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Larco Di Costantino

A cura di: Alex Grifalconi Davide Paradiso Luca Gentile Simone Giorda

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Inizio pagina Larco Le iscrizioni La Struttura I rilievi Il Fregio Costatiniano

I Pannelli Aureliani
Gli elementi architettonici Datazione storica Larco ed il Cristianesimo Foto del cast

Il Fregio Traianeo
I tondi

Larco

L'Arco di Costantino un arco trionfale a tre fornici (con un passaggio centrale affiancato da due passaggi laterali pi piccoli), sito a Roma, a breve distanza dal Colosseo. Fu dedicato dal Senato per commemorare la vittoria dell'imperatore romano Costantino contro Massenzio nella Battaglia di Ponte Milvio (28 ottobre del 312) e inaugurato ufficialmente nel 315 (nei decennalia) o nel 325 DC (vicennalia). L'arco costruito in opera quadrata di marmo bianco di diverse qualit, con blocchi reimpiegati da monumenti pi antichi. Sono riutilizzati anche buona parte degli elementi architettonici e delle sculture della sua decorazione. Con l'attico l'arco raggiunge l'altezza di 25 m. La struttura architettonica riprende molto da vicino quella dell'Arco di Settimio Severo nel Foro Romano, con i tre fornici inquadrati da colonne sporgenti su alti piedistalli; anche alcuni temi decorativi, come le Vittorie dei pennacchi del fornice centrale, sono ripresi dal medesimo modello.

Le Iscrizioni

Al centro dei due lati dell'attico presente la seguente iscrizione: IMP CAES FL CONSTANTINO MAXIMO P F AVGUSTO S P Q R QVOD INSTINCTV DIVINATATIS MENTIS MAGNITVDINE CVM EXERCITV SVO TAM DE TYRANNO QVAM DE OMNI EIVS FACTIONE VNO TEMPORE IVSTIS REM-PUBLICAM VLTVS EST ARMIS ARCVM TRIVMPHIS INSIGNEM DICAVIT Altre iscrizioni sono presenti sulle pareti interne del fornice centrale (LIBERATORI VRBIS e FVNDATORI QVIETIS) e al di sopra dei fornici laterali (sulla facciata nord: VOTIS X VOTIS XX e sulla facciata sud: SIC X SIC XX ): queste ultime si riferiscono ai decennalia e ai vicennalia, ossia ai festeggiamenti per i dieci o venti anni di regno.

La Struttura

Sono riconducibili all'epoca della costruzione dell'arco (et costantiniana) le seguenti sculture situate sulle due facciate: quelle situate sui plinti delle colonne (1) scolpiti sui tre lati che ritraggono delle Vittorie; quelle presenti sugli archivolti del fornice centrale (2) sempre ritraenti delle Vittorie; quelle sugli archivolti dei fornici minori (3) che ritraggono divinit fluviali; quelle presenti sulle chiavi degli archi (4), con figure allegoriche sfortunatamente molto rovinate; quelle presenti sulle pareti interne dei fornici minori, con 8 grossi busti di imperatori in rilievo anche questi rovinati; quelle presenti sopra gli stessi fornici minori e, alla medesima altezza, sui due lati corti (5-10), con sei lunghi pannelli che illustrano la campagna contro Massenzio. In questi, iniziando dal lato corto occidentale (verso il Palatino), si susseguono i seguenti episodi: partenza dellesercito di Costantino da Milano (5), assedio di Verona (6), battaglia di Ponte Milvio (7), entrata di Costantino a Roma (8), discorso di Costantino dai Rostri del Foro Romano (9), distribuzione di denaro al popolo nel Foro di Cesare (10). Sui due lati corti sono infine di epoca costantiniana i due tondi con la rappresentazione della Luna, nel lato ovest (11), e del Sole, nel lato est (12). Appartengono invece all'et di Traiano, provenienti dal Foro di quell'imperatore: le otto statue di Daci prigionieri (con le teste rifatte nel Settecento) nell'attico sui plinti sopra le colonne (13-20), i due pannelli sui lati minori dell'attico con scene di battaglia (21-22) e gli altri due che sono all'interno del fornice centrale (23-24), tutti e quattro appartenenti a un unico grande fregio (alto circa 3 metri e in origine lungo oltre 35) che forse decorava l'attico della Basilica Ulpia.

Appartengono all'et adrianea, forse provenienti da un arco quadrifronte, gli otto tondi (25-32), alti pi di due metri, che rappresentano: nella facciata meridionale, la partenza per la caccia (25), un sacrificio a Silva-no (26), la caccia allorso (27), un sacrificio a Diana (28); nella facciata settentrionale, la caccia al cinghiale (29), un sacrificio ad Apollo (30), la caccia al leone (31), un sacrificio ad Ercole (32). In questi rilievi, che debbono riferirsi a episodi reali, appare Antinoo ragazzo e poi giovane mentre le teste di Adriano sono state rilavorate al momento della costruzione dell'arco e trasformate in ritratti di Costantino, nelle scene di caccia, e del suo collega Licinio, nelle scene di sacrificio (i due ultimi sono ancora incorniciati da lastre di porfido andate invece perdute attorno agli altri). Sono infine dell'et di Commodo e provenienti (insieme ad altri tre che si trovano nel Palazzo dei Conservatori) da un arco onorario dedicato a Marco Aurelio, gli otto pannelli dell'attico (alti pi di tre metri) ai lati dell'iscrizione (33-40) che rappresentano episodi relativi all'impero di Marco Aurelio (con le teste dellimperatore rilavorate nel Settecento): nella facciata meridionale, presentazione di un capo barbaro al-limperatore (33), prigionieri condotti davanti allimperatore (34), discorso dellimperatore ai soldati (35), sacrificio nellaccampamento (36); nella fac-ciata settentrionale, arrivo a Roma dellimperatore (37), partenza da Roma dell'imperatore (38), distribuzione di denaro al popolo (39), resa di un capo barbaro (40).

I Rilievi

I rilievi riutilizzati richiamano le figure dei "buoni imperatori" del II secolo (Traiano, Adriano e Marco Aurelio, a cui viene cos assimilata la figura di Costantino a fini propagandistici: all'imperatore, impegnato a stabilire la legittimit della sua successione di fronte allo sconfitto Massenzio, che aveva esercitato il suo potere proprio con l'antica capitale imperiale come centro, si propone infatti come restitutore di quella epoca felice. I rilievi si dispongono, insieme a quelli appositamente eseguiti all'epoca, in modo simmetrico sulle due facciate (nord e sud) e sui due lati corti (est ed ovest) dell'arco. Sulla facciata sud, esterna, prevalgono scene di guerra, mentre sulla facciata nord, interna, scene di pace.

Il Grande fregio Traianeo e Daci dell'attico


Quattro rilievi con scene di battaglia, composti ciascuno da due grandi lastre in marmo pentelico, sono collocati sulle pareti laterali del fornice centrale e sui lati corti dell'attico. In origine si trattava di un unico grande fregio, di circa 3 m di altezza, che raffigurava le gesta dell'imperatore Traiano durante le campagne di conquista della Dacia (102 - 107 DC) e che forse proveniva dal Foro di Traiano. Il fregio doveva essere completato da altre lastre ora perdute e la ricostruzione della sua lunghezza complessiva e l'individuazione della sua originaria collocazione sono tuttora discusse. Le teste dell'imperatore nelle lastre reimpiegate sull'arco sono state tutte rilavorate come ritratti di Costantino. Calchi delle lastre sono ricomposti nella loro originaria unit nel Museo della Civilt Romana a Roma. Sempre dal Foro di Traiano provengono le otto statue di Daci in marmo pavonazzetto collocate su basamenti in marmo cipollino come decorazione dell'attico (testa e mani delle sculture e una delle figure per intero, in marmo bianco, sono dovute ad un restauro del XVIII secolo).

Tondi adrianei e tondi costantiniani


Otto rilievi circolari dell'epoca dell'imperatore Adriano di oltre 2 m di altezza) sono collocati al di sopra dei fornici laterali, sulle due facciate, inseriti a due a due in un campo rettangolare che in origine era ricoperto da lastre di porfido. Raffigurano alternativamente scene di caccia (partenza per la caccia, cacce all'orso, al cinghiale, al leone) e scene di sacrificio a divinit pagane, collegate ciascuna ad una delle cacce. Nei tondi collocati sulla facciata sud e teste dell'imperatore sono state rilavorate come ritratti di Costantino nelle scene di sacrificio e di Licinio o di Costanzo Cloro nelle scene di caccia; viceversa per i tondi collocati sulla facciata nord. Discussa la provenienza dei rilievi, forse da un monumento dedicato ad Antinoo situato sul Palatino. L'ordine attuale dei tondi sull'arco, che differisce dall'originario ordine delle scene, il seguente: sulla facciata meridionale: "Partenza per la caccia", "Sacrificio a Silvano", "Caccia all'orso", "Sacrificio a Diana"; sulla facciata settentrionale: "Caccia al cinghiale", "Sacrificio ad Apollo", "Caccia al Leone", "Sacrificio ad Ercole". Sui lati corti dell'arco il ciclo completato da due tondi appositamente scolpiti per l'arco all'epoca di Costantino; sul lato est il Sole-Apollo sulla quadriga sorge dal mare, mentre sul lato ovest la Luna-Diana guida invece una biga che si immerge nell'Oceano: i due rilievi inquadrano la vittoria dell'imperatore in una dimensione cosmica.

Fregio costantiniano ed altri rilievi contemporanei all'arco

Al di sopra dei fornici laterali e sotto i tondi adrianei, un fregio continuo (alto poco meno di 1 m) che prosegue anche sui lati corti del monumento con il raccordo di elementi angolari, fu scolpito all'epoca di Costantino direttamente sui blocchi che compongono la muratura, leggermente sporgenti. Il racconto, che riguarda gli episodi della guerra contro Massenzio e la celebrazione della vittoria di Costantino a Roma, inizia sul lato corto occidentale e prosegue girando intorno all'arco in senso antiorario per terminare all'angolo nordoccidentale:

Il fregio costantiniano sul lato occidentale ("Partenza da Milano"). sul lato occidentale: "Partenza da Milano"; sul lato meridionale: "Assedio di Verona" e "Battaglia di Ponte Milvio" sul lato orientale: "Arrivo a Roma" sul lato settentrionale; "Discorso dai rostra" nel Foro Romano e "Congiarium" (distribuzione di denaro al popolo).

Altre decorazioni scultoree eseguite in epoca costantiniana sono: i rilievi sui piedistalli delle colonne (Vittorie che scrivono su scudi o reggono rami di palma sui lati anteriori e barbari con soldati romani sui fianchi); gli otto busti su lastre inseriti nella muratura dei passaggi laterali (non tutti conservati), con ritratti imperiali e figure di divinit; le Vittorie alate con i Geni delle Stagioni nei pennacchi (spazi triangolari di risulta) del fornice centrale le personificazioni di fiumi nei pennacchi dei fornici laterali; le sculture delle chiavi d'arco con raffigurazioni di divinit.

Il fregio costantiniano, da leggere secondo una narrazione continua, marcata dalla successione dei singoli episodi, prosegue in questo senso la tradizione romana del rilievo storico, e tuttavia se ne distacca nettamente dal punto di vista stilistico, segnando l'abbandono del naturalismo di origine ellenistica a favore di un pi marcato carattere simbolico. Le figure si presentano frontali, quasi disegnate con il trapano, privilegiando la linea di contorno rispetto ad una reale consistenza volumetrica, e i volti con gli occhi grandi e sbarrati sono segnati da un marcato espressionismo. Mancano i rapporti spaziali e la prospettiva viene ribaltata ponendo ai lati della composizione ci che nella realt si troverebbe in primo piano. La grandezza delle figure non dipende pi dalla loro posizione nello spazio, ma dalla loro importanza: su tutte emerge la figura dell'imperatore, quasi isolata nella sua dimensione trascendente e sacrale. Sono tutte, queste, caratteristiche dell'arte tardo-antica, che anticipa le realizzazioni dell'arte medioevale e a sua volta era in parte stata anticipata dalla corrente artistica "plebea" e "provinciale" che si intreccia con l'arte ufficiale lungo tutta l'evoluzione dell'arte romana.

Pannelli di Marco Aurelio


Sull'attico, ai lati dell'iscrizione, sono murati otto rilievi rettangolari (alti pi di 3 m) che raffigurano diversi episodi delle imprese dell'imperatore Marco Aurelio contro i Quadi e i Marcomanni (definitivamente sconfitti nel 175 DC). Le teste dell'imperatore sono anche in questo caso state rilavorate come ritratti probabilmente di Costantino e Licinio (oggi le teste sono quelle del restauro del XVIII secolo e raffigurano Traiano, in quanto all'epoca i rilievi erano stati attribuiti all'epoca di questo imperatore). L'attuale ordine dei rilievi sull'arco il seguente: sulla facciata meridionale, da sinistra a destra: "Rex datus" (presentazione all'imperatore di un capo barbaro sottomesso), "Captivi" (prigionieri condotti all'imperatore), "Adlocutio" (discorso ai soldati), "Lustratio" (sacrificio al campo)

Pannelli di Marco Aurelio

Al medesimo ciclo appartenevano anche altri tre rilievi oggi conservati nei Musei Capitolini (Palazzo dei Conservatori): "Clementia" (clemenza dell'imperatore verso i vinti), "Corteo trionfale" (con Marco Aurelio sul carro, in origine accompagnato dal figlio Commodo, la cui figura venne in seguito asportata in seguito alla [[ damnatio memoriae]]), "Sacificio capitolino" (sacrifico al tempio di Giove sul Campidoglio che concludeva la cerimonia trionfale). Questi tre rilievi, e probabilmente un quarto oggi perduto, non furono mai riutilizzati nell'arco costantiniano. I dodici rilievi originari provenivano forse da un arco, oggi scomparso, dedicato a Marco Aurelio sul Campidoglio. In alternativa sono stati collegati al complesso celebrativo eretto in onore dell'imperatore dal figlio Commodo nel Campo Marzio di cui oggi rimane la Colonna antonina e a cui forse apparteneva anche il celebre cavallo di Marco Aurelio in bronzo oggi collocato al centro di Piazza del Campidoglio a Roma. L'ordine dei pannelli nel monumento originario era naturalmente diverso da quello odierno sull'arco, dove i rilievi furono collocati seguendo non tanto un ordine narrativo, quanto la suddivisione delle due facciate per le tematiche di guerra (a sud) e di pace (a nord) e ricercando inoltre effetti di insieme (come ad esempio per l'accostamento degli episodi della partenza (Profectio) e dell'arrivo (Adventus), che presentavano in tal mondo un continuo sfondo di edifici).

Gli elementi architettonici di reimpiego

La cornice dell'ordine principale costituita da elementi rettilinei di reimpiego (datati all'et antonina o primo-severiana), integrati da copie costantiniane per gli elementi sporgenti sopra le colonne, pi accuratamente scolpiti sulla fronte che sui fianchi. Ancora di reimpiego sono i capitelli corinzi (sempre di epoca antonina), i fusti rudentati in marmo giallo antico, e le basi delle colonne (capitelli e basi delle retrostanti lesene sono invece copie costantiniane, mentre i fusti delle lesene, probabilmente di reimpiego, sono stati quasi tutti sostituiti nei restauri settecenteschi). Ancora di reimpiego sono la cornice di imposta del fornice centrale, di et domizianea, ma con rilavorazioni successive. Di epoca costantiniana sono ancora gli archivolti del fornice centrale e gli elementi lisci (coronamenti e zoccoli, fregio, architrave e basi dell'ordine principale, archivolti e cornici di imposta dei fornici laterali), che presentano spesso modanature semplificate e con andamento non precisamente allineato.

Datazione ed epoca storica

Sulla base di scavi condotti nelle fondazioni dell'arco, su uno dei lati, stata proposta l'ipotesi che il monumento sia stato costruito all'epoca di Adriano e successivamente pesantemente rimaneggiato in epoca costantiniana, con lo spostamento in fuori delle colonne, il rifacimento dell'intero attico, l'inserimento del Grande fregio traianeo sulle pareti interne del passaggio centrale, e l'esecuzione dei rilievi e delle decorazioni riconosciute di epoca costantiniana, sia per mezzo della rilavorazione dei blocchi gi inseriti nella muratura, sia con l'inserzione di nuovi elementi. All'originaria decorazione del monumento apparterrebbero invece i Tondi adrianei.

Larco ed il Cristianesimo

Sull'iscrizione dell'attico la frase instinctu divinitatis ("per ispirazione divina"), nella terza riga, ha causato lunghe discussioni tra gli studiosi, in relazione alla posizione dell'imperatore nei confronti della religione cristiana e al racconto dello storico Eusebio di Cesarea, che riferisce l'episodio dell'apparizione della croce a Costantino prima della battaglia contro Massenzio. L'allusione probabilmente volutamente oscura: l'imperatore in quest'epoca, pur avendo un atteggiamento di benevolenza nei confronti della nuova religione, che con il suo monoteismo vede come possibile base ideologica del potere imperiale, e affine in questo senso al culto dinastico del Sol Invictus, mantiene ancora una certa equidistanza. Tra i rilievi dell'arco sono presenti scene di sacrificio a diverse divinit pagane (nei tondi adrianei) e busti di divinit sono presenti anche nei passaggi laterali, mentre altre divinit erano raffigurate sulle chiavi dell'arco, ma significativamente tra i pannelli dell'epoca di Marco Aurelio sono tralasciati nel reimpiego proprio quelli che si riferiscono al trionfo e al sacrificio capitolino, la pi alta cerimonia della religione di stato pagana.

Fine

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