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CENNI SULLO SVILUPPO

DELL’AUTOMATISMO POSTURALE PER LA


FUNZIONE “LOCOMOTORIA”

• Le Prove della Reattività Posturale

• Tutte le osservazioni cliniche che facciamo su di un


bambino, devono portarci a rilevare l’età che lo stesso
dovrebbe avere in base alle capacità posturali,
locomotorie e alle altre funzioni che è in grado di
espletare (età funzionale).
• Naturalmente l’età cronologica e l’età che chiamiamo
funzionale dovrebbero coincidere, o almeno avvicinarsi.
• Ricordiamo ancora come ai prematuri debba
essere lasciato il tempo di ricuperare
• Almeno teoricamente è sufficiente il tempo
mancante per completare la normale gravidanza:
per un nato di sette mesi sono sufficienti due mesi
per raggiungere lo sviluppo dei coetanei nati a
termine. Superato questo periodo il prematuro
deve essere ritenuto in grado di espletare le
funzioni dei coetanei per data di nascita.
• Escludiamo come è ovvio, da queste
considerazioni i “gravi prematuri” per i quali va
riservata una appropriata valutazione, diversa da
caso a caso.
• Per i prematuri che necessitano di ambiente protetto
per lungo tempo, dal momento che nelle strutture
ospedaliere ancora non si è recepita la necessità di
stimolare adeguatamente il piccolo anche dal punto di
vista neurofunzionale, riteniamo si debba considerare
tutto questo periodo di permanenza in ospedale come
un tempo da sommare a quello della prematurità.
• Un prematuro di 4 mesi che rimane in ospedale per
quattro mesi, solo dopo otto mesi potrà essere
giudicato coetaneo per capacità neurofunzionale di chi
è nato nello stesso giorno. Se poi ha subito interventi
chirurgici … si deve allungare ulteriormente il tempo

• Ricordare ancora che noi consigliamo di ritenere
bambini sospetti di futuro sviluppo patologico
neuro e psico-motorio:
• bambini che al terzo mese di età cronologica
sono in ritardo di un mese funzionalmente;
• bambini che al sesto mese sono in ritardo di
sviluppo di due mesi rispetto alla "norma" ideale;
• bambini oltre i sei mesi di età con un ritardo di
tre mesi nello sviluppo neuro e psicomotorio.
Teniamo presente che il disturbo fondamentale
nelle paralisi cerebrali infantili è l’incapacità
posturale, l’insufficienza posturale.
• Appena un bambino nasce ha già determinate competenze
e adeguatezze posturali. Non le può manifestare
spontaneamente e liberamente, ma possono essere
evidenziate mediante particolari manovre.
• Quando alla nascita si nota una carenza posturale (e
persiste oltre le 6 sett.), si può già sospettare un futuro
sviluppo patologico per disturbi della coordinazione neuro
e psico-motoria conseguenti.
• La grande base, il fondamento su cui si costruisce la
coordinazione neuro e psicomotoria, è l’equilibrio, il
controllo del baricentro, ..: è il controllo della postura.
Il controllo posturale
• in diagnostica precoce abbiamo preso come misura
della normalità, della anormalità e della patologia la
reattività posturale, intesa come:
capacità di dominare il proprio corpo nello spazio, di
controllare le posizioni assunte, o che sono imposte
rapidamente.
Noi riteniamo che questa sia stata una vera e
propria scoperta, che ci ha permesso di fare un
grande salto di qualità nell'indagine neurologica
motoria e psicomotoria del bambino piccolo.
Diamo il giusto merito a Vojta per questo!
• Sono state scelte e studiate sette prove di
reattività posturale: manovre impostate tutte sulla
capacità di reagire a variazioni improvvise di
postura.
• Anche i1 bambino piccolo “normale” presenta
una “reattività posturale” adeguata per la sua età
cronologica.
• Esiste ovviamente una relazione tra lo sviluppo
posturale e neuro e psico-motorio spontaneo del
bambino e le risposte alle prove di reattività
posturale.
I1 bambino piccolo deve essere ritenuto sospetto
di futuro sviluppo patologico neuro e
psicomotorio:
• 1- se presenta contemporaneamente la reattività
posturale spontanea anormale, quella automatica
patologica per tutte e sette le prove, il tono
muscolare decisamente aumentato o diminuito;

• 2 - se nei primi tre mesi presenta un ritardo di un


mese; a sei mesi un ritardo di due mesi (oltre i sei
mesi un ritardo di tre mesi), nella reattività
posturale spontanea e automatica.
LE PROVE DI REATTIVITA’ POSTURALE
• Nelle prime sei settimane di vita il bambino è in
situazione che abbiamo definito olocinetica, cioè
si muove con tutto il corpo (Reflessologia
Tonica).
• non manifesta spontaneamente una reattività
posturale particolare nei confronti del piano
d'appoggio.
• In tutte le prove si potrà notare un atteggiamento
di abbandono o di sottomissione libera alla forza
di gravità.
Per facilitare l'apprendimento e la
memorizzazione di tutti i dati che ora ci
accingeremo a enunciare e sviluppare
sulla reattività posturale del neonato,
sarà utile fare riferimento, chiaramente
per ogni singola prova, alle immagini
degli schemi che sono riportati in
appendice al testo base che abbiamo
scritto, o presenti in stampe apposite.
Prova di trazione per le mani
Prova di Peiper- Isbert
Prova di Landau
Prova di sospensione laterale
“Vojta”
Prova di Collins orizzontale
Prova di Collins verticale
Prova di sospensione ascellare
OSSERVAZIONI GENERALI SULLE
PROVE POSTURALI
• Nella valutazione del bambino in posizione supina
e prona abbiamo avuto modo di osservare il
“cammino” degli arti superiori, degli arti inferiori,
del capo e del tronco.
• Nelle prove di reattività posturale osserviamo
sempre le stesse identiche funzioni e abilità,
• soprattutto del tronco e del capo, (ma anche
degli arti superiori e inferiori in certe manovre).
• I punti di vista tra l’osservazione clinica del
bambino supino e prono e l’osservazione delle
reazioni posturali sono tra loro paragonabili
perché tutto è messo in relazione alle abilità
funzionali e alle capacità di controllo posturale.
• Quindi la valutazione dell'osservazione clinica e
la valutazione delle reazioni posturali (e noi
diciamo anche della valutazione dei progressi e la
elaborazione dei programmi per la riabilitazione),
si basano sempre sullo stesso meccanismo: la
capacità di controllo posturale che il bambino
ha raggiunto.
• Una corretta conoscenza dell'iter di sviluppo
posturale spontaneo, provocato ed
automatico, serve alla diagnosi e alla
prognosi; rende anche conto dei progressi in
terapia e facilita l’organizzazione del
programma terapeutico.
• Comunque tutte queste nostre osservazioni
sul neonato, non ci danno una diagnosi
neurologica, ma ci dicono solo in quale
misura un bambino potrebbe essere
minacciato di compromissione nello sviluppo
neuro-psicomotorio.
LE RISPOSTE POSTURALI PATOLOGICHE

Stereotipie dell'arto superiore. 1°


• Tipo flessorio:
• innalzamento e spostamento in avanti della spalla
• intrarotazione dell'omero
• flessione rigida al gomito
• pronazione dell'avambraccio
• deviazione ulnare della mano
• mano chiusa a pugno con pollice “prigioniero”
Stereotipie dell'arto superiore. 2°

• Tipo estensorio:
• braccio in abduzione laterale o in avanti
intraruotato
• intrarotazione del braccio esteso
• mano aperta in tensione rigida
Stereotipie dell'arto inferiore

• Tipo flessorio:
• abduzione eventualmente combinata con flessione e con
grande ipotrofia generalizzata (arti inferiori a rana).

• Tipo estensorio:
• (più frequente del tipo flessorio)
• intrarotazione
• adduzione
• incrociamento
• iperestensione
• piede equino
• dita aperte in tensione (specie l’alluce)
Stereotipie del tronco

• Alterazione del gioco muscolare equilibrato


dorso-ventrale o latero-laterale (posture coatte).
• Opistotono generalizzato.
• Ipotonia
• NB. Leggiamo a volte che un bambino con
paralisi cerebrale infantile presenta ipotonia;
spesso tale termine non è corretto. Infatti si
dovrebbe parlare di mancanza di attività neuro
e psico-motoria coordinata di origine centrale,
con presenza di ipotrofia generalizzata.
• Come conclusione di questa 1° parte
possiamo affermare che se in tutte le
osservazioni posturali con risposte
patologiche, troviamo una espressione
chinesiologica stereotipata, che si ripete
costantemente nelle varie età, significa che
la patologia nel campo dei vari disturbi dello
sviluppo neuro e psicomotorio è non solo
una deviazione dalla norma, ma anche una
mancanza di schemi e competenze normali
che si evolvono, “una persistenza di schemi
primari, fondamentali” (primitivi).

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