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25 MAGGIO 2012 Il contrattualismo di John Rawls Corrado Del B

Premesse generali La giustizia la prima virt delle istituzioni sociali, cos come la verit lo dei sistemi di pensiero Oggetto della giustizia (sociale) la struttura di base Idea di base portare a un maggior livello di astrazione la tradizione del contratto sociale (Locke, Rousseau, Kant) giustizia e non obbligo politico Il contrattualismo rawlsiano offre una concezione della giustizia (detta giustizia come equit [fairness, p. 32-3]) valida per la struttura fondamentale della societ, relativa quindi a come le maggiori istituzioni sociali distribuiscono diritti e doveri e ripartiscono gli oneri e i benefici della cooperazione sociali diverso dal contrattualismo dei moderni Tale concezione si pone come una alternativa globale allutilitarismo (massimizzazione della somma dei vantaggi individuali, senza curarsi della loro distribuzione): cio capace di organizzare i giudizi intuitivi e il senso di giustizia (che sono sono rilevanti per la teoria) in una teoria articolata. Lutilitarismo estende alla societ il principio di scelta valido per i singoli individui, cos trascurando la separatezza tra gli individui. La struttura di Una teoria della giustizia Prima parte (Teoria): come possibile giustificare i principi della teoria della giustizia come equit? Seconda parte (Istituzioni): come possono essere modellate le istituzioni sociali fondamentali perch incorporino questi principi di giustizia?

Terza parte (Fini): come possibile, per individui che vivono in una societ definita da questi principi, sviluppare una comune lealt civile e un senso condiviso di giustizia stabile nel tempo? Liberalismo politico (1993) come revisione di questa terza parte alla luce delle critiche comunitarie la giustizia come equit non una dottrina filosofica comprensiva che definisce una concezione del bene liberale ma una concezione politica della giustizia il consenso per intersezione.

I due principi di giustizia Concezione generale Tutti i beni sociali principali diritti e libert, poteri e opportunit, reddito e ricchezza, basi sociali del rispetto di s (mezzi per tutti i fini) devono essere distribuiti in modo eguale, a meno che una distribuzione ineguale di uno o pi di questi beni non vada a vantaggio dei meno avvantaggiati. Primo principio Ogni persona ha un eguale diritto al pi ampio sistema totale di eguali libert fondamentali compatibilmente con un simile sistema di libert per tutti (versione originaria). Ogni persona ha un eguale titolo a un sistema pienamente adeguato di uguali diritti e libert fondamentali; lattribuzione di questo sistema a una persona compatibile con la sua attribuzione a tutti, ed esso deve garantire lequo valore delle uguali libert politiche, e solo di queste (versione modificata). Secondo principio Le ineguaglianze sociali ed economiche devono essere: a) per il pi grande beneficio dei meno avvantaggiati (principio di differenza), compatibilmente con il principio di giusto risparmio, e b) collegate a posizioni e cariche aperte a tutti in condizioni di equa eguaglianza delle opportunit. Si tenga conto che:

i principi sono in ordinamento lessicale (= un principio non entra in azione fino a quando quelli che lo precedono non sono stati soddisfatti) il primo principio prioritario rispetto al secondo, e la parte b) del secondo principio prioritaria rispetto alla parte a); giudizi intuitivi e principi di giustizia subiscono dei mutui aggiustamenti, fino a raggiungere un punto di equilibrio (equilibrio riflessivo i principi coincidono con i giudizi, dunque un equilibrio; sappiamo a quali principi si conformano i nostri giudizi e conosciamo le premesse della loro derivazione, dunque riflessivo. La giustificazione dei due principi di giustizia Argomento intuitivo Le dotazioni iniziali (naturali e sociali) degli individui sono arbitrarie, dunque vanno introdotti correttivi per evitare che determino esiti moralmente arbitrari nella distribuzione dei valori sociali la questione del merito (p. 113, 111). Argomento analitico Versione del 1971 In una situazione ipotetica opportunamente definita (posizione originaria) in cui le parti sono soggette a velo di ignoranza (= le parti non sanno chi sono n quali sono le proprie preferenze, la propria concezione del bene, la propria posizione sociale), razionale per le parti scegliere principi che le assicurino contro i peggiori esiti della lotteria naturale e sociale regola del maximin: non sapendo la propria posizione nella societ, le parti optano per lalternativa il cui peggior risultato superiore al peggior risultato delle altre le parti optano per quella distribuzione in cui migliore la condizione di chi sta peggio. Versione del 1999 La posizione originaria come modo di rappresentare le persone in quanto libere ed eguali che, sotto vincoli di ragionevolezza, deliberano i principi di giustizia la posizione originaria riflette, e non giustifica, lidea delleguaglianza morale delle persone il ragionevole subordina il razionale le parti sono disposte a proporre o ad accettare, e a onorare anche contro il proprio interesse immediato, equi termini di cooperazione sociale.

La teoria della giustizia come equit come caso di giustizia procedurale pura: una procedura di scelta equa d risultati equi.

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