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La prima associazione che mi ha richiamato questo tema stata lincontro, di qualche anno fa, con un bambino autistico di cui ho seguito linizio della scrittura, dai 4 agli 8 anni, insieme con una mia laureanda che svolgeva con lui delle osservazioni molto frequenti. E stato molto interessante seguire levoluzione scrittoria precedente allinsegnamento convenzionale di questo bimbo, che aveva sue peculiarit, ma anche molte analogie con la prima scrittura di bambini a sviluppo tipico. Una sua specificit era data dalle sue notevolissime capacit di
Bambini che hanno primarie difficolt di comunicazione verbale possono avere inaspettate abilit espressive, che vanno coltivate e non trascurate: secondo quel principio che abbiamo appreso dal lavoro con bambini e adolescenti sordi, in particolare dalla giovane ricercatrice Daniela Fabbretti (cfr. Fabbretti e Tomasuolo, 2006),
Oltre a queste aree, la dimensione trasversale pi importante di tutte data certo dal modo in cui tutti gli allievi, ma in particolare quelli con disabilit, si
trovano a vivere lesperienza della scuola dal punto di vista affettivo e sociale:
questa dimensione determinata essenzialmente dalla qualit delle relazioni che si stabiliscono nel gruppoclasse, in primo luogo orientate dallatteggiamento degli insegnanti.
Come dice molto bene Borin (2006), importante che gli insegnanti (prima di
richiederla) diano attenzione a questi bambini, che spesso sono complicati, ma talvolta, ancora peggio, invisibili: partendo dal riconoscimento che anche un bambino piccolo deve godere di rispetto in quanto persona, come precondizione per avere la sua attenzione per le proposte educative e didattiche dellinsegnante. Un problema particolare che si presenta che alcuni di questi bambini in difficolt sono ovviamente identificati come tali anche dagli altri bambini, in quanto pi lenti, meno attivi, e questo pu rendere difficile puntare sullautonomo lavoro di piccolo gruppo, che resta uno dei pi importanti strumenti di educazione e di apprendimento a tutte le et (Pontecorvo, 2007).
Credo che considerare in modo pi ampio lambito delle competenze dei bambini sia del tutto essenziale. E il risultato di una importante attivit di intervento che sta conducendo
su tutte e due.
Ci occupiamo di
Valutazione dinamica
Tenendo conto della valutazione gi condotta in un servizio ASL o in un centro specialistico ospedaliero identifichiamo con prove di valutazione dinamica le aree di pi facile modificabilit e le aree pi resistenti al cambiamento
Intervento
Elaboriamo un progetto dintervento che verr realizzato con uno psicologo esperto in difficolt dapprendimento e in riabilitazione delle funzioni cognitive Utilizziamo protocolli dintervento di cui controlliamo e documentiamo lefficacia
Quali, tra le componenti cognitive deficitarie, compromettono di pi lapprendimento? Non solo lapprendimento a scuola, ma lapprendimento che si costruisce dallosservare, dal chiedersi il perch, dallesplorare il mondo, dallinteragire con gli adulti e con i pari Quali punti di forza del bambino possiamo utilizzare (pre-requisiti cognitivi, apprendimenti che possono sostenere altri apprendimenti)?
Quali emozioni, quali modi di reagire alla difficolt interferiscono negativamente con lapprendimento?
Visualizzare mentalmente
Intervento: come?
Nel progettare e realizzare interventi di stimolazione cognitiva, vogliamo pensare al bambino nella sua unit Lambiente che creiamo per lui e con lui dovrebbe aiutarlo nel fare e nellapprendere, ma anche nel sentirsi intero e vivo come essere umano Quando un intervento di stimolazione cognitiva efficace, la mente del bambino non rimane penzoloni sul vuoto, si creato spazio per il pensiero. Anche questo fa sentire al bambino di esistere e di essere al mondo con tutto se stesso.
Siamo psicologi esperti nello sviluppo delle funzioni cognitive e nella psicopatologia degli apprendimenti
Un esempio: il caso di L.
E arrivato nel nostro servizio avendo avuto in un centro specialistico ospedaliero la diagnosi di ritardo cognitivo lieve. Ha un QI di 72 con un profilo piuttosto omogeneo (ma con una particolare caduta in Aritmetica) Ha una sindrome genetica (cariotipo 47 XYY). E nato pretermine (33 settimana), ha avuto ritardi nello sviluppo fisico, motorio e linguistico Alle scale Vineland risulta un quoziente di adattamento di 60 (equivalente allet prescolare) con maggiori deficit nella comunicazione e nellautonomia personale. Lo valutiamo quando ha 7 anni e 8 mesi e frequenta la II elementare (mese di marzo)
Il suo scarso uso del linguaggio come strumento per organizzare le informazioni in un insieme, anticipare ci che far, collegare diverse successive informazioni tenendo presente uno scopo
Quali punti di forza possiamo utilizzare (pre-requisiti cognitivi, apprendimenti che possono sostenere altri apprendimenti)?
La sua preoccupazione di non dare risposte giuste; un senso molto fragile del suo valore
Come?
Costruire una relazione di fiducia Comprendere il livello di difficolt che possiamo proporre al bambino Essere pronti a cambiare le nostre proposte in funzione di ci che osserveremo
Indovinelli
una parte del corpo Serve per mangiare, per parlare e per sbadigliare
B....
una parte del corpo Serve per mangiare, per parlare e per sbadigliare
B...A
Dentro a una sessione di riabilitazione: 2. Lavorare con molta concentrazione sulle funzioni cognitive di livello pi alto (L. 3 anni dopo)
Una modalit di presentazione del materiale, che chiede al bambino di descrivere il pi possibile il materiale che ha di fronte e di orientarsi anticipatamente rispetto al compito. Ladulto aiuta L. a scoprire una regolarit nel materiale che deve strutturare. E anche lo sollecita a riflettere su che cosa, del materiale, lo ha aiutato a trovare la soluzione.
Ladulto commenta sulla capacit nellaffrontare il compito, sugli aspetti difficili, e cerca di coinvolgere in questo commento. Da questa riflessione partono alcune riflessioni di L. su se stesso
Dentro a una sessione di riabilitazione: 3. Valutare insieme il lavoro che stato fatto
Ladulto commenta sulla capacit nellaffrontare il compito, sugli aspetti difficili, e cerca di coinvolgere in questo commento. Da questa riflessione partono alcune riflessioni di L. su se stesso L. ci comunica qualcosa di doloroso rispetto a se stesso. Lo pu fare perch si fida pienamente dellambiente che insieme a lui abbiamo costruito. Sa di essere importante e aver valore per noi come essere umano, anche quando sbaglia, anche quando non sa rispondere alle domande. Con noi sente di poter essere
Il riflettere in tanti tipi di attivit, il pensare, cercare spiegazioni, si estende alla sua vita personale
In conclusione
Linterazione adulto-bambino lo strumento fondamentale attraverso cui nuove strategie cognitive possono essere acquisite Ci aspettiamo che il bambino impari a chiedersi autonomamente quello che in una fase antecedente gli ha chiesto ladulto: che cosa vedo in questo materiale? Che cosa dovr fare? Che cosa mi ha aiutato a trovare la soluzione? Limportanza di ogni attivit sta nelle particolari funzioni cognitive che va a sollecitare (attenzione, memoria, linguaggio, elaborazione visuo-spaziale) limportanza di ogni attivit sta anche nelloccasione che offre al bambino di impadronirsi di strategie fondamentali per lapprendere: fermarsi a riflettere, confrontare, cercare spiegazioni, riconoscere ci che pu averci facilitato nel trovare soluzioni. Siamo facilitati se non riponiamo una fiducia quasi miracolistica sulla bont del materiale che usiamo.
Voglio dare una indicazione finale per questo breve intervento, richiamando una diversa linea di indagine e di intervento che ho imparato a conoscere di recente da quella grande antropologa che Elinor Ochs (della UCLA, US). Nel condurre a Los Angeles una importante ricerca antropologica su sedici bambini autistici Asperger in famiglia e a scuola, lei ha rilevato, con strumenti di osservazione etnografica longitudinale, sia il modo in cui questi bambini esprimono capacit di narrazione
Lidea di fondo quella di osservare il comportamento dei bambini in una situazione sociale naturale, cos come abbiamo cominiciato a fare, anche noi, con famiglie accoglienti con un bambino, dai 4 ai 6 anni, con serie difficolt di comunicazione (con la mediazione della dott.ssa Anne Hufty di Synapsi di Roma) studiando le interazioni familiari a cena a casa, in un contesto sociale quotidiano, da noi gi studiato a lungo con tante famiglie italiane (cfr. Arcidiacono e Pontecorvo, 2006; Pontecorvo e Arcidiacono,2007). Il suggerimento pi generale che, dato che la scuola un contesto sociale naturale, potrebbe esssere utile osservare con strumenti di tipo etnografico linterazione tra bambini quando ci sono bambini con qualche disabilit, per identificare punti di forza e punti di debolezza individuale , ma anche risorse sociali che si possono trovare in ambienti umani, dove possono avvenire interazioni diverse.
Concludo con una citazione da un racconto di A.A. Jehoshua, di qualche anno fa, Il poeta continua a tacere (titolo che d il nome alla raccolta): la storia di un vecchio poeta che ha solo un figlio ritardato mentale e che pensa alla morte: