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Surrealismo(caratteri generali) I surrealisti hanno fatto un continuo riferimento alla psicoanalisi come a una d elle coordinate principali della

contrastata e rinnovata aspirazione alla totali t che caratterizza il loro movimento (Calvesi). Ma proprio in questa aspirazione alla totalit che si situa la complessit del rapporto Surrealismo/psicoanalisi, che un rapporto conflittuale, di scontro: tra la pratica pi radicalmente alternativa della scienza contemporanea e il logos pi radicale e coerente delle avanguardie europee. Ma cerchiamo di vedere questo rapporto pi da vicino, attraverso i due pr otagonisti pi significativi: Freud e Breton. Freud scrive a Breton (26/12/1932): Bench riceva tante testimonianze dellinteresse che voi e i vostri amici avete per le mie ricerche, io stesso non sono in grado di chiarirmi che cosa vuole il Surr ealismo. Forse non sono per niente portato a comprenderlo, io che sono cos lontan o dallarte Affermazione dunque non solo di rifiuto, ma addirittura di estraneit, in chi tuttavia aveva fatto costante riferimento, in tutta la sua opera, allarte e alla poesia. Inoltre il 20/7/1938 Freud scrive a S. Zweig di essere incline a r itenere i surrealisti, che a quanto pare mi hanno scelto come loro patrono, pazz i completi e che sarebbe interessante indagare analiticamente la nascita di un qu adro di Dal sostenendo che avesse seri problemi psicologici. In queste affermazio ni possiamo leggere la difesa della Kultur (-cultura/civilt) contro gli attacchi delle avanguardie. Breton, secondo Ellenberger, era invece alla ricerca di una m isteriosa sfera della psiche umana, una sorta di punto centrale, che collegava li ndividuo conscio con il suo s pi intimo e, al tempo stesso, con ignote forze esist enti nelluniverso . Breton d un nome a questo spazio: lEs freudiano che il luogo del desiderio che a sua volta causa dellesistenza, e tende a farsi realt in una sorta di sintesi cosmica delle antinomie rivelata nel linguaggio e nel pensiero (I. Ma rgoni). Il desiderio dunque la forza che tende alla riconciliazione e al superam ento delle contraddizioni che solcano il soggetto e la realt. La distanza da Freu d non potrebbe essere pi grande. Per Freud, la scoperta dellinconscio era stata la scoperta della pluralit del soggetto, della realt della contraddizione tra mondo esterno e mondo interno da cui si produce, in un lungo processo, il fenomeno del la coscienza. In Breton, viceversa, la scoperta dellinconscio la scoperta miracol osa di una fonte originaria, da cui, scaturisce la verit fondata sullunit del sogge tto con il mondo e con il cosmo. Tali posizioni vengono ribadite nel Secondo Manifesto, dove si afferma che media nte la rivoluzione delle vecchie antinomie , il pensiero viene rimesso sulla via della comprensione totale e quindi restituito alla sua purezza originaria , non s olcata dunque dalle pulsioni materiali. Compito dellartista, o del poeta o del fi losofo, quello di far parlare questa purezza originaria, direttamente, come gli stilnovisti. La parola deve farsi trasparente, il linguaggio deve essere dunque senza riserve , per accogliere, in tutta la sua pienezza, la verit. Lordine del lin guaggio lordine dellinconscio: per Breton, come per il Surrealismo, la parola ex-pr ime , senza rughe n sfasature, la verit dellinconscio e del mondo. Scrivere non elab orazione, costruzione, ma appunto stendere sul reale una pellicola trasparente, su cui trascorre il desiderio, il paesaggio limpidamente notturno dellinconscio. La parola non rappresenta: . Incontaminata e incontaminabile. Qui stanno le ragio ni (anche queste sorprendentemente anticipatrici) delladesione di Breton e dei su rrealisti alle manifestazioni della follia. Non perch essa, come pensava Freud, h a metodo e contiene un frammento di verit storica , ma perch nella stupefazione dell a follia siamo pi prossimi al punto in cui le parole assurgono ad una notturna lu cidit. E non si accorge Breton, come non si accorgono gli attuali idealizzatori d ella follia, che tale atteggiamento rimuove proprio quelle contraddizioni di cui la follia rappresentazione lacerante, piegando le sue intricate e sconvolgenti ragioni ad una falsa chiarezza e immediatezza. Ma se ci troviamo di fronte ad un a causa vera e a una parola senza rughe che ex-prime direttamente questa causa, q uale spazio ha allora linterpretazione, la pratica analitica? Il Surrealismo si p one contro il sapere analitico, contro la sua processualit e la sua parzialit. Lint erpretazione non dunque, come era per Freud, lavoro analitico e costruzione , inv ece fusione . E quindi: interpretazioni s, ma prima di tutto liberazione dalle cos trizioni logiche, morali e daltro genere . Liberazione, esperienza, appunto, non i

nterpretazione. Il rifiuto di Freud non quindi rivolto soltanto al carattere dir ompente del Surrealismo, ma pi ancora, forse, contro questa sua filosofia sostitu tiva . Freud, daltronde, aveva gi liquidato, anche in se stesso, attraverso una lun ga diversione medica , la tentazione al ricorso alla filosofia per spiegare gli e nigmi del mondo , ogni tentazione ad una spiegazione unitaria , filosofica, della realt. Ora, una nuova e potente filosofia sostitutiva lo chiama addirittura patro no ! Dunque, se lincontro di Breton e del Surrealismo con la psicoanalisi stato fe condissimo (e in questo senso uno degli incontri pi straordinari del nostro secol o) mettendo in moto forze impensate, Breton, come disse Bataille, era per troppo preso dalla tentazione icarea della sua filosofia sostitutiva, per poter capire Freud.

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