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La rassegna stampa di

maggio 2012

Oblique
nel nulla. E per era sempre stato lui a tirare i li sullo sfondo. E anche a tirare i li delle famiglie, gi allora a Sillenbuch, di questo ormai sono certa. Tabakoff ha mostrato a noi tutti cosa vuol dire sopravvivere; con disinvoltura ci ha fatto vedere cosa pu realizzare un misero bulgaro di propria iniziativa anche se di questo ci sono modelli ed esempi storici a iosa. Se Tabakoff fosse una persona interessata alla storia o alla letteratura, cosa che non , gli sarebbero venuti in mente per il suo piano due modelli esemplari: il corteo funebre dei parenti sparsi in tutta Europa che Filippo II fece trasferire allEscorial e il trasporto della prima moglie di Gring, Carina di Svezia, no a Carinhall. Treni neri attraverso lEuropa, battiti di zoccoli di cavallo, ruote stridenti, cortine di polvere allorizzonte, odore di sudore dei morelli tutti agghindati, contadini ai bordi della via con i berretti in mano, banditori dalle torri, batacchi ondeggianti, rumori, onorevoli in farsetto di velluto e catene doro davanti alla porta cittadina; trecento anni dopo, il rombo dei motori, cortei di accole, scorta di bandiere e sguito di soldati in uniforme, corone alzate, scatto deciso del braccio del sindaco, sonore voci dalla radio che annunciano lindefessa fedelt, virt propria del Nord. Morti tutti, pi morti di quanto si pensi, pi morti di quanto annunciato e giurato.

Per gentile concessione di Del Vecchio Editore, pubblichiamo un estratto del romanzo di Sibylle Lewitscharoff Apostoloff, in libreria dal 26 giugno. Del Vecchio Editore 2012 vietata la riproduzione

Stanotte la pioggia non cade, e di nuovo non riesco ad addormentarmi. Forse sono anche troppo di buon umore per addormentarmi. Questa volta leggere non aiuta, di certo non con la luce oca di questo lumino. Ho con me Koba il terribile, un libro su Stalin, cruento, ma eccellente, e ho recepito la frase Al pi tardi adesso le risate avrebbero dovuto ammutolire, come uno stimolo a metterlo via. In questa notte non mi sar di aiuto. Normalmente prendo in mano un libro di Martin Amis la sera e non lo richiudo no a quando non lo nisco, al mattino. Poi in seguito lo leggo a tappe ancora una volta. Ma oggi padri e gli, Tabakoff e il suo glio morto, Stalin e il suo glio abbandonato, ucciso sul lo spinato di un campo tedesco, Zankoff e nostro padre con un glio fantasma, un terzo glio a noi sconosciuto, mi girano tutti in testa. Risatine frivole in agguato. Che sarebbe accaduto se da entrambe le parti si fosse giunti a scambiarsi i baf e Hitler, la mammina, avesse dominato sulla Russia e Stalin paparino su tutta la Germania? al diavolo, sobbalzo dal ridere e mi giro con un balzo sullaltro anco, come colpita da una scossa elettrica. Ma adesso con calma, una cosa dopo laltra. Torniamo a Tabakoff. Tabakoff con il suo piano folle che ci ha trascinato in Bulgaria. Questo Tabakoff, che tutti abbiamo sottovalutato, perch leccellente carne della moglie era cos presente da farlo sparire

Sibylle Lewitscharoff Apostoloff Traduzione di Paola Del Zoppo Del Vecchio Editore Narrativa pp. 248 euro 14 Apostoloff trabocca di ferocia, gioca con la lingua e limpertinenza. Letteratura brillante e piacevole.
Der Spiegel

Due sorelle di Stoccarda viaggiano in auto per lodierna Bulgaria. Hanno preso parte a un delirante corteo funebre, partito dalla Germania e diretto a Soa, che aveva lo scopo di riportare in patria le salme di diciannove esiliati bulgari rifugiatisi in Germania negli anni Quaranta. Tra questi, il padre, un medico bulgaro morto suicida quando le due sorelle erano bambine. Messo sotto terra per la seconda volta il genitore, le sorelle continuano il viaggio nel paese balcanico. A scortarle Rumen Apostoloff, autista, Orfeo, e guida turistica: lui cerca di ammaliarle con le bellezze del suo paese, ma dal sedile posteriore dellauto la sorella maggiore ha ingaggiato una resa dei conti con il padre e il paese dorigine, distillando un odio

implacabile, ironico e liberatorio, che inghiotte tutto ci che incontra. Dietro questa traccia corrosiva, Sybille Lewitscharoff, come una sapiente costruttrice di labirinti, semina i veri temi del romanzo: la messa in questione del modello culturale occidentale, la verit e rispondenza della Storia rispetto alle singole esistenze, il rapporto con Dio e il sacro. A met fra romanzo on the road e commedia nera, Apostoloff cos una processione di visioni e epifanie che si mescolano, sovrappongono e incollano merito di una lingua plastica e precisa per dare forma a una narrazione potente che diventa un corpo a corpo tra la lingua e le possibilit della narrazione.

Raccolta di articoli pubblicati da quotidiani e periodici nazionali tra il primo e il 31 maggio 2012. Impaginazione a cura di Oblique Studio

Christian Raimo, Il mondo dei libri secondo Gaf Alfabeta2, maggio 2012 Mario Baudino, Cerco in Italia scrittori che abbiamo qualcosa da dire La Stampa, primo maggio 2012 Antonio Gnoli, La sfida del dilettante la Repubblica, 3 maggio 2012 Antonio Gnoli, Libri stregati la Repubblica, 5 maggio 2012 Paolo Di Stefano, Lalgoritmo dellego. Cos il self-publishing travolge leditoria La Lettura del Corriere della Sera, 6 maggio 2012 Benedetta Marietti, Peter Cameron la Repubblica, 6 maggio 2012 Simonetta Fiori, Editori globali la Repubblica, 9 maggio 2012 Alessia Rastelli, Ebook, apre la libreria di Google Corriere della Sera, 9 maggio 2012 Simonetta Fiori, Il manifesto di Amazon la Repubblica, 11 maggio 2012 Ida Bozzi e Cristina Taglietti, -11 per cento. Libri in profondo rosso Corriere della Sera, 12 maggio 2012 Cristina Taglietti, La rivolta dei piccoli Corriere della Sera, 12 maggio 2012 Livia Manera, Il mondo di mio padre, John Cheever: le piscine, i fiumi di alcol e ladulterio La Lettura del Corriere della Sera, 13 maggio 2012 Michele Anselmi, Lontani dallo schermo La Lettura del Corriere della Sera, 13 maggio 2012 Luigi Mascheroni, Lo spensierato Salone della crisi il Giornale, 14 maggio 2012 Julie Bosman, Lo scrittore Stakanov la Repubblica, 16 maggio 2012 Nicola Lagioia, Crisi delleditoria? Forse il punto un altro il venerd di Repubblica, 18 maggio 2012

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Leditoria lunico settore che ha risposto a una diminuzione della domanda con un aumento dellofferta Jrme Lindon

Olivier Nora, La fiera delle novit la Repubblica, 18 maggio 2012 Nelly Kaprilian, Quando cera lo zar Internazionale, 18 maggio 2012 Pierluigi Battista, Fiere piene, librerie vuote Corriere della Sera, 22 maggio 2012 Andrea Inglese, Un dossier sul futuro del libro Nazione Indiana, 25 maggio 2012 Giorgio Vasta, La meravigliosa vita della punteggiatura la Repubblica, 25 maggio 2012 Mario Baudino, Questo romanzo come un palazzo La Stampa, 27 maggio 2012 Mirella Appiotti, Libri dellanno, il controcatalogo questo La Stampa, 27 maggio 2012 Simonetta Fiori, Lallenatore di eroi: Far crescere nuovi talenti il vero mestiere delleditore la Repubblica, 28 maggio 2012 Nadia Fusini, Che cos una sconfitta? Il romanzo di Barnes sugli uomini mancati del nostro tempo la Repubblica, 29 maggio 2012 Leonetta Bentivoglio, Daniel Pennac: Il futuro sar la lettura in 3d ma io ora mi dedico al teatro la Repubblica, 30 maggio 2012

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Il mondo dei libri secondo Gaf

Christian Raimo, Alfabeta2, maggio 2012

Disclaimer. Probabilmente chi legger questarticolo un lettore forte. Probabilmente per chi legger questarticolo non avr mai sentito parlare del Cepell, ossia del Centro per il libro e la lettura. Ecco, questa mancanza dinformazione in se stessa una questione che andrebbe affrontata. Sintetizzare cos il Cepell, quelle che sono le sue funzioni, perch stato creato, necessiterebbe di una premessa molto lunga. Sul sito Cepell.it ci sono delle informazioni direi sufcienti. Il decreto del 25 gennaio 2010 che lo istituisce reperibile sulla Gazzetta Ufciale del 10 marzo 2010, anche online. Ringraziamenti. Di alcune delle riessioni che seguiranno sono debitore a Francesca Santarelli e a Luisa Capelli. Un paio di anni fa si installa alla guida del Cepell Gian Arturo Ferrari. Ha appena lasciato il gruppo Mondadori dove stato per anni una sorta di eminenza indiscussa colui che riuscito a far vincere il Premio Strega per quattro volte di seguito (con milioni di copie vendute), e a essere uno spauracchio sul lavoro per molti (si dice che a Einaudi si facessero delle riunioni preparatorie per parare i colpi prima dei suoi incontri) il 17 febbraio 2010, e alla presenza di Maria Stella Gelmini, Sandro Bondi, Giorgia Meloni, Paolo Bonaiuti (giusto per ricordare gli intellettuali che abbiamo avuto al potere in questo paese), nella conferenza stampa che vara la struttura, Gaf espone il suo progetto con queste parole precise: Va da s che gli obiettivi si raggiungano con programmi e progetti, per ora ne sono stati

preparati cinque, ai quali si aggiunge unindagine nale a verica dei consumi reali degli italiani. Su questa ricerca sui consumi non si dilunga, mentre sui progetti Gaf pi articolato. Dice per esempio che 1 Il mio obiettivo di allargare la base di lettura conferendo valore sociale al libro. Ci siamo pressi di passare nellarco di un decennio dall8 per cento di lettori abituali adulti, al 10 per cento; dice che 2 Siccome non esistono precedenti cui rifarsi per incrementare il numero dei lettori in un paese, di conseguenza bisogna costruire un modello di promozione della lettura su scala provinciale applicabile successivamente a tutto il territorio nazionale; dice che 3 Saranno donati gratuitamente libri di buona qualit, che gli editori eliminano, alle situazioni pi svantaggiate (ospedali, case per anziani, piccole scuole, biblioteche di piccoli centri, carceri). Il libro come cura della solitudine, sica, sociale, spirituale. Sar effettuato un censimento per le disponibilit dei libri e un censimento delle destinazioni per avere lesatta corrispondenza tra i due insiemi; dice che 4 Con lo scopo di familiarizzare al libro e attribuirgli un valore affettivo prevista una campagna di comunicazione, concentrata in una settimana che, in collaborazione con Aie (Associazione italiana editori), culminer nella giornata di domenica 23 maggio, dove tutti saranno invitati a regalare un libro a coloro cui si vuol bene. Unoperazione che durer nel tempo, almeno 5 anni, in modo da creare, con un appuntamento sso, labitudine a donare un libro; dice che 5 Si punter a dare agli autori e alle opere italiane la presenza internazionale che oggi non

case editrici gridano al si salvi chi pu. ovviamente anche colpa della crisi economica. Come pensa Gaf di rispondere a questa tendenza terribile? In un intervento su Repubblica del luglio 2011 scrive che sostanzialmente lunica soluzione sono le ricerche di mercato che permetterebbero alle case editrice di evitare limprovvisazione nelle strategie commerciali. Mentre il 23 marzo di questanno, alla presentazione dellallarmante studio sulle abitudini di lettura degli italiani (s, ne parliamo pi sotto) chiarisce, I lettori stanno diminuendo a vista docchio. allesplicita domanda Meno 700 mila lettori forti in meno lanno scorso, cos dice lIstat Beh, di fronte a questa crisi che pensate di fare? che secondo lui lo scopo del Cepell di fotografare la situazione pi che di prospettare soluzioni. quazione tra Iva libri e Iva quotidiani e periodici; 2 Perch si dice sempre nelle politiche culturali che perequazione Iva tra libri di carta e libri elettronici; bisogna ripartire da zero? Si parla sempre di costruriforma del trattamento scale del diritto dautore; ire e mai di gettare ponti, di fare manutenzione alle dice che 7 sar costituita lAssociazione Fahrenheit strade? Non esistono esperienze modello da tesau451 attraverso la quale i privati potranno fare le prorizzare? Per dire, a livello internazionale (il Centre prie donazioni con la speranza di riuscire a nanziaNational du Livre francese, per citare proprio il pi re, con il tempo, tutto il progetto. Un gesto di genebanale) o a livello locale (le centinaia di progetti istirosit e unassunzione di responsabilit personale da parte delle persone economicamente pi fortunate. tuzionali o meno che si sforzano di promuovere la lettura in contesti magari complicati)? A proposito delle ricerche di mercato ha unidea 3 Perch anche qui non preoccuparsi dellattenpiccola ma precisa: afdarsi alle rilevazioni Nielsen: zione per quello che gi c? Esempi? Le biblio8: Per poter costituire ununica autorevole fonte di teche scolastiche sono al collasso, il personale per dati sul mondo dei libri, indispensabile procedere le biblioteche in generale poco e mal pagato, ci con rilevazioni dellacquisto reale dei libri da parte sono milioni di libri e documenti che senza manudelle famiglie italiane. Le ricerche fatte no ad oggi tenzione rischiano di andare al macero; che senso si sono basate su dichiarazioni di singole persone riha lanciare lidea di questo beau geste caritatevole sultando essere del tutto aleatorie. Le nuove rilevainvece di chiedere una politica pi assennata perzioni saranno invece fondate su dati reali dacquisto ch le biblioteche delle carceri e degli ospedali fun(che saranno integrati con Nielsen Bookscan /rilevazionino il meglio possibile, abbiano dei fondi per zione delle vendite) e con i dati di fatturato mensile acquisire i libri, etc? E, in secondo luogo, questo delle case editrici. censimento stato fatto? Ora, proviamo a fare un bilancio piccolo piccolo di 4 La giornata in cui si regalano i libri ehm Anqueste dichiarazioni? che qui, in un mondo in cui la cultura del booksha1 I lettori stanno diminuendo a vista docchio. Meno ring ormai diffusa tra centinaia di associazioni, 700 mila lettori forti in meno lanno scorso, cos dice circoli, virtuali e reali, perch fare una campagna lIstat. Le piccole case editrici chiudono, le grandi hanno, con il nanziamento della traduzione di libri italiani allestero, a fronte di un concreto contratto di un editore straniero. Si lavorer in coordinamento con le parallele iniziative del Ministero degli Esteri; dice che 6 Il Centro sar inne un punto di riferimento per rappresentare gli interessi del mondo dei libri nelle sedi istituzionali, anche con riguardo ai provvedimenti legislativi: prezzo del libro; pere6

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8 Le ricerche Nielsen sono state sicuramente una di marketing con tanto di slogan Se mi vuoi bene, priorit assoluta per il Centro del Libro secondo regalami un libro e testimonial tipo Caroglio e Gaf. (Per farle sono stati spesi 80 mila euro, dice Saviano per inventarsi una tradizione che sembra Flavia Cristiano, Ferrari aveva citato cifre pi alte semplicemente pubblicitaria? Ovvero: possibile che a Matera). Il 23 marzo alla Biblioteca Casanatenpromozione voglia dire essenzialmente pubblicit? se sono stati presentati i risultati della ricerca sulla E, anche qui, com andata nel 2010 e nel 2011: si lettura degli italiani. Questi dati hanno suscitato sono regalati tanti libri? molto allarme: labbiamo detto, un crollo (altro che 5 Il 26 gennaio di questanno stato reso noto leil 10 per cento in pi in dieci anni!). Ma ancora lenco delle opere per le quali verr erogato un di pi hanno lasciati aperti vari interrogativi: era nanziamento per la traduzione allestero: sono circa necessario fare queste ricerche di mercato? Questi venti tra narrativa, saggistica, letteratura per ragazzi dati che indagano pi lacquisto che le abitudini di (sul sito del Cepell potete trovare lelenco). A parte lettura non sono utili forse pi agli ufci commerche uno potrebbe dire: pochine, no? Ma, giusto per ciali delle case editrici piuttosto che agli amminifare un paragone sul sistema dei nanziamenti, il stratori che si dovrebbero occupare di promozione Centre du Livre francese nanzia oltre le traduzioalla lettura? Queste ricerche sono state nanziate ni, le borse ai traduttori verso il francese; oltre la tutte con soldi pubblici o magari qualche soggetto promozione dei libri, i soggiorni di studio per gli privato, tipo lAie, ci ha messo dei soldi? Perch la scrittori. Anche qui lidea quella di agire sul proNielsen non fornisce i criteri con cui ha realizzato cesso di scrittura, sul lavoro culturale, pi che solqueste indagini? tanto sul prodotto. Gaf terminava larticolo per Repubblica il luglio scor6 In realt questo ruolo di riferimento il Centro del so con un tono di caustica lapalissianit: Sar anche Libro non riuscito a conquistarselo. Pesa probavero che il libro anticiclico e si avvantaggia delle bilmente la poca ducia che la direzione di Ferrari crisi, ma no a un certo punt. Vien da rispondergli, porta con s. Pesa una sorta di apparente doppia anicon altrettanta ovviet. Sar pur vero che durante un ma: accanto al presidente Ferrari, la direttrice Flavia naufragio, limportante salvare la pelle, ma no a Cristiano ha scelto di avere un prolo basso. E per un certo punto; se si scelto di fare il capitano, esempio, ogni volta che in pubblico si cercato un bene farsi uscire unidea di come uscire dal disastro. confronto sulla politica culturale del Centro, CristiaAltrimenti meglio passare la mano a qualcun altro. no si sempre dimostrata disponibile. Gaf si invece quasi sempre delato o mostrato irritato. Poi, c da dire che altre realt auto-orgaSpesso il Centro per il Libro, proprio per lostentata inerzia di Gaf nizzate come il Forum (alla riunione del Forum del libro a Matera per esempio), stato visto del libro o i Mulini come un ostacolo pi che un veicolo nei rapporti con le istituzioni a Vento sono state e sono dei veri riferimenti per una nuova legislazione sul libro. Spesso il Centro per il Libro, proprio per lostentata inerzia di Gaf (alla riunione del Forum del libro a Matera per esempio), stato visto come un ostacolo pi che un veicolo nei rapporti con le istituzioni. 7 Questa associazione esiste? Io non ne ho mai sentito parlare.
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Cerco in Italia scrittori che abbiamo cose da dire

Esce un nuovo numero dedicato al nostro paese della rivista Granta, vivaio di narratori. Ne parla il direttore Freeman

Mario Baudino, La Stampa, primo maggio 2012

Granta, la rivista di cui direttore John Freeman dal 2009, generalmente considerata il palcoscenico mondiale pi importante per gli scrittori, soprattutto per i talenti emergenti, tanto da essersi diffusa in varie edizioni regionali, dalla Cina al Portogallo, senza dimenticare lItalia. Nata come un foglio studentesco a Cambridge nel 1889, ha lanciato poeti come Ted Hughes o Sylvia Plath, e pi di recente Salman Rushdie. la rivista di culto dove hanno scritto quasi tutti i grandi della letteratura anglo-americana. Qual il segreto della ricetta di Granta? Tutte le riviste letterarie corrono il pericolo di istituzionalizzarsi, di diventare un potere culturale

allinterno del mondo editoriale. Granta guarda anche allesterno di questo mondo, non focalizzandosi sulla sola letteratura, ma anche sulle inchieste, le memorie, i viaggi. Siamo uno spazio culturale dove pu succedere qualunque cosa. Anche in senso politico? Non siamo un giornale di informazione, ma ci sono molte storie il cui senso politico. Leggere un atteggiamento morale, e noi dobbiamo trattarlo a questo modo. Lei stato, ed , un critico letterario. Ora, da direttore di Granta, anche un editore. Sono due mestieri molto diversi? Non tanto. Il problema stimolare la gente in questo caso chi scrive a far bene. Il critico lintermediario

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fra lautore e il lettore, leditore aiuta lautore a realizzarsi pienamente. Io credo di poter assolvere a entrambi i compiti. Che criteri usa per giudicare? Come decide che uno scritto buono? come con le persone. A volte le ami, a volte no. I motivi sono molto diversi: per esempio centra il modo in cui si rapportano alla vita. Ci sono caratteristiche come la bellezza, lintensit, la passione, limpegno. Non c un solo modo di essere belli, o meravigliosi. C il modo in cui si pongono domande sul mondo, e tutte queste cose si percepiscono nella scrittura. Qual il suo rapporto con le edizioni in altre lingue? Io non parlo italiano, come non parlo cinese. Scegliamo gli editor di queste edizioni e ovviamente ci afdiamo alla loro sensibilit. Poi ci piacerebbe tradurre in inglese il maggior numero di testi. Non pensa che la letteratura e in genere lo scrivere si sia parecchio globalizzato e che gli scrittori tendano ad assomigliarsi sempre di pi? Le differenza tra le culture esistono, anche se si

vanno riducendo. Spero di trovare ottimi scrittori italiani che siano agevoli da tradurre, senza che per questo smettano di essere italiani. Ma che cosa cerca Granta, in particolare? Le differenze o le somiglianze? Diciamo che mi piacerebbe incontrare il prossimo Alessandro Baricco. Gli scrittori devono trovare la loro strada. Facciamo lesempio delle scuole di scrittura. Sono importanti, ma naturalmente c il rischio che producano un gran numero di scrittori che non hanno nulla da dire. La gente che ha veramente qualcosa da dire decisamente poca. Mi rendo conto che queste parole non suonano particolarmente democratiche, ma cos. Non le sembra che da qualche tempo a questo parte la gente che ha veramente qualcosa da dire sia sistematicamente esclusa dalle classifiche? In passato non accadeva. Dipende dalla denizione che si d di gran scrittore. Prendiamo Jonathan Frenzen o Toni Morrison. Sono ottimi scrittori, e vanno in classica. Certo, nel mercato inglese non vediamo in buone posizioni scrittori come Gunther Grass o Nadine Gordimer. Gli intrattenitori prevalgono sugli autori pi losoci.
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La sda del dilettante

Edoardo Nesi: Salviamo i libri con unidea folle come il cashmere in lavatrice

Antonio Gnoli, la Repubblica, 3 maggio 2012

Devo riconoscere che Edoardo Nesi riesce a sorprendermi. E non per quel sico prestante, da mangiafuoco, che nasconde lanimo dello scrittore di talento. Sorprende per quella sua genuina follia che sembra animare i prossimi progetti, del resto gi annunciati dalla Fandango. Lautore di Storia della mia gente (premio Strega 2011) il nuovo coordinatore della casa editrice fondata dal produttore cinematograco Domenico Procacci. Fandango libri un oggetto un po misterioso. Finora ha sculettato con seducente grazia. Ha prodotto qualche bella iniziativa. Ha quel cavallo di razza che risponde al nome di Sandro Veronesi, un gruppo di teste libere (e un po matte) che sanno muoversi con tempismo

tra narrativa e saggistica (bellissima la serie dei Paris Review). E poi c Alessandro Baricco. Ci sono i bravissimi Mario Desiati, Luca Pavolini, Laura Paolucci. Insomma: ti aspetteresti sfracelli. Magari li avrebbero fatti a Londra o a New York. Ma qui stentano. Ecco allora lidea di prendere Mangiafuoco e gettarlo nellarena. Tra i leoni della crisi che stanno sbranando leditoria italiana. Caro Nesi, chi glielo ha fatto fare? Bella domanda. C alla Fandango la pretesa, inconsueta e forse ingenua, che lo scrittore riesca alla ne a saperne di pi del professionista che nei libri ci lavora da una vita.

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I libri non basta saperli scrivere, bisogna anche saperli vendere. Allora mettiamola cos: non so se uno scrittore sia la scelta giusta per guidare una casa editrice, ma sono stato anche un po imprenditore e lo rimango sempre. Perci quello che vorrei fare mettere insieme alcuni punti di forza che ci sono alla Fandango e farli crescere. A quali pensa? Intanto al fatto che nella Fandango c un gruppo di scrittori Veronesi, Baricco, Lucarelli e altri in grado di portare qualcosa di pi del semplice suggerimento su un libro da pubblicare o su una prefazione da scrivere. Li ha sentiti, consultati, prima di gettarsi in questa avventura? Ho parlato separatamente con ciascuno di loro, tranne che con Lucarelli che imprendibile. Ho chiesto di dirmi fuori dai denti cosa ne pensassero. Mi hanno incoraggiato. Il progetto piaciuto. Mi pare il minimo. In concreto cosa accadr? Baricco per esempio continuer a dare i suoi libri pi importanti alla Feltrinelli? Con Alessandro siamo amici. Ma non posso dirgli: da domani i libri che scrivi li dai a me. Non funziona cos. E come funziona? Devi dimostrare di meritarteli i libri degli altri. Devi saper competere. Lei, Nesi, un autore Bompiani. Continuer a scrivere per quella casa editrice? Vorrei essere chiaro: per me conta molto il rapporto personale. Sono legato pi che alla Bompiani al suo editor, Elisabetta Sgarbi. Ed un rapporto stretto. Nato anche dal fatto che lei non ha mai fatto storie, anche quando i miei libri vendevano tremila copie. E se ora ne vendo trecentomila, non sar certo io a dirle addio. Ai miei occhi contano molto la coerenza e la fedelt. Ma non vorrei parlare di questo. Parliamo allora della nuova sigla che lei diriger: la Fandango Editore, che afanca la Fandango Cinema.

un piccolo gruppo editoriale che Domenico Procacci ha messo insieme con grande fantasia. Si compone oltre che dalla Fandango da Coconino Press, Alet, Playground, Orecchio Acerbo e BeccoGiallo. Si spazia dalla narrativa alla saggistica, al fumetto, al graphic novel, ai libri per linfanzia. Che fatturato complessivo produce tutto questo? Fandango libri da sola oscilla tra un milione e otto e due milioni di fatturato. Le altre, tutte assieme, un po pi di un milione. Bene. Lei scende in campo per fare concretamente cosa? Innanzitutto cercher di spiegare che non sono il lupo cattivo che vuole cambiare tutto. Il mio compito non di snaturare lesistente. E allinizio vorrei soprattutto ascoltare gli altri. Lei si sta dimostrando un maestro del dribbling. Le faccio una domanda pi diretta: Mario Desiati continuer a dirigere la narrativa italiana? Assolutamente s. un punto di forza della casa editrice. Come del resto lo Tiziana Triana per la saggistica. Io svolger un ruolo di coordinamento del gruppo. Non sono qui a imporre i libri da pubblicare. Vorrei per provare a dare un senso pi industriale al gruppo senza stravolgerne lidentit. Vorrei una maggiore attenzione agli utili. Oggi quasi tutte le case editrici sono in perdita. E cominciano a tagliare sui costi. Lei che far? Per lavorare semplicemente sui costi non cera bisogno di una gura come la mia. Taglieremo, se ci sono, le spese inutili. Non vogliamo mandare via nessuno. E ritengo che lobiettivo fondamentale sia lavorare sul prodotto, cio sul libro. Ha gi unidea di cosa vorr pubblicare? Intanto una maggiore attenzione al contemporaneo. A volte c un gran ritardo tra pensare il libro, scriverlo e il momento in cui nisce nelle mani del lettore. Ma un libro che approfondisca un argomento ha bisogno di tempi anche lunghi. O sta pensando allInstant Book? un genere che a me non piace. Se si ragiona sul
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contemporaneo, che non necessariamente lattualit, occorre sapere che ci deve essere un nesso forte tra largomento trattato e la realt. Pensi a quanto poco sia esplorato il mondo dei giovani. Di solito lo si conna sotto unestetica incomprensibile, provocatoria o marginale. Vorrei che si cominciasse a prestare maggiore attenzione a quelle voci che a noi sembrano arrivare da un altro pianeta. Poi, concretamente c la nuova collana di biograe che partir alla ne di maggio. un genere molto anglosassone che in Italia non ha un grande riscontro. Lo so. Per ora faremo tre libri no alla ne dellanno. Molto accurati, con traduzioni che in futuro vorremmo fossero quasi sempre di scrittori. Cominciamo con Timothy Leary, Jane Manseld e Axl Rose, il leader dei Guns NRoses. Quando dice: un nesso tra largomento e la realt a cosa pensa? Anche a quelle suggestioni che il reale provoca. Una storia, poniamo, come quella del comandante Schettino, ora che la situazione si calmata, messa in mano a uno scrittore sarebbe un racconto straordinario. Oppure mi viene in mente il Trota: una meravigliosa tragedia greca nella vischiosit lombarda di oggi. Ci concentriamo moltissimo sul futuro del libro, lebook eccetera. Giustissimo. Ma in libreria, o nei cataloghi che trovi in internet, io voglio delle storie che mi appassionino e mi rappresentino. Ma il pubblico di lettori al quale pensa quello che legge i suoi libri? No, perch quelli che leggono i miei libri sono spesso persone che perno difcile denire lettori. Gente che magari compra un libro lanno e ha saputo da canali diversi da quelli consueti che un signore ha raccontato una storia su una comunit spossessata dalla crisi economica. A proposito di crisi, quella del libro non scherza. Non le sembra che abbia poca esperienza per affrontare un periodo cos difcile?
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Posso dire che dalla decadenza del tessile, impresa dalla quale provengo, ho imparato qualche lezione. La prima che a un certo punto le strade consuete come ti hanno portato al successo, cos improvvisamente ti possono condurre alla rovina. La capacit di prevedere e rinnovarsi fondamentale. Credo che valga anche per leditoria. Poi, quando si comincia unimpresa si compie un atto di suprema irrazionalit. Nessuno sa in anticipo se andr bene o male. Occorre essere umili, pratici e anche un po folli. La sua azienda tessile era di Prato. Lha ceduta quando? La mia famiglia lha venduta nel 2004. Prima della vera crisi. So che chi lha acquistata lha messa questanno in liquidazione. Cosa prova? Tristezza. La crisi ha divorato molte cose. Posso dire di essermi salvato facendo anche altro. Scrive romanzi, ha girato un film, ha fatto lassessore, ha tradotto Infinite Jest di David Foster Wallace. Non si risparmiato. No, se per questo ho tradotto anche Stephen King e Ken Kalfus. Sto nendo la traduzione de Il grande Gatsby. E ora il salto dallaltra parte: nelleditoria attiva. Si sente pi un kamikaze o un dilettante di talento? Le racconto un fatto. Mio suocero cominci a fare tessuti negli anni Sessanta. E allora tutti facevano le stesse cose. Tutti lavoravano con la anella. Lui un giorno prese una gabardina di cashmere, che si fece tessere dai suoi telai, e la butt in lavatrice. Sei un pazzo, un dilettante! gli gridarono. E volevano impedirgli di rovinare un tessuto. E invece? E invece da quel gesto nacque quellaspetto un po lavato che diventato un classico. E oggi c ovunque. Nessuno sa chi lha inventato. Fu mio suocero. I kamikaze sono stupidi: fanno contemporaneamente male a s stessi e agli altri. Meglio essere un buon dilettante. Come mio suocero, spero.

Libri stregati

Alessandro Piperno: Macch scrittore controverso: non sono Cline

Antonio Gnoli, la Repubblica, 5 maggio 1012

Lunderstatement di Alessandro Piperno ha qualcosa di invidiabile. Appare sereno. Corazzato. Indifferente al mormorio letterario che lo avvolge. Non mostra, nellarrendevole adattarsi alle circostanze, nessuna ansia. Limmagine dello scrittore risolto non incrinata neppure dal fatto che Inseparabili (seconda parte di un dittico) non abbia venduto forse quanto leditore sperava. Anche la partecipazione allo Strega, premio ricco di insidie e contraccolpi, non produce in lui particolari turbamenti. Piperno un fumatore di pipa. Strumento proverbialmente impugnato da chi del proprio carattere tende a esaltare la riessivit e una certa lentezza. Rispetto alle altre volte in cui ci siamo incontrati mi appare meno teso. Se mi consente, meno nevrotico.

Malgrado le cose si muovono attorno a me, non vivo una grande tensione. Ho imparato negli anni, in cui ho elaborato la mia narrativa, che la cosa pi sana da fare concentrarsi su quello che devi scrivere e non su ci che hai scritto. Per cui non mi sono soffermato a pensare a quello che accaduto. E poi, sono contento del dittico Il fuoco antico dei ricordi che, insieme a Con le peggiori intenzioni, considero una specie di trilogia della mia giovinezza. Del resto, questanno ho compiuto quarantanni. Unepoca della mia vita si chiude. Sotto quale segno? A giudicare da quello che ho scritto, sotto Saturno.

Allude a una malinconia di fondo? Pi che ad essa, penso che ci che scrivo sia un impasto di sarcasmo, risentimento, nichilismo con una punta di sentimentalismo. Sono i tratti che mi dominano. Che lei proietta sulla famiglia. S, ma come tutti quelli che scrivono contro la famiglia credo di essere un familista. Il mondo che metto in scena quello del familismo amorale. Non c il rischio che questa cruda descrizione dellesistente per quanto ben raccontata dia fastidio a quei lettori che poi rinunciano a comprare i suoi libri? La narrativa seria, salvo qualche rara eccezione, non mai edicante. E ho la sensazione che il problema della commerciabilit dei libri sia pi un argomento per leditore che non per lautore. Detto questo, credo di vendere abbastanza. Non mi sora lombra del fallimento. Enzensberger ha fatto il bilancio dei suoi flop. Il vero fallimento per uno scrittore sostiene non tanto non vendere, quanto quello provocato da tutti i libri che ha rinunciato a scrivere. Non sono totalmente daccordo. Il fallimento di uno scrittore non dipende da tutto quello che non ha scritto, ma da ci che ha scritto e che forse non doveva scrivere. Diciamo che lidea di Enzensberger deliziosamente estetizzante. Mi ricorda Baudelaire che per tutta la vita ha fatto progetti mai o parzialmente realizzati. Per la paura del fallimento lha un po condizionata dopo luscita del primo romanzo. un atteggiamento umano comprensibile. Avvertivo la pressione su di me. Ma una percezione da cui spero di essermi liberato. E lo Strega, al quale ha deciso di partecipare, non crede che riproporr proprio quelle pressioni insidiose? Che dirle? Mi sento moderatamente tranquillo. Dico moderatamente, come pu stare, davanti al pi importante premio letterario italiano, un individuo tendenzialmente schivo e nevrotico. Conosco la gioia
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della vittoria e la volutt della scontta e so che entrambe sono, grazie al cielo, efmere. Sono pronto a qualunque risultato. Lei sa che lo Strega un premio in cui gli editori contano pi degli autori. Tra un po si dovr decidere la cinquina. C lei, portato dalla Mondadori, sicuramente Carofiglio e Trevi. Poi spunta il nome di Fois per Einaudi. Possibile che due case editrici, dello stesso gruppo, rischino di farsi la guerra sottraendosi voti? una cosa sulla quale non ho riettuto. Lo faccia ora. Prova che le case editrici dello stesso gruppo sono abbastanza indipendenti. Einaudi ha diritto di presentare chi vuole. E poi quella delle candidature una partita che uno scrittore ben intenzionato deve guardare con un po di distacco. Come nata la sua candidatura? Di comune accordo con leditore. Mondadori convinta di avere un buon libro e di poter ambire a vincere lo Strega. Mi ha chiesto se mi interessava, tenendo conto che il premio comporta diverse cose da fare. Ho accettato. Non ritiene che la vittoria dello Strega non le cambierebbe molto la vita, anche se un po gliela migliora, ma che se lo perde pu farle molto male? un premio con dodici candidati. Cinque arriveranno in nale. Perch una mia eventuale scontta dovrebbe essere una catastrofe per me? Perch se Piperno vince, si dir era scontato che vincesse, visto che dietro c Mondadori. Se Piperno perde comincer il gioco mediatico: che i suoi libri non sono adatti, troppo amorali, che lei non simpatico, che lei divide eccetera. Non che il mio editore mi ha detto vai e vinci. Semmai: vai e prova a vincere. Sono un personaggio che divide? la mia storia, sia che vinca o perda lo Strega. Temo, effettivamente, di essere un scrittore controverso. Non che lidea mi piaccia. Perch mi fa pensare a una gura un po ridicola. Altri erano i veri scrittori controversi: Pound,

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Cline, oggi Houellebecq, anche se in lui, accanto allindubbio talento letterario, ci sono elementi un po grotteschi per mancanza di ironia o per un non sufciente orrore di s stesso. Lei pu apparire come uno scrittore anomalo. Non che partecipa allo Strega anche per un desiderio di normalizzazione? Le assicuro che la mattina quando mi metto a scrivere con aubertiana pedanteria mi sento tuttaltro che anomalo. Quello che mi dice, mi viene ogni tanto restituito dagli altri. La verit che sono uno scrittore italiano che pubblica per una grande casa editrice, che percepito come tra i pi noti della sua generazione e che prova a vincere lo Strega. Ma per vincerlo forse non dovrebbe uscire un po dal suo carattere? Vuole che dica cose edicanti? E poi, non sono un uomo intraprendente. Mi rendo conto che per partecipare allo Strega uno come me debba lottare contro il proprio devastante fatalismo, ma certamente non chiamer nessuno degli amici della domenica per chiedere loro il voto. Non ho idee strategiche. Ma vorrei rimanere nel perimetro delle cose dignitose. E occuparmi semmai del mio prossimo romanzo. Ci sta gi lavorando? Sono in una fase embrionale. Credo di avere in mano una storia abbastanza forte con un paio di titoli che mi frullano in testa. Quali? Uno mi piace molto ma ricorda un precedente romanzo di Graham Greene: La ne della storia. anche il titolo di un celebre libro di Fukuyama. In realt proprio ad esso che si riferisce. Per traslato in un romanzo che dovrebbe essere una storia damore con qualche implicazione ironico epocale. E laltro titolo, particolarmente adatto ai discorsi che abbiamo fatto nora, potrebbe essere Pubblici infortuni.

Bello, un po le somiglia. Ma la storia damore un genere molto scivoloso. Lo so, difcile. A me aveva colpito molto il romanzo di Vargas Llosa Le avventure della ragazza cattiva. Cimentarsi oggi con un romanzo damore una grande sda. Osservava George Steiner che lunica storia damore credibile del Ventesimo secolo Lolita. Lo penso anchio. difcile dopo Madame Bovary e Anna Karenina scrivere qualcosa di avvincente. Vorrebbe creare una storia senza edulcorazioni? La mia vorrebbe essere una storia estrema. E probabilmente, come tutte le storie estreme, rischia il ridicolo. Prima accennavo a Houellebecq. Qual il problema dei suoi ultimi libri? Il fatto che si presenti come uno scrittore estremo. E purtroppo oltre lestremo c spesso solo qualcosa di tendenzialmente ridicolo. Lei lo chiama estremo e non limite. C una differenza? Credo che il romanzo estremo sia senza ritorno. Bisogna difdarne. Per lattrae. Mi attira la dimensione non edicante che c nel gesto estremo. Ed disposto a correre il rischio del ridicolo? Lo scoprir scrivendo. Ho la sensazione che stiamo vivendo in unepoca ubriaca del politicamente corretto. Vedo in giro una quantit spaventosa di romanzi edicanti e di scrittori che fanno la lezione col ditino alzato. Rimasi motto turbato quando usc negli Stati Uniti Le benevole di Jonathan Littell. Un libro importante, sbertucciato e ridicolizzato dalla critica americana. C qualcosa che non va. Nabokov oggi avrebbe pi problemi a pubblicare Lolita di quanti non ne incontr a suo tempo. Teme per il suo romanzo estremo? Beh, me lo faccia almeno scrivere, poi ne riparleremo.

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Lalgoritmo dellego. Cos il self-publishing travolge leditoria

Viene meno la mediazione qualicata. Spazio a marketing e narcisismo di massa

Paolo Di Stefano, La Lettura del Corriere della Sera, 6 maggio 2012

Si parla sempre pi di ebook, ma sembra che la battaglia tra la vecchia e la nuova editoria si giochi su unaltra questione cruciale: il cosiddetto self-publishing. Perch il meccanismo digitale che conduce allautopubblicazione fondato davvero su una mentalit nuova rispetto a quella tradizionale. Ne parla Marco Ferrario, fondatore, nel 2010, della libreria di libri digitali BookRepublic: Il self-publishing nel contesto digitale una modalit di pubblicazione alternativa rispetto al tradizionale passaggio attraverso leditore: ti mette a disposizione una piattaforma per pubblicare online il libro che hai nel cassetto. Non questo, per, laspetto principale del self-publishing secondo Ferrario. Il vantaggio maggiore per gli autori gi affermati che vendono centinaia di migliaia o milioni di copie: mentre Random House pubblica il loro libro tra i quattro e gli otto mesi dopo la consegna e offre il 15 per cento su ogni copia venduta, Amazon assicura luscita immediata e garantisce allautore il 70 per cento di diritti. Certo, converrebbe a chiunque, anche se il prezzo di copertina online inferiore

a quello della libreria. Ci sono autori che nascono dal self-publishing e che poi vengono proposti su carta: il caso ben noto di Amanda Hocking. Per avere successo, continua Ferrario, bisogna da una parte crearsi una reputazione in rete, essere molto attivi nei social network, in modo che quando poi sbarchi su Amazon per proporre i tuoi libri, i lettori gi ti conoscano. A quel punto, indispensabile attivare un lavoro di contatti negli store digitali: Ci sono tecniche molto sosticate per guadagnare visibilit, per esempio per entrare nelle classiche di Amazon. Unattivit di autopublishing: dallautoediting allautomarketing, tutto va fatto in proprio utilizzando la piattaforma digitale. Il risultato che nel 2011 i libri autoprodotti presenti nella top ten mensile di Amazon erano dagli 11 al 26. Come pu succedere? Facile: Amazon li propone in esclusiva e dunque punta soprattutto su quelli, perch non sono vendibili altrove. E gli altri stanno a guardare? Non proprio. Penguin (con Book Country) e Harper Collins, per fare solo due esempi stranieri, mentre in Italia si muovono, tra gli altri, Mondadori, Gems e Feltrinelli. (p.ds.)

Il famoso linguista russo Roman Jakobson individuava, nella comunicazione, la coesistenza di sei funzioni essenziali: quella artistica o poetica, riguardante le scelte di lingua e di stile, era nora la componente che deniva meglio di altre il livello e il valore letterario di unopera. La comunicazione digitale, non c dubbio, enfatizza da una parte quelle che Jakobson chiamava la funzione emotiva e la funzione conativa: la prima concentrata

sui sentimenti e sulla spontaneit dellemittente, la seconda sulla gura del ricevente. Spesso, nello scambio in rete, emittente e ricevente niscono per confondersi e per coincidere in un meccanismo autoreferenziale; c poi la funzione ftica, di contatto, quella che mette in evidenza il canale, cio internet, il web eccetera. Su queste tre funzioni prevalenti si gioca per lo pi linterazione online. Perch lio trion, si tratta di moltiplicare al massimo i propri

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te chiuso. Ma appena un libro si muove, scattano contatti, non importa in che modo (funzione ardegli algoritmi che moltiplicano leffetto in modo tistica), non importa loggetto della comunicaziotale che si va formando unaggregazione di gusto ne (funzione referenziale), tanto meno importa la non pi determinata dalla volont di un editore ma grammatica della lingua utilizzata (funzione medallambiente stesso che prola il libro, lo comunica talinguistica). Il self-publishing rappresenta forse il sempre di pi e ne determina il successo spontaneo. momento apicale di questa comunicazione dimezza una specie di passaparola algoritmizzato, perta. Ne parliamo con Gian Arturo Ferrari, presidente ch al primo manifestarsi di una tendenza, questa del Centro per il Libro; con Gianandrea Piccioli, propensione viene immediatamente accentuata. Su direttore editoriale di lungo corso presso Rizzoli e questo meccanismo si costruita unideologia: fonGarzanti no al 2003 e ora osservatore esterno del dandosi su scelte effettuate dal basso e non dallalto, nuovo mondo del libro; con Andrea Cortellessa, criil mondo digitale, per esempio quello dei libri, viene tico letterario e saggista, redattore di Alfabeta2 e tra ammantato di democrazia a fronte dellautoritarigli animatori del gruppo Generazione Tq. smo tradizionale. Ferrari: La funzione generale delleditoria no a oggi stata quella di mediare tra gli autori-produtA questo punto, per, si innesta unobiezione radicale: tori e i lettori-fruitori. Questa funzione, per come la cosiddetta disintermediazione snatura e svilisce il si evoluta, ha generato unindustria. Con il selfcompito tradizionale delleditore. un ruolo che non publishing lautore non entra in contatto diretto serve pi alla societ? con il pubblico, perch leditore viene sostituito da Piccioli: Lo status di pensionato dovrebbe esimermi una gura che dispone di una piattaforma capace dal sospetto di corporativismo, spero. Penso infatti di creare il contatto con il lettore. Cambia il ruolo, che il ruolo delleditore, anche di quello pi cinicaperch la modalit di intermediare completamente mente commerciale, sia ancora insostituibile. Non diversa. Leditoria classica era fondata sul fatto che solo per la responsabilit della scelta, che oggi, nella latto di rendere pubblico (to publish) aveva un cotarda modernit difdente dei grandi progetti, non sto molto alto, un investimento che lo scrittore non mai solo culturale, inutile fare i bovaristi culturali: poteva permettersi. Dunque leditore si dava e inogni scelta editoriale frutto di un compromesso vestiva per lui traducendo la scrittura in inchiostro, fra conto economico, condizione del mercato, esicarta, stampa eccetera. Con il libro digitale, questo segmento non c perch il rendere pubblico non ha pi un Oggi il gestore guadagna per la disponibilit costo: posso rendere che offre allautore, non perch investa su di lui. Lidea che il mio pubblico un mio scritlibro entra cos in un circuito in cui ci che accade spontaneo, to senza spendere un come se si realizzasse una specie di esperimento di selezione solo euro, ma quel mio naturale in un ambiente chiuso scritto entra nel caos universale della rete, mentre se lo afdo ad Amazon accede in genze commerciali. Per leditore un collaboratore una specie di mega-negozio virtuale molto potente. dellautore, lo sostiene, spesso anche psicologicamenOggi il gestore guadagna per la disponibilit che ofte, lo consiglia, gli propone temi o correzioni di svifre allautore, non perch investa su di lui. Lidea che luppi narrativi. Basta pensare, per citare una persona il mio libro entra cos in un circuito in cui ci che che tutti rimpiangiamo, a Grazia Cherchi: ancor oggi accade spontaneo, come se si realizzasse una specie molti noti scrittori la ricordano con riconoscenza. Il di esperimento di selezione naturale in un ambien17

re in primo piano e che cosa relegare sullo sfondo della comunicazione. Questo gi avviene con i libri di carta, ma lincremento del digitale moltiplica il potere del commerciale, mentre viene completamente abbattuta la funzione delleditore, a cui secondo me invece bisognerebbe tornare, visto il caos indifferenziato promosso dalla rete: una funzione di indirizzo e di progetto. Il fatto che gli editori tradizionali investano nel self-publishing signica che hanno abdicato Il self-publishing nasce anche, credo, sullonda di una leggenda, al ruolo, alla selezione, che cio gli editori scelgano in base a raccomandazioni, camarille, alla proposta di contepressioni varie di cerchie intellettuali chiuse e impenetrabili. nuti e stili, che una la classica reazione di chi si sente riutato, non accetta la propria forma di potere, certo, mediocrit e vive il riuto come un affronto ma anche lessenza del mestiere. Procedendo su questa strada, la letteratura diventer un passatempo per ricchi che possono permettersi niente che minimamente meriti resta impubblicail self-publishing o per persone ricche di contatti e to. Personalmente ho riutato libri che poi, magari di comunicazione online. C un social networking a distanza di qualche anno, ho visto uscire da altri aggressivo che da una parte comporta la disintermeeditori (ma non per questo ho rimpianto la decidiazione degli editori, dallaltra produce una iperinsione). Si potrebbe interpretare il fenomeno anche termediazione commerciale. Il self-publishing occome la manifestazione clamorosa del narcisismo cuper sicuramente una quota crescente di mercato di massa, di cui la rete moltiplicatore inesauribile. ma io non sono un catastrosta e non credo che arO come una sorta di spin off tecnologico del mito rivi a sostituire del tutto il nostro modo di fare libri. dello spontaneismo, che uno del frutti bacati degli Per indicativo dellideologia e della demagogia anni Settanta del secolo scorso. Intendo dire che il che circolano: un colpo micidiale alla credibilit e self-publishing ha anche un risvolto psicologico e alla dignit delleditoria che ha sempre fatto cultura sociologico da non sottovalutare. Poi naturalmente in questo paese. Siamo in presenza di una mutaziogli editori, terrorizzati dalla paura di perdere il trene genetica. no, ci mettono del loro, a partire dal marketing. Cortellessa: Colpisce non tanto che le persone vo il prezzo della democrazia della rete, che non tollera gliano pubblicare a pagamento, ma la disintermeautorit e gerarchie diazione furibonda che caratterizza la rete. vero Ferrari: In certa misura la rete davvero democrache il web, per certi versi, uno strumento capace tica: gli editori in qualche modo imponevano i loro di abbattere le caste e i potentati: per la diffusione gusti, mentre nel web nessuno impone pi niente. Il della poesia, per esempio, si sono creati movimenti paradosso per che quella funzione oggi la svolgoe iniziative che gli editori non potrebbero sopportano i detentori delle piattaforme: sono loro ad avere re. La rete offre notevoli potenzialit, ma si trascura in mano il pallino. Ma laspetto pi sinistro che il fatto che pi si pubblica online e meno si riesce esiste un solo operatore mondiale, Amazon: un ad arrivare ai contenuti. In questo contesto, il ruolo meccanismo pi che monopolistico. Un paradosdel marketing delle case editrici viene sempre pi so. Il massimo della democrazia, in cui tutti sono esaltato, perch l che si decide che cosa metteself-publishing nasce anche, credo, sullonda di una leggenda, che cio gli editori scelgano in base a raccomandazioni, camarille, pressioni varie di cerchie intellettuali chiuse e impenetrabili. la classica reazione di chi si sente riutato, non accetta la propria mediocrit e vive il riuto come un affronto. Ma gli editori ricevono centinaia di manoscritti illeggibili. Poi magari sbagliano nelle scelte, per davvero
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esempio, che dalla selezione dei testi sacri alla procontemporaneamente produttori e fruitori, gestiduzione contemporanea sempre vivo; e ancor pi ta da un gruppo piccolissimo di iperscienziati che quello del giudizio di valore. Vale a dire: come si tengono le redini non dei contenuti ma del canale: forma oggi il valore culturale? Chi stabilisce, e attranon un sistema orwelliano, perch i detentori del verso quali vie e quali strumenti, le regole dellecosapere vero sono quelli che controllano la macchinomia culturale? Chi decide, in mancanza di Giulio na e la migliorano per rendere pi democratico il sistema e assicurarsi sempre pi protti. un paraII o del gruppo di Bloomsbury e in presenza di un dosso. Inoltre, no a prova contraria, difcile che i sistema scolastico e universitario minimamente devecchi editori si possano convertire alla piattaforma cente e di un mercato globalizzato, che un romanzo, digitale, perch siamo di fronte a una funzione e a un lm, un disco di musica classica, una canzone, un modello di business diversi che richiedono know un quadro vale? Solo il successo di mercato? O la how completamente nuovi e molto rafnati: mentre i pubblicit? O le classiche dei pi venduti, dove vecchi editori sono entit essenzialmente nazionali e qualit e quantit pretendono di coincidere, come monolingui, queste nuove gure sono naturalmente il reale e lideale nel sistema dellidealismo trascenglobali. In pi il concetto fondamentale del self-pudentale? Dato che non credo a un valore in s, meblishing, la totale neutralit per un numero di accessi tasicamente intrinseco nellopera, penso che in potenzialmente innito, richiede apparati di governo una societ pluralista, con un consumo culturale molto efcienti ma a loro volta neutrali. ovvio che uniformato a livello planetario e insieme segmentaquesto meccanismo nega la possibilit di esistenza di to in nicchie minoritarie, spesso alternative, il vaqualsivoglia giudizio di valore. La categoria del giulore non consista nellaura perduta dellautenticit dizio non c pi: non si prevede pi lesistenza di un ma venga stabilito dal gruppo che fruisce e accoglie esperto, di un professionista che ne sappia di pi dela proposta dellautore e risponde alla sollecitazione. gli altri o di un orientamento dallalto. Il self-publiCome a teatro, dove il coro del pubblico partecipe shing attraente perch non prevede nessun giudizio invera dentro di s lazione drammaturgica e se ne fa esterno: sono io che produco la storia della mia vita, responsabile. Naturalmente ogni gruppo, globale o della mia infanzia o della mia famiglia senza nessun piccolissimo, si riconosce in base alla propria cultura vincolo e nessuna vergogna. Non sono sottoposto a e ai propri gusti. Di qui la necessit inderogabile di nessun ltro e sono legittimato a farlo dal meccauneducazione del gusto, che abitui a distinguere fra nismo stesso. Le motivazioni che stanno alle spalle di questi sistemi Il fatto che gli editori tradizionali investano nel self-publishing non hanno niente a signica che hanno abdicato al ruolo, alla selezione, alla proposta di che vedere con la culcontenuti e stili, che una forma di potere, certo, ma anche lessenza tura, semplicemente del mestiere. Procedendo su questa strada, la letteratura diventer un business. un passatempo per ricchi che possono permettersi il self-publishing o per persone ricche di contatti e di comunicazione online Diciamo allora che la rete e il self-publishing porteranno alle estreme conseguenze una tendenza gi presente da anni nelleesperienze estetiche e culturali che ci rendono spaditoria tout court: il giudizio di valore coincide con il esati, dilatando la nostra percezione del mondo e di risultato di mercato. noi stessi allinterno di esso, e prodotti che, allopPiccioli: Il self-publishing ripropone una serie di posto, ci confermano nella banalit del gi noto e problemi fondamentali e non risolti e forse non del quotidiano. E per questa educazione del gusto risolvibili: quello della formazione del canone, ad la scuola ha un ruolo assolutamente fondamentale.
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Cortellessa: Leditoria, come linformazione culturale, continua ad abbassare lasticella in nome di quel che vuole la gente. Una volta cera magari unidea classista per cui un editore o una pagina culturale imponevano una linea di alto livello; oggi c la volont di schiacciarsi su una presunta volont popolare, ignorando che c una minoranza che ci tiene alla sua distinzione e che va accontentata. Questa demagogia si insinua a livello di produzione, ma anche a livello di promozione, dunque sono le richieste del pubblico a creare il catalogo e a essere amplicate. deleterio che questo meccanismo, in cui la qualit un tab, si diffonda in modo gigantesco nella rete. Letimologia di qualit ha a che fare con la differenza, si lega a unidea di molteplicit delle specie. per questo che ritengo essenziale conservare la bibliodiversit, le differenze di quanta contrastano il pensiero unico della letteratura commerciale e aumentano la libert. Tutto questo stato messo a repentaglio dalla massimizzazione dei protti. Con 60 mila novit allanno difficile sostenere che non c bibliodiversit. Ferrari: Io, alla ne, a dire la verit, non so no a che punto il self-publishing avr un grande sviluppo e potr diventare un modello. Quel che pi mi preoccupa la divaricazione molto forte tra la produzione editoriale molto bassa, che ha un pubblico sempre pi vasto, e la produzione media o alta che

ha difcolta sempre maggiori e pochissimo spazio nei punti vendita e nei processi di comunicazione. possibile che il self-publishing nisca per alimentare ancora di pi la parte bassa. Cortellessa: vero che escono tantissimi libri. Il punto, per, non solo la produzione, ma la visibilit, laccesso e la vendita. Quante delle 60 mila novit arrivano in una libreria Feltrinelli? Negli anni Sessanta la percentuale di libri usciti che arrivavano in libreria era molto pi alta del coefciente attuale: quel che conta la possibilit che hai di arrivare sullo scaffale. In termini assoluti viviamo in una societ pi democratica, ma ragionare in termini assoluti deformante. Il fatto che il populismo mediatico si esteso alla societ e il livello di guardia ormai ampiamente superato: per fortuna si sono creati movimenti di opposizione molto interessanti. Negli ultimi due anni ho visto controspinte notevoli: gente che si d da fare con il volontariato culturale, nelle biblioteche, nei circoli di lettura, nelle scuole, con la consapevolezza che la lettura unattivit sociale e civica. Non sono daccordo con Walter Siti, il cui nuovo libro si intitola Resistere non serve a niente: penso che il degrado inarrestabile possa essere modicato remando contro e sperando che prima o poi ci siano delle zone in cui il usso rallenta e in cui il ciclo possa prendere una direzione opposta. Solo landare controcorrente ci rende umani.

Leditoria, come linformazione culturale, continua ad abbassare lasticella in nome di quel che vuole la gente. Una volta cera magari unidea classista per cui un editore o una pagina culturale imponevano una linea di alto livello; oggi c la volont di schiacciarsi su una presunta volont popolare, ignorando che c una minoranza che ci tiene alla sua distinzione e che va accontentata

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Peter Cameron
Linfanzia passata sentendosi solo nonostante una famiglia numerosa. Poi la scoperta della grande citt e del racconto, veri antidepressivi. Mentre il suo nuovo libro esce in Italia, lautore di Quella sera dorata si confessa: Ci che leggo mi inuenza molto pi di ci che vivo. Se per molti romanzieri la vita a trasformarsi in letteratura, per me vero lopposto
Benedetta Marietti, la Repubblica, 6 maggio 2012

in un piccolo appartamento bohmien sulla Decima strada, nel cuore dellEast Village, che Peter Cameron vive con Dinah e Ghita, i suoi due inseparabili cani dacqua portoghesi. l che abita da trentanni, da quando ventitreenne decise di lasciare il New Jersey e la famiglia catturato dal fascino delle mille luci di New York. Ed l che conduce unesistenza per sua stessa denizione stanziale e solitaria, scandita dalla scrittura di racconti e romanzi, lultimo dei quali, Coral Glynn, mercoled sar in libreria per Adelphi (traduzione di Giuseppina Oneto). Occhi acuti e penetranti, sorriso timido e gentile, modi educati, un imbarazzo palpabile a parlare di s, Cameron somiglia a molti dei personaggi schivi e riservati ritratti

nei romanzi che lo hanno reso celebre: come Omar, lingenuo sognatore di Quella sera dorata, o James, ragazzo malinconico e solitario, appassionato di arte e libri in Un giorno questo dolore ti sar utile, o la stessa insondabile Coral Glynn, una donna giovane e insicura, incapace di esprimere sentimenti complessi e contraddittori come lamore. In tutti i personaggi di cui scrivo c qualcosa di me, racconta Cameron mentre sorseggia un t seduto sul divano di casa, circondato dai cani. Ma solo dal punto di vista emotivo. I sentimenti che turbano James o Coral Glynn sono simili a quelli che provo io. Il loro mondo interiore non corrisponde a come appaiono dal di fuori. Spesso sono

mondo, risale a molto tempo fa. A Pompton Plains, in New Jersey, dove sono nato, ho avuto uninfanzia tradizionale. Mio padre era un banchiere e lavorava a New York, mia madre si occupava della casa e di noi bambini: io, le mie due sorelle pi grandi e mio fratello pi piccolo. Il fatto di avere una famiglia unita e affettuosa non mi ha impedito di sentirmi da sempre molto solo. Una sensazione che credo derivi dalla mia natura artistica ultrasensibile e dal fatto che sapevo di Tutti i miei libri nascono dal mio inconscio. un aspetto che non essere omosessuale ma posso controllare. Sono inuenzato molto di pi da quello che leggo non avevo accanto dei che non da quello che vivo. limmaginazione a guidarmi. modelli positivi che mi Se per molti scrittori la vita a diventare letteratura, nel mio caso aiutassero e mi sostevero lopposto: la letteratura che si trasforma in vita nessero nello sviluppo della mia sessualit. Non ricordo episodi particolari della mia infanzia che abbiano contribuito a farmi diventare ne. Non penso pi in termini di genere, siamo tutti uno scrittore. Ma fondamentale stata la lettura di persone. E lei forse il personaggio pi ottimista romanzi di grandi autori: da Barbara Pym a Anche ho creato perch alla ne del romanzo riesce a ton Cechov, da Muriel Spark a Elizabeth Bowen. superare il blocco interiore e, per la prima volta, a Rimangono nitidi nella mia memoria molto pi di fare una scelta di vita. tanti libri letti di recente. Considerato alla stregua di un classico per la proA otto anni Peter si trasferisce con la famiglia a sa limpida, elegante e senza tempo, per i dialoghi Londra, per via del lavoro del padre. Per la prima brillanti e per la profondit emotiva dei personaggi, volta mi sono trovato in una grande citt multiconosciuto anche per i lm tratti dai suoi libri (The culturale, molto pi stimolante rispetto alla proWeekend di Brian Skeet con Gena Rowlands e Brovincia del New Jersey. Ho frequentato lAmerican oke Shields, Quella sera dorata di James Ivory con School, una scuola creativa e allavanguardia, con Charlotte Gainsbourg e Anthony Hopkins e il restudenti provenienti da ogni parte del mondo. L cente Un giorno questo dolore ti sar utile di Roberto ho iniziato a scoprire lappagamento che ti d la Faenza), Cameron ammette che la scrittura per lui creativit, il piacere della lettura e il fascino della pura energia vitale. metropoli che permette di condurre una vita proScrivere mi d la possibilit di fuggire dalla quotetta dallanonimato. tidianit e di calarmi totalmente in altri mondi. Di Una volta tornato in America Cameron studia letvivere vite diverse, pi felici, solide e impegnate delteratura inglese allHamilton College, nello stato di la mia. una questione di sopravvivenza. anche New York, e inizia a scrivere poesie e racconti. Fila mia forma pi alta di realizzazione personale. Ci nalmente riuscivo a mettere in pratica ci che avevo metto molto a scrivere un libro. Per Coral Glynn ho imparato sulla potenza e la bellezza del linguaggio e impiegato cinque anni. E ogni volta che ne nisco dello stile. E cominciavo a rendermi conto che scriuno, ho paura di non essere mai pi in grado di scrivere era un antidoto alla mia innata infelicit. Terverne un altro. Del resto quando non scrivo sto male, minati gli studi, ritorna in New Jersey ma attraverso vengo assalito dalla depressione. Il malessere di Cala passione per il teatro scopre New York. amore meron, quella sensazione dolorosa di esclusione dal frustrati perch non riescono a esprimere s stessi e a dire la verit. I silenzi, le cose non dette, sono pi importanti di quelle dichiarate. Ma sarebbe sbagliato identicarmi del tutto con i miei personaggi. Per certi versi loro sono molto diversi da me. Con Cora Glynn, Cameron mette per la prima volta in scena una protagonista donna. Non lho trovato difcile. Credo che non ci sia differenza fra uomini e don22

La rassegna stampa di Oblique | maggio 2012

a prima vista e nell82 si trasferisce in questo appartamento sulla Decima strada. Negli anni Ottanta lEast Village era un posto molto cupo e inquieto, diverso dal quartiere affollato e borghese di oggi. Rimpiango la tensione e lenergia di quel periodo, i negozi e i ristoranti che frequentavo in quegli anni. Ora si sono tutti spostati a Brooklyn, ed difcile per me trovare negozi che vendano il necessario a prezzi contenuti. Ma un quartiere che non posso fare a meno di amare. Cameron viene assunto nellufcio diritti della casa editrice St. Martins Press, ma il lavoro si rivela un disastro. Ero un venditore terribile. Non leggevo i libri che dovevo proporre, solo quelli che mi piacevano. Cos mi sono licenziato e ho cominciato a lavorare nellamministrazione di una Onlus di protezione ambientale: The Trust for Public Land. Nel frattempo comincia a mandare al New Yorker i suoi primi racconti e riceve commenti incoraggianti. Il primo esce nel 1983, negli anni a seguire ne verranno pubblicati altri dieci. Nel 1990 Cameron cambia lavoro e si sposta alla Lambda, unorganizzazione in favore dei diritti civili degli omosessuali e di persone sieropositive. Era la cosa giusta per me. Lavoravo tre giorni alla settimana e avevo abbastanza tempo a disposizione per scrivere. Dopo aver insegnato per parecchi anni, da poco ritornato a lavorare part-time per il Trust for Public Land. Il mestiere di scrittore unattivit solitaria e io ho bisogno di comunicare con altri esseri umani. I colleghi di lavoro sono persone interessanti e stimolanti e hanno il vantaggio di lasciarti libero emotivamente: non sono familiari o amici, non ti caricano di responsabilit affettive. In unaltra direzione si muove la sua terza attivit lavorativa, la Wallower Press, una piccola casa editrice che ha fondato nel gennaio 2010. Pubblico in edizioni limitate di dieci copie racconti miei e di scrittori che amo, come James Lord o Denton Welch. Ogni libro viene da me editato, disegnato e realizzato a mano. unoccupazione che mi diverte e mi rende felice, il fatto di creare qualcosa con le mani un antidepressivo e bilancia il lavoro intellettuale. Peter Cameron nisce il suo t e, mentre carezza a turno entrambi i cani, si illumina parlando delle sue passioni: i libri che ha amato, il teatro, larte e

la fotograa (Ho visto la mostra di Cindy Sherman, non mi aspettavo che le sue fotograe fossero cos grandi), gli angoli prediletti di New York (La nuova High Line un luogo perfetto per passeggiare e rilassarsi), le librerie preferite (Strand sulla Broadway un posto speciale), la politica (Spero che Obama venga rieletto. Il secondo mandato gli darebbe la possibilit di agire con pi libert), i progetti futuri (Sto lavorando a un romanzo ambientato nella Finlandia di oggi). Ma quello che pi gli preme tentare di svelare il mistero che sta dietro al processo creativo: Tutti i miei libri nascono dal mio inconscio. un aspetto che non posso controllare. Sono inuenzato molto di pi da quello che leggo che non da quello che vivo. limmaginazione a guidarmi. Se per molti scrittori la vita a diventare letteratura, nel mio caso vero lopposto: la letteratura che si trasforma in vita.

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Editori globali

Penguin e Gallimard intervengono al Salone, in un incontro organizzato da Laterza, sul futuro della letteratura. Con opinioni diverse

Simonetta Fiori, la Repubblica, 9 maggio 2012

Due punti di vista opposti, langlosassone e il francese. Eppure si tratta di case editrici di eguale prestigio, da una parte la rivoluzionaria Penguin fondata negli anni Trenta a Londra da sir Allen Lane, dallaltra il glorioso marchio di Gallimard, titolare duno dei migliori cataloghi del mondo. Lidea di Giuseppe Laterza: allargare la discussione sui cambiamenti delleditoria globalizzata a due importanti voci europee. Il confronto mostra due visioni antitetiche, che in realt non sorprendono ma sono lo specchio di culture distanti, quella inglese liberista e insofferente ai lacciuoli sugli sconti, e quella francese assai pi protezionista verso le librerie, il libro e i suoi contenuti critici. Stuart Proftt, direttore editoriale di Penguin, legge la globalizzazione attraverso gli occhiali rosa. Non

abbiamo che da guadagnarci. I libri sono venduti meglio e raggiungono ogni parte del mondo. E gli editori fanno bene il loro lavoro, assai pi professionali dei loro avi di tradizione famigliare, letargici e anche un po gretti. Un entusiasmo tuttaltro che condiviso dal collega Eric Vigne, direttore della saggistica di Gallimard, il quale guarda con irritazione ai metodi commerciali tipici del modello anglosassone, destinati a promuovere mediocrit. E si pone il problema di come coniugare la grande letteratura e lalto pensiero con i formati delle nuove tecnologie. Perch il rischio, dice, che la Recherche possa diventare un tweet di Proust: Questa sera sono andato a letto tardi. Il confronto aperto.

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La nostalgia non serve, oggi i libri sono migliorati


Stuart Proftt, direttore editoriale di Allen Lane/Penguin

Uno dei cambiamenti pi rilevanti degli ultimi trentanni nelleditoria mondiale si vericato nella propriet delle case editrici: mentre una volta questa era nelle mani di singole persone, che fossero i fondatori dellazienda o i loro discendenti, oggi la maggior parte delle case editrici sono societ a capitale diffuso e parte di grandi gruppi aziendali. Quando la propriet era dei singoli, limpegno dellazienda di solito non andava oltre quello di mantenere la famiglia a un livello decoroso, lasciando i mal pagati collaboratori a dipendere economicamente da eventuali altre entrate personali. Al contrario, gestire una societ per azioni signica in ultima analisi soddisfare gli azionisti, i quali in genere sono interessati soprattutto alla crescita e ai dividendi. Il giudizio pi comune su questo cambiamento epocale che la ricerca del protto da parte degli editori ha preso il posto della ricerca del valore letterario. Ci porterebbe gli editori a pubblicare molta immondizia anzich perseguire il compito culturale pi elevato che il vero scopo dellattivit editoriale. Il giudizio di valore in n dei conti soggettivo, ma penso che si possa affermare in modo chiaro che uno degli effetti del passaggio nella propriet delle case editrici stato, in molti casi, la professionalizzazione. Complessivamente, i libri vengono venduti, pubblicizzati e immessi Complessivamente, i libri vengono venduti, pubblicizzati sul mercato in modo e immessi sul mercato in modo migliore di trentanni fa migliore di trentanni (almeno nel paese che conosco meglio, la Gran Bretagna) fa (almeno nel paese che conosco meglio, la Gran Bretagna).

In altre parole, gli editori sono diventati pi bravi nel mettere in contatto gli autori con i lettori. Come conseguenza del cambiamento avvenuto si pubblicano pi titoli, il che d maggiori possibilit di scelta ai lettori, e (almeno nei paesi che non hanno vincoli di legge) il prezzo dei libri in calo costante. Un altro effetto che gli editori hanno tratto vantaggio dalla rivoluzione nelle comunicazioni che ha avuto luogo nel medesimo periodo. Oggi la comunicazione avviene in un istante, non c pi bisogno di aspettare le lettere in arrivo o da inviare, e gli editori non sono pi obbligati a viaggiare per scoprire quello che succede in altri mercati. Gli editori devono quindi rispondere pi celermente, ma possono anche diffondere le loro idee pi rapidamente. La globalizzazione ha investito leditoria come quasi ogni altra cosa. Questi due cambiamenti, la commercializzazione e la globalizzazione, hanno avuto leffetto di amplicare ci che fanno gli editori. Gli autori (e ce ne sono di tanti tipi diversi) i cui lavori raggiungono larghe fasce di lettori e hanno un successo commerciale, lo fanno su una scala che non mai stata cos ampia, sia allinterno di un paese sia in tutto il mondo. Per altri versi raggiungere questo risultato pi difcile e c una zona intermedia che ne soffre. Siamo di fronte a una riduzione del pluralismo o della mediocrit? La risposta a tale questione dipende da ci a cui date pi importanza.

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tecnologie dovrebbero essere mezzi al suo servizio e non ni in s. Cedere su questo signica accettare che la comunicazione accelerata rimpiazzi linformazione matura, necessaria alla coscienza civile; seconda conseguenza lapplicazione al testo dei In un paese come la Francia che presenta lostaprocedimenti tipici della circolazione commerciale colo della lingua, gli effetti della globalizzazione dei beni efmeri: i metodi di commercializzazione sulleditoria sono soprattutto indiretti, e passano americani comportano un attacco al libro attraattraverso ladozione dei metodi commerciali del verso il meccanismo della distribuzione. Il modello quello della Anzich sostenere il libro nella sua specicit, che quella del produzione di massa: tempo lungo della formazione del pensiero nelluniverso della taglio dei prezzi, sconlettura comprensiva, la globalizzazione ha accelerato i tempi di ti e offerte, monopolio rotazione del prodotto libro, ha ridotto lopera a un contenuto fra delle catene di venditanti, destinato alle tecnologie dellistantaneo ta, abbandono brutale di qualunque prodotto se non circola abbastanza velocemente. Applicata al libro, la globalizzazione violazione modello anglosassone. Il solo esempio di effetto del diritto morale degli autori sulle opere, mancato diretto riguarda la letteratura straniera: la speranrispetto del diritto dautore (Google), sconto sui za che un titolo possa diventare un lm o una sele digitali o sui libri da parte di distributori che rie televisiva hollywoodiana porta a inondare gli non sono librerie e non si arrischiano a far scoprire scaffali delle librerie francesi di romanzi inglesi titoli non formattati per luniverso dellintrattee americani palesemente mediocri: non c connimento tv (Amazon) tutto questo, in un paese fronto con il livello stilistico e narrativo richiesto come la Francia che ha una legge sul prezzo sso, invece a un romanzo tradotto dallitaliano, dal indebolisce il lavoro che una casa editrice pu fare nlandese o dal coreano. Ma gli effetti pi insiinsieme alle librerie di qualit per equilibrare novit diosi della globalizzazione riguardano la concee catalogo, bestseller che durano un giorno e libri zione stessa delloggetto libro e la sua commerche invece esigono un tempo di vendita pi lungo. cializzazione. Anzich sostenere il libro nella sua Tocca a noi europei di continuare a lavorare per specicit, che quella del tempo lungo della forfar girare il pensiero al suo ritmo proprio e non a mazione del pensiero nelluniverso della lettura quello di una bevanda gassata; prendere ci che c comprensiva, la globalizzazione ha accelerato i di buono nella cultura anglosassone e convincere tempi di rotazione del prodotto libro, ha ridotgli americani ad aprirsi al pensiero non-americano. to lopera a un contenuto fra tanti, destinato alle Soprattutto non bisogna dimenticare che pubblitecnologie dellistantaneo. care un libro di un autore signica operare una Ci ha avuto due importanti conseguenze: primo doppia traduzione: nella nostra lingua, ma anche ladattamento del testo, se non vi opponiamo retradurre il contesto dorigine di unopera nel nosistenza, ai formati delle nuove tecnologie, che gli stro contesto intellettuale. Ci si chiama ricevere, sono totalmente estranee. Cos, La recherche potrebmomento sublime di cortesia. E si riceve sempre in be diventare un tweet di Proust: Questa sera sono piedi, mai sdraiati. andato a letto tardi. Il libro ha una particolarit: la distanza, il tempo lento della riessione. Le nuove
ric Vigne, direttore della saggistica Gallimard

Ma la Recherche di Proust rischia di essere un tweet

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Ebook, apre la libreria di Google

Due milioni di titoli da ieri disponibili per i lettori italiani

Alessia Rastelli, Corriere della Sera, 9 maggio 2012

Lo sbarco dei giganti completo. Dopo Apple e Amazon, da ieri anche Google vende in Italia i libri digitali. Un arrivo, quello del numero uno dei motori di ricerca, destinato a inuenzare gli sviluppi dellancora piccolo ma in crescita esponenziale mercato digitale del nostro paese (attorno alluno per cento al momento, la fetta degli ebook nel giro daffari complessivo dei libri). In Italia prima nazione non di lingua inglese Google arriva dopo le analoghe esperienze negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito e in Australia, dove gli store sono stati aperti a partire dal dicembre 2010. Dal punto di vista pratico, gli ebook targati Mountain View, si possono acquistare sul sito di

Google Play, la piattaforma di intrattenimento del gruppo, oppure dallomonimo negozio disponibile sui dispositivi con sistema operativo Android. Quanto ai titoli, sono oltre due milioni nelle varie lingue, di cui migliaia in italiano grazie agli accordi con decine di editori spiega nella conferenza stampa di presentazione a Milano Chiara De Servi, Strategic partner manager di Google per lItalia. Il gruppo di Mountain View non dice di pi sui numeri ma gi da soli, Mondadori, Rcs Libri e Gems che partecipano al progetto annunciano di mettere a disposizione un pacchetto di quasi 7 mila titoli. Nessun dettaglio neppure sulla divisione dei guadagni n sugli accordi con gli editori per stabilire il

Play rappresenta anche unopportunit per nuove iniziative: Mondadori annuncia che nelle prossime settimane saranno disponibili in versione elettronica nuove parti del suo catalogo; Rcs Libri primo al mondo a farlo lancia lebook-raccolta dei bestseller del Ciclo dellEredidi di Christopher Paolini (prezzo di lancio: 35,99 euro). Ben venga un player mondiale che promette di innovare e aumentare il livello della competizione aggiunge il presidente di Gems, Stefano Mauri. A spaventarsi potrebNon serve scaricare lebook ma possibile leggerlo direttamente bero essere piuttosto i dal browser web o dalle applicazioni e, una volta acquistato, il libro rivenditori, minacciati disponibile su tutti i dispositivi connessi a internet, dal pc agli dalla concorrenza di un smartphone, ai tablet, agli e-reader (eccetto per ora il Kindle) nuovo soggetto internazionale che, in questo caso, detiene anche il primato nelle ricerche online. Meglio tre giganti che uno solo commenta nuvola dice la manager De Servi. Vale a dire: non riferendosi a Apple, Amazon e Google, lo studioso serve scaricare lebook ma possibile leggerlo diretGino Roncaglia, autore de La Quarta Rivoluzione. tamente dal browser web o dalle applicazioni e, una Sei lezioni sul futuro del libro. Che per avverte: Bivolta acquistato, il libro disponibile su tutti i disposogner comunque fare attenzione e vericare se, tra sitivi connessi a internet, dal pc agli smartphone, ai qualche tempo, saranno necessarie correzioni esterne, tablet, agli e-reader (eccetto per ora il Kindle). Tutti come norme antitrust. Si dice ducioso, invece, sulle sincronizzabili, tanto che se si interrompe la lettura capacit degli store pi piccoli di tenere il passo: su uno dei supporti, si pu ricominciare su un altro vero, sono a rischio, ma possono sopravvivere puntandallo stesso punto in cui ci si era interrotti. Tutti gli do sulle idee e linnovazione. ebook comprati rimangono inne nei server Google, Ne convinto Marco Ferrario, fondatore di BookReche diventano una sorta di biblioteca virtuale cui si public, uno dei gruppi indipendenti pi attivi nellepu accedere in ogni momento dal proprio account ditoria digitale italiana. Il nostro valore aggiunto di (lo stesso della posta Gmail). Un sistema che elimina essere un sistema: spiega non siamo solo un punto anche la necessit del Drm, ovvero la tecnologia antivendita online ma una community e una piattaforma pirateria usata dai grandi editori italiani. Per chi non che offre servizi, qualit e percorsi di lettura. pu connettersi, precisa comunque Google, possibiDa qui ai prossimi 4-5 anni larrivo di un grande le sia leggere ofine sia scaricare il libro. gruppo non pu che far crescere il mercato. E queSiamo contenti di esserci commentano gli editori sto fa bene a tutti dice Antonio Tombolini, amalla presentazione dello store. Daremo sicuramenministratore delegato di Simplicissimus. E dopo? te nuovo vigore al mercato digitale dice Riccardo Specializzazione, la ricetta. Con tanto di progetto: Cavaliero, direttore generale Libri Trade MondaTra qualche anno, ad esempio, illustra Tombolini dori. Lanticipo rispetto a Francia e Germania un da store centralizzato la nostra libreria Ultima Boriconoscimento del nostro impegno per la lettura oks potrebbe trasformarsi in piccoli punti vendita su di qualit anche in digitale aggiunge Alessandro singoli temi, da associarsi a siti internet dedicati a Bompieri, amministratore delegato di Rcs Libri. specici settori o argomenti. Per i due gruppi editoriali lo sbarco su Google prezzo nale dellebook. Informazioni riservate, dice Google. Innovativo il sistema di fruizione, ispirato al motto Compra ovunque, leggi ovunque. Il gruppo fondato da Larry Page e Sergey Brin, infatti, non sceglie di associare le vendite di ebook a un proprio dispositivo (come Amazon con il Kindle o Apple con liPad) ma punta sul cloud computing. Gli ebook risiedono nella
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Il manifesto di Amazon

Martin Angioni: In Italia la vera anomalia sono i grandi editori. La tecnologia libera luomo e le piccole librerie

Simonetta Fiori, la Repubblica, 11 maggio 2012

E dunque sarebbe lui il temibile barbaro, Martin Angioni, il capo di Amazon in Italia? Lui che discende dallaristocrazia di sangue e di cultura, glio di un cavaliere olimpionico cagliaritano e duna libraia dantica casata tedesca? Il prolo appare lontano dal ritratto fosco di Gengis Khan delleditoria mondiale, che emerso anche ieri pomeriggio dalla tavola rotonda dei colossi italiani. Hanno detto che siamo i nuovi imperialisti, ma unaccusa che mi fa sorridere. Mi sono laureato in Economia e commercio con Sergio Ricossa. E le mie stelle polari sono Gadamer e Popper. Tra i suoi insegnanti gurano anche Mario Deaglio ed Elsa Fornero, che poco prima inaugurava il Salone sulle

note struggenti del Todo Cambia. S, la era del todo cambia. E Martin Angioni, singolare gura di manager quarantaquattrenne, la incarna esemplarmente. Le sue maniere franche fanno sobbalzare la frangetta di Marisandra, laddetta stampa che corregge e sopisce. Lui non sembra badarci troppo. Gli editori esprimono malumore. Ma cosa hanno fatto negli ultimi trentanni per allargare il mercato dei lettori? Assolutamente nulla. Amazon unazienda seria e trasparente, che ha portato i libri dappertutto. S, avete rivoluzionato la distribuzione, facendo piangere i librai.

Non Amazon che ha ucciso le librerie, ma i supermercati e le grandi catene. Sono loro che hanno messo in difcolt i punti vendita indipendenti. Ma che vuole un editore come Feltrinelli che titolare di unimportante catena libraria? Questa unanomalia italiana, il fatto che i grandi gruppi editoriali controllino anche la distribuzione. Sua madre, Elizabetta zu Stolberg, aveva una raffinata libreria a Torino e ha dovuto rinunciarvi. S, ora al posto della libreria Druetto, fondata da mio bisnonno nel 1918, c un negozio Stefanel. Cinque anni fa la decisione di chiudere. Era diventato un lavoro molto difcile. Allora possiamo dare una lettura in chiave famigliare: il figlio vendicatore della madre vessata dalle catene librarie Mia madre guarda con favore alla mia nuova attivit. Non ideologica. Forse perch ha sperimentato direttamente la difcolt di vendere i libri. Lei ha mai lavorato nella libreria Druetto? S, da ragazzo, destate e nelle feste natalizie. Facevo il fattorino e aprivo gli scatoloni pieni zeppi di libri. Poi gli ordini hanno cominciato a scendere, e anche il personale. Stefano Mauri sostiene che siete voi i veri guardiani del libro. Vi ergete a liberatori, ma in realt siete una delle poche multinazionali che blindano il mercato. Non cos. Aprire una libreria su internet lo pu fare chiunque. Dipende da come lo si fa. Noi siamo stati bravi. Ma anche la piattaforma di Ibs (ndr controllata da Mauri) molto meglio di Bol, paragonabile a un negozio sciatto che respinge il visitatore. Abbiamo 160 milioni di clienti nel mondo. Pensa che li abbia costretti qualcuno? Evidentemente hanno la loro convenienza. Non c dubbio. Ma oggi potete contare su una forza mondiale che non ha concorrenti. Ma no al 2001 si diceva che Amazon fosse sullorlo del fallimento. Lavoravo a New York, alla J.P. Morgan, e ricordo che si scommetteva sul crollo
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dellazienda di Seattle. Il fatto che noi promettiamo ricchezza di catalogo e rapidit. E poi manteniamo la promessa, garantendo prezzi bassi. Fin troppo, lamentano i librai. Pisanti, gi presidente dei librai italiani, lamenta che non rispettate la legge Levi facendo un ulteriore sconto di 5 euro su 30 euro di libri acquistati. No, un momento. Quello sconto vale per tutto quello che vendiamo su Amazon, tranne che per i libri. Mica siamo nati ieri. un modo di far conoscere tutta la nostra offerta online. Amazon non fa pubblicit, quindi ci dobbiamo inventare nuove forme di promozione. Ma in questo mare magnum di attrezzi per giardinaggio, utensili di cucina, arredi per il bagno, non c il rischio che il libro perda la sua centralit? Ma perch mai? Amazon una piattaforma generalista, ma mantiene unalta specializzazione in tutte le sezioni. Se vuole comprare un tagliaerba, trover una grande variet di tagliaerba. Questo vale per i mestoli da cucina e per tante altre case. Ma il libro diverso. Non deve convincermi. Da ragazzo compravo le cinquecentine e le portavo a rilegare dai pi esperti artigiani torinesi. Ho la casa invasa dai libri. Sono un piccolo collezionista darte. Mi sono formato dalleditore Allemandi, e sul Giornale dellArte scrivevo articoli sulleconomia della cultura. Questo il mio mondo di riferimento. Ma non lo vedo in conitto con Amazon, tuttaltro. Abbiamo permesso a tutti, anche a chi vive nelle lande pi sperdute, di avere i libri a casa in pochi giorni. Non si discute la sua utilit. Ci si chiede se questa straordinaria macchina non sia utile per chi ha gi famigliarit con la lettura. E se per tutti gli altri non sia pi preziosa la vecchia figura del librario, quella incarnata da sua madre. S, lei si divertiva molto a raccontare le storie, creando intorno a s una comunit di amici lettori. Ma anche su Amazon si trovano recensioni, suggerimenti, guide alla scelta.

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Non vorr metterli sullo stesso piano? No, anche perch le dimensioni sono diverse. Allora diciamo cos: speriamo che i bravi librai continuino a esistere. Sono le librerie-deposito che non servono Le librerie di catena? Lha detto lei. Molti editori lamentano il rischio che il libro come labbiamo conosciuto nel corso di vari secoli cambi fisionomia. ric Vigne di Gallimard ha fatto lesempio della Recherche su twitter: ieri sono andato a letto tardi. Questa la reazione ideologica tipica di chi sta in difesa. Hanna paura che quella idea del libro entri in crisi. Ma non cos. La tecnologia sta liberando luomo, moltiplicando le sue potenzialit. A Venezia, nel Cinquecento, gli aristocratici preferivano i libri di pergamena perch quelli a stampa sembravano volgari. E Platone racconta che la scrittura venne accolta con ostilit da chi temeva si perdesse la memoria orale. Tutti i grandi mutamenti culturali sono stati vissuti con accenti apocalittici. Per riconoscer che Bezos, fondatore di Amazon, non stato molto incoraggiante con gli editori. Il self-publishing, ha sostenuto, li rende fatalmente inutili. Ma non un requiem per leditore, che resta una gura essenziale per lautore, quasi paterna. Semmai, un invito a far meglio, e di pi. Einaudi, con il suo glorioso catalogo, esister sempre. Il bello di internet che c posto per tutti, per il gelato Algida e per

la bottega artigianale. Tutto il resto sono isterismi inutili, a cui non voglio replicare. Ma non stato sbagliato snobbare la tavola rotonda con i grandi gruppi editoriali italiani? Perch non ha voluto parteciparvi? Il rischio che siano incontri autoreferenziali. E poi volevo evitare attacchetti o beghe di cortile. Amazon unazienda seria e integra, che fa bene il suo mestiere. Chi compra un Kindle acquista un 3,5 per cento di libri in pi rispetto a prima, sia cartacei che digitali. Abbiamo allargato ovunque il mercato dei lettori. Dal vostro debutto italiano, nel dicembre scorso, quanti libri avete venduto? Il fatturato complessivo del 2011 ha superato i quaranta miliardi di dollari, con una crescita del 41 per cento sullanno precedente. Ma non possiamo rendere noti i dati sul singolo paese. la politica dellazienda. Non segno di trasparenza. una politica come unaltra, va rispettata. Da dicembre il mercato italiano ulteriormente calato. C una terribile crisi, che ci incoraggia nel nostro lavoro. In Italia ci sono venti milioni di persone che non leggono libri, e noi tentiamo di gettare unesca. Se riusciamo a convertirne qualcuno, ci possiamo considerare soddisfatti. Gli editori italiani lo dicono da tantissimo tempo, ma non sono mai riusciti a farlo.

Ma che vuole un editore come Feltrinelli che titolare di unimportante catena libraria? Questa unanomalia italiana, il fatto che i grandi gruppi editoriali controllino anche la distribuzione

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-11,8 per cento Libri in profondo rosso

Crollano fatture e copie. Il dicembre peggiore degli ultimi trentanni

Ida Bozzi e Cristina Taglietti, Corriere della Sera, 12 maggio 2012

E alla ne la tempesta perfetta si abbattuta sul Salone. Ieri in un convegno organizzato dallAie sono stati presentati da Nielsen i dati che fotografano ufcialmente (e secondo alcuni anche pi positivamente della realt) quello che editori e librai gi sapevano da un po. Il primo trimestre del 2012 segna un negativo pesante con una perdita dell11,8 per cento a valore. Il fatturato trade del trimestre passa dai 313 milioni di euro dello scorso anno a 276 milioni di euro, mentre il numero di copie vendute passa dai 23,7 milioni del 2011 ai 21,1 milioni di questanno. Il negativo ricade soprattutto sulle librerie di catena (-12,8 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre per le librerie indipendenti c un -10,6 per cento), seguite dalle librerie online (-12,4 per cento, anche se bisogna ricordare che non sono compresi i dati di Amazon, che per politica aziendale non li fornisce) e dalla grande distribuzione (-11,7 per cento). Il tutto su un 2011 che gi aveva chiuso con un -3,5 per cento sul 2010. Una crisi che viene da lontano e che sar ancora molto lunga, legata sia ai dati congiunturali delleconomia, ma anche al passaggio di molti lettori forti alla lettura digitale, dice Gianni Peresson dellAie, che pone laccento sulla diminuzione del 7 per cento circa del prezzo medio di copertina, mentre il presidente Marco Polio porta una nota di speranza annunciando che il mese di aprile ha avuto una forte ripresa e che comunque la situazione italiana non peggiore rispetto ad altri paesi europei. Certo, aggiunge, si sempre pensato che il prezzo basso

premiasse e invece forse non cos. A oggi trovare un libro venduto a prezzo pieno abbastanza raro. Evidentemente bisogna trovare margini di recupero sui conti superui allinterno della liera. Il calo delle vendite si accentuato da settembre in avanti dice Stefano Sardo, direttore delle Librerie Feltrinelli. Il mese di dicembre, che in genere il periodo migliore dellanno, stato uno dei peggiori degli ultimi trentanni. Lutilizzo di smartphone e tablet sottrae tempo alla lettura e poi in Italia la spesa per i consumi culturali tra le pi basse dEuropa. Il problema serio che lanno scorso abbiamo perso lettori forti, ma anche lettori deboli. Lofferta editoriale del 2011 stata estremamente acca. Alle librerie Feltrinelli, che hanno il 20 per cento del mercato, risulta che i cento libri pi venduti del 2011 hanno fatto il 13 per cento in meno rispetto al 2010 che era gi debole, soprattutto per il calo violento del prezzo medio. Nonostante la legge Levi che limita al 15 per cento lo sconto sui prezzi di copertina, la pressione promozionale degli editori aumentata in modo rilevante, mentre il fenomeno delle novit a 9,90 ha portato vantaggi a chi le fa, ma non al settore. Massimo Turchetta, direttore generale Libri Trade di Rcs, non daccordo sulla mancanza di libri forti nel 2011. Il fatto che dal 2004 al 2010 abbiamo avuto gli effetti positivi del web senza avere il web come competitor. Oggi abbiamo una situazione macroeconomica peggiore, concorrenti che hanno prezzi migliori, nuovi interlocutori che fanno bene il loro lavoro ma non trattano libri. Il mercato italiano ha

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una contrazione a valore pi forte di quella a copia per una scarsa tenuta nervosa di alcuni editori. La verit che dobbiamo essere molto pi bravi di prima, il vecchio modo di lavorare nito. Non c spazio per gli editori pigri. O si diventa bravissimi o in 2-3 anni si fuori dal mercato. Bisogna recuperare la capacit di selezionare tra ci che ha valore e il rumore di fondo. La qualit premier sempre di pi. In questo scenario apocalittico qualche buona notizia c, anche per Turchetta: Negli Stati Uniti, che sono qualche anno avanti a noi, negli ultimi mesi gli editori stanno investendo sulla carta. Il dato negativo generale non stupisce leditore Alessandro Dalai: chiaro che il mercato, piccolissimo, con una simile legge del libro va male, se nessuno fa niente. Speriamo lanno prossimo di non essere ancora qui a parlare di cifre anche peggiori. Sul limite agli sconti previsti dalla legge sul libro, insiste anche Mauro Zerbini, amministratore delegato di Ibs.it: Forse si potrebbe fare qualche aggiustamento, renderla pi elastica, abbassando un po la soglia del 15 per cento e dando un po di respiro al settore. Jacopo Gori, direttore delle librerie Giunti al Punto, pensa che su questo anche le librerie possano fare qualcosa: Finora abbiamo pensato a formare una classe di librai capaci di acquistare; ora bisogna pensare a formare personale capace di vendere, di far uscire i libri dagli scaffali.

Certo, la crisi, se c, non si vede molto nel programma del Salone, che ha radunato tutti i nomi di punta e che come bilancio della prima giornata esibisce un pi 4 per cento di afuenza rispetto alledizione dello scorso anno. Secondo Gianrico Caroglio in generale, con qualsiasi fenomeno, meglio non concentrarsi su un arco cos circoscritto di tempo: un trimestre troppo poco ed una misura arbitraria. Detto questo, non un dato irrilevante, su cui pesa la crisi generale. Ma sono incline a non drammatizzare perch i fenomeni hanno dinamiche difcili da analizzare, e hanno misure arbitrarie. Corrado Augias invita a riettere sui rischi del calo della lettura: la prima volta che si ha un crollo cos consistente dal dopoguerra. Leggere non ancora unabitudine consolidata al punto da reggere indenne una crisi, anche se i libri costano poco. Grazie a Dio non vivo di questo scherza invece Giulio Mozzi che oltre a essere scrittore anche editor. Invece mi preoccupa che ci sia molta gente, molti posti di lavoro che vengono meno, che sono persi. Non so che cosa accadr, mi azzardo a fare una previsione: si creer una molteplicit di mercati, molto diversi tra loro, in cui gireranno contenuti diversi. Dopo anni di contaminazioni tra alto e basso, ci troveremo con mercati ben distinti.

La verit che dobbiamo essere molto pi bravi di prima, il vecchio modo di lavorare nito. Non c spazio per gli editori pigri. O si diventa bravissimi o in 2-3 anni si fuori dal mercato. Bisogna recuperare la capacit di selezionare tra ci che ha valore e il rumore di fondo. La qualit premier sempre di pi

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La rivolta dei piccoli

Il manifesto di 56 marchi: i distributori come Feltrinelli ci stanno stritolando

Cristina Taglietti, Corriere della Sera, 12 maggio 2012

La crisi di vendite che mette in pericolo i grandi gruppi rischia di spazzare via i pi piccoli. Che da qualche settimana hanno deciso di riunirsi per difendersi dalle difcolt e, soprattutto, dalle grandi concentrazioni editoriali. In 56, diversi per taglia, storia e fatturato, hanno rmato un manifesto, diffuso ieri al Salone del libro di Torino, che un atto di accusa verse la Pde, la casa di distribuzione che dal 2008 fa parte del gruppo Feltrinelli e che con Messaggerie, Rcs e Mondadori si divide il mercato della distribuzione. Ci troviamo oggi a fare i conti dice il testo con una crisi di mercato che ha prodotto una riduzione forzata della presenza in libreria, causa prenotati a volte insignicanti, oppure un innalzamento eccezionale del tasso di resa non in linea con gli standard consolidati degli editori dovuto soprattutto a insolvenze nanziare della liera e non a carenze delle case editrici. Il problema, continua il manifesto prodotto da quello che si denito gruppo di ragionamento e che presto dovrebbe diventare un consorzio, risiede nei sempre maggiori accentramenti di processi produttivi e nei recenti cambiamenti strutturali: nella distribuzione e nella promozione, nei riassetti e nelle ricongurazioni di interi settori, nelle aggregazioni e nelle acquisizioni. Alla battaglia nora hanno aderito piccoli, ma anche medi editori, da DeriveApprodi a Edizioni Clandestine, da Pendragon a La Nuova Frontiera, da Mattioli 1885 a Nutrimenti, da Quodlibet a Stampa Alternativa a Pequod. Ma anche Cargo, Colonnese, Edizioni Ambiente, Lapis, Spartaco, Mimesis, O Barra O, Orecchio Acerbo,

Zandonai. Il problema spiega Daniele di Gennaro di minimum fax che non pi un piccolo editore ma ha comunque aderito che una volta distributori come la Pde facevano da incubatore per i piccoli editori, li promuovevano e li proteggevano. Oggi molti piccolissimi editori, delle stesse dimensioni che avevamo noi 15 anni fa, rischiano di chiudere, di fallire. Se si chiude perch non si lavora bene un conto, ma chiudere perch non c lo spazio per esistere un problema per il pluralismo delleditoria e per la stessa libert di stampa. La vecchia Pde ha fatto grande minumum fax e tanti altri che, come noi, non sarebbero cresciuti senza quel tipo di logica, senza quel dialogo. Quando, come adesso, si ha un distributore che anche editore, libraio, rivenditore, come Feltrinelli, tutto pi difcile. Il grande gruppo, che di fatto controlla tutta la liera, se perde da una parte guadagna dallaltra e spesso quello che conta il fatturato. Le intenzioni del gruppo sono propositive, ma la delusione verso una struttura dietro cui c un marchio storico e simbolo di una certa idea di editoria come Feltrinelli evidente: una crisi di sistema continua di Gennaro. Per, proprio perch si tratta di Feltrinelli, ci aspettiamo ascolto e dialogo. La riorganizzazione dice Andrea Staid della milanese Eluthera ha portato un danno nella movimentazione del titoli. C stato un peggioramento dei servizi, sono state fatte scelte per noi peggiorative, come il trasferimento del magazzino da Verona a Landriano. Il fatto che loro guadagnano su tutto: sulla vendita, ma anche sulla resa, sul magazzino.

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Poi storicamente la promozione e la distribuzione erano separate, cera una sana concorrenza che giovava al libri. chiaro che questa si perde se vengono assorbite in uno stesso soggetto. I margini di protto per un piccolo editore sono davvero pochi: Del prezzo di copertina spiega Francesco Pedicini di Iacobelli tra l8 e il 10 per cento va agli agenti di vendita; il 10-12 ai distributori, il 35-40 per cento alle librerie di catena. Il 1012 per cento sono i costi di produzione, il 7-10 per cento se ne va per i diritti dautore. Poi ci sono i costi delle sedi, le traduzioni, la gestione dei magazzini. Insomma il calcolo presto fatto. Resistere difcile, infatti quelli che vanno meglio sono subissati da proposte di acquisto. Fazi, dopo aver scoperto cinque bestseller da milioni di copie, infatti entrato nella galassia Gems. La stato nanzia ancora i giornali di partito, eppure una briciola di quei fondi farebbe molto per i piccoli editori.

Il problema che alla ne, secondo i rmatari dellappello, ci perdono tutti. Nessuno vuole abbandonare la Pde conclude di Gennaro, lobiettivo ragionare insieme a strategie nuove, anche nei loro interesse. necessaria una riscrittura degli accordi, soprattutto per gli editori pi piccoli, che in questa congiuntura sono davvero a rischio di chiusura. Non un caso che questanno molti, come :duepunti o DeriveApprodi non sono nemmeno qua perch i costi degli stand per loro sono troppo alti. Non dimentichiamoci aggiunge Staid che molti autori di successo sono stati scoperti da piccoli e poi sono passati ai grandi editori. Le ambizioni dei rmatari sono grandi, come dice il testo che hanno scritto: Non soltanto capire la crisi, ma anche costruire le alternative che sappiano davvero tutelare gli interessi della liera indipendente: ossia di tutti quei soggetti che garantiscono pluralit, democrazia e bibliodiversit.

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Il mondo di mio padre, John Cheever: le piscine, i umi di alcol e ladulterio


La glia racconta il maestro americano della short story mentre escono i racconti integrali. Solo la letteratura non affog nel whisky
Livia Manera, La Lettura del Corriere della Sera, 13 maggio 2012

Era un mondo molto legato agli anni Cinquanta e Sessanta quello che mio padre ha descritto nei suoi racconti: erano i sobborghi di New York con le belle case, i grandi prati e le piscine, dove abitava una comunit molto eterogenea di persone i cui interessi comuni erano i bambini, gli sport, lalcol e ladulterio, sta dicendo, in un caff del West Side di Manhattan, Susan Cheever, la glia sessantottenne del grande scrittore americano John Cheever, a proposito dei luoghi in cui suo padre ha ambientato la maggior parte dei suoi straordinari, imperdibili racconti. E la stessa Manhattan non doveva fare eccezione allepoca, a giudicare da quanto alcol si beve e quanti partner si cambiano o si mal sopportano o si tradiscono, nelle short stories di

Cheever che Feltrinelli sta per pubblicare per la prima volta integralmente col titolo: I racconti. Ti ricordi quella notte al Greenwich Village quando nevicava e siamo rimasti alzati no al mattino e abbiamo bevuto whisky sour per prima colazione?, dice una donna incantatrice alla sua preda nel racconto Ballata. Lui si ricorda, e la odia. Eccolo, il mondo di John Cheever. Bisognerebbe scriverla la storia di come lalcol ha preso in ostaggio la letteratura americana, quando due Martini prima di pranzo erano un segno di distinzione virile. Perch meno scontata di quanto si creda. In Cheever per esempio lalcolismo un paradosso: un virus che distrugge nel corpo e nello spirito questuomo minuto, con laria del signore di campagna e una certa pretesa di aristocrazia, ma non sembra mai sorare la lucidit della sua mente ( John Updike gli invidiava una memoria prodigiosa: appena scritto un racconto era capace di recitarlo a memoria no in fondo). Lautore di cinque romanzi e di centoventuno short stories tra le pi brillanti del canone americano unopera che ora giustamente Feltrinelli rilancia in grande stile con un fuoco di la di edizioni e riedizioni (in contemporanea con I racconti nella selezione per met inedita in Italia che gli guadagn il Pulitzer e il primato di bestseller nel 1978, riescono i romanzi Bullet Park e Cronache della famiglia Wapshot in tascabile, in attesa del grande lancio in ottobre dei diari inediti) Cheever non ha mai perso la capacit di raccontare con spietata chiarezza i suoi personaggi pieni di lati oscuri, conittuali, soli, confusi e alla deriva, comera lui stesso. Persone che quando meno te lo aspetti si allontanano dalle convenzioni sociali e su una spiaggia di Marthas Vineyard

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o nellarcadia della Westchester County diventano traditori, o ladri, o assassini. Ecco dunque una bella notizia: il 2012 segna in Italia il ritorno di John Cheever trentanni dopo la morte e venti dopo che luscita negli Stati Uniti dei diari 4.300 pagine di solitudine, oscenit, depressione, cattiverie e tradimenti ha oscurato una reputazione letteraria che pareva inattaccabile: un premio Pulitzer, un National Book Award, due super bestseller, la copertina di Time e quella di Newsweek. Tutte medaglie polverizzate dalla notizia che in quel padre di famiglia con gli occhi azzurri che affettava un accento patrizio, cera un millantatore e un omosessuale braccato. Uno che aveva conosciuto la povert grazie a un padre alcolizzato che aveva fatto fallimento, lumiliazione sociale, lincesto (col fratello, da ragazzo); un uomo che malgrado il talento, lo charme, il successo, aveva vissuto come un disperato, odiando la moglie, tormentando i gli, perdendo la testa in tarda et per un ex galeotto conosciuto insegnando nel carcere di Sing Sing. Sua glia Susan, che negli Stati Uniti autrice molto nota di romanzi e di un memoir famigliare intitolato Home before dark, dice: incredibile che un uomo che ha passato la maggior parte del suo tempo a cercare di non bere prima della quattro del pomeriggio, poi di mezzogiorno, poi delle nove del mattino, abbia sempre mantenuto cos chiara la sua visione critica, mentre intorno a s distruggeva ogni cosa. Come padre era un momento affettuoso e un altro spietato. Negli ultimi tempi ci siamo riavvicinati, ma per lui ero una delusione, unadolescente grassoccia con i brufoli e i capelli sempre negli occhi. Quando un ragazzo veniva a casa per portarmi fuori lo accoglieva in modo euforico e gli diceva di non preoccuparsi, di riportarmi pure tardi. E cos mi riaccompagnava presto e non tornava pi. Eccolo, il mistero di John Cheever: una carriera letteraria vigorosamente creativa e quasi sempre in ascesa, che corre parallela a una vita votata allautodistruzione. E per risultato, una prosa cos sottile, cos ricca di sfumature psicologiche, cos piena di vitalit e naturalezza, che a leggerla o rileggerla oggi polverizza quella di tanti scrittori pi giovani e fortunati. Il racconto Addio, fratello mio per esempio: un capolavoro

di decoro borghese che sfocia in rabbia criminale. O Il marito di campagna, che quando Hemingway lo lesse svegli la moglie in piena notte per recitarglielo ad alta voce. O Il nuotatore, che divent lm con Burt Lancaster, la storia di un uomo che in un pomeriggio destate decide di rientrare a casa da un party in piscina da amici, nuotando attraverso tutte le piscine che lo separano dalla sua propriet. E quando raggiunge il suo obiettivo dopo avere attraversato chilometri di giardini di amici, nemici, vicini andati in malora ed ex amanti inacidite, si ritrova stanco, deluso, infreddolito e bisognoso, guarda caso, di un drink, davanti alla propria casa vuota e a una porta chiusa. Chiediamo a Susan Cheever dellanno che passarono tutti insieme a Roma (dove John Cheever ha ambientato alcuni racconti). stato il 1957 e segn una svolta nella sua vita: il primo vero successo professionale, i primi soldi veri, e linizio del suo alcolismo. Nei ventanni successivi, mentre i racconti uscivano regolarmente e prestigiosamente sul New Yorker, Cheever scendeva la sua china, la sua attenzione ormai interamente focalizzata sul drink successivo. Nel 1975, dopo un tracollo alluniversit di Boston dove stava insegnando, affront un ricovero durgenza e un programma durissimo di disintossicazione. Ne usc due mesi dopo a pezzi. Da gono e instabile era diventato magrissimo, si muoveva con grande cautela, non parlava pi a voce alta aggredendo le persone, ma misurava le parole parlando con gentilezza. Un altro scrittore avrebbe gettato la spugna. Cheever scrisse il suo capolavoro: la storia di un fratricidio che incant la critica e vendette centinaia di migliaia di copie. Un Grande Romanzo Americano: Falconer di John Cheever, gli rese omaggio Newsweek in copertina. Anche questo riuscir da Feltrinelli nel corso del 2012. Fu un atto eroico, una trasformazione. Era riuscito a passare da due pacchetti di sigarette al giorno e una quantit di bottiglie nascoste per tutta la casa, a dei grandi bicchieri di t freddo e qualche cucchiaio di gelato. Ma il resto rest invariato. Lo stesso matrimonio combattuto come una guerra per conquistare un po di affetto. La stessa solitudine acuta come un crampo addominale. E il desiderio di altri uomini destinato soltanto a crescere insieme allodio di s che ha sempre accompagnato la sua vena omosessuale.
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Lontani dallo schermo


Il matrimonio tra cinema e letteratura in Italia ha conosciuto fasi alterne. A partire da Sostiene Pereira no Gli sorati, il lm tratto da ora tornato in voga. Ma pochi sono gli scrittori che, come lautore di Gomorra, contribuiscono con successo. I pi saggi, seguendo Moravia, si astengono
Michele Anselmi, La Lettura del Corriere della Sera, 13 maggio 2012

Bisognerebbe fare come Sandro Veronesi: meglio astenersi dallo sceneggiare i lm tratti dai propri romanzi. Non troverete il suo nome, alla voce sceneggiatura, sui titoli di testa di La forza del passato, Caos calmo e Gli sorati, rispettivamente diretti da Piergiorgio Gay, Antonello Grimaldi e Matteo Rovere. In fondo segno di saggezza distaccarsi dalla materia letteraria, cos da lasciare a chi realizza il lm libert di movimento. Sempre che, temendo il peggio, non si faccia come Salinger, che sin dal 1957 riut di vendere a Hollywood i diritti del Giovane Holden. Per dire: Alberto Moravia, lo scrittore italiano pi saccheggiato dal cinema con trenta titoli, un po per convinzione un po per convenienza preferiva afdarsi totalmente ai registi, senza tenere il muso se il lm veniva male, anzi facile allapplauso. Esempi tra i tanti? Gli indifferenti di Citto Maselli, La ciociara di Vittorio De Sica, Il conformista di Bernardo Bertolucci, Agostino di Mauro Bolognini. Proprio a proposito di questultimo, il 16 dicembre del 1962, scrisse su lEspresso: Alcuni critici, non sappiamo quanto in buona fede, si sono addirittura scagliati contro il rapporto della letteratura col cinema, difendendo non si sa quale purezza dellispirazione cinematograca. Ma in sostanza che cosa difendono questi critici? Il cosiddetto soggetto originale, ossia le cinque dieci malvagie paginette semianalfabete stillate faticosamente dai cosiddetti soggettisti professionali, le quali, una volta acquistate dal produttore, debbono essere rifatte cento volte da intere coorti di sceneggiatori. E ancora: Diciamolo pure: il soggetto originale il massimo responsabile del basso livello culturale ed

estetico di gran parte della produzione cinematograca. Per me, il solo soggetto originale legittimo quello scritto personalmente dal regista. Ma poich i registi che scrivono i loro soggetti sono pochi, il romanzo di gran lunga preferibile al soggetto originale e questo per i seguenti motivi: 1. Attraverso la riduzione cinematograca di romanzi sottiene la circolazione delle idee e della cultura nel cinema, altrimenti impossibile, dato il basso livello culturale dei soggettisti; 2. In un soggetto originale bisogna aggiungere, il che non sempre possibile; in un romanzo basta togliere, operazione molto pi agevole; 3. Il romanzo no a un certo punto serve da antidoto ad alcuni mali del cinema quali il divismo, lintreccio meccanico, la pornograa delle maggiorate siche, eccetera. Da allora le cose sono un po cambiate, ma in fondo Moravia non aveva torto. La sostanza del suo ragionamento era chiara: Lautore del libro non pu chiedere che il regista sia fedele; ma pu bens chiedergli che faccia un bel lm. Vero che il matrimonio tra cinema e letteratura anche in Italia ha conosciuto fasi alterne. Proprio Bolognini vi costru la sua fortuna di cine-narratore, sin dai tempi del BellAntonio; vale anche per Visconti, Zefrelli, De Sica, Monicelli o Petri, per citarne cinque di diversa estrazione. Poi, per svariati anni, la cosiddetta politica degli autori mise in crisi la formula. Parve che un lm tratto da fosse meno interessante di un lm scritto da, cos lamoroso, a tratti adulterino, legame si raffredd, no quasi a dissolversi. Furono due lm, nel 1995 Sostiene Pereira di Roberto Faenza da Antonio Tabucchi, lanno dopo Va dove ti porta il cuore di Cristina Comencini da Susanna Tamaro, a rovesciare

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la tendenza, e da allora il cinema italiano pare aver riscoperto le gioie di quel matrimonio. Basti pensare al sodalizio tra Gabriele Salvatores e Niccol Ammaniti, inaugurato con Io non ho paura e proseguito con Come Dio comanda. A quello, sentimentale oltre che artistico, tra Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini per Non ti muovere, La bellezza del somaro e adesso Venuto al mondo. A quello, molto complice, tra Carla Vangelista e Silvio Muccino per Parlami damore e Un altro mondo. Il nostro cinema deve la sua ripresa a un semplice fatto: tornato a raccontare storie. In Italia, oggi, si vedono molti lm belli e si vendono molti libri belli. Pi che nel resto dEuropa sostiene Riccardo Tozzi, titolare di Cattleya, casa produttrice che ha costruito il proprio nome sul rapporto tra cinema e letteratura: da Mio fratello glio unico di Luchetti a Romanzo criminale di Placido, da La bestia nel cuore e Quando la notte di Comencini al prossimo Educazione siberiana ancora di Salvatores. Le case editrici guardano al cinema con rinnovato entusiasmo, ricambiando la cortesia, mentre il costo dei diritti di sfruttamento e delle opzioni era inevitabile schizza alle stelle. Specie quando sono in ballo romanzi benedetti dallo Strega, come Non ti muovere di Mazzantini e La solitudine dei numeri primi di Giordano. Che poi funzionino al botteghino un altro discorso. Non sempre basta la parola, ovvero il successo editoriale. A volte ci si lavora per mesi, poi non se ne fa nulla: il caso di Vita di Melania Mazzucco, dal quale fu tratto un copione di Paolo Virz e Francesco Bruni rimasto nel cassetto. Una cosa si pu dire, per, e cos torniamo al punto di partenza: tranne rare eccezioni, come Gomorra, ripensato per lo schermo con il contributo dello stesso Saviano, meglio che lo scrittore lasci in mani altrui la creatura di carta. Cos si comport Paolo Giordano con La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo, rmando solo il soggetto. Per il suo esordio alla regia con Vi perdono, lattrice Valeria Golino ha scelto un tema urticante e delicato, leutanasia, ma Angela Del Fabbro, lautrice del romanzo omonimo da cui tratto il lm, non gura tra gli sceneggiatori. Allopposto ci sono scrittori che addirittura si cimentano con la regia, spesso con risultati deprimenti. Vedere per credere Treno di panna di Andrea Di Carlo, Musica per vecchi animali di Stefano Benni, Nel mio amore

di Susanna Tamaro, Lezione 21 di Alessandro Baricco, La kryptonite nella borsa di Ivan Cotroneo. La verit? Gli scrittori difcilmente accettano che il regista sia un nuovo scrittore. Meno capiscono di cinema, pi tendono a intervenire, quasi sempre per reiterare s stessi scandisce Roberto Faenza, il pi letterario dei nostri cineasti (Oberski, Yehoshua, Maraini, Ferrante). Faceva bene Moravia a restarsene fuori. Personalmente ho sempre chiesto agli scrittori di non partecipare. Con due eccezioni: Antonio Tabucchi per Sostiene Pereira e Peter Cameron per Un giorno questo dolore ti sar utile. Ma Antonio rm solo i dialoghi, mentre Peter si ritir dopo avermi inviato una prima stesura del copione. Chi grid al tradimento in modi coloriti, salvo poi non disdegnare il lm, fu Antonio Pennacchi, che volentieri avrebbe rmato il copione di Mio fratello glio unico, dal romanzo Il fasciocomunista. Esattamente lopposto di Pino Cacucci, che per Puerto Escondido di Salvatores si limit a fare da guida in Messico. Ricorda lo sceneggiatore-regista Enzo Monteleone: Pino ci disse: Faccio un altro mestiere, mi do di voi. Siamo rimasti amici. Vale anche per Domenico Starnone, insieme abbiamo scritto un lm che purtroppo non si far mai, I fantasmi di Portopalo. Nella sua carriera di sceneggiatore, Monteleone ha adattato romanzi di Goffredo Parise, Giorgio Scerbanenco, Gino Pugnetti. Tutti morti, nessuno ha protestato, celia. Purtroppo il romanziere che vuole collaborare a un copione spesso non ha gli strumenti tecnici, teme lo snaturamento, a meno che non sia Ammaniti. Lui scrive gi in chiave cinematograca. Infatti anche il romanzo breve Io e te diventato un lm, diretto da Bertolucci e sceneggiato dallo stesso romanziere. Pochi ricordano, invece, che Il bacio della Medusa di Melania Mazzucco nacque come sceneggiatura, vinse anche il premio Solinas, e solo pi tardi, non trovando produttori, il manoscritto pensato per il cinema divent un romanzo, altrettanto bello. Ma, in generale, gioverebbe limitare gli scambi, con tutto il rispetto che pure si deve a scrittori di qualit, come Francesco Piccolo o Vincenzo Cerami, i quali hanno trovato nel cinema un secondo-primo mestiere, giustamente redditizio. Forse potrebbero evitare di recensire i lm sui giornali, ma questo un altro discorso.
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Lo spensierato Salone della crisi

Mercato a picco, dibattito moscio, feste meste. Il libro pi venduto? Lautobiograa di Del Piero

Luigi Mascheroni, il Giornale, 14 maggio 2012

Avvezza, per ruolo tecnico istituzionale, a essere spesso smentita dal paese a ogni avventata dichiarazione, la ministra Elsa Fornero stata pietosamente corretta dallAssociazione italiana editori appena due ore dopo aver inaugurato il Salone del Libro di Torino con la frase: Non sar il Salone della crisi. Infatti il mercato editoriale riferiscono le cifre crollato negli ultimi mesi del 12 per cento, i dati di lettura sono alla soglia dellanalfabetismo di ritorno, il mondo del libro investito da una tempesta perfetta, soprattutto per lopportunit del momento in cui arriva. Il peggiore. Tra il marzo 2011 e il febbraio 2012 la produzione mensile di novit scesa del 28,8 per cento, la lettura di libri ulteriormente scesa del 2,7 per cento, e un bestseller oggi vende quattro volte in meno rispetto a quattro anni fa. In compenso spuntata la Primavera Digitale, che vuol dire che il mercato dellebook passato dallo 0,9 per cento all1 virgola qualcosa Tutti parlano e scrivono di libri elettronici, pochissimi li scaricano, e chi li legge davvero? Ci salveranno le cinquecentine. Librolandia in affanno Girando in questi giorni fra gli stand di quello che NON doveva essere il Salone della crisi, nuovi e vecchi editori, piccoli e medi, persino medio-grandi, a meno che non siano i mega-Gruppi, non dicono che sono in crisi. Peggio. Sono disperati. O chiudi, o vendi. O molli tutto, o ti fai acquisire. La bolla economica editoriale, gonata da troppi anticipi sul venduto e poche vendite effettive, rimbalza spensieratamente sul lo del rasoio, e sta per scoppiare.

Cos il Salone del Libro, per festeggiare i suoi primi 25 anni di vita, per quattro giorni ha danzato allegramente sui bordi del baratro. Preoccupato, ma senza darlo a vedere. Logorato da formule vecchie, ma deciso nellaffrontare nuove sde. Preso da assalto da migliaia di visitatori, ma a corto di lettori. In un paese come lItalia dove solo il 45 per cento della popolazione legge almeno un libro allanno (contro il 78 per cento negli Sati Uniti, il 62 per cento in Spagna e il 72 per cento in Francia), accade spesso di mettersi in coda per farsi fare lautografo dallautore, romanziere, giornalista, cantante, attore che sia, ma spessissimo come capita di vedere qui a Torino alla ne di una presentazione non sul nuovo libro, ma su un foglietto volante, o sul programma Come tutto ci che moda, limportante la rma. Librolandia in crisi s, ma spensierata. Campioni di vendite Crisi di lettori, crisi degli editori, crisi di novit letterarie (il libro pi venduto al Salone stata lautobiograa di Del Piero, campione anche di vendite: come se io che sono uno scrittore, un giorno decidessi di mettermi la maglia numero 10, giocassi una partita di serie A e alla ne dellincontro vengo nominato giocatore del match e intervistato da Sky direi che il calcio un mondo di matti, ha fatto notare Baricco), crisi di personaggi nuovi (a fare il pienone nei grandi eventi sono sempre gli stessi volti, da Faletti a Saviano), crisi di idee. Tantissimi appuntamenti, pochissimi quelli da tutto esaurito, cio i soliti noti: Volo, Ammaniti, Ligabue. Ci salver Donato Carrisi?

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Brindisi allinsuccesso Vittime incoscienti di una eccitata depressione, tutti i protagonisti del Salone sorridono beati davanti allincertezza che ci riserva il presente e alla tristezza che sintravede nel futuro. Bonjour, kermesse. I lettori vagano spaesati tra gli stand e gli appuntamenti del Lingotto. Gli scrittori, tolti i big e i televisivi, non vendono una copia. E gli editori, se non sono i tre-quattro colossi Mondadori, Gems, Rizzoli e Feltrinelli, piangono miseria. Intanto si brinda. Alle feste di minimum fax, a quella degli editori stranieri al Circolo dei Lettori di Torino, a quella di Bompiani sulla terrazza di Eataly Tutti a dire che va malissimo, che il momento terribile, che il futuro nero Sorseggiando bollicine con una monoporzione di pere martine al barolo. Questanno la vedo brutta. Prosit. Distensioni culturali In una Fiera della contraddizioni in cui a essere in crisi persino lanti-berlusconismo, in gran spolvero nelle edizioni passate e oggi come il suo opposto,

il berlusconismo, in fase di sobrio calo dei consensi (neppure nellincontro con Fazio, Saviano e la Littizzetto si fatta una battuta sul Cavaliere, chapeau), aleggia questanno sul Lingotto un meno polemico e pi riservato clima bipartisan. Persino il passaggio del ministro della Cultura Ornaghi lato via senza strascichi. Ha fatto un giro tra gli stand insieme al sindaco di Torino Piero Fassino (centrosinistra) e allassessore alla cultura Coppola (centrodestra). Si sono fermati allEinaudi e hanno scelto un libro ciascuno: 1Q84 di Murakami il ministro, lultimo saggio di Gnther Grass il sindaco, il nuovo romanzo di Marcello Fois lassessore. Per il resto, sorrisi e strette di mano dei visitatori a tutti e tre. sintomatico che in una n troppo rilassata edizione senza polemiche, senza contestazioni, senza veleni, gli unici schi se li sia presi non un intellettuale, non un politico, non un anti-politico. Ma Sergio Marchionne, quando, ieri, alla presentazione del romanzo di Massimo Gramellini, il direttore del Salone Ernesto Ferrero lha improvvidamente ringraziato di essere presente tra il pubblico. Bhuuuu.

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Lo scrittore Stakanov

Cos nellra digitale si fanno pi libri per non essere dimenticati dai lettori

Julie Bosman, la Repubblica, 16 maggio 2012

Per molto tempo gli scrittori specializzati in romanzi polizieschi, di avventura e sentimentali hanno scritto un libro allanno: una quantit considerata non solo sufciente, ma addirittura produttiva. Lra degli ebook ha accelerato il metabolismo degli editori, obbligando gli scrittori a svolgere lequivalente letterario di un doppio turno di lavoro e sfornare ogni anno racconti, novelle o addirittura un vero e proprio romanzo in pi rispetto al passato. Per soddisfare dei lettori impazienti e abituati a scaricare con un semplice gesto qualsiasi ebook desiderino, gli editori si vedono costretti a esortare i propri autori a produrre di pi, perch convinti che una maggiore visibilit aumenti le loro probabilit di affermarsi. Un tempo, un libro allanno rappresentava una quantit di tutto rispetto, afferma Lisa Scottoline, autrice di bestseller. Altrimenti si sarebbe rischiato di saturare il mercato. Oggi invece la cultura come una grande bocca che reclama cibo, e occorre sfamarla. La spinta a produrre pi materiale arriva in un momento in cui editori e librai sono alla disperata ricerca di nuove modalit capaci di assicurare che lattenzione dei lettori non venga irretita da altre forme di intrattenimento, che il pi delle volte sono istantaneamente e costantemente fruibili. Gli spettacoli televisivi sono dirottati sul web a poche ore dal loro passaggio in tv, e alcuni lm possono essere visti a casa, on demand, prima ancora di aver abbandonato il circuito delle sale cinematograche. In un contesto simile, affermano gli editori, produrre un libro allanno non basta pi. Contemporaneamente,

internet ha permesso ai lettori di intrattenere dei rapporti pi stretti con i loro autori preferiti, i quali oggi sono spesso tenuti a rendersi accessibili online tramite dei blog, dei forum di domande e risposte, twitter e facebook. Gli autori, dal canto loro, si prestano a lavorare di pi perch spinti dal timore che rimanendo troppo a lungo fuori dal volubile mercato editoriale rischierebbero di essere dimenticati. Per Scottoline passare da uno a due libri lanno ha signicato attenersi a un rigoroso ruolino di marcia che le impone di scrivere duemila parole al giorno, sette giorni a settimana, solitamente inizio verso le nove del mattino e vado avanti sino alla sera. Lee Child, scrittore britannico di thriller nonch creatore dellamatissimo personaggio di Jack Reacher, sta integrando la propria produzione letteraria con dei racconti che pubblica esclusivamente in formato digitale: una strategia a cui sempre pi spesso si fa ricorso per richiamare lattenzione del pubblico sullimminente uscita di un nuovo romanzo. Il primo racconto breve di Child che in una quarantina di pagine racconta delladolescenza di Reacher uscito lo scorso agosto, precedendo di diverse settimane la pubblicazione del suo ultimo romanzo. Anche John Grisham sta facendo gli straordinari. Lo scrittore, che un tempo pubblicava un libro allanno, ha infatti inaugurato unapprezzata serie di romanzi per ragazzi, che hanno come protagonista Theodore Boone ed escono a scadenza annuale. Stando agli editori, la buona tempistica nella pubblicazione di un racconto a sei o otto settimane dalluscita di un romanzo vero e proprio

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(Tutto ci non riguarda per gli scrittori lettera pu richiamare nuovi lettori, facilmente disposti ri come Jeffrey Eugenides e Jonathan Franzen, i a pagare 99 centesimi per un racconto in versioquali possono continuare a pubblicare un romanne digitale ma altrimenti riluttanti a spendere 14 zo ogni dieci anni e contare ugualmente su un dollari per un ebook o 26 per un libro appena uscitamtam di recensioni di alto livello che ne favorito. Tale strategia pu quindi tradursi in maggiori ordinazioni per il successivo romanzo dellautore, scono la promozione). Secondo gli editori, nellra delliperconnettivit un e anche in un incremento delle vendite delle sue isolamento alla Salinger che un tempo creava atopere precedenti, che i lettori in possesso di Notorno ad un autore un clima di forte interesse non oks o Kindle possono facilmente acquistare dimrappresenta pi unopzione perseguibile. pulso. La strategia, afferma Jennifer Enderlin, Gli autori, soprattutto adesso che esistono i social direttrice editoriale della St. Martins Paperbacks, media, sono costantemente in contatto con il loro ha funzionato per molti dei suoi autori, i quali, pubblico, dice Liate Stehlik, direttore editoriale di dopo aver iniziato a sfornare nuovi lavori hanno William Morrow, Avon e Voyager, tutti marchi di visto un forte incremento nella vendita delle loro HarperCollins. La cosa giusta adesso di fare in opere precedenti. Il nuovo modello ha preso il modo che un autore si imponga quanto pi possibile posto di un calendario di pubblicazioni attentaalla consapevolezza mediatica dei lettori. mente studiato, che portava i lettori ad attendeGli autori, dal canto loro, non sembrano scrivere racre con impazienza luscita annuale del romanzo conti in formato digitale per motivi economici, dal del loro autore preferito. Un ritmo che secondo momento che i contratti in genere non prevedono anle case editrici scongiurava la possibilit che i letticipi, e il prezzo di vendita dei loro racconti di solito tori potessero sentirsi sopraffatti dalla quantit di talmente contenuto (compreso tra i 99 centesimi e un materiale. I lettori di oggi sembrano incapaci di dollaro e 99) da non produrre grossi guadagni, bench provare un senso di sopraffazione. la loro preparazione richieda settimane o mesi. Alcuni dei maggiori autori sono ormai talmente Alcuni autori dichiarano che pur avendo accettato di prolici che tenere il passo con loro praticamente scriverli perch considerati indispensabili strumenti impossibile. Le librerie degli aeroporti spesso non di marketing, continuano a considerarli impegnativi. espongono ununica pila, ma un intero scaffale di Ho la fama di essere un po scontroso a questo rilibri di James Patterson, con una disponibilit che talvolta supera i sei titoli contemporaneamente. Con loccasionale aiuto di qualche Un tempo, un libro allanno rappresentava una quantit di tutto collaboratore, Patrispetto, afferma Lisa Scottoline, autrice di bestseller. Altrimenti terson lo scorso anno si sarebbe rischiato di saturare il mercato. Oggi invece la cultura ha scritto dodici libri; come una grande bocca che reclama cibo, e occorre sfamarla questanno ne pubblicher tredici. Osservando lesempio di Patterson, molti guardo, spiega Steve Berry, un affermato autore di editori e autori hanno capito che anche se nove libri thriller che tra luscita di un romanzo e il successivo allanno rimangono fuori dalla loro portata, possono scrive racconti brevi. Ti prosciuga le energie. Non almeno provare a pubblicarne due, dice Brian Tart, divertente trovarsi in una situazione in cui la tua editore di Dutton, un marchio della Penguin. Con bravura giudicata dalla quantit di pagine che riesci questa strategia riescono ad accrescere la loro popoa sfornare. larit e il loro pubblico.
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Crisi delleditoria? Forse il punto un altro

Nicola Lagioia, il venerd di Repubblica, 18 maggio 2012

Nel 2011 in Italia andata in crisi leditoria libraria: secondo lIstat si sarebbero volatilizzati 700 mila lettori. Molti sarebbero tra laltro lettori forti, quelli che acquistano pi di dieci libri lanno. La recessione spiega molte cose ma pu essere una scusa. Di pi: le grandi crisi hanno di buono che impediscono ai modelli al capolinea di ngersi in salute. Che il sistema della diffusione del libro avesse imboccato un binario morto era chiaro da tempo. Ma solo il crollo dei fatturati trasforma le Cassandre in persone di buonsenso e causa incidenti linguistici ai signori del vapore. Riccardo Cavallero, dg Mondadori, ha dichiarato che gli editori sono vicini al panico, non sono pi in grado di controllare il mercato perch tra crisi e digitale oggi il lettore se ne frega di quel che dici, lui che decide. Non puoi pi menarlo per il naso. Chiudendo il sillogismo: non sar che molti di quei 700 mila si sono stancati di essere menati per il naso? Non sar che gli editori (tutti o quasi,

beninteso) puntando sullaumento di produzione e trascurando una vera politica culturale, hanno preferito luovo alla gallina? Aver inondato le librerie con migliaia di volumi, spesso pessimi per la regola dei numeri, aver preferito i salotti televisivi al lavoro sul territorio, lexploit del megaseller al progetto di lungo corso, non pu aver messo in fuga i lettori rimpiazzandoli con semplici clienti? I quali si sono poi volatilizzati ai primi venti di crisi. Tanto che ora c chi prova a far cassa agitando le sirene del self-publishing (tu paghi, noi stampiamo, nessuno legger). Se dal privato si passa al pubblico la musica non cambia. Il governativo Centro per il Libro aveva grandi ambizioni: Ci preggiamo di aumentare in un decennio i lettori abituali di due punti percentuali. A due anni di distanza il fallimento lampante, e se vero che il Centro riceve dallo stato pochi milioni, per misurare la distanza dal paese reale basta contare i follower del suo prolo twitter: poco pi di un centinaio, meno di un decimo di quelli di un blogger a costo zero. Eppure negli ultimi anni, dal basso, si sono moltiplicate le iniziative a sostegno della lettura. Festival, riviste, associazioni, per non parlare della rete. Perch non tenerne conto? La sensazione che, come i politici preferiscono a volte le plebi ai cittadini, le classi dirigenti del mondo editoriale ritengono che sfornare consumatori sia pi redditizio che formare lettori. Ma il banco alla lunga non paga. Per dirla con Isaiah Berlin: La volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una grande.

La era delle novit Olivier Nora: Ossessionati dal fastbook ci siamo dimenticati di curare il catalogo
Pubblichiamo lintervento delleditore francese, presidente di Grasset e Fayard, che racconta com cambiato il lavoro di un marchio storico in un mercato poco attento ai titoli forti
Olivier Nora, la Repubblica, 18 maggio 2012

Che cos accaduto nella pratica di questo mestiere, in Francia, da quando vi ho mosso i primi passi venticinque anni fa? Tutti i nostri punti di riferimento vanno modicati: mentre una volta potevamo accontentarci della pila in libreria e della pubblicit, ora bisogna inventare qualche tipo di promozione virale per ogni titolo. Pi lavoro, pi umilt, meno boria parigina: quanti riessi da cambiare! Il mestiere diventato pi competitivo, pi completo, pi arduo. La sensazione condivisa, in tutti i reparti di tutte le case editrici, di lavorare sempre di pi per risultati sempre minori. Perch questa inazione controvento? Tutto congiura in tal senso: il fatto che il numero di acquirenti non sia aumentato quanto la produzione, cosa che rende gli autori legittimamente inquieti e frustrati; la burocrazia crescente, moltiplicata dallondata del digitale, che cannibalizza un terzo del nostro tempo per meno del cinque per cento del fatturato; la nuova complessit delle societ di gestione collettiva dei diritti dautore; le esigenze contraddittorie nate dallra digitale, che fanno di noi tanti sciatori nella neve farinosa, in difcolt a prevedere rocce e crepacci; la giudiziarizzazione crescente di tutti gli aspetti della professione; la censura e lautocensura che ogni giorno inquinano lesercizio del mestiere. Perch non c da ingannarsi: raramente si tanto denunciata la permissivit di unepoca e, daltro canto, raramente lopinione pubblica stata tanto normativa e convenzionale, persino nella sua ortodossia delleterodossia Quanto agli agenti letterari, a poco a poco si sono imposti, anche se ancora in misura marginale. Meglio trattare

con agenti realisti che con autori non realisti, si dir Il problema che capita di rado di avere a che fare con agenti realisti! Sono spesso emiplegici: assai mobili sulle cifre, ma paralizzati sulle lettere. Se il loro ruolo si limita a ottenere per lautore un anticipo superiore ai diritti effettivamente generati dallopera precedente, la cosa non per forza controproducente, a breve termine, per lautore in questione, per mette in pericolo tutto lequilibrio del mestiere, poich ci condanna ad acquistare del fatturato a margine negativo. Tutte le nostre case editrici ruotano su un principio non ufciale ma evidente di perequazione, o di mutualizzazione dei rischi: gli autori pi popolari ci portano lossigeno necessario agli investimenti in perdita sulla novit, alla scommessa letteraria a lungo termine, allesigenza intellettuale a perfusione lenta. Se gli autori che avevano labitudine di darci ossigeno

no che la carta garantisca la qualit del contenuto mentre lo schermo porta con s la mediocrit della distrazione: gli editori sono stati i primi a svalutare il contenuto di ci che hanno accettato di pubblicare sotto forma di libro. Io penso che si debba essere feticisti del contenuto, non del contenitore! Preferisco testi di qualit letti su qualsiasi supporto a testi mediocri letti in octavo Se necessario fare delle concessioni alla tecnologia per passare il testimone alle generaUna volta, i tempi lunghi pagavano i tempi brevi: il catalogo zioni future e badare a nanziava il rischio della novit, per lo meno per le case editrici con conservare una lingua un catalogo letterario importante. Oggi, esattamente il contrario: e un corpus cultusulla ne punta dago dei tempi brevi dobbiamo nanziare insieme rale in comune con i tempi lunghi del passato mantenere il catalogo e investire su loro (sperando magari ci che speriamo destinato a costituire i tempi lunghi del futuro che nascano un giorno autori realmente in grado di produrre brevi dobbiamo nanziare insieme i tempi lunghi unopera atta a coniugare testo, suono e immagine in del passato mantenere il catalogo e investire su un insieme che sia pi della somma di questi mezzi ci che speriamo destinato a costituire i tempi lundespressione artistica), io non ci vedo alcuno svanghi del futuro. Da ci deriva lagitazione febbrile taggio, purch la tecnologia non sia un ne in s cui assistiamo Come diceva ironicamente Jrme e impari a essere un po meno arrogante. Lo scherLindon, leditoria lunico settore che ha risposto mo elettronico non uccider la carta pi di quanto a una diminuzione della domanda con un aumenla radio non abbia ucciso la stampa, o la televisione to dellofferta. Io sono arrivato a questo mestiere la radio Ricordiamo alle Cassandre un semplice spinto da unossessione per la verticalit: Ricevere, dato: nessuna tecnologia fondata sul principio bicelebrare, trasmettere, secondo lo splendido motto nario dellinformatica durata pi di dieci anni, codi Emmanuel Lvinas. Questo naturalmente pone sicch risulta perduto tutto ci che non viene conil problema della qualit dei libri che pubblichiamo, vertito ogni dieci anni nellultimo standard. Siamo e quello del rinnovamento generazionale dei lettoben lontani dalla biblioteca di Babele! Al contrario, ri. La crescente mancanza di curiosit della nostra ancora possibile consultare manoscritti di venti seepoca, la sua divizzazione, il suo impoverimento coli fa. Chi pu fare di meglio? Quanto ai rischi di emotivo e culturale non possono non riettersi sul disintermediazione delleditore preconizzati dai mondo delleditoria, che cresce nel liquido amniotiprofeti dellApocalisse come risultato di una relazioco della Francia e, temo, delle democrazie mediane diretta fra gli autori e Amazon/Google/Apple o tiche, individualiste e consumiste del giorno dogaltri giganti di domani, neppure questi mi sembrano gi. Abbiamo molti buoni autori, buoni libri, buoni pertinenti. Ogni generazione crede di vedere la Stoeditori, buoni venditori, buoni librai e buoni critici, ria (dis)farsi sotto i suoi occhi, ma tutti conoscono ma cominciamo a mancare drammaticamente di le astuzie della Storia: ai tempi della corsa alloro, buoni lettori Insomma, le cause di inquietudine furono i fabbricanti di badili e picconi a fare fortuna! non mi sembrano risiedere l dove le sento indicaFabbrichiamo con cura i nostri badili e i nostri picre pi spesso. Non sono fra coloro che, in nome di coni, da bravi artigiani, e lasciamo il miraggio delle McLuhan e the medium is the message, postulafortune efmere ai pionieri di passaggio
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ci soffocano un po di pi, che accadr con i nuovi autori, sempre pi esigenti, e sul lungo periodo? questa dimensione temporale che si trova al centro delle mie preoccupazioni. Una volta, i tempi lunghi pagavano i tempi brevi: il catalogo nanziava il rischio della novit, per lo meno per le case editrici con un catalogo letterario importante. Oggi, esattamente il contrario: sulla ne punta dago dei tempi

Quando cera lo zar

Mosca stata ospite donore al Salon du livre di Parigi. Alcuni scrittori russi raccontano come cambia il loro paese

Nelly Kaprilian, Internazionale, 18 maggio 2012

La biograa di Eduard Limonov scritta da Emmanuel Carrre uscir in Russia a settembre. Il libro atteso con impazienza e con i kalashnikov puntati, pronti a sparare. Limonov diventato un simbolo per i russi, pi politico che letterario. un fervente oppositore di Putin e il suo Partito nazionale bolscevico (NazBol), adesso chiamato lAltra Russia, che potrebbe essere denito rosso-nero, suscita un certo sospetto. Limonov? un fenomeno da baraccone, niente di pi, sentenzia Boris Akunin, autore di bestseller polizieschi ambientati nella Russia zarista. Akunin portavoce dellopposizione civile contro Putin gi da prima di Limonov, troppo impegnato per concedere interviste. Uneredit ignorata Lo scrittore Zachar Prilepin, classe 1975, seguace di Limonov e membro del NazBol, un altro dei personaggi che compaiono nel libro di Carrre. Non esattamente una persona simpatica: si atteggia a superuomo ed una specie di mercenario che si arruolato nella guerra in Cecenia dove ha collaborato con le forze speciali della polizia federale russa. Lo incontriamo in un ristorante vicino a dove vive quando non a casa sua con la moglie e i quattro gli a Ninij Novgorod, a quattro ore da Mosca: Ogni volta che vado allestero mi chiedono sempre la stessa cosa: Limonov fascista? Per la mia generazione semplicemente una gura di riferimento, perch stato un dissidente e oggi si oppone a Putin. Come lui, anchio non amo leredit che ci hanno lasciato questi ultimi ventanni: liberalismo e individualismo. Il mio obiettivo recuperare la cultura conservatrice: abbiamo perso valori

autentici come quello della solidariet. Purtroppo gli scrittori della vecchia generazione sono stati contagiati dalle idee nuove. Per loro facile dire che il popolo buono a nulla e che lortodossia nita. Siamo in piena dittatura del rimorso. Per la generazione di scrittori emersa dopo il 1991 la tradizione sovietica e quella antisovietica non signicano pi niente. Eppure, ascoltando Prilepin e altri esponenti di questa generazione nata verso la met degli anni Settanta, sintuisce che alcuni valori dellUnione Sovietica (assistenza sociale per tutti, la priorit del collettivo sullegoismo generato dal liberalismo) hanno il profumo di un passato perduto conosciuto attraverso i fratelli maggiori. Quanto basta per idealizzarne alcuni tratti da contrapporre alla globalizzazione, che sarebbe la causa della precariet di oggi. In fondo sorprendente la velocit con cui stata spazzata via la memoria dellUnione Sovietica, come se si trattasse di un ricordo qualsiasi. Nato nel 1965, Andrej Gelasimov, autore del romanzo La sete (Atmosfere Libri), la storia di un soldato che torna sgurato dalla Cecenia, a proposito della ne dellUrss dichiara: Solo da quel momento ho potuto vedere i lm proibiti, come quelli di Hitchcock. Anche lui riferendosi alla Russia parla di un impero che per restare tale deve avere un leader forte. Anche se non mi piace, solo Putin in grado di giocare questo ruolo. Un impero integrato nel resto del mondo ma in cui quasi nessuno parla unaltra lingua oltre il russo, neanche nei ristoranti turistici o allaeroporto Sheremetyevo, dove non si trovano giornali stranieri; dove i taxi sono rari ma basta sollevare una mano perch

al contrario di Vladimir Sorokin e Viktor Pelevin, che scrivono satira. Ma in questi ultimi anni sono stati proprio Sorokin e Pelevin a imporsi come le due gure di spicco della letteratura russa contemporanea. Uno ha declinato linvito al Salone del libro di Parigi, laltro vive allestero e riuta le interviste. Entrambi sinscrivono in una corrente vicina alla letteratura dissidente, sullo stile del Maestro e Margherita di Mikhail Bulgakov. In fondo non camIn politica sento di aver sempre ragione, ma in letteratura mi piace biato davvero nulla pensare che ragione e torto non esistano. questo secondo me che nella letteratura russa, distingue la letteratura dalla politica. Quando ero comandante in conda Aleksander Cecenia agivo senza riettere. stato solo quando ne ho scritto che Ivanov, proprietario di mi sono reso conto che la guerra stata una tragedia Ad Marginem, la casa editrice pi interessante dellra postsovietica. A parte il boom di case editrici e riviste letterarie. Mosca rimane una qualsiasi impegno politico sempre sospetto. Essere formidabile fonte dispirazione per i suoi scrittori, parte di un movimento politico mi d ancora una certa perch la sua energia continua, palpabile, e tutto allergia. Eppure, no a tre mesi fa nessuno voleva sporcambia molto in fretta spiega Gelasimov. una ricarsi le mani con la politica. Oggi non si parla daltro. serva permanente di storie alla quale attingere, conA suo parere la forza di Putin non sta tanto nelfessa Akunin. Lo stesso vale per la Russia contempola sua immagine di uomo forte, ma nellapatia ranea: parlando di La sete, Gelasimov, che allepoca generale dei russi, anche se qualcosa si sta muoinsegnava in ununiversit in Siberia, racconta di aver vendo. Negli ultimi ventanni il paese cambiato visto i suoi studenti tornare trasformati dalla Cecein modo inedito nella nostra storia. emersa una nia. Durante le lezioni erano apatici, non reagivano classe media forte, rivoluzionaria perch pronta a a nulla, come se avessero perso ogni tratto umano. opporsi alle dure condizioni imposte da uno stato Prilepin ha combattuto sul fronte russo: In politicorrotto. E quando la societ civile si sveglia, difca sento di aver sempre ragione, ma in letteratura cile riaddormentarla. mi piace pensare che ragione e torto non esistano. Andrej Gelasimov si accende lennesima sigaretta nel questo secondo me che distingue la letteratura dalla bar Lady Jane, un locale bohmien e alla moda che politica. Quando ero comandante in Cecenia agivo come molti altri luoghi pubblici moscoviti consente ai senza riettere. stato solo quando ne ho scritto che suoi clienti di fumare. Putin ha vinto ma sa che non mi sono reso conto che la guerra stata una tragedia. potr pi comportarsi come prima, che deve misurarsi Eppure, per questa nuova generazione la tragedia con una cittadinanza pronta a scendere in piazza, con russa non prende la forma di un grande affresco una classe media ostile. intelligente, ne terr conto. romanzesco. fatta di naturalismo trash, vodka, amicizie, amori fallimentari, intermezzi, dialoghi Fonte inesauribile surreali e comici. La tragedia avanza mascherata, Gelasimov ottimista ed credente da quando, nei apparentemente innocua, alleggerita da un umoriprimi anni Novanta, ha letto la Bibbia, no ad allora smo demenziale. Se ci si pensa, un po come accade proibita. Per questo ha ducia nel potere dellamore. nei libri dei giovani autori statunitensi. In letteratura mi denisco un neosentimentalista, si fermino varie auto disposte a portarti ovunque per qualche centinaio di rubli. Molti moscoviti sono contenti, a ne giornata, di arrotondare lo stipendio. Un paese difcile, ma in cui, proprio per questo, il concetto di intellettuale impegnato ha ancora un signicato e un posto denito. cos che sono diventato uno scrittore impegnato, dichiara Boris Akunin. Anche se difdo dei gruppi: per chi come me nato nellUrss,
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Fiere piene, librerie vuote

Allevento collettivo tutti vogliono partecipare, ma leggere resta unattivit solitaria dello spirito

Pierluigi Battista, Corriere della Sera, 22 maggio 2012

molto bello che migliaia e migliaia di persone abbiano affollato entusiaste il Salone del Libro di Torino. Peccato che nei primi mesi dellanno la vendita di libri sia crollata. Ed anche incoraggiante che tanta gente segua con attenzione i dibattiti del Festival del giornalismo di Perugia. I giornali attirano ancora, per fortuna. Purtroppo non in edicola, e sinora con qualche fatica anche nel web (ma c speranza). Non c contraddizione, per. Il rito della lettura solitario, silenzioso, esige concentrazione, ritmi individuali non scanditi dal tempo collettivo. In un libro puoi leggere e rileggere la stessa frase, in un articolo del giornale un dettaglio pu catturarti lattenzione, spostandoti in un ritmo temporale tutto tuo. Nellevento di folla, il tempo uguale e uniforme per tutti, le emozioni seguono lo stesso ritmo collettivo, la ritualit comunitaria prevale sui disordinati percorsi emozionali individuali. Il libro pu essere in crisi, ma non la festa del libro. Il giornale pu ansimare, ma non il festival che ne celebra la liturgia. Inutile fare moralismi e deprecare lo spirito del tempo. semplicemente cos, basta saperlo. Lincontro con lautore del libro sostituisce la lettura del libro, non ne il coronamento. Lo scrittore diventa una star, un guru, lofciante di una messa cantata, il testimonial di una buona causa. Non c pi nessun rapporto tra il successo di una era e i registratori di cassa di una libreria, comprese le librerie che dominano su internet. Si sono venduti pi libri negli stand del Salone, certo. Ma come accendere una candela votiva entrando

in una chiesa. partecipazione a un rito, una condivisione comunitaria, un modo attivo di partecipare e stare in una collettivit. una novit. N necessariamente bella, n necessariamente brutta. Ma una novit. Si leggono meno libri, ma si festeggiano di pi i libri. Tutto qui. Si apre adesso la stagione di successo dei festival tematici. Non c bisogno di aspettare i titoli del giorno dopo. Lo sappiamo gi ora: ci sar un sacco di gente a seguirli, le sale dei dibattiti saranno stracolme, scrosceranno gli applausi per i relatori. Ma il successo del festival della losoa non comporter un incremento delle vendite dei libri di losoa. E lo stesso meccanismo vale per la storia, il diritto, leconomia, la letteratura. il trionfo delloralit, non della lettura. Gli autori si ascoltano, non si leggono. Si applaudono, non si criticano. E anche i giornalisti: fanno pi opinione quando parlano che quando scrivono, in genere. Non necessariamente in tv, basta un palco. Basta una platea. Basta un Evento dei mille Eventi che costellano la vita culturale pubblica in Italia. Lestate, poi, lapoteosi dellEvento. Non c assessorato alla Cultura del pi piccolo comune balneare o montano che oramai ha sostituito la vecchia, tradizionale, polverosa Pro Loco che non organizzi la sua galleria di Personaggi Illustri che allieteranno le serate dei villeggianti immersi nalmente in unatmosfera clta, pensosa, riessiva. Spesso i Personaggi Illustri viaggiano per lItalia con la stessa compagnia di giro. Ma ogni volta una corroborante iniezione culturale che arricchisce le menti e ludito degli italiani in vacanza. E le

librerie? Quelle no, per loro la vacanza ha un altro signicato: la vacanza degli acquisti, il calo delle vendite, laumento delle rese, la deserticazione dei bilanci. C contraddizione? No, c lirruzione di una novit. Non passatista, tradizionalista, barboso, senilmente nostalgico constatare semplicemente che la lettura richiede uno sforzo mentale e psicologico condotto in solitudine. Certo, la piacevolezza della lettura, la graticazione della scrittura, la passione per la letteratura. Ma leggere sempre un impegno individuale di comprensione che esige allenamento e concentrazione. Pu essere disordinata, rapsodica, altalenante, anarchica, ma la lettura individuale (di un libro, di un giornale, e non necessariamente di carta beninteso) resta pur sempre un percorso a ostacoli da condurre nel silenzio interiore e nella meditazione solitaria. La partecipazione allEvento invece scandita secondo criteri del tutto diversi. Non migliori o peggiori: diversi. Esige sintonia, coralit, condivisione, applauso, suggestione. Incarna il potere della parola parlata, che teatralmente meravigliosa, ma ha unaltra qualit rispetto alla parola scritta. Trascina. Fa sentire partecipi, crea una corrente speciale tra il palco e la platea. Con la lettura solitaria nessuno ti

vede. NellEvento latto fondamentale vedere ed essere visti, essere come gli altri, incolonnarsi con gli altri, battere la mani insieme agli altri. LEvento evoca certo, come la lettura, unimplicita protesta contro la televisione, perch smentisce la tipica passivit del telespettatore. AllEvento bisogna andare, uscendo di casa e spegnendo il televisore. Ma nei confronti dellAutore che sale sul palco si stabilisce una relazione divistica e carismatica che con limmaginario della televisione ha molti punti di contatto. NellEvento esserci vuol dire essere a contatto diretto con una gura famosa, che per perde la lontananza televisiva, si incarna in un personaggio da ascoltare, cui abbeverarsi chiedendo rispettosamente autogra, con lausilio anche della photo opportunity via telefono cellulare. Dunque non c contraddizione tra la crisi di vendite del libro e il trionfo dellEvento che lo celebra, o tra il grande successo del Festival del giornalismo e le difcolt in cui il giornalismo annaspa senza requie. Non c contraddizione perch, pur trattando apparentemente della stessa cosa, sono due fenomeni che non si compenetrano, ma anzi tendono ad escludersi: con un libro stretto tra le mani, peraltro, molto ma molto difcile applaudire il divo che lo ha scritto.

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Un dossier sul futuro del libro

Andrea Inglese, Nazione Indiana, 25 maggio 2012

Vorrei segnalare a scrittori e lettori, addetti ai lavori e volontari della cultura, un dossier importante uscito come supplemento di alfabeta2 di maggio: si chiama alfalibro ed curato da Maria Teresa Carbone, Andrea Cortellessa e Vincenzo Ostuni in collaborazione con Generazione Tq. Sono in apparente conitto dinteressi parlandone, in quanto membro del comitato di redazione del mensile. In realt, scopro questo alfalibro da lettore esterno, non avendo contribuito in nulla alla sua costituzione. Inoltre, dopo aver fatto parte di Tq per alcuni mesi, ho deciso di abbandonare il gruppo. (La modalit di lavoro e collaborazione non mi conveniva per varie ragioni, la prima delle quali era la distanza geograca.) Ora ho loccasione di leggere uno dei frutti pi interessanti del lavoro di questo gruppo. Ma i temi trattati in questo dossier sono ben lungi da essere temi esclusivi di un determinato gruppo e toccano una questione di interesse generale. Toccano, in una parola, il futuro del libro. La questione cos formulata non certo nuova e nella nostra societ tardocapitalistica si traduce in prima battuta in questi termini: nel mondo delle merci in continua mutazione a causa del progresso tecnologico e della riorganizzazione dei mercati, che futuro ha questa specica merce? In che modo e forma essa pu ancora interessare il capitale? In che modo, insomma, essa riesce a conservare il suo statuto di merce, in modo tale che il valore duso della lettura sia sempre in grado di fare da sostrato al valore di scambio del libro, come prodotto di mercato?. Alfalibro organizza i suoi interventi intorno a un lo

conduttore che vuole ripercorrere a contropelo questa domanda, invertendone i termini: in che forma pu ancora sussistere il valore duso della lettura, se la merce-libro deve uniformarsi ai nuovi criteri di rendimento aziendali del tardo capitalismo?. Linteressante di questa raccolta di articoli che, a differenza dei manifesti prodotti nora da Tq, abbiamo a che fare qui con analisi, discussioni, proposte, pi che con dichiarazioni dintenti. un passo fondamentale. Tq, infatti, sta invertendo i termini del dibattito, cos come posto solitamente dai media e nei termini scelti dagli attori di mercato (i gruppi editoriali, le catene di librerie, i distributori, ecc.). Ci apre uno spazio di confronto molto ampio, in cui prima ancora di correre a nobilitarsi con particolari prese di posizione, si pu avviare una fase di comprensione critica delle nostre condizioni materiali di vita, anche in quellambito dellagire apparentemente pi libero e autonomo che coincide con le pratiche culturali, intellettuali e persino artistiche e letterarie. Comprensione, si badi bene, che non dovrebbe essere appannaggio di individui dalle convinzioni pi o meno marxiste quasi si trattasse di un loro privilegio parlare di certe cose e difendere certe forme di conoscenza. Dovrebbe essere chiaro a tutti, indipendentemente dalla familiarit o meno con i testi di Marx o con quelli della tradizione marxista che: 1 le condizioni materiali di vita per chi vive allinterno, marginalmente o meno, del campo culturale, non sono cos chiare in tutte le loro molteplici e concrete articolazioni, ed esigono quindi un lavoro di studio, analisi,

non semplicemente aziendalistico. I membri di Tq non sono certo stati i primi a sollevarla, ma in questo dossier essi dimostrano di essere riusciti a darle una forma pi concreta ed efcace, pi corale. Mi sembra quindi che da questo lavoro, sobrio e documentato, possa nascere una pi generale e sistematica esigenza di appropriazione, di discussione allargata, tra tutti coloro, semplici lettori inclusi, che sono interessati al libro muovendo dal suo valore duso, dal fatto antropologico della Linteressante di questa raccolta di articoli che, a differenza dei lettura, che a tuttoggi manifesti prodotti nora da Tq, abbiamo a che fare qui con analisi, ci pare insostituibile discussioni, proposte, pi che con dichiarazioni dintenti. un passo nella costituzione di fondamentale una nostra compiuta umanit. A conclusione di questa segnalazione, una sorta di monito benevolo. Rivolto non solo a Tq, difesa stiano radicandosi e che tutto ci indema a chiunque vorr contribuire a una tale riesbolisca il quadro di riferimento che per anni ha sione. Rispetto al discorso sul futuro del libro, dominato incontrastato, favorendo a seconda dei quello relativo allo statuto delle opere letterarie e contesti una forte competitivit individualistica artistiche viaggia in controtempo. Il tentativo di o unaccorta strategia delladattamento tolleranaccorpare lun tema e laltro lodevole, ma pieno te e prudente. Una prima tangibile prova di quedi insidie. Non si tratta, dicendo questo, di allestisto data dai contributi raccolti in alfalibro: non re una sorta di recinto mistico-magico, in cui ogni si limitano a essere il orilegio di un gruppo di discorso relativo alle singole opere fosse votato a scrittori (romanzieri, prego!), momentaneamente un terribile nominalismo o alla necessit di taceemersi sotto le luci dei riettori, sbandierando il re. Si tratta semplicemente di ricordarsi che arte e loro nome dautore con il pretesto di parlare dalcultura, o letteratura e cultura, sono entit in parte tro. Questa volta i soggetti coinvolti hanno statuti antinomiche, in perpetua contesa, ma allinterno diversi: editori, giornalisti, librai e scrittori, che di un gioco estremamente mosso, dove un meparlano di librerie indipendenti, di legge Levi, di desimo nome pu passare da un campo allaltro, ebook, di premi letterari, di self-publishing, di mutando radicalmente di senso. Le singole opere pagine culturali, di biblioteche, ecc. Questo abportano con s, se davvero importanti, un elemenbattimento delle paratie non per nulla un evento to distruttivo e anti-istituzionale, che ogni elaboscontato, e ha una portata autenticamente politirazione culturale, ogni lavoro di trasmissione e ca, in senso progressista. La compartimentazione memorizzazione, in parte devono tradire. Lordi indispensabile per lordinario funzionamento gno semantico, che ogni grande opera letteraria della macchina. Rompere le paratie signica proinevitabilmente , deve passare per le soavi mani durre casino, rimettere in discussione limiti e sidegli articieri della cultura, afnch possa circognicato delle singole funzioni e degli statuti che lare nella memoria condivisa con sufciente uidia esse si associano. t, per eventualmente tornare ad esplodere sotto lo La domanda sul futuro del libro risulta allora una sguardo del lettore isolato, anni o secoli pi tardi. domanda davvero aperta in un senso democratico e comprensione e 2 decifrare la sionomia di queste condizioni permette dimmaginare sia localmente che in forma pi globale determinati gesti, in grado di modicarle. Qualcuno potr avere limpressione, che siamo alla scoperta dellacqua calda. Io credo invece che stia mutando un paradigma culturale, che nuove forme di solidariet, di cooperazione, di mutua
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La meravigliosa vita della punteggiatura


Il saggio di Francesca Serani per orientarsi tra i segni di scrittura. Dilatandosi verso contesti quali cinema, serie tv, graphic novel e web, lesperienza della lingua si congura come una ragnatela di intuizioni. Perch tutto testo
Giorgio Vasta, la Repubblica, 25 maggio 2012

Un mio compagno di classe, alle scuole medie, scrivendo i temi ricorreva sempre alla medesima strategia: intrattenendo con linterpunzione un legame fondato su sospetto e prudenza, disseminava il testo di microscopiche scorie bluastre (non a casaccio ma ricorrendo a un criterio talmente privato da risultare impenetrabile). Questo modo di procedere gli serviva a proteggersi dalle eventuali contestazioni che linsegnante avrebbe potuto muovergli, chiarendo di volta in volta che non di punteggiatura si trattava bens di macchioline tanto casuali quanto irrilevanti, accidentali sporcature dinchiostro da imputare soltanto a una Bic difettosa. Per trasformare il sospetto in ducia, la prudenza in coscienza, a quel vecchio compagno di classe (una regola non scritta dellaneddotica prevede che protagonista di situazioni vagamente cialtrone sia sempre un compagno di classe) sarebbe servito leggere Questo il punto. Istruzioni per luso della punteggiatura (Laterza), un libro nel quale Francesca Serani italianista, saggista, sceneggiatrice per la televisione e per il cinema riesce a raggiungere simultaneamente due obiettivi. Il primo quello di proporre un prontuario che nel descrivere la norma la assume criticamente, trascorrendo di continuo dalle regole alle eccezioni dautore, intendendo queste non come un arrembaggio velleitario al canone (per esempio nel caso del paradossale ribellismo marinettiano) ma come quel sistema di lesioni fertili che contribuiscono nel tempo a rinnovare il canone stesso.

Questo il punto una bussola per orientarsi in uno strumentario espressivo che evolvendo tramite sedimentazioni e rotture del paradigma viene tradizionalmente percepito come un dispositivo debole, continuamente opinabile, persino arbitrario; se non subentra una pratica interpuntiva adulta, luso scolastico sar lescamotage semplicante nel quale si cercher rifugio. Serani incoraggia allora a intrattenere con ogni segno un rapporto al contempo consapevole e affettivo (se non affettuoso): a diventare, cio, autori delle proprie scelte di punteggiatura. Per esempio a riconoscere i due punti non solo come varco dingresso a unelencazione ma anche come il segnale di un impulso

della frase a fuggire in avanti, oppure a sentire le parentesi emblematiche di quel bisogno della lingua di precisare s stessa chiosandosi (nonch a inabissarsi famelica nella propria stessa materia), le virgole come il segno che nel non volersi assumere la responsabilit di chiudere il discorso preferendo procrastinare la ne (la virgola un segno-Sherazade) rivela il desiderio della frase di durare per pi tempo possibile; e ancora il saggio di Serani induce a riconoscere la capacit dei tre puntini di calibrare dissolvenze marcando sicamente la quota di vuoto presente in ogni testo, cos come stimola a essere sobri nelluso dei punti esclamativi (soprattutto se impiegati per dopare articialmente il discorso). Il secondo obiettivo che Questo il punto fa suo riguarda una scelta di campo. Nel ripercorrere una disputa innita quella che contrappone chi pensa alla punteggiatura come a un dispositivo prosodicopausativo (la concezione per cui la punteggiatura individua pause di diversa lunghezza) a quella che le attribuisce una funzione logico-sintattica Serani prende una posizione netta: La concezione pausativa il magnete, quella sintattica il Nord. In altri termini, andando oltre le tentazioni di una punteggiatura respiratoria (di fatto unaltra allucinazione scolastica di cui liberarsi in fretta), linterpunzione sempre funzionale a scolpire la forma del discorso: segmenta

cio il periodare, lega sintatticamente, individua la tonalit emotiva di una frase e, come accade quando si ricorre alle virgolette alte o al corsivo, commenta luso di un termine enfatizzandolo o invitando a riconoscerlo criticamente. Ci che in questo breve saggio suscita sorpresa e ammirazione che non circoscrivendo il ragionamento e la scelta degli esempi al solo ambito letterario, ma dilatandosi invece verso contesti quali il cinema, le serie televisive, le graphic novel e internet, lesperienza della lingua descritta da Serani si congura come una ragnatela di deduzioni e di intuizioni, come una continua sperimentazione di linguaggi eterogenei. Perch tutto testo, ci sembra di poter dire. Lesistente, se inscritto in una cornice di riferimento, si rende disponibile alla lettura, ed allora che la punteggiatura interviene per rendere riconoscibili le strutture interne, per segnare eventuali scarti laterali, per annodare o per sciogliere unandatura. In altri termini, tuttaltro che essere come pretendeva quel vecchio compagno di classe una malattia esantematica, un malizioso morbillo della pagina, la punteggiatura lorchestra di segni che abbiamo a nostra disposizione per dare forma alla scrittura. Ricordandoci che senza un direttore consapevole che di continuo osservi e ascolti la lingua, non si genera senso.

Linterpunzione sempre funzionale a scolpire la forma del discorso: segmenta cio il periodare, lega sintatticamente, individua la tonalit emotiva di una frase e, come accade quando si ricorre alle virgolette alte o al corsivo, commenta luso di un termine enfatizzandolo o invitando a riconoscerlo criticamente

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Questo romanzo come un palazzo

Alla Scuola Holden di Torino Matteo Pericoli ha guidato gli allievi a vedere la struttura spaziale nascosta nelle loro opere preferite. E a tradurla in forma tridimensionale

Mario Baudino, La Stampa, 27 maggio 2012

Balzac pensava alla sua Commedia umana come qualcosa che, oltre a superare qualsiasi archivio dellanagrafe, fosse anche e soprattutto un monumentale edicio. Henry James aveva in mente la stessa metafora quando organizzava e riorganizzava senza sosta la raccolta delle proprie opere complete. Ma nessuno dei due, e probabilmente nessuno prima e dopo di loro, nella lunga serie degli autori che hanno guardato alla propria scrittura come un architetto guarda al palazzo che sta costruendo, ha mai provato a realizzare un plastico: a costruire cio nello spazio tridimensionale lequivalente del romanzo, trasformandolo in un edicio non per metafora ma (quasi) nella realt. Da qualche tempo ci stanno provando, guidati da Matteo Pericoli, gli allievi della scuola Holden. Trasformano i libri in palazzi per ora in modelli di palazzi, ma non si sa mai e non basandosi sul contenuto, ma proprio su quella che potremmo denire la grammatica narrativa: la struttura interna al romanzo, che il lettore realizza a poco a poco, in modo implicito. Questa volta si trattato di renderla esplicita attraverso un esercizio di lettura e architettura, come per esempio quello che alla conclusione del corso di questanno ha presentato Annabianca Vincenzi, traducendo in edicio Middlesex, il (magnico) romanzo di Jeffrey Eugenides che dette allautore il Pulitzer 2003 e un posto di grande rilievo nella narrativa americana. Middlesex la storia di due fratelli in fuga dalla Grecia che si amano di un amore incestuoso e arrivati in America si sposano. Le successive generazioni sono

gravate dallincubo di una punizione divina, nellattesa di un mostro che prima o poi si manifester per punire il peccato dei patriarchi. Quando tutto si compie, per, il mostro una creatura ermafrodita, che sceglie di vivere proprio a quel modo, pacicata col proprio essere. Che tipo di palazzo ne potr uscire? La lettrice-costruttrice si sofferma sui rapporti di attesa (che qualcosa di orribile accada) e compenetrazione (incestuosa) attraverso le generazioni, e costruisce un edicio che inizia come un castello dei destini incrociati, poi diventa un tortuoso percorso obbligato verso un pozzo-torre buio e terribile, la punizione che incombe. Ma alla ne trova unultima porta a sorpresa, quella che proietta il visitatore-lettore su unimprovvisa piscina azzurra. Gotico moderno con sorpresa nale: e il plastico potrebbe essere quello di un centro direzionale o magari di una residenza dal tono vagamente razionalista, in fondo abitabile. Matteo Pericoli aveva chiesto, per il suo esperimento (che nel prossimo anno accademico replicher a New York, per gli studenti della scuola di scrittura della Columbia University), di evitare una sola cosa: e cio realizzare edici gi raccontati quindi esistenti allinterno dei libri. Non la biblioteca di Babele o quella dellabbazia di Umberto Eco, n le Citt invisibili di Calvino o il castello dellInnominato. Questanno ha anche offerto una serie importanti di aiuti: tutor arrivati dai corsi precedenti, e architetti milanesi che hanno messo a disposizione le loro tecniche e le loro conoscenza per realizzare plastici credibili e soprattutto eseguiti a regola darte, il che non per niente facile.

Per settimane si lavorato con cartone, forbici, colla su racconti e romanzi. Oltre a Eugenides sono stati scelti Cortzar (Lettera a una signorina), Italo Calvino (Lavventura di un miope, che si tradotta in una sorta di gasometro), Cormac McCarthy (La strada, che ha avuto due diverse realizzazioni), Jonathan Franzen (Le correzioni), Hunter Thompson (Le cronache del rum), Fdor Dostoevskij (Umiliati e offesi), Ennio Flaiano (Un marziano a Roma, che diventato una

torre spezzata e terremotata), Jack London (Martin Eden), Nikolaj Gogol (Il naso), J.M. Coetzee (Vergogna), J.D. Salinger (Per Esm con amore e squallore) e Don DeLillo (Rumore bianco). ovvio che non tutti gli edici provocano in quanto tali un immediato desiderio di andarci a vivere se non come lettore, anche se bisogna ammettere che qualora realizzati davvero sarebbero certamente interessanti come spazi pubblici. Del resto, proprio quel che accade nei libri.

Libri dellanno, il controcatalogo questo

La rivista LIndice raccoglie in volume le sue recensioni del 2011 per proporre, in contrasto con il mercato, una classica di qualit

Mirella Appiotti, Tuttolibri della Stampa, 27 maggio 2012

Preferiva le camicie a scacchi, aveva le sopracciglia folte scure e lo sguardo un po sarcastico come le battute folgoranti che ogni tanto pronunciava. Hctor Oesterheld indossava una delle sue mise in stile country quando svan nella notte del 21 aprile 1977. Prelevato da una squadra armata, fu detenuto nella caserma Campo de Mayo e venne assassinato nel 1978 in provincia di Buenos Aires. Intanto erano sparite due sue glie, Beatriz Marta e Diana Irene, incinta di sei mesi. Anche Marina, la terzogenita (pure lei in gravidanza e il cui marito era gi desaparecido ), fu prelevata da un plotone della morte e subito dopo venne uccisa, insieme al consorte; poi tocc a Estrela Ins, lultima sopravvissuta. Le colpe di tutta la famiglia? Erano quelle del padre, Hctor, che aveva dato vita a uno dei pi noti fumetti
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di fantascienza, Leternauta, il cui protagonista, il celebre omino con maschera antigas, tuta, guanti e fucile a tracolla, era divenuto il simbolo della lotta contro la dittatura argentina. A ricostruire nei dettagli la dolorosa vicenda di questo principe della satira il critico Andrea Pagliardi nella sua recensione al lavoro di Hctor ristampato lanno scorso: un intervento che, apparso nellIndice dei libri del mese, ora raccolto nel volume LIndice dei libri dellanno (curato dallo stesso Pagliardi e pubblicato da Mursia). E cos la rivista torinese, gran monumento dei periodici letterari che i suoi fan chiamano semplicemente LIndice, si rinnova: ogni dodici mesi, in contrasto con le gerarchie dei top ten designati dal mercato, proporr un librocontroclassica, che sceglie le opere di narrativa,

La rassegna stampa di Oblique | maggio 2012

saggistica, losoa, arte e intrattenimento di qualit. A partire da questo primo parto (che vede la luce anche grazie al connubio con la Fondazione Bottari Lattes), punter ogni anno il suo dito fuori del coro sulle pagine da prendere in considerazione. Diretto da Mimmo Cndito, il mensile si avvale del supporto di Gian Giacomo Migone, padre fondatore della rivista con Cesare Cases nel 1984 e ora deus ex machina della prestigiosa pubblicazione. Come dar torto ai critici dellIndice? A scorrere la controclassica del 2011, ai primi posti c il bellissimo romanzo desordio di Paolo Sortino, Elisabeth, piccolo gioiello della letteratura visionaria anche se il caso su cui si cimenta affonda le sue radici nella pi feroce e crudele realt. Il libro reinterpreta la storia di Josef Fritzl che sequestr la glia nel suo bunker antiatomico e concep con lei sette gli. A seguire c America amore, il romanzosaggio di Alberto Arbasino, reporter deccezione negli anni Cinquanta, tra cocktail party, salotti e conferenze doltreoceano. Non manca Tommaso Pincio con Hotel a zero stelle, in cui ospita e passa anche in rassegna i suoi autori preferiti, da Simenon a Pasolini a Garca Mrquez. Ma c pure

Umberto Saba, autore di Scorciatoie e raccontini, in cui il poeta triestino, nei panni insoliti di scrittore di aforismi, si cimenta con il ritratto di Hitler ma anche con il sottile legame che unisce Nietzsche e Freud. In questa anticlassica per lettori dal palato no appare Jonathan Coe con la biograa dedicata a Bryan Stanley Johnson, il poeta morto suicida alla maniera di Petronio, immerso in un bagno caldo con le vene dei polsi recise, e Irne Nmirovsky che nel Vino della solitudine ricostruisce la sua fuga dalla Rivoluzione bolscevica verso la Francia, paese della libert e del godimento della vita. Sono solo alcuni assaggi dalle settanta recensioni scelte e proposte dallIndice dellanno. Pietanze che ancora oggi vengono elaborate secondo le antiche ricette suggerite dal gran maestro Cases: Lessenziale che attraverso lesposizione il lettore acquisisca una chiara idea di quel che il libro e delle ragioni della sua importanza, ragioni che hanno fatto s che lo scegliessimo a differenza di altri. Il padre fondatore sollecitava cos le milizie dellIndice a non omologarsi agli eserciti dei critici qualsiasi ma a trasformarsi in reparti speciali di Re-censori.

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Lallenatori di eroi: Far crescere nuovi talenti il vero mestiere delleditore


Massimo Turchetta, numero uno di Rcs Libri, spiega come il mercato pu aprirsi alle novit senza perdere la qualit
Simonetta Fiori, la Repubblica, 28 maggio 2012

Leggere un libro? Richiede sempre pi fatica e dedizione. E nellepoca dei tablet e degli ipad non affatto scontato che un adulto sia capace di stare per pi di unora immerso tra le pagine. Massimo Turchetta, 51 anni, laurea in Filosoa arricchiti da studi in Fisica, solida esperienza nelleditoria tra Feltrinelli e Mondadori, oggi alla guida della produzione libraria targata Rcs, riette con disincanto sul futuro dei libri e dei lettori. Il recente Salone torinese, con un boom di vendite e visitatori, ha portato un inatteso lucore in un quadro paragonabile a un Goya nero. Ma la sda si mantiene ardua. A Torino era palpabile tra i grandi editori un clima di paura e smarrimento. Non so se sia gusto parlare di paura e smarrimento. Certo cambiato il paradigma. Per oltre un secolo la vecchia editoria di carta ha vissuto in modo stabile secondo una formula consolidata. Questa formula stata scardinata dallingresso in campo di nuovi attori, Amazon e Google, Apple e Yahoo, i grandi gruppi che controllano il web. Il cambiamento gi avvenuto in America alcuni anni fa. Da noi ha coinciso con una crisi economica come non sera mai vista. Ecco che siamo nella tempesta perfetta. Lei ha sostenuto che, per uscirne, bisogna essere molto bravi. Ma come? Finora leditore ha ricoperto un ruolo privilegiato, ossia stato lunico selezionatore di ci che pu essere proposto al pubblico dei lettori. Ora non pi cos. Per questo deve diventare pi bravo. Non

si pu limitare a scegliere tra quello che c gi, ma deve diventare un allenatore di eroi. O, meglio, esserlo ancora di pi. Che cosa intende? Ha presente il lm danimazione Hercules? Leditore deve fare un po come Filottete, il vecchio satiro addestratore di Ercole. Accompagna un autore, lo fa crescere, e poi lorienta. Questo richiede investimenti che non hanno un immediato riscontro, ma sono preziosi nel lungo periodo. Per il management estraneo al mondo editoriale una cosa difcile da capire. Lei ha fatto da addestratore ad alcuni scrittori di grande successo come Saviano, Giordano e Piperno. Poi per non li ha seguiti perch ha lasciato la Mondadori. Preferirei non tornare su questo passaggio. Io ho fatto una bellissima esperienza in unazienda ricca di talenti. Complessivamente sono stato l ventanni. Poi siamo arrivati a una situazione problematica e ho deciso di vedere un altro pezzo di mondo. Io ho avuto questa opportunit, ma ci sono persone di grande valore che non hanno avuto la mia fortuna. E ho il massimo rispetto per loro. Andrea Cane, un editor molto stimato che stato messo alla porta dopo la sua uscita dal gruppo, ha accusato il managment mondadoriano di incapacit. C una cosa molto importante, che alcuni grandi gruppi editoriali non solo in Italia rischiano di dimenticare: leditoria si fa con gli editori. Poi esiste una gran quantit di funzioni, dal marketing al

La rassegna stampa di Oblique | maggio 2012

controllo di gestione, che gli editori bravi devono saper maneggiare. Ma leditoria senza editori impossibile. Quando lo disse Andr Schiffrin, oltre dieci anni fa, fu liquidato come un propagandista esagitato. In Italia non c ancora un grande gruppo editoriale posseduto da capitali stranieri. Noi abbiamo due grandi gruppi media Mondadori e Rcs che conservano il settore dei libri. Lampia dimensione pu indurre a credere che sia destinato ad avere successo solo chi ha competenze manageriali. Il fatto che chi proviene da un settore lontano dalleditoria pu avere problemi nel comprendere un mondo complicato come quello del libro.

Hanno il master in sistemi esperti o altro. Sono ingegneri capaci di acquisire informazioni sul pubblico. La grande forza di Amazon nella costruzione di algoritmi che ti raccontano un sacco di cose sui consumatori. Il nuovo paradigma digitale tutto dalla parte della domanda, e le case editrici devono imparare questo nuovo linguaggio. Ma questo non in contrasto con quanto diceva prima sul ruolo delleditore? No, non vedo contrasto. Bisogna mettere insieme il nuovo paradigma della domanda con quello tradizionale dellofferta. Un mondo editoriale fondato solo sulla domanda ha molti difetti. E leditore non deve rinunciare alla sua funzione di Filottete.

Questattivit di ricerca stata esercitata da pochi. Anche in Colpisce a volte anche il linguaggio. Nel dibattito sulla Italia abbiamo assistito a quel fenomeno che Olivier Nora, tempesta perfetta a Torino un esponente di un marchio presidente di Grasset e Fayard, ha definito mediatizzazione molto importante ha parlato di libri altovendenti. delleditoria. Qui vicino a noi c il cartone a figura intera Sento parlare anche di libri performanti, sono queldella brava e simpatica Dandini, campionessa di incassi. li che vanno bene. Fa parte dellimbarbarimento del Intanto il libro di Serena bello. E poi, se fai lemanagerialese. In Italia, ma anche altrove, si sono sucditore generalista, inevitabile che accada questo. cedute tre generazioni di editori. C quella dei vecchi Lattivit di ricerca si equilibra con buoni libri di publisher padroni dellazienda. Poi sono arrivati gli intrattenimento. editori non pi padroni che per continuano a fare gli editori. Inne laggregazione di tanti gruppi editoriali A proposito di bestseller, circola voce che Stefano Maha prodotto un ceto manageriale specializzato anche gagnoli, leditor che guid il successo di Dan Brown, sia sui nuovi media. Ora, senza fare del moralismo: ledistato allontanato dalla Rcs. tore un mestiere insostituibile, e lo ancora di pi nel nuovo paradigma. Quel che gli si chiede di rafforzare la sua Leditoria si fa con gli editori. Poi esiste una gran quantit funzione di addestradi funzioni, dal marketing al controllo di gestione, tore, aprendosi anche che gli editori bravi devono saper maneggiare. agli strumenti messi a Ma leditoria senza editori impossibile disposizione dalle nuove tecnologia. A che cosa si riferisce? Da poco David Young, gran capo del gruppo Hachette, mi ha confessato: Da un paio danni vado assumendo gente di cui non capisco la job prescription, il prolo professionale. Che cosa fanno?

No, non cos. Rimarr nel gruppo e cercheremo di sfruttare al meglio le sue risorse. Non crede che allorigine della grande crisi del mercato librario sia anche uniperproduzione di libri inutili? C un sacco di fuffa in giro, ma molto difcile
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dire dove cominci la responsabilit delleditore. Se stai in un mercato che decresce, la tua crescita legata a una regola cannibalica, ossia devi rubare un pezzo del mercato di un altro. Questo fa s che ci sia stata una proliferazione di scommesse. Non sono nella varia? Comincio a fare la varia. Una quota di produzione degli editori equiparabile a un investimento in biglietti della lotteria. Tu puoi pensare che pubblicare pi titoli in quella quota ti permetta di investire meglio negli autori migliori. una regola di mercato. Ma il calo delle vendite non induce a pensare che quella regola sia entrata in crisi? Bisogna ripensarla. Meno biglietti della lotteria e pi qualit. A Torino tutti i grandi gruppi in opposizione ad Amazon hanno invocato la qualit dei contenuti. Nora su Repubblica ha sostenuto che i primi a distruggere i contenuti sono stati gli editori. Beh, io sono meno moralista. Penso che tanti contenuti anche corrivi abbiano aiutato il sistema a sopravvivere. Non bisogna dimenticare che leditoria

una piramide al cui vertice sono i libri di qualit e alla base c leditoria di intrattenimento. Pi stretta la base e pi stretto sar il vertice. Qualcosa di buono gli editori italiani avranno pur fatto se poi negli ultimi ventanni cresciuto il numero dei lettori. Ma non abbastanza. Oggi c un altro problema che quello del tempo a disposizione per la lettura. Ho un mio personalissimo metodo di indagine di mercato che la metropolitana di New York. Dieci anni fa erano tutti col libro in mano. Quattro anni fa leggevano su Kindle e e-reader. La settimana scorsa avevano tutti un tablet, ma la met di loro stava ammazzando mostricciatoli o percorrendo labirinti. In altre parole, il libro potr inventarsi nuove forme ma non potr mai competere sullo stesso terreno del videogioco. La sua straordinaria specicit implica una regola quasi monastica, la scoperta che il lettore fa del proprio mondo interiore attraverso la decrittazione di segni graci. Se perde questa specicit, s, davvero nita.

David Young, gran capo del gruppo Hachette, mi ha confessato: Da un paio danni vado assumendo gente di cui non capisco la job prescription, il prolo professionale

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Che cos una scontta? Il romanzo di Barnes sugli uomini mancati del nostro tempo
Esce in Italia Il senso di una ne vincitore del Man Booker Prize. Un libro sul fallimento che riprende alcuni classici da James a Larkin
Nadia Fusini, la Repubblica, 29 maggio 2012

Il senso di una ne di Julian Barnes (Einaudi) un romanzo breve, ma profondo. Un capolavoro minimo, niente affatto minimalista. Che per densit, per gravit del tema impone al suo lettore un confronto con gli assi portanti dellesistenza: il problema del tempo e del senso il senso, appunto, della ne. Barnes uno scrittore colto e consapevolmente, a mo di omaggio, riprende il titolo che il grande critico inglese Frank Kermode, pi di quaranta anni fa, dava a un proprio libro dedicato alla teoria del romanzo e alle strategie narrative che portano a conclusione le peripezie della trama. Dove osservava come lo scioglimento nale assuma spesso la forma di una rivelazione, mentre il tempo narrativo, dominato dallattesa tragica, ossessionante, della ne, procede di crisi in crisi in unatmosfera densa di terrore, dove prendono corpo fantasie persecutorie, strane. Allo stesso modo Barnes gioca nel suo romanzo con i molteplici sensi di quella formulazione, che riguarda sia la ne ultima, sia il nale di un racconto, di una storia. E trasporta noi lettori nella vertigine di unapocalisse, che non soltanto una questione squisitamente letteraria, ma esistenziale; e riguarda le vicende umane di un personaggio-uomo, che poi lio narrante del romanzo, ormai entrato in quella zona grigia dellet, dove il tempo volge al termine. Per personaggio-uomo si intende qui luomo maschio bianco occidentale, che si presenta nella maschera di Tony Webster un uomo senzaltra qualit che quella di essere uno come tanti, medio, mediocre. Ma attenzione, la caratterizzazione very english

non riduce affatto la portata universale del giudizio impietoso, implacabile, che il romanzo emette sulluomo maschio e sullamore eterosessuale, in generale. Non a caso allinizio evocato Enrico VIII, eterosessuale archetipico, che le mogli come Barbabill le usa e getta. E a seguire, T.S. Eliot che sintetizza in nascita, copula e morte lesistenza umana nella terra desolata dei suoi tempi. E ancora, Ted Hughes, con il suo triste primato di mogli suicide. Tutti casi in cui Eros e Thanatos si congiungono senza nessuna ebbrezza in un funesto abbraccio di eros represso e morte in vita. Che poi latmosfera del romanzo. Nellesistenza delluomo qualunque Tony Webster, nel suo (nostro) universo unepica della banalit ha preso il posto di azioni un tempo pi signicative, addirittura eroiche. Tony in tutto una creatura spaventata, che invece di vivere si protegge dalla vita Ma stato giovane, e noi lo incontriamo da ragazzo, a scuola, in quel recinto dove tutti siamo stati prigionieri, con la stessa fame di libri e di sesso. Solo che dentro quella stia per polli, o sala dattesa, Tony ha gi deciso che sceglier una vita quieta, calma. E qui emerge la parola su cui poggia il terrore: stagnancy, che rima con pregnancy. Un amico si suicidato, perch la sua ragazza rimasta incinta. Ecco perch Tony preferisce la stagnazione alla gravidanza. Con Veronica Tony pratica un sesso a met, mai completo. Un esempio di perdita, di spreco. Unimmaginazione dincubo, che diffonde intorno alla relazione con laltro sesso una luce al neon, da camera operatoria.

Altro che Eros e Thanatos! Intorno al rapporto eterosessuale alitano zaffate di falsit, di ipocrisia. Nessuna solidariet, nessuna amicizia tra luomo e la donna. Anche perch Veronica innitamente pi intelligente, pi viva in tutti i sensi. Mentre Tony ottuso, non capisce, non ci arriva, teso come a mantenere la stagnazione. Epper, non ci riesce. Anche in questo impotente. Linquietudine vince. Serpeggia the unrest altra parola chiave che la brava Susanna Basso traduce con tempo inquieto. In inglese limmagine ci porta s linquietudine dei tempi, ma anche e soprattutto suggerisce lidea di uno squilibrio: non c niente che poggi su niente. negato ogni appoggio. Neppure sulle reazioni istintive del corpo si pu contare. Il sesso una vergogna, una prova imbarazzata, una performance avvilita, deludente. A cui Tony, che pure si sposer e avr una glia, preferisce lautoinganno. A volerlo nobilitare, dietro questo personaggiouomo potremmo evocare il fantasma del protagonista della bestia nella giungla, di Henry James: quel magnico racconto in cui un uomo passa la vita ad aspettare che la vita accada. O pi sommessamente viene alla mente lattacco del buon soldato di Ford Madox Ford: Questa la storia pi triste che abbia mai sentito. O ancora, sullo sfondo sentiamo risuonare atmosfere alla Philip Larkin, il poeta che pi di altri ha descritto la desolazione del sesso. Barnes apocalittico, allo stesso modo di Larkin: senza tuoni n fulmini n mondi che crollano. Ha la stessa percezione netta e chiara che un certo senso della vita giunto al suo nale. Non c pi vita. C solo rimorso. C solo la tristezza di una vita mancata. E, orrore!, in quellavanzo di vita fatta di gesti coatti, di sesso coatto, di affetto coatto, dove tutto rivolto al riparo, dove si crede di poter vivere nel rispetto delle norme, come potessero le norme, le convenzioni, assicurarci bene; perno l, in quel resto beckettiano di vita, dun tratto si scatena la malevolenza, la malignit, e si manifesta una cattiveria tacita e tenace, per quanto inconsapevole. Ecco la rivelazione che sconvolge la pace di Tony: ci si pu proteggere dal costo della vita, ma non si sfugge alla forza nuda e cruda del male. Anche lui fa il
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male: quando viene a sapere che Veronica, dopo di lui, amoreggia con Adrian, ferito, si vendica. Scrive ai due una lettera feroce, li maledice. Poi dimentica. Laltra parola portante del romanzo damage, danno, abuso. Da qualche parte qualcuno batte, percuote, violenta, fa male a qualcun altro una sensazione imprecisa. Lha provata a casa di Veronica, dove arriva a sospettare lesistenza di una complicit morbosa tra padre e glia e fratello Senza mettere a fuoco quel sentimento, Tony si adatta a una vita di paura. un quieto terrore che prova, e amministra a suo modo: pulisce, ripulisce, ricicla. Niente effetti gotici. Niente deagrazioni. Eppure, Barnes sa bene che nella tradizione del romanzo inglese c stato anche quel tono l, quello davvero apocalittico. Ma non prende quella strada. Preferisce un andamento da thriller, per in sordina, soffocato dalla stupidit del personaggio. Stupid, stupidity, stupidly si ripetono pi volte nel romanzo, per denire le azioni di Tony. Mentre Adrian, che intelligente, si uccide a 22 anni. Si taglia le vene dei polsi. Un dubbio viene ora a Tony: e se chi si tolto la vita, se ne fosse davvero fatto carico? un dubbio devastante. Sul perch di quel gesto il sessantenne Tony si arrovella, costretto a ci da un insolito lascito da parte della madre di Veronica. La quale morendo destina a lui il diario di Adrian. Solo che Veronica lha bruciato, quel diario. Lasciando Tony nella sua ignoranza ottusa. Nella sua disperazione sorda. Lho detto. Tony sbaglia no allultimo, non lazzecca no alla ne, non capisce, non capir mai, gli ripete Veronica. Potrebbe arrivare a capire qualcosa immaginando, ma non lo fa: non immagina. Perch luomo maschio stupido, stordito, maldestro? O non sar piuttosto che lo scrittore pretende troppo dal suo personaggio, architettando un nale troppo rocambolesco? Che non rivelo, naturalmente. Dico soltanto che il senso alla ne si fa misterioso, sfugge. S che ho addirittura pensato: non sar che Julian Barnes voglia imporci proprio questa frustrazione? Che voglia convincerci che non c senso alla ne? Che il senso nel mentre, nel durante, nel frattempo?

Daniel Pennac: Il futuro sar la lettura in 3D ma ora io mi dedico al teatro


Intervista allo scrittore francese che, ospite a Pistoia, prepara uno spettacolo in progress giorno per giorno
Leonetta Bentivoglio, la Repubblica, 30 maggio 2012

Lo scrittore francese Daniel Pennac in questi giorni in Italia, coinvolto in una residenza artistica ospitata dal Centro Il Funaro di Pistoia, struttura mecenatistica gestita da un formidabile gruppo di donne imprenditrici e appassionate di teatro. Impegnato per la prima volta in un lavoro drammaturgico, Pennac, romanziere di popolarit irresistibile e di spiccato senso dellumorismo, sta partecipando al montaggio dello spettacolo Il 6 Continente (debutto il 16 ottobre al Thtre des Bouffes du Nord di Parigi, poi dal 14 novembre a Torino per lo Stabile, che coproduce il progetto), afdato a una pittoresca troupe internazionale di attori, danzatori e musicisti coordinati dalla regista Lilo Baur, gi collaboratrice di Peter Brook. Il creatore della fortunata saga della famiglia Malaussne (oltre che di saggi e di vari altri titoli di ction), sta scrivendo giorno per giorno il copione de Il 6 Continente, sviluppandolo secondo un metodo in progress: divertendosi un mondo (cos sembra), Pennac segue le improvvisazioni degli interpreti su un tema affascinante e spaventoso. E sta via via tessendo il testo in base agli esiti delle prove. Quel continente, noto come Great Pacic Garbage Patch, spiega lo scrittore, limmensa discarica di riuti galleggiante in mare. Il soggetto dello spettacolo quindi la spazzatura? qualcosa di disperante e irrimediabile di cui gli scienziati si stanno occupando da tempo: il Continente-Spazzatura esiste davvero nel Pacico. Certe correnti convergenti recano in una fetta di oceano

una condensazione mostruosa di scarti, soprattutto plastica e residui dimballaggi. Tale macchia di lordura pare che rasenti le dimensioni della Francia. Lo spettacolo descriver il fenomeno? Io sono come il librettista di unopera il cui libretto generato dalla musica, che in questo caso equivale alle azioni degli attori, i quali improvvisano su nozioni contrapposte stimolate da quello spunto. Dunque ricchezza e povert, sporcizia e pulizia, manifattura e decomposizione... Perch, per esempio, nel subconscio del consumatore occidentale il concetto di pulizia associato alla ricchezza? La visione di una Ferrari sempre sfolgorante. Questa pu essere unidea su cui improvvisare. Intanto io costruisco il ritratto di un uomo che si vede privato dei suoi beni per trovarsi catapultato in quelliperbolico disastro ecologico uttuante. Il cardine la trama del Timone dAtene. Che centra Shakespeare con i rifiuti? La dicotomia dei contrari il motore della forza teatrale del Timone, il cui protagonista un lantropo che distribuisce denaro a falsi amici. Spinto dal losofo Apemanto, nir per diventare un assoluto misantropo. Non c linea aneddotica nel Timone: nessuna storia damore o presa del potere. una parabola interamente umana. Il che la rende adatta al nostro gioco, dove il percorso del narratore, in solitudine fra i detriti del sesto continente, evolve in un usso dimmagini mnemoniche rebours, a partire dallinfanzia. Come nel Timone, liter coincider con

la perdita delle illusioni e col capovolgimento psicologico del personaggio. Lungo il viaggio, che non avr mai un tono didattico, ma sar pieno di humour, si moltiplicheranno interrogativi come: dove va a nire la sporcizia del nostro corpo quando facciamo la doccia? Pensiamo davvero che scompaia? Qual il tragitto dei nostri residui? Domande che possono collegarsi alle suggestioni del suo Journal dun corps, pubblicato di recente in Francia, e che in Italia uscir in ottobre per Feltrinelli come Storia di un corpo. un libro sul rapporto intrattenuto da un uomo con lo sviluppo del proprio corpo dai dodici agli ottantasette anni, scandito in forma di cronaca dei messaggi che il sico manda allo spirito. Dopo un trauma subito da bambino, il narrante decide di redigere le sue sensazioni per controllarle, prendendo nota del modo in cui reagisce a ogni sorpresa datagli dal corpo. Il suo diario un ambasciatore permanente tra le rivelazioni siche e le interpretazioni che ne d lo spirito. Qual il senso e lobiettivo del libro? Registrare il fatto che il nostro corpo si esprime sempre attraverso la sorpresa, anche se abbiamo gi la consapevolezza di quelle che saranno le sue reazioni. Una ragazzina sa dai genitori che prima o poi avr le mestruazioni, eppure percepir il primo ciclo come una sorpresa sconvolgente. Il corpo ci stupisce persino ripetendosi: il mio prossimo raffreddore mi sorprender pur avendone gi avuti tanti. un soggetto che mi affascina da molti anni. Nel quarto romanzo della serie dei Malaussne, Monsieur Malaussne, lho riversato nella vicenda di una coppia che mette al mondo un bambino solo per lmare levoluzione del suo corpo. Perch il tema lattrae tanto? Per i paradossi che assume nella nostra civilt. Pi il

corpo esibito nella pubblicit, nella pornograa, nella body art, nellindagine medica, negli scanner delle analisi e meno emerge la nostra relazione intima con lui. Il rapporto resta nellordine del tab, e ci accade a partire da epoche relativamente recenti. Non era cos per Rabelais, Montaigne, Rousseau... Lepoca napoleonica fu dominata da immagini del corpo aforanti ovunque: nelle forme femminili denudate, con lesposizione dei corpi in guerra... Ma alla ne dellImpero, quando la borghesia si mette a ricostruire lEuropa, il corpo viene represso, e il fatto che oggi sia tanto esasperatamente messo in mostra non intacca quella barriera di pudore, ma lamplica. In che modo vede il futuro della lettura e della scrittura? Finir il libro di carta? Lebook condizioner una nuova narrativa? la solita storia: quando appare una nuova tecnologia si teme che distrugga la precedente. Si disse che lavvento della fotograa avrebbe annientato la pittura, che invece ha solo preso altre forme. Arriv il cinema e si parl dellinevitabile declino della fotograa: falso. Pareva che la televisione dovesse uccidere il cinema, e la tiv diventata produttrice di lm. Ora, se la natura del supporto della lettura cambia, si pensa che potrebbe azzerare il contenuto. Impossibile. Quel che accadr (non a me, che legger sempre libri di carta, ma alle nuove generazioni) sar che la lettura diventer molto pluridimensionale. I nuovi strumenti consentiranno letture a blocchi di argomenti, dissezioni, mobilit trasversale nel libro Ma il romanzo non sparir mai. Mai? Non vede che in Francia si parla della morte del romanzo da oltre cinquantanni? Che noia. La narrazione unumana necessit. Avremo sempre bisogno di costituire una mitologia che passi per la scrittura.

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