato netto dell’attività di copertura
100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
d) passività finanziarie
110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair
value
120 MARGINE DI INTERMEDIAZIONE (30+60+70+80+90+/-
100+110) (MINT)
21
LE RIPERCUSSIONI SUL CONTO
ECONOMICO (segue)
ANNO
VOCI DEL CONTO ECONOMICO ANNOX
X-1
23
I COSTI E PROVENTI DELLA
TRANSAZIONE
Sono quei costi/proventi che sono direttamente attribuibili alla transazione e che
senza di essa si sarebbero prodotti
La loro presenza incide direttamente sul tasso d’interesse effettivo
– In presenza di costi imputabili alla transazione l’ammontare erogato effettivo sarà
superiore a quello nominale, di conseguenza il tasso effettivo del credito sarà inferiore al
tasso contrattuale
– In presenza di proventi imputabili al credito l’ammontare erogato effettivo sarà inferiore
a quello nominale, di conseguenza il tasso effettivo del credito sarà superiore al tasso
contrattuale
Sono da includere nei costi della transazione:
– I diritti e le commissioni pagate ad agenti, consulenti, mediatori ed altri intermediari di
mercato
– I contributi dovuti ad organi regolamentari e alle borse
– Le imposte e tasse dovute per la conclusione dei contratti
Si escludono
– I premi e gli sconti
– I costi di finanziamento
– I costi interni amministrativi o di gestione
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IL TASSO DI INTERESSE EFFETTIVO
Il tasso effettivo di rendimento di una attività finanziaria è il tasso che soddisfa
la seguente equazione
k m k 1 m1
Ak A1k 1
k 1 ( 1 Tie )
tk
( 1 Tie ) t 1k
k 1 1
Dove:
Tie= tasso di interesse effettivo
k = numero d’ordine di un credito
k1 = numero d’ordine di un rimborso
Ak = importo dell’erogazione numero k
A1K1 = importo di rimborso del numero k
m = numero d’ordine dell’ultima erogazione
m1 = numero d’ordine dell’ultimo rimborso
tk = intervallo espresso in anni e frazioni di anno tra la data
dell’erogazione n. 1 e le date delle ulteriori erogazioni da 2 a m
t1k = intervallo espresso in anni e frazioni di anni fra la data
dell’erogazione n.1 e le date dei rimborsi da 1 a m
25
Fonte: Mazzeo, R. Palombini, E. Zorzoli, S. (a cua di), (2005), IAS-IFRS e imprese bancarie, edibank, Roma.
IL TASSO DI INTERESSE EFFETTIVO
(segue)
Il rendimento del credito è quello effettivamente prodotto
dall’operazione
La rata calcolata al tasso nominale si configura come un
semplice flusso di cassa senza alcun effetto economico
Il Tie calcolato all’origine non si modifica nel tempo
– In caso di tassi fissi
– Indipendentemente dall’effettivo incasso dei dei flussi di cassa
– Indipendentemente dall’eventuale rinegoziazione del credito
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ESEMPIO DI COSTO AMMORTIZZATO-
TASSO FISSO
Anno Flussi Valore Si ipotizza di avere un credito a
attesi attuale durata decennale di 10.000, a tasso
Anno 1 1.000 912 contrattuale pari al 10% e avente
Anno 2 1.000 831 costi di transazione per 200
Anno 3 1.000 758 Il piano di rimborso prevede il
Anno 4 1.000 691 pagamento annuo degli interessi e il
Anno 5 1.000 630 Valore del
pagamento finale degli interessi
Anno 6 1.000 574 TIE dell’ultimo anno più l’intera quota
Anno 7 1.000 524
9,679% capitale
Anno 8 1.000 478
Come di seguito dimostrato il TIE
che eguaglia l’ammontare dei flussi
Anno 9 1.000 435
contrattuali attesi con il valore
Anno 10 11.000 4.367
attuale erogato comprensivo dei costi
Totale 10.200
di transazione è pari al 9,679%
27
Fonte: Mazzeo, R. Palombini, E. Zorzoli, S. (a cua di), (2005), IAS-IFRS e imprese bancarie, edibank, Roma.
ESEMPIO DI COSTO AMMORTIZZATO-
TASSO FISSO (segue)
Il valore contabile del credito varierà lungo la sua vita come rappresentato nella tabella
seguente
29
ESEMPIO DI COSTO AMMORTIZZATO-
TASSO VARIABILE
Il valore contabile del credito varierà lungo la sua vita come rappresentato nella tabella
seguente
Anno CA Inizio TIE Flussi Differenz CA fine
anno attesi a anno
Anno 1 10.200 403 440 37 10.163
Anno 2 10.163 402 440 38 10.125
Anno 3 10.125 400 440 40 10.085
Anno 4 10.085 398 440 42 10.043
Anno 5 10.043 397 10.440 - -
31
Fonte: Mazzeo, R. Palombini, E. Zorzoli, S. (a cua di), (2005), IAS-IFRS e imprese bancarie, edibank, Roma.
ESEMPIO DI COSTO AMMORTIZZATO-
TASSO VARIABILE (segue)
ANNO ANNO
VOCI DEL CONTO ECONOMICO
X X-1
10 Interessi attivi e proventi assimilati
20 Interessi passivi e oneri assimilati
30 MARGINE D’INTERESSE (10+20) (MINS)
40 Commissioni attive
50 Commissioni passive
60 COMMISSIONI NETTE (40+50)
70 Dividendi e proventi simili
80 Risultato netto dell’attività di negoziazione
90 Risultato netto dell’attività di copertura
100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
d) passività finanziarie
110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair
value
120 MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
(30+60+70+80+90+100+110) (MINT) 33
LA VALUTAZIONE DEI CREDITI NON
PERFORMING
Lo Ias 39 richiede che a ogni chiusura del bilancio si proceda
all’accertamento dell’esistenza di una durevole perdita di valore
(impairment) per ogni attività finanziaria ovvero gruppo di attività
finanziarie
La perdita di valore può essere rilevata in molte condizioni, fra le
più frequenti:
– Significative difficoltà finanziarie del debitore
– Violazione degli accordi contrattuali (ad esempio mancato versamento degli
interessi oppure mancato rimborso del capitale)
– Rinegoziazione del credito che non sarebbe mai avvenuta se le condizioni
economiche del debitore non fossero peggiorate
– La scomparsa da un mercato attivo dell’attività finanziaria
– Diminuzione nei flussi finanziari stimati di un gruppo di attività finanziarie
34
LA VALUTAZIONE DEI CREDITI NON
PERFORMING (segue)
– Valutazione collettiva
Sono quei crediti per i quali non si hanno a disposizione informazioni tali
35
LA VALUTAZIONE ANALITICA DI UN
CREDITO NON PERFORMING (segue)
36
Fonte: Mazzeo, R. Palombini, E. Zorzoli, S. (a cua di), (2005), IAS-IFRS e imprese bancarie, edibank, Roma.
LA VALUTAZIONE ANALITICA DI UN
CREDITO NON PERFORMING (segue)
42
IL CALCOLO DELLA SVALUTAZIONE
COMPLESSIVA
Lo Ias 39 non indica una metodologia precisa, può
essere utilizzato qualsiasi metodo statistico o
matematico che risponda ai seguenti parametri
rilevanti:
– Il valore finanziario nel tempo
– I flussi di cassa residui di ciascuna attività del gruppo
– La durata dei crediti inseriti nel portafoglio
È necessario che vi sia coerenza fra il criterio di
calcolo della valutazione è il criterio di
segmentazione dei gruppi omogenei
43
IL CALCOLO DELLA SVALUTAZIONE
COMPLESSIVA (segue)
Quanto disposto dallo Ias 39 si avvicina profondamente alla
normativa vigente in USA riguardo la valutazione dei crediti
In virtù delle analogie fra le due normative si può ipotizzare
di calcolare il valore della perdita attesa su base collettiva in
riferimento a ciascun gruppo omogeneo seguendo la prassi
statunitense:
% storica di passaggio a perdita x Lcp x valore contabile dei crediti
44
Fonte: Mazzeo, R. Palombini, E. Zorzoli, S. (a cua di), (2005), IAS-IFRS e imprese bancarie, edibank, Roma.
RIPERCUSSIONI SULL CONTO
ECONOMICO
ANNO
VOCI DEL CONTO ECONOMICO ANNOX
X-1
46
INDICE
IL BILANCIO DI ESERCIZIO
LA VALUTAZIONE DELLE ATTIVITÀ
FINANZIARIE
LA VALUTAZIONE DEL
PATRIMONIO NELLE BANCHE
47
LA VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO
NELLE BANCHE
Patrimonio di vigilanza
Capitale complessivo
Capitale libero (free capital)
48
IL PATRIMONIO DI VIGILANZA:
RIFERIMENTI NORMATIVI
Circolare Banca d’Italia n. 155 del 18 dicembre
1991
– Ultimo aggiornamento 3 aprile 2006
49
IL PATRIMONIO DI VIGILANZA
È suddiviso in:
patrimonio di base: va considerato senza limitazioni di
sorta
patrimonio supplementare: è ammesso al calcolo entro un
limite massimo rappresentato dall’ammontare del
patrimonio di base
deduzioni patrimoniali: rappresentano le rettifiche
obbligatorie del valore ottenuto grazie alla somma dei due
aggregati precedenti
50
IL PATRIMONIO DI VIGILANZA (segue)
+ RISERVE DI
RIVALUTAZIONE
+ CAPITALE VERSATO
+ STRUMENTI INNOVATIVI
+ RISERVE DIVERSE DA DI CAPITALE NON COMPUTATI NEL
QUELLE DI RIVALUTAZIONE NON POSSONO ECCEDERE IL PATRIMONIO DI BASE
50% DEL PATRIMONIO DI BASE
+ STRUMENTI INNOVATIVI + STRUMENTI IBRIDI DI
DI CAPITALE PATRIMONIALIZZAZIONE
+ UTILE DEL PERIODO PER LE PARTECIPAZIONI IN SOCIETÀ + PASSIVITÀ SUBORDINATE
+ FILTRI PRUDENZIALI POSITIVI NON BANCARIE, FINANZIARIE E
+ PLUSVALENZE NETTE IMPLICITE
ASSICURATIVE, QUOTATE IN UN
- AZIONI (O QUOTE) PROPRIE SU PARTECIPAZIONI
MERCATO REGOLAMENTATO, IL
IN PORTAFOGLIO SALDO ALGEBRICO POSITIVO È + FILTRI PRUDENZIALI POSITIVI
- ATTIVITÀ IMMATERIALI AMMESSO PER IL 35% NEL LIMITE
+ MINUSVALENZE NETTE IMPLICITE
DEL 30% DEL PATRIMONIO BASE
- PERDITE DEL PERIODO, SU PARTECIPAZIONI
REGISTRETE IN ESERCIZI È AMMESSO ENTRO IL LIMITE MAX - ALTRI ELEMENTI NEGATIVI
PRECEDENTI RAPPRESENTATO DALL’AMMONTARE
- FILTRI PRUDENZIALI NEGATIVI
- FILTRI PRUDENZIALI NEGATIVI DEL PATRIMONIO DI BASE.
=
= PATRIMONIO
È AMMESSO SUPPLEMENTARE
PATRIMONIO DI BASE SENZA LIMITI
52
IL PATRIMONIO DI VIGILANZA:
IL PATRIMONIO DI BASE (segue)
PATRIMONIO DI BASE (ELEMENTI NEGATIVI)
11 Azioni o quote proprie
12 Avviamento
13 Altre immobilizzazioni immateriali
14 Perdita del periodo
Filtri prudenziali: deduzioni del patrimonio di base:
15 Fair value option: variazioni del proprio merito creditizio
Riserve negative su titoli disponibili per la vendita
16 Titoli di capitale e quote di O.I.C.R.
17 Titoli di debito
18 Plusvalenza cumulata netta su attività materiali
19 Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel
patrimonio di base
20 Altri filtri negativi
21 Totale degli elementi negativi del patrimonio di base
Totale
22 Valore positivo
23 Valore negativo
53
IL PATRIMONIO DI VIGILANZA:
IL POTRIMONIO SUPPLEMENTARE
57
LA RICONCILIAZIONE CON IL
PATRIMONIO DI VIGILANZA
È NECESSARIO ILLUSTRARE COME
LE RISORSE PATRIMONIALI
RITENUTE IDDONE AI FINI INTERNI
SI RICONCILIANO CON I
PATRIMONIO DI VIGILANZA
Rischi 2°
Pilastro
Rischi 1° Rischi 1°
Pilastro Pilastro
59
IL PATRIMONIO LIBERO (segue)
60