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5.

Il continente americano: ambiente e popolazioni


LE ORIGINI DELL'UOMO AMERICANO Sin dai tempi pi antichi, tra Africa, Asia ed Europa vi erano stati molteplici contatti: invasioni e migrazioni umane, trasferimenti di animali e piante, scambi di prodotti, tecnologie, culture, religioni. Invece, il patrimonio vegetale e animale mostra che la storia naturale delle Americhe si svolta indipendentemente da quella del Vecchio mondo. La presenza dell'uomo nelle Americhe attesta che in epoche relativamente recenti devono esservi stati dei rapporti fra Asia e America. Gli studiosi affermano che il popolamento umano del Nuovo mondo cominciato pi di 10000 anni fa, ma resta controverso da dove esso sia partito. comunque opinione comune che lo sviluppo dell'uomo americano debba essere avvenuto per molte migliaia di anni nel pi completo isolamento dal Vecchio mondo. L'AMERICA DEI BUFALI E L'AMERICA DEL MAIS Nel XV secolo gli "indiani" delle grandi pianure nordamericane si trovavano per lo pi allo stadio della caccia, della pesca e della raccolta, con densit umane inferiori a 1 ab/kmq; esistevano anche gruppi nomadi che seguivano gli spostamenti delle mandrie di bufali. In una lunga regione verticale, dal Messico al Per, la rivoluzione agricola era avvenuta gi dal 3000 a.C., per produrre, 45 secoli dopo, eccezionali densit umane. Le ragioni di questa grande espansione demografica stanno in buona parte nella coltura del mais, cereale che, se coltivato in condizioni ambientali adatte, consente rendimenti unitari molto elevati, senza richiedere cure eccessive o una grande quantit di forzalavoro. PIANTE E ANIMALI DEL NUOVO MONDO Le qualit nutritive della pianta del mais sono inferiori a quelle del frumento e anche del riso, ma le regioni americane di civilt agricola superiore avevano a loro disposizione un vasto patrimonio vegetale, variamente distribuito, come la manioca, la patata e la batata, il fagiolo, il pomodoro, il peperone, la zucca, l'avocado, l'ananas, il cacao. Di origine americana anche l'albero della gomme e il tabacco. Molto pi povero era, invece, il patrimonio animale e ci comport una grave debolezza di fondo delle societ amerindie, tanto sul piano alimentare (scarsit di proteine animali) e agronomico (concimi) che su quello energetico (traini animale, trasporti). Il solo Per possedeva nel lama un animale adatto alle grandi altitudini, ma poco robusto e molto lento. L'unica specialit americana nel mondo animale era il tacchino. PROGRESSO E ARRETRATEZZE DI CIVILTA' DIVERSE Messicani e peruviani possedevano un'agricoltura evoluta, che faceva uso di canali e attrezzature irrigue, ma non conoscevano l'aratro e i semi venivano deposti nei fori aperti nel terreno con il bastona da scavo. I peruviani non conoscevano la scrittura, mentre gli aztechi utilizzavano una forma primitiva di pittogrammi e i maya una scrittura fonetica. Bens nessuna civilt americana era arrivara all'uso della ruota; sapevano lavorare i metalli preziosi ma non conoscevano la metallurgia ferrosa. Lo sviluppo diseguale caratteristico degli amerindi, che erano giunti a una civilt umana molto evoluta ma non conoscevano l'uso dell'arco. Le loro forme politiche e la loro organizzazione economica erano il segno di una civilt superiore ma non conoscevano la moneta: solo gli atzechi usarono i semi di cacao come moneta primitiva. Alcuni tratti culturali appaiono particolarmente rilevanti nelle due aree maya-azteca e andina: le grandi piramidi a gradini, i complessi sistemi di misurazione del tempo, la parte enorme tenuta nella vita sociale dai cerimoniali religiosi, il politeismo, la rigida stratificazione sociale, le funzioni religiose, il grande peso politico e carismatico della casta sacerdotale.

6. Le civilt messicane e l'impero inca


LE CIVILTA' PIU' ANTICHE A met del XV secolo, le due regioni americane pi popolate e pi evolute, l'altopiano del Messico e quello delle Ande, furono unificate rispettivamente sotto il potere degli aztechi e degli inca. Fra le

sedi delle antiche civilt amerindie spicca la valle di Teotihuacan, nel Messico centrale, nella quale sono stati rintracciati i resti di circa 4mila edifici costruiti fra il I e il VII secolo d.C., tra cui la piramide del dio Sole. Quasi contemporanea a quella di Teotihuacan fu la civilt maya. Essa si svilupp in un territorio che corrisponde alla regione messicana dello Yucatan. Nel periodo di maggir sviluppo, fra il III e il IX secolo d.C., l'area dei maya cont oltre cento centri urbani che erano soprattutto citt-santuario. I maya possedevano una tecnologia arretrata ma un'astronomia precisa ed esatta e un'aritmetica posizionale con l'uso dello zero. Altrettanto enigmatico il totale e definitivo abbandono di queste citt fra il IX e il X secolo; la popolazione maya si concentr nello Yucatan. Il loro anno solare era pi preciso di quello gregoriano (1583): quest'ultimo di 365,25 giorni, mentre quello maya era di 365,242 giorni (anno solare esatto pi lungo di 17 secondi). Accanto all'anno solare, i maya ponevano un anno civile di 365 giorni, diviso in 18 mesi di 20 giorni ciascuno, e seguito dal ritorno periodico di altri 5 giorni infausti. Il ritmo annuale del tempo era poi suddiviso in 20 settimane di 13 giorni. Anche l'anno di 360 giorni, detto tun, svolgeva un ruolo importante: allo scadere di ogni periodo di 20 tun venivano erette delle stele di pietra con raffigurazioni di esponenti all'aristocrazia e l'indicazione di eventi occorsi. IL DOMINIO DEGLI AZTECHI IN MESSICO Gli aztechi erano uno dei pi recenti popoli nomadi invasori , provenienti da settentrione e penetrati (forse nel XII sec.) sull'altopiano messicano. Fra gli invasori nomadi delle et precedenti vi erano stati, nel Xsecolo, i toltechi, che avevano esteso il loro dominio fino allo Yucatan e, fondendosi con i maya, avevano ridato vita alla loro spenta civilt. Gli atzechi fondarono nel XIV secolo la loro capitale Tenochtitlan, che era una citta galleggiante, le cui strade e piazze si intrecciavano con una fitta rete di canali. Sulla superficie del lago vennero creati dei giardini galleggianti adatti per vari tipi di colture. Alleati con altre due citt della regione del lago, gli aztechi cominciarono dal 1428 a sottomettere le citt dall'altopiano e al tempo del loro ultimo imperatore Montezuma II avevano esteso il loro controllo anche alle popolazioni della pianura sul golfo del Messico. LA VISIONE DEL MONDO E LA CULTURA DEGLI AZTECHI Secondo gli aztechi il mondo intero "appoggiava" sul vuoto, la natura era piena di forze distruttive che andavano attentamente sorvegliate. La concezione del tempo vedeva un periodico ritorno di momenti di catastrofe. Era di fronte al Sole che gli aztechi esprimevano a fondo il loro senso di incertezza: persino gli dei erano dovuti morire alla fine di ogni epoca perch il Sole potesse rinnovarsi, e perci, per poter controllare le forze della dissoluzione, era necessario procedere a continui sacrifici umani a divinit terrificanti. Il compito cosmico che si attribuivano gli aztechi era quello di tenere sotto controllo l'ignoto, la vocazione al nulla presente nella realt stessa. Inoltre ultilizzavano le guerre oltre che per scopi economici, anche per procurare prigionieri di guerra, non per farne degli schiavi, ma per ucciderli affinch il loro sangue potesse dar vita al Sole. LA COMPLESSA ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELLA CIVILTA' ANDINA La societ peruviana concentr invece i suoi scopi nella soluzione di problemi di vita materiale e organizzazione sociale. Nel XV secolo l'area andina era dominata dalla citt di Cuzco, situata a 3500 metri di altitudine, il cui signore veniva chiamato "inca". Ma anche l'imperi inca era solo l'ultimo arrivato di una serie di civilt. Le civilt agricole peruviane erano nate sulla costa, un ambiente arido e desertico; il passaggio di parecchi fiumi che scendevano dalle Ande aveva tuttavia reso possibile realizzare qui diverse "repliche dell'Egitto". Le comunit andine avevano poi sviluppato forme complesse di propriet collettiva del suolo, affidate agli ayllu, i gruppi parentali allargati, che provvedevano a ridistribuire periodicamente a terra fra le singole famiglie, per ottenere sempre un'equilibrata corrispondenza fra bisogni, forza-lavoro e terre da coltivare. SPAZIO NATURALE E DIVISIONE DEL LAVORO L'elemento che meglio denota il senso dell'organizzazione delle comunit andine la divisione del lavoro in corrispondenza alla natura "verticale" dello spazio naturale. Dalla pianura costiera ai pi

elevati rilievi montani, i diversissimi ambienti e climi offrivano distinte possibilit di utilizzazione dello spazio. Il controllo di questo spazio richiedeva una continua circolazione dei beni dall'uno all'altro dei suoi piani, ma ci non avveniva nella forma dell'economia di mercato. Gli anfini non conoscevano la moneta e la circolazione dei beni era piuttosto affidata a un meccanismo di reciprocit, fatta di doni e controdoni, di prestazioni e restituzioni, cos da costituire un'articolata coesione sociale su territori molto ampi. L'ORGANIZZAZIONE POLITICA ED ECONOMICA Stando ai racconti leggendari, le pi lontane origini dell'impero inca andrebbero poste nel XII secolo, ma fu soprattutto nel XV secolo che il dominio di Cuzco si impose sui popoli dell'altopiano e delle pianure, agli attuali stati del Per e della Bolivia e di parte del Cile. Alla fine del XV secolo, sotto il decimo inca, era avvenuta la conquista dell'Ecuador. L'inca aveva fatto costruire una strada che collegava Cuzco alla citt principale Quito. A sud di Cuzco la strada, lunga circa 5500 km, arrivava fino a Talca, in Cile. Lungo i 2000 km da Cuzco a Quito correvano a grande velocit soprattutto i messaggi dell'imperatore. Pur limitandosi a correre a piedi, i messaggeri erano in grado, dandosi molto frequentemente il cambio, di percorrere questa distanza anche soltanto in una settimana. Al sistema di circolazione dei beni basato sulla reciprocit, gli inca ne aggiunsero un secondo basato sulla ridistribuzione: i membri degli ayllu dedicavano una parte del loro tempo alle terre e ai pascoli pubblici dell'inca e partecipavano inoltre all'edificazione di grandi opere; lo stato, a sua volta, distribuiva i beni pubblici ai soldati, ai funzionari, ai sacerdoti, agli addetti ad attivit produttive in regioni periferiche dell'impero. LO STATO E LA RELIGIONE Lo stato inca era un centro di minuziosa regolamentazione dell'intera vita sociale, sempre informato su tutti gli aspetti della produzione e in grado di organizzare censimenti e di svolgere una continua politica demografica capace di far sviluppare in maniera equiibrata la popolazione. La societ andina non arriv mai alla scrittura, ma seppe produrre un accurato mezzo di contabilit governativa, ossia i quipu, cordicelle colorate sulle quali i nodi rappresentavano numeri e oggetti della statistica. Con molte divinit accanto a quella solare e con una concezione del tempo fatta di et successive e catastrofi. Ma anche nella religione peruviana, nella quale i sacrifici umani avevano un ruolo secondario, era l'organizzazione sociale ad avere il primo posto: a sua funzione era quella di sabilire legami orizzontali e gerarchici fra i diversi nuclei etnici e fra i diversi ceti sociali.

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