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Crisis Management Meeting:

La responsabilità del Datore di Lavoro dalla Fase 2

Bologna, 14 Maggio 2020

Direzione Centrale Personale e Organizzazione


Relazioni Industriali e Personale Settori Regolati
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PREMESSA E OBIETTIVO

E’ ormai fatto noto che il contesto attuale del mondo dell’Impresa è ancora caratterizzato da alcuni elementi di
incertezza sulle misure da adottare ma anche rispetto ad alcuni e conseguenti aspetti di rischio che a breve
potrebbero profilarsi.

Con l’obiettivo di mantenere ferma  l’impostazione di Hera sulla salute e sicurezza dei dipendenti che ha sempre
previsto disposizioni volte a garantire dipendenti e Datori di Lavoro, tramite l’eliminazione del rischio e la
minimizzazione del rischio residuo, ci è stato richiesto di approfondire come e quali profili di responsabilità
possano delinearsi nei confronti della figura del Datore di Lavoro.

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COSA ABBIAMO FATTO:

1 Analisi e studio di pareri legali

2 Confronto diretto con professionisti del settore (Diritto del Lavoro)

3 Partecipazione a sessioni di lavoro dedicate ed organizzate a cura dell’Associazione Utilitalia

4 Ai fini di quanto sopra sono stati, nell’ordine, interpellati/ascoltati:

• Studio Legale Pietrobon e Marcon


• Studio Legale Fieldfisher (Prof. Avv. Tiziano Treu, Prof. Avv. Angelo Pandolfo)
• Prof. Avv. Arturo Maresca, Ordinario di diritto del Lavoro
• Prof. Avv. Alberto Pizzoferrato, Ordinario di diritto del Lavoro
• Utilitalia
• Ispettorato Territoriale Lavoro di Bologna (confronto telefonico)
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PRINCIPALI EVIDENZE EMERSE: contesto e considerazioni generali

La prosecuzione delle attività lavorative, pur consentita dalle leggi, è possibile fonte di contagio e il datore di lavoro deve conoscere e
prevenire i rischi che possono verificarsi in azienda. Ne deriva che l’avveramento del rischio potrebbe essere addebitato al datore di
lavoro

D’altra parte è vero che non è semplice fornire la prova causa-effetto.

Deve essere data prova della mancata osservanza di una o più misure, ma non solo: se anche una misura risultasse non compiutamente
osservata, sarebbe necessaria l’ulteriore dimostrazione che il compimento di tale misura avrebbe impedito il verificarsi del danno.

Inoltre, non si può pretendere dal Datore di Lavoro una diligenza che vada oltre l’adozione di tutte le misure indicate dai vari DPCM,
Protocolli, disposizioni aziendali interne.

Il Protocollo Governo – Parti Sociali del 24/04/2020, nonostante si definisca “linee guida”, rappresenta non semplicemente linee guida,
ma misure vincolanti, in quanto il DPCM 26/04/2020 lo ha fatto proprio richiamandolo espressamente.

Pertanto, l’insieme delle disposizioni indicate dai vari Protocolli, compresi quelli di settore e aziendali (per es. i Protocolli Hera del 7
Aprile 2020 e del 13 Maggio 2020), rappresentano l’insieme delle misure necessarie, ma anche sufficienti, perché il Datore di Lavoro,
attraverso il loro completo adempimento, possa essere esonerato da responsabilità. (purché efficacemente attuate)

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PRINCIPALI EVIDENZE EMERSE: infortunio, INAIL e nesso di causalità

L’art. 42 del DL 18/2020 equipara all’infortunio l’infezione da COVID contratta in occasione di lavoro. Questo però non deve allarmare.
La norma è nata per tutelare i dipendenti garantendo loro le prestazioni INAIL, ma non comporta alcuna automatica imputabilità di
responsabilità in capo al Datore di Lavoro, e il Datore che compila la denuncia di infortunio non si assume per questo alcuna
responsabilità, né civile né penale. Ovviamente, l’INAIL potrebbe volere esercitare azione di rivalsa verso il Datore di Lavoro e/o il
dipendente potrebbe chiedere il risarcimento danni. Entrambi, però, dovrebbero in ogni caso dimostrare:

• che le misure indicate dai protocolli e DPCM vari non sono state osservate.
• che la malattia è derivata dalla mancata osservanza di tali misure, cioè dimostrare il nesso di causalità. Quest’ultima prova è molto
difficile, soprattutto se in azienda i numeri di contagiati sono bassi, e/o se l’ambiente extra lavorativo (ambientale, familiare)
frequentato dal lavoratore offre al contrario più facili opportunità di contagio. Importanza decisiva ha il fattore tempo, per
individuare il momento dell’esposizione al contagio: bisogna guardare alla situazione lavorativa o personale del lavoratore riferita
a circa due settimane prima del manifestarsi della malattia.

Ci troviamo di fronte a una malattia “multifattoriale”, ossia caratterizzata da numerosi possibili fattori di contagio. La giurisprudenza in
questi casi segue la linea della “probabilità qualificata”, consistente nel verificare se esiste una probabilità «rafforzata» che la malattia
sia stata contratta in azienda tenuto conto delle caratteristiche dell’attività lavorativa, delle circostanze contingenti (esempio: non
basta essere addetti allo sportello, se poi in quel periodo non ci sono stati accessi di clienti), del fattore tempo, del numero di
contagiati in azienda, del numero di contagiati negli ambienti extra lavorativi frequentati dal lavoratore.

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CONCLUSIONI

Se il Datore di Lavoro ha messo in atto efficacemente tutte le misure prescritte o comunque suggerite (Autorità
1 varie e RSPP) e vigilato in quanto alla sua applicazione, nessuna responsabilità penale o civile potrà essergli
imputata.

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Allo stato dei fatti così come noti, tenuto anche conto delle scarse conoscenze sulle caratteristiche del virus e la sua
trasmissibilità, la prova di responsabilità ascrivibile al Datore di Lavoro è molto ardua.
 
 
3 Una volta adottate le misure generali sancite dalle norme e dai vari protocolli, le stesse vanno poi declinate
tenendo conto delle specificità aziendali (DVR in particolare) ed è anche necessario vigilare sulla loro osservanza
ed adottare, ove necessario, le iniziative conseguenti, anche disciplinari.

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D’ora in poi, con la prossima riapertura delle attività, le aziende virtuose saranno molto più sicure di molti ambienti
esterni, quindi non deve passare l’idea che il luogo di lavoro sia fonte di contagio più di altri.

5 Le misure adottate ed adottande dal Gruppo (attraverso la forma di Comunicati, Protocolli e DVR) costituiscono la
tenuta del sistema di sicurezza aziendale anche verso eventuali e future azioni di responsabilità che dovessero
essere intentate nei confronti dei Datori di Lavoro.
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