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Utente e-GdP: solaro - Data e ora della consultazione: 26 giugno 2012 22:25

GIORNALEdelPOPOLO

SABATO 23 GIUGNO 2012

Catholica 9

DUBLINO

Al Congresso Eucaristico emergono nuovi spazi di comunione

APPELLO PER IL TOGO

Roger di Taiz e la passione per lunit del Corpo di Cristo


La vita di Madre Teresa di Calcutta custodiva un segreto emerso solo dopo la sua morte: per 50 anni la sua fede stata immersa in un mare di oscurit che le impediva di percepire una qualsiasi riva. Ha cos condiviso la pi grande delle povert contemporanee: lassenza di Dio. Anche la vita di Frre Roger di Taiz racchiude un segreto emerso solo dopo la sua morte: era entrato nella comunione cattolica senza per questo abbandonare la tradizione riformata da cui proveniva. Frre Alois Lser che gli succeduto come Priore di Taiz ha tracciato litinerario di questo grande testimone del XX secolo a Dublino, nel quadro del 50. Congresso Eucaristico Internazionale. Riportiamo i brani essenziali del suo intervento.
IDA SOLDINI

Dove la salute non per tutti

Frre Roger e Madre Teresa di Calcutta: entrambi custodivano un segreto.

di ALOIS LSER Oggi, primo giorno del Congresso, approfondiamo il significato della nostra comune fede battesimale. Dio ci ha dato nel secolo scorso questo grande dono: il reciproco riconoscimento del battesimo fra le varie Chiese. Bench infatti lapostolo Paolo affermi nella lettera agli Efesini Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, solo il Concilio Vaticano II ha affermato con tranquillit che Il battesimo costituisce il vincolo sacramentale dellunit che vige tra tutti quelli che per mezzo di esso sono stati rigenerati. Avendo visto la seconda Guerra Mondiale, quando era ancora molto giovane, Frre Roger ha intuito che una vita di comunit, nella quale gli uomini siano costantemente in ricerca della riconciliazione, avrebbe potuto essere un segno. Questa la prima vocazione di Taiz, costituire quello che egli chiamava una parabola di comunione. Ma la vita monastica era scomparsa dalle Chiese della Riforma. Cos, senza ripudiare le sue origini, egli cre una comunit che affondava le sue radici nella Chiesa indivisa, oltre il Protestantesimo, e che per il semplice fatto della sua esistenza, era inestricabilmente correlata alle tradizione cattolica e a quella ortodossa. Nei primi tempi della nostra comunit, mentre scriveva la Regola di Taiz, Frre Roger rivolse a ciascuno dei fratelli lappello ad avere la passione per lunit del Corpo di Cristo. Nel 1965, il Patriarca Atenagora mand monaci per condividere con

noi per un periodo di diversi anni la vita monastica. Quando, alla fine degli anni 60, entrarono nella nostra comunit i primi fratelli cattolici, la questione di come fosse possibile anticipare la comunione con la Chiesa cattolica divenne pi urgente: come oltrepassare le barriere di separazione? Nel personale itinerario di vita di Frre Roger, il fatto di entrare gradualmente nella piena comunione con la Chiesa cattolica si realizzato in due modi: ricevendo lEucaristia e riconoscendo come necessario il ministero di unit esercitato dal vescovo di Roma. Egli

La comunione secondo Taiz


La comunione in Dio che il Battesimo realizza uno scambio reciproco. Diventando carne, Dio sceglie di prendere su di s la fragilit umana. Viene per vivere in mezzo alle nostre divisioni e al nostro dolore. Cristo ci incontra nel punto pi basso; diventa uno di noi per poterci meglio tendere la sua mano. In Lui Dio accoglie la nostra umanit, e in cambio ci d lo Spirito Santo, la sua stessa vita. La Vergine Maria garante per sempre della realt di questo scambio: lei a sostenere la nostra speranza nella vita dellumanit in Dio.

non considerava affatto questo come un ecumenismo del ritorno allovile, perch ai suoi occhi, a partire da Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica ha accolto le istanze essenziali della Riforma: la priorit della grazia di Dio, la libert di coscienza, una fede centrata su Cristo e laccento posto sulla Bibbia. La via percorsa da Frre Roger delicata e impegnativa, e noi oggi non abbiamo ancora finito di esplorarla. Nel futuro, continueremo a fondarci sui due passi fondamentali che la nostra comunit intraprese negli anni 70. Il primo ebbe luogo nel 1973, quando con lapprovazione e lincoraggiamento del vescovo di Autun, la diocesi in cui sorge Taiz, abbiamo cominciato a ricevere tutti la comunione nella Chiesa cattolica. Era lunica possibilit che avevamo di essere in comunione fra di noi. Il progresso della teologia ecumenica, in particolare i lavori del nostro Frre Max Thurian sul significato di memoriale, ci consent di giungere a una comune comprensione dellEucaristia. Il secondo passo fondamentale nella nostra comunit fu questo: nel corso dellincontro annuale del 1969 i fratelli si resero conto che la sola presenza di fratelli cattolici allinterno della comunit li conduceva a a vivere ancora di pi lanticipo dellunit, restando in comunione con colui che esercita il ministero del servo dei servi del nostro Dio. La nostra comunit si convinse che la riconciliazione di non-cattolici con la Chiesa di Roma non sarebbe avvenuta ponendo uninfinita serie di condizioni, ma

aiutandola ad evolvere dal suo interno. Il XX secolo ha mostrato quanto il ministero petrino sia stato capace di cambiare. Giovanni Paolo II ha lanciato lappello ai non-cattolici perch aiutino in questa evoluzione. Nella sua enciclica Ut unum sint ha scritto: La comunione reale, sebbene imperfetta, che esiste tra tutti noi, non potrebbe indurre i responsabili ecclesiali e i loro teologi ad instaurare con me su questo argomento un dialogo fraterno, paziente, nel quale potremmo ascoltarci al di l di sterili polemiche, avendo a mente soltanto la volont di Cristo per la sua Chiesa, lasciandoci trafiggere dal suo grido siano anchessi una cosa sola, perch il mondo creda che tu mi hai mandato (Gv 17,21)? I fratelli che nella nostra comunit provengono da famiglie protestanti accettano questi due passi senza ripudiare le loro origini, ma come un ampliamento della loro fede. E i fratelli che provengono da famiglie cattoliche considerano un arricchimento lapertura ai doni e alle domande delle Chiese della Riforma. Tutto questo per noi divenuto tranquillamente naturale. E se questi sforzi implicano a volte laccettazione di limiti e di sacrifici e ci pu mai essere riconciliazione senza sacrificio? la dilatazione della comunione incomparabilmente pi importante. E i giovani che vengono a Taiz? Per noi tutto ci che riguarda i giovani fondamentale. La preghiera tre volte al giorno ci pone alla presenza di Cristo e lo Spirito Santo ci unisce fin dora. Linsegnamento biblico consente loro di attingere alle inesauribili sorgenti, comuni a tutti. Per quanto riguarda lEucaristia, diamo la possibilit ai giovani di ricevere la comunione nelle loro diverse tradizioni. Una Messa cattolica celebrata ogni giorno. Quando ci sono gruppi ortodossi, anglicani, luterani o presbiteriani, sono invitati a celebrare lEucaristia secondo la loro propria tradizione. Accade che dopo aver trascorso qualche tempo a Taiz, molti diventano pi attivi nelle loro Chiese, mentre hanno acquistato un pi acuto senso della Chiesa universale. Non pensiamo di aver trovato a Taiz la soluzione di tutti i problemi. Il nostro modo di fare le cose imperfetto. Sappiamo che la nostra situazione provvisoria, ed unattesa della realizzazione dellunit piena. Il carattere visibile che noi cerchiamo di dare allunit che viviamo non risolve tutte le questioni, ma cerchiamo di entrare in un processo di riconciliazione continua. (Traduzione dallinglese a cura di Ida Soldini)

di GIACOMO MARTINONI Un modo di dire africano afferma che gli Europei hanno lorologio e gli Africani hanno il tempo. Da sei mesi, in seguito al mio pensionamento, sto vivendo questa realt in Togo, presso lospedale S. Gottardo, costruito dallAssociazione Ddom amici di don Franck. Mi sono inserito in questo contesto con molta serenit, con lobiettivo di dare un nuovo senso alla mia vita, mettendo al servizio di chi ha bisogno le mie competenze professionali di medico chirurgo. Certo, operare in Togo non come operare in Ticino. Bisogna abituarsi a lavorare con lessenziale perch tutto fatturato al paziente e lassicurazione malattia non esiste ancora. Poco per volta, grazie allimpegno dellassociazione e alla generosit di persone e strutture sanitarie ticinesi, il servizio di chirurgia si sta dotando di tutto il materiale necessario ci che mi permette di svolgere con sicurezza la mia attivit. Le corde della mia sensibilit di medico e di uomo sono invece costantemente sollecitate dalla dura realt vissuta da molte persone che, dopo un consulto medico o chirurgico, sono obbligate a rinunciare alle cure o a unoperazione perch privi dei necessari mezzi finanziari e ci ben sapendo che qualche volta rischiano la vita. Lospedale di Ddom applica delle tariffe pi che modeste (una visita medica costa 2 franchi, loperazione di unernia comprensiva dellospedalizzazione 100 franchi) eppure. Sono cosciente che la realt africana diversa da quella svizzera, ma ogni vita umana ha lo stesso valore ed difficile assistere impotenti alla rinuncia delle cure da parte di persone che potrebbero essere curate e guarite.
Lassociazione Ddom (CCP 65750182-5) dispone di una voce contabile sostegno a malati con difficolt finanziarie: ogni contributo, anche piccolo, con la menzione citata, un aiuto prezioso che pu salvare delle vite umane. Grazie per la vostra generosit.

SCAVI ARCHEOLOGICI

La mostra Con gli occhi degli apostoli

Su quella soglia Ges parlava e guariva la gente di Cafarnao


di IDA SOLDINI Gli scavi archeologici a Cafarnao, la cittadina sul lago di Genezaret di cui Ges fece la sua base operativa in Galilea, ebbero inizio nei primi anni del 900. Gli archeologi francescani acquistarono allora dai beduini un appezzamento di terra e poi con infinita cautela e con campagne di scavo spaziate dalle necessit di finanziarle e dalle guerre portarono alla luce lantica sinagoga e una chiesa bizantina a pianta ottagonale. Solo nel 1968 scavarono una trincea esplorativa sul lato occidentale della chiesa bizantina, e con grande sorpresa di padre Vigilio Corbo e padre Stanislao Loffreda, che guidavano la ricerca, si moltiplicarono i frammenti di intonaco decorato, i graffiti di preghiere a Cristo in greco, in aramaico, in latino, e poi lampade, ganci per sostenerle, vasellame Tutto questo materiale indicava come sotto la chiesa bizantina del IV secolo si trovasse un luogo di culto pi antico. Venne cos identificata la Domus Ecclesiae, la chiesa paleocristiana utlizzata durante il primo e il secondo secolo dopo Cristo. Nel 70 d.C. durante la Guerra Giudaica le legioni romane rasero al suolo il Tempio di Gerusalemme, ma Cafarnao fu risparmiata. E cos, col proseguire degli scavi, si scopr un agglomerato di case sottostante la Domus Ecclesiae, risalente al primo secolo avanti Cristo. Una delle case, che i francescani chiamarono Insula Sacra, ha una grande stanza in corrispondenza col centro della pianta ottagonale della chiesa bizantina. Qui non fu per trovato, contrariamente alle aspettative, vasellame di cucina o casalingo, ma solo lampade, graffiti e decorazioni. Proponiamo qui a fianco la pianta delle tre costruzioni sovrapposte, cos come sono state ricostruite dalla Custodia Francescana di Terrasanta: in azzurro la chiesa bizantina, in giallo la Domus Ecclesiae, in rosso la casa del primo secolo avanti Cristo. Unipotesi ardita ma supportata dai ritrovamenti, identifica questultima casa con quella di san Pietro, e la stanza delle lampade con un luogo di culto al suo interno, cosa che segnala come quel luogo fosse venerato dai contemporanei in modo eccezionale. E non sarebbe affatto strano che Pietro abbia offerto la stanza migliore della sua casa allo straordinario ospite che, divenuto suo amico e maestro, per tre anni vi soggiorn, vi comp miracoli come quello sul paralitico calato dal tetto per la troppa folla, o della suocera del padrone di casa dalla quale cacci la febbre. Stando sulla soglia, tuttora visibile, di quella casa, Ges parlava con quelli di Cafarnao che si riunivano tutti sulla piazza antistante, insegnava, li sfidava, li rimproverava, li guariva. Qui dopo la sua risurrezione, i discepoli si sentirono senzaltro pi sicuri che non a Gerusalemme,

La stanza migliore della casa di Pietro abitata da un ospite straordinario


mul mentre preparava il terribile romanzo I Demoni, domanda che i curatori hanno posto a chiusura della mostra: Pu un uomo colto, un europeo dei nostri giorni, credere, credere proprio, alla divinit del Figlio di Dio, Ges Cristo? Waters ha voluto che questa domanda fosse posta a Dublino perch a suo giudizio questo il punto essenziale per la difficile situazione in cui versano la societ e la chiesa irlandesi. E a conferma della sua intuizione non stato raro che i visitatori, a conclusione della visita, abbracciassero commossi le guide volontarie, sconvolti anche dalla somiglianza che la casa di Pietro e le rive del lago di Galilea hanno con le vecchie case irlandesi e con le rive dei molti laghi che costellano lisola. Fra le nude tracce che larcheologia scopre e la fede viva bisogna infatti che ci sia la testimonianza di un uomo nel quale si possa percepire la novit ineffabile che la presenza di Dio.

dove periodicamente contro di loro esplodeva la violenza. Qui prima la chiesa giudeo-cristiana e poi i bizantini proseguirono la memoria della Casa in cui Ges, Dio con noi, dimorava. La scoperta delle tracce di questa realissima presenza di Dio fra gli uomini, continuata nei millenni dallEucaristia, stata esposta nella mostra Con gli occhi degli apostoli durante il Congresso Eucaristico celebrato a Dublino ai primi di giugno. John Waters, editorialista dellIrish Times, laveva vista a Rimini durante il Meeting dellagosto 2011 rimanendo folgorato dalla domanda che Dostoevskij for-

La pianta degli scavi: in azzurro la chiesa bizantina, in giallo la Domus Ecclesiae, in rosso la casa del primo secolo avanti Cristo.

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