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Ad alta voce #22: Una donna di Sibilla Aleramo
Ad alta voce #22: Una donna di Sibilla Aleramo
valutazioni:
Lunghezza:
11 minuti
Pubblicato:
6 ago 2022
Formato:
Episodio podcast
Descrizione
Capitolo XII: "In cielo e in terra, un perenne passaggio. E tutto si sovrappone, si confonde, e una cosa sola, su tutto splende: la pace mia interiore, la mia sensazione costante d’essere nell’ordine, di potere in qualunque istante chiudere senza rimorso gli occhi per l’ultima volta.
In pace con me stessa.
Spero qualcosa? No. Forse domani può giungermi una nuova ragione di esistenza, posso conoscere altri aspetti della vita, e provare l’impressione d’una rinascita, d’un sorriso nuovo su tutte le cose. Ma non attendo nulla. Domani potrei anche morire… E l’ultimo spasimo di questa mia vita sarà stato quello di scrivere queste pagine.
Per lui.
Mio figlio, mio figlio! E suo padre forse lo crede felice! Egli arricchisce: gli darà balocchi, libri, precettori; lo circonderà di agi e di mollezze. Mio figlio mi dimenticherà o mi odierà.
Mi odii, ma non mi dimentichi!
E verrà educato al culto della legge, così utile a chi è potente: amerà l’autorità e la tranquillità e il benessere… Quante volte afferro il suo ritratto, in cui le fattezze infantili mi par che ora annunzino negli occhi il mio dolore, ora nell’arco delle labbra la durezza di suo padre! Ma egli è mio. Egli è mio, deve somigliarmi! Strapparlo, stringerlo, chiuderlo in me!… E sparire io, perché fosse tutto me!Un giorno avrà ventanni. Partirà, allora, alla ventura, a cercare sua madre? O avrà già un’altra immagine femminile in cuore? Non sentirà allora che le mie braccia si tenderanno a lui nella lontananza, e che lo chiamerò, lo chiamerò per nome?
O io forse non sarò più… Non potrò più raccontargli la mia vita, la storia della mia anima… e dirgli che l’ho atteso per tanto tempo!
Ed è per questo che scrissi. Le mie parole lo raggiungeranno."
In pace con me stessa.
Spero qualcosa? No. Forse domani può giungermi una nuova ragione di esistenza, posso conoscere altri aspetti della vita, e provare l’impressione d’una rinascita, d’un sorriso nuovo su tutte le cose. Ma non attendo nulla. Domani potrei anche morire… E l’ultimo spasimo di questa mia vita sarà stato quello di scrivere queste pagine.
Per lui.
Mio figlio, mio figlio! E suo padre forse lo crede felice! Egli arricchisce: gli darà balocchi, libri, precettori; lo circonderà di agi e di mollezze. Mio figlio mi dimenticherà o mi odierà.
Mi odii, ma non mi dimentichi!
E verrà educato al culto della legge, così utile a chi è potente: amerà l’autorità e la tranquillità e il benessere… Quante volte afferro il suo ritratto, in cui le fattezze infantili mi par che ora annunzino negli occhi il mio dolore, ora nell’arco delle labbra la durezza di suo padre! Ma egli è mio. Egli è mio, deve somigliarmi! Strapparlo, stringerlo, chiuderlo in me!… E sparire io, perché fosse tutto me!Un giorno avrà ventanni. Partirà, allora, alla ventura, a cercare sua madre? O avrà già un’altra immagine femminile in cuore? Non sentirà allora che le mie braccia si tenderanno a lui nella lontananza, e che lo chiamerò, lo chiamerò per nome?
O io forse non sarò più… Non potrò più raccontargli la mia vita, la storia della mia anima… e dirgli che l’ho atteso per tanto tempo!
Ed è per questo che scrissi. Le mie parole lo raggiungeranno."
Pubblicato:
6 ago 2022
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Episodio podcast
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