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Consiglio regionale del 23 dicembre 2008 - Adunanza n.

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OMISSIS

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Esame disegno di legge n. 579 "Bilancio di previsione per l'anno


finanziario 2009 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2009-2011"

OMISSIS

PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.

PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Proverò ad impiegare meno di dieci minuti, per recuperare il tempo che ha
utilizzato in più il collega Chieppa, anche perché non ho presentato e non ho
intenzione di presentare emendamenti al bilancio.
Tuttavia, ci tenevo a fare alcune riflessioni e provare a dare un contributo su un
tema così importante, considerato che, di fatto, questo è l’ultimo bilancio vero
della legislatura. Come sanno benissimo i colleghi che come me sono stati eletti
anche in altre legislature, quello del prossimo anno (2010) sarà un bilancio
tecnico: poi il problema lo affronterà chi vincerà le elezioni. E io mi auguro e
farò il possibile affinché le elezioni le vinca nuovamente il centrosinistra.

(Commenti in Aula)

PLACIDO Roberto

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Poiché i conti si fanno sempre alla fine, si vedranno i risultati nell’estate del
2010.
Sul bilancio, invece, svolgo alcune riflessioni, anche perché mi sembra normale,
naturale ed anche logico, dopo le molte riunioni in cui la maggioranza e il
Gruppo del quale faccio parte - il Gruppo del Partito Democratico - in queste
settimane si sono esercitati ed impegnati per provare a dare delle risposte ai
molti problemi che sono legati al bilancio.
Provo ad elencarne alcune. È un bilancio, a mio parere, eccessivamente rigido
e del quale ho visto un progressivo irrigidimento. Se togliamo al totale le risorse
reperite con i mutui, penso che si possa ragionare su una somma di circa 200
milioni di euro.
Ora, 200 milioni di euro (su oltre 12 miliardi di euro complessivi) per intervenire
su tutti i settori sono oggettivamente pochi. Questo non è un problema di
maggioranza o di opposizione, perché, a parti invertite, in questo momento
sarebbe la stessa cosa. Ripeto, sono oggettivamente pochi e non permettono di
fare politiche serie di interventi (poi, su come fare le politiche ci si può dividere)
con risorse importanti, a meno che non si accendano mutui: ma su quello dirò
dopo.
La prima considerazione è dunque la rigidità del bilancio. E’ una situazione
pesante, ereditata dalla scorsa legislatura, che non ha certamente favorito il
lavoro di questa legislatura e di questa maggioranza.
Mi rivolgo al collega Dutto, visto che è l’unico rappresentante, baluardo della
Lega, “l’ultimo dei mohicani“ della Lega in Consiglio. Caro Dutto, quando si
parla di federalismo - cosa che, per quanto mi riguarda, condivido all’interno di
una solidarietà nazionale, ma naturalmente questa è la mia opinione - dico che,
se non ora, quando, il federalismo? Perché il rischio è che si arrivi morti alla
fine. E il problema delle risorse del federalismo, in un quadro di solidarietà
nazionale, non riguarda solo il Piemonte, ma riguarda anche la Lombardia, il
Veneto e tutto il sistema delle Autonomie locali, che in questa situazione hanno
difficoltà ad andare avanti.
Sul bilancio, però, pur non rimpiangendo il ruolo delle Prefetture - noi siamo
passati dal ruolo delle Prefetture (superato e non rimpianto) al ruolo dei
Co.Re.Co. (superato anche quello) a quello della Corte dei Conti – ora un

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ragionamento su chi controlla i bilanci, in particolare dei Comuni piccoli o medi,


qualche riflessione bisognerà pure farla. Ma non è questa l’occasione.
Cosa vedo? Io segnalo una preoccupazione forte. Credo e penso che chi si
troverà nella prossima legislatura dovrà avere un forte coraggio, cosa che per
certi versi non è stato possibile fare - non c’erano le condizioni e oramai non ci
sono più i tempi - per intervenire sul bilancio in maniera strutturale.
Quando parlo di intervenire sul bilancio in maniera strutturale intendo riferirmi a
come vengono gestiti tutti gli Assessorati, perché la situazione che è in essere
lo imporrà, a chi se ne dovrà occupare nella prossima legislatura. Non mi
riferisco necessariamente al fatto di reperire da una parte o dall’altra 40-80
milioni di euro, ma al fatto di trovare le risorse per intervenire già quest’anno - e
questa è la cosa che penso possa trovare la condivisione di tutti o dei più, ma
mi auguro di tutti - in modo da sostenere l’occupazione, garantire lo stato
sociale, garantire la quantità e la qualità dei servizi in sanità.
Su come garantire la quantità e la qualità dei servizi in sanità, io dissento
dall’amico e compagno Chieppa, e anche collega (così non dimentico nulla e
potrei aggiungere anche qualche altra cosa, sempre con la “c”, ma sono aspetti
personali, ma visto le facce di coloro che pensavano chissà che cosa, preciso
che la C sta per “corregionale”). La Sanità si può “toccare”. Si tratta di capire
come e cosa; io penso che si possa anche toccare di più, con l’obiettivo di
garantire quantità e qualità dei servizi.
Questo è l’obiettivo, ma - come dicevo - sarà un problema che dovrà affrontare
la prossima legislatura. Su questo, sul federalismo e sul problema della finanza
locale e dell’autonomia, caro Dutto, c’è un ritardo di questo Governo.

(Commenti in Aula)

PLACIDO Roberto

Collega Botta, io aspetto fiducioso, ma dopo le dichiarazioni iniziali di un


federalismo spinto - io parlo, invece, di federalismo solidale all’interno di un

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quadro nazionale - rilevo un ritardo ed una sottovalutazione da parte del


Governo.
Su questo due ultime riflessioni - così sto nei dieci minuti e possibilmente anche
qualche secondo in meno - penso che in questi anni (non solo in questo ultimo
anno) ci sia stato - e io lo sottolineo - un eccessivo tecnicismo nella gestione dei
bilanci, che ha sostituito la responsabilità politica o ha teso a sostituire la
responsabilità politica.
Considerato il nostro ruolo di assemblea legislativa, si debba riprendere il ruolo
della politica nell’individuare, nell’intervenire, nel dare indicazioni che poi
devono essere applicate. Vediamo tutti cosa hanno prodotto gli eccessivi
tecnicismi in giro per il mondo; la tecnica, da sola, non basta ad affrontare e
risolvere i problemi.
In conclusione, esprimo la mia preoccupazione, sulla quale molti colleghi
mi hanno sentito parlare in queste settimane e in questi mesi, rispetto al vero
problema che bisognerà affrontare la prossima legislatura: l'eccessivo - così
ritengo - indebitamento, non solo della Regione, ma di molti enti locali.
Concludo leggendo una parte di una dichiarazione resa nel corso di
un'intervista recentissima (di circa una decina di giorni fa), apparsa su un noto
quotidiano nazionale. La dichiarazione è del premio Nobel per l’economia Paul
Samuelson. Sono poche righe, e con questo termino: "Su un punto bisognerà
soprattutto intervenire: deve finire questa corsa al debito, deve diventare più
difficile sia accumulare prestiti che concederne a condizioni particolarmente
aggressive. Tutto questo si è creato in momenti in cui è stato troppo facile
indebitarsi, e poi di nuovo prendere in prestito i soldi con cui pagare i debiti. Un
meccanismo da bloccare".
E io non posso che essere - per quanto mi riguarda - assolutamente
d'accordo con il premio Nobel Paul Samuelson. Grazie, colleghi.

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