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I disturbi mentali si manifestano con alterazioni a livello psichico

e comportamentale.
Alcune di queste alterazioni si ritrovano, in forma attenuata o
meno, anche in condizioni normali, altre sono pressochè esclusive
di condizioni patologiche.
Per psicopatologia generale si intende la descrizione e
classificazione di queste alterazioni, indipendentemente dagli
specifici disturbi in cui si ritrovano.
La psicopatologia tradizionale deriva la propria impostazione
dalla convergenza di due correnti metodologiche:
1) La psicologia classica, la quale descrive l’attività mentale in
termini di facoltà (cognitiva, affettivo-istintiva, volitiva), ciascuna
comprensiva di specifiche funzioni (pensiero, intelligenza,
percezione, memoria)
2) La psicologia soggettiva, empatica ed introspettiva.
Alludiamo con questo termine a tutti gli orientamenti volti a
conoscere e a descrivere le esperienze psicopatologiche dal
versante del paziente.
Secondo alcune concezioni positiviste questo campo di
osservazione non potrebbe mai garantire l’affidabilità
necessaria per fondarvi una scienza.
Nel periodo in cui si fondò la psichiatria come scienza
autonoma, nella seconda metà dell’800, prevaleva questo
punto di vista, per cui le più importanti descrizioni cliniche (a
cominciare dal sistema Kraepeliano) si fondavano
soprattutto sui comportamenti osservabili piuttosto che sui
vissuti soggettivi.
D’altra parte lo stesso Kraepelin espresse l’esigenza di una
psicopatologia scientifica, cioè di un modello teorico-osservativo
di riferimento per inquadrare le molteplici manifestazioni
psicopatologiche.
Il maggior sforzo di fondare la psicopatologia su basi scientifiche
si deve a K. Jaspers (1913) che ha saputo valorizzare le esperienze
soggettive, il mondo interiore del malato tentando di fornire
ugualmente una base scientifica e metodologica.
Inizialmente le accurate descrizioni jaspersiane non ebbero larga
diffusione ma recentemente anche la psichiatria pragmatica
americana sta prendendo coscienza dell’eccessivo semplicismo
della propria semeiotica e sta quindi rivalutando le fini
osservazioni psicopatologiche della cultura psichiatrica europea,
introducendole nell’ambito dei moderni metodi di valutazione e di
validazione.
PSICOLOGIA SOCIALE

La psicologia sociale è lo studio scientifico degli effetti


dei processi sociali e cognitivi sul modo in cui gli
individui percepiscono gli altri, li influenzano e si
pongono in relazione con loro.
Gli effetti dei processi sociali e cognitivi non sono
separati; sono, al contrario, inestricabilmente congiunti
PROCESSI SOCIALI

Sono i modi in cui i nostri pensieri , i nostri sentimenti e


le nostre azioni sono influenzati dalle persone che ci
circondano, dai gruppi a cui apparteniamo, dai rapporti
personali, dagli insegnamenti trasmessici dai genitori e
dalla cultura, e dalle pressioni che subiamo da parte degli
altri
PROCESSI COGNITIVI

Sono i modi in cui i ricordi, le percezioni, i pensieri, le


emozioni e le motivazioni guidano la nostra
comprensione del mondo e le nostre azioni. Si noti che
emozione e motivazione sono parti intrinseche di ogni
processo cognitivo, esattamente come memoria e
pensiero.
COMPORTAMENTISMO

Questo approccio (Watson e Skinner) negava la validità


scientifica delle teorie basate sui fattori mentali quali
pensieri, sentimenti ed emozioni. Per i comportamentisti
radicali, una disciplina veramente scientifica riguardante
l’attività umana poteva fondarsi solo sullo studio del
comportamento osservabile, influenzato da stimoli
ambientali osservabili.
Per comprendere il comportamento manifesto degli
individui è essenziale comprendere e misurare le
loro percezioni, le loro opinioni e i loro sentimenti
DUE ASSIOMI FONDAMENTALI

Le persone si Le influenze sociali


costruiscono una sono pervasive
loro realtà
Ciò che ognuno di noi considera reale non è
altro che la sua personale costruzione della
realtà, plasmata in parte dai processi cognitivi
(le modalità con cui lavora la nostra mente) e
in parte dai processi sociali (gli input
provenienti dagli altri individui, la cui presenza
può essere effettiva o immaginaria)
NEL DESCRIVERE ARGOMENTI SPECIFICI COME
L’AGGRESSIVITA’, LA MODIFICAZIONE DEGLI
ATTEGGIAMENTI E QUANT’ALTRO E’ NECESSARIO
PRENDERE IN ESAME 8 PRINCIPI FONDAMENTALI

PRINCIPI PRINCIPI DI
MOTIVAZIONALI ELABORAZIONE
2 ASSIOMI
LA PERSONA

PRINCIPI MOTIVAZIONALI
Costruzione Pervasività
della realtà dell’influenza
sociale
PRINCIPI DI ELABORAZIONE

IL MONDO SOCIALE
TRE PRINCIPI MOTIVAZIONALI

Mentre costruiscono la realtà, influenzano gli altri


e ne sono influenzati, gli individui sono mossi da
tre motivazioni fondamentali: a) l’acquisizione
della padronanza; b) la ricerca dell’affiliazione; c)
la valorizzazione di se stessi e di quanti sono a
loro connessi
ACQUISIZIONE DELLA PADRONANZA: IL
PRINCIPIO MOTIVAZIONALE IN BASE AL
QUALE GLI INDIVIDUI CERCANO DI CAPIRE E
PREVEDERE GLI EVENTI DEL MONDO
SOCIALE AL FINE DI OTTENERE DELLE
RICOMPENSE

RICERCA DELL’AFFILIAZIONE: IL PRINCIPIO


MOTIVAZIONALE IN BASE AL QUALE SI CERCA
SOSTEGNO, SIMPATIA E ACCETTAZIONE DA
PARTE DELLE PERSONE E DEI GRUPPI CHE CI
INTERESSANO E CHE SONO OGGETTO DELLA
NOSTRA STIMA
LA VALORIZZAZIONE DI “ME E IL MIO”

IL PRINCIPIO MOTIVAZIONALE IN BASE AL


QUALE SI DESIDERA VEDERE IN UNA LUCE
POSITIVA TANTO SE STESSI QUANTO LE
PERSONE E I GRUPPI A SE’ CONNESSI
TRE PRINCIPI DI ELABORAZIONE

L’azione dei processi sociali e cognitivi viene descritta


da tre principi di elaborazione: a) le opinioni
consolidate sono lente a cambiare; b) l’informazione
accessibile esercita l’influsso più forte e c)
l’elaborazione è talvolta superficiale ma altre volte è
molto approfondita
CONSERVATORISMO: IL PRINCIPIO DI
ELABORAZIONE SECONDO CUI LA VISIONE DEL
MONDO DA PARTE DI INDIVIDUI E GRUPPI E’
LENTA A CAMBIARE E TENDE AD
AUTOPERPETRARSI

ACCESSIBILITA’: IL PRINCIPIO DI
ELABORAZIONE SECONDO CUI L’INFORMAZIONE
CHE E’ Più PRONTAMENTE DISPONIBILE
ESERCITA GENERALMENTE L’IMPATTO
MAGGIORE SU PENSIERI, SENTIMENTI E
COMPORTAMENTI
SUPERFICIALITA’ O PROFONDITA’: IL
PRINCIPIO DI ELABORAZIONE SECONDO CUI
NORMALMENTE SI DEDICA UN’ATTENZIONE
SUPERFICIALE ALLE INFORMAZIONI, MENTRE
A VOLTE SI E’ MOTIVATI A VALUTARLE PIU’ IN
PROFONDITA’

COMBINATI FRA LORO QUESTI 8 PRINCIPI


SPIEGANO TUTTI I TIPI DI COMPORTAMENTO
SOCIALE A PARTIRE DAI PENSIERI E DAI
COMPORTAMENTI UTILI E APPREZZABILI FINO A
QUELLI FUORVIANTI E DISTRUTTIVI.
LA PERCEZIONE DEGLI ALTRI

Ciò che sappiamo sulle caratteristiche degli individui


e sul modo in cui sono correlate le une alle altre è un
tipo di rappresentazione cognitiva, ossia un corpo
di conoscenze accumulatosi nella nostra memoria
ELABORAZIONE SUPERFICIALE

ELABORAZIONE SISTEMATICA
ELABORAZIONE SUPERFICIALE
E’ costituita dalle impressioni iniziali formatesi con
il minimo sforzo e della riflessione sulla base di
appena uno o due attributi evidenti.

Trarre inferenze o formulare giudizi facendo


affidamento sulle informazioni accessibili e
compiendo uno sforzo minimo di elaborazione
ELABORAZIONE SISTEMATICA
Considerare con completezza e impegno un’ampia
gamma di informazioni rilevanti alla formulazione di
un giudizio

MOTIVAZIONE CAPACITÀ DI ELABORARE


IN MANIERA APPROFONDITA

ATTRIBUZIONE CAUSALE
DSM IV TR MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI
DISTURBI MENTALI (American Psychiatric
Association)

DSM V

Lo scopo principale è quello di fornire un’utile guida alla


pratica clinica, facilitando la ricerca e migliorando la
comunicazione fra clinici e ricercatori; inoltre l’uso del
DSM IV dovrebbe apportare un miglioramento della
raccolta di informazioni cliniche e dovrebbe rappresentare
uno strumento didattico per l’insegnamento della
psicopatologia.
Dal punto di vista psicopatologico, bisogna distinguere tra
personalità, temperamento e carattere.
La personalità viene definita come l’insieme delle caratteristiche di
comportamento, di pensiero e di modalità di relazionarsi con gli
altri, su base sia congenita che acquisita.
Il temperamento è il fondo umorale che imposta le condotte del
soggetto. I temperamenti hanno un più elevato fondamento
biologico e sono stati classificati fin dall’antichità.
Si definiscono personalità patologiche o disturbi di personalità
quelle personalità poco adattive, tali da procurare sofferenza
soggettiva o disagio nelle relazioni sociali (“personalità anormali,
che per causa della loro anormalità soffrono o fanno soffrire”,
Schneider).
Il rapporto tra personalità e malattie mentali è oggetto di studio.
Sono ipotizzabili molteplici modalità di relazione tra personalità e
malattia: a) la personalità può essere espressione subclinica di
malattia; b) la malattia può residuare in una trasformazione della
personalità; c) la personalità può influire sulla modalità di manifestarsi
della malattia (azione patoplastica); d) la personalità può essere un
fattore di rischio indiretto.
Già nel bambino molto piccolo sono osservabili diverse modalità di
reazione e tratti temperamentali, con livelli differenti di reattività, di
slancio vitale, di strutturazioni cognitive.
E’ stato proposto che i diversi “stili” affettivi-reattivi abbiano un
correlato biologico nella prevalenza relativa di alcuni dei vari sistemi
neurotrasmettitoriali (dopaminergico,serotoninergico, noradrenergico)
o funzionali (sistema di punizione/evitamento, di premio/rinforzo)
Si parla di tratti di personalità nel caso di caratteristiche stabili non
così pervasive come un disturbo di personalità.
Il carattere allude allo stile di comportamento, legato non solo ai
fattori costituzionali, ma anche a modalità apprese nei primi anni di
vita.
I rapporti tra temperamenti e personalità suscitano attualmente
particolare interesse: i temperamenti si pongono ad un livello
gerarchico inferiore, nel senso che ad un dato temperamento
corrispondono varie personalità.
I temperamenti descritti ed i possibili disturbi di personalità
associati, sono i seguenti:
- t. depressivo (p. evitante, dipendente, passivo-aggressiva);
- t. ipertimico (p. narcisistica, istrionica, paranoide, antisociale e
borderline);
- t. irritabile (p. borderline, antisociale);
- t. ciclotimico (p. borderline, p. antisociale)
PSICOPATOLOGIA E DISTURBI MENTALI

1) DISTURBI DELL’UMORE
2) DISTURBI D’ANSIA
3) SCHIZOFRENIA E DISTURBI DELIRANTI
4) DISTURBI DI PERSONALITA’
5) DISTURBI LEGATI ALL’ASSUNZIONE DI SOSTANZE
6) DISTURBI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE
I disturbi di personalità sono divisi in tre cluster principali:
- A (strano o eccentrico: DP paranoide, schizoide, schizotipico)
- B (melodrammatico, emotivo, imprevedibile o sgrargiante:
DP istrionico, narcisistico, antisociale, borderline)
- C (ansioso o pauroso: DP evitante, dipendente, ossessivo-
compulsivo)
DISTURBI DI PERSONALITA’

I disturbi di personalità sono quei quadri clinici caratterizzati da


un’alterazione patologica dei tratti di personalità definiti quest’ultimi
come i modi costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei
confronti dell’ambiente e di se stessi che si manifestano in contesti
sociali e personali importanti
Quando tali tratti sono rigidi e non adattivi, e causano quindi una
significativa compromissione del funzionamento sociale e
lavorativo, oppure una sofferenza soggettiva, costituiscono i DP; tali
caratteristiche specifiche devono essere “tipiche del funzionamento a
lungo termine dell’individuo e non limitate ad episodi ben definiti di
malattia”
DISTURBO DI PERSONALITA’ SCHIZOIDE

Il disturbo di personalità schizoide è tipico di persone incapaci di


instaurare e mantenere relazioni interpersonali significative.
La vita dei pazienti schizoidi è caratterizzata da assenza di
relazioni strette, anche con i familiari, scelta di attività solitarie,
incapacità di esperire forti emozioni, ridotto desiderio di
esperienze sessuali con altre persone, indifferenza nei confronti
di approvazioni e critiche, mancanza di amici o confidenti e
coartazione affettiva.
I criteri per la personalità schizoide sono centrati sulla
compromissione dei rapporti interpersonali
DISTURBO SCHIZOTIPICO DI PERSONALITA’

La personalità schizotipica è caratterizzata da povertà del


pensiero, linguaggio idiosincrasico, esperienze soggettive
insolite, credenze insolite (ad. esempio magiche); questi
pazienti tendono ad essere socialmente isolati, manifestano
tendenze paranoidi, affettività coartata ed ansia nei rapporti
sociali.
Condividono quindi molti aspetti con il DP Schizoide ma
sono caratterizzati in aggiunta da una notevole eccentricità e
bizzarria che si esplicano nel comportamento, nell’ideazione
e nelle percezioni.
La prevalenza si aggira intorno al 3% della popolazione
generale.
DISTURBO PARANOIDEO DI PERSONALITA’

La categoria Paranoide è riconducibile alla descrizione ad opera


di Kraepelin dei soggetti ritenuti predisposti allo sviluppo della
paranoia, identificati sulla base di una pervasiva sfiducia nei
confronti degli altri.
I pazienti con Disturbo di personalità paranoide manifestano la
sospettosità osservata nella personalità schizotipica, ma senza
l’isolamento sociale e l’eccentricità che caratterizzano
quest’ultima.
La loro caratteristica prevalente è un’ipervigilanza ed una
generale sfiducia riguardo alle intenzioni degli altri.
E’ stata riportata una prevalenza nella popolazione generale dello
0,5-2,5%, negli ambienti psichiatrici di ricovero del 10-30%.
DISTURBO ISTRIONICO DI PERSONALITA’

Le persone con disturbo istrionico di personalità mostrano


emotività esagerata e ricerca d’attenzione.
Tali pazienti sono iperemotivi, seduttivi, egocentrici, dipendenti e
tendono a drammatizzare le espressioni di depressione e di
collera; presentano, come il disturbo borderline di personalità,
disturbi delle relazioni interpersonali, comportamenti manipolativi
e atteggiamenti di dipendenza.
Questi individui sono spesso intolleranti o frustrati dalle situazioni
che prevedono una gratificazione posticipata e le loro azioni sono
dirette ad ottenere soddisfazione immediata.
La prevalenza nella popolazione generale è di circa 2-3% mentre
del 10-15 % nella popolazione psichiatrica.
DISTURBO DI PERSONALITA’ NARCISISTICO

Il disturbo narcisistico di personalità è una categoria diagnostica


recente, introdotta nella classificazione ufficiale solo con il DSM
III.
Le caratteristiche del disturbo sono: il bisogno di alimentare
l’autostima mediante fantasie grandiose, le ambizioni esagerate,
l’esibizionismo, la sensazione che tutto sia dovuto; vi sono poi la
tendenza a strumentalizzare le persone per il conseguimento dei
propri scopi, una esagerata sensibilità al giudizio degli altri e la
mancanza di empatia.
Disturbo borderline di personalità

Tale disturbo è uno dei più frequenti e si caratterizza per la


presenza di fluttuazioni dell’umore, relazioni interpersonali
instabili ed intense, rabbia inappropriata o intensa, impulsività o
mancanza di controllo della rabbia, ricorrenti tentativi di suicidio
o comportamenti automutilanti, disturbi marcati dell’identità
Spesso tale disturbo è associato a Disturbi dell’Umore (Disturbo
Bipolare) ed ad uso/abuso di sostanze.
Inoltre, nella storia di tali pazienti ricorrono spesso abusi fisici
subiti nell’infanzia.
Disturbo antisociale di personalità
Un quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli
altri, che si manifesta fin dall’età di quindici anni, e che comprende
i seguenti sintomi:
-incapacità di conformarsi alle norme sociali
- disonestà (mentire, truffare gli altri ripetutamente per piacere o
per profitto)
- impulsività o incapacità di pianificare
- irritabilità ed aggressività
- inosservanza spericolata della sicurezza propria e degli altri
- irresponsabilità abituale (incapacità di mantenere un’attività
lavorativa continuativa)
- mancanza di rimorso (processi di razionalizzazione)
DISTURBO DI PERSONALITA’ EVITANTE
Il comportamento evitante è caratterizzato da una tendenza
verso l’inibizione, l’introversione e l’ansia.
Tale disturbo è stato introdotto con il DSM III per distinguere i
soggetti che evitano l’interazione sociale per paura di essere
rifiutati dai soggetti schizoidi e schizotipici che hanno ridotte
capacità di interazione sociale e la rifiutano più o meno
attivamente.

DISTURBO DI PERSONALITA’ DIPENDENTE


Tali soggetti presentano una modalità di comportamento
dipendente e sottomesso determinata dalla paura di essere
abbandonati. Essi lasciano che gli altri prendano per loro le
decisioni, trovano difficile iniziare o completare un compito da
soli, possono tollerare umiliazioni e maltrattamenti pur di
evitare il temuto abbandono.
DISTURBO DI PERSONALITA’
OSSESSIVO-COMPULSIVO
La personalità ossessiva-compulsiva rappresenta una modalità
di comportamento perfezionista, inflessibile, ipercoscienziosa.
Tali soggetti sono rigidi e perfezionisti al punto che questi tratti
interferiscono con il loro funzionamento: eccessivamente
preoccupati per il dettaglio, perdono di vista l’obiettivo finale
dell’azione e non la portano a termine nel tentativo di
mantenere standard troppo elevati.

ALTRI DP:
- Personalità passivo-aggressiva;
- Personalità depressiva

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