Agnese Belli Tra romanticismo e realismo I personaggi protagonisti dei romanzi di Flaubert incarnano la sua eredità di romantico Le tematiche sono ascrivibili alla corrente Gustave letteraria del realismo Scontro dell’ideale romantico con la società Flaubert borghese fondata sul profitto economico Personaggi obbligati alla accettazione o al rifiuto del contesto sociale in cui vivono «Flaubert sta ricostruendo il linguaggio di un determinato ceto sociale, non solo, ma addirittura mira a circoscrivere il livello medio della natura interiore, culturale e mentale dei due protagonisti, che in quel linguaggio si rispecchia. Anche la classe media ha diritto alle sue passioni. […] È questa la chiave stilistica di tutto il romanzo. Il quale risulta interamente tenuto sul filo di rasoio di una scommessa capitale: fare arte, scrivere la più bella prosa che sia mai esistita a partire dal mediocre o dall’insignificante o dall’ovvio o dalla falsità del luogo comune» Stefano Agosti Tecniche formali del realismo • Descrizione scientifica del contesto sociale e storico • Narratore onnisciente • Narratore funge da guida della psicologia dei personaggi • Narratore come osservatore esterno ed imparziale • L’educazione sentimentale come dipinto della Parigi sotto la monarchia di Luigi Filippo Le due nature • Descrizione dei moti rivoluzionari del del romanzo 1848
• L’educazione come romanzo personale
• Rielaborazione dell’amore per M.me Schlésinger • 1838 – Mémoire d’un fou • 1842 – Novembre • 1845 – Prima versione di Genesi del L’éducation sentimentale romanzo • 1 settembre 1864 – Inizio stesura del romanzo • 1869 – Pubblicazione della versione definitiva Gustave Flaubert – Frédéric Moreau / M.me Schlésinger – M.me Arnoux
• Elementi chiavi della vita personale di Flaubert
• Incontro tra Frédéric e M.me Arnoux nel battello rappresentazione del reale incontro con M.me Schlésinger sulle spiagge di Trouville • M.me Schlésinger : donna sposata, matrimonio infelice, internamento in un manicomio • Frédéric : riflesso del Flaubert romantico Frédéric Moreau, c’est moi