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STORIA DEL DIRITTO PRIVATO ROMANO

PROF.SSA SARA GALEOTTI


DIRITTI REALI
PIENI O ASSOLUTI LIMITATI

d. di garanzia
dominium d. di godimento

Pegno

Ipoteca
Superficie

Enfiteusi

Usufrutto

Servitù

(colpa dell’altro coniuge)


DIRITTI REALI DI GODIMENTO: attribuiscono su una res di cui altri è
proprietario facoltà di godimento più o meno ampie (usufrutto,
servitù, uso, abitazione, enfiteusi, superficie).

DIRITTI REALI DI GARANZIA: attribuiscono al titolare il diritto di


soddisfare un proprio credito rivalendosi su una cosa altrui, non
necessariamente del debitore, in caso di inadempimento (pegno,
ipoteca).

Il numero dei diritti reali su cosa altrui rimane limitato per non imporre troppi
vincoli al diritto di proprietà e non nuocere così alla libera circolazione dei
beni.
LE SERVITÙ PREDIALI
Le servitù sono i più antichi diritti reali di godimento su cosa altrui del diritto romano, il cui elemento caratterizzante è
quello della tipicità. Il termine servitus predii indicò, letteralmente, la situazione di subordinazione di un immobile, cd.
fondo servente, rispetto ad un immobile vicino, cd. fondo dominante, al quale era destinato ad assicurare una
particolare utilitas obiettiva.
Le più antiche servitù, sorte intorno al IV sec. a.C., sono considerate cose corporali, res mancipi, quindi oggetto di
mancipatio e di possesso-usucapione.
Sono solo quattro (servitù prediali rustiche):
iter: passaggio a piedi
actus: passaggio con animali e carri
via: comprende sia iter che actus
aquaeductus: passaggio dell'acqua
In seguito, col riconoscimento di altri servizi tra fondi, difficilmente concepibili come entità materiali (servitu altius non
tollendi, servitus aquae haustus), e con l'affinarsi del pensiero giuridico viene elaborato il concetto di diritto (res
incorporalis) sulla cosa altrui → iura praediorum.
La lex Scribonia, della prima metà del I sec. a.C., vieta l'usucapione delle servitù.
I PRINCIPI CHE REGOLANO LE SERVITÙ PREDIALI
 DOPPIA REALITÀ (o DOPPIA INERENZA REALE): le servitù riguardano solo i
fondi e presuppongono l’esistenza di due fondi appartenenti a due proprietari diversi
(Nemini res sua servit);
 AMBULATORIETÀ: il peso è imposto al fondo e si trasmette con esso; il correlativo
vantaggio è a favore del fondo e ne segue il destino.
 UTILITAS PERPETUA: il contenuto della servitù deve essere strumentale
all'utilizzazione del fondo, aumentandone la produttività o la funzionalità; a questo
scopo i fondi devono essere vicini;
 SERVITUS IN FACIENDO CONSISTERE NEQUIT: il proprietario del fondo dominante ha
il diritto di utilizzare parzialmente il fondo del vicino, che è servente nei suoi confronti,
ha il diritto di esigere dal proprietario del fondo vicino un comportamento
determinato, ma pur sempre negativo, di omissione (non facere: es. servitù di non
sopraelevare: è una servitù negativa o passiva) o di tolleranza (pati: es. servitù di
passaggio: è una servitù positiva o attiva).
MODI DI ACQUISTO
Per la valida costituzione di una servitù occorreva:
— che i fondi in relazione fossero siti in solo italico;
— che i proprietari dei fondi fossero dòmini ex iure Quiritium cioè cives romani;
— che fosse posto in essere un modo di costituzione della servitù riconosciuto dallo
ius civile.

In particolare, l’acquisto delle servitù poteva aversi per:


 mancipàtio (per le servitù rustiche, che erano classificate come res màncipi);
 in iure cessio servitùtis (riservato alle servitutes nec màncipi, e consistente in una finta vindicatio
servitùtis, con cessio in iure dell’alienante);
 deductio servitùtis (valida per le servitùtes màncipi e nec màncipi), che si verificava quando un
soggetto vendeva il fondo e contestualmente alla vendita si riservava, con la deductio, una servitù a
favore di un altro suo fondo;
 adiudicatio della servitù da parte del giudice a seguito di un’actio communi dividundo, qualora la
costituzione fosse stata necessaria a seguito della pronunciata divisione;
 legatum per vindicationem.
USUFRUTTO
L’ususfructus è il diritto reale che consente ad una persona diversa dal proprietario di
utilizzare la cosa altrui e di percepirne i frutti o i redditi facendo salva la destinazione e la
natura della cosa stessa.
Esso può avere ad oggetto solo cose inconsumabili (altrimenti si configura il mutuo) e
fruttifere.
È un diritto a carattere strettamente personale (e quindi temporaneo) che non può
essere trasmesso a terzi o a eredi.
Dall’usufrutto nasce un rapporto assoluto reale in senso improprio avente ad oggetto una
res fruttifera e inconsumabile.
In diritto romano all’usufruttuario veniva attribuito il diritto di utilizzare la res, senza
distruggerla e senza mutarne la destinazione economica (salva rerum substantia), e di
percepirne i frutti. A differenza di quanto accade nel diritto vigente, l’usufruttuario era
considerato mero detentore della res, e non possessore, e non poteva quindi diventarne
proprietario per usucapione.
LE ORIGINI
L’origine dell’usufrutto è connessa alla diffusione del matrimonium sine manu, che
provocò il problema di provvedere al mantenimento della vedova la quale, non facendo
parte della familia del marito, non poteva succedergli ab intestato.
Per non depauperare il patrimonio familiare, il testatore, mediante un legatum sinendi
modo, imponeva all’erede di lasciar percepire periodicamente i frutti di una cosa
fruttifera alla vedova beneficiaria. In tal modo, veniva soddisfatta la duplice esigenza di
conservare intatto ai figli il patrimonio della famiglia e di assicurare alla vedova un
dignitoso sostentamento.
Dovendosi riconoscere all’usufruttuaria un diritto erga omnes, si ammise che lo ius utendi
fruendi potesse essere costituito mortis causa mediante legatum per vindicationem
immediatamente, senza che vi fosse bisogno della volontà dell’erede.
MODI DI ACQUISTO
Modi di costituzione del diritto iure civili erano:
 in iure cessio ususfructus (non la mancipatio, perché parliamo di un ius);
 deductio (il proprietario si riserva l’usufrutto, all’atto della trasmissione del dominio);
 adiudicatio;
 legatum per vindicationem.
Un modo di costituzione introdotto dalla compilazione giustinianea fu la patientia, cioè la
dichiarazione di volontà, riportata in un documento, per cui si consentiva che altri
esercitasse l’usufrutto: al riguardo si parlò di quasi traditio.
Fino al periodo classico, si ritenne che l’usufrutto non poteva essere usucapito: solo in
epoca giustinianea si ammise che potesse ad esso applicarsi la longi temporis
praescriptio.
MODI DI ESTINZIONE
 morte dell’usufruttuario;
 capitis deminutio (con esclusione, nel periodo
postclassico, della minima);
 consolidatio (riunione nella stessa persona delle
situazioni di proprietario e usufruttuario);
 remissio (rinuncia);
 non usus.
Il diritto si estingueva inoltre in virtù di atti uguali e contrari
a quelli costitutivi.
DIRITTI REALI DI GARANZIA
Il diritto reale di garanzia (o garanzia reale) è un diritto
reale limitato su cosa altrui, con la funzione di rafforzare la
pretesa del proprio creditore mediante il vincolo posto su
un dato bene.
In diritto romano troviamo tre tipologie di garanzia reale:

 fiducia;
 pignus datum;
 pignus conventum.

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