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Editoriale

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Anno I - Numero 1 - Maggio 2012

Il confronto ci aiuta a crescere


Inizia da questo mese, e con questo numero, la pubblicazione della newsletter di Fedit, un nuovo percorso editoriale che si vuole porre a supporto del lavoro e del ruolo istituzionale che la Fedit, come associazione, si assunta sin dalla sua nascita nei confronti del mondo dei suoi associati, dei cittadini e delle Istituzioni.
Abbiamo dato vita ad un nuovo strumento di comunicazione in un momento particolare e difficile per il nostro Paese, perch riteniamo che un concorso pi ampio e plurale di idee e di suggerimenti possa rappresentare unoccasione di confronto e di elaborazione di proposte, con locchio rivolto sempre agli interessi del Paese. Il mondo dei trasporti una delle poche cartine di tornasole delle tante decisioni di interesse nazionale che vengono via via assunte per superare lemergenza. Siamo il termometro dello sviluppo: i dati relativi alle merci trasportate non possono essere modificati a proprio piacimento. E la consapevolezza del ruolo che giochiamo nel destino del Paese che ci ha spinto ad essere pi vigili, aprendo questo nuovo veicolo di idee che, per piccolo o grande che sia, riteniamo possa essere utile per affrontare le grandi questioni di cui il mondo dei trasporti ci investe quotidianamente. La nostra storia l a dimostrare che soltanto con una sana concertazione fra i soggetti interessati e gli attori della vita pubblica si possono raggiungere gli obiettivi prefissati. In occasione del fermo dellautotrasporto non ci sono state n concertazione, n confronto, n dialogo, con il risultato di infliggere un danno alla credibilit del nostro Paese. Per questo ribadisco con fermezza la mia assoluta condanna al fermo dei trasporti, che ha immobilizzato lintera Penisola e non ha portato alcun risultato concreto. ...
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di Stefania Pezzetti Presidente Fedit

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Mensile on line Direttore Editoriale: Stefania Pezzetti

In questo numero
Il confronto ci aiuta a crescere Stefania Pezzetti Presidente Fedit Responsabilit Solidale negli appalti estesa ai versamenti IVA Limportanza della Consulta Intervista al Presidente della Consulta Bartolomeo Giachino La Responsabilit Solidale del Committente Sentenza del Tribunale di Venezia del 9.3.2011 Laccesso alla professione Normativa e sue applicazioni Approvata la Convenzione delle Alpi con lo stralcio del protocollo dei Trasporti

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Si possono scegliere molti metodi di pressione sindacale per far valere le proprie idee e i propri interessi, ma sempre, auspicabilmente, nellottica dellinteresse generale e tenendo conto delle regole e del ruolo che si svolge . La protesta, cosi come stata concepita, si risolta in una forma di dissenso violento, imponendo il divieto di libera circolazione anche a chi desiderava continuare ad operare. E arrivato il momento che i protagonisti di tutte le parti in gioco si confrontino e mettano a punto elementi di riforma del settore che possano contribuire alla crescita del sistema. Un nuovo Governo, guidato dal Senatore Mario Monti, sta lavorando duramente in mezzo a conflitti sociali e politici di ogni genere per tirare il Paese fuori da pericoli gravissimi. Ce ne rendiamo conto, e vogliamo fare la nostra parte, come abbiamo gi fatto con il precedente Esecutivo, al quale diamo atto del lavoro svolto con generosit in una situazione economica fortemente segnata da una crisi internazionali di natura strutturale fra le pi negative dellultimo secolo. Lobiettivo di risanare leconomia, i conti pubblici ed avviare lo sviluppo, perseguito dal Governo attuale, va ap-

prezzato e condiviso. Ci tuttavia non significa che la nostra Federazione debba rinunciare a levare la propria voce quando taluni provvedimenti, invece che essere coerenti con gli obiettivi generali, finiscono per aggravare il quadro economico. In questo senso abbiamo inviato al Governo una lettera nella quale chiediamo che le recenti modifiche alla norma in materia di responsabilit solidale negli appalti, contenute nel decreto legge sulle Semplificazioni Fiscali, vengano abrogate. Esse, infatti, come riferiamo nelle pagine che seguiranno, sono inique ed invasive, e cio esattamente contrarie ai principi che

lo stesso Capo del Governo ha enunciato di recente nellincontro con i dirigenti di Equitalia. Non saremmo una buona organizzazione se non preparassimo, con gli strumenti adeguati, il terreno del confronto, misurandoci su idee e proposte che siano di supporto ad indispensabili elementi di riforma. Mi auguro che la nostra iniziativa editoriale contribuisca a realizzare lobiettivo di ristrutturare il nostro settore nellinteresse del Paese, avendo come quadro di riferimento letica dellimpresa e del lavoro e conseguentemente regole e comportamenti che ci aiutino a crescere.

levoluzione asportatori, azione dei Tr reder ione di rapp La FEDIT - Fe orica associaz odifiCORRIERI, st della FEDER nel 2003 ha m corrieri, che mondo del ppresensentanza del la propria ra o estendendo o Statut cato il propri mpleto. to a carico co conto allautotraspor ercitano per tativit prese che es associa im e, maritOggi FEDIT tame terrestr orto di collet di trasp merci per ella Fedit, terzi lattivit trasporto di le imprese d binato, lauto o connesse; o com tivit affini rosse flotte timo, aereo e/ tica, ovvero at gono le pi g tivit di logis lessivo, deten i, lat olare comp conto di terz di parco veic 000 tonnellate itoriali. con oltre 300. e Sezioni Terr ti e 22 propri i italiane. eren Consulta commercial tatori e della Territoriali ad Associazioni li Autotraspor nta 41 dellAlbo deg La FEDIT co ato Centrale te del Comit par La FEDIT fa to. lAutotraspor a Roma. Generale per A ed ha sede lla CONFETR erisce a La FEDIT ad

Responsabilit Solidale negli appalti estesa ai versamenti IVA


Votata dal Parlamento una norma iniqua e penalizzante lattivit delle nostre imprese.
In sede di conversione del Decreto Legge sulle Semplificazioni Fiscali (Legge 26 aprile 2012, n 44), stato introdotto lart. 2, comma 5-bis del D.L. 2 marzo 2012, che innova il comma 28 dellart. 35 del D.L. 223/2006, prevedendo che, nellappalto di opere o di servizi, la responsabilit solidale del committente con lappaltatore, nonch con ciascuno degli eventuali subappaltatori, entro il limite di due anni dalla cessazione dellappalto, si estenda al versamento delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente e dellIVA relativa alle fatture emesse, riferite alle prestazioni effettuate nellambito dellappalto, salvo che limpresa committente non dimostri di avere messo in atto tutte le cautele possibili per evitare linadempimento. La norma introdotta, oltre ad aggravare un quadro giuridico in materia di responsabilit solidale negli appalti gi onerosa - restando valida la previsione contenuta nellart. 29 della Legge Biagi che sancisce tale tipo di responsabilit anche per i trattamenti retributivi e previdenziali - risulta di fatto inattuabile, vista anche la generica formulazione degli adempimenti che il committente potrebbe mettere in atto per vedersi esonerato dalla stessa responsabilit. Come pu, infatti, il committente dimostrare, per evitare la responsabilit solidale, di aver adottato tutte le cautele possibili? La prova dellavvenuto versamento allerario delle ritenute fiscali potrebbe essere soddisfatta dalla ricezione da parte dellappaltatore/subappaltatore delle copie dei modelli F24: risulterebbe lecita tale richiesta anche nel caso in cui lappaltatore lavorasse per una pluralit di committenti? E la prova del versamento IVA

- posto che il versamento della stessa il risultato delle varie operazioni a debito e a credito connesse allinsieme delle operazioni aziendali e non solo di quelle legate al singolo rapporto di appalto contrattuale con il committente - come potrebbe essere acquisita dal Committente? E un controllo cos invasivo, che porterebbe lappaltante ad ingerire pesantemente nella sfera imprenditoriale di un altro

soggetto, non rischierebbe di mettere in dubbio la genuinit dellappalto, determinando un danno peggiore del male che si vuole evitare? Risulta evidente come tale misura sia assolutamente iniqua e contraria a quel criterio di proporzionalit che dovrebbe sempre essere tenuto in considerazione dallo Stato nazionale in ogni sua iniziativa. Inoltre, anzich semplificare gli adempimenti a carico delle imprese, la nuova norma introdurr, anche qualora fossero definite le cautele possibili, notevoli appesantimenti burocratici a carico delle imprese committenti. Ancora una volta lo Stato - che dispone dei mezzi, dei poteri e degli strumenti coercitivi per il recupero delle imposte

vuole delegare ad altri soggetti imprenditoriali, sotto la pena di sanzioni e responsabilit solidali, lesercizio del controllo, azione della cui legittimit dubitiamo fortemente. Per queste ragioni riteniamo che vi siano evidenti aspetti di contrasto di tale norma, e della sua applicazione, con i principi costituzionali, in primis quello della libert di impresa, in merito ai quali abbiamo gi incaricato i nostri legali di fare tutte le possibili valutazioni, anche sulle eventuali iniziative da intraprendere. Abbiamo gi inviato una lettera al Governo, per chiedere labrogazione della norma ed abbiamo in agenda incontri con esponenti politici, ai quali illustrare le ragioni del nostro dissenso. Ci auguriamo che riesca a prevalere il buon senso e vengano ripristinate, al pi presto, le condizioni che consentano un regolare (e sereno) esercizio dellattivit di impresa.

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Limportanza del ruolo della Consulta e del piano Nazionale della Logistica.
Sottosegretario nel Governo Berlusconi, oggi presidente della Consulta, Bartolomeo Giachino ha dimostrato grande competenza, ed un alto senso di responsabilit nelle scelte, rivolte alla crescita del mondo dei trasporti. Le sue idee, le sue proposte, il suo inesauribile dinamismo rappresentano un valore aggiunto ed un patrimonio da non disperdere nellimmediato futuro del nostro Paese. Lo abbiamo avvicinato e con la consueta cortesia e disponibilit, ha posto laccento sul ruolo importante della Consulta e sulla rilevanza che lattuazione del piano della Logistica pu determinare.
Quali ritiene siano le cose pi importanti dei suoi 3 anni e mezzo da Sottosegretario? Laver difeso il settore negli anni pi duri della crisi economica senza aver avuto blocchi. Tenga conto che lanno peggiore del dopoguerra sicuramente stato il 2009 con un calo del Pil di quasi il 6%, dopo il calo dell1% del 2008( mentre questanno avremo un calo tra luno e il 2%). Sono riuscito a dare al settore la forte riduzione del costo dellInail attesa da anni (lunico settore della nostra economia ad avere ottenuto questo risultato) e credo decisivo per un settore come i corrieri laver garantito la pace sociale per tutto il mio mandato. Per tutto il mondo dei trasporti decisiva, a fronte di una fortissima pressione a approvare la Convenzione delle Alpi, lesser riuscito grazie al voto del PDL e della Lega a far togliere il Protocollo trasporti. Per un Paese come il nostro che esporta la maggioranza delle sue produzioni in Europa e via camion il protocollo trasporti limiterebbe in modo esiziale la sistemazione di molte strade statali (a partire dalla 20 e dalla 21) che la collegano con la Francia e gli altri Paesi europei. Per il settore, inoltre, credo sia stata molto importante la delibera dellOsservatorio sui costi della sicurezza del 2 novembre scorso. Laltra cosa importante laver rilanciato il ruolo della Consulta che ha lavorato su tre piani: A)- lavoro innovativo sul Piano della logistica; B)- forte ruolo dellEsecutivo della Consulta dove si affrontano prontamente problemi del settore. Con la sua Presidenza sta emergendo sempre di pi il ruolo della Consulta dellautotrasporto. Qual il suo ruolo? In effetti la Consulta era un po sottovalutata. In realt la Consulta secondo la legge un organismo, alle dirette dipendenze del Ministro, molto importante che consiglia Governo e Parlamento sulla politica dei trasporti oltre ad avere il compito di elaborare a aggiornare il Piano nazionale della logistica. Ciononostante ho letto voci , di gente che forse non ha letto la 284, che hanno messo in discussione la capacita di elaborare il Piano nazionale della logistica. Con la direttiva annuale del Ministro Passera, firmata il 27 febbraio, il ruolo della Consulta viene valorizzato e ci si chiede di scegliere rapidamente le azioni del Piano nazionale della logistica che possono produrre effetti importanti a breve termine, tra

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cui quello della distribuzione urbana delle merci, per portarlo al CIPE nei prossimi mesi oltre ad a definire con chiarezza il ruolo importante dellOsservatorio. Tutti riconoscono che nellelaborare il nuovo Piano nazionale della logistica avete coinvolto in tantissimi incontri quasi tutto il mondo della logistica, come mai non ancora andato al CIPE malgrado il Piano sia stato approvato gi quindici mesi fa? Ho voluto che il Piano nascesse non solo dai bravissimi esperti del Comitato scientifico ma anche dalle opinioni di chi fa la logistica italiana ogni giorno nelle aziende dei vari settori della logistica. Aver ascoltato tutti i Presidenti delle autorit portuali, molti dei presidenti degli interporti, i managers di logistica pi im-

portanti a livello internazionale da Roberto Rossi a Fausto Forti, da Luigi Merlo a Paolo Cista, da Rino Canavese alla Presidente Monassi, da Marcucci a Vavassori, da Luzzati a Mele, da Nerli a Ricci ha arricchito e dato molta credibilit alle Linee politiche del Piano che abbiamo approvato il 2 dicembre 2010. Le critiche che sono state fatte al Piano arrivano dai dirigenti tecnici di alcune associazioni ma da nessun manager logistico. Ora dopo aver fatto degli approfondimenti molto importanti lo stiamo aggiornando alla ultima decisione della C.E. del 19 ottobre 2011 e sulla base della direttiva del Ministro Passera stiamo definendo le azioni operative pi importanti e urgenti tra cui quella dello sportello unico doganale e della distribuzione urbana delle merci che contiamo di definire entro il mese di aprile.

Sul tema della distribuzione urbana delle merci che interessa tantissimo il mondo dei corrieri come state procedendo. Su questo tema il grosso problema il rapporto con i Comuni che,tendenzialmente a fronte della emergenza climatica e ambientale, tendono a decidere senza consultare il mondo dei trasporti e delle consegne. La Consulta dopo aver firmato un importante accordo con lAnci e dopo aver seguito alcuni casi da Verona a Torino a Milano oggi anche sulla base di uno studio apposito sta lavorando ad una ipotesi di norma, a costo zero, che definisca in modo chiaro il ruolo determinante nella elaborazione delle decisioni sulla distribuzione urbana delle merci degli operatori logistici.

Tribunale di Venezia 9 marzo 2011.


Responsabilit solidale del committente ex art. 29, comma 2, Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276. Inapplicabilit al contratto di trasporto.

Come noto, lart. 29, comma 2, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, stabilisce che In caso di appalto di opere o di servizi il committente imprenditore o datore di lavoro obbligato in solido con lappaltatore, nonch con ciascuno degli eventuali ulteriori subappaltatori entro il limite di due anni dalla cessazione dellappalto, a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi e i contributi previdenziali dovuti. Detta norma stata pi volte richiamata per cercare di estendere anche al contratto di trasporto le previsioni in essa contenute. Con sentenza in data 9 marzo 2011 il Tribunale di Venezia ha preso una decisa posizione in argomento stabilendo che deve ritenersi che ove il legislatore abbia introdotto previsioni normative riferibili al contratto di appalto ex art. 1655 c.c., tali previsioni non possano automaticamente estendersi ad un contratto di trasporto. Lespressa ed ampiamente condivisibile statuizione del Tribunale in ordine alla non applicabilit in capo al mittente (parte del contratto di trasporto) della responsabilit solidale prevista dalla richiamata norma in

capo al committente (parte del contratto di appalto), consente di svolgere alcune considerazioni. Innanzi tutto, consente di individuare, con chiarezza, i tratti distintivi del contratto di appalto e del contratto di trasporto. La distinzione, ad avviso del Giudicante, risiede nel fatto che nel contratto di appalto il committente si obbliga allassunzione ed al compimento di un insieme di obbligazioni contrattuali non rinvenibili e non riconducibili alla sola disciplina del contratto di trasporto contratto con il quale il vettore si obbliga, dietro corrispettivo, a trasferire persone o cose da un luogo ad un altro, mediante una propria organizzazione di mezzi e con lassunzione a suo carico del rischio del trasporto e della direzione tecnica dello stesso quali le obbligazioni derivanti dalla gestione, per conto del committente, di una attivit imprenditoriale complessa da organizzarsi in maniera stabile sulla base dellesigenza manifestata dallo stesso committente, tale per cui la prestazione dedotta nel contratto vada ben oltre il trasferimento delle cose da un luogo ad un altro, ed eventualmente, lesecuzione delle tipiche obbli-

gazioni accessorie al trasporto. In secondo luogo, la decisione del Tribunale di Venezia, nellaffermare che le norme di cui al comma 2 dellart. 29 del decreto legislativo n. 276/2003 non possano essere stese analogicamente al contratto di trasporto, costituisce, per le imprese di autotrasporto, un precedente assai importante. Il principio affermato costituisce una ineccepibile applicazione dellart. 14 delle disposizioni sulla legge in generale, in base al quale le leggi penali e quelle che fanno eccezione a regole generali o ad altre leggi non si applicano oltre i casi ed i tempi in esse considerate. Poich la previsione in base alla quale il committente obbligato in solido con lappaltatore a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi e i contributi previdenziali dovuti costituisce evidentemente una norma eccezionale (in quanto fa eccezione alla regola generale in base alla quale il solo debitore a dovere

rispondere delle obbligazioni da esso assunte), va da s che le regole di cui al comma 2 dellart. 29 del decreto legislativo n. 276/2003, espressamente dettate per il contratto di appalto, non possano applicarsi alla diversa fattispecie contrattuale del trasporto, anche dove tale ultima fattispecie preveda, nella regolamentazione dei rapporti tra le parti, una pluralit di prestazioni di trasporto ed, eventualmente, lesecuzione di prestazioni ad esso accessorie (si pensi al deposito delle merci in attesa della loro caricazione sul mezzo adibito al trasporto per la successiva fase del trasferimento). Laddove pertanto, dal testo contrattuale regolante i rapporti tra mittente e vettore, possa chiaramente evincersi che il vettore si obbligato al solo trasferimento delle merci, con esclusione di ogni altra obbligazione non configurabile come prestazione meramente accessoria, strumentale o prodromica alla prestazione di trasporto, senza cos

impegnarsi allesecuzione di una pi complessa serie di obbligazioni derivanti dalla gestione, per conto del mittente, di una attivit imprenditoriale complessa, da organizzarsi in maniera stabile, sulla base dellesigenza manifestata dallo stesso mittente, non potr essere invocata alcuna responsabilit solidale in capo al mittente, per la corresponsione, a favore dei dipendenti del vettore, dei trattamenti retributivi e per il versamento, a favore dei competenti organi, dei contributi previdenziali dovuti. Di tutta evidenza limportanza della decisione in oggetto, soprattutto ove si consideri che le imprese di autotrasporto strutturate fanno assai di sovente ricorso al sub-trasporto, assumendo, nei confronti dei sub-vettori, la posizione di mittente. Prof. Avv. Maurizio Riguzzi Ordinario di diritto dei Trasporti e della Logistica presso la Facolt di Giurisprudenza dellUniversit di Verona.

LAccesso alla professione di autotrasportatore su strada


Il 4 dicembre 2011 entrato in vigore il Regolamento (CE) n.1071/2009, recante norme comuni per laccesso alla professione di autotrasportatore; con decreto dirigenziale veniva definito un periodo transitorio di sei mesi, durante il quale le imprese di trasporto di merci su strada esistenti alla data del 4 dicembre 2011 venivano autorizzate in via provvisoria allesercizio della professione, dovendo dimostrare successivamente il possesso dei relativi requisiti. In modo particolare: Imprese che utilizzano veicoli di massa complessiva a pieno carico superiore alle 3,5 ton, dovranno dimostrare la sussistenza dei requisiti previsti dal regolamento entro il prossimo 4 giugno 2012, pertanto, ovvero: Requisito di stabilimento. Limpresa deve disporre, nel territorio nazionale, di una sede amministrativa ed una operativa, nonch avere in disposizione almeno un veicolo (propriet, noleggio, leasing, etc). Requisito dellonorabilit. Limpresa (amministratore unico, soci, titolare, etc.), nonch il gestore dei trasporti, devono possedere il requisito della onorabilit. Requisito dellidoneit finanziaria. Limpresa dovr dimostrare di disporre ogni anno di un capitale e di riserve per un valore di

almeno 9.000 Euro quando solo un veicolo utilizzato e di 5.000 Euro per ogni veicolo supplementare utilizzato; tale disponibilit dovr risultare sulla base dei conti annuali, previa certificazione di questi ultimi da parte di un revisore o di altro soggetto debitamente riconosciuto. In alternativa, potr essere previsto che unimpresa dimostri la propria idoneit finanziaria mediante unattestazione, quale una garanzia bancaria o unassicurazione, che si dichiarino fideiussori in solido dellimpresa per gli importi di cui sopra. Requisito dellidoneit professionale. Il requisito soddisfatto se posseduto dal gestore dei trasporti, il quale, quindi, possiede tutte le conoscenze tecniche richieste avendo superato lesame obbligatorio previsto; saranno

esonerate dal relativo esame le persone che dimostrino di aver diretto in maniera continuativa unimpresa di trasporti nei dieci

anni precedenti il 4 dicembre 2009. Restano naturalmente validi gli attestati di idoneit professionale posseduti in base alla precedente normativa. Gestore dei Trasporti. In ogni azienda deve essere individuato il gestore dei trasporti, che deve essere in possesso dei requisiti di onorabilit ed idoneit professionale e pu essere, alternativamente, o un soggetto avente un legame con limpresa (amministratore unico, titolare, socio, dipendente, etc.) oppure un soggetto esterno che abbia un apposito contratto scritto, nel quale gli siano attribuiti tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti, nonch lautonomia di spesa necessaria allo svolgimento delle funzioni stesse. Il gestore dei trasporti pu dirigere le attivit di trasporto per una sola impresa (se esterno limpresa non deve avere pi di 50 veicoli in disponibilit). Imprese che utilizzano esclusivamente veicoli di massa complessiva a pieno carico compresi tra 1,5 ton e 3,5 ton. dovranno dimostrare la sussistenza dei requisiti previsti dal regolamento entro il 7 aprile 2013. Dovranno essere dimostrati gli stessi requisiti previsti per i veicoli superiori alle 3,5 ton, con leccezione di quello relativo alla idoneit professionale, che potr essere soddisfatto con la sola frequenza ad uno specifico corso di formazione, senza dover sostenere alcun esame. Imprese che utilizzano esclusivamente veicoli di massa complessiva a pieno carico inferiore o uguale alle 3,5 ton. dovranno dimostrare il solo requisito dellonorabilit, allatto delliscrizione allAlbo.

Approvata la Convenzione delle Alpi senza il protocollo dei trasporti.


Voto definitivo del Senato alla Convenzione delle Alpi contenente otto protocolli, ma senza il protocollo trasporti, cos come grazie alla presa di posizione del Governo Berlusconi (rappresentato allepoca dal sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino) aveva votato nellottobre scorso la Camera dei Deputati. La notizia stata annunciata nel corso di una conferenza stampa luned 26 marzo a Cuneo nella sede della Provincia, a cui hanno partecipato anche la presidente Gianna Gancia e il senatore Giuseppe Menardi, oltre ai rappresentanti delle associazioni di autotrasportatori.Ma vediamo esattamente di cosa trattano i protocolli di attuazione della Convenzione delle Alpi.

I Protocolli di attuazione della Convenzione delle Alpi Le Parti contraenti si sono dimostrate consapevoli del fatto che, il territorio alpino e le sue funzioni ecologiche, dovrebbero essere tutelate rispetto a sfruttamenti negligenti da parte delluomo. Per questa ragione, le Parti si sono impegnate ad armonizzare le esigenze ecologiche con gli interessi economici e sociali, anche attraverso ladozione di Protocolli attuativi e delle relative misure di applicazione sul territorio nazionale. La Convenzione delle Alpi una Convenzione quadro. In quanto tale, definisce principi generali che mirano a garantire una politica comune per la protezione e lo sviluppo sostenibile delle Alpi. Allinterno di questa cornice, i Protocolli rappresentano lo strumento adottato dalle Parti contraenti in vista del raggiungimento degli obiettivi e dellapplicazione della Convenzione. Agricoltura di montagna Questo Protocollo stabilisce misure per conservare e incentivare lagricoltura di montagna allo lo scopo di stimolare la permanenza della popolazione in loco e lo svolgimento di attivit

economiche sostenibili. A tal fine, promuove fonti di reddito alternative per gli agricoltori. Tra queste figurano, per esempio, il turismo, la tutela del paesaggio e la vendita diretta dei prodotti agricoli. Il Protocollo, approvato nel dicembre del 1994, stato firmato da tutte le Parti contraenti ed stato ratificato da Austria, Germania, Liechtenstein e Slovenia. Energia Questo Protocollo stabilisce misure in materia di risparmio

energetico, produzione, trasporto, distribuzione e utilizzo dellenergia compatibilmente con le esigenze e i limiti specifici di tolleranza del territorio alpino (per esempio, le energie rinnovabili e il risparmio energetico). Il Protocollo, approvato nel dicembre 1998, stato firmato da quasi tutte le Parti contraenti, a esclusione del Principato di Monaco e dellUnione Europea, ed stato ratificato da Austria, Germania, Liechtenstein e Slovenia.

Pianificazione territoriale e sviluppo sostenibile Questo Protocollo stabilisce larmonizzazione delluso del territorio alpino con le esigenze delle popolazioni e con gli obiettivi ecologici, soprattutto in considerazione dei limiti degli spazi per le attivit antropiche dovuti allorografia e al clima. Tale Protocollo, approvato il 20 dicembre 1994, stato firmato da tutte le Parti contraenti ed stato ratificato da Austria, Germania, Liechtenstein, Monaco e Slovenia. Foreste montane Questo Protocollo mira a conservare le foreste montane quale habitat naturale, in particolare attraverso la promozione di uneconomia forestale montana gestita in modo sostenibile e adeguato alla natura. Questo Protocollo suggerisce, per esempio, ladozione a livello locale di piani in materia di selvicoltura, caccia e tutela dellambiente per regolamentare la fruizione del bosco e la promozione della produzione di energia da biomassa legnosa. Il Protocollo stato approvato nel febbraio 1996. Firmato da tutte le Parti contraenti a eccezione dellUnione Europea, stato ratificato da Austria, Germania, Liechtenstein e Slovenia. Protezione della natura e tutela del paesaggio Tabella Protocolli

Questo Protocollo mira a garantire lefficienza funzionale degli ecosistemi, la conservazione degli elementi paesaggistici, delle specie animali e vegetali e dei loro habitat attraverso, per esempio, il ripristino o il mantenimento della naturalit dei corsi dacqua alpini e la conservazione del paesaggio rurale tradizionale, coinvolgendo gli agricoltori nella sua tutela. Approvato nel dicembre 1994 e firmato da tutte le Parti contraenti, il Protocollo stato ratificato da Austria, Germania, Liechtenstein e Slovenia. Difesa del suolo Questo Protocollo mira al mantenimento del suolo alpino e delle sue funzioni quale spazio vitale per uomini, animali e piante, elemento costitutivo della natura e del paesaggio e parte integrante dellecosistema, soprattutto in relazione al ciclo delle acque e delle sostanze nutritive. Il Protocollo suggerisce, per esempio, di provvedere allo smaltimento delle acque di scarico in maniera eco-compatibile, in particolare per quanto riguarda gli impianti di depurazione. Approvato nel dicembre 1998 e firmato da tutte le Parti contraenti a eccezione dellUnione Europea, il Protocollo stato ratificato da Austria, Germania, Liechtenstein, Principato di Monaco e Slovenia. Trasporti Con questo Protocollo, i Paesi

alpini si impegnano a ridurre gli effetti negativi e i rischi derivanti dal traffico nelle Alpi a un livello tollerabile per luomo, per la fauna, flora e habitat naturale attraverso, per esempio, la maggiore efficienza dei sistemi di trasporto, il passaggio a vettori con minore impatto ambientale, la promozione del trasporto pubblico locale e del trasferimento del trasporto merci da strada a rotaia. Approvato nellottobre 2000 e firmato da tutte le Parti contraenti a eccezione dellUnione Europea, il Protocollo stato ratificato da Austria, Germania, Liechtenstein e Slovenia. Turismo Con questo Protocollo i Paesi alpini si impegnano a regolamentare lo sviluppo turistico, prendendo in considerazione le esigenze di tutela della natura, con provvedimenti che cercano di trovare il giusto equilibrio tra gli interessi dei turisti e quelli della popolazione locale come, per esempio, le misure per la modernizzazione delle stazioni sciistiche per ridurre il loro impatto ambientale oppure la differenziazione e destagionalizzazione dellofferta turistica. Approvato nellottobre 1998 e firmato da tutte le Parti contraenti a eccezione dellUnione Europea, il Protocollo stato ratificato da Austria, Germania, Liechtenstein e Slovenia. Chi lo ha ratificato A, D, FL, MC, SLO, EU A, D, FL, SLO A, D, FL, MC, SLO. EU A, D, FL, SLO A, D, FL, SLO A, D, FL, MC, SLO A, D, FL, SLO, EU A, D, FL, SLO, EU

Presidenza Data di negoziazione Turismo Slovenia ott 1998 Trasporti Svizzera ott 2000 Tutela suolo Slovenia dic 1998 Protezione natura Francia 20 dic 1994 Foreste montane Slovenia 27 feb 1996 Pianificazione territoriale Francia 20 dic 1994 Energia Slovenia dic 1998 Agricoltura di montagna Francia dic 1994 Oltre ai Protocolli, nel novembre 2006 sono state rilasciate due Dichiarazioni dei Ministri relative ad argomenti specifici:

Chi lo ha firmato (tutti tranne) EU EU EU MC,EU

Dichiarazione Popolazione e cultura Dichiarazione sui cambiamenti climatici Inoltre, nel corso della X Confe-

renza delle Alpi a marzo 2009 stato adottato un piano dazione sul cambiamento climatico nelle Alpi.

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