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Il recesso dal
contratto di lavoro
Le ipotesi “minori” di estinzione del rapporto
di lavoro
Ratio simile a
quella che
sorreggeva il
Considerata una conquista
divieto di
di civiltà giuridica per il
rapporti di lavoratore, elevato alla
lavoro a tempo condizione di libero
indeterminato contraente formalmente
posto su un piano di parità
negoziale
…e nel codice civile del 1942:
il recesso “ad nutum”
pari significato “Ciascuno deicontraenti
Ciascuno dei contraenti può
giuridico recedere dal contratto di
di dimissioni e lavoro a tempo
licenziamento indeterminato, dando il
preavviso nel termine e nei
modi stabiliti…”
(art. 2118 cod. civ.)
L’unico limite imposto alle parti:
IL PREAVVISO
sostitutiva
indennità
o la corrispondente
L’obbligo del preavviso incide sul
principio di libera recedibilità?
No, nella Rivela una considerazione
misura in cui è
della situazione di
posto a carico
di entrambe le
sostanziale disparità
parti negoziale tra le parti?
No, nella
misura in cui i
motivi della Consente un controllo
decisione giurisdizionale sulla
datoriale
rimangono decisione datoriale?
insindacabili
In alcuni casi viene meno anche il
limite del preavviso
La
“giusta
“…o senza preavviso qualora si
causa”
verifichi una causa che non
consenta la prosecuzione del
rapporto” (2119 c.c.)
La necessità di dimostrare la ricorrenza di
una giusta causa incide sul principio di libera
recedibilità?
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continua
… il potere illimitato del datore di lavoro di
recedere dal rapporto a tempo indeterminato
non costituisce più un principio generale del
nostro ordinamento. Questi ultimi dimostrano
che le condizioni economico-sociali del Paese
consentono una nuova disciplina, verso la
quale l'evoluzione legislativa viene sollecitata
anche da raccomandazioni internazionali
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La disciplina del licenziamento oggi:
due tipologie di normative
(I) I LIMITI (II) I RIMEDI
LA GIUSTA CAUSA
CAMBIA FUNZIONE
Non più finalizzata al
mero riconoscimento del
preavviso
Ma elevata ad
Il licenziamento
elemento di legittimità come recesso
del licenziamento “vincolato”
Il principio di causalità del licenziamento come
principio costituzionale in ambito europeo
GIUSTIFICATO
MOTIVO
(l. 604/1966)
•
NotevoleSoggettivo
inadempimento
degli obblighi contrattuali
GIUSTA CAUSA
(2119 c.c.) • Oggettivo
ragioni attinenti alla
Gravissimo attività produttiva,
inadempimento all’organizzazione del lavoro
delle e al regolare
obbligazioni funzionamento di essa
contrattuali
L’interpretazione delle
clausole generali di giusta
causa e di giustificato
motivo da parte della
giurisprudenza
LA NOZIONE DI
GIUSTA CAUSA
gravissimo inadempimento
contrattuale
o anche circostanze esterne al
sinallagma contrattuale?
Un’ipotesi classica di licenziamento come
sanzione dell’inadempimento
Sussiste la giusta causa di licenziamento nel
caso in cui il lavoratore abbia trascorso il
tempo destinato al lavoro, e come tale
retribuito, a collegarsi per scopi personali ad
Internet ed a consultare i documenti scaricati,
con la rete telefonica pagata dall'azienda,
integrando tale comportamento una grave
violazione degli obblighi contrattuali
(Corte d'appello Ancona 1/8/2003)
Fatti esterni comunque riconducibili alla
nozione di inadempimento
Vincenzo C., dipendente con mansioni di operaio, si è assentato per
malattia, essendo stato colpito da lombosciatalgia acuta. Durante
l’assenza ha lavorato nell’esercizio commerciale della moglie. L’azienda
lo ha licenziato.
Il Pretore ha nominato un consulente tecnico, dalla cui relazione è risultato
che la collaborazione alla conduzione dell’esercizio commerciale s’era
svolta con modalità richiedenti movimenti in iperestensione
(spostamento e sistemazione della merce) e flessione del tronco (apertura
e chiusura dei locali), tali da produrre un effetto ritardante del pieno
recupero fisico
La Suprema Corte ha confermato la validità del licenziamento rilevando
che il dipendente aveva dimostrato piena indifferenza per il nocumento
che arrecava all’organizzazione aziendale: “Non si vede come il datore di
lavoro possa continuare a fare affidamento sulla leale e corretta
collaborazione di un dipendente che si sottragga al dovere primario di
rendere possibile la prestazione ritardando il recupero della capacità a
svolgere mansioni contrattualmente dovute”
(Cassazione n. 2378 del 17 febbraio 2003)
Un caso recente
(e significativo di come l’interpretazione delle
norme influisca sul giudizio di validità del
licenziamento)
Se viene meno
la fiducia
GIUSTIFICATO
MOTIVO
GIUSTA CAUSA SOGGETTIVO
Licenziamento Licenziamento
in tronco con preavviso
4) I rapporti tra giudizio penale e
giudizio civile nel caso del recesso
per giusta causa
Il licenziamento
disciplinare
Il problema del licenziamento
disciplinare
L’art. 7 dello Statuto
Le norme disciplinari relative alle
infrazioni e alle relative sanzioni Queste disposizioni
devono essere portate a si applicano al
conoscenza dei lavoratori licenziamento
mediante affissione in luogo disciplinare?
accessibile a tutti
Il datore non può irrogare
sanzioni senza aver ovvero
preventivamente contestato Il licenziamento
l’addebito al lavoratore e averlo è una
sentito a sua difesa sanzione disciplinare?
Il lavoratore può farsi assistere da
un rappresentante sindacale
La fonte del problema
“Non possono essere disposte sanzioni
disciplinari che comportino mutamenti
definitivi del rapporto di lavoro” (art. 7, c. 4
Statuto)
E il
licenziamento?
Le diverse conseguenze pratiche
Se il licenziamento è Se il licenziamento non è
qualificato come qualificato come
sanzione disciplinare sanzione disciplinare
Si applica la disciplina
Si applica l’art. 7 Statuto
ordinaria (L. 604/66/
GIUDIZIALE STRAGIUDIZIALE
Tutela Tutela
obbligatoria reale
RISARCIMENTO
o
EFFETTIVA REINTEGRA
nel posto di lavoro
COSA SI INTENDE PER
“TUTELA OBBLIGATORIA”
(art. 8 l. 604/1966)
I lavoratori domestici
I lavoratori ultrasessantenni in
possesso dei requisiti per la
pensione, salvo che non
abbiano optato per la
prosecuzione del rapporto
I lavoratori in prova
I dirigenti
COME CONVIVONO
LE TRE DISCIPLINE DEL
LICENZIAMENTO?
L’intensità della
tutela dipende
Unità
Unità dalle dimensioni con più
produttive
fino a dell’unità di 15 o datori
con più di 60
15 dipendenti
produttiva ove dipendenti
avviene il recesso
Area della stabilità Area della stabilità
obbligatoria: reale:
alternativa rimessa al ordine giudiziale di
datore di lavoro reintegra
Oltre il “velo” della personalità giuridica?
Recenti orientamenti giurisprudenziali
Pur non essendo consentito attribuire all’attività di
gruppo, di per sé, un valore giuridicamente
unificante, è tuttavia sempre possibile, in presenza
di determinate caratteristiche organizzative e
strutturali, ravvisare, in caso di collegamento
societario, un unico centro di imputazione del
rapporto di lavoro.
Tale situazione è ravvisabile ogni volta che vi sia una
simulazione o una preordinazione in frode alla legge
del frazionamento di un’unica attività fra i vari
soggetti del collegamento economico e ciò venga
accertato in modo adeguato
(Cass. n. 4274 del 24 marzo 2003)
A MENO CHE…
Lavoratore domestico
Dirigente
Più di 65 anni
Lavoratore in prova
AREA DEL LICENZIAMENTO AD NUTUM
A MENO CHE…
più di 15 dipendenti nell’unità produttiva
più di 60 nel complesso
AREA DELLA TUTELA REALE
Due eccezioni importanti
PRIMA ECCEZIONE SECONDA ECCEZIONE
Casi in cui, anche nelle piccole Casi in cui, anche nelle
imprese, e anche nell’area del grandi imprese, si applica la
licenziamento ad nutum, si tutela obbligatoria
applica la tutela reale
IL LICENZIAMENTO LE ORGANIZZAZIONI
DISCRIMINATORIO DI TENDENZA
Definizione di “organizzazione di tendenza”
“datori di lavoro non imprenditori che svolgono
senza fini di lucro attività di natura politica,
sindacale, culturale, di istruzione ovvero di religione
o di culto”
Problemi applicativi:
a) l’ambito di estensione della disciplina, con riferimento
alle istituzioni scolastiche laiche o confessionali (ambito
oggettivo di applicazione);
b) l’ambito di estensione della disciplina con riferimento al
personale che non è ideologicamente legato
all’organizzazione (ambito soggettivo di applicazione)
Alcune indicazioni di
prospettiva
Verso il superamento
dell’art. 18
nell’ordinamento
italiano?
L’obbligo giudiziale di reintegra, questione
fondamentale nell’ordinamento italiano
Secondo la Relazione di
presentazione, le imprese
che assumono sarebbero
Tranne pochi casi in cui molto più disposte a farlo a
continuerebbe ad essere tempo indeterminato se si
ammesso il contratto a offre loro la possibilità di
termine, i new entrants applicare ai nuovi assunti il
sono tutti assunti a tempo nuovo regime, piuttosto che
indeterminato, con se le si costringe a operare
periodo di prova di sei nel vecchio
Le novità per i licenziamenti
“soggettivi”
“controllo giudiziale e art. 18 In realtà ciò
per il licenziamento equivarrebbe,
disciplinare e quello malgrado
l’enunciazione,
discriminatorio, salva la ad un
possibilità per il giudice, abbandono
considerate le circostanze, di dell’art. 18, con
la sua piena
condannare l’imprenditore
applicazione
anche solo al risarcimento (o, lasciata alla
in altri casi, solo alla discrezionalità
reintegrazione senza del giudice
Le novità per i licenziamenti “oggettivi”: il
cuore della proposta
Le esigenze economiche od organizzative
che motivano il licenziamento non sono
soggette a sindacato giudiziale, salvo il
controllo, quando il lavoratore ne faccia
denuncia, circa la sussistenza di motivi
discriminatori determinanti, o motivi di
mero capriccio, intentendosi per tali
motivi futili totalmente estranei alle
esigenze organizzative o produttive
aziendali.
Quando il lavoratore abbia maturato venti
anni di anzianità, il licenziamento motivato
con esigenze economiche od organizzative si
presume dettato da intendimento di
discriminazione in ragione dell’età, con
conseguente applicazione dell’articolo 18
della legge 20 maggio 1970 n. 300,
salva prova del giustificato motivo economico,
tecnico od organizzativo, della quale il
Le (nuove) tutele per il lavoratore
licenziato per motivi oggettivi
All’atto della cessazione del rapporto conseguente a
licenziamento non disciplinare, al prestatore è dovuta
dal datore di lavoro un’indennità pari a tanti dodicesimi
della retribuzione lorda complessivamente goduta
nell’ultimo anno di lavoro, quanti sono gli anni
compiuti di anzianità di servizio in azienda, diminuita
della retribuzione corrispondente al preavviso spettante
al prestatore stesso.
Il prestatore stesso ha inoltre diritto alla stipulazione del
contratto di ricollocazione di cui all’articolo 3.
Articolo 3 ‑ Contratto di ricollocazione al
lavoro
Al lavoratore al quale si applichi il nuovo
sistema di protezione, quando abbia perso il
posto in conseguenza di un licenziamento non
disciplinare o di un licenziamento disciplinare
dichiarato illegittimo in sede giudiziale, l’ente
bilaterale è obbligato a offrire la stipulazione
di un contratto di ricollocazione al lavoro che
preveda:
Una sorta di “modello danese”?
a) l’erogazione di una indennità di entità pari al 90% dell’ultima
retribuzione per il primo anno, all’80% per il secondo, al 70%
per il terzo e al 60% per il quarto; la durata minima del
trattamento di disoccupazione è pari alla durata del rapporto di
lavoro che lo ha preceduto, con il limite di quattro anni;
b) l’erogazione di assistenza intensiva nella ricerca della nuova
occupazione
c) la predisposizione di iniziative di formazione o riqualificazione
professionale mirate a sbocchi occupazionali effettivamente esistenti
d) l’impegno del lavoratore a porsi a disposizione dell’ente per le
iniziative di cui alle lettere b e c secondo un orario settimanale
corrispondente all’orario di lavoro praticato in precedenza;
e) l’assoggettamento dell’attività svolta dal lavoratore nella ricerca
della nuova occupazione al potere e di controllo dell’ente, il quale lo
esercita di regola attraverso un tutor cui il lavoratore viene affidato.
Maggiori informazioni ed
interventi (compresi quelli
critici) sul sito
www.pietroichino.it