Sei sulla pagina 1di 54

DALLA MONTAGNA

AI CAMPIDANI
Famiglia e mutamento in una
comunit di pastori

Nellopera G.M. Corriga ha studiato il lungo


processo che ha portato i pastori sardi ad
abbandonare progressivamente la transumanza nei
confronti della sedentarizzazione, ovvero quella
fase che li ha indirizzati a percorrere un percorso
dalla montagna ai Campidani. La ricerca stata
condotta tra i pastori di Fonni e prende in esame i
processi di continuit, e soprattutto di
cambiamento, che hanno interessato il mondo della
pastorizia. La Murru Corriga, inoltre, si sofferma sull
analisi della famiglia pastorale, sulle
suddivisioni dei ruoli in base al genere di
appartenenza nei lavori quotidiani, sui rapporti
sociali, familiari e comunitari tra cui le forme di
matrimonio e le pratiche di ereditariet dei
beni.

CAMBIANDO LUOGHI:TRA MOBILIT E


STANZIALIT
LA MONTAGNA E LA PIANURA
Nel 1839 Angius descrive Fonni come un luogo alto e in
esposizione a venti settentrionali () le nevi vi cadono
cos abbondanti che in qualche sito si levino a pi di otto
metri, e cos frequenti che ne resti coperto il suolo fino
all Aprile.
Questa situazione alla base della TRANSUMANZA, cio
la migrazione stagionale dei greggi e dei pastori. Le
Lannou distingue tra transumanza lontana (stanziamento
di gruppi pastorali provenienti dal versante sud
occidentale del Gennargentu come Fonni, Gavoi, Desulo
nelle pianure del Campidano , Sulcis, Oristanese e della
Nurra) e piccola transumanza (stanziamento in aree
contigue, come colline e altopiani centro-settentrionali).

Perch la transumanza?
Rigido clima invernale
Ragioni orografiche e pedologiche: scarsit di terra
agricola e per contro, relativa abbondanza di pascoli
estivi portano alla specializzazione il sistema
produttivo indigeno, fondato sulla combinazione di usi
diversi del suolo: orticolo, cerearicolo e pascolativo.

Risposta culturale: separazione e


specializzazione dei gruppi produttivi domestici
in unit maschili e femminili, caratterizzate
rispettivamente da mobilit e sedentariet.

LORTICOLTURA svolge un ruolo economico fondamentale


nella societ fonnese ed praticata primariamente dalle
donne in paese o nelle zone umide pi vicine.
La CEREALICOLTURA si fonda sullalternanza di vidazzone e
pradu (semina e riposo) e la pratica della coltura
temporanea, col fine di assicurare cereali per il fabbisogno
locale e rigenerare il manto erboso per il pascolo. Per la
resa particolarmente vantaggiosa, lorzo era la coltura pi
diffusa.
LALLEVAMENTO caratterizzato principalmente da capi
ovini, gli altri animali erano allevati per il lavoro agricolo o
per il trasporto e la sussistenza familiare, ad eccezione dei
suini, spesso praticato dai pastori come allevamento
complementare o come attivit specializzata. Quella
fonnese un tipo di pastorizia poco domesticata: in
grande misura separato dal paese e dalla casa. Uomini e
greggi si spostano a lungo da un luogo allaltro, anche
durante il pascolo estivo, a causa dellASSETTO
FRAZIONATO DELLA PROPRIET e della DISCONTINUIT
DELLE QUALIT DEL SUOLO e LA VARIABILIT DEL
MICROCLIMA. Questo (insieme alla mal distribuzione delle

UNINVASIONE PACIFICA
1811: una bolla di Vittorio Emanuele di Savoia
mette fine alle contese tra Fonni e Villagrande e
concede a Fonni 3200 ettari del demaniale di
Villagrande.
A met del secolo: definito il confine tra Fonni e
Desulo. Grazie alle mappe De Candia si evince
che le terre privatizzate allora erano poco pi
della met del territorio comunale e
prevalentemente vicino al centro abitato.
Seconda met del secolo: avviene la completa
privatizzazione del territorio grazie a
provvedimenti per lalienazione delle terre
comunali residue e alla liquidazione delle terre
ecclesiastiche.

La mobilit delle terre e landamento del mercato del


formaggio (nel primo 900 insediamento caseifici industriali)
creano le condizioni favorevoli per larricchimento del ceto
pastorale a danno della piccola propriet contadina e dei
sennores (piccola nobilt) che fino ad allora possedevano
gran parte delle terre agricole e del bestiame ma che non
riescono a stare al passo del pi dinamico ceto pastorale e
son costretti a cedere progressivamente la terra, e con essa il
prestigio sociale.
Un processo analogo nei paesi agricoli della pianura, allo
stesso modo, favorisce la formazione di una propriet
pastorale fonnese nei campidani, a partire da met ottocento
e coinvolgendo poche famiglie, per diventare poi un
fenomeno pi esteso nel primo 900.
Negli anni fra le due guerre lespansione dei pastori fonnesi
arriva anche alle aree del Sulcis, Sarcidano, Oristanese, alla
Nurra e alla marina di Valledoria.

Flussi di emigrazione e aree di insediamento stabile dei


pastori di Fonni

Pastorizia & agricoltura


La conquista delle terre agricole, causando un
riassetto delle terre agricole, crea un riassetto
etnico e una nuova funzione produttiva della
terra, che diviene per i pastori mezzo di
produzione. Il pastore diviena agricoltore e lavora
la terra per i prodotti del consumo animale.
Soprattutto nelle pianure, i pastori, abbandonata
la transumanza, fondano sulla stabilit le capacit
produttive dellazienda, con pratiche agricole per
la produzione di erbai e scorte foraggere per
garantirsi lautonomia dal mercato dei mangimi.

Va attenuandosi la simbiosi a distanza tra


pianura e montagna e accanto alla
sedentarizzazione della pianura avviene
anche quella della montagna. I pascoli non
pi utilizzati dai pastori stanziatisi in
pianura son presi in affitto da nuovi piccoli
imprenditori che coltivano il prato e creano
strutture per il ricovero degli animali. Si
definisce la distinzione tra produzione di
pianura e di montagna e la
gerarchizzazione delle produzioni: il latte
prodotto in montagna di qualit
superiore, ma la pastura fortemente

PASTORI E CONTADINI
1838: un censimento rivela che a
Fonni ci sono 774 famiglie, 322
pastorali e 234 agricole. Pastorizia e
agricoltura paiono essere due attivit
distinte.

I matharjos
Ceto costituito da piccoli e
piccolissimi proprietari di terra
arabile e orti. Lavoravano la propria
terra e quella dei sennores,
propietari di gran parte del
patrimonio fondiario.

I figli maschi della famiglia pastorale apprendono


almeno i rudimenti dellarte aratoria, ma la
manodopera non pu essere sottratta al lavoro in
ovile. Per questo motivo, ci si affida al lavoro
contadino esterno.
La divisione del prodotto avveniva poi con le forme a
su battoro una (una parte su quattro) e a messa pare
(a met). Le stesse pratiche erano utilizzate dalle
donne che lavoravano gli orti altrui, dalle famiglie che
dovevano procurarsi la legna e dai contadini che non
avevano di che allevare il maiale.
Le famiglie pi dotate di terra patevano disporre di un
thera u matharju, cio un servo contadino, con
contratto annuale e stagionale che svolgeva mansioni
non solo agricole.
Nelle fasi di lavoro pi intenso i manobras (contadini
pi poveri) lavoravano a giornata. Si trattava spesso di
donne, spesso responsabili di alcuni compiti

LA FAMIGLIA PASTORALE
Conta sullapporto lavorativo di maschi e
femmine ma con fini differenti.
MASCHI: dediti soprattutto ad attivit di
allevamento, lavorano per produrre latte,
formaggi, carni. Producono beni per il
mercato.
FEMMINE: dedite ad ortocultura e
cerealicoltura nelle terre in paese.
Producono beni per la sussistenza della
famiglia, per lautoconsumo.

AUTOCONSUMO
ruolo fondamentale per lautonomia della famiglia
permette allazienda di concentrare gli sforzi per il
mercato esterno e AUMENTARE IL PATROMONIO.
I pasti erano frugali e consumati seduti a terra, intorno
al focolare (una patata bollita o alla brace, un pezzo di
pane e lardo o un piatto di fagioli) e distinti tra prattu de
omine e prattu de vemina.
Pane di orzo consumato anche dai pi ricchi e dai
produttori di grano, destinato invece ad esser venduto
sul mercato.
Autoconsumo perseguito anche per: corredo domestico
e abbigliamento, ad opera delle donne della famiglia.

IL PATRIMONIO
Le strategie di produzione e accumulazione
del patrimonio poggiano innanzitutto sulle
strategie di stoccaggio di scorte alimentari
e di consumo domestico.
Nelle strategie di accumulazione rientra la
DEVOLUZIONE DEI BENI. Tendenza a
favorire la linea maschile nella devoluzione
della terra, rafforzata dalla pratica del
matrimonio tra consanguinei permettono
la creazione di grandi patrimoni fondiari.

La FAMIGLIA il centro dellazienda


pastorale, unorganizzazione produttiva e
patrimoniale fondata su legami affettivi e di
assistenza. Produce beni di sussistenza e
surplus, sfruttando la manodopera maschile
e quella femminile. Il valore fondamentale
la solidariet e vincola specialmente le
donne e la loro convivenza sia in presenza o
in assenza di consanguineit (madri e figlie,
sorelle, manche suocera e nuora).

La FAMIGLIA si divide in DUE UNIT OPERATIVE E


SPAZIALI. Le donne in paese e i maschi nellovile (in
montagna o in pianura).

Si delineano tre forme di produzione/coabitazione/consumo:


Sunt tottu a unu: cio hanno tutto in comune. Messa in
comune locali abitativi e scorte alimentari. Solitamente attuate
quando lunit femminile era fondata su consanguineit.
Istant tottu pares: cio stanno tutti insieme.
Sunt ambos vrades pares: cio stanno due fratelli insieme.
Le altre due forme prevedono lutilizzo della stessa unit
abitativa ma cucine separate e autonomia nelle scorte e nel
consumo.

Entrambe le unit si fondano sui rapporti di


cooperazione e di lavoro familiari. Esse hanno
per un peso economico differente. Lunit
femminile si fonda esclusivamente su
relazioni di parentela, quella maschile puro
fondandosi su legami di parentela ha un
riconoscimento formale autonomo perch

Alcune differenze
Il lavoro delle donne produce beni destinati alluso
comune, fruibili da tutti. NON produce per il circuito
economico, non cio quantificabile in denaro e
ricchezza, al contrario di quello degli uomini.
Raggiunta let adulta le figlie NON ricevono retribuzione
per il lavoro svolto. Ricevono in dono lorto o animali da
lavoro come riconoscimento del loro ruolo di
RIPRODUTTRICI.
Il figlio pastore dopo i ventanni riceve retribuzione annua
in capi ovini, arrivando a costituire in circa 20 anni, un
gregge di circe 150 capi. Si pu cos associare ad altri
pastori e pu essere bogau a tholu, cio emancipato.

LA FAMIGLIA, LA CASA, IL
TEMPO

La struttura della casa, a prescindere dalla


distanza che la separa dai luoghi della
produzione, funzionale alla produzione,
oltre che allabitare e al consumare
insieme della famiglia. In casa si svolgono
tutte le attivit complementari ai lavori nei
campo, trovano ricovero animali e
strumenti ed il deposito di scorte di cibo,
sementi e prodotti per lo scambio. Il livello
di funzionalit della casa, a differenza di
quanto affermato da Le Lannou, non varia
solamente in relazione al paesaggio e alla
forma di sfruttamento del territorio, ma

Lo studio condotto a Fonni rileva:


le connessioni esistenti tra la pratica sistematica
della coresidenza e i comportamenti parentali e
comunitari
la funzione svolta dalle pratiche residenziali nella
formazione e nel consolidamento del ceto dei pastori
proprietari
La casa si rivela un contenitore di comportamenti
familiari, ideologie, sentimenti e aspirazioni soggettive
ma anche colletive.
La struttura insediativa del paese era fortemente
accentrata, per contro ovili e dimore di supporto
temporanee si presentavano come insediamenti dispersi.
La famiglia divisa tra una frazione mobile e una
sedentaria e la comunit formata da un gruppo
nomade e da un polo sedentario. La transumanza divide
la famiglia ma non intacca le relazioni.

Originariamente il paese era diviso in 4 rioni, nel


900 ne sorgono di nuovi, divorando orti, frutteti
e vigneti e nel secondo dopoguerra sorgono
anche gli alloggi popolari.
Ancora oggi i VICINATI riuniscono parenti o
familiari stretti per esigenze di cooperazione
(aiuto reciproco,mutuo soccorso in casi di
emergenza) o per la gestione comune di risorse e
beni familiari. I rapporti non erano tuttavia privi
di tensione e implicavano delle obbligazioni
come:
sa manda: linvio del dono, che vincolava le famiglie
rinnovandone il legame;
su latte sanima: il primo latte munto nei confini del
paese dai pastori che rientravano dalla transumanza
(a parenti e vicini ma soprattutto poveri del paese per
dare solennit al primo giorno de sa muda).

La casa aveva sempre la porta


spalancata, dal primo mattino:
segno della sollecitudine della padrona
di casa a voler avviare le attivit
domestiche
costituisce una soglia debole, varcabile
da tutti, una dimostrazione della labile
privacy e degli intensi rapporti di
vicinato, che in questo modo svolge
anche una funzione di controllo sui
comportamenti dei membri della
comunit.

La famiglia sarda si caratterizza per nuclearit e


neolocalit.
Dallo studio di Fonni emergono, accanto alla
prevalente nuclearit, la presenza di forme
complesse di aggregazione familiare.
Nel corso dell800, la patrivirilocalit, la
coabitazione di pi figli maschi nella casa paterna
e la trasmissione preferenziale delle terre di
pianura ai maschi (insieme alla trasmissione del
bestiame),convergono in un sistema parentale
che favorisce la linea maschile.
a partire dalla met del 900 che cade la pratica
diffusa di frrche (coabitazione di fratelli), di cui
resta segno nella contiguit abitativa.

La coabitazione era diffusa sia tra i ricchi


che i poveri, ma in maniera
qualitativamente differente e per motivi
diversi:
I poveri si ammucchiavano nelle domos
veccias (cucina e dormitori distinti per
gruppi sessuali) per assicurare un tetto a
tutti i membri della famiglia.
I pastori abbandonano le vecchie case per le
case a palathiu, strutture per pi nuclei
coniugali, con spazi ampi che rispondono
alle nuove esigenze della produzione e
magazzini per lo stoccaggio.

La coabitazione richiede la MESSA IN


COMUNE di risorse e lavoro e lattuazione
di un sistema in cui lANDARE DACCORDO
ha un valore fondamentale. Questo vero
soprattutto per le donne che trascorrevano
a casa la maggior parte del tempo e che se
non si assoggettavano al sistema,
andavano incontro ad una vita di solitaria
durezza.
La coabitazione si riflette anche nelle forme
di sepoltura comuni. Coesione come
risposta alla scarsit.

Le domos antigas

Senza fondamenta, muri perimetali in pietra e ludu.


La pi povera ed elementare:
coghina: cottura e consumo del cibo, dispensa, locale per
dormire, per gli attrezzi e per il ricovero degli animali. A volte
soppalcata su pithu e linna. Nei primi decenni del secolo il
foghile in mezzo alla stanza, in seguito trasferito nella
giminera che occupa spesso unintera parete. In un angolo
il forno del pane, interno e privo di fumaiolo.

Quelle pi elaborate:
sa loggia: la loggia, vano dingresso della casa, spazio
per il telaio e altri arnesi e allogio per sa mannalita
sa domo e ara: stanza da letto dei genitori, vi si
riponevano i beni e si svolgevano i riti pi solenni
sappossentu : stanza
su maassinu: rimessa, magazzini
su pithu: per conservare cereali e ortaggi, talvolta, se
presenti pi stanze, anche per dormire
su cortileddu: cortile interno con la scorta di legna e
ricovero per il maiale
sa istalla: stalla
su pagiargiu: pagliaio
su pinnetteddu: spazio con la struttura di un ricovero di
campagna, usato per le operazioni pi sporche del
lavoro domestico
sa litrina: solo nelle case dei pi ricchi, piccolo gabinetto
a pozzo morto con smaltimento a calce viva.

Le case a palathiu
Sono il prodotto del
balzo tecnologico,
comportano
una
nuova
connotazione
sociale dellabitare
e tengono in conto
anche
il
lato
estetico.

CARATTERISTICHE:
L elemeno strutturale innovativo il VANO SCALE, in base al
quale le stanze vengono disposte secondo nuove esigenze di
autonomia.
Scala in legno sostituita da quella in granito, impreziosita dal
ferro battuto.
Apposentos e salas acquistano volume e regolarit
La sala bona diventa esclusivamente una stanza di
rappresentanza
Il pithigheddu (solaio) resta destinato alla conservazione di
cereali e ortaggi ed eventualmente ad abitazione
La cucina si affaccia sulla corte interna invece che alla strada
Su maassinu ricavato nel seminterrato e organizzato in spazi
specializzati (conservazione formaggio, cantina, rimessa attrezzi
panificazione etc.)
Tra le due guerre si diffonde il palazzo con anditu a grughe e
scala centrale. Rappresenta la soluzione pi funzionale per la
conciliazione di coabitazione e autonomia per i diversi gruppi
coniugali e la distribuzione simmetrica sui due corpi delledificio
si presta meglio alla divisione ereditaria della casa.

Nelle case a palazzo si realizza il desiderio di


riscatto della famiglia pastorale. La coghina passa
dalla multifunzionalit tradizionale alla pluralit di
spazi in cui viene suddivisa, e alla uale vengono
assegnate funzioni specializzate: cucina, cucinotto,
magazzino
Oggi le case sono sovradimensionate per ampiezza
e numero rispetto alle reali esigenze abitative del
paese. Lansia di accedere ad un bene a lungo
sognato ha portato alla distruzione dei segni della
condizione passata. Le poche case tradizionali
sopravvissute, ma private dellintero contesto che le
circondava, sono oggi solamente delle isole, sistemi
di abitazione obsoleti, oggetti da laboratorio non
osservabili allinterno del sistema di cui erano parte.

Dono nuziale e formazione del


patrimonio coniugale
In Europa occidentale, la trasmissione dei beni
avviene tramite un sistema BILATERALE o
DIVERGENTE. Ci significa che una parte dei beni
si trasmette sempre attraverso le donne, qualunue
sia il primato accordato ad una delle linee
parentali. In Sardegna il sistema consuetudinario si
ispira alla devoluzione divergente nella sua forma
massimale: maschi e femmine ereditano da
entrambi i genitori, trasmettono beni ai figli di
ambo i sessi e ai collaterali di ambo i sessi; e i
coniugi si trasmettono reciprocamente i beni. Per
questo motivo il sistema detto EGUALITARIO.

Con le dovute attenuazioni, il sistema ereditario della


Sardegna agricola meridionale pu essere definito
egualitaristico
Il caso sembra esser diverso per le comunit pastorali
delle regioni interne. Il sistema di trasmissione
fortemente marcato da principi selettivi che escludono
in parte i due presupposti del concetto di
egualitarismo: luguaglianza astratta di tutti i figli e
lacquisizione del patrimonio in base ai meriti acquisiti.
Lispirazione egualitaristica presente ma dominata
dal nesso funzionale, socialmente stabilito, tra uso
produttivo di un bene e disponibilit giuridica di esso.
In una societ fortemente stratificata dal punto di vista
sociale e sessuale, la distribuzione dei beni ha come
fondamento i ruoli attribuiti dalla societ.

Il MATRIMONIO il risultato di scelte operate a


livello di cerchia familiare e parentale.
Fasi rituali del matrimonio combinato:
Sassicurongiu: accordo riservato
Saccrarimentu: comunicazione allesterno
Saccabu de sa ojua: presentazione dei relativi
parenti stretti.

Per il controllo delle riorse materiali, a Fonni


diffusa la pratica dei matrimoni omogamici e tra
consanguinei. Questi aumentano
significativamente nell 800 e nel primo
cinquantennio del 900. Inoltre, elevata
lincidenza delle unioni tra cugini primi. 1885=
matrimoni tra consanguinei 39% sul totale delle
unioni.

Perch i matrimoni tra


consanguinei?
Permettono lacquisizione e il mantenimento della
propriet fondiaria
Creano ununione stabile tra persone la cui esperienza e il
carattere sono prevedibili (FONDAMENTALE per i pastori
transumanti che trascorrono la maggior parte dellanno
lontano da casa, affidando alle donne la gestione, la
sussistenza della famiglia e la convivenza con il resto del
gruppo).
Lintroduzione di una strangia comporterebbe un
disordine nella pratica residenziale (campidanesi pi
avezze alla neolocalit); nella divisione sessuale del lavoro
(le donne campidanesi benestanti di norma non lavorano,
quelle fonnesi praticano almento lorticoltura); e
nellapporto di beni al patrimonio coniugale.

Esistono due modi di possedere ed


ereditare, distinti su base sessuale:
gli uomini possiedono ed ereditano
bestiame (perch sono loro che lo
lavorano!), terra, attrezzi e animali da
lavoro e casa (la patrilocalit favorisce la
trasmissione al figlio che coabita col
padre);
le donne possiedono ed ereditano terra
(in quantit inferiore), su vestire (il
corredo modesto per la casa), attrezzi da
lavoro e casa (subordinatamente ai
bisogni dei fratelli).

Nozze e dono nuziale


Le nozze sanciscono un apporto di beni da
parte di entrambe le famiglie ma con uno
squilibrio fra le parti. Il contributo dello
sposo e della sua famiglia pi rilevante
e questo squilibrio giustifica il fatto che i
maschi ricevessero di pi nelleredit.
I terreni devono andare ai figli maschi,
perch per voi penseranno i maschi che
sposate

Su donu
Il trasferimento dei beni aveva il
carattere formale dello scambio del
dono. Il rito altamente cerimoniale
e si svolge in tre fasi distinte, nel
corso di tre giornate: il giorno che
precede le nozze, il giorno delle
nozze e il giorno successivo.

Il sabato
La sposa chiede cerimonialmente perdono ai futuri suoceri,
nella loro casa, e ai suoi genitori nella propria casa.
Est ora e donare:
il padre dello sposo dona alla sposa un anello e due
bottoni doro
lo sposo dona alla sposa sa loria e conca
lo sposo dona: un anello a ciascuna sorella e cognata, una
somma di denaro a ciascun fratello e cognato, una somma
di denaro alla madre della sposa.
I doni dello sposo dimensionano i doni della famiglia della
sposa. La prima fase si conclude con linvio della banda e
sa ojua con doni di cibo e dolci per il pranzo nuziale dei
genitori della sposa.

La domenica
nozze celebrate alla prima messa, presenti i parenti stretti
ma non i genitori
dopo la cerimonia gli sposi si recano a casa dei genitori
dello sposo, la madre da la benedizione e dona alla sposa
un fazzoletto di seta che user per adornarsi per la messa
solenne
al pranzo nuziale sono presenti i familiari e i parenti dello
sposo e i fratelli, le sorelle e i cugini primi della sposa. I
genitori, in compagnia dei parenti stretti, piangoni il
distacco dalla figlia e consumano il pasto inviato dai
genitori dello sposo.
Est ora e donare: fratelli, sorelle e parenti dello sposo
danno un contributo in oggetti o denaro al costituirsi del
nuovo nucleo. Negli anni 20 nelle famiglie benestanti,
iniziano a contribuire anche i fratelli della sposa.

Donu e lunis
Gli sposi si recano a messa e poi in municipio
Lo sposo si reca da solo a casa dei genitori della sposa
La suocera chiede ritualmente E cummente dassa
acattada? lo sposo risponde di non essere
soddisfatto e di volerla rimandare a casa (secondo
altre fonti da una risposta rassicurante)
Lobiettivo la chiusura del ciclo del dono: la madre
della sposa offre il proprio dono, che pu variare per
quantit e qualit. Solitamente offre una prathida e
ortu, a volte un cavallo oppure una somma di denaro
(almeno il doppio della somma donata dallo sposo)
Sa banda e sa ojua, composta dalle amiche della
sposa, trasporta su vestire a casa degli sposi
Il padre della sposa prende parte al proseguo del

Struttura del dono


Si articola in tre tempi
Ha mittenti e destinatari diversi
I vari trasferimenti hanno funzioni diverse
Il dono del padre dello sposo ha carattere
prettamente cerimoniale
Il dono dello sposo alla famiglia della sposa
ha lo scopo di suscitare una risposta calibrata
nella restituzione dei beni, lapporto pi
significativo al matrimonio
Su dono e lunis un contributo per la
costituzione del nuovo patrimonio coniugale

Sul piano della propriet giuridica i beni del


donu e lunis vengono intestati alla moglie.
Le tipologie di beni del donu e lunis
appartengono sempre alla sfera delle
attivit produttive pertinenti alle donne
(riproduzione e sussistenza)
Lorto ha una profonda valenza sociale: il
possesso dellorto viene ad identificarsi con
il possesso di quelle qualit morali che
danno valore alla donna nel mercato
matrimoniale. Lideale di sposa fonnese sa
matharja bona, la brava massaia, capace
di produrre e generare risorse per la casa.

IL CAMBIAMENTO DELLAZIENDA
CONTADINA
Azienda tradizionale = azienda contadina che
si afferma tra la prima met del 1800 e la
prima met del 1900. Attivit produttiva e
domestica non sono separate e lobiettivo
economico fodamentale : assicurare a tutti i
membri la sussistenza. Il successo misurato
in base ai beni ottenuti per la famiglia, prima
che in termini monetati o di profitto. La
FAMIGLIA lunit economica di base e vige
una divisione del lavoro sulla base del sesso e
dellet.

PATRIMONIO & EREDIT


Anche nel campidano di Cagliari la propriet fondiaria
si presenta frammentata. Per quali ragioni?
Consuetudini giuridiche locali che regolano la
trasmissione dei beni.
Processo attraverso il quale, accanto alluso
comunitario delle terre, si sono affermate forme di
possesso consuetudinario prima e di propriet poi.
La terra un valore in senso lato, il mercato della
terra non sviluppato per cui, non si comprano le
terre confinanti, ma le poche che si trovano in
vendita.
Lazienda dispone quindi di sa propiedadi, costituita
da appezzamenti dispersi che avevano nella casa del
paese un naturale prolungamento, in quanto centro di
gestione e attivit complementari alla produzione.

Frammentazione dei territori attenuata dalluso


diffuso della pratica testamentaria nella
devoluzione dei beni.
TESTAMENTO= funzione di filtro dellideologia
egualitaria dei sessi nella divisione dei beni. In
questo modo:
tutti i figli hanno diritto ad una parte dei beni paterni e
materni, ma sulla base dei meriti acquisiti. Come si
misurano i meriti?
in relazione allapporto lavorativo/assistenziale
effettivamente prestato
in relazione al valore socialmente riconosciuto
allapporto lavorativo/assistenziale
Dai dati del vecchio Catasto emerge una forte
sperequazione sessule: dei 1159 possessori censiti, 815
sono maschi, 256 femmine e 88 eredi collettivi.

La frammentazione era attenuata


anche da altre strategie a monte della
divisione stessa:
avviamento di alcuni dei figli ad
attivit artigianali o commerciali e in
caso di famiglie abbienti agli studi,
omogamia ed endogamia parentale:
matrimoni allinterno del proprio ceto
o addirittura allinterno della
famiglia.

Il caso di Sinnai
In caso di matrimonio omogamico tra famiglie pi
abbienti si usava dotare la sposa di terra o altro (sa
doda).
A volte era lo sposo stesso a dotare la sposa sia di terra
che di case
Per salvare il proprio prestigio la famiglia doveva
assicurare ai figli che si sposavano uno stock di beni che
variavano in base a quantit e qualit:
Per i figli maschi: sa domu, terra, bestiamini, su
vittu e sannu(grano, fave, formaggio, olio)
Per le figlie femmine: terras (nelle famiglie pi
ricche), is arrobas, che comprendeva su vardellu
(biancheria per la casa e corredo personale) e sa
mobilia, su trexiu e venu (cesti di giunco utilizzati
per il pane o per ornare la casa ) e sa mola e molli
trigu (mola asinaria). La famiglia della sposa

Lazienda tradizionale media ma soprattutto


grossa si fondava quanto pi possibile
sullassociazione di attivit agricola e
pastorale. Sino agli anni 50 il lavoro nelle
campagne era svolto con mezzi a energia
animale. Tra le 2 guerre grazie
allintroduzione dellaratro di ferro e alle
attivit di assistenza e formazione della
Cattedra Ambulante di Agricoltura di Cagliari
si realizza un aumento della capacit
produttiva.

Organizzazione del lavoro


Piccola azienda: autosufficiente, ricorrono a saggiudu torrau in
caso di necessit
Media azienda: presenza di lavoratori salariati, presenza delle
donne in base alla composizione demografica della famiglia, che
in ogni caso tendeva a non mandare le figlie in campagna (segno
di benessere e prestigio)
Grossa azienda: lavoro svolto in buona misura da manodopera
servile e bracciantile, lavoratori a contratto annuale e salariati a
giornata. Lazienda era gestita e coordinata da su meri mannu,
cio lanziano padre di famiglia che teneva associati nellazienda
familiare i figli maschi. Le figlie femmine erano destinate a
diventare meris de dommu, figura di grande rilevanza
nellazienda contadina media e grossa in quanto responsabile
della gestione delle scorte alimentari e coordinatrice del settore
domestico di alcune attivit aziendali.

Su tempu de is meris esti


accabau
Dopo gli anni 60 limmissione
massiccia di mezzi meccanici modifica
profondamente sia il lavoro nei campi
che la struttura dellazienda familiare.
Il LAVORO SERVILE viene eliminato ed
svolto oggigiorno soprattutto da
lavoratori stagionali e sempre meno da
salariati fissi. Durante le fasi di
raccolta (non meccanicizzate) oltre a
saggiudu torrau si ricorre a

Cambiano anche i rapporti


familiari
I figli si associano sempre meno ai padri,
attratti da altre opportunit e disincentivati
dallo scarso reddito ricavabile.
Se si associano al padre, mutato
latteggiamento verso il padre padrone, del
quale non si accetta pi lautorit
indiscussa. I figli mirano ad ottenere
quanto prima una parte della propriet da
gestire per poterne gestire oltre che i frutti
anche il potere gestionale.

Su meri, status conferito ai proprietari era anche un


ruolo carico di prestigio sociale. Oggi lagricoltura
riveste un ruolo marginale e il proprietario diviene
sempre pi una figura professionale. Il nuovo
rapporto terra lavoro, grazie al balzo tecnologico e
allimmissione dei prodotti chimici nelle colture ha
delineato una nuova figura, il COLTIVATORE DIRETTO.
Il produttore riassume competenze gestionali e
specializzate e i figli intervengono solo nelle fasi di
intensificazione del lavoro. La produzione non pi
rivolta allautoconsumo e la famiglia non pi lunit
stabile di prioduzione e consumo tradizionale.

Risvolti sociali:
La famiglia, impoverita di produttori
agricoli e privata del ricambio
generazionale perde la funzione di
riproduttrice delle condizioni generali di
riproduzione svolta in passato. Perch?
Vengono meno alcuni fattori:
il controllo dello scambio matrimoniale
strategie di divisione e ricomposizione del
patrimonio familiare
legame stretto di interdipendenza genitori
figli fondato sul rapporto di scambio eredit
o donazione/assistenza.

Potrebbero piacerti anche