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Universit degli Studi di Pavia

Facolt di Economia

Economia Aziendale - Primo modulo

Cap. 4 AZIENDE E IMPRESE

Titolari: A/K- MODULO Economia Aziendale Prof. ssa Anna Moisello


MODULO Contabilit Prof. Ssa Chiara Demartini
Titolari: L/Z MODULO Economia Aziendale Prof.ssa Michela Pellicelli
MODULO Contabilit Prof. Stefano Santucci

Collaboratori: Dott. Luigi Guardamagna


Dott.ssa Nicoletta Spagnolo

Tutor: Federico Desperati


Federico Dellanoce
4.1 - Production e non production
organizations
Nellosservare il comportamento economico delluomo,
lEconomia Aziendale considera le organizzazioni permanenti,
cio le aziende, quali unit fondamentali di analisi.

Scegliendo quale criterio definitorio principale lo


svolgimento di processi di produzione, la prima fondamentale
distinzione quella che distingue le aziende in:
1) production oriented organizations,
o aziende di produzione
2) non production oriented organizations,
o aziende di consumo.

Le aziende di produzione e di consumo sono le organizzazioni


permanenti specializzate nei processi di produzione e di
consumo, ma in esse si svolgono tutte le attivit economiche
fondamentali.
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4.1 - Le aziende di produzione
Sono organizzazioni permanenti (sistemi socio tecnici) di
trasformazione economica attuata mediante i processi
fondamentali di:
ideazione e attuazione di sistemi produttivi,
ricerca di investimenti finanziari per il reperimento di capitali
necessari per la produzione,
produzione e cessione della ricchezza,
produzione di remunerazioni per il capitale e il lavoro
risparmio di parte della ricchezza e reinvestimento del
risparmio.

Le aziende di produzione sono i centri nei quali si


assumono le decisioni economiche fondamentali
per la trasformazione produttiva.
Fig. 4.1 Modello generale di azienda di
produzione
MANAGEMENT
Processi cognitivi

DECISIONI,
Fattori di PROGRAMMI
produzione e CONTROLLI Volumi di
produzione
pF Quantit e

UTENTI O CLIENTI
Valore
Funzione di produzione

CONSUMATORI
CF Processi produttivi
FORNITORI

QF CP = QF pF

Uscite per acquisti Entrate per cessioni


CASSA
o TESORERIA

Processi operativi
Imposte Capitali Remunerazioni
E=Conferimenti R=Profitto
e e
D=Finanziamenti I=Interessi
ERARIO

INVESTITORI DI
CAPITALI
Economia Aziendale Istituzioni 4
Production organizations. Classificazione
Considerando quale criterio definitorio la natura del
rapporto osservabile tra azienda di produzione e destinatari
delle produzioni, possiamo distinguere tra:

1.1) production for consumption organizations, o aziende


per lautoconsumo;

1.2) non (not for) business organizations o anche user


oriented organizations, o aziende di erogazione;

1.3) business for profit organizations o anche risk


oriented organizations, o imprese;

1.4) business non (not for) profit organizations, o non


imprese.

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Production for consumption organizations
Sono organizzazioni produttive le cui produzioni:
sono destinate immediatamente ai consumatori,

senza che si manifestino scambi,

I consumatori sono gli stessi membri dellorganizzazione che:


svolgono i processi,

ottengono le produzioni,

le impiegano direttamente per il loro consumo personale.

Rappresentano lequivalente organizzato dellauto-


produzione.

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Fig. 4.2 Production for consumption
organizations o per lautoconsumo
MANAGEMENT
Processi cognitivi

DECISIONI,
Fattori di PROGRAMMI
produzione Produzioni
e CONTROLLI

pF
Utilit
Funzione di produzione

CONSUMATORI
CF QP
Processi produttivi
FORNITORI

Consumo
QF CP = QF pF

Uscite per acquisti


CASSA
o TESORERIA

Processi operativi
Contributi

CONTRIBUTORI
ESTERNI
7
4.2 Non (not for) business organizations
Cedono le loro produzioni, senza scambio, a utilizzatori
finali esterni allorganizzazione, denominati utenti.
Sono pertanto definite anche aziende di erogazione per
lutenza.

Gli utenti non pagano alcun prezzo per i beni ricevuti,


solitamente servizi ma:
fruiscono dei beni senza alcun corrispettivo,

al pi, corrispondono allazienda una tariffa quale rimborso

parziale dei costi di produzione.

Si definiscono aziende di pura erogazione quelle che


erogano i prodotti senza alcuna tariffa.

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Fig. 4.3 Not for business organizations o aziende
di erogazione o per lutenza
MANAGEMENT
Processi cognitivi

DECISIONI,
Fattori di PROGRAMMI
produzione Produzioni
e CONTROLLI

pF
Rimborso di costi
Funzione di produzione
CF Processi produttivi QP x tP
FORNITORI

Erogazione

UTENTI
QF CP = QF pF
Entrate per contributi
Uscite per acquisti diretti degli Utenti
CASSA
o TESORERIA

Processi operativi
Contributi

CONTRIBUTORI
ESTERNI
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(For) business organizations
Cedono le loro produzioni, con scambio, ad un prezzo a
utilizzatori finali esterni allorganizzazione, denominati
clienti.

Il prezzo differisce dalla tariffa.


Il prezzo deve reintegrare il costo di produzione: pP cP;

rappresenta il valore attribuito al bene dal consumatore

cliente.
La tariffa deve rappresentare solo un contributo alla

copertura del costo di produzione: tP cP ;


rappresenta una integrazione dei tributi con i quali si

coprono i costi di produzione.

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Fig. 4.4 Business oriented organizations o
aziende di produzione per il cliente
MANAGEMENT
Processi cognitivi

DECISIONI, Produzioni
Fattori di PROGRAMMI
produzione e CONTROLLI Ricavi di vendita

pF pP
Funzione di produzione
CF Processi produttivi RP Vendita
FORNITORI

CLIENTI
QF CP = QF pF QP

Uscite per acquisti Entrate per vendite


CASSA
o TESORERIA

Processi operativi
Imposte Capitali Remunerazioni
E=Conferimenti R=Profitto
e e
D=Finanziamenti I=Interessi
ERARIO

INVESTITORI DI
CAPITALI
Economia Aziendale Istituzioni 11
Leconomicit delle aziende di erogazione
Il costo di produzione portato, in qualche forma, a carico della
collettivit del territorio in cui lazienda di erogazione distribuisce i
propri servizi, e non a carico dei fruitori diretti degli stessi.
Leconomicit viene raggiunta quando il costo di produzione dei servizi
erogati (poniamo, cPnon business=100) rimane inferiore al costo di
produzione che sosterrebbero le business organizations per produrre
gli stessi servizi (per es. cPbusiness=110).
Nel caso opposto (cPnon business=110 > cPbusiness=100), gli enti pubblici
contributori avrebbero convenienza a fare cessare la produzione dalle
non business organizations (evitando il costo cPnon business=110) e ad
erogare i servizi pubblici, dopo averli acquistati da una business
organization ad un prezzo (per es. pP=105 < cPnon business=110) inferiore
al costo di produzione delle aziende erogatrici.

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4.3 I rischi della produzione
Gi li conosciamo:
a) rischi tecnico produttivi: non ottenere le produzioni
per fattori tecnici; rientrano in questa classe anche i rischi dovuti
ad eventi casuali: impossibilit di approvvigionarsi di materie
prime, rottura di impianti, alluvioni, condizioni meteorologiche
sfavorevoli ecc.;
b) Rischi economici: non vendere; sono di due tipi:
della domanda, connesso alla libert del

consumatore: i clienti possono rifiutare lacquisto;


della concorrenza connesso alla libert di iniziativa:

aziende possono produrre gli stessi beni.


rischi finanziari: non riuscire ad attrarre capitali di
rischio e di debito in quantit adeguata agli investimenti
produttivi.
Le business profit organizations o
Imprese tipiche
Si definisce impresa tipica:
unorganizzazione produttiva contemporaneamente
business e profit oriented,
che sviluppa un portafoglio di capital business,
sopportando pienamente i rischi economici,
ricercando risorse monetarie conferite a titolo di Equity e di
Debt,
svolgendo i business ricercando la massima
economicit,
per garantire il massimo rendimento finanziario del
capitale investito, in rischio.

Le imprese seguono la regola operativa massimizzante:


[cP max pP].
Tendono rendere massima lefficienza economico-produttiva

o, con significato equivalente, a ricercare il maxROI.


Fig. 4.5 Profit o risk oriented
organizations o imprese capitalistiche
MANAGEMENT
Processi cognitivi

DECISIONI, Produzioni
Fattori di PROGRAMMI
produzione e CONTROLLI Ricavi di vendita

pF Max pP
Funzione di produzione
CF Processi produttivi RP Vendita
FORNITORI

CLIENTI
QF Min cP max pP Max QP qlP

Uscite per acquisti Entrate per vendite


CASSA
o TESORERIA

Processi operativi
Max ROI
Imposte Capitali Remunerazioni
E=Conferimenti R=Profitto
e e
D=Finanziamenti I=Interessi
ERARIO

Max ROE min ROD


INVESTITORI DI
CAPITALI
Economia Aziendale Istituzioni 15
I caratteri delle business profit
organizations o Imprese tipiche
Sono production oriented organizations.
Sono business (o market oriented) organizations, cio vendono
sul mercato le produzioni.
Sono risk oriented organizations.
Sono capital business organizations: acquisiscono
autonomamente i capitali necessari.
Sono profit oriented organizations: ricercando la massima
economicit dei business.
Ricercano la massima produttivit, come condizione per la
realizzazione del profitto.
Godono di autonomia imprenditoriale.
Godono di autonomia organizzativa.
Fig. 4.6 Imprese ed aziende di
erogazione. Alcuni tratti distintivi

Economia Aziendale Istituzioni 17


4.2 Tipi di profit organizations
Profit sharing to capital owners organizations: il risultato
economico conseguito RN viene distribuito o viene trattenuto a
titolo di autofinanziamento per lo sviluppo; ricercano il massimo
RO, insieme con il massimo ROI.

Profit sharing to labour organizations: il profitto viene, pertanto,


distribuito tra i lavoratori sotto forma di compenso, o di
remunerazione integrativa del lavoro; si definiscono anche
imprese di lavoro.

Profit sharing to environment organizations: il RO viene


erogato in elargizioni liberali per iniziative che favoriscano soggetti
dellambiente esterno.

Profit retaining organizations: capitalizzano il RN distribuendolo,


indirettamente, in forma di capital gains.
Non (not for) profit organizations
Adottano la regola operativa:
[cP min pP].

Tendono a ridurre il prezzo a livello di costo unitario di


produzione o, con un significato equivalente, a produrre il
minROI.

Anche il ROE viene reso minimo ed eventuali capitali di equity


devono essere conferiti senza attese di redditivit.

Non devono essere confuse con le aziende di erogazione in


quanto le non profit sono pur sempre business organizations
che devono conseguire la propria economicit vendendo le loro
produzioni a utenti o a clienti.
Fig. 4.7 Non profit organizations o aziende
di produzione non profit
MANAGEMENT
Processi cognitivi

DECISIONI, Produzioni
Fattori di PROGRAMMI
produzione e CONTROLLI Ricavi di vendita

pF Min pP
Funzione di produzione
CF Processi produttivi RP Vendita
FORNITORI

CLIENTI
QF Min cP min pP Max QP

Uscite per acquisti Entrate per vendite


CASSA
o TESORERIA

Processi operativi
Min ROI
Imposte Capitali Remunerazioni
E=Conferimenti R=Profitto
e e
D=Finanziamenti I=Interessi
ERARIO

ROE 0 min ROD


INVESTITORI DI
CAPITALI
Economia Aziendale Istituzioni 20
Fig. 4.8 Business e non business
organizations
Confronto tra le specie fondamentali di aziende

Business Business Non business


profit non profit

Vendono a Clienti Vendono ad Utenti Erogano ad Utenti

Vendono a Vendono a. Erogano gratis o a una


pP = cP (1+roc) pP = cP tariffa tP
minore del costo
cP max pP cP min pP cP > tP

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4.4 Funzione dellimpresa nelleconomia
contemporanea
Le imprese nelleconomia contemporanea svolgono una
duplice funzione:
1. da un lato, producono profitti (o utili) per gli investitori,

per soddisfare la motivazione della ricchezza (che, come


sappiamo dal Capitolo 1, rappresenta la pi rilevante
motivazione dellagire economico delluomo) e li induce a
mettere in rischio i propri capitali

a sviluppare nuovi business;

2. dallaltro, producono beni e servizi dotati di

valore quale condizione per conseguire profitto ,


migliorando la produttivit, la qualit, le retribuzioni e le
condizioni di lavoro.

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Legge generale di teleonomia esogena
Condizione di esistenza duratura dellimpresa che -
con i suoi investimenti produttivi - sia in grado di remunerare
convenientemente gli investimenti finanziari dai quali ha attinto
le risorse, garantendo la loro integrit e liquidabilit nel tempo.
Essa si realizza alle seguenti condizioni operative:
aumentare le dimensioni, cio i volumi di vendita

(possibilmente tendere al monopoli)


produrre beni dotati di valore per vincere il rischio della

domanda,
aumentando la qualit,

riducendo i prezzi,

ridurre il costo di produzione per vincere il rischio della

concorrenza,
aumentando continuamente la produttivit.
Lefficacia dellimpresa per il sistema
economico
Il profitto non esprime completamente lefficienza economica per il
sistema economico, ma solo per limpresa che lo consegue.
Dimostrazione.
Supponiamo che unimpresa produca con un costo di 80 e venda al
prezzo di 100, realizzando un profitto di 20=100-80.
Un aumento di produttivit sia in grado di ridurre i costi a 60. Se il
prezzo rimane di 100, tutto laumento di produttivit si trasforma in
profitto che aumenta a 40=100-60.
Una parte di tale profitto pu andare a beneficiare il consumatore,
tramite una riduzione del prezzo di vendita, poniamo a 90.
Unaltra parte pu andare a beneficio dei lavoratori, con retribuzioni
integrative, poniamo per 15; ii costi di produzione salgono a 75.
Il profitto per limpresa ammontata, pertanto, a 15=90-75.

Limpresa ha aumentato la propria efficacia per il sistema


economico ma non per il capitalista che cerca di
contrastare quando possibile la distribuzione del
profitto attuata nelle forme sopra descritte.
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4.5 I caratteri dellimpresa moderna:
limpresa quale trasformatore finanziario
Tre sono gli effetti delluso della moneta che, invece, interessano
direttamente lEconomia Aziendale:
1) le imprese diventano trasformatori finanziari; tendono a
diventare produttori di ricchezza finanziaria, di ROE, di valore
per gli azionisti (shareholder value);
2) le imprese evolvono da patrimoniali in finanziarie; non c pi
un padrone ma molti sono proprietari di quote di capitale di
equity (shareholders); da imprese familiari diventano public
companies.
3) Si produce la separazione tra la propriet del capitale ed il
controllo dellimpresa. Le imprese diventano organizzazioni
manageriali che realizzano la trasformazione economica non
come fine ma come mezzo per giustificare e mantenere la
propria autonomia e la propria esistenza nei confronti degli
shareholders.
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4.6 La logica delle non production
organizations. Le aziende di consumo
Sono organizzazioni durevoli di trasformazione economica
nelle quali sono svolti i processi fondamentali di:
ricerca della ricchezza necessaria per attuare i consumi,
consumo finale della ricchezza in forma efficiente,
soddisfacimento dei bisogni e
appagamento delle aspirazioni,
risparmio di parte della ricchezza,
investimento finanziario del risparmio.
Sono i centri di decisione economica fondamentali
per i processi di consumo, di risparmio e di
investimento finanziario della ricchezza.

La trasformazione economica consiste nel trarre l'utilit


dai beni che costituiscono la ricchezza.
Fig. 4.9 Logica operativa delle aziende di
consumo
MANAGEMENT
Processi cognitivi

DECISIONI,
Fattori di PROGRAMMI
consumo e CONTROLLI

pF
Utilit
Funzione di consumo

CONSUMATORI
CF QB
Processi di consumo
FORNITORI

Consumo
QF CB = QF pF

Uscite per acquisti


CASSA
o TESORERIA

Processi operativi

APPORTO DI
MONETARIE
RISORSE
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I fattori di consumo
I fattori di consumo sono i beni necessari per i bisogni e per le
aspirazioni.
Si classificano in:
beni di utilizzo immediato (servizi),
beni a breve (veloce) ciclo di utilizzo o a fecondit semplice
(cibi, quotidiani, prodotti di igiene, ecc.),
beni a medio ciclo di utilizzo o a fecondit ripetuta
(automobile, mobili, computer, vestiario),
beni a lungo (lento) ciclo di utilizzo o permanenti o di uso
durevole (abitazione, gioielli, ecc.).
Tipologia di aziende di consumo secondo la
fonte delle risorse
Si distinguono in base alla forma di ottenimento delle risorse per i
consumi:
Aziende domestico-patrimoniali (o familiari): le
risorse derivano da retribuzioni del lavoro dei propri
componenti o da redditi da investimenti.
Associazioni: le risorse derivano da quote
associative dei componenti.
Fondazioni: le risorse derivano da un patrimonio
conferito stabilmente.
Aziende assistite: le risorse derivano da sussidi
elargiti da altre aziende.
Tipologia di non-production organizations
secondo i fini
In base della natura e della finalit distinguiamo:
2.1)consumption-as-purpose organizations. Il consumo il fine

dellesistenza di tali organizzazioni. Possono essere:


autonome: aziende domestiche e associazioni;

eteronome : fondazioni e aziende assistite.

2.2) consumption-as-means organizations. Il consumo non un

fine ma un mezzo per il conseguimento delle finalit istituzionali;


possiamo distinguere tra:
2.2.1)resource reallocation organizations, o aziende

redistributrici di ricchezza. Possono essere:


di servizio (associazioni di volontariato) se le risorse ridistribuite
possono essere conferite dagli stessi membri dellorganizzazione
(Club Lions, Rotary ecc.);
etiche se le risorse sono raccolte dallesterno (Telethon ecc.);
2.2.2)influence oriented organizations: hanno la finalit di
esercitare influenza sul comportamento di persone. Possono
essere:
associative (per esempio, le associazioni professionali);
politiche (partiti, associazioni sindacali ecc.).
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4.7. Le aziende di consumo pi diffuse:
le aziende domestico-patrimoniali
Le famiglie, intese quali organizzazioni sociali, non sono
aziende ma istituti; esse rappresentano la forma di
aggregazione fondamentale di ogni societ, in ogni tempo, nel
cui ambito luomo sviluppa il comportamento teleonomico volto a
mantenersi vitale ed a perpetuare la specie.

Per questo, nelle famiglie connaturata lattivit economica del


consumo finale della ricchezza; in esse si osserva, di
conseguenza, unazienda di consumo.

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Fig. 4.10 Logica operativa delle aziende
domestico patrimoniali
MANAGEMENT
Processi cognitivi

DECISIONI,
Fattori di PROGRAMMI
consumo e CONTROLLI

pF
Utilit

NUCLEO FAMILIARE
Funzione di produzione

CONSUMATORI
CF QB
Processi produttivi
FORNITORI

Consumo
QF CB = QF pF

Spese per acquisti Retribuzini di lavoro


CASSA
o TESORERIA

Processi operativi
Imposte Contributi eventuali
Risparmio
pagate Monetario, Remunerazioni:

CONTRIBUTORI
in Beni, Rendite,
Prestiti Profitti

ESTERNI
ERARIO

e Equity e Interessi

INVESTIMENTO DEL
RISPARMIO MONETARIO
Economia Aziendale Istituzioni 32
Le due forme di risparmio
Gli investimenti sono ottenuti grazie al risparmio.

Si hanno due forme di risparmio:


RISPARMIO ECONOMICO AZIENDALE =
+VALORE DEI FATTORI CONSUMABILI
-VALORE DEI FATTORI CONSUMATI
E il risultato economico dellazienda di consumo.

RISPARMIO MONETARIO AZIENDALE =


+ ENTRATE PER IL CONSUMO
- SPESE
E il risultato monetario dellazienda di consumo.
4.8. La logica operativa delle aziende
composte pubbliche
Le aziende composte pubbliche vale a dire le aziende
pubbliche territoriali, Stato, Regioni, Province e Comuni sono
organizzazioni socio-politiche che svolgono diverse funzioni.
Da un lato, sono influence oriented organizations, in quanto
stabiliscono gli indirizzi politici per la collettivit di riferimento
(piano regolatore, viabilit, cimiteri, giustizia, immigrazione,
istruzione ecc.).
Dallaltro, di producono servizi pubblici per soddisfare i bisogni
pubblici (comparto della Pubblica Amministazione)
mediante divisioni interne,

creando aziende erogatrici pubbliche,

istituendo aziende di produzione non business con

piena autonomia organizzativa e gestionale,


conferire direttamente equity pubblico per costituire

imprese pubbliche.
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Fig. 4.11 Logica operativa delle aziende
composte pubbliche
MANAGEMENT
Processi cognitivi

DECISIONI,
Fattori di PROGRAMMI
consumo e CONTROLLI

pF
Utilit

COMBINAZIONI QB
CF
FORNITORI

PRODUTTIVE

CITTADINI
UTENDI
Consumo
QF E DI CONSUMO

Spese per acquisti Tariffe e contributi


CASSA
o TESORERIA

Tributi =
Processi operativi
Imposte
Tasse Prestiti Interessi
contributi pubblici ai sottoscrittori
riscossi emessi di prestiti pubblici
ERARIO

INVESTITORI
DI CAPITALI
Economia Aziendale Istituzioni 35
E&C 4.5 Il terzo settore
Indica linsieme delle aziende private, non business e non
profit, che producono servizi definiti di utilit sociale che le
imprese del settore privato (primo settore) non potrebbero
produrre, per limpossibilit di raggiungere condizioni di
economicit, e che il settore pubblico (secondo settore) non
produce per mancanza di risorse o di iniziativa o di interesse
istituzionale.

Fanno parte del terzo settore, per esempio, le cooperative


sociali e le associazioni di promozione sociale (production for
consumption organizations), le associazioni di volontariato, le
ONG (organizzazioni non governative) ecc.

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