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Patologia Forense

disciplina di applicazione delle conoscenze


della medicina al servizio della risoluzione di
problematiche di giustizia
rilievo critico delle caratteristiche della
lesivit con il fine precipuo di definirne
natura, modalit e mezzi produttivi
nellambito dei cosiddetti fatti di pertinenza
giudiziaria.
La lesivit di interesse medico-legale il
risultato delleffetto applicativo di una
qualsiasi forma di energia (fisica,
meccanica, chimica ecc.), e/o un
prodotto dei suoi effetti, sullorganismo
umano da cui derivino alterazioni assai
variabili per tipologia, sede, entit,
caratteristiche ed integranti fattispecie
ben precise e ben categorizzabili.
Approccio metodologico volto allattenta quanto
scrupolosa indagine descrittiva.
Caratteristiche morfologiche, sedi e dimensioni delle
lesioni oggetto di studio nonch il loro rilievo preciso
topografico sul corpo umano e/o nellorganismo in
generale, diventano momento fondamentale e
propedeutico alla loro precisa definizione,
classificazione ed interpretazione che sar completata
dallindagine microscopica, tossicologica, genetica
ecc. .
LESIVITA

Traumatologia

Asfissiologia

Tossicologia
Traumatologia

Trauma: azione traumatica di natura fisica,


meccanica (energia meccanica, termica,
elettrica, pressione)

Lesione: effetto dellazione traumatica


F = M x V2 / 2
Qualsivoglia effetto lesivo conseguenza di un
meccanismo e/o azione traumatica che, animato da
sufficiente forza viva, impatta sullorganismo
inducendovi modificazioni strutturali (che si correlano
con la quantit di energia cinetica posseduta e le
caratteristiche intrinseche ed estrinseche dei corpi a
contatto) e, viceversa, tali modificazioni possono
derivare dallimpatto del corpo umano in movimento
animato da sufficiente forza viva contro superfici
resistenti dure ed anelastiche e/o fisse.
Gli effetti lesivi sullorganismo saranno tanto maggiori
quanto pi elevata sar la velocit ed il peso
delloggetto impattante ed, ancora, proporzionati alla
velocit ed alla massa dellorganismo stesso qualora
anchesso in movimento.
Tali urti possono a loro volta essere di tipo
elastico ovvero anelastico a seconda delle
intrinseche propriet di elasticit e, quindi, di
deformabilit di cui i corpi impattante/impattato
sono dotati. Negli urti elastici, lenergia cinetica
pu quindi o trasmettersi in toto, ovvero solo
parzialmente e senza dissipazione di energia.
Negli urti anelastici una quota parte dellenergia
cinetica, posseduta da un corpo in movimento,
viene assorbita dallaltro inducendo modificazioni
strutturali dello stesso e dissipazione di energia
che si trasforma in calore.
Sulla scorta della natura dellagente
lesivo possiamo distinguere:
1) lesivit da energia fisica,
2) lesivit da energia chimica.
In relazione alla tipologia dellimpatto/contatto nonch alla
sede attinta ed ancora in relazione agli effetti dellurto/impatto
sullorganismo possiamo distinguere la lesivit in:
diretta (o distrettuale), allorquando limitata alla stessa
regione e/o punto in cui agisce lagente vulnerante, o
indiretta o trasmissiva (se si manifesta in sedi diverse dalla
zona di impatto, come nella evenienza del cosiddetto
contraccolpo o nella evenienza della trasmissione delle linee di
forza nei cosiddetti traumi da scuotimento a carico degli
encefali di neonati);
immediata, allorquando gli effetti si appalesano, sotto il
profilo anatomo-patologico, nellimmediatezza
dellaccadimento o consecutiva se, invece, si renderanno
evidenti dopo un certo intervallo di tempo pi o meno ampio;
locale (a carico del distretto anatomico primariamente
interessato dallesplicazione della energia lesiva) o generale
(quali shock traumatico od emorragico, anemizzazione,
trombo-embolizzazione, sindromi commotive, etc).
Nellambito di tale classificazione possiamo ancora
caratterizzare la tipologia lesiva in relazione alla qualit
delleffetto in:
1. lesivit di tipo discontinuativo (con presenza di
soluzioni di continuo cutanee, dei tessuti molli
sottostanti, dei parenchimi cos come degli organi cavi,
dei muscoli, dei tendini ovvero delle ossa, ed ancora dei
vasi e tronchi nervosi),
2. lesivit di tipo dislocativo (con alterazione della
originaria posizione o/e dei naturali rapporti anatomici
fra strutture/segmenti corporei: lussazioni, ptosi,
prolassi, ernie),
3. lesivit di tipo discoesivo (con scollamenti,
slaminamenti di strutture giustapposte, etc),
4. lesivit di tipo estesamente distruttivo (sfacelo
cranico),
5. lesivit di tipo contusivo (a carico dei tessuti molli
superficiali cos come degli organi interni).
Lesioni da corpi contundenti
Lesioni da arma bianca
Energia Grandi traumatismi
meccanica
Lesioni da arma da fuoco
Asfissie meccaniche
Energia elettrica Folgorazione
Lesioni da energia fisica
Fulminazione
Energia termica Ipotermia
Ipertermia

Altre lesioni Lesioni da energia radiante,


lesioni da energia barica, etc

Avvelenamento da CO
Avvelenamento da pesticidi
Lesioni da energia Avvelenamento da erbicidi
chimica
Intossicazione acuta da stupefacenti, da farmaci,
Lesioni da caustici, etc
Lesioni da corpi contundenti
corpo contundente
Si tratta di oggetti dotati di superficie piana o convessa,
di margini smussi e comunque privi di spigoli vivi,
puntuti o margini taglienti, ovvero ci si riferisce ai mezzi
di offesa e difesa naturali delluomo (mani atteggiate a
pugno, piedi, gomiti, ginocchia e testa), nonch degli
animali (zampe, capo); strumenti adoperati per offesa e
difesa dimpiego personale (bastoni, spranghe,
sfollagente, tirapugni, mazze ferrate), strumenti da
lavoro (martelli, chiavi inglesi, sbarre metalliche, etc).
Da sottolineare come azione contusiva
pu essere ancora esercitata da mezzi
liquidi o gassosi, specie sotto
pressione, quali il getto daria
compressa, il getto di un idrante, il
getto di gas emesso ad alta pressione,
limpatto del corpo contro una massa
liquida, per caduta dallalto.
Quando un mezzo contusivo dotato di
energia meccanica agisce sullorganismo, o
viceversa quando un organismo dotato di
energia cinetica urta contro un mezzo
contusivo, lenergia cinetica viene trasmessa
allorganismo determinando lesioni la cui
entit in rapporto principalmente con:

la natura del mezzo contusivo,


lintensit dellenergia da questo posseduta,
la sua modalit di azione.
A seconda della intensit dellenergia
posseduta, esso potr determinare
lesioni a carico unicamente dei
tegumenti, oppure anche dei
visceri, o fratture ossee.
Modalit di azione
compressione-percussione, con applicazione di
una forza, perpendicolarmente od obliquamente
rispetto alla superficie corporea, per unit di
superficie, in un intervallo di tempo lungo, ovvero
breve e con correlato schiacciamento dei tessuti;
sfregamento, con applicazione di una forza diretta
tangenzialmente alla superficie corporea;
trazione, cui si correla un effetto di lacerazione
e/o strappamento dei tessuti.
Isolatamente o in combinazione
Lesioni da corpi contundenti
Lentit della lesione risulta influenzata
anche dalla durata dellazione stessa, e
dalle peculiarit della superficie su cui
essa viene esercitata (elasticit dei
tegumenti, presenza di organi cavi, di
strutture ossee sottostanti, etc.).
Lesioni da corpi contundenti
Escoriazioni
Ecchimosi
Ferite lacero contuse
Contusioni profonde
Se il mezzo contusivo agisce su un tegumento
con una azione prevalentemente tangenziale,
allora determiner solo unasportazione di
tessuto, cio una escoriazione;
se invece agisce con meccanismo di
compressione e trazione, senza discontinuazione
dei tegumenti, si potr avere una lesione dei vasi
con la formazione di una ecchimosi,
se viceversa il meccanismo di azione
unicamente di trazione vi una discontinuazione
dei tegumenti si produrr dunque una ferita
lacero - contusa, o eventualmente solo lacera.
Escoriazioni
Si realizzano quando lazione del mezzo
contusivo agisce sulla superficie
tegumentaria prevalentemente con azione
tangenziale, dando luogo ad una
asportazione dellepidermide con messa allo
scoperto del derma sottostante
-escoriazione di I grado, o superficiale, od escoriazione
bianca, si caratterizza per lasportazione del solo strato
epidermico (corneo + malpighiano), che essendo
avascolare, sostanzialmente esangue; per il
trasudamento e successiva essiccazione di linfa, si
ricopre di una sottile crosta sierosa (c.d. crosta linfatica)
di colorito giallastro o giallo-aranciato ovvero bruno nelle
zone ipostatiche.
-escoriazione di II grado, od intermedia, si caratterizza
per lasportazione anche dello strato pi superficiale del
derma, derma papillare. La lacerazione delle anse
capillari ivi presenti, implica la fuoriuscita di sangue che,
con la linfa trasudata, contribuisce a formare una crosta
mista, siero-ematica.
-escoriazione di III grado, o profonda, od escoriazione
rossa, con interessamento dello strato profondo del
derma, il reticolare, riccamente irrorato, che condiziona
copiosa emorragia e formazione di crosta ematica,
spessa, di colore rosso-scuro o nero.
Le lesioni escoriative non hanno di norma
una forma particolare e ben difficilmente si
pu, attraverso la loro osservazione, risalire
al mezzo che le ha prodotte, se non in casi
particolari (unghiature: infissione del
margine ungueale nella pelle, graffiature:
escoriazioni figurate, nastriformi o lineari,
parallele, dovute allo scorrimento
dellunghia, morsi, etc.)
Ecchimosi
consistono in stravasi ematici che si determinano
per lazione di un mezzo contusivo che agisce su
un tessuto con una energia tale da determinare la
rottura di un vaso sanguigno, senza lesione dei
tegumenti, con conseguente fuoriuscita di sangue
che va ad infiltrare e si raccoglie nei tessuti
circostanti, in particolare nel derma o nel
sottocutaneo.
Il mezzo contusivo pu determinare tali lesioni
mediante diversi meccanismi:
Compressione per cui il vaso viene leso
attraverso uno schiacciamento tra il mezzo
contundente ed una superficie contro-resistente
(per es. un osso sottostante).
Trazione, stiramento dei vasi e lacerazione per
strappamento.
Decompressione, diminuzione della pressione
atmosferica in un punto, con fuoriuscita di
sangue (ventosa, suzione buccale)
Laspetto delle ecchimosi varia a
seconda della sede e dellentit dello
stravaso ematico, pertanto si
distinguono ecchimosi puntiformi di
origine capillare (petecchie), focolai
emorragici che formano una cavit
accidentale nel sottocutaneo
(ematomi), piccole emorragie
puntiformi ravvicinate e confluenti
(suggellazioni).
La comparsa delle ecchimosi
immediata per quelle superficiali,
poich il sangue appena stravasato nel
derma, traspare allesterno con la
colorazione rossastra o rosso - bluastra,
oppure tardiva per quelle formatesi
negli strati profondi del sottocutaneo,
che impiegano qualche tempo prima di
rendersi evidenti allesterno.
Le ecchimosi subiscono delle variazioni
cromatiche che ne permettono la datazione:
allinizio sono rosse, poi divengono dopo
qualche ora rosso - violacee, dopo 6-8 giorni
verdi, ed infine dopo 8-12 giorni gialle fino a
scomparire.
Emoglobina ossigenata, emoglobina ridotta,
prodotti di degradazione dellemoglobina
(pigmenti di emosiderina e di ematoidina)
Fanno eccezione a tale regola le ecchimosi a sede
sottocongiuntivale, spesso a carattere puntiforme
o di piccole placche, che in ragione della loro
sede superficiale, al di sotto della mucosa
congiuntivale, umettata dal film lacrimale e
direttamente esposta allaria sottomucosa, si
caratterizzano per un persistente grado di
ossigenazione della molecola emoglobinica che
ne condiziona il persistente colorito rossastro.
Allo stesso modo si comportano le ecchimosi
sottoungueali.
Ecchimosi figurate
Vibici: forma allungata, stria o nastro (colpi
di verga o di frusta)
Digitali: forma ovale (afferramento,
compressione dei polpastrelli delle dita)
Suzione: forma ovale, fitte emorragie
capillari puntiformi (pratiche erotiche, rima
buccale)
Tuttavia, in taluni casi, potr non essere cos
agevole la differenziazione con una macchia
ipostatica (ancor pi se ci si trova a valutare
lesistenza di lesioni ecchimotiche in un cadavere
con processi putrefattivi spinti sino alla fase
cromatica), per cui, con lausilio di un tagliente,
incidendo larea cromatica, trattandosi di
ecchimosi si documenterebbe un contenuto
daspetto simil gelatinoso resistente al getto
dacqua, mentre nellevenienza di macchia
ipostatica, il getto dacqua ne determiner il facile
allontanamento.
Ferite lacero contuse

Ferita lacero contusa che si determina


quando si associa la compressione e lo
schiacciamento dei tessuti.
tipiche lesioni contusive, consistenti in soluzioni
recidenti (per questo ferite) della cute,
eventualmente estendentesi ad interessare i piani
profondi e le parti molli sottostanti, (sottocutaneo,
fasce e strutture sottofasciale), prodotte per
azione di un corpo contundente, agente con
meccanismo di compressione-schiacciamento
e/o trazione-strappamento/strisciamento.
Ferita lacera
La ferita lacera si determina quando
lazione contusiva agisce con un
meccanismo di trazione o di
strappamento
I margini appaiono generalmente irregolari, frastagliati, di colorito
bruno-nerastro, quindi ecchimotici, (nelle sole L-C), diastasati per
la retrazione elastica, sottominati lungo ampi settori del contorno
della soluzione di continuo, quindi scollati dai piani sottostanti, in
cui talora si riconoscono materiali eterogenei quali terriccio,
schegge di vetro, grasso. Ancora, tra i margini diastasati sono
documentabili sottili ponti o briglie di tessuto, (connettivale,
muscolare, vascolo-nervoso), nonch tralci fibrosi che, avendo
resistito al trauma, rimangono interposti tra essi, ricollegandoli fra
loro (e per questo particolarmente utili ai fini della differenziazione
con le ferite da taglio, in quanto testimoniano con la loro presenza
il mancato passaggio del tagliente fra i lembi della soluzione di
continuo).
Il fondo si presenta caratteristicamente irregolare, anfrattuoso,
ricoperto da detriti tissutali e da coaguli ematici.
Laspetto di queste ferite generalmente non riproduce la forma
delloggetto traumatizzante.
sanguinamento meno copioso
Ferite da fenditura: tipicamente documentabili al cuoio capelluto,
allorquando dei colpi da mezzo contundente vengano portati al capo
(classicamente colpi di bastone, bottiglie, spranga, etc); in tali casi la
ferita si presenta tipicamente di forma lineare, con margini di colorito
rosso-brunastro, in tutta corrispondenza del punto in cui la cute rimane
schiacciata fra corpo contundente e piano osseo sottostante con
prolungamenti che si estendono, oltre i limiti della zona di contatto, nei
due sensi, secondo direzioni condizionate dalla disposizione delle fibre
elastiche del derma cutaneo;
Ferite su cresta ossea: sono ferite lacero-contuse che si rilevano in
peculiari siti anatomici e che trovano la loro ragion dessere nella
conformazione degli stessi: esempio ne sono la cute che sovrasta la
cresta tibiale, la cute che sovrasta larcata sopraciliare, la cute che
sovrasta il mento. In tutte queste sedi la cute compressa dal mezzo,
viene, contrariamente al solito, lesa dallinterno verso lesterno, cos che
si possono osservare lesioni lineari, estese in lunghezza, a margini
relativamente netti, angoli acuti, simulanti una ferita da taglio;
Ferite da morso duomo o di animale: assumono le caratteristiche di
ferite lacero-contuse quando prodotte dallintervento dei denti incisivi;
assumono suggestivamente la forma di due soluzioni di continuo
semilunate, contrapposte per la concavit, suddivise ciascuna in
subunit e riproducenti ad impronta le due arcate dentarie. Talora la
violenza del morso pu esser tale da determinare lo strappamento della
parte (lobo auricolare, punta del naso, falange ungueale, etc).
Contusioni profonde
Lesioni prodotte da corpi contundenti nei tessuti e
negli organi situati al di sotto del pannicolo adiposo
sottocutaneo:
Contusioni semplici
Lacerazioni
Dislocazioni viscerali
Ecchimosi, ematomi muscolari, sottoaponeurotici,
interstiziali e viscerali, lacerazioni di muscoli,
tendini, vasi, versamenti ematici nella cavit cranica,
pleurica, pericardica e addominale, rotture di organi
parenchimatosi, rotture da scoppio di organi cavi,
dislocazioni viscerali, fratture scheletriche e
lussazioni articolari
I grandi traumatismi
eventi di notevole intensit lesiva, coinvolgenti una o pi
persone, caratterizzata da molteplicit, polimorfismo e
polidistrettualit della lesivit ed a cui consegue, quasi
sempre, la morte ovvero danni anatomo-funzionali di
notevole rilevanza con menomazioni residue permanenti
altamente invalidanti.
La molteplicit si correla con il riscontro, in corso di
esame esterno, di numerose lesioni; la
pluridistrettualit si correla invece con il rilievo di tale
lesivit, contemporaneamente, in pi distretti organici,
anche fra loro distanti dal punto di vista topografico; pi
rara levenienza di pi lesioni concentrate in un unico
distretto; il polimorfismo si correla, invece, con il
riscontro di tipologie lesive diverse, contusive e non,
superficiali e profonde, etc.
Precipitazione

cadute al suolo (la comune caduta o


abbattimento al suolo dalla stazione eretta -
Falls from standing)

cadute dallalto (corpo libero in caduta da


altezze variabili- Falls from a height).
La tipologia e lestensione della lesivit in corso di
cadute (falls) dallalto determinata dal peso del corpo e
dalla velocit di questultimo (che ha una propria energia
cinetica), dalla natura della superficie impattata, dalla
durata e intensit della forza di impatto,
dallorientamento del corpo al momento dellimpatto e
naturalmente dalle caratteristiche intrinseche dei tessuti
corporei (tessuti molli o duri) che interessino la
superficie di impatto.
Laltezza il fattore che maggiormente condiziona
lentit delle lesioni poich la velocit dellimpatto
strettamente correlata alla distanza di caduta. Al
momento dellimpatto, un corpo che cade, riceve una
decelerazione e la quantit di energia cinetica trasferita
al suolo, restituita al corpo con la medesima intensit.
Le lesioni derivano dallassorbimento del corpo di questa
energia.
Lesivit
limpatto diretto contro la superficie impattante
la decelerazione a carico del corpo che comporta una
rapida trasmissione dellenergia cinetica in punti diversi
dalla sede propriamente interessata dallurto
Appare evidente che non esiste un quadro lesivo
patognomonico della precipitazione, a fronte dellenorme
variabilit di fattori fisici intrinseci ed estrinseci
allorganismo e propri della dinamica delle
precipitazioni, tuttavia, accanto ad una lesivit esterna
solitamente contenuta e di tipo prevalentemente
contusivo-escoriativo o caratterizzata da soluzioni di
continuo della cute e del sottocute, si osserva un
imponente quadro lesivo, variamente combinato, a
carico delle strutture viscerali ed osteo-muscolari.
Lesivit da incidente
stradale
Lesioni del pedone

Lesioni del guidatore

Lesioni degli altri occupanti lautovettura


"lesioni tipiche" del guidatore:
polmoni, encefalo e fegato quali organi interni
percentualisticamente pi interessati nella
dinamica infortunistica (Mason JK, 2000),
lesivit di tipo ecchimotico escoriativa
(impronte a stampo sulla faccia anteriore del
volante o al volto causata dai frammenti del
parabrezza),
o di tipo fratturativo della gabbia toracica e
degli arti inferiori (queste ultime procurate
anche dalla pedaliera).
non sussiste una grande differenza statistica fra la
lesivit dei trasportati e quella del conducente,
questultimo ha una possibilit doppia di
riportare fratture craniche in ragione del fatto che
essendo incastrato al posto di guida a causa
della presenza del volante meno frequentemente
viene proiettato al di fuori del parabrezza per cui,
nel caso urti il capo contro il tettuccio o contro
altre strutture dellabitacolo, subir gli effetti della
brusca decelerazione con rilevanti conseguenze
lesive (Eckert WG, 1984).
Chi siede sul sedile anteriore, invece, oltre a non
essere protetto dallo sterzo, riporterebbe pi
severi traumatismi anche a seguito di una
minore possibilit di percepire gli accadimenti
che si susseguono durante la marcia e di mettere
in atto una qualsiasi reazione di difesa
(GISBERT CALABUIS, 1991);
pi frequentemente proiettato contro il
parabrezza che offre minor resistenza rispetto
alle altre parti dell'abitacolo e successivamente
potr urtare il capo contro il cofano,
realizzandosi gli effetti di una ulteriore fase -
meno brusca -della decelerazione, cio un
impatto di minore intensit lesiva.
Il passeggero e il conducente subirebbero lesioni per
impatto, con frequenza decrescente, con le seguenti
strutture: 1) cruscotto; 2) parabrezza; 3) proiezione
all'esterno per apertura delle portiere; 4) sedile anteriore;
5) tetto del veicolo; 6) specchietto retrovisore del veicolo.
Nel passeggero a fianco del conducente sono pi
frequenti lesioni del capo e degli arti inferiori, in
particolare delle ginocchia per urto sul cruscotto. Con
relativa frequenza si osserva la lussazione dell'anca
(talora bilaterale), che viene attribuita all'iperabduzione
indotta dalla notevole decelerazione a cosce flesse e
gambe estese. Negli occupanti i sedili posteriori non si
riscontrano lesioni specifiche, anche se in genere
prevalgono quelle a carico dei visceri toraco - addominali
(ZANALDI, 1957).
Degne di rilievo sono le lesioni indirette conseguenti
alle brusche ed improvvise accelerazioni e immediate
decelerazioni cui sono sottoposti gli occupanti di un
veicolo nel corso di un violento tamponamento; in
questo caso per la peculiare dinamica traumatica, il
collo di coloro che viaggiano nel veicolo tamponante
subisce passivamente dapprima una flessione
anteriore e successivamente un' estensione mentre gli
occupanti di quello tamponato subiranno lo stesso
tipo di meccanismo lesivo, ma con successione
invertita (iperestensione e poi iperflessione del capo
sul tronco). Questo tipo di meccanismo traumatico
viene comunemente definito colpo di frusta
(whiplash injury), in quanto riproduce il movimento
della frusta quando viene agitata.
Quando avviene un contatto violento tra un veicolo
in movimento ed un corpo umano, fermo o in
movimento, si possono distinguere 5 fasi (non
obbligatoriamente subentranti):
urto,
Abbattimento (o proiezione),
Caricamento,
sormontamento (o arrotamento),
trascinamento.
Nellinvestimento atipico, allurto possono anche
non seguire le su descritte fasi, ma solo il
caricamento. Lurto pu mancare nel caso di
investimento di pedone sdraiato a terra.
Lesioni del pedone
Fratture multiple del bacino e degli arti
inferiori da ricondursi, tipicamente, al
primary impact del corpo al momento
dellurto contro le strutture frontali
dellautovettura.
Escoriazioni, ferite lacero contuse,
ecchimosi figurate.
Lesioni da urto diretto
Lesioni del pedone
Il momento successivo allurto, e cio il
secondary impact dovuto al caricamento del
pedone da parte della autovettura, produce
una lesivit tipicamente localizzata alla testa
ed al tronco (multiple fratture costali,
contusioni polmonari bilaterali, fratture dei
corpi vertebrali)
Lesioni del pedone
L ultima fase dellinvestimento, tertiary
impact si realizza al momento in cui il
pedone viene a contatto con il selciato
stradale, provoca aree escoriate pi o meno
ampie sulla superficie corporea.
la genesi di tali lesioni da ascrivere ad
un meccanismo combinato di estensione,
rotazione e flessione posteriore della testa
sul rachide ed espressione di high
energy collisions quali quelle che si
possono realizzare nellurto fra un
automezzo ed un pedone, tipico
investimento, allorch il pedone stesso
viene ad essere urtato con violenza a
tergo e proiettato anteriormente subendo
meccanismi torsionali del rachide
Urto
Abbattimento e proiezione
lesioni del motociclista si producono in
conseguenza del violento urto contro un
altro mezzo ovvero dellimpatto del corpo
contro strutture esterne, fisse ed anelastiche,
a seguito della caduta del soggetto dal
mezzo condotto.
Lincidente motociclistico statisticamente pi
pericoloso di quello tra i veicoli a quattro ruote. Incidenti
mortali automobilistici possono verificarsi anche per
bassi valori di velocit, ad esempio circa il 50%
avviene per valori di V pari a 50 Km/h. Per V di 80
km/h, un urto virtualmente non sopravvivibile. La
mortalit negli incidenti motociclistici risulta essere
26 volte pi elevata, con una frequenza di lesioni gravi
36 volte superiori. La maggiore vulnerabilit dovuta non
solo alla instabilit della motocicletta, pur in presenza di
una analoga se non maggiore potenza del motore, ma
anche allassenza di sistemi di protezione, la giovane et dei
guidatori, la condotta spesso imprudente nella guida. La
maggior parte dei soggetti muoiono sulla scena
dellincidente.
Le lesioni che pi frequentemente
determinano la morte per incidente stradale
sono costituite da trauma cranico con o
senza fratture (45.8%) e dai traumi interni
del torace, addome e bacino (41.6%)
Lesivit da armi da
fuoco
Balistica interna
Studia il moto del proiettile nellinterno dellarma
sino alla fuoriuscita dalla canna.
Dalla percussione della capsula alluscita della
canna trascorrono circa 2,1 millesimi di secondo.
Allaccensione la pressione sale rapidamente fino
a 3000 bar per calibri normali e 3800 bar per i
calibri magnum. La pressione del gas spinge il
proiettile nella rigatura della canna
costringendolo alla rotazione sul proprio asse.
Quando il proiettile lascia la canna, la pressione
ancora di 500 bar
LESIONI DA ARMA DA FUOCO

Balistica: studia il moto del proiettile


e i loro effetti sul bersaglio
Balistica interna

Balistica esterna

Balistica terminale
Balistica esterna
Dalluscita della canna fino al bersaglio
trascorre ancora qualche millesimo di
secondo. Lasciata la canna, il proiettile
sottoposto a due forze che condizionano la
traiettoria
il peso che fa cadere il proiettile e curva la
traiettoria;
la resistenza dellaria che rallenta il
proiettile e causa una perdita di energia e
curva ulteriormente la traiettoria
Balistica terminale
Studia gli effetti provocati dal proietto quando
raggiunge il bersaglio trasformando gran parte della
sua energia cinetica nel lavoro di deformazione,
perforazione o distruzione del corpo impattato
Comportamento del proiettile sul corpo umano.

Leffetto mortale di un proiettile dipende:


dalle parti lese

dalla velocit del proiettile (il bersaglio raggiunto ad


alta velocit e ad alta energia provoca unonda che si
trasmette in tutto il corpo a una velocit 1500 m/sec)
Al momento dellimpatto sul bersaglio dunque,
lenergia cinetica che anima il proiettile, produce
lavoro con un triplice meccanismo:
di martello, consistente in unazione di urto e
percussione locale che indenta le strutture che
incontra lungo la progressione;
di cuneo, consistente in una vera e propria
discontinuazione e divaricamento di parti di
tessuto circostanti il proiettile, con relativo
avanzamento dello stesso;
di trapano, correlato al moto rotatorio del
proiettile sul suo asse, che viene trasmesso con
effetto di vite ai tessuti circostanti la superficie
del proiettile.
Si definiscono armi da fuoco quei congegni
meccanici atti a lanciare a distanza corpi
pesanti, c.d. proiettili, sfruttando la forte
spinta dei gas sviluppati dalla deflagrazione
di speciali miscugli esplosivi.
I proiettili, una volta lanciati, sono in grado
di percorrere un certo spazio, la cui
quantizzazione proporzionale alla gittata
dellarma, seguendo una determinata
traiettoria, tipicamente ad andamento
parabolico.
Armi a munizionamento singolo
(pistola)
Armi a munizionamento spezzato
(fucile)
Gli effetti sullorganismo direttamente ascrivibili
al proiettile dipenderanno dalla sede di impatto e
dal tragitto intracorporeo. Si distingueranno,
pertanto:
- lesioni contusive;
- ferite penetranti;
- lesioni da scoppio;
- lesioni da proiettili secondari.
Agli effetti lesivi sopra indicati, se ne possono aggiungere altri
direttamente correlati alla deflagrazione delle polveri, dinnesco e
di lancio, ed in particolare riconducibili:
1. agli effetti della progressione dei gas che escono dalla canna
sotto forte pressione e velocit e che, come nel caso di colpi a
contatto, penetrando, con il proiettile, si espandono con violenza
nel sottocute;
2. agli effetti della fiamma, dei fumi, dei residui incombusti (i c.d.
granuli incombusti): allorquando i colpi vengono sparati da vicino
o quasi a contatto, si documentano intorno al foro dingresso i
segni correlati agli effetti della deflagrazione, quali: la fiamma, il
fumo.
Tali ultimi aspetti risultano di particolare importanza per il
medico-legale nella determinazione della stima approssimativa
della distanza di sparo.
3. agli effetti delle sostanze costituenti la carica di lancio e
linnesco, oppure dei loro residui, c.d. Residui dello Sparo
(Gunshot Residues-GSR).
Foro di entrata
Tramite
Foro di uscita
Armi a munizionamento singolo
le ferite penetranti (a fondo cieco: queste constano
di un foro di ingresso, di un tramite incompleto
con ritenzione del proiettile; trapassanti: che
presentano un foro dingresso, tramite
intracorporeo completo e foro di uscita; a setone,
formate da un tramite superficiale scavato nel
tessuto cutaneo che collega i fori di entrata e di
uscita.),
ferite da scoppio (tipiche dei tavolati cranici e/o
delle superfici ossee in generale ovvero degli
organi cavi in stato di replezione, quali stomaco,
intestino, vescica utero gravido, cuore in diastole)
ferite spurie, situate intorno o in tutta prossimit
del foro dingresso, prodotte da frammenti di
oggetti interpostisi alla traiettoria ovvero di
frammenti metallici del proiettile, parti di
camiciatura, etc, animati da sufficiente forza viva.
Colpi esplosi a distanza (>40-50cm)
Foro di entrata, ferita a stampo, con
margini finemente sfrangiati,
introflessi, di diametro inferiore a
quello del proiettile e del foro di uscita.
E rotondo se il proiettile penetra con
direzione perpendicolare al piano
cutaneo; tanto pi ovale quando la
penetrazione avviene in modo obliquo;
irregolare se il proiettile deformato o
colpisce di piatto.
Colpi esplosi a distanza
Orletto di detersione determinato dai residui oleosi
asportati dalle pareti interne della canna, da parte delle
fiancate del proiettile e depositati sul bordo del foro di
ingresso nella fase di penetrazione nella cute, sempre che
essa sia libera dal rivestimento di indumenti
Ha forma di sottilissimo orletto di colorito nerastro,
localizzato in corrispondenza del margine libero della
lesione ed pi facilmente visibile allosservazione con
lente di ingrandimento. E di sempre meno frequente
osservazione, in quanto le moderni armi da fuoco
lasciano nella canna scarsi residui e perch di solito in
parte mascherato dall'orletto ecchimotico-escoriato.
Colpi esplosi a distanza
Orletto di escoriazione o ecchimotico-escoriato:
caratterizza il solo foro di ingresso, contraddistinguendolo; si
forma intorno ai margini del foro dingresso nel momento in cui il
proiettile introflette a dito di guanto la cute prima di perforarla ed
ivi esercita unazione contusiva ed escoriativa sulle pareti del cono
di depressione. Lorletto escoriato, dello spessore medio di 2-4
mm, di colorito rosso-brunastro, di aspetto e consistenza
pergamenacei (per evaporazione della quota idrica dei tessuti in
corrispondenza delle aree di disepitelizzazione), circonda i
margini della lesione, e si presenter:
-di aspetto circolare e concentrico al foro, nei casi in cui il
proiettile abbia impattato perpendicolarmente sulla cute;
- di aspetto ovalare, eccentrico e pi esteso dal lato di provenienza
nel caso di impatto angolato in tutta corrispondenza con il quale
maggiormente evidente l'orletto ecchimotico escoriato.
Colpi da vicino
i colpi a contatto: allorquando larma tenuta a contatto con la cute, il foro di
ingresso assume aspetto irregolare in relazione alleffetto espansivo dei gas che
fuoriescono dalla bocca della canna a forte velocit e, sotto pressione, penetrano
con il proiettile espandendosi nel sottocutaneo lacerando a raggiera dallinterno
il foro di entrata, che assume forma di pi o meno ampio squarcio. Talora,
prevalentemente sulle superfici cutanee nude e/o esposte, potrebbe presentarsi
limpronta della bocca dellarma, con i caratteri della tipica lesione a stampo
caratterizzata da unarea ecchimotica/escoriata (c.d. escoriazione su fondo
ecchimotico), situata in prossimit del foro dingresso, per l'appunto
riproducente a stampo il piano anteriore dellarma, la bocca, ivi compresi
lestremo dellasta di guida del carrello della pistola automatica o
semiautomatica (gi noto come segno di Werkgartner). In questa evenienza la
cute sollevata dallinterno verso il piano della canna dai gas in espansione,
urta contro larma tenuta a contatto riportando questa tipica lesivit a fronte
delle forze detraenti ed urenti emanate dalla stessa. Allinterno del tramite
saranno rilevabili i segni correlati al calore ed al passaggio dei prodotti della
combustione.
Colpi a contatto
Foro di entrata perde le
caratteristiche regolari e si
trasforma in una ferita da scoppio
di forma stellata, irregolare, con
margini lacerati e scollati (per
azione dei gas).

Es: suicidio, con colpo inferto alla testa


Colpi da vicino
I colpi vicino al contatto o a quasi contatto (near contact
e loose contact), tuttintorno al foro di entrata saranno
evidenti, altres, una serie di caratteristiche secondarie,
correlate alla carica di lancio della cartuccia tra cui si
distinguono gli effetti dei gas, della fiamma, dei fumi e
dei residui di polvere incombusta o parzialmente
combusta. Questi effetti si manifestano variamente
attraverso la comparsa di tre caratteristiche lesioni
cutanee definite aloni e precisamente: alone di ustione,
di affumicatura e di tatuaggio, il corretto rilievo dei quali
risulta utile ai fini della valutazione di distanze di sparo
mediamente non superiori ai 50-60 cm.
Azione meccanica del proiettile

Orletto di detersione
Colpi a distanza
Orletto di escoriazione Colpi
da
Alone di ustione vicino
Alone di affumicatura
Tatuaggio
Lalone di ustione consegue agli effetti
termici a livello della bocca dell'arma che
derivano dalla combustione della carica di
lancio e possono provocare
approssimativamente entro i 5-10 cm, veri e
propri fenomeni di ustione della cute intorno
al foro di ingresso. Nei casi pi evidenti, la
cute si presenta di colorito rosso-brunastro,
delaminata, con piccoli lembi epidermici
nerastri, coartati, di consistenza duro-
pergamenacea.
Lalone di affumicatura che consegue alla fuoriuscita a
pressioni elevate del fumo che accompagna lesplosione
costituito dai residui solidi carboniosi della polvere
combusta (le attuali polveri da sparo c.d. infumi lasciano
scarsa affumicatura), che si depositano intorno al foro
dingresso annerendo la cute. I fumi che fuoriescono
attraverso la bocca dell'arma, per effetto della espansione
dei gas e si disperdono rapidamente nell'aria assumono
una conformazione a cono con la base rivolta in avanti
che poi si inverte, progressivamente assottigliandosi,
entro una distanza massima di circa 20 cm dalla bocca
dell'arma.
Queste micro-sospensioni si appongono semplicemente
sulla cute, producendo caratteristici aloni di colorito
nerastro che possono essere rimossi facilmente con il
lavaggio.
Lalone di tatuaggio consegue alla espansione dei gas che derivano dalla
combustione incompleta della carica di lancio. Si tratta di residui incombusti o
parzialmente combusti della stessa che, sottoforma di particelle dotate di una
certa massa, si caricano di energia cinetica tale da acquisire un potere
vulnerante talora infiggente lo strato cutaneo, tipici di distanze superiori non
oltre i 50-60 cm dalla bocca dellarma. In relazione allenergia cinetica
posseduta questi granuli allorch raggiungono la cute sul contorno del foro di
ingresso, possono determinare diversi effetti:
- depositi superficiali di granuli nerastri o grigiastri ben evidenti ed asportabili
al pari dei residui fumosi;
- piccole escoriazioni o ustioni (in rapporto alla loro elevata temperatura), che
assumono aspetti di disseminazione puntiforme;
- infissione nell'epidermide o nel derma con formazione di una disseminazione
di granuli nerastri (combusti) o colorati, ad esempio bluastri (granuli
incombusti) visibili per trasparenza e non asportabili con il lavaggio (quelli
infissi pi superficialmente nell'epidermide possono essere ripresi mediante
strofinamento con un panno con una certa pressione), a cui propriamente va
attribuito il termine di "tatuaggio vero".
1) Alone di ustione; 2) alone di contusione; 3) alone di affumicatura; 4) alone di tatuaggio.
Alla distanza di 5-10 cm cessa leffetto
fiamma e non compare pi lustione;
Alla distanza di 10 -15 cm cessa lazione dei
gas e scompare la zona di contusione
Alla distanza di 15 -20 cm non arrivano i
residui della polvere combusta e non
compare pi laffumicatura
Alla distanza di 25 -40 cm cessa anche
limpatto dei granuli residui della polvere e
non si forma il tatuaggio
Con il termine tramite si indica il tragitto
intracorporeo compiuto dal proiettile
allinterno dellorganismo e/o delle sue
strutture anatomiche.
Pu quindi essere rettilineo, angolato,
curvilineo a seconda del decorso ed ancora
classicamente si distingue in completo o
incompleto a seconda che abbia traversato
completamente, uscendo, lorganismo
ovvero che vi sia ritenuto in una nicchia
terminale.
Il foro di uscita talora presenta forma
rotondeggiante con margini frastagliati, irregolari,
infiltrati di sangue; in altri casi presenta aspetto
raggiato o stellato. Possibile un semplice aspetto
lineare. Comunemente si ritiene che il foro di
uscita sia sempre pi ampio e pi irregolare del
foro di ingresso, in realt, rispetto a questo, esso
pu essere di dimensioni maggiori, minori o
uguali.
Il foro di uscita pu essere irregolare perch il
proiettile si deformato, frammentato o capovolto
nel tragitto intracorporeo; frammenti della camicia
o del nucleo del proiettile possono determinare fori
di uscita distinti, e questo fenomeno pu essere
determinato anche da frammenti ossei caricati di
energia dall' impatto del proiettile.
Macroscopicamente: caratteristica principale del foro di uscita quella di
presentare, di norma, una estroflessione dei margini che, talora, pu essere ben
evidente.
Altra caratteristica dei fori duscita lassenza di quei caratteri tipici della
azione traente e perforante esercitati dal proiettili al suo ingresso ovvero sia di
un orletto escoriato, di un alone di ustione, di un alone di affumicatura e del
tatuaggio, con qualche eccezione.
Talora pu riscontrarsi anche in uscita la comparsa di un orletto escoriato o
contuso in corrispondenza dei margini allorch la cute, nella sede attraversata
dal proiettile, sia rivestita da indumenti in tensione piuttosto resistenti (cinture,
bretelle, elastici, ecc.) o appoggiata su strutture rigide (cadavere a terra). In
questi casi, infatti, la cute in estroflessione, dotata ancora dei caratteri di vitalit
compressa contro una struttura resistente esterna, determinandosi quadri
contusivi (pseudo-orletto contusivo) del tutto analoghi a quelli osservabili in
corrispondenza del foro di ingresso.
Con le comuni colorazioni istologiche (ematossilina/eosina),
laspetto istologico tradizionale del foro dingresso
rappresentato dalla introflessione della cute: nella zona di
maggior stiramento tratti di strato corneo appaiono scollati,
sollevati ed estroflessi rispetto agli strati sottostanti. Lepitelio
corrispondente frastagliato e tende a scollarsi ed assottigliarsi
progressivamente sino a trapassare, nelle vicinanze del tramite,
in una zona priva di epitelio, orletto escoriativo, che si continua
nel tramite dermico vero e proprio a forma di imbuto. Il derma
corrispondente pu presentare micro-emorragie; i tessuti
muscolari possono apparire coartati, frammentati e vacuolizzati.
Nei colpi esplosi a distanza breve o intermedia possono essere
presenti reticolazione dellepidermide con aspetto a nido
dape, omogeneizzazione, fusione e coartazione dello strato
corneo, degli epiteli sottostanti, degli annessi e degli elementi
cellulari del derma. Nei colpi a contatto si pu notare
lallungamento delle cellule epiteliali; il calore , inoltre,
responsabile della intensa basofilia del derma.
Schematicamente:
1)i GSR sodio-rodizonato (+), nei colpi a contatto
(loose or hard contact) appaiono in massima
concentrazione numerica e di notevoli dimensioni
(media di 2399,4 m2);
2)nei colpi a corta distanza (entro i 15 cm) i GSR
sodio-rodizonato (+) sono presenti in quantit
inferiore ed hanno dimensioni minori (media 649,8
m2);
3)nei colpi a distanza intermedia (tra 15 e 40 cm) i
GSR sodio-rodizonato (+) appaiono sparsi e di
dimensioni ancora inferiori rispetto ai precedenti
raggruppamenti (media di 79,37 m2).
4)nei colpi che macroscopicamente hanno le
caratteristiche di grande distanza (oltre i 40 cm)
non sono mai stati rilevati GSR sodio-rodizonato
(+).
Cariche a proiettili multipli

Cono Cono invertito


Armi a munizionamento spezzato
La carica dei pallini compatta alluscita
dallarma
Tende a disperdersi (rosata) man mano che ci si
allontana
Foro dingresso
Unico
Rosata

Foro duscita: numerosi fori di uscita (uno per


ogni pallino)
Cercare la borra
per distanze comprese fra 0 metri e 2 metri, la carica di proiettili si presenta
raccolta, compattata a palla. Sul corpo potr osservarsi una soluzione di continuo
cutanea, delle dimensioni solitamente comprese fra i 3 cm ed i 6 cm. Tale soluzione di
continuo si contraddistingue per contorni policiclici, spesso bordata in qualche suo
settore da qualche soluzione di continuo cutanea rotondeggiante di piccolo calibro
dovuta a qualche proiettile periferico divergente. I margini della soluzione di continuo
appaiono irregolari, frastagliati o festonati, contusi, infiltrati di sangue. Tuttintorno al
foro dingresso, sia sulla cute che sugli indumenti se la parte attinta era coperta, si
rilevano, lalone di ustione, di affumicatura, di tatuaggio. Lalone di ustione e quello di
compressione dovuto alla colonna di gas, saranno rilevabili sino ad una distanza dalla
bocca dellarma di 15 cm circa. Lalone di affumicatura sar documentabile sino ad una
distanza dalla bocca della canna di circa 100 cm . Il tatuaggio, sar documentabile ancor
a distanza di 1.5-2 m dalla bocca della canna.
tramite, pu connotarsi come unico, anfrattuoso ed irregolare, entro cui, a varia
profondit, possibile rilevare la presenza della borra della cartuccia (costituita da
dischetti in feltro sovrapposti e da una struttura in plastica, c.d. scodellino) o di parti di
essa, o multiplo per una certa divergenza e dispersione dei proiettili, al di l del foro
dingresso, in tal caso i tramiti sono di diametro ridotto, pi o meno intersecantisi.
Trattandosi di munizionamento spezzato, i corrispondenti fori duscita, sono
molteplici, pi o meno ravvicinati, correlativamente ai singoli proiettili in egresso.
Laspetto assai compatto presentato dai pallini, nei colpi da fucile da caccia, condiziona
effetti devastanti, con vero e proprio sfacelo delle sedi attinte, cranio-encefalico, cardio-
polmonare sino a veri e propri scoppi di cuore, visceri cavi e spappolamento di visceri
parenchimatosi.
per distanze comprese fra i 2 metri e 6 metri circa,
si ha una progressiva divergenza dei pallini
componenti la carica dei proiettili, con
individuazione di una rosata, a raggio
progressivamente crescente, (approssimativamente
per distanze stimate intorno ai 5 m, la rosata ha
diametro stimato di circa 20-25 cm), entro la quale
ciascuno dei pallini (o pallettoni) componente
dar, impattando sul bersaglio, una soluzione di
continuo cutanea, rotondeggiante od ovalare,
ciascuna con orletto ecchimotico-escoriato,
concentrico od eccentrico, in funzione della
direzione del colpo.
per distanze oltre i 6 m e progressivamente crescenti, allorch la
dispersione dei proiettili tende a divenire completa, (per distanze
intorno ai 10 m la rosata approssimativamente ha diametro di
circa 50 cm; a 30 m dalla bocca della canna stimato avere un
diametro di circa 80 cm), si manifestano gli effetti del pieno di
rosata: soluzioni di continuo cutanee pi o meno ravvicinate,
ciascuno dei quali presentante diametro inferiore a quello del
proiettile che lo genera, di forma ovalare o tondeggiante,
circondato da orletto ecchimotico-escoriato, ed approfondantesi
nel corrispettivo tramite, spesso divergente rispetto al contiguo,
molti a fondo cieco, in corrispondenza del quale si ha la
ritenzione del pallino o del pallettone, altri invece completi e
presentanti un foro di uscita
Armi bianche
Tutti quei mezzi che sono dotati o di una punta ed uno o
pi margini taglienti o solo di una punta o solo di un
margine tagliente, e che sono idonei a produrre lesioni
organiche variamente connotate
Per arma bianca si intende qualsivoglia strumento la cui
destinazione naturale loffesa ovvero comunque atto ad
offendere, e di cui la legge vieta espressamente il porto
(tipiche). Vi si comprendono, in unaccezione pi estesa,
mezzi non specificamente costruiti per loffesa, quali
utensili di impiego domestico quali coltelli ovvero, in
unaccezione ancora pi ampia, cocci di vetro o
porcellana, lamiere etc occasionalmente impiegate a
scopo vulnerante e per tale ragione definite atipiche.
Lesioni da arma bianca
Ferite da taglio
Ferite da punta
Ferite da taglio e punta
Ferite da fendente
Ferite da taglio
classicamente definite soluzioni di continuo recidenti i
tessuti molli, etio-patogeneticamente correlate con
limpiego di un qualche strumento tagliente, ossia con
strumenti che constano di una lama provvista di uno
spigolo o margine affilato (il filo), capace di esercitare
unazione tagliente, intesa quale recisione netta dei
tessuti, in conseguenza di un meccanismo combinato di
pressione (che fa affondare la lama) e di scorrimento
(che fa progredire la recisione nella direzione
dellaffilatura).
taglienti tipici, quali quelli naturalmente
destinati a tale scopo ed uso, (coltelli, bisturi,
lamette, rasoi, falci, spade); e taglienti atipici,
quegli strumenti che pur non essendo concepiti
per lazione tagliente, posseggono comunque
capacit lesiva (frammenti di vetro, cocci, lamiere
metalliche, fino ai fili metallici sottili e tesi,etc).
Taglienti impropri sono da intendersi le lame
delle seghe e delle motoseghe, la cui azione lesiva
si correla con lelevata velocit con cui gira la
lama azionata dal meccanismo, le lame dei
coltelli con filo seghettato.
I margini delle ferite di taglio si presentano evocativamente netti
nonch regolari, (mancando qualsivoglia ponte o lacinia fibrosa
fra i lembi), lineari, rettilinei o curvilinei, comunque diastasati in
relazione al grado di retrazione elastica dei tessuti. In merito si
rimarca che lentit della divaricazione si correla con la regione
anatomica interessata, essendo massima per le ferite interessanti
trasversalmente la regione del collo per la presenza del muscolo
pellicciaio, e minima per le ferite interessanti palmo delle mani e
pianta dei piedi. Qualora nella sua azione di scorrimento il
tagliente incontri una o pi pieghe cutanee, in tali ricorrenze la
ferita assumer decorso spezzato, con tipico quanto evocativo
andamento a zig-zag se la piega viene interessata dallincisione,
ovvero con andamento in cui tratti di cute sana si intervallano a
tratti di cute incisa, entrambe le tipologie disposte nella
medesima direzione se le pieghe cutanee vengono risparmiate
essendo il taglio superficiale.
Diversamente, se il tagliente agisce del tutto
tangenzialmente al piano cutaneo, verr a
determinarsi una perdita di sostanza, per
esempio lasportazione del solo strato epidermico
della cute, come accade solitamente allatto della
rasatura, delineandosi la c.d. abrasione in tutto
e per tutto uguale alla escoriazione, da cui si
differenzia appunto in ragione del solo mezzo
lesivo, nella prima tipicamente da taglio, nella
seconda tipicamente un mezzo contundente, in
entrambi i casi agenti in senso tangenziale
rispetto al piano cutaneo.
abrasioni: asportazione dellepidermide e degli strati
superficiali del derma per lazione tangenziale della lama
(diversa dalla escoriazione);
ferite lineari, prodotte da una lama che penetra e scorre
nei tessuti con direzione perpendicolare al piano
cutaneo, determinando una soluzione di continuo
rettilinea o curvilinea;
ferite a lembo, formate da un lembo cutaneo, a sezione
triangolare, per azione di un tagliente che agisce con
direzione obliqua discontinuando i tessuti a becco di
clarino;
ferite mutilanti, dovute al distacco completo di parti
molli sporgenti che vengono amputate dal tagliente
(padiglioni auricolari, pinne nasali, labbra, lingua, etc).
Le labbra della ferita combaciano
perfettamente perch non vi perdita di
sostanza; mancano i ponti di tessuto tra i
margini, perch la dieresi netta e
completa. La regolarit dei margini e il
taglio pi o meno netto dipendono dalla
maggiore o minore affilatura della lama. Le
codette sono prolungamenti superficiali del
taglio, situati negli angoli della ferita dove la
lama penetra o esce: quella di uscita lunga
e sottile, quella di entrata e breve e tozza.
Ferite da difesa
si producono durante i tentativi di
difesa della vittima.
Generalmente localizzate al palmo delle
mani (difesa attiva), al dorso delle
mani, avambracci bracci (difesa
passiva), nonch al dorso e alle spalle
(ferite da schivamento).
lesioni causate da frammenti di vetro
(es. schegge di vetro glass splinters)
Peculiari caratteristiche morfologiche
Le sedi maggiormente interessate sono il volto, il
cuoio capelluto, il collo ed anche il torace.
Nella maggior parte dei casi la lesivit che si
determina combinata, potendosi infatti
riscontrare sia lacerazioni, che lesioni da taglio
queste ultime meno gravi delle lacerazioni,
perch generalmente pi superficiali.
Caratteristiche sono ad esempio le lacerazioni ad
X (X - shape laceration) del cuoio capelluto.
Omicidio
Suicidio
Infortunio sul lavoro
Accidentali o chirurgiche
Nellomicidio con impiego darma da taglio, la sede attinta con
prevalenza statistica il collo, parlandosi pi appropriatamente di
scannamento o sgozzamento. Si tratta di ferite da taglio apportate a
mezzo di rasoi, lame di coltello, falci, roncole e cesoie, che risultano
rapidamente mortali, non tanto per la recisione delle c.d. canne del
collo, ossia dellasse laringo-tracheale, quanto per la contemporanea
recisione del fascio vascolo-nervoso del collo, in primis della carotide,
con rapida quanto intensa fuoriuscita di sangue a spruzzo con emorragia
massiva e shock. Nelle forme meno drammatiche la morte consegue a
sommersione interna per penetrazione di sangue nelle vie respiratorie.
Talora la morte consegue ad embolia gassosa conseguente a recisione
della giugulare e penetrazione di aria nel lume di questa. Lo scannamento
eventualit che pu connotarsi come evento omicidiario ovvero
suicidiario; assolutamente inconsueto come evento accidentale. Nello
scannamento con connotazione omicidiaria, la vittima pu essere
stata attinta da dietro, evenienza pi frequente, ovvero, dal davanti in
conseguenza del fronteggiarsi di aggressore e vittima. La sede
usualmente pi bassa che nellevento suicidiario, mediana o talora ad
estensione latero-laterale; la ferita unica e solitamente pi ampia e
profonda rispetto a quella repertabile in casi suicidiari.
Ferite da punta
Trattasi di soluzioni di continuo recenti dei tessuti molli,
che conseguono allimpiego di strumenti appuntiti.
Questi si caratterizzano per una forma piuttosto
allungata, per una sezione circolare, ovalare o poligonale,
ed una estremit pi o meno evidentemente appuntita.
appuntiti tipici, o propri, quali spilloni, aghi, punteruoli,
chiodi, stiletti, rebbi di fiocine, rebbi di forconi, lesine,
lance, frecce, spine e spicule di animali
appuntiti atipici od impropri, intesi quali strumenti
grossolanamente appuntiti o con punta smussa, quali
lestremit di rami spezzati di alberi, di bastoni, di aste e
paletti metallici, di schegge in legno o metallo, i corni di
animali, qualsivoglia altro mezzo o parte di oggetti, di
forma allungata, di sezione poligonale ed estremit
appuntita.
Tutti i mezzi appuntiti agiscono con meccanismo tipo
cuneo, contraddistinguendosi, di fatto, per la loro
capacit di divaricamento e penetrazione che si
correla, e che tanto maggiore quanto maggiore la
forza viva che anima lo strumento al momento in cui
attinge la superficie corporea, e quanto minore la
superficie di contatto (punte finemente aguzze, agendo
su di una ridotta superficie, presentano un maggior
potere divaricante a parit di forza viva). Le ferite da
punta si caratterizzano (differenziandosi da quelle da
taglio), per il prevalere della profondit sulle altre
dimensioni, per la presenza di un orifizio dentrata e di
un tramite pi spesso a fondo cieco, talora completo con
foro di uscita.
Lorifizio cutaneo presenta di norma dimensioni inferiori
rispetto al mezzo vulnerante in relazione alla distensione
subita allatto del contatto e quindi della successiva
retrazione elastica (qualora a seguito dellapprofondarsi
del mezzo vulnerante, venga colpito un osso piatto, come
quelli della volta cranica o la scapola, si determiner la
perforazione a stampo che fedelmente riproduce
sezione e dimensione del mezzo vulnerante). I margini
appaiono generalmente netti, e circondati da unarea
disepitelizzata, di colorito rossastro, tipo orletto
escoriativo, pi o meno marcato, in relazione alle
caratteristiche del mezzo e della sua superficie. Se
rilevabile lorifizio duscita, questo costantemente
mancher dellorletto ecchimotico-escoriativo.
Caratteristiche
Orifizio cutaneo di entrata
Soluzione di continuo del tessuto
Tramite
A fondo cieco
Trapassante

Orletto escoriato, nel caso di strumenti di


spessore maggiore
Ferite da punta e taglio
Sono cos definite le soluzioni di continuo recidenti i
tessuti molli, correlate con limpiego di mezzi dotati di
punta e fili tagliente, ossia dotati di estremit appuntita,
superficie pi o meno stretta e uno o pi margini
taglienti.
Tra i mezzi o strumenti di punta e taglio propri, si
annoverano i coltelli, i pugnali le spade, ricompresi fra
gli strumenti tipici; mentre le schegge di vetro, pezzi di
metallo appuntiti, frammenti ossei, sono annoverati fra i
mezzi atipici. Strumenti da punta e taglio impropri,
sono le forbici, il trincetto da calzolaio, le sgorbie da
falegname, ed ancora gli scalpelli, gli spiedi.
Il meccanismo lesivo operante in questa tipologia
di ferite darma bianca, di tipo combinato, e si
attua attraverso la azione contemporanea
penetrante della punta che agisce da cuneo
divaricando i tessuti, e recidente i tessuti del filo
del tagliente. Questo pu essere unico, c.d.
monotagliente, quando la lama dotata di un
margine acuto ed affilato, il filo, e da un margine
ottuso, la costa o dorso; ovvero bitagliente,
quando entrambi i margini sono acuti ed affilati,
pluritaglienti quando lo strumento a sezione
poligonale presenta pi margini taglienti.
prevalenza della profondit della ferita
sulle altre dimensioni;
forma genericamente ad asola;

margini diastasati, generalmente netti e


regolari, generalmente privi di effetti
contusivi, scarsamente infiltrati di
sangue.
assenza di codette: allorquando il mezzo vulnerante attinge la
superficie corporea perpendicolarmente, senza subire spostamenti
sul suo asse, si determiner una soluzione di continuo cutanea a
stampo tipicamente in forma di triangolo isoscele, nel caso di
lama monotagliente la cui sezione triangolare, (assumer,
invece, aspetto pi a losanga nel caso di lama bitagliente), in cui la
lunghezza della ferita non si discosta apprezzabilmente dalla
larghezza della lama, ed in cui non si rilevano, appunto, codette.
Qualora invece la direzione di penetrazione del mezzo vulnerante
non sia perpendicolare ma piuttosto obliqua, rispetto al piano
cutaneo, in tutta corrispondenza dellestremit acuta della ferita
dato rilevare una sorta di codetta, ossia una assai superficiale
soluzione di continuo cutanea che si correla con le modalit di
impiego del mezzo vulnerante, e specialmente con la modalit di
estrazione dello stesso, con lama atteggiata obliquamente rispetto
al piano cutaneo, determinante uno strisciamento del filo tagliente
sulla cute.
Ed ancora, in fase di estrazione, la lama pu
essere sottoposta a torsione, in senso orario
ovvero antiorario, sullasse maggiore, cos che il
relativo filo tagliente viene a determinare, in
uscita, una nuova soluzione di continuo cutanea,
in forma di incisura laterale, c.d. incisura di uscita
in corrispondenza dellestremit acuta, ovvero di
uno dei due margini definita, intaccatura
complementare a codetta, correlata con la nuova
posizione, differente da quella iniziale, assunta
dal filo del tagliente a seguito della torsione della
lama sul suo asse, in conseguenza del movimento
di flessione del polso.
forbici,
avranno forma ad occhiello e tramite unico, se utilizzate di
punte e con rebbi chiusi;
avranno forma triangolare, con apici giustapposti, fra se
parallele, e doppio tramite divergente in profondit, se le
forbici sono state utilizzate di punta e con rebbi aperti.
trincetto da calzolaio, hanno forma ad asola piuttosto
estesa in lunghezza e con angoli ottusi, disepitelizzati
in relazione allazione abradente dei bordi smussi
dello strumento.
sgorbia da falegname, strumento con lama arcuata e
scanalata nel suo versante concavo, si rilever una
forma semilunata, con lembo cutaneo corrispondente
alla scanalatura.
Lesioni da fendente
Sono definibili come discontinuazioni recidenti i
tessuti molli e le sottostanti strutture scheletriche,
etio-patogeneticamente correlate con limpiego di
strumenti taglienti, caratterizzati da notevole peso
e dimensione della lama dotata di filo e che
agiscono combinando un meccanismo di
tagliente con quello contundente della massa
dello strumento azionato con notevole forza viva
da parte dellaggressore. Tipici fendenti sono le
scuri, le accette, le asce, le mannaie, i pesanti
coltelli da macelleria, le roncole.
I fendenti sono costituiti da una grossa lama
robusta, provvista di uno spigolo affilato, cui
appartengono le scuri, le mannaie, le
sciabole, le roncole, le accette e le grosse
coltelle.
Meccanismo tagliente dello spigolo affilato
+ meccanismo contundente della massa
durto dello strumento, azionato dalla forza
del braccio.
Le lesioni da fendente presentano caratteristiche
similari a quelle da taglio, di cui sono una
variante, differenziandosene per la quasi costante
assenza di codette, lestensione superficiale ed in
profondit, fino ad interessare le parti scheletriche
anchesse discontinuate, con fratture
poliframmentate o intaccature a stampo, sino alla
franca amputazione, la costante presenza di
contusione dei margini, che si caratterizzano per
essere divaricati, ecchimotici.
Lesioni da elettricit
La corrente elettrica generata dal movimento
vibratorio di elettroni, il cui flusso di carica
negativa percorre un conduttore, ai cui estremi
applicata una differenza di potenziale;
tale flusso si svolge con direzione dal polo a
minore potenziale (c.d. polo negativo) a quello a
maggiore potenziale, (c.d. polo positivo), sebbene
convenzionalmente il senso della corrente venga
identificato come spostamento di cariche
positive (ne deriva che il punto di uscita della
corrente dal corpo, ossia quello di scarica a
terra, sotto il profilo strettamente
elettrofisiologico, il punto di ingresso nel corpo
del flusso di cariche negative o elettroni).
Correnti di uso domestico
Correnti di uso industriale

Elettricit di origine atmosferica

(correnti alternate: + pericolose)

Volt
Ampere (intensit della corrente, quindi la
quantit di elettroni nellunit di tempo)
Legge di Ohm: I= E/R (tensione/resistenza)
Hertz
Ohm
Resistenza elettrica varia a seconda della
quantit di liquidi
Cute: elevata resistenza
Cute bagnata: bassa resistenza

Folgorazione: elettricit di uso


domestico e industriale
Fulminazione: elettricit di tipo
atmosferico
effetti loco-regionali
effetti generali,
cui pu conseguire il decesso immediato del soggetto, o
la compromissione morfologica e/o funzionale di vari
organi e distretti, in primis quello cardiaco, cui si correla,
in una certa quota parte percentuale di casi, la morte a
distanza pi o meno lunga di tempo dallinsulto elettrico;
caratteristiche fisiche della corrente elettrica, (tipo di
corrente elettrica -continua o alternata-, intensit della
corrente elettrica, tensione della stessa -bassa o alta
tensione-),
sia alle caratteristiche del corpo umano (conduttore
elettrico) in termini di resistenza opposta al passaggio
delle cariche elettriche,
sia alla modalit e alla sede del contatto elettrico,
capaci di condizionare specifici percorsi intracorporei del
flusso delle cariche elettriche e dunque linteressamento
di alcuni organi e tessuti piuttosto che di altri.
il corpo umano, inteso come conduttore elettrico,
pu essere percorso in almeno tre distinte
evenienze:
1) allorquando il corpo umano cortocircuita uno
strumento sottotensione interponendosi fra esso e
la messa a terra;
2) allorquando il corpo umano si intermette fra
due apparecchi sotto tensione e con differente
potenziale elettrico;
3) allorquando il corpo umano si intermette fra
due poli di un circuito sottotensione, chiudendo il
circuito.
Modalit di contatto
Unipolare
Bipolare

Superficie di contatto
Ristretta
Estesa

Durata del contatto


Grado di isolamento

(gomma, porcellana, legno)


Linee di attraversamento

Tolleranza individuale e predisposizione


Effetti dannosi della corrente
l) effetto Joule; la corrente elettrica, attraversando un conduttore,
quale il corpo umano, sviluppa calore: una quota parte della energia,
infatti, viene dissipata come calore che sar proporzionale: alla
resistenza incontrata e al quadrato dellintensit che lo attraversa; si
determina, nel punto di contatto, con una entit che risulter tanto
maggiore quanto minore la superficie di contatto (elettrobisturi);
2) Efetto foto-voltaico: in relazione alla ionizzazione dellaria
interposta tra un conduttore ad alta tensione ed un altro a bassa
tensione quale la cute, si produce una scintilla, tanto pi grande
quanto pi elevata la differenza di potenziale, cui conseguono
ustioni estese, profonde, spinte sino alla carbonizzazione dei tessuti;
3) Polarizzazione elettrolitica: campi elettromagnetici che si
correlano con l'azione di polarizzazione diretta subita dalle cellule
al passaggio della corrente; alterano i potenziali di membrana
cellulare, con implicazioni neuro-muscolari e depressione neuro
cardio-respiratoria;
4) azione elettro-meccanica, esercitata dal flusso di corrente, il quale
nell'attraversare il corpo umano, libera Energia Cinetica, che
investendo le cellule dei tessuti, induce cambiamenti di forma e
disposizione delle molecole.
Linsulto elettrico pu di volta in volta interessare,
proprio in funzione dello specifico percorso
intracorporeo, la cute, lapparato muscolo-
scheletrico, il sistema nervoso centrale, l'apparato
cardiovascolare e respiratorio, ovvero, anche, altri
organi interni, causando sotto il profilo
elettrofisiologico, a livello cellulare, fenomeni di
depolarizzazione delle membrane cellulari, con
innesco di potenziali dazione o di potenziali di
massa, oltre che sotto il profilo elettrotermico,
tipiche lesioni da calore estese sino alla
macroscopica ustione.
Lesioni locali
Entrata e uscita della corrente
Ustioni e marchio elettrico

Lesioni generali
Eccitazione neuro-muscolare
Depressione neuro - cardiorespiratoria
La causa della morte
nei casi di esposizione immediatamente mortali
dorigine cardiaca, ed rappresentata dalla
fibrillazione ventricolare; aritmia fatale che
conduce rapidamente ad arresto cardiaco,
casualmente correlantesi sia a cambiamenti
puramente elettrofisiologici del miocardio
specifico, sia ad anomalie strutturali delle varie
componenti delle miofibre cardiache.
Dallinsulto elettrico discendono numerose
complicanze cardiovascolari le pi severe delle
quali si manifestano tanto nellimmediatezza del
contatto corpo-elettricit, quanto a distanza di
tempo (serie aritmie, in letteratura, vengono
segnalate anche a distanza di diversi mesi dal
suddetto contatto).
Gli effetti cardiovascolari documentati in corso di
elettroinduzione includono: anomalie
elettrocardiografiche aspecifiche, aritmie,
ischemia del miocardio senza necrosi; necrosi
acuta del miocardio, emorragie pericardiche,
quadri di severo vasospasmo periferico con
ipertensione acuta.
La lesivit generale, si correla con l'azione
diretta di polarizzazione che la corrente, al suo
passaggio nel conduttore corpo umano, induce
nei tessuti dei vari organi e distretti, sottoposti ad
effetti di eccitazione neuro-muscolare e di
depressione neuro-cardio-respiratoria.
La corrente elettrica, quindi, in base allintensit
che le propria ed in funzione del grado di
depolarizzazione indotta nei tessuti attraversati
dal flusso di cariche, causer fenomeni di:
Tetanizzazione dei muscoli scheletrici
Fibrillazione ventricolare cardiaca
Arresto della respirazione
In base al valore della corrente e alla durata del
fenomeno esistono quattro zone di pericolosit per
frequenze comprese tra i 15 e i 100 Hz:
- zona 1 - al di sotto di 0,5 mA di intensit, la corrente
elettrica non viene percepita dal soggetto che ne viene a
contatto (una lampada con potenza di 15 watt si
caratterizza per una intensit di circa 70 mA);
- zona 2 fra i 0.6 mA e i 300 mA di intensit la corrente
elettrica viene perfettamente percepita dal soggetto pur
in assenza di effetti dannosi;
- zona 3 fra i 300 ma ed i 500 mA di intensit, vengono
indotti effetti tipo tetanizzazione e disturbi reversibili del
ritmo cardiaco cui si correlano variazioni pressorie,
difficolt respiratorie;
- zona 4 oltre i 500 mA di intensit, fanno la loro
comparsa fibrillazione ventricolare ed ustioni.
Tetanizzazione
Se ad una fibra nervosa viene applicato un singolo stimolo elettrico, (un
impulso), e questo stimolo ha intensit e durata appropriati, a livello
neurilemmatico viene indotto un potenziale d'azione che si propaga lungo la
fibra nervosa fino alla placca neuromuscolare e quindi al muscolo scheletrico.
Sotto l'azione di tale stimolo il muscolo si contrarr, per poi ritornare allo stato
di riposo (scossa semplice). Se al primo stimolo ne segue un secondo, superato
il periodo refrattario, ma prima che il muscolo sia tornato allo stato di riposo, i
due effetti vanno in sommazione. Pi stimoli, opportunamente intervallati,
inducono effetto di contrazione ripetuta del muscolo.
Se la frequenza degli stimoli supera un certo limite soglia gli effetti si fondono
(fusione tetanica) ed il muscolo portato alla contrazione completa, stato
questo in cui permarr finch non cessa la sequenza di stimoli, per poi,
lentamente, ritornare allo stato di riposo.
spasmo muscolare che si verifica nel muscolo scheletrico se la corrente
raggiunge valori di intensit comprese fra 10 e 40 mA, fatto riferimento a
frequenze intorno ai 50 Hz. Quando il punto di entrata in corrispondenza di
una della mano, i muscoli flessori dellarto superiore vanno in spasmo
realizzandosi, di correlato, un effetto di presa della mano sulloggetto: effetto
meccanico questo che implica che qualsivoglia oggetto, tenuto in mano, verr
involontariamente afferrato e stretto e, trattandosi di un apparecchio elettrico
difettoso ovvero di un conduttore, loggetto non potr venir rilasciato
condizionandosi un prolungato contatto con loggetto sotto tensione.
Questo incrementer il parametro tempo di contatto e, quindi,
progressivamente, il rischio sia di lesivit loco-regionale che generale (arresto
cardiaco o respiratorio).
Larresto respiratorio
il diretto passaggio della corrente elettrica lungo il
torace, determinante spasmo tetanico e blocco dei
muscoli respiratori, intercostali e diaframma, ovvero,
una paralisi dei centri nervosi bulbari che
sovrintendono allatto respiratorio.
In entrambi i casi i movimenti respiratori sono inibiti
con conseguente morte congestivo-ipossica.
La paralisi respiratoria, evento che si verifica gi per
valori di intensit di corrente superiori ai 10 mA e
qualora il contatto sia protratto. Con un intervallo di
contatto di dieci secondi sufficiente unintensit di 50
mA, mentre per un contatto della durata di almeno 60
secondi la soglia dintensit scende addirittura a 20 mA.
Fibrillazione ventricolare
causa mortis
indotto dal passaggio della corrente elettrica
lungo il sistema del miocardio specifico e del
miocardio comune specialmente interessato a
livello degli strati superficiali sub-epicardici.
La corrente elettrica esercita, dunque, un
profondo effetto elettrofisiologico direttamente
sul sincizio miocardico.
Ustioni da elettricit
effetto Joule:
ustioni da arco voltaico, che si realizzano in conseguenza della
ionizzazione dell'aria interposta tra un conduttore ad alto
voltaggio e la cute con produzione di fiamma che dall'esterno
agisce su di questa, sviluppando temperature elevatissime, oltre i
3000C, cui si correlano lesioni gravi, estese, profonde. Tali lesioni
sono in una quota parte percentuale indirette, legate all'incendio
degli indumenti. Si delineano grandi ustioni a carico dei tessuti
molli e della componente scheletrica di distretti quali testa,
cingoli, arti, improntate da coartazione delle masse muscolari
carbonizzazione estesa e profonda, perdite di sostanza estese e
"crateriformi", cui si correlano mutilazioni, fusioni ossee con
produzione di "perle di fosfato di calcio";
ustioni da contatto con conduttore elettrico sotto tensione. Si
connotano come lesioni di variabile gravit, generalmente
"localizzate" alla sede di contatto.
Lustione elettrica propriamente detta: ben delimitata,
non si accompagna ad essudazione, con cute secca di
colorito giallastro o bruno-giallastro, consistenza
pergamenacea.
necrosi coagulativa dei tessuti, con rapida disidratazione
degli stessi, conseguenza del surriscaldamento endogeno
in assenza di ossigeno libero del tutto differente dalla
combustione con carbonizzazione indotta da una
sorgente esterna al corpo, che brucia in presenza di
ossigeno, come nel sottotipo da effetto fotovoltaico.
Si parla di mummificazione localizzata (che nel vivente
induce lesioni indolori, rilevate, non suppuranti, che
riparano lentamente con cicatrici morbide, sottili, non
retraenti).
marchio elettrico:
marchio elettrico tipo callo, caratterizzato da una zona rotondeggiante
od ovalare, di rado allungata, di consistenza aumentata e quasi
pergamenacea, di colore grigio-giallastro o grigio sporco, pi o meno
sollevata rispetto al piano epidermico circostante, di norma leggermente
infossata al centro (che pu essere scuro, brunastro), delle dimensioni
oscillanti da pochi millimetri fin quasi ad un centimetro: pu essere
confuso con un callo da lavoro. Allesame microscopico,
caratterizzato da vacuolizzazioni, nello spessore dellepidermide, da
necrosi coagulativa dei vari strati cutanei e da modificazioni
morfologiche delle cellule degli strati spinoso e basale, che appaiono
allungate e raggruppate a fascetti, a pennello, od a palizzata; il
complesso istologico; nel suo insieme, appare costituito esclusivamente
da alterazioni di tipo degenerativo, con assenza dei fenomeni reattivi di
natura fIogistica (iperemia, essudazione plasmatica e leucocitaria, etc.).
marchio elettrico tipo bruciatura, caratterizzato, viceversa, da una
perdita di sostanza che in genere interessa l'epidermide ma talvolta pure
il derma, d'aspetto pi o meno crateriforme, con margini scuri, bruno-
nerastri, e con fondo giallastro o bruno-giallastro: per lo pi ovalare o
allungato e talvolta nastriforme, pu riprodurre grossolanamente la
forma del conduttore, nel caso soprattutto in cui questultimo venga
afferrato e stretto spasmodicamente nella mano.
Epidermide:
Strato superficiale: lamelle cornee addensate, strie
lineari o in fasci ondulati
Nello spessore dello strato corneo: alveoli da calore o
favo di alveare
Cellule granulose, spinose e basali: forma allungata,
filiforme, ciuffi o palizzata
Derma
Scollamento dermo epidermico
Trombi intravasali
Metalizzazione: deposito di particelle metalliche
(rame) che si staccano dal conduttore
Il marchio elettrico non lesione patognomonica di
lesione da corrente elettrica, tranne nei casi di
documentata metallizzazione allesame istologico.
Quando una corrente passa da un conduttore metallico
al corpo si verifica una vera e propria elettrolisi cosicch
gli ioni metallici vengono depositati sulla cute ed anche
nei tessuti sottocutanei (c.d. Metallizzazione). Questo si
verifica sia con corrente continua che con corrente
alternata a causa della combinazione degli ioni metallici
con gli anioni dei tessuti per formare sali metallici.
Questi possono essere invisibili allocchio ma
individuabili per mezzo di tecniche chimiche,
istochimiche e spettrografiche. Essi persistono per
alcune settimane durante la vita e resistono per un
moderato periodo ai mutamenti post-mortem.
Elettrocuzione e sistema nervoso
Effetti neurologici vengono osservati nel 70% delle vittime da
shock elettrico: temporanea perdita di coscienza; emorragie
intracraniche, trombosi dei seni venosi, lesioni spinali,
neuropatie periferiche e morte improvvisa come conseguenza
del coinvolgimento dei centri respiratori bulbari.
Elettrocuzione e muscoli scheletrici
I muscoli possono essere danneggiati direttamente da lesioni
elettriche per conversione di energia elettrica in calore e
correlata necrosi coagulativa o in conseguenza dellinduzione
di una condizione di ischemia, da danneggiamento dei vasi
sanguigni, cui consegue una sofferenza ischemico-necrotica
dei muscoli con rabdomiolisi e danno renale acuto.
Elettrocuzione ed apparato osteo-articolare
fonte dintensit pari o superiore ai 50 mA, si determina una
contrazione muscolare generalizzata. Tali violente
contrazioni, possono determinare distacchi ossei nelle sedi di
inserzioni dei tendini o vere e proprie fratture, ovvero lo
spostamento violento del corpo, in relazione appunto a tali
contrazioni muscolari generalizzate.
Elettrocuzione e apparato gastro-enterico
occasionalmente perforazione di un viscere o la necrosi del pancreas o
della vescica biliare e pu anche portare a ulcere da stress gastrico. La
perforazione dellintestino pu realizzarsi a distanza di tempo
dallinsulto elettrico.
Elettrocuzione e sistema vascolare
I vasi sanguigni comunemente mostrano danni a carico dellintima e
della media, con maggior incidenza di eventi trombotici e di dilatazione
aneurismatica. Emorragie petecchiali nel 74% dei casi, i cui siti preferiti
sono la cute a livello delle palpebre, le congiuntive, la pleura viscerale, lo
stesso epicardio; tali petecchie non vengono interpretate come causate
dall'asfissia ma da una combinazione di congestione venosa da arresto
cardiaco ed improvviso aumento della pressione del sangue indotta da
contrazioni muscolari. Di conseguenza le "petecchie elettriche"
rappresentano un riscontro non specifico, ma tipico, nell'elettrocuzione
indipendentemente dal meccanismo che ha portato alla morte.
Diversamente dalle ustioni elettriche, le petecchie sono indicative di
vitalit delle lesioni.
Elettrocuzione e apparato urinario
Il blocco renale pu verificarsi come complicanza di una condizione
mioglobinurica dovuta a danno muscolare.
MARCHIO ELETTRICO
Lesioni da energia termica
Ustioni: lesioni prodotte dal calore agente
sulla superficie corporea

Scottature : calore umido

Bruciature : calore secco


Gravit dipende dalla natura del corpo urente, dal
grado di temeratura e dalla durata
dellapplicazione
I grado eritema
II grado flittene
III grado escara
IV grado combustione
completa,
carbonizzazione
Di rilievo, per la diagnosi di vitalit nel momento della
carbonizzazione, sono le indagini tossicologiche con
riscontro di CO ematico che pu significare lavvenuta
respirazione in corso di combustione; inoltre, la
indagine microscopica polmonare consente
generalmente la esatta valutazione dei reperti di residui
carboniosi della combustione profondamente inalati, a
livello alveolare e, ancor pi suggestivo di vitalit, il
reperto di embolizzazione adiposa a livello capillare
polmonare.
ASFISSIA

primitiva

meccanica

violenta
La terminologia asfissie meccaniche violente
veniva classicamente impiegata in ambito
medico-legale per far riferimento a tutte quelle
forme di insufficienza respiratoria acuta
correlantisi, sotto il profilo etio-
patogenetico, con lostacolo alla
penetrazione dellaria nellalbero
respiratorio, in conseguenza dellazione di
una causa di natura meccanica,
generalmente esterna, apportata
direttamente sullapparato respiratorio, ed
estrinsecantesi, in tempi brevi e con
consistente energia.
meccanismi asfittici mortali
meccanismi derivanti dallinterazione di
complessi eventi neurovegetativi-vascolari,
scatenati da azioni lesive dirette o indirette a
carico dellasse cerebrovascolare e/o
respiratorio cui consegue un arresto
cardiorespiratorio acuto, essendone rilevabili
sul cadavere i chiari segni asfittici.
Una importante linea di divisione pu segnarsi
tra quei meccanismi in grado di produrre segni
visibili di asfissia meccanica violenta e quelli che
non li producono; in altre parole, possibile
distinguere tra quei casi in cui la morte
riferibile ad una ostruzione meccanica
dellossigenazione cerebrale (ostruzione del
ritorno venoso), e quelli in cui la causa mortis
da riferire ad un disturbo della funzione cardiaca.
Asfissia
Soffocazione
Impiccamento

Strozzamento

Strangolamento
Asfissia
Quadro anatomo -patologico

Ipostasi (precoci, abbondanti e diffuse, > fluidit


del sangue)
Putrefazione (accelerata)
Rigidit cadaverica (precoce, iperattivit
muscolare favorita dalle convulsioni)
Petecchie (esterne ed interne): aumento della P
vasale + lesione anossica endoteliale
Congestione vascolare
Soffocazione

Interna provocata dalla


occlusione delle vie respiratorie dallinterno,
da parte di materiali estranei solidi o
semisolidi.
Bolo alimentare
Rigurgito alimentare
Anziani - dentiera
Le categorie maggiormente a rischio sono:
Bambini: che possono ingerire piccoli oggetti ed i cui
riflessi della tosse possono essere ancora non
completamente sviluppati e quindi incapaci dei
meccanismi di rigurgito degli stessi;
Anziani, solitamente edentuli, incapaci di masticare
correttamente il loro cibo e completare il processo
masticatorio e deglutitorio;
Persone affette da paralisi bulbare o patologie simili della
deglutizione;
Grandi mangiatori;

Abusatori di alcol;

Tossicodipendenti.
Soffocazione
Diretta provocata dalla
occlusione simultanea degli orifici aerei
dallesterno mediante un mezzo
applicato sulla bocca e sul naso in
modo da impedire completamente il
passaggio dellaria. (bambini)
Soffocazione
Indiretta consiste nel
blocco meccanico della respirazione,
causato dalla immobilizzazione del
mantice toracico, che impedisce la
ventilazione polmonare e provoca una
asfissia acuta.
Soffocazione indiretta

Asfissia nella folla


Asfissia traumatica (frana)

Asfissia da seppellimento: forma mista.


Tutto il corpo sepolto (torace ed
orifizi)
IMPICCAMENTO
violenta costrizione esercitata da un
laccio applicato attorno al collo con un
cappio, fissato ad un estremo ad un
sostegno e posto in trazione dal peso
del corpo completamente o
incompletamente sospeso
IMPICCAMENTO

Completo
Incompleto

Tipico

Atipico
IMPICCAMENTO

Fattore nervoso (stimolazione del nervo


vago e del glomo carotideoasistolia
riflessa)
Fattore asfittico (ostruzione delle vie aeree
alte da parte della lingua)
Fattore circolatorio (compressione delle
carotidi e giugulari ipossia cerebrale
Fattore traumatico (frattura del rachide ed
interruzione midollare)
IMPICCAMENTO

Solco cutaneo (molle o duro)


Direzione obliqua

Discontinuit (nodo)

Profondit
Allesame esterno, tali lesioni si caratterizzano per laspetto
nastriforme (come tale, metodologicamente, della singola lesione
dovranno rilevarsi le tre dimensioni: lunghezza, larghezza,
profondit), la natura ecchimotico-escoriativa, landamento
continuo o discontinuo, la unicit o la molteplicit, (spesso in tale
ipotesi i solchi si presentano fra s paralleli), leventuale presenza
di slargature corrispondenti a nodi o ad incroci della corda o del
legaccio, il colorito pallido, ovvero brunastro, la consistenza e, da
ultimo, la presenza di una fine punteggiatura emorragica rilevabile
sul solco, o ancora, di crestoline emorragiche (tipiche creste
dermo-epidermiche che si formano per il pizzicamento, operato
dai giri del cingolo o dalle spire della corda, sulla cute e che
essendosi determinate in vita, presentano sulla loro sommit un
piccolo stravaso emorragico che ne giustifica laggettivazione
emorragiche). Lungo i labbri del solco, e sulle stesse creste,
sono talora documentabili piccole vescicole a contenuto sieroso,
dette appunto vescichette sierose, delle dimensioni di qualche
millimetro, la cui importanza si correla al fatto che si formano solo
ante-mortem.
IMPICCAMENTO
Reperti esterni

Ipostasi
Solco

Petecchie sottocongiuntivali
IMPICCAMENTO
Segni interni

Collo
Segni generici della morte asfittica
Petecchiepleuriche, pericardiche
Congestione vascolare
STRANGOLAMENTO
Si intende la compressione esercitata
da un laccio avvolto intorno al collo e
azionato da una forza estranea, diversa
da quella del corpo
Evento omicidiario o accidentale
STRANGOLAMENTO

Fattore circolatorio
Fattore nervoso

Fattore asfittico
STRANGOLAMENTO
Solco (duro o molle)
Orizzontale

Continuo

Profondit
STROZZAMENTO
La compressione del collo viene
eseguita direttamente con le mani
compressione manuale

compressione digitale

Evento omicidiario
STROZZAMENTO

Fattore asfittico
Fattore circolatorio

Fattore nervoso (a volte basta una


minima compressione)
STROZZAMENTO
Ecchimosi ed escoriazioni figurate
Unghiature, graffiature

Strie ecchimotiche ed escoriative


ANNEGAMENTO
Per annegamento si intende
lasfissia prodotta dalla
penetrazione di un liquido nelle vie
respiratorie.
ANNEGAMENTO
Fasi

Fase di sorpresa
Fase di resistenza

Fase dispnoica

Fase apnoica

Fase terminale
Fase di sorpresa: profonda inspirazione iniziale,
provocata da stimoli di natura termica e tattile a
livello cutaneo
Fase di resistenza: apnea (circa 1 min)
Fase dispnoica: movimenti respiratori disordinati,
scoordinati inondazione delle vie aeree
Fase di apnea: perdita della coscienza e
alterazione dei riflessi
Fase terminale: morte
ANNEGAMENTO
In acqua dolce 3-5 minuti
(fibrillazione ventricolare)

In acqua salata 6-7 minuti


(asistolia)
Acqua dolce ipotonica
Allinterno degli alveoli passaggio di
liquidi dallalveolo ai capillari settali
emodiluizione ipervolemia emolisi
G.R. iperpotassiemia fibrillazione
ventricolare
Polmone non pesante
Acqua salata: ipertonica
Allinterno degli alveoli richiamo di
liquidi e proteine dai capillari settali
agli alveoli edema polmonare acuto
ipovolemia, emoconcentrazione
sovraccarico polmonare asistolia
ANNEGAMENTO
Fenomeni cadaverici
Ipostasi (colore e sede)
Raffreddamento
Putrefazione
Macerazione
Saponificazione
Fungo schiumoso (bocca e narici: aria +
muco + liquido annegante; durante le fasi
dispnoiche)
Cute anserina
Segni esterni
cute fredda e pallida con ipostasi di colorito
rosato;
cute imbibita di acqua, ispessita, grinza,
sollevata in pieghe (la pelle della lavandaia);
pelle doca;
retrazione del pene, dello scroto e del capezzolo;
perdita di urine, di sperma e feci;
schiuma alle narici e alla bocca (fungo
schiumoso).
Reperti generali delle asfissie
Enfisema acuto polmonare
Schiuma in trachea e bronchi
Diatomee (sostanze solide, zooplancton ..):
riscontro nel polmone profondo
Nel midollo osseo
La trachea ed i bronchi sono riempiti di schiuma, inoltre,
frammenti di vario tipo presenti nellacqua possono essere stati
inalati.
I polmoni appaiono distesi, al punto che i margini degli stessi
possono sovrapporsi sulla linea mediana, coprendo il cuore; essi
possono riprodurre sulla superficie limpronta delle coste. Non
collassano quando vengono rimossi e sistemati sul tavolo settorio.
Gli alveoli contengono aria ed acqua; la superficie di taglio pu
apparire in un primo momento secca ma una grande quantit di
acqua e schiuma pu fuoriuscire dalla superficie polmonare alla
spremitura. Una volta che i polmoni sono stati rimossi e
posizionati sul tavolo autoptico lentamente tenderanno a
collassare soltanto dopo che lacqua fuoriuscita dalla superficie.
Questo aspetto dei polmoni stato anche indicato con il termine
di enfisema acquoso. Le pareti alveolari possono presentare
delle rotture che producono piccole emorragie che, quando
localizzate in sede subpleurica, vengono indicate con il termine di
emorragie di Paltauf. La presenza di queste emorragie pu
aiutare a confermare la diagnosi di annegamento sebbene spesso
questo reperto possa talora mancare.
Diagnosi di annegamento
Dato circostanziale
Reperti esterni ed interni
Esame istologico del polmone
Enfisema
Emorragie
Edema

Test di emodiluizione su sangue prelevato


dal cuore sinistro (diluito in caso di acqua
dolce)
Diagnosi differenziale con la

SOMMERSIONE DI CADAVERE
Morte nellacqua
Morte nellacqua prima dellingresso del
liquido nelle vie aeree:
Meccanismo di idrocuzione: arresto sincopale
del cuore
Fenomeno di crioallergia
Sommersione interna
Asfissia causata dalla inondazione delle vie
respiratorie da parte di un liquido
proveniente dallinterno del corpo (sangue,
pus, essudati, trasudati)
Scannamento
Fratture della base cranica o del massiccio
facciale
Apertura di ascessi o di aneurismi nei bronchi
Morte da confinamento
Superando vecchie concezioni che inerivano la morte in
spazio confinato per esaurimento di ossigeno,
si intende una morte asfittica rapida e correlata
allimpato dellorganismo con ambienti privi di ossigeno
e saturi di anidride carbonica. Tali sacche di gas
derivano, infatti, dalla persistenza in tali ambienti
confinati, di microrganismi biologici aerobi. I
meccanismi fisiopatologici della morte da
sconfinamento, cos come pi propriamente definita,
sono peculiari e tipicamente correlati alle propriet
uniche di questo gas (anidride carbonica). In condizioni
fisiologiche, lo stimolo ipercapnico viene prontamente
registrato dai recettori del tronco encefalico per
lanidride carbonica che assicurano una risposta
riflessa sufficiente a correggere lamento della
concentrazione di anidride carbonica ed il conseguente
abbassamento del pH ematico.

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