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Lezione 7 (15.03.2016)
Elemento Forma dichiarata Simbolo Fattore di conversione
Azoto A. Nitrico NO3 N X 4,426 = NO3 X 0,226 = N
Azoto A. Ammoniacale NH4 N X 1,288 = NH4 X 0,776 = N
Fosforo Anidride Fosforica P2O5 P X 2,292 = P2O5 X 0,436 = P
Potassio Ossido di Potassio K2O K X 1,205 = K2O X 0,830 = K
Magnesio Ossido di Mg MgO Mg X 1,658 = MgO X 0,603 = Mg
Un valore del calcare attivo > 5% nel suolo è da considerare, per alcune
colture, in particolare arbustive e arboree, come la vite, negativo dato che
ostacola l’assorbimento di alcuni elementi.
L’uso di alcune pratiche agronomiche può comunque contribuire al contenimento
dei problemi sopra citati: (i) buon drenaggio e allontanamento delle acque ricche di
Ca(HCO3)2, (ii) uso d’acqua per irrigazione povera di Ca2+, (iii) abbondanti
concimazioni organiche e interramento dei residui colturali per facilitare la
diminuzione del pH del suolo, (iv) idonei portainnesti per piante arbustive e arboree,
ecc..
Resistenza al calcare di alcuni portinnesti
lombrichi
insetti
Mesofauna (100 µm - 2 mm)
piccoli artropodi
acari
collemboli
Microfauna (5 µm-200µm)
nematodi
protozoi
flagellati, amebe e ciliati
La microflora tellurica (batteri, funghi e virus <5 µm)
Batteri o schizomiceti – si tratta di microrganismi unicellulari, la cui
biomassa varia, a seconda dei terreni, da 3 a 70 q/ha.
Attinomiceti – si tratta di microrganismi di tipo intermedio tra i batteri e i funghi,
presenti nel terreno in quantità 3-15 volte inferiore rispetto ai batteri.
La loro azione è particolarmente utile per l’attitudine a:
- degradare le sostanze organiche non biodegradabili da parte di funghi e batteri -
produrre sostanze come le vitamine del gruppo B, biotina, acido folico, sostanze
antibiotiche.
Funghi – sono presenti in grande quantità (da 1 a 10 q/ha di
biomassa in un terreno normale) e svolgono varie e importanti
funzioni come:
• simbiosi micorrizica, parassitismo, degradazione dei residui
organici
Alghe – si tratta di organismi uni o pluricellulari presenti generalmente nella parte
superficiale del terreno in quantità comunque inferiore rispetto ai funghi ed i
batteri; possono fissare l’N atmosferico e intervengono come agenti primari nel
processo pedogenetico
CAMPIONAMENTO DEL TERRENO
Rappresentatività del campione - Si deve individuare un appezzamento uniforme; l’area
prescelta non deve mostrare differenze nel colore, nell’aspetto, nella sensazione al tatto,
nell’ordinamento colturale e nei risultati produttivi.
Raccolta del campione - Il campione deve essere prelevato in più punti affinché possa
rappresentare tutto l’appezzamento, si deve quindi prendere il terreno in almeno 7-8 punti diversi
scelti a caso su tutta la superficie; non si dovrebbe scendere sotto i 6 prelievi per ettaro.
Si deve prelevare alla giusta profondità: dopo l’asportazione dei primi centimetri di suolo, con
l’eventuale vegetazione, eseguire i singoli campionamenti alla massima profondità di lavorazione
prevista; in linea generale per le colture erbacee il campione si preleva nei primi 25-40 cm, per le
colture arboree si può scendere anche a 40-50 cm.
Una volta raccolti, i singoli prelievi devono essere mescolati accuratamente; 1 Kg di questo
terreno sarà il campione da inviare al laboratorio.
Confezionare il campione in un sacchetto di materiale
plastico pulito. Aggiungere una etichetta (non metterla in
contatto con il suolo!) che identifichi il campione
(necessaria solo se si invia più di un campione).
Scaricare, compilare e allegare la scheda di
campionamento (file pdf compilabile).