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RISCHI BIOLOGICI

DEFINIZIONI
Per rischio biologico si intende la probabilit che un individuo entri in contatto con un
organismo patogeno, si infetti e contragga una malattia. Il rischio potenzialmente
sempre presente in tutti gli ambienti di vita e di lavoro.

Il simbolo di rischio biologico (biohazard)


RISCHI BIOLOGICI

DEFINIZIONI
Il D.Lgs definisce:
a) agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura
cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o
intossicazioni;
b) microrganismo: qualsiasi entit microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi
o trasferire materiale genetico;
c) coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi
pluricellulari.
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CARATTERISTICHE DI PERICOLOSIT

Infettivit: capacit di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nellospite;

Patogenicit: capacit di produrre malattia a seguito dellinfezione;

Trasmissibilit: capacit di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto


ad uno suscettibile;

Neutralizzabilit: disponibilit di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia o


terapeutiche per la sua cura.
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Classificazione degli agenti biologici

Gli agenti biologici sono ripartiti dal D.Lgs 81/08 nei seguenti quattro gruppi a seconda del
rischio di infezione:
a) agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilit di causare
malattie in soggetti umani;
b) agente biologico del gruppo 2: un agente che pu causare malattie in soggetti umani e
costituire un rischio per i lavoratori; poco probabile che si propaga nella comunit; sono
di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
RISCHI BIOLOGICI
Classificazione degli agenti biologici
c) agente biologico del gruppo 3: un agente che pu causare malattie gravi in soggetti
umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico pu propagarsi nella
comunit, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
d) agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che pu provocare malattie gravi in
soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e pu presentare un elevato
rischio di propagazione nella comunit; non sono disponibili, di norma, efficaci misure
profilattiche o terapeutiche.
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AGENTI BIOLOGICI

I microrganismi sono forme di vita che presentano dimensioni microscopiche costituiti


di norma da una sola cellula.
Fra i microrganismi rientrano i batteri, i virus, i funghi e i protozoi.
Quelli patogeni si distinguono in endoparassiti presenti nelle cellule e nei tessuti di un
organismo ospite e in ectoparassiti che vivono sulla superficie esterna dellospite
(pidocchi, zecche, ecc.).
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BATTERI
I batteri sono organismi unicellulari di piccole dimensione (0,2 2 micron).
Sono molto diffusi in tutti gli ambienti e in condizioni favorevoli raddoppiano il loro
numero in circa 20 minuti.
Quelli patogeni: possono essere causa di malattie in quanto se penetrano nel nostro
organismo sono in grado di provocare una malattia. Le condizioni ottimali per la loro
crescita vengono raggiunte quando penetrano nel loro ospite preferito. Pertanto vi
sono batteri patogeni per specifici animali e non per luomo e viceversa, o per
entrambi.
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BATTERI

Esistono anche batteri cosiddetti opportunisti. Essi vivono normalmente sul nostro
corpo senza provocare nessuna malattia. Si possono per verificare situazioni, come
un cattivo stato di salute dellospite, che rendono questi batteri patogeni. In pratica
sono batteri che diventano pericolosi solo perch lospite diventato pi debole.
Alcuni batteri producono sostanze simili a dei veleni: le tossine batteriche. Ad esempio
il microbo del tetano produce una sostanza tossica che agisce sul sistema nervoso
provocando gli spasmi muscolari tipici della malattia.
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VIRUS
I virus sono gli agenti biologici pi piccoli (0,02 0,3 micron). Non essendo costituiti
da cellule essi possono riprodursi solo se riescono ad infettare una cellula ospite.
Restano comunque potenzialmente capaci di trasmettere malattie anche quando sono
fuori dagli organismi viventi per un periodo pi o meno lungo.
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FUNGHI
I funghi o miceti pericolosi sono costituiti soprattutto da muffe e lieviti. Alcuni di essi
sono responsabili di malattie nelluomo chiamate micosi.
Le micosi possono riguardare la pelle, i peli e le unghie e organi interni come bronchi e
polmoni. Alcuni miceti producono delle sostanze tossiche chiamate micotossine che
possono dare modesti effetti, come la diarrea, ma anche provocare cirrosi epatica e
cancro al fegato. Tra le principali micotossine vi laflatossina ritenuta cancerogena.
Durante lavori di ristrutturazione di ambienti umidi (cantine, vecchie abitazioni) si
possono diffondere grandi quantit di spore di funghi del genere aspergillus che
possono essere inalate e provocare lasma bronchiale.
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RISCHIO BIOLOGICO

E comunque qui utile ricordare che il corpo umano, come quello di tutti gli esseri viventi,
colonizzato da microorganismi che sono acquisiti durante la nascita e che nel corso della
vita possono subire variazioni di qualit e quantit. Questi microorganismi rappresentano
la popolazione microbica normale che di solito residente ma che occasionalmente pu
essere costituita da altri microorganismi in transito. Il ruolo della popolazione microbica
normale fondamentale per le difese dellorganismo.

Un microorganismo patogeno definito come un microorganismo capace di invadere e


dare malattia in un individuo sano.
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RISCHIO BIOLOGICO
Tra le caratteristiche degli agenti biologici patogeni troviamo la:
patogenicit e cio la capacit che possiede un microbo di provocare una malattia:
virulenza, cio la misura della gravit della malattia trasmessa.

Malattie come il mal di gola o il raffreddore sono mali frequenti e non gravi e pertanto
causati da microbi molto patogenici e poco virulenti, mentre il colera, lepatite, la
tubercolosi, ecc. sono molto meno diffuse, ma pi gravi e pertanto causate da microbi
poco patogenici, ma molto virulenti..
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MODALIT DI TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI BIOLOGICHE
Gli agenti biologici possono essere trasmessi alluomo attraverso:
la via respiratoria;
la via orale;
la via cutanea;
la via parenterale (es. iniezioni);
tramite artropodi (es. insetti).
Le infezioni sono possibili in ogni ambiente e condizioni. Sul luogo di lavoro microbi
aerodispersi possono essere presenti in concomitanza con nebbie, fumi e polveri ed
essere trasmessi per via respiratoria.
La trasmissione per via orale pu avvenire invece tramite schizzi di materiale infetto.
La trasmissione parenterale pu avvenire in attivit che comportano alta probabilit di
essere punti con bisturi, aghi, forbici ed altri strumenti taglienti.
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MODALIT DI TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI BIOLOGICHE

L'infezione il processo attraverso il quale un microorganismo entra in relazione con


l'ospite.
Le sorgenti di infezione sono gli elementi nei quali i microrganismi vivono, si
moltiplicano e attraverso i quali possono essere trasportati anche a distanza. Le
principali sorgenti di infezione sono costituite da persone infette sia ammalati che
portatori sani (soggetti cio che, senza presentare sintomi di malattia, ospitano
microrganismi patogeni).
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MODALIT DI TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI BIOLOGICHE
Linfezione pu avvenire in vari modi:
contatto intercutaneo (lavoratori di case di cura, ospedali, case di riposo);
trasmissione per via aerea (situazioni a rischio in ambienti affollati);
animali infetti o portatori sani (brucellosi, rabbia, carbonchio, toxoplasmosi, ornitosi
sono malattie proprie di alcuni animali che possono propagarsi alluomo provocandogli
la malattia);
artropodi vettori passivi (organismi che trasportano passivamente i microrganismi
patogeni, es. mosche che depositandosi ovunque possono veicolare vari microbi
pericolosi);
artropodi vettori attivi (zanzare, pulci, pidocchi trasmettono varie malattie quali
malaria, peste, malattia del sonno).
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MODALIT DI TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI BIOLOGICHE
Diversi sono anche i veicoli responsabili delle infezioni:
laria, specie se proveniente da ambienti di lavoro chiusi e poco aerati;
lacqua contaminata da microrganismi a trasmissione oro-fecale come salmonelle, virus
epatite A, (ad esempio sono a rischio coloro che operano presso impianti fognari e di
depurazione delle acque);
il suolo (ad esempio il microbo del tetano (Clostridium tetani) trasmesso attraverso il
terreno, a rischio sono le attivit con alto indice di ferite o abrasioni);
le mani sono fra i vettori principali di malattie, per cui importante lavarsi sempre
accuratamente le mani dopo qualsiasi attivit comportante rischio biologico e non
mangiare o fumare in aree di lavoro in cui vi rischio di esposizione;
via parenterale (sangue ed emoderivati). Molti microrganismi si trasmettono attraverso
il sangue di persone infette, come epatite B e C, AIDS. La trasmissione avviene
attraverso lesioni della cute, lesioni delle mucose e strumenti medicochirurgici. Sono a
rischio gli operatori sanitari ma anche gli addetti allo smaltimento rifiuti.
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ATTIVIT LAVORATIVE A RISCHIO
Tutte le attivit lavorative sono soggette a rischio biologico in quanto svolte in un
ambiente (la Terra) nel quale sono presenti ovunque agenti patogeni.
Possibili attivit lavorative che possono comportare la presenza di agenti biologici sono
indicate nellAllegato XLIV al D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008.

Estendendo tale elenco si possono suddividere le attivit lavorative in 3 gruppi.


Nel primo gruppo si inseriscono quelle attivit nelle quali microrganismi considerati agenti
biologici ai sensi dellart. 271 D.Lgs. 81/2008 vengano volutamente introdotti nel ciclo
lavorativo per subire trattamenti e manipolazioni affinch vengano sfruttate le loro
propriet biologiche.
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ATTIVIT LAVORATIVE A RISCHIO

Nel secondo gruppo rientrano le attivit lavorative nelle quali la presenza dellagente
biologico non voluta, perch non rappresenta uno specifico oggetto dellattivit stessa,
ma esso quasi sempre presente.

Nel terzo gruppo rientrano le attivit lavorative nelle quali la presenza dellagente
biologico non voluta, ma esso pu essere presente in quanto non possono essere
eliminati i veicoli di trasmissione definiti al punto 3.
In questo gruppo rientrano i lavoratori non inseriti nelle attivit dei 2 gruppi precedenti ed
in particolare quelli delle scuole, escludendo il rischio da uso deliberato di agenti biologici
nei laboratori di microbiologia.
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ATTIVIT LAVORATIVE A RISCHIO

Gli agenti patogeni responsabili di malattie infettive possono essere trasmessi:

dagli alimenti;
dallacqua;
dallambiente di lavoro;
dallutilizzo di attrezzature varie;
dal contatto con persone infette presenti.

Nel seguito sono presi in considerazione tali possibilit.


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Infezioni alimentari

Le tossinfezioni alimentari propriamente dette sono malattie acute intestinali dovute


all'assunzione di tossine batteriche liberate all'interno dei cibi o nel lume intestinale. I pi
comuni germi produttori di tossine (enterotossici), che in genere si sviluppano a causa di
errata conservazione di alimenti gi contaminati all'origine o durante le successive
manipolazioni. Nella maggior parte dei casi non si tratta di germi che invadono lintestino,
il danno alla superficie dellintestino infatti di natura puramente biochimica, dovuto
all'azione della tossina e non all'invasione diretta da parte di batteri, spesso non pi
presenti nel cibo al momento del consumo.
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Acqua

Molti agenti patogeni possono essere presenti nellacqua ed eventualmente essere


trasmessi alluomo. La migliore prevenzione consiste nellutilizzare acqua controllata
batteriologicamente pura per dissetarsi, per i servizi e il lavaggio di attrezzature e ambienti
di lavoro. In caso di lavori in presenza di acque di scarico o potenzialmente infette fare uso
di adatti dpi (guanti monouso, mascherine, tute monouso, ecc.) e procedere con
unaccurata pulizia con prodotti igienizzanti delle parti esposte del corpo.

Ambiente e attrezzature di lavoro

I danni principali dovuti allambiente e alle attrezzature di lavoro possono derivare dalle
operazioni di pulizia e disinfezione dei locali e special modo dei servizi igienici, condotte
dal personale ausiliario.
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO

La valutazione del rischio nelle scuole porta ad un livello di rischio basso per ogni tipo di
mansione. E tuttavia presente ed quindi necessario intervenire con misure di
prevenzione generali e specifiche e in alcuni casi con i Dispositivi di Protezione Individuali.
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MISURE DI PREVENZIONE
Le misure di prevenzione sono:
idonea ventilazione e adeguati ricambi daria;
adeguata pulizia degli ambienti in particolare i pavimenti devono essere regolarmente
puliti e periodicamente disinfettati; gli arredi (banchi, sedie, strumenti di lavoro),
sistematicamente spolverati e puliti da polvere acari e pollini che possono causare
irritazioni allapparato respiratorio o reazioni allergiche;
sanificazione periodica nei casi in cui se ne ravvisi lopportunit (presenza di topi,
scarafaggi, formiche, vespe, ecc.);
controllo costante degli ambienti esterni (cortili, parchi gioco interni) per evitare la
presenza di vetri, oggetti contundenti, taglienti o acuminati che possono essere veicolo
di spore tetaniche (anche se il rischio di tetano stato ridimensionato dallintroduzione
della vaccinazione obbligatoria per tutti i nati dal 1963).
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consigliabile che il personale degli asili nido e delle scuole dellinfanzia venga
sottoposto a vaccinazione antinfluenzale e antivaricella, che il personale addetto alle
pulizie, allassistenza igienica e alle operazioni di primo soccorso abbia la copertura
vaccinale contro lepatite B e quello che opera nei laboratori di meccanica o in
ambiente agricolo e in genere tutti i collaboratori scolastici siano vaccinati contro il
tetano.
lassistenza igienica che deve essere prestata utilizzando sempre guanti monouso (in
lattice o vinile) e grembiuli in materiale idrorepellente per evitare imbrattamenti da
liquidi biologici potenzialmente infetti.
per i collaboratori scolastici, la pulizia e la disinfezione dei bagni deve avvenire sempre
con luso di guanti in gomma e camici per prevenire il rischio da infezione da
salmonelle o virus epatite A;
la sorveglianza sanitaria non risulta una misura obbligatoria per questo tipo
desposizione.
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CONSIDERAZIONI SUI DISINFETTANTI
Si definisce disinfettante qualsiasi germicida chimico formulato per luso su oggetti
inanimati o superfici, che uccide/inattiva i microrganismi, ad esclusione delle spore,
determinando una riduzione non inferiore a 4 logaritmi (ovvero: 99,99%).
I germicidi chimici formulati per luso sulla pelle o su tessuti viventi sono invece chiamati
antisettici.
Questi prodotti non devono essere utilizzati per decontaminare oggetti inanimati.
Sebbene molti tipi di sostanze chimiche e di composti possano essere utilizzati come
germicidi, non tutti sono ugualmente efficaci contro i diversi microrganismi.
In generale i batteri gram positivi e gram negativi, i funghi ed i virus con involucro sono pi
sensibili allazione dei disinfettanti, mentre i micobatteri e i virus senza involucro sono i
pi resistenti. E perci necessario scegliere il disinfettante in base al tipo di
microrganismo.
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CONSIDERAZIONI SUI DISINFETTANTI
In letteratura i disinfettanti sono suddivisi in disinfettanti di basso livello, disinfettanti di
livello intermedio e disinfettanti di alto livello.
I disinfettanti di basso livello sono attivi sui batteri in fase vegetativa, sui virus con
involucro e su alcuni miceti. Tra di essi si possono annoverare lalcol etilico e lalcol
isopropilico al 70%, gli ammoni quaternari e i fenoli in soluzione detergente.
I disinfettanti di livello intermedio sono attivi sui batteri in fase vegetativa, sul
Mycobacterium tubercolosis, sui miceti e su molti virus (inclusi vari virus senza involucro).
Tra di essi si possono citare lalcol etilico e l alcol isopropilico all80-90% e l ipoclorito di
sodio al 2-3% di cloro attivo.
I disinfettanti di alto livello sono attivi su tutti i microrganismi, inclusi tutti i virus senza
involucro e i micobatteri, ma non sono efficaci su molte spore batteriche. Tra di essi si
annoverano la glutaraldeide al 2%, lacido peracetico allo 0,001-0,2%, il perossido di
idrogeno stabilizzato al 6% e lipoclorito di sodio al 3-5% di cloro attivo.
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CONSIDERAZIONI SUI DISINFETTANTI

Sviluppo di resistenza batterica:


Studi in vitro mostrano che luso scorretto di alcuni disinfettanti (i pi studiati sono stati gli
ammoni quaternari ed il Triclosan, per altri vi sono dati insufficienti) pu contribuire alla
comparsa di batteri resistenti agli antibiotici.
In particolare, luso continuato di disinfettanti a concentrazioni inferiori a quelle
raccomandate, per risparmiare o per limitare fenomeni di corrosione di apparecchiature,
non solo risulta in una disinfezione non ottimale o addirittura inefficace ma, mantenendo
una pressione selettiva continua, pu selezionare batteri che esprimono meccanismi di
resistenza agli antibiotici o addirittura favorirne lo sviluppo. Si raccomanda perci di
utilizzare i disinfettanti sempre alle concentrazioni indicate
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CONSIDERAZIONI SUI DISINFETTANTI
CONSIDERAZIONI SULLIPOCLORITO DI SODIO
Lipoclorito commerciale (candeggina) contiene il 5% di Cl attivo nominale.
Purtroppo lipoclorito instabile e la concentrazione di cloro tende a diminuire nel tempo,
specialmente se la soluzione esposta alla luce ed al calore.
In genere, i prodotti formulati per luso domestico, insieme allipoclorito contengono
sostanze stabilizzanti che ne favoriscono la conservazione.
In ogni caso, le soluzioni di ipoclorito devono essere mantenute al riparo della luce diretta
del sole e in un luogo fresco. In condizioni non idonee, la degradazione dellipoclorito in
sale da cucina e ossigeno molto rapida; dopo 20-30 la decomposizione ha inizio e tale
evento pu rendere vane le operazioni di disinfezione a causa della bassa concentrazione
di principio attivo nelle soluzioni disinfettanti utilizzate.
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CONSIDERAZIONI SUI DISINFETTANTI
CONSIDERAZIONI SULLIPOCLORITO DI SODIO
Poich non possibile conoscere esattamente la concentrazione di Ipoclorito, se non per
via chimica, si consiglia di utilizzare per la disinfezione ipoclorito prelevato da confezioni
aperte di recente e conservato ben chiuso ed al fresco e di non preparare in anticipo la
soluzione con concentrazione al 2-3% di Cl attivo.
Per luso nel trattamento di rifiuti biologici liquidi, prima di aggiungere i rifiuti versare nel
contenitore apposito una quantit della soluzione di ipoclorito (preparata fresca) pari al
20% del volume del contenitore.
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Il RISCHIO BIOLOGICO IN LABORATORIO

I soggetti che lavorano in laboratori dove si manipolano agenti biologici, o materiali di


origine biologica, sono esposti al rischio di infezioni e, pertanto, hanno una maggiore
possibilit di contrarre malattie.
Le pi frequenti modalit di contaminazione in un laboratorio biologico sono
rappresentate da:
inoculazione di materiale infetto attraverso la cute;
ingestione di materiale infetto per contaminazione delle mani;
formazione di aerosol conseguente all'apertura di contenitori, di provette e capsule di
Petri o all'impiego di agitatori, siringhe, centrifughe.
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Il RISCHIO BIOLOGICO IN LABORATORIO

Gli agenti biologici, definiti dal D.Lgs 81/08 (titolo X) come "qualsiasi microrganismo anche
geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe
provocare infezioni, allergie, intossicazioni" sono classificati, come visto, in quattro gruppi,
per rischio crescente di infezione:
gruppo 1, agente che presenta poche probabilit di causare malattie in soggetti umani
(ovvero, sinteticamente: la sua manipolazione presenta nessuno o basso rischio
individuale e collettivo)
gruppo 2, agente che pu causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i
lavoratori; poco probabile che si propaghino nella comunit; sono di norma disponibili
efficaci misure profilattiche o terapeutiche (ovvero: la sua manipolazione presenta
moderato rischio individuale, limitato rischio collettivo)
RISCHI BIOLOGICI
Il RISCHIO BIOLOGICO IN LABORATORIO
gruppo 3, agente che pu causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio
rischio per i lavoratori; lagente biologico pu propagarsi nella comunit, ma di norma
sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche (ovvero: la sua manipolazione
presenta elevato rischio individuale, basso rischio collettivo)
gruppo 4, agente biologico che pu provocare malattie gravi in soggetti umani e
costituisce un serio rischio per i lavoratori e pu presentare un elevato rischio di
propagazione nella comunit; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche
o terapeutiche (ovvero: la sua manipolazione presenta elevato rischio individuale e
collettivo). L'allegato XLVI, del D.Lgs 81/08 che recepisce la Direttiva 93/88, riporta
l'elenco degli agenti biologici con la relativa attribuzione ai gruppi 2, 3 e 4.
Oltre che con gli agenti biologici sopraindicati, in un laboratorio biologico possibile
trovarsi a lavorare anche con i prioni (ovirus lenti), che sono causa delle encefalopatie
spongiformi trasmissibili (EST).
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Il RISCHIO BIOLOGICO IN LABORATORIO

I microrganismi delle diverse classi devono essere manipolati in laboratori con caratteristiche
di sicurezza specifiche, chiamate livelli di contenimento. Essi sono definiti, in base alle loro
caratteristiche progettuali come:

Laboratorio di base livello di contenimento 1,


per microrganismi appartenenti al gruppo 1.
Laboratorio di base livello di contenimento 2,
per microrganismi appartenenti al gruppo 2.
Laboratorio di sicurezza livello di contenimento 3,
per microrganismi appartenenti al gruppo 3.
Laboratorio di massima sicurezza livello di contenimento 4,
per microrganismi appartenenti al gruppo 4.
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PROCEDURE COMPORTAMENTALI SPECIFICHE LABORATORI DI LIVELLO DI CONTENIMENTO
1 e 2 (Si ritiene di non dover trattare laboratori di livello di contenimento superiore).

Nel laboratorio con livello di contenimento 1 si lavorano agenti biologici che presentano
poche probabilit di causare malattie in soggetti umani.
Nel laboratorio di contenimento 2 si lavorano agenti biologici classificati nel gruppo di
rischio 2.
Nelle attivit di laboratorio con manipolazione di materiale infetto assume un ruolo
rilevante, nella prevenzione della eventuale contaminazione delloperatore e dellambiente,
il corretto utilizzo delle cappe di sicurezza biologica (biohazard), che vengono quindi
considerate attrezzature di contenimento fisico primario.
In base agli standard internazionali le cappe di sicurezza biologica vengono suddivise in 3
classi, a seconda del livello di protezione garantito. Le cappe di classe 1 sono in grado di
proteggere loperatore e lambiente dallinfezione/disseminazione di agenti biologici di
gruppo 1 e 2 ma non proteggono i campioni da uneventuale contaminazione esterna.
RISCHI BIOLOGICI

PROCEDURE COMPORTAMENTALI SPECIFICHE LABORATORI DI LIVELLO DI


CONTENIMENTO 1 e 2

Le cappe di classe 2 assicurano la protezione delloperatore, dei prodotti al suo interno e


dellambiente circostante. Entrambe le cappe possono essere utilizzate per la
manipolazione degli agenti biologici di gruppo 1 e 2.
Sebbene alcune precauzioni di sicurezza possano sembrare superflue per gli organismi del
gruppo di rischio 1, bene comunque applicarle a scopo di addestramento per
promuovere una buona tecnica microbiologica (BTM), che essenziale per la sicurezza in
laboratorio e che non pu essere sostituita da attrezzature specializzate.
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PROCEDURE COMPORTAMENTALI SPECIFICHE

Protezione Personale
Prima di ogni attivit di analisi o di ricerca allinterno del laboratorio deve essere
indossato il camice. Tale indumento non va indossato in aree diverse dal laboratorio,
come uffici, biblioteche e mense . Il camice non deve essere riposto nello stesso
armadio degli abiti normali.
Gli indumenti contaminati devono essere sterilizzati.
Quando necessario, per proteggere gli occhi e la faccia da spruzzi e da oggetti
contundenti devono essere usati DPI appropriati.
Indossare guanti quando vengono eseguite procedure che comportino il rischio di
contatto diretto con sangue o materiali infetti. I guanti devono essere adeguati al
lavoro che si svolge. Dopo luso vanno tolti in modo asettico e autoclavati con gli altri
rifiuti di laboratorio.
Successivamente si procede al lavaggio delle mani con acqua e detergente per le mani.
RISCHI BIOLOGICI
PROCEDURE COMPORTAMENTALI SPECIFICHE

Trasporto di campioni allinterno del Laboratorio


Lo spostamento dei campioni allinterno del laboratorio deve avvenire in contenitori di
materiale infrangibile, con tappo a tenuta, correttamente etichettati per facilitarne
lidentificazione. Per evitare perdite e versamenti accidentali durante il trasporto, detti
contenitori devono essere posti in speciali contenitori secondari che assicurino la
posizione verticale del campione. I contenitori secondari devono essere costituiti da
materiale autoclavabile e resistente a disinfettanti chimici, inoltre devono essere
regolarmente decontaminati.
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PROCEDURE COMPORTAMENTALI SPECIFICHE

Trasporto di campioni al di fuori del laboratorio o loro spedizione


Si deve adottare un sistema a doppio contenitore a tenuta ermetica con assorbente
che garantisca, in caso di malaugurato incidente, la non fuoriuscita del liquido. Il
contenitore deve essere sterilizzabile.
Nessun residuo deve rimanere sulla parete esterna del contenitore.
Ogni contenitore deve essere identificato con etichetta autoadesiva indelebile.
Gli eventuali documenti di accompagnamento non devono essere arrotolati attorno al
contenitore ma inseriti in un sacchetto a doppia tasca ermetica.
Per gli agenti del gruppo 2, 3, 4 si deve prevedere l'applicazione del simbolo di rischio
biologico sia sul contenitore che sulla documentazione.
RISCHI BIOLOGICI
PROCEDURE COMPORTAMENTALI SPECIFICHE
Apertura del contenitore del campione
L apertura dellimballaggio del campione deve avvenire nei laboratori, preferibilmente
allinterno di una cappa di sicurezza biologica. Nel caso di contenitori con letichetta di
segnale di rischio biologico, lapertura deve essere effettuata esclusivamente
allinterno di una cappa di sicurezza biologica.
Prima della introduzione nel frigorifero del laboratorio, la parte esterna protettiva del
campione deve essere disinfettata.
Eliminazione di Materiale non pericoloso
Si definisce materiale non pericoloso tutto il materiale cartaceo prodotto in
laboratorio, materiale plastico o scatole di contenitori di medicinali o di kit. I materiali
non pericolosi possono essere scartati come normali rifiuti nell'apposito cestino. Il
cestino deve essere svuotato giornalmente dal personale di laboratorio o dal personale
addetto alla pulizia. Nel cestino NON deve essere scartato materiale a rischio biologico
o chimico, tagliente ed acuminato.
RISCHI BIOLOGICI
PROCEDURE COMPORTAMENTALI SPECIFICHE
Materiale a Rischio Biologico

Si definisce materiale a Rischio Biologico qualsiasi materiale biologico di provenienza


umana o animale potenzialmente contenente microrganismi patogeni vivi. Tale
materiale e tutti i prodotti monouso che vengono a contatto con esso (fiasche, pipette,
puntali, guanti, carta assorbente ecc.) vengono direttamente scartati in appositi
sacchetti autoclavabili.
Tutti i prodotti solidi contaminati del laboratorio di livello 2 (colture batteriche,
campioni biologici, materiale monouso, ecc.) devono essere raccolti in appositi
sacchetti autoclavabili (biohazard) che vengono posti, a loro volta, in contenitori rigidi
ed avviati alla decontaminazione mediante sterilizzazione in autoclave. Ogni sacco
deve riportare chiaramente lindicazione che attesti lavvenuta sterilizzazione. Su un
apposito registro si deve annotare loperazione eseguita. Alla fine del procedimento
di sterilizzazione essi devono essere smaltiti come rifiuti sanitari.
RISCHI BIOLOGICI
PROCEDURE COMPORTAMENTALI SPECIFICHE

I contenitori per la raccolta degli oggetti taglienti devono essere rigidi, a prova di
puntura, e non vanno riempiti fino allorlo. Quando sono pieni per i 3/4 vanno chiusi e
messi nei contenitori per rifiuti infetti e autoclavati .
Piccole quantit di rifiuti liquidi vengono poste in contenitori autoclavabili inseriti in
sacchetti da autoclave, ed avviate alla sterilizzazione. Se i rifiuti liquidi biologici sono in
quantit elevata devono essere trattati con ipoclorito di sodio (2-3% di Cl attivo) e
avviati allo smaltimento come rifiuti chimici.
RISCHI BIOLOGICI
NORME PER I LABORATORI DI LIVELLO DI CONTENIMENTO 1 E 2 (BSL 1, BSL 2).

1. Sulle porte dei laboratori di classe 2 deve essere esposto il simbolo internazionale di
rischio biologico.
2. Nelle aree di lavoro del laboratorio devono essere ammesse soltanto persone alle quali
sia stata assicurata linformazione/formazione specifica riguardo ai potenziali rischi
connessi con lattivit lavorativa necessario un aggiornamento periodico di tutti gli
operatori del laboratorio.
3. Non pipettare con la bocca.
4. Nelle aree di lavoro del laboratorio non deve essere permesso mangiare, bere, fumare,
conservare cibo e applicare cosmetici. Inoltre vietato usare recipienti del laboratorio per
conservare bevande o alimenti.
5. sconsigliato luso di tacchi alti e di scarpe aperte. I capelli lunghi devono essere tenuti
raccolti. Togliersi bracciali, anelli, collane, sciarpe e ciondoli di vario tipo.
RISCHI BIOLOGICI
NORME PER I LABORATORI DI LIVELLO DI CONTENIMENTO 1 E 2 (BSL 1, BSL 2).
6. Le etichette non devono essere inumidite leccandole, non si devono portare oggetti alla
bocca.
7. Tutte le procedure tecniche devono essere condotte in modo da minimizzare la
formazione di aerosol e goccioline.
8. Non tenere nelle tasche del camice forbici, spatole di acciaio, provette di vetro o
materiale tagliente.
9. Si sconsiglia luso di lenti a contatto poich possono essere causa di accumulo di
sostanze nocive e, in caso dincidente, possono pregiudicare le operazioni di primo
soccorso. Se devono essere necessariamente indossate, indispensabile usare occhiali di
sicurezza.
10. Non lavorare mai da soli in laboratorio.
RISCHI BIOLOGICI
NORME PER I LABORATORI DI LIVELLO DI CONTENIMENTO 1 E 2 (BSL 1, BSL 2).
11. Non reincappucciare gli aghi e non spostarsi con gli aghi scoperti in mano. Luso di aghi
ipodermici e di siringhe per prelevare il contenuto di bottiglie a diaframma va limitato al
minimo. Si devono usare cannule al posto degli aghi ogni volta che sia possibile.
12. Evitare il pi possibile laffollamento nel laboratorio.
13. Le porte del laboratorio vanno tenute chiuse durante il lavoro.
14. Non abbandonare materiale non identificabile nelle aree di lavoro.
15. Non appoggiare recipienti, bottiglie o apparecchi in prossimit del bordo del banco da
lavoro.
16. Non bloccare le uscite di emergenza, i pannelli elettrici e le attrezzature di soccorso.
17. vietato lasciare senza controllo reazioni in corso e apparecchi in funzione.
18. Etichettare correttamente ed apporre la data su tutti i contenitori in modo da poterne
riconoscere in ogni momento il contenuto.
RISCHI BIOLOGICI
NORME PER I LABORATORI DI LIVELLO DI CONTENIMENTO 1 E 2 (BSL 1, BSL 2).
19. Non toccare le maniglie delle porte e altri oggetti del laboratorio con i guanti con i quali
sono state maneggiate sostanze chimiche e materiale biologico.
20. Il laboratorio deve essere tenuto pulito, in ordine e sgombro da qualsiasi oggetto non
pertinente al lavoro.
21. Deve esistere un programma di disinfestazione per il controllo di roditori e artropodi.
22. Le superfici di lavoro e le apparecchiature scientifiche devono essere decontaminate
dopo qualsiasi versamento di materiali potenzialmente pericolosi e alla fine di ogni giorno
di lavoro.
23. Vicino a ogni posto di lavoro vanno posizionati idonei contenitori per la raccolta dei
rifiuti speciali di tipo sanitario
24. Utilizzare preferibilmente materiale monouso.
25. Tutte le micropipette devono essere dotate di eiettore del puntale. Questultimo deve
essere eliminato insieme agli altri rifiuti speciali di tipo sanitario.
RISCHI BIOLOGICI
NORME PER I LABORATORI DI LIVELLO DI CONTENIMENTO 1 E 2 (BSL 1, BSL 2).
26. Le micropipette devono essere sempre mantenute in posizione verticale e mai adagiate
sul banco da lavoro.
27. In caso di versamento di liquidi infetti, dincidenti e di esposizione a materiale infetto
deve essere immediatamente avvisato il responsabile del laboratorio, il quale deve tenere
una registrazione scritta degli incidenti e comunicare al SPP laccaduto.
28. Le donne in et fertile vanno informate dei rischi per il feto derivanti dallesposizione
ad agenti microbiologici. Leventuale stato di gravidanza va notificato immediatamente al
responsabile del laboratorio. In ogni caso, vietato alle donne incinte lavorare in
laboratorio.
29. Il preposto deve vigilare sulla corretta applicazione delle misure di prevenzione e
protezione da parte di tutti i frequentatori del laboratorio.
RISCHI BIOLOGICI
PROCEDURE DI EMERGENZA IN LABORATORIO
Allatto della comunicazione di emergenza che preveda labbandono del locale laboratorio
1. spegnere le apparecchiature;
2. chiudere le cappe chimiche;
3. chiudere le cappe biologiche;
4. chiudere la finestra;
5. staccare linterruttore centrale elettrico;
6. avvisare gli addetti al controllo e gestione delle emergenze;
7. avvisare tutti coloro che lavorano nel laboratorio anche se non sono al momento
presenti (si sono allontanati per brevi istanti);
8. predisporre un cartello da affiggere al di fuori del locale (divieto di entrata: incidente
chimico/biologico)
RISCHI BIOLOGICI
PROCEDURE DI EMERGENZA IN LABORATORIO

Spargimento di liquidi sul piano di lavoro della cabina di sicurezza biologica


Portare la ventilazione della cabina alla massima velocit.
Indossare guanti e mascherina protettiva e disinfettare le superfici. Trasferire tutto il
raccolto, unitamente a guanti e maschera, in sacchetto termoresistente. Sterilizzare in
autoclave.
N. B.: se stato usato ipoclorito di sodio come disinfettante, il materiale non va
autoclavato, ma eliminato come rifiuto chimico solido, in modo da evitare vapori
pericolosi.
RISCHI BIOLOGICI
PROCEDURE DI EMERGENZA IN LABORATORIO
Spargimento di liquidi biologici sul pavimento
Chiudere la porta a chiave vietando l'accesso ad estranei.
Indossare guanti e mascherina protettiva.
Neutralizzare ed assorbire il liquido con l'apposita polvere e lasciare agire per 30 minuti
oppure coprire il liquido con carta assorbente sulla quale versare un disinfettante adeguato
e lasciarlo agire per 30 minuti.
Raccogliere la polvere con l'apposita paletta monouso o la carta assorbente con delle pinze
con manico lungo, inserire in un sacchetto da autoclave ed avviare allautoclave.
N. B.: se stato usato ipoclorito di sodio, il materiale non va autoclavato, ma eliminato
come rifiuto chimico solido, in modo da evitare vapori pericolosi

Porre guanti e mascherina in un sacchetto termoresistente e sterilizzare in autoclave.


RISCHI BIOLOGICI
PROCEDURE DI EMERGENZA IN LABORATORIO
Iniezioni, tagli e abrasioni accidentali
il soccorritore deve innanzitutto indossare guanti monouso;
rimuovere gli abiti, lavare le mani e le parti coinvolte;
lavare accuratamente la ferita;
applicare un idoneo antisettico;
pulire con garza sterile;
comprimere localmente se ci sono piccole emorragie;
coprire con garza la ferita;
se necessario rivolgersi alle cure di un medico.
Se possibile, contattare immediatamente uno dei lavoratori incaricati delle misure di
primo soccorso.

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