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CINEMA Insieme contro il male: il fumetto dei supereroi diventa un film kolossal
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EmmepiAuto
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EDIZIONE LIVORNO
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battaglia sullimu
settegiorni
n Veneto c' la maggior concentrazione: qui operavano nove dei 23 imprenditori e manager che si sono uccisi dall' inizio dell'anno. Ma la strage silenziosa - figlia della perdita del lavoro, dello status, e infine della speranza - ha colpito anche la Toscana. E' di venerd il tragico gesto del dirigente di Sesto Fiorentino che non ha retto alla disavventura del tentativo di crearsiun'attivit inproprio. E' una catena di sofferenza, cos forte da arrivare fino alla rinuncia alla vita, che sta diventando un'autentica emergenza. I fili della solidariet, quel tessuto sociale e familiare che stato finora la nostra forza di resistenza, stanno dimostrando - in questicasi enon solo-difar sempre pi fatica a reggere il peso di tanto dolore. Un sentimento di paura e solitudine sta conquistando fette sempre pi grandi della societ. E quel mondo di piccoli imprenditori che sono una storica risorsa della nostra Italia mostra pi di tutti la difficolt di reggere l'improvviso e violento cambio di scenario. E' un grido disperato che impone alle istituzioni - pur nelle difficolt finanziariecomplessive-eanche, se
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IL MEDICO SPORTIVO
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l governo Monti si appresta a presentare il Def, il documento di economia e finanza da inviare alla Commissione Europea. Una sequenza di numeri dai quali dipendono le sorti del paese ma che sono sempre pi legati
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I soccorsi a Morosini a Pescara, nel riquadro il giocatore in azione prima del malore (foto Adriani)
una tragedia simbolica del nostro amato e folle calcio, nel male - ovvio - e forse in piccola parte anche nel bene. Lo dicono le immagini, prima ancora della parole. I giocatori del Pescara che corrono disperatamente con la barella per accelerare soccorsi che non arrivano mai; gli applausi commossi dello stadio Adriatico che aveva gi capito tutto; i giocatori del Livorno che lasciano piangendo lospedale; le facce sconvolte, non rituali, di tutti quelli che per lintera giornata hanno presenziato o commentato: e anche - si parva licet - le facce stravolte
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COMPRO ORO
l sogno dell'auto labronica di superlusso svanito insieme a ingenti fondi pubblici e a mille posti di lavoro. La politica, sedotta da nomi altisonanti - De Tomaso, Rossignolo -, prototipi scintillanti e fantomatici finanziatori orientali , si fatta prendere per il naso. Nel contempo
ad Aulla un uomo modesto, Giorgio Aranci, salvato dalle acque, decide di donare decine di migliaia di euro alla sua citt alluvionata. Mi sentivo di doverglielo, dice. Nella vita c' chi prende e c' chi d. Ma siamo cos intossicati e assuefatti che solo il secondo caso ci stupisce. Davide Guadagni
EPPUR SI MUOVE
BUONI E CATTIVI
PAGHIAMO
35* /gr.
Dico sempre una frase: Il mio sorriso la tua pace Il nostro sorriso la pace di Morosini come il mio la pace di mio pap, morto come lui, trentacinque anni fa
Sabrina Curi, figlia di Renato Curi
Non ci credevo, pensavo a un brutto scherzo. Morosini era un bravo ragazzo, questa storia mi fa riflettere su tante cose della mia vita. Mi insegna la cautela
Mario Balotelli, calciatore del Manchester City
Lo sto dicendo da tanto tempo e ne ho parlato spesso anche con i nostri medici: ho 34 anni e lanno scorso ho pensato di ritirarmi perch non si riesce pi a riposare
Antonio Di Natale, attaccante della Nazionale
Un ragazzo buono, splendido, anche se aveva un velo di tristezza negli occhi, dietro il sorriso Spero che i ritardi nei soccorsi non siano stati decisivi
Giovanni Galeone, suo allenatore nel 2006-2007
MORIRE DI CALCIO
di Renzo Marmugi
inviato a PESCARA
Il giorno del lutto, la domenica pi triste. Niente calcio, questa volta il circo si fermato davvero per rispetto di Piermario Morosini, calciatore del Livorno morto sabato sul campo a 25 anni, ultimo anello di una tragica catena. Ora il Moro sul tavolo di marmo dellospedale di Pescara. L lo ha ritrovato Anna Vavassori, la fidanzata dopo il viaggio da Bergamo con la morte nel cuore. arrivata sabato notte nel capoluogo abruzzese per riabbracciare laltra met del suo cielo strappata alla vita. Con lei la mamma e Piergiulio, cugino di Morosini, il parente ufficiale rimasto disponibile per il riconoscimento della salma. Avvenuto ieri mattina presto. Stamani alle 9,30 la via crucis continuer con una visita in tribunale per le pratiche dellautopsia, seguite anche da Giovanni Gardini ed Elio Signorelli, i due dirigenti del Livorno rimasti a Pescara dopo la tragedia. Lautopsia. Il pm di Pescara Valentina DAgostino nel fascicolo aperto dopo la tragedia ha disposto che lesame venga effettuato dal dottor Cristian DOvidio, il quale ricever ufficialmente lincarico stamani, quando si recher in Procura per ricevere i quesiti posti dal magistrato. Vogliamo fare presto per poter consegnare la salma ai familiari e permettere il funerale, ha detto il pm. Ma la famiglia sta pensando di nominare un perito di parte, cosa che verr formalizzata stamani. Dunque lautopsia potrebbe slittare di un giorno, specialmente se il medico legale scelto dai Morosini dovesse arrivare da una citt lontana da Pescara. Anche se noi vogliamo fare il funerale mercoled o al massimo gioved a Bergamo, ha detto il procuratore del giocatore. Che nellultimo viaggio verso casa si fermer anche a Livorno per ricevere un abbraccio dai tifosi amaranto. I quesiti. Il nodo da sciogliere riguarda certamente la tempistica dei soccorsi e la polemica sulla macchina dei vigili urbani che ha bloccato per qualche minuto lambulanza fuori dal campo. Allesame autoptico il pm chiede risposte precise, fondamentali per guidare la strategia successiva e valutare se esistano gli estremi di un eventuale reato e gli ipotetici indagati. Per ora sul fascicolo atti relativi alla morte di Piermario Morosini non risultano iscritti, ma se lautopsia dovesse valutare che senza quei minuti fatali di ritardo dellambulanza il Moro poteva essere ancora vivo scatterebbe lipotesi di omicidio colposo. Le ipotesi di morte. Leonardo Paloscia, il cardiologo responsabile dellUnit coronarica dellospedale Santo Spirito che sabato dalla tribuna si fiondato subito in campo, rimane dellidea che i soccorsi sono stati tempestivi e presenti. Quattro infermieri e il medico del 118 erano su una panchina vicino a quella del Pescara, muniti di defibrillatore. E se prima si tentato di riani-
Il sindaco di Pescara Mascia e il vicepresidente della Federcalcio Albertini (a sinistra) escono dallobitorio dellospedale di Pescara dove la salma di Piermario Morosini
Morosini sei uno di noi (cartello esposto da un tifoso durante la partita Levante-Barcellona) Cera una volta il West (suonata prima di Real Madrid-Sporting Gijon)
Il calcio spagnolo ricorda cos Morosini Fiori e commozione per la morte di Piermario Morosini: la sua maglia sar ritirata dal Livorno (f. Silvi)
Grazie per avermi permesso di segnare un gol per il mio amico Abbiamo giocato insieme per un anno allUdinese e lui era solito venire da me a cena. Mi mancher molto
Bernardo Corradi dopo il gol nel campionato Usa
Piermario era stato diverse volte a casa nostra. Un mese e mezzo fa nel corso di un weekend di vacanza eravamo stati in Spagna a vedere una partita di Lionel Messi
Mirko Frattali, un suo amico
Sono rattristato dalla notizia della morte di Piermario Morosini, giocatore del Livorno I nostri pensieri in questo momento sono con la sua famiglia e con gli amici
David Beckham su Facebook
Anna Vavassori una ragazza mora, dolce, non alta. Gioca come libero a pallavolo nel Brembate, serie C, e sta lottando per andare in B2. Sabato pomeriggio ha visto tutto in tv, in diretta, il suo uomo stramazzare a terra, la gente intorno, lambulanza. Poi ha ricevuto quella pugnalata al telefono salita in macchina insieme a don Luciano Manenti, al procuratore Ernesto Randazzo, e a Piergiulio, cugino del Moro. Seicento chilometri di autostrada tutti dun fiato. Occhi sgranati, spiritati. Dolore, tensione, stanchezza. Un mix
che ti rende invulnerabile, allinizio. Ma quando pi tardi lhanno raggiunta le sue compagne di squadra ha cominciato a cedere. E ieri mattina allobitorio, dopo aver visto il suo Piermario (grazie a una autorizzazione straordinaria del pm prima dellautopsia) in quella stanza fredda e grigia della morgue, abbraccia le amiche e scoppia a singhiozzare. Sembrava sorridesse, era bellissimo.... Quattro parole per capire la voragine che le si aperta dentro. Poi, raccolte le idee e preso un foglio, scrive altre parole in ricordo di quel dolce guerriero volato in cielo a trovare i genitori e il
fratello. Perch Anna cattolica, ha tanta fede, come ce laveva il Moro. Un figlio delloratorio di Monterosso, dove aveva conosciuto don Luciano, diventato negli anni il suo padre spirituale. Qui a Pescara anche lamico che in una domenica di lutto legge il bigliettino uscito dai tesori del cuore della fidanzata di quel ragazzo costretto a crescere in fretta, che ha vissuto sempre col vento in faccia. Mario adorava giocare sotto la pioggia, mi diceva che la palla ha bisogno di un trattamento diverso. Ieri stato cos. Sono sicura che fosse felice: il calcio e quel pallone davano un senso alla
sua vita. Oggi questo sole, questo vento caldo accarezzano il mio viso e quello di tutti i suoi amici cari e familiari. Ringrazio tutti per la vicinanza. Anna. il messaggio in una bottiglia affidato alloceano delle emozioni e a tutti quelli che vorebbero sapere, chiedere, donarle una parola di conforto, anche curiosare. Anna invece rimane defilata, in disparte, protetta dalle amiche e da Ernesto Randazzo, il procuratore di Morosini. Ieri pomeriggio anche andata a messa. Per cercare lass la forza di andare avanti. Con il suo Mario come angelo custode. (re.mar.)
come funzionano
Lazzeramento della morte improvvisa non si pu avere, anche se lo sportivo agonista il pi controllato in assoluto. Anche due-tre volte in un anno, sia a livello di esami strumentali che di test su sangue e urina. Il dottor Piero Dinelli, direttore del Centro di medicina dello sport di Livorno fondato dal compianto Gianpaolo Ferretti nel 1985, visita e sottopone a test centinaia di sportivi professionisti, amatori, dilettanti, gente comune. E prova a fare delle ipotesi sulla tragedia di Piermario Morosini. Non prima di aver consegnato le statistiche ufficiali di una ricerca dei medici sportivi. Le morti improvvise dice tra chi fa sport agonistico nella fascia 12-35 anni sono 2,3 su 100mila fra gli uomini e 1,1 su 100mila fra le donne. Il rischio del sesso maschile pi alto, ma non se ne conoscono le cause. La maggior protezione della donna forse legata a fattori ormonali, in questo caso agli estrogeni. Perch dopo la menopausa il rapporto cambia e la morte da arresto cardiocircolatorio nel sesso femminile aumenta. Quando si esamina un paziente molto importante avere notizie storiche, cio la sua anamnesi familiare. Fino a 35 anni nella morte improvvisa predominano i fattori genetici e organici come miocardite ipertrofica, displasia aritmogena del ventricolo destro, anomalie coronariche. Per questo se uno sportivo ha in famiglia persone dece-
dute per infarto o morti improvvise si pu ampliare il ventaglio della ricerca effettuando prove da stress fino ad arrivare alla risonanza magnetica del cuore. Sopra i 35 anni invece esistono malattie coronariche su base aterosclerotica o miocarditi acute che possono portare allimprovviso a una fibrillazione ventricolare. Che purtroppo letale. Il dottor Dinelli ha visto pi volte il drammatico filmato della fine di Morosini. Il calciatore del Livorno dice ha avuto due sussulti muscolari prima di cadere per lultima volta. Non stata anossia, cio mancanza totale di ossigeno, ma ipossia, una perdita graduale di ossigenazione nellorganismo. Lautopsia chiarir le cause del decesso, ma potrebbe trattarsi di un ictus cardiogeno o neurogeno anche in relazione a una condizione genetica familiare. E a chi ipotizza possibili danni cerebrali per un colpo di testa violento o una pallonata vorrei dire che un eventuale ematoma sottodurale avrebbe presentato sintomi diversi. La conclusione del dottor Piero Dinelli lascia spazio anche al fattore destino: Su un altro 10 per cento di giovani sportivi deceduti per morte improvvisa da 12 a 35 anni invece non esistono segni di patologie particolari. Cio si muore per una cardiopatia elettrica primitiva, che pu essere scatenata da fattori come clima, disidratazione, perdita di elettroliti. Ognuno ha il suo timer, purtroppo. (r.m.)
Domenica non si gioca su quei campi nei quali non c il defibrillatore e una persona addestrata ad usarlo. Mario Macalli, presidente della Lega Pro, ha lanciato, finalmente, il sasso, nella convinzione che pi si scende di categoria e pi i rischi aumentano. Una scelta che trova daccordo i medici sportivi, che da anni si battono per raggiungere questo risultato, mentre altre scelte annunciate in queste ore, come la realizzazione di un pronto soccorso in ogni campo da gioco, sono bocciate senza appello come stupidaggini senza senso da un luminare del settore come Giorgio Galanti, responsabile del settore medico della Fiorentina. Un problema, quello dei defibrillatori mancanti, che non riguarda solo i dilettanti, ma anche tutto il settore giovanile. In Toscana, per fortuna, non siamo messi male, come spiega Paolo Mangini, coordinatore regionale del settore giovanile della Figc. Grazie a un accordo con la Regione - spiega - sono stati assegnati 150 defibrillatori ad altrettante societ toscane e sono stati effettuati i corsi di addestramento alluso. 150 societ su circa 700, dunque, hanno a disposizione questo prezioso strumento, ma adesso occorre fare in modo che anche le altre lo abbiano. Galanti, cosciente dellurgenza, va per le spicce: Basta che ogni societ chieda 5 euro ad ogni atleta. Il defibrillatore, per, lultimo stadio di una catena che deve essere rivista. Galanti, infatti, diretto nellaccusa: Nell82 in Italia eravamo allavanguardia nei controlli nello sport, poi ci siamo fermati. Forse ci siamo cullati sugli allori, ma il mondo va avanti. Una tesi condivisa anche da Ni-
Una visita allanno non mette al sicuro Nell82 eravamo allavanguardia ma poi ci siamo cullati sugli allori, dice il responsabile medico della Fiorentina
cola Armentano, medico della nazionale di pallanuoto femminile che ha vinto le Olimpiadi nel 2004. La visita di idoneit sportiva non un lasciapassare che ci garantisce per un anno. Nel giro di un mese la situazione di un atleta o di un semplice sportivo pu cambiare completamente. Basta che una banale infezione attacchi anche il cuore per cambiare il quadro clinico senza mostrare sintomi particolari. Galanti, al proposito, categorico: Forse qualcuno pensa che le malattie insorgano solo il primo del mese. Per questo, avevamo chiesto da molto tempo di mo-
dificare il libretto sanitario sportivo, in modo da annotare tutti i fatti rilevanti, da una malattia allassenza prolungata dal campo di gioco, in modo da permettere la ripetizione della prova di idoneit anche prima della scadenza naturale. La cadenza annuale, insomma, va bene, ma non pu essere un dogma, soprattutto per chi svolge attivit sportiva a livello amatoriale. Non bisogna mai sottovalutare - precisa Ametrano - un campanello dallarme. Si va dallo svenimento in campo, alla comparsa di un dolore sotto sforzo, alla classica sensazione del cuore in gola in occasione di sforzi non estremi. Sportivi professionisti e possibili olimpici vengono poi sottoposti annualmente allecocardiogramma, un esame che secondo Galanti andrebbe sempre effettuato in occasione della prima visita e poi ripetuto ogni tre o quattro anni a tutti i praticanti. Una considerazione pienamente condivisa anche da Ametrano: In questo
modo possono emergere delle patologie silenti sia allauscultazione che allesame elettrocardiografico. E sottolinea la necessit di un pi stretto rapporto di collaborazione con i medici sociali che hanno il potere di fermare un atleta, ma che difficilmente segnalano linsorgenza di potenziali sintomi di allarme. Giorgio Galanti prova a dettare una sorta di decalogo. Occorre rivisitare il protocollo delle visite, articolandole meglio a seconda delle categorie dei soggetti e degli sport. E essenziale effettuare anche lecocardiogramma e lelettrocardiogramma durante lo sforzo e non solo dopo; modificare il libretto sanitario e imporre una visita anticipata di controllo in relazione a una serie di casistiche. Oltre, conclude amaramente, a dare un giro di vite sul modo con cui si effettuano i controlli da Roma in gi. Mentre in Toscana, per fortuna, laccuratezza dei controlli abbastanza buona.
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Ci sono degli atleti che hanno dietro un alone importante. La morte di questo ragazzo ha dato agli italiani le stesse emozioni di quella di Simoncelli
Emiliano Mondonico, allenatore
Mi dispiace perch un ragazzo di 25 anni che stato sfortunato nella vita vista la perdita dei genitori e del fratello. strano che sia successo su un campo di calcio per la vita cos
Valentino Rossi, campione di motociclismo
Dai andiamo a fare questo risultato. Questo ha detto Piermario Morosini a noi compagni di squadra prima di entrare in campo a Pescara
Luca Mazzoni, secondo portiere del Livorno
Doniamo un blocco di marmo per fare un monumento quale testimonianza di affetto verso la famiglia del calciatore e monito contro le morti che colpiscono gli atleti
Carrara e la Carrarese ricordano cos Morosini
morire di calcio
L'Oliviero, anima delloratorio, stamattina non andato a messa: Il Signore stavolta _ dice tra un singhiozzo e l'altro e senza cercare il perdono _ stato troppo cattivo con il Mario. Cos ha preferito spegnere la tv e rimanere di sotto, col Bruno, dietro a un bancone di legno, nella canonica della chiesa di San Gregorio Barbarigo, quartiere Monterosso, due passi dallo stadio dell'Atalanta dove uno striscione dedicato al Moro segna l'ingresso nel suo mondo: Umile bergamasco _ si legge _ la tua curva ti rende onore. Tanto da essere pronta a scrivere il suo nome sulla Sud. Mario cresciuto qui _ va avanti Oliviero mentre serve un caff e prende una fetta del dolce che le mamme hanno portato per la merenda _ la sua casa in fondo alla strada, al numero 5, il palazzo accanto alla farmacia. Lo rivedo in calzettoni con la maglia della Polisportiva, avr avuto sette anni... Due estati fa, quando aveva gi esordito in serie A, venuto in vacanza con l'oratorio a Pinarella di Cervia. Ve lo immaginate Ibrahimovic a fare una cosa del genere? Ecco chi era il Pier, uno che nonostante i soldi e la notoriet non si era montato la testa: sognava di finire la casa per lui e la Anna che del quartiere Santa Caterina, a due passi da qui, e quando tornava e ti incontrava per strada, fermava la macchina e ti veniva ad abbracciare. La storia di Piermario Morosini, centrocampista morto di calcio a 25 anni in diretta tv, tra via Giulio Cesare e via Tremana, zona nord di Bergamo, fino a ieri veniva raccontata dai padri ai figli come una parabola che sa di lezione per un'anima che deve crescere forte. Lui nonostante tutte le sfortune cerca di spiegare l'Enio, che da vent'anni gestisce l'edicola sotto la chiesa - conviveva con i suoi dolori senza farli pesare a nessuno. La morte della mamma per tumore, poi il padre ucciso da un infarto il giorno del suo sedicesimo compleanno, il suicidio del fratello, la sorella in quelle condizioni e lo scorso anno l'addio alla zia. Tragedie che avrebbero potuto abbattere chiunque. Invece lui, anche attraverso il calcio, ce l'aveva fatta e per paura di rovinare tutto, anche se gli offrivi una gazzosa la rifiutava perch temeva che le bollicine gli potessero fa-
re male. L'ultima volta di Piermario a Monterosso risale alla settimana scorsa. Tornava a casa appena poteva ma era felice di questa nuova avventura a Livorno - racconta l'amico e procuratore Ernesto Randazzo mi aveva detto che gli piaceva tutto della squadra e del posto e si sarebbe fatto in quattro per convincere la societ a riscattarlo dall'Udinese a fine stagione. La vita gli ha negato questa soddisfazione. Per arrivare alle radici del Mario, mediano in campo e fuori, necessario aggirare un igloo di cemento con la scritta Diocesi di Bergamo, percorrere un marciapiede stretto e in leggera salita per giungere sulla collinetta che d accesso al campo della Polisportiva. Sulla porta d'ingresso un ragazzo si toglie il cappello nerazzurro, si china e lascia un mazzo di fiori _ accanto ce n' un altro _ sopra una foto di Morosini con la maglia bianconera dell'Udinese. Lunico rimpianto che ho sospira il vicepresidente della societ, Mario Regonesi - quella di non averlo visto debuttare in prima squadra con la maglia della sua citt. Silvestro Suardi, pure lui dirigente del Monterosso, preferisce che parlino le foto. Le tira fuori da una busta ingiallita e le sistema una alla volta sul tavolo della sede, scostando un paio di coppe. Mario ha una maglia acetata biancoceleste della societ che profuma di Italia '90 e di futuro in azzurro, il quarto da sinistra tra quelli ac-
cosciati. Le mani gli cadono sotto le ginocchia. Poi in piedi, pi piccolo, nell'inquadratura da solo sopra un campo in terra e cemento, in posa non a suo agio, cos si acciglia nel momento in cui la macchina scatta e con gli occhi sembra dire al fotografo: Sbrigatevi che ho fretta di andare a giocare. Alla parete un pezzo di giornale titola: Mi ricordo ancora i primi calci tirati al Monterosso con la sua foto in bianco e
nero, il sorriso trattenuto e le mani tenute dietro la schiena, da giocatore che studia da professionista. Nella squadra della parrocchia il Pier rimasto fino all'et di nove anni. Era il pi bravo, sapevamo che avrebbe fatto strada, negli ultimi anni si era un po' perso ma aveva i numeri, dice Andrea Milesi che ogni anno lo invitava al torneo estivo che organizza la societ. Veniva a premiare i ragazzini e
non ha mai detto di no, prosegue indicando la foto dell'ultima edizione . Poi, nel 1995, la chiamata dell'Atalanta. Come and il provino lo racconta Raffaelo Bonifacio, che al bocciodromo comunale tutti chiamano solo "maestro". Perch insegnavo alle elementari di Gorlago prima di fare l'allenatore, dice accendendo una sigaretta. Com'era nella vita era anche in campo: educato, preciso - prosegue parlando di Mario - lo
scegliemmo per questo e lui in nove anni non ci ha mai dato un problema. Eppure con tutto quello che aveva passato avrebbe avuto il diritto di essere arrabbiato. Di aneddoti il maestro ne sceglie tre. Uno riguarda il giorno della morte di sua madre, andai a trovarlo a casa e ho ancora nelle orecchie il suo pianto, non ha mai pi sentito nessuno disperarsi cos. Nel 2000 invece, andammo con la squadra Giovanissimi a Cinisel-
SPORT E CAMPIONI
me queste una consapevolezza nuova. Della nostra fragilit, certo: se perfino i pi forti fra noi, i campioni della sana e robusta costituzione, sono a rischio, se anche dentro di essi pu annidarsi linsidia, dobbiamo aver sempre presente quale risicato confine difenda la nostra salute (e perci averne pi cura). Perfino un atleta spavaldo e non di rado irresponsabile come Mario Balotelli ci ha pensato su ieri, dichiarandosi spinto da questa tragedia a vivere con pi cautela e dignit. Buoni propositi, che la scena traumatica di Pescara provoca distinto ma che devono tradursi, nello sport, in una evoluzione di sistema che assuma fino in fondo la priorit della salute. Potrebbe essere utile che il Co-
ni istituisca un gruppo tecnico-scientifico che analizzi le cause di questa e di altre morti (come quella recentissima di Vigor Bovolenta, ma anche come la crisi che ha messo a rischio la vita di Antonio Cassano solo pochi mesi fa, un Cassano che si spera sia davvero gi pronto per tornare a giocare...). Un gruppo competente e affidabile che, oltre a vagliare questi casi, ipotizzi nuove regole e condizioni per la pratica sportiva, non solo tra i professionisti ma anche per lo sport di base, cominciando, ad esempio, dallobbligo di avere un defibrillatore in ogni impianto sportivo. Al modico prezzo che ormai si paga per uno strumento facile da usare si pu ottenere limpagabile risultato di sal-
vare delle vite. Non neanche il caso di dire, poi, come siano inaccettabili situazioni come quella di sabato a Pescara, con lambulanza bloccata dallauto di uno stolido vigile urbano. Anche questo episodio illumina bene la sciatteria che a volte incrina o inceppa un sistema medico sportivo che in Italia reputato di eccellenza, almeno ai livelli maggiori. Generalizzare leccellenza allintero sistema ed eliminare i punti di crisi e di arretratezza il primo compito, oggi. Un altro ripensamento dovrebbe riguardare il sovraccarico di impegni agonistici, tipico di un regime sportivo che sulla pi fitta serialit degli eventi ha costruito le proprie fortune e anche la propria (incerta) sostenibilit economi-
ca (contratti televisivi e pubblicitari, tourne ad incasso ecc.). Eormai evidente che tale esasperata intensit mette a repentaglio la tenuta e a volte la salute degli atleti. La nostra serie A, portata assurdamente a venti squadre, una fabbrica di infortuni e di logorio. Nelle prossime due settimane ogni squadra giocher cinque partite, una ogni tre giorni, nella fase culminante del campionato. La fatalit, i rischi nascosti, i limiti umani e quelli della medicina e della tecnologia, condizionano comunque. Assumere come guida il principio di precauzione e sancire che obiettivo supremo il rispetto della vita pu aiutare a circoscrivere linsidia, a fronteggiare il destino, perfino sui campi di calcio.
Ritiriamo la maglia 25 Un gesto di rispetto per consegnare per sempre alla memoria la figura dellamato e sfortunato atleta
Il Vicenza, dove ha giocato due anni
Solo destino? Da pi di 20 anni faccio lallenatore professionista e questi ragazzi sono monitorati quotidianamente, anche per prendere unaspirina devono consultare il medico
Delio Rossi, allenatore della Fiorentina
Se nel calcio italiano non cambier il modo con cui le societ trattano i giocatori di sciagure come quella di Morosini e di mio marito ne succederanno altre
Marzia Nannipieri, vedova del calciatore Taccola
Ricordo il mio malore, cera unambulanza nello stadio e ho avuto la fortuna di salvarmi Morosini non ha avuto la stessa sorte eppure i professionisti sono monitorati
Lionello Manfredonia, colpito da un malore nell89
La sua giovane vita non stata facile, per niente, anche se faceva un mestiere che di solito fa rima con fortuna, gioia, potere, divertimento, successo. Perch niente mai come sembra e ogni storia, ogni vita unica e irripetibile. Ho saputo che proprio perch la sua vita non era mai stata una passeggiata lui ce la metteva tutta a vivere ogni attimo fino in fondo. Tutte le mattine, come tanti fanno tutti i giorni, col volto sorridente anche quando il cuore al limite Jovanotti
Andarsene a neanche ventisei anni su un campo di calcio. E in quei pochi anni di vita avere perso il padre, la madre e un fratello... Perch? La rabbia e la commozione non permettono di trovare una risposta decente a quelle domande, ma credo che non la troveremo mai. Auguro a Piermario un viaggio che possa almeno ricongiungerlo con la famiglia che aveva perso quaggi Luciano Ligabue
(...) Non saremo delle star Forse ci sentono lass. ma siam noi, con questi giorni un po come sputare via il veleno. fatti di ore andate per Urlando contro il cielo... Urlando contro il cielo, un weekend e un futuro che non c'. Luciano Ligabue, (...) Il patto stringerci di pi una delle canzoni pi amate da Piermario prima di perderci.
lo Balsamo al torneo Gaetano Scirea. Mario gioc alla grande e vinse il premio come miglior giocatore. A fine partita andai da lui e gli chiesi: Sei contento? Lui mi rispose: Mister, in giro ce ne sono tanti pi bravi di me. L'ultimo risale alla sera della vigilia di Natale. Ero qui fuori dal bocciodromo - ricorda - saranno state le sette di sera e nel buio mi sento chiamare, guardo e vedo Mario che corre con
un amico intorno allo stadio. Gli domando che sta facendo e lui mi dice: Ho firmato con il Livorno e quando arrivo mi voglio far trovare pronto fisicamente. Ecco perch per la morte del Pier qualcuno ha potuto mettere in discussione anche il Signore.
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Adorava le sue grandi cuffie bianche. Un clic e si trovava isolato dal mondo, immerso nelle note del Liga. Piermario Morosini non urlava contro il cielo, eppure ne aveva di ragioni per farlo. Urlando contro il cielo erano solo note da iniettarsi prima della partita, per poi magari rilassarsi tornando a casa con Ho messo via, ballata lenta e sofferta, come la sua vita, perch ho messo via un po' di legnate, i segni, quelli, non si pu, che non il male n la botta ma, purtroppo, il livido. E di lividi, addosso, Piermario ne aveva davvero tanti. Troppi. Eppure in questi 74 giorni trascorsi a Livorno, aveva sempre nascosto questi lividi. Mai una parola coi compagni delle sue tragedie familiari, mai una ventata di tristezza. Sorrideva sempre Piermario, anche se quegli occhi non luccicavano. Viveva a Tirrenia in un piccolo appartamento, non era un ragazzo che pretendeva. Si adeguava. Abitava da solo, appena
La commozione a Livorno
possibile scendeva gi da Bergamo la fidanzata Annina, magari insieme ai due cani Dado e Whisky che ormai per lui erano diventati quasi dei figli da coccolare. Quel whisky era lunico che amava. Mai un bicchiere, mai una sigaretta, quasi da non credere per un ragazzo di 25 anni. Eppure il Moro era cos - ci
confidava ieri un compagno sembrava piovuto da un altro mondo, dove non c cattiveria e non c malizia. Tutto il contrario di come vengono dipinti spesso i calciatori. Non conosceva molto la citt ma si era ripromesso di farlo a breve. Magari con Vono, ragazzo col quale aveva subito legato e che ieri allo stadio piangeva come un bambino disperato. Magari col compagno di stanza in ritiro Sini. Magari con Tulli, giocatore del Pisa ed ex compagno a Vicenza, col quale si trovava a volte la sera per suonare la chitarra. Aveva voglia di scoprire Livorno, cos come aveva fatto con lIsola dElba per Pasqua. Ma per ora per lui Livorno era solo lo stadio, a volte una colazione al bar di Banditella, una pizza in centro dopo il concerto di Jovanotti e poco altro. Ah, gi. Jovanotti. Era lui laltra grande passione musicale del Moro. E non si era perso lesibizione a Livorno, uscendo dal palasport entusiasta. Anche se il Liga restava irraggiungibile. Tanto che per due volte
lo aveva anche incontrato nel suo camerino, alle fine di quei concerti che cercava di seguire ovunque. Tra i compagni resta questa immagine di ragazzo doro. Lo spogliatoio di una squadra come una stazione, si arriva e si parte, spesso senza neanche lasciare traccia. Ma il Moro aveva gi lasciato il segno. Era entrato in punta di piedi - confida il portiere Luca Mazzoni - ma si era subito messo a pedalare: dopo pochi giorni era gi uno dei nostri. Molti di noi neanche sapevano la sua incredibile storia, io ad esempio lho scoperta solo due settimane fa. E mi piace adesso prenderlo come riferimento, perch ha sempre superato a testa alta le tante difficolt incontrate nella vita. Il Moro non si fermava a piangere. Soffriva ma attaccava. Sorrideva e pensava positivo. Come sabato a Pescara quando, nello spogliatoio, prima di scendere in campo, ha gridato ai compagni E ora andiamo a prenderci questi punti.
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gliatoi ripresi conoscenza; mi portarono in ospedale e il professor Mennonna mi oper. Per fortuna mi sono ripreso e sono tornato a giocare. Il mio fu un incidente di gioco, mentre quello di Morosini stato un malore fatale, senza scontri con avversari; per qualche legame possibile coglierlo. La drammaticit dell'incidente, il cuore che si ferma. E la partecipazione popolare. Siamo portati a pensare agli atleti come uomini invincibili, ma non cos. Anche noi - io in quel pomeriggio del 1981, Piermario laltro ieri - siamo fragili. Possiamo correre i 100 metri in pochi secondi e poi crollare, perch il cuore ha ceduto all'improvviso e misteriosamente. E questo senso di caducit
dell'eroe sportivo va al cuore della gente. Siamo commossi dalla triste storia di questo giovane, contro il quale il destino si accanito in maniera crudele: la condizione di orfano, un fratello suicida, la sorella malata. Penso che questa vita avversa lo abbia aiutato a crescere pi rapidamente. A essere pi adulto e maturo. Uomo, prima ancora che giocatore. E i suoi occhi, la sua dolcezza, quell'aria da ragazzo e non da calciatore tutto auto di lusso e veline, ecco, penso che abbia colpito le persone. Piermario morto. Ma nell' addio come se tutta l'Italia si sia stretta attorno a lui. Lo sentiamo come un figlio, un fratello, un amico. Giancarlo Antognoni (testo raccolto da mario lancisi)
dilettanti, l'impegno spesso esagerato, la prestazione richiesta ad ogni costo, la pressione fortissima: anche nel caso di una partitella fra amici. La morte di Morosini ci colpisce e ci fa pensare, per, anche perch stata una morte alla quale abbiamo potuto assistere in diretta. Ma non c' stata spettacolarizzazione, non c' stato sfruttamento del dolore. La gente ha capito, il mondo del calcio ha capito. E, come l'arbitro ha interrotto la partita del Livorno, cos la Federcalcio ha deciso di sospendere tutti i campionati. Saranno i riscontri medici a spiegare le cause di questa morte. Ma, al di l delle spiegazioni, restano ancora riflessioni da fare, rimangono domande aperte. necessario mettere in discus-
sione l'idea per cui l'esercizio di uno sport, anche ai massimi livelli, richiede sempre uno sforzo estremo. Bisogna moltiplicare la prevenzione, i controlli, la possibilit d'intervento. Ma insieme a tutto questo, c ritornano anche altri "perch". Perch toccato proprio a questo ragazzo, nel vigore degli anni? Perch capitato a lui, protagonista coraggioso di una vita tutt'altro che felice? Sono domande che bene porsi. Per non pensare che tutto si risolva nelle spiegazioni, pi o meno convincenti, che anche in questo caso possiamo dare. Per non ritenere che la nostra vita, e la nostra stessa morte, le possiamo controllare e programmare in tutti i loro aspetti. Adriano Fabris
MORIRE DI CALCIO
di Alessandro Bernini
LIVORNO
Hanno trovato anche la forza di guardare le immagini che arrivavano da Livorno. Con le lacrime agli occhi, ma fieri e orgogliosi del loro Piermario. E cos la fidanzata Annina, il cugino e la zia hanno dato in serata il loro ok: la salma del loro ragazzo passer anche da Livorno per salutare tutti gli sportivi. Quando? Forse mercoled, ma una data pi precisa la sapremo soltanto oggi. Di certo anche loro sono rimasti sorpresi dallabbraccio vigoroso della citt di Livorno. Ieri pomeriggio erano oltre 2000 i tifosi fuori dallo stadio, ma nellarco della giornata sono stati almeno il doppio a presentarsi per dare un simbolico saluto a Piermario. Cerano di ogni et: dai pensionati ai bambini, passando per alcuni ultr che da tempo non si vedevano pi allo stadio. Quelle sciarpe. La cancellata dello stadio diventata presto il simbolo del pellegrinaggio. Una rosa, un biglietto, una sciarpa, ognuno dentro il cuore ha trovato la sua ultima dedica per Piermario. Perch, come cera scritto su un foglietto bianco In questi momenti non contano le squadre, non esistono diversi colori, c solo un grandissimo dolore. E ben presto quella cancellata si trasformata in un arcobaleno. Sciarpe di Fiorentina e Roma, di Modena e Pescara, di Napoli e St.Pauli, bandiere del Livorno, ma anche tanti disegni di bambini, forse i pi toccanti. Il tutto mentre gli ultr esponevano un gigantesco striscione in curva nord con su scritto Nella vita hai lottato, in campo lhai dimostrato. Ciao Moro. Con vicina la sua maglia e quella del Pescara, simbolo di una vecchia amicizia che dimprovviso si rinsaldata tra lacrime e dolore. Il pianto dei compagni. Il momento pi toccante stato poco dopo le 16 quando un folto gruppo di giocatori si presentato allo stadio. Cerano Mazzoni, Barone, Luci, Bernardini, Meola, Vono, DellAgnello, Bardi, Filkor, Paulinho, Remedi, Siligardi, Prutsch, Knezevic, Moscati e Torri. Tanti non riuscivano a trattenere le lacrime. Stiamo vivendo un momento difficile, surreale - ha commentato Simone Barone - anche perch era un ragazzo sempre con il sorriso, che veniva al campo sempre con la voglia di scherzare anche se nella sua vita aveva avuto molti problemi familiari. Una pausa per il groppo in gola, poi Barone ripartito: Mario sempre qui con noi, un grande. Lo vogliamo ricordare cos. Sono stato molto felice di averlo conosciuto anche se per pochi mesi: abbiamo perso un ragazzo eccezionale. Tutta la squadra sta pensando a lui, alla sua ragazza, alla famiglia: per loro noi ci saremo sempre. Poi ancora lacrime quando i giocatori hanno sistemato il gonfalone del Livorno Calcio fuori dallo stadio, davanti allo striscione Hai lottato fino alla fine, ciao grande Moro. Disperazione pura quella di Vono, di Bardi, di Paulinho, di Mazzoni, rincuorati dai compagni, abbracciati dai tifosi. stato in quel momento che i 2000 presenti hanno alzato il coro Nei nostri cuori, Moro nei nostri cuori, con le parole rotte dai pianti. Lultima maglia 25. Le idee ora sono tante, tutte nobili. La pri-
Due ragazze appendono il loro messaggio al cancello dello stadio. Sotto abbracci e lacrime tra tifosi e giocatori e il gonfalone del Livorno Calcio (Pentafoto)
La gradinata sar intitolata a Morosini e nasce lidea di raccogliere fondi per acquistare defibrillatori: saranno destinati ai centri sportivi livornesi
mo volentieri allidea che ci stata proposta da alcuni ragazzi della curva, ovvero di raccogliere fondi per acquistare defibrillatori per i centri sportivi livornesi. Sono tutte proposte che consentono di ricordare nel modo migliore questo ragazzo, morto mentre indossava la maglia del Livorno.
liniziativa
sport in lutto
Due sciarpe del Pisa davanti allo stadio del Livorno. Non c rivalit nel dolore. Lo testimoniano il lungo applauso raccolto dai due tifosi del Pisa che ieri intorno alle 17 si sono presentati allo stadio Armando Picchi per il loro omaggio a Morosini. Un applauso sincero, lungo, che ha strappato anche commozione. Un gesto semplice, senza cercare pubblicit, solo nel ricordo di questo ragazzo, stato il commento. Tra laltro gi nella notte
una mano ignota aveva sistemato sul grande cancello dello stadio unaltra sciarpa del Pisa, tra le prime ad essere apparse di contorno a striscioni e maglia. Il tutto mentre da Pisa parte anche unaltra idea: un derby fra amaranto e nerazzurri in onore di Morosini, con incasso devoluto alla sorella. Fattibile o no, lidea senza dubbio affascinante e a dir poco originale. La lancia Matteo Anconetani, nipote di Romeo, che ha scritto una lettera al Tirreno: Vediamo se tramite il vostro gior-
nale che lega le due citt riusciamo a organizzarlo. Dobbiamo assolutamente provarci. Questo il suo post apparso poi su Facebook: Sarebbe bello in onore di questo ragazzo organizzare un derby Pisa-Livorno e devolvere l'incasso alla sua sorella... Sia tifosi nerazzurri sia amaranto uniti nel ricordo di piermario. Uniamoci... Condividiamo e diamo un segnale importante a tutta Italia che le rivalit in questi caso possono essere messe da parte.
RIPRODUZIONERISERVATA
Il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, ha proposto di creare una sorta di vitalizio a favore della sorella disabile di Piermario e si subito messo in contatto con l'Udinese che, con la sua onlus, ha annunciato ufficialmente il proprio impegno a garantirle assistenza. La onlus, Udinese per la Vita, garantir un primo immediato intervento e si attiver al fine di fornire l' assistenza e le cure in modo continuativo e duraturo. L'Udinese ha lanciato anche un appello affinch l'iniziativa venga raccolta e appoggiata da tutti i club di serie A e B. E in serata anche il presidente dellAtalanta, Antonio Percassi, sceso in campo: Ritengo sia mio dovere personale e quello dell'Atalanta prenderci cura per sempre di Maria Carla Morosini, cos come avrebbe fatto Piermario se la sua esistenza non fosse stata tragicamente stroncata. Maria Carla Morosini - ha aggiunto Percassi - sar per sempre parte della famiglia atalantina e non dovr mai preoccuparsi di nulla. Una sottoscrizione stata aperta anche dallAic, lassociazione del calciatori e sar rivolta a tutti i calciatori dalla serie A alla Seconda divisione.
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per Livorno e Provincia
Livorno
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Bruno e Luca hanno fatto decine di striscioni nella vita. Ieri sono arrivati presto allo stadio, alle 9, hanno preso le loro bombolette spray, nere e rosse, il loro pezzo di stoffa infinito, e si sono messi a scrivere. Ma avevano le lacrime agli occhi. Non era mai capitato. Quel ragazzo morto con la nostra maglia. caduto due volte e si rialzato perch da lottare vero non voleva mollare. Solo la morte lha fermato. Non possiamo dimenticarlo. E gli hanno reso omaggio con uno striscione gigantesco sul muro della curva nord: Nella vita hai lottato, in campo lhai dimostrato: ciao Moro. Cristiano piccolo, non arriva neanche alla maniglia della porta dello stadio. Ha fatto un disegno e ha chiesto al pap di attaccarlo alla cancellata: c un calciatore, la maglia amaranto, il 25, sotto la scritta Ciao Supermario. La processione. Bruno, Luca e Cristiano sono solo tre delle migliaia di volti che ieri si sono presentati in piazzale Montello per un abbraccio simbolico al Moro. Alle 11 sono in 500, alle 16 del pomeriggio superano i 2000. C di tutto nei sentimenti di questo popolo: dolore, rabbia, stupore, voglia di ricordare il Moro. Chi con una parola, chi con un ricordo e un pezzetto di se. Alla cancellata ci sono sciarpe di squadre amiche come Pescara, St Pauli, Aek Atene, Celtic e Virtus Verona, ma anche di altre tifoserie come Modena, Napoli, Roma, Fiorentina, Modena, addirittura due del Pisa di cui una portata nel pomeriggio da alcuni ragazzi che ricevono un fragoroso applauso. C la corona della scuola calcio, lo striscione dellAsd Calcio Femminile, ci sono le sciarpe amaranto col Che, ci sono biglietti che ti strappano il cuore come quello firmato da Leonardo con la scritta Ciao Pierma-
Lingresso dello stadio coperto da sciarpe, cappellini, fiori, maglie: i ricordi lasciati dai tifosi in onore di Morosini (Vincenzoni Pentafoto)
Da ora niente pi contestazioni a Spinelli, nel momento del dolore noi livornesi sappiamo stringerci come nessun altro
rio, vola sereno in cielo dalla tua mamma. Ti voglio bene. E c anche un paio di scarpe bianche, misura da bambino, accompagnate da un biglietto: perch tu possa continuare a correre in cielo come correvi sul campo. Firmato: un mediano come te. Il faccia a faccia. Poco dopo mezzogiorno arrivano Luci e
Mazzoni. Occhi lucidi, testa bassa. Un gruppo di ultr si avvicina e li circonda. Da oggi cambia tutto. Niente pi contestazione a Spinelli, niente pi critiche, da qui alla fine del campionato saremo sempre al vostro fianco. Non per i risultati, ma perch noi siamo livornesi e i livornesi nel momento del dolore si stringono come nessun altro. Abbiamo visto morire quel ragazzo in campo e sappiamo quanto state soffrendo. Faremo di tutto per far tornare la gente allo stadio a sostenervi. Contate su di noi. Luci e Mazzoni ascoltano, affranti ma orgogliosi di aver sentito quelle parole. E intanto sulla facciata laterale appare unaltra scritta Ciao Moro, non ti dimenticheremo firmata V1312, gruppo della cur-
Te le ho portate perch tu possa continuare a correre in cielo come correvi sul campo. Firmato: un mediano come te
va nord che si era autosospeso. Col groppo in gola. Le lacrime scivolano a intermittenza, il groppo in gola invece non si scioglie. Si presenta il dt Perotti, poi anche il sindaco Cosimi, Larrivo dei giocatori intorno alle 16 toccante, stavolta trattenersi impossibile. Quando si presentanto tutti in fila, davanti alla cancellata dello stadio, col
gonfalone amaranto, sono loro i primi a scoppiare in lacrime. Senza vergogna, proprio come la met degli oltre 2000 presenti. Era tanto tempo che non si respirava questo senso di appartenenza. Tutti col 25. Adesso curva nord e club faranno di tutto per portare pi gente possibile sabato allo stadio, e magari anche in tutte le partite casalinghe che restano da qui alla fine. Per sabato la volont quella di preparare migliaia di maglie amaranto con la scritta Morosini e il numero 25, da vendere a 5 euro con incasso in beneficenza. Entrare tutti allo stadio con questa maglia sarebbe da brividi. Poi, da sabato sera, il 25 sar ritirato. E rester per sempre solo del Moro.
Una lunga serie di incontri, tante proposte, idee, la voglia di rialzare la testa e dare un contributo nel ricordo del Moro. La curva nord ieri in serata ha stilato un comunicato, ecco il testo. Dopo la tragica scomparsa del giocatore del Livorno Piermario Morosini, la Curva Nord intende comunicare quanto segue: durante la prossime partite casalinghe organizzeremo delle raccolte per donare ai centri sportivi di Livorno dei defibrillatori e una attrezzatura medica utile per interventi di primo soccorso. La curva, unendosi al cordoglio dei familiari di Piermario, giocatore deceduto in campo con la nostra maglia amaranto addosso, invita tutti i tifosi livornesi a rendergli omaggio partecipando alle prossime iniziative e venendo a sostenere la squadra sabato contro il Cittadella. Inoltre ci teniamo a ringraziare le tifoserie che hanno partecipato al nostro lutto, in particolare un forte ringraziamento agli amici di Pescara che sono stati vicini ai nostri giocatori e ai tifosi presenti.
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stato un lungo pellegrinaggio, sin dalle prime ore di ieri mattina, con fiori, maglie, striscioni e sciarpe, quello andato in scena davanti ai cancelli dello stadio Armando Picchi, per rendere omaggio a chi, in pochi mesi, era riuscito a farsi voler bene. Livorno ha pianto cos Piermario Morosini. Migliaia di tifosi si sono presentati davanti all'impianto dove nel pomeriggio sono arrivati anche i compagni di squadra, visibilmente scioccati. Nel dolore per la scomparsa del compagno di gioco, i calciatori del Livorno non hanno dimenticato la sorella disabile di Morosini che vive a Bergamo: insieme ai calciatori dell Udinese, stanno infati valutando la possibilit di un vitalizio in suo favore ma. Ma su questo versante, c anche unaltra idea che arriva da Pisa. Un derby fra amaranto e nerazzurri in onore di Morosini, con incasso devoluto alla sorella: fattibile o no, lidea affascinante. La lancia Matteo Anconetani, nipote di Romeo, che scrive al Tirreno: Vediamo se tramite il tuo giornale che lega le due citt riusciamo a organizzarlo: facciamo vedere che gran cuore ha il tifo pisano... Almeno proviamoci. Questo il suo post su Facebook: Sarebbe bello in onore di questo ragazzo organizzare un derby Pisa-Livorno e devolvere l'incasso alla sua sorella... Sia tifosi nerazzurri sia amaranto uniti nel ricordo di piermario. Uniamoci... Condividiamo e diamo un segnale importante a tutta Italia che le rivalit in questi caso possono essere messe da parte. Ieri primo pomeriggio intanto alcuni supporter del Pisa sono arrivati davanti allo stadio Picchi e hanno attaccato una sciarpa nerazzurra vicino a quelle degli altri club gi presenti, tra cui quelle di Barcellona, Fiorentina, Napoli, Pescara e Modena. Sempre ieri, diversi giocatori del Pisa hanno commentato la tragedia. Fra questi Giacomo Tulli che ha condiviso l'esperienza vicentina di Morosini nella passata stagione. Ci vedevamo spesso a Tirrenia confessa Tulli - a mangiare la pizza e a bere qualcosa. Avevamo la stessa passione, la musica. A lui, come a me, piaceva suonare la chitarra. Sono sconvolto dalla sua scomparsa. Era un ragazzo fantastico, solare, aperto e molto disponibile con tutti. Altre testimonianze di affetto sono arrivate da Calori, Braiati, Matias Cuffa, Christian Puggioni: La scomparsa di Morosini mi rattrista molto. Se ne va un bravo ragazzo. L'ho conosciuto per pochi giorni nel ritiro della Reggina e se ne diceva un gran bene.
Il pianto a dirotto dei giocatori del Livorno davanti allingresso dello stadio Picchi coperto da sciarpe e magliette (Vincenzoni Pentafoto) A sinistra la commozione sui volti dei tifosi (Laura Lezza) Sotto la grande folla che ieri ha invaso piazzale Mon tello
In alto lemozione sui volti di Barone e di Mazzoni Occhi lucidi anche tra i tifosi che poi hanno appeso magliette (tra cui spicca quella col 25) sciarpe e fiori per ricordare Morosini (Pentafoto)
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Ha vinto il buon senso. Erano quasi le 10,30 quando il presidente del comitato provinciale Uisp Michele Barzagli, ha annunciato attraverso limpianto di amplificazione del campo scuola, che la ventinovesima edizione del Vivicitt non si sarebbe corsa. Una decisione saggia, presa in un clima surreale con le
immagini di Piermario Morosini che ancora scorrevano negli occhi di tutti. Nonostante la concomitanza di Siena, Pisa e Firenze in oltre 400 si erano dati appuntamento nella nostra citt, pronti a invadere il centro storico e i viali a mare. Ma lo si sapeva fin dal giorno prima che non sarebbe stata una domenica normale. Sono stati i presidenti delle due
maggiori societ amatoriali livornesi, Alessandro Giaconi e Ignazio Piludu, a porsi il problema: cosa fare? Massimo Testi proponeva di partire e di procedere a gruppo compatto come nella tappa del Giro DItalia che si concludeva a Livorno dopo la morte di Wouter; Fabrizio Cambi, professore universitario, era sicuro: niente corsa. Michele Barzagli si era portato in piazza-
le Montello per incontrare la tifoseria amaranto. Dopo un colloquio con Paolo Nacarlo, addetto stampa amaranto, si era convenuto di procedere a una partenza simbolica con tutti i podisti che di passo si sarebbero riuniti in piazzale Montello per ricordare Piermario e Gino Calderini, con Sky che avrebbe seguito il momento in diretta. Poi, la decisione: Vivicitt rinviato, con un ultimo atto da parte di una delegazione Uisp che si portata proprio sotto la Nord per lultimo omaggio a Morosini. Luciano della Bella
Il disperato tentativo dei soccorritori che cercano di salvare la vita di Morosini trasportandolo fuori dal campo
LIVORNO
C sport e sport. C quello che mette in conto gare, tornei incontri - tecnicamente attivit agonistica - che prevede una tutela serrata (anche se non sempre sufficiente) di atleti e societ attraverso la certificazione dellidoneit sportiva. Poi c quello che si fa nelle palestre, nelle piscine, sul lungomare - in due parole attivit ludico motoria - e basta fare qualche telefonata a gestori delle strutture e iscritti per scoprire che magari fatica e rischi sono simili, ma per fare liscrizione non serve neppure il certificato del medico. Il caso paradossale lo raccontano i titolari di una nota palestra della citt, che dopo un controllo nei Nas (seguito da una multa salata) hanno deciso di non chiedere pi la certificazione medica. La multa, raccontano, sarebbe arrivata per labitudine di archiviare con cura i certificati degli iscritti: Violazione della privacy, gli avrebbero rimproverato. Cos da quel momento fanno sapere per tutelarci chiediamo ai nostri clienti di firmare unautocertificazione che ci esoneri da eventuali responsabilit in caso di incidenti: per chi lo vuole possibile fare una visita gratuita (compreso elettrocardiogramma) dal nostro medico interno. Lo raccomandiamo vivamente, ma a dire la verit non sono in molti a richiederla .... Cos ecco che si pu restare due ore al giorno sullo spinning o fare sedute non stop di
certificato del medico curante. Ma per una legge del 2005, trattandosi di attivit ludico-motoria, il documento non obbligatorio e in molti ci facevano storie. Cos oggi non lo chiediamo pi. Lunico modo per tutelarci riprende il dirigente dimostrare di avere fatto tutto il possibile in caso di incidenti. Ecco perch, ad esempio, anche se non obbligatorio (neppure quello!) abbiamo comprato il defibrillatore e i dipendenti fanno corsi periodici sulla sicurezza. Una situazione che preoccupa gli stessi addetti ai lavori, perch il confine delle responsabilit sempre molto labile e comunque ci sono attivit che pur non essendo agonistiche possono risultare stressanti per il fisico.
Nelle societ sportive si chiede il foglio del pediatra prima dellet da gare
Capitolo a parte per le societ sportive e per gli atleti che fanno le gare. La stragrande maggioranza - conferma il vicepresidente del Coni, Mario Tinghi chiede il certificato che attesta la "sana e robusta costituzione fisica" al momento dell'iscrizione. In caso di attivit agonistica spiega obbligatoria anche lidoneit: per i nuovi agonisti bisogna prendere l'appuntamento e fare la prima visita, per i "veterani" lidoneit va rinnovata di
anno in anno. Va detto che in materia di agonismo ogni federazione si d regole diverse: nel pattinaggio si atleti a tutti gli effetti gi a 8 anni (quindi la visita obbligatoria a partire da quell'et), mentre nell'hockey ne servono almeno 10. In realt oggi i bambini che non sono ancora in et agonistica e quindi fanno solo attivit motoria potrebbero anche iscriversi senza il certificato del pediatra. A dirlo, come confermano dal Coni, sarebbe una circolare della Regione Toscana. Ma di fatto assicura Tinghi per tutelare s stesse e i piccoli atleti le societ richiedono sempre il foglio del pediatra. Foglio che invece, fa sapere, non pi richiesto nella ginnastica per anziani. Juna Goti
dietro i riflettori
E le attrezzature mediche? Quali obblighi hanno le strutture sportive? Le societ chiarisce il vicepresidente del Coni, Mario Tinghi sono obbligate ad avere la cassetta del pronto soccorso per tamponare le emergenze. Attraverso la Misericordia il Coni ha attivato di recente alcuni corsi di pronto intervento per tecnici e dirigenti a Livorno, Ce-
cina e Piombino. Altra cosa sono i casi pi gravi. Il defibrillatore, ad esempio, sono in pochissimi ad averlo sul nostro territorio. Le piccole societ spiega soprattutto negli sport cosiddetti minori, ne sono quasi sempre sprovviste: ci sono nei palazzetti. Negli ultimi tempi chiarisce la Regione ha dato l'indicazione di prevedere il defibrillatore in tutte le societ che hanno un certo numero di tesserati: c
pi attenzione al problema, ma non un processo che avviene dall'oggi al domani. Il vicepresidente segnala un aspetto che pu sembrare secondario o paradossale, ma che nei fatti rappresenta un ostacolo. Le apparecchiature di ultima generazione, che sono di facile utilizzo, possono superare i mille euro e i piccoli gruppi sportivi non ce la fanno. Comunque poi servirebbero corsi ad hoc.
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VAL DI CECINA
SVENDITA SASCH
IL CASO LAVITOLA
Riesplode il caso Lavitola, il direttore dellAvanti, implicato in molteplici storie di tangenti e corruzione. Il faccendiere stato arrestato ieri, appena tornato a Roma dallArgentina. Per lui nuove imputazioni. Richiesta di arresto per il senatore De Gregorio, che sarebbe passato al Pdl per soldi. Nellinchiesta anche i fondi pubblici per lAvanti.
s FABRIZIO APAGINA 5
LINCHIESTA LEGA
Oro e diamanti spariti, Belsito e Mauro ancora Con lautopsia torna linterrogativo: il defibrillatore poteva salvarlo? nel mirino
I fondi della Lega Nord usati per acquistare oro e diamanti per 600mila euro. La procura di Milano avrebbe anche individuato i protagonisti del business: Rosy Mauro, Piergiorgio Stiffoni e limmancabile ex tesoriere Francesco Belsito. Secondo quanto accertato, Belsito avrebbe utilizzato 600 mila euro investendoli nei preziosi.
s CARLETTI A PAGINA 7
il Fidanzamento
IL CARDIOLOGO
come se, dun tratto, quella maglia amaranto numero 25, inerte e fradicia sullerba bagnata di Pescara, avesse preso di nuovo vita. Come se lui, il Moro, avesse rimesso lideale bandana da pirata del centrocampo, capelli lunghi e barba incolta.
s CONTINUA A PAGINA 15
veleni a pistoia
s LANCISI A PAGINA 10
EPPUR SI MUOVE
pisorno
contano pi. Il sogno di una grande squadra che fondesse le due citt sul campo fu una delle visioni di suo nonno. Presto, speriamo, l'incontenibile Romeo vedr realizzato quel sogno sbilenco. E, onorando quel ragazzo sfortunato, la parola sport ritrover il suo senso. Davide Guadagni
isa e Livorno, nemiche per finta, unite di fronte al dramma di Piermario Morosini, della sua sventurata famiglia, della squadra amaranto. L'idea di Matteo Anconetani di promuovere un derby di solidariet e una raccolta tra le due tifoserie molto bella e fa capire che, di fronte alla tragedia, le scemenze non
MORIRE DI CALCIO
di Renzo Marmugi
INVIATO APESCARA
Morire di calcio. Quando ancora devi compiere ventisei anni e la vita ti ha gi segnato abbastanza, portandoti via mamma, padre, un fratello. E hai una sorella a casa, disabile. Trentunesimo minuto del primo tempo di Pescara-Livorno, 2-0 per gli amaranto che stanno ripiegando per contenere un attacco abruzzese. Anche Piermario Morosini corre indietro, ma davanti alla panchina ospite comincia a barcollare e cade in ginocchio. Si rialza e le gambe gli cedono di nuovo. Annaspa per la terza volta, poi crolla con la faccia sul prato. Larbitro sta guardando lazione, la tragedia gli succede alle spalle. Salviato e Schiattarella, compagni del Moro, gridano per fargli interrompere il gioco. Ma ancora prima che il fischietto fermi la partita sul campo si sono gi precipitati il massaggiatore del Pescara, Claudio DArcangelo, e il medico livornese, Manlio Porcellini. Gli occhi sbarrati. Sono momenti terribili, tutti hanno gi capito tutto. Il sanitario amaranto gira Morosini, gli occhi fissi e spalancati, la mascella serrata. E in arresto cardiocircolatorio, comincia subito il massaggio cardiaco. Arrivano anche gli infermieri in servizio allo stadio Adriatico. Gli ho infilato in bocca una cannula di Gedel - dice Marco Di Francesco, del 118 - e un palloncino che contiene ossigeno, ho cominciato a ventilarlo, mentre il medico del Livorno insisteva col massaggio. A un certo punto il ragazzo ha sputato la cannula, sembrava che si fosse ripreso. E non c stato bisogno di usare il defibrillatore, che comunque avevamo con noi. Morosini era in mitriasi, cio aveva gli occhi fissi, forse larresto potrebbe anche essere stato causato da un ictus...... Lambulanza bloccata. Un racconto drammatico, che si intreccia con quello dellambulanza che non pu entrare in campo perch bloccata da unauto dei vigili urbani (i vigili del fuoco hanno dovuto rompere un vetro per spostarla: il sindaco di Pescara ha gi annunciato unindagine interna). I giocatori di casa, ancora scossi dalla morte per infarto di Franco Mancini, preparatore dei portieri, avvenuta due settimane prima, si fiondano verso una porta laterale. Tre di loro - Verratti, Zanon e Maniero - escono addirittura dallo stadio per prelevare la barella dallambulanza e poi corrono sul prato. Intanto dalla tribuna sceso anche Leonardo Paloscia, primario cardiologo dellospedale, e si unisce ai soccorsi. Finalmente arriva anche il mezzo del 118, mentre lo stadio sprofonda in un silenzio surreale e sul campo la disperazione ha gi preso il sopravvento. Langoscia nello stadio. Sette minuti interminabili, poi lambulanza finalmente si muove verso lospedale Santo Spirito. E comincia unattesa infinita, mentre i giocatori in lacrime scappano nello spogliatoio e la curva nord canta la partita va sospesa. E cos, ormai conta solo la partita che sta giocando Piermario Morosini. Troppo pi importante. Lo stadio si svuota e in tanti vanno al pronto soccorso ad attendere notizie, anche il pullman del Livorno non tarda a muoversi in quella direzione. Lalternanza emotiva di questo pomeriggio
Il giocatore si accasciato al 30 del primo tempo. Subito rianimato, ha sputato la cannula e sembrava essersi ripreso racconta il medico. Un infarto, ma non escluso un ictus
da cani terribile: Gli hanno messo un pacemaker, in coma farmacologico, no, purtroppo non ce lha fatta. Un ping pong terribile, poi alle 16.45 esce di nuovo il dottor Paloscia e annuncia ai giornalisti lasciati sotto la pioggia che quel cuore di ragazzo ha smesso di battere per sempre. Un arresto cardiaco. Quando sono sceso in campo - dice Paloscia - Morosini era in arresto cardiaco e respiratorio. Abbiamo praticato il massaggio per oltre unora, prima solo manualmente, poi con diversi strumenti, provando a farlo ripartire in ogni modo. Defibrillatore, pacemaker, adrenalina, elettroliti. Il giocatore stato anche ventilato e intubato, ma purtroppo non c stato niente da fare, il suo cuore non ha mai ricominciato a battere. La morte avvenuta per fibrillazione ventricolare, una situazione incompatibile con la vita. Impossibile al momento stabilire con certezza la causa del decesso, se cerebrale o cardiaca. Questo potr stabilirlo solo uneventuale autopsia. Le lacrime dei giocatori. Il Livorno ripartito poco dopo, con tante lacrime e un dolore immenso, lasciando a Pescara il direttore generale Giovanni Gardini e il direttore sportivo Elio Signorelli. E toccato a loro attendere larrivo del procuratore di Morosini, Ernesto Randazzo, e della fidanzata Anna. Per stringerli in un abbraccio e provare insieme a da-
Le lacrime dei compagni di squadra, gli applausi dello stadio. I giocatori del Pescara raggiungono lambulanza bloccata fuori dallo stadio per portare la barella di corsa
re un senso a questa cosa che un senso non ce lha. Perch Piermario era un ragazzo sanissimo, dice con gli occhi gonfi il medico sociale del Livorno. Mentre Luci, il capitano, riassume con la voce rotta lo strazio di tutti i compagni: Non si pu morire per una partita di calcio.... Stamani lautopsia. Il magistrato di turno Valentina DAgostino, stamani alle 9 sar allospedale per le formalit burocratiche e per nominare il medico
legale che dovr effettuare lautopsia (in programma domani, mentre i funerali dovrebbero svolgersi marted o mercoled a Bergamo, citt natale del giocatore), indispensabile per chiarire le cause della morte di Piermario Morosini. Un centrocampista giovane, coraggioso, di grande spessore umano. 43 anni dopo Giuliano Taccola, attaccante giallorosso fulminato da un malore nello spogliatoio dopo Cagliari-Roma, il calcio piange un altro suo figlio che non c pi. Come Renato Curi, Antonio Puerta, nomi celebri e dilettanti da una breve carriera, tutti uniti da un tragico destino. Accasciarsi in diretta, con quel tragico replay che passa e ripassa in tv. Una moviola crudele, lo specchio di questi tempi. Larbitro non aveva visto, la morte s. E ha estratto il cartellino rosso.
RIPRODUZIONERISERVATA
Piermario Morosini spirato sul campo, stroncato da un malore improvviso. Quasi certamente un tranello al cuore, che si spento di colpo, al punto che i medici hanno ritenuto inutile usare il defibrillatore, che pure era pronto alluso a bordo campo, preferendo praticare 90 minuti di massaggio cardiaco, il triplo di quanto prevede il protocollo. Autopsia di 5 ore. Cinque ore di autopsia, effettuata dal medico legale Cristian DOvidio, restringono il cerchio, ma non offrono certezze sulla fine del centrocampista del Livorno. Certamente ad uccidere il centrocampista del Livorno non sono stati n un aneurisma cerebrale n un infarto, che al primo esame autoptico avrebbero lasciato tracce macroscopiche. La verit salter fuori entro due mesi dagli esami tossicologici, effettuati ieri mattina allobitorio dellospedale di Pescara da una specialista della Cattolica, e soprattutto dalla verifica di un sospetto che si sta facendo largo: un difetto genetico del cuore. Lipotesi principale che sia insorta una fibrillazione ventri-
colare del cuore che avrebbe di fatto impedito la normale funzione di pompa per poi arrivare allarresto cardiaco. Tale aritmia potrebbe essere stata determinata da unanomalia di origine genetica, vista la familiarit del giovane con problemi cardiaci , come mostrerebbe la prematura fine della madre. Saranno necessari altri esami al microscopio, accertamenti di laboratorio e sui tessuti che il medico legale effettuer nei prossimi due mesi per
dare una risposta ai due quesiti formulati dal pm Valentina DAgostino, che ha chiesto di conoscere le cause del decesso e di sapere se i soccorsi allo stadio Adriatico siano stati idonei e tempestivi. I quesiti. DOvidio non si sbilanciato, anche se tutte le manovre di soccorso effettuate nel momento in cui il dramma si stava consumando, a sentire il primario di cardiologia dellospedale di Pescara Paloscia, sono state corrette seppur inutili. Se le conclusioni di
DOvidio non si dovessero discostare da quelle del medico, verrebbe escluso il nesso causa-effetto tra la leggerezza del vigile urbano, che ha lasciato lauto chiusa a chiave davanti a un ingresso ostruendo il passaggio dellambulanza facenbdo perdere minuti preziosi ai soccorritori, e lesito mortale del malore di Morosini. Omicidio colposo. Ma la partita giudiziaria non sarebbe a quel punto ancora conclusa. Perch le cause del decesso, una volta accertate, rischiano di
aprire un altro versante dinchiesta: tutti i controlli medici subti dal ragazzo in questi anni di professionismo sono stati eseguiti in modo corretto e approfondito? Leventuale difetto genetico era monitorabile? Ecco perch nei prossimi 60 giorni, DOvidio e la tossicologa Simona Martello dovranno indicare che cosa ha trasformato di colpo una giornata di sport in una tragedia. Lipotesi di omicidio colposo configurata ieri dalla procura, passaggio tecnico necessario per effettuare lautopsia, lascia aperta la possibilit che sul registro degli indagati prima o poi finisca qualche nome. A oggi, il fascicolo aperto contro ignoti. Il procuratore di Pescara Cristina Tedeschini ha detto che nel procedimento per ora entrano solo i familiari, mentre restano fuori le societ del Livorno e dellUdinese. Il direttore generale amaranto Giovanni Gardini ha precisato di essere venuto in tribunale solo per tutelare la famiglia di Morosini. Il club non ha chiesto nulla ai magistrati. Anche il Pescara Calcio ha chiesto informazioni al pm tramite un avvocato temendo possibili coinvolgimenti, al momento esclusi.
Ci sono morti improvvise in giovani atleti difficilmente prevedibili e prevenibili proprio perch non esiste una malformazione grossolana. Il professor Mario Marzilli, primario della clinica cardiologica dellospedale di Cisanello, a Pisa, interviene sulla prima dichiarazione del medico legale che ha eseguito lautopsia sul corpo di Piermario Morosini, escludendo aneurisma e infarto e concentrandosi piuttosto su alterazioni strutturali dellorgano ed eventuali difetti genetici che coinvolgono la
conduzione elettrica del cuore. Possibile che anche lautopsia alla fine non arrivi a chiarire i motivi della morte? Considerata la dinamica due possono essere state le cause: locclusione o alterazione anatomica di una coronaria e unanomalia del cuore di tipo elettrico, cio un blocco atrio-ventricolare o una fibrillazione ventricolare. Un calciatore professionista super controllato, il Moro era arrivato a fine gennaio con lidoneit fisica ricevuta da Udine. Questi eventi non sono prevedibili?
No, e soprattutto bisogna stare attenti a dire che non stato infarto. Nel senso che si pu morire prima che linfarto provochi una modificazione istologica, cio la morte ischemica dei tessuti, cosa che ha bisogno di tempo, diversi minuti. Il cuore smette di pompare, ma chi muore il sistema nervoso centrale. Esistono diagnosi certe? Gli esami di base non sempre evidenziano queste anomalie, e nello specifico credo che, trattandosi di un giocatore, negli anni abbia sempre svolto i controlli previsti. E se fosse stata una modifica-
zione genetica? Qualcosa si sarebbe evidenziato gi con lelettrocardiogramma, vedi i casi della sindrome del QT lungo o la sindrome di Brugada. Entrambe provocano anomalie del tracciato, elementi che avrebbero indotto i medici a richiedere esami pi approfonditi, di secondo e terzo livello. E poi ci sarebbero stati altri sintomi, quali sincope, svenimenti o aritmia La madre morta per problemi cardiaci. Pu esserci familiarit? La morte di un genitore a 50-60 anni a causa di un infarto
non costituisce fonte di pericolo per un ragazzo di 25 anni. E poi dopo i 60-70 anni linfarto la causa principale di mortalit, il 50 per cento di decessi dovuto a quella causa. Luso immediato del defibrillatore avrebbe dato qualche chance di salvare la vita di Morosini? Il defibrillatore utile, ma non lacqua santa. Non salva tutte le vite. Esiste una percentuale di morti nei giovani atleti imprevedibili, senza sintomi precedenti. Che si verificano sfuggendo anche agli esami pi accurati. (r.m.)
Lultimo viaggio sar lungo, da Pescara a Livorno, poi da Livorno a Bergamo. Un po come la sua carriera, passata a girovagare sui campi di mezza Italia, con sei maglie indossate nelle ultime sei stagioni. Il carro funebre partir stamani da Pescara intorno alle sette e mezza, larrivo a Livorno previsto per le 13.30-14 circa. Qui trover ad attenderlo centinaia, forse migliaia di tifosi amaranto. Lingresso sar dalla gradinata, poi prevista una sosta sotto la curva nord, il cuore del tifo livornese, dove gli ultr hanno gi preparato degli striscioni per lui, quindi il passaggio sotto la tribuna per concludere il giro. Ci saranno anche tutti i giocatori del Livorno, lo staff tecnico, le squadre giovanili, e sono attesi anche molti rappresentanti di societ toscane. LEmpoli ad esempio sar presente al completo sulle tribune dellArmando Picchi. Probabile anche una breve funzione religiosa, il tutto per un passaggio di circa 10-15 minuti, non di pi. Ma saranno minuti interminabili, intensi, di commozione. Anche perch il popolo livornese si stretto come un pugno di fronte a questa tragedia, come dimostrano gli oltre 4.000 tifosi che domenica hanno voluto presentarsi, anche solo per un attimo, davanti allo stadio per rendere omaggio in modo simbolico al Moro. La famiglia ha apprezzato questo calore, ha sentito forte labbraccio di una citt che stava imparando a voler bene a Morosini. E non era scontato, dopo neanche due mesi e mezzo, entrare nel cuore della citt. Per questo la fidanzata ha acconsentito al passaggio da Livorno del carro funebre con Piermario. La salma nel pomeriggio ripartir poi per Bergamo, dove gioved mattina sono previsti i funerali. E sar unaltra giorna-
Voglio esprimere le mie condoglianze personali e del Qatar per la prematura morte del centrocampista del Livorno, Piermario Morosini. Lo ha detto lemiro qatariota Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani , durante la conferenza stampa congiunta con il premier Mario Monti. Il riferimento dellemiro a Morosini, per cui esprimiamo la nostra gratitudine, d il senso della passione che il calcio scatena, e ci richiama a comportamenti sempre pi responsabili, ha commentato il direttore generale della Figc, Antonello Valentini. La Federcalcio e lassociazione calcistica del Qatar hanno siglato una intesa che prevede una cooperazione bilaterale per lo scambio e la formazione degli arbitri e un confronto sul piano normativo. Le due associazioni lavorano anche a una amichevole tra le due nazionali.
ta da brividi. Naturalmente tutta la squadra del Livorno salir a Bergamo, per questo il presidente Spinelli ha chiesto ufficialmente alla Lega di rimandare la partita di sabato contro il Cittadella. I ragazzi sono turbati, stiamo vivendo un dramma incredibile. In questo momento il Livorno non pu scendere in campo.
Intanto la maglia di Morosini, la numero 25 stata ritirata e in citt fioccano le iniziative per ricordare il Moro, a partire da un derby col Pisa da giocare forse in estate con incasso per la famiglia. Dopo gli applausi dello stadio di Livorno, la salma come detto partir subito verso Bergamo .La camera ardente sar
allestita nella parrocchia di Monterosso, a due passi da casa e da quel campetto dove Piermario aveva tirato i primi calci e che adesso gli sar intitolato. L'Atalanta lo aveva scovato l, prelevandolo a soli sette anni. E ora la societ del presidente Percassi ha anche deciso di dedicargli la curva sud. Il ritorno a casa sar accompagnato dagli amici di sempre, che sono ancora a Pescara per confortare la fidanzata Anna. In attesa dell'arrivo della salma, anche Monterosso ha manifestato il suo composto dolore con mazzi di fiori e sciarpe della Polisportiva deposti sul cancello del campetto. Sulla rete qualcuno ha appeso anche una foto di Morosini con la maglia dell'Udinese, senza nessun commento. Quando poteva, il Moro tornava sempre nel suo quartiere per sfidare gli amici e dare una mano al centro ricreativo estivo. Una spontaneit che nessuno ha dimenticato.
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la normativa
Il vigile si autosospende
Il sindaco annuncia la linea dura: leggerezza imperdonabile
PESCARA
Non si placano le polemiche sulla vicenda dellauto della Polizia municipale di Pescara che, parcheggiata in divieto di sosta, ha ostacolato per alcuni minuti laccesso dellambulanza allo stadio, durante i soccorsi a Morosini. Lagente che era alla guida del mezzo, distrutto per quanto accaduto, ammette ogni responsabilit e si autosospende dal servizio, mentre il sindaco Luigi Albore Mascia annuncia il pugno duro. Il collegio disciplinare del Comune ha attivato contro il vigile urbano
un procedimento disciplinare amministrativo. Sono previsti un processo interno e una sanzione che va da una sospensione minima di 11 giorni fino ad un massimo di sei mesi. La decisione verr presa il 7 maggio. Il sindaco sottolinea che se nel corso dellattivit giudiziaria dovessero emergere profili diversi, con un nesso tra il ritardo dellambulanza e il decesso dello sfortunato giocatore, lagente rischierebbe il licenziamento. Mascia, per, invita alla calma: se i soccorsi sono stati tempestivi, come io ritengo siano stati - afferma -, sbaglia-
to mettere in stretto contatto le responsabilit del vigile con la morte di Morosini. Condannando fermamente quello che definisce un atto di superficialit imperdonabile, grave e censurabile, il sindaco invita per alla calma e fa notare che lagente in questione una persona giovane, con due figli piccoli, che vive questa situazione in modo drammatico. Se non ha capito subito quello che stava succedendo - spiega perch stava lavorando allinterno della Gos, la Gestione osservatorio sicurezza, per le attivit relative alla partita.
MORIRE DI CALCIO
di Federico Lazzotti
PESCARA
Anna una vedova ragazzina che mostra al mondo le sofferenze di donna uscendo dallobitorio dell'ospedale di Pescara. Di lei che cammina protetta dagli amici brillano solo gli orecchini. Il resto dolore composto. Sono da poco passate le cinque del pomeriggio e in una stanza al primo piano appena finita l'autopsia sul corpo del suo Mario, morto di calcio a 25 anni mentre lei lo guardava seduta davanti alla tv. Ucciso da una genetica ingiusta e beffarda, dicono le prime indiscrezioni mediche. La felpa blu che indossa sotto alla giacca in pelle di una ragazza delle scuole superiori, ma gli occhi sono di chi ha detto addio all'adolescenza in un giorno solo. I capelli tirati indietro sono raccolti in una coda, due rughe le allungano il viso mentre sale in auto che ieri sera lha riportata a Bergamo. Vicino c' la mamma Mariella, un passo indietro Don Luciano Manetti, parroco e padre spirituale di Piermario Morosini, centrocampista che non riuscito a dribblare la sfortuna. Con loro il cugino e qualche amico partito dalla Lombardia dopo aver visto il Moro crollare a terra al trentunesimo minuto di Pescara-Livorno. distrutta - raccontano gli amici che l'hanno protetta negli ultimi giorni - deve pensare a riposarsi, ecco perch non seguir la salma in Toscana per il saluto dei tifosi amaranto. Aspetter il suo amore a casa. Quello che Anna Vavassori, met pallavolista met animatrice alloratorio, porta dentro, non riuscita a dirlo. L'ha scritto in un biglietto letto domenica da Don Ciano, come lo chiamano nella Bassa, dopo aver riconosciuto il fidanzato allobitorio e aggiungendo solo due parole: Era bellissimo. Dentro quelle poche righe si parla della passione del Mario per il calcio, di felicit e riconoscenza per chi sta cercando di salvarla dal buio. Un messaggio che ha l'immagine della casa che la coppia stava costruendo sotto le mura di Bergamo: fondamenta solide che non avranno un tetto. Era l che sarebbero andati a vivere - dicono gli amici della chiesa di San Gregorio Barbarigo, nel quartiere di Monterosso dov' cresciuto Morosini Mario voleva vendere l'appartamento in via Tremana, dove
Anna Vavassori, la fidanzata di Piermario Morosini, subito dopo essere uscita dallobitorio
aveva vissuto con i genitori e il fratello e dove si sono consumate le tragedie familiari che lo hanno segnato negli anni. Ogni volta che tornava, l'ultima la settimana scorsa, andava in cantiere, chiudeva gli occhi e disegnava il futuro assieme ad Annina, come la chiamava lui e i loro due cani, Dado e Whisky. Le serate a cucinare, come in quella foto in cui si vedono insieme dietro ai fornelli. Oppure scegliere quale concerto
distrutta adesso deve pensare solo a riposarsi: ecco perch non seguir la salma a Livorno ma aspetter il suo amore a Bergamo
Atalanta e unite nei progetti estivi, per sentirsi raccontare di quei ragazzi, che attraverso le attivit delloratorio si erano conosciuti, piaciuti e messi insieme. Piermario racconta singhiozzando la suocera, Mariella Vavassori era come un figlio, dopo cinque anni di fidanzamento non poteva essere altro, inoltre era molto facile che entrasse nel cuore delle persone. Era il ragazzo che tutte le mamme vorrebbero vede-
LA SUOCERA MARIELLA
Era molto facile che entrasse nel cuore delle persone: il ragazzo che tutte le mamme vorrebbero vedere con la propria figlia
andare a vedere tra quello di Jovanotti e del Liga. Erano una bella coppia, lui umile e solare, lei sportiva e sorridente - conferma don Cristiano Re, padre della chiesa che frequenta Annina - credo che stessero programmando il matrimonio. Per sapere come si erano conosciuti basta andare davanti alla chiesa di Monterosso o a quella di Santa Caterina, due parrocchie distanti un chilometro, divise dallo stadio dell'
re entrare a casa in compagnia della figlia. Il ricordo pi bello? Il suo sorriso, nonostante ogni tanto avesse un velo di tristezza nei suoi grandi occhi. Lultimo appuntamento tra il Mario e la sua Annina fissato per questa sera quando il corpo di Morosini torner nella sua Bergamo.
RIPRODUZIONERISERVATA
Il calcio adotter Maria Carla, la sorella di Piermario Morosini. Il primo a dirlo stato lattaccante dellUdinese Antonio Di Natale, poi stata la volta del presidente dellAtalanta Antonio Percassi. A loro, ieri, si aggiunto lappello del numero uno della Lega Maurizio Beretta che ha promesso che il caso sar discusso venerd durante lassemblea di Lega. E quello dellassociazione calciatori Damiano Tommasi. La frase che rimbalzava era la stessa: Non lasciamola sola. A met
pomeriggio lannuncio dellUdinese di aprire un conto corrente a nome Maria Carla Morosini affinch il calcio, dopo la tragedia che ha colpito la famiglia, adotti la sorella del centrocampista del Livorno deceduto sabato scorso. La donna, di quasi ventanni pi grande del fratello, nata con una grave disabilit psichica ed ricoverata alla Residenza Sanitaria per Disabili Beato Luigi Palazzolo di Grumello del Monte. Da quando Piermario gioca lontano da Bergamo, dove tornava solo saltuariamente, era seguita da alcuni
parenti che vivono a Pagazzano anche perch la zia che aveva vissuto per anni accanto a lei scomparsa nei mesi scorsi. La retta era pagata da Mario - racconta una persona vicina alla famiglia - ora proprio la sorella l'unica erede diretta rimasta, ma ovviamente non pu gestire il denaro. A questo punto dovr intervenire il tribunale: user i beni di Mario e li affider a un tutore, che provveder al necessario. Un primo passo stato comunque fatto dall'Udinese, che ha annunciato la sua intenzione di attivarsi attraverso
la onlus Udinese per la Vita per garantire a Maria Carla Morosini l'assistenza necessaria. La Banca di Credito Cooperativo di Manzano ha annunciato la propria disponibilit ad aprire un conto corrente in cui far confluire le offerte di coloro che vorranno contribuire. La Fondazione garantir un primo immediato intervento e si attiver poi per fornire assistenza e cure insieme a tutti i club di serie A e serie B. Anche Livorno e Atalanta sono in prima fila nella missione solidariet.
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Unico Concessionario
per Livorno e Provincia
Livorno
I
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gli appuntamenti
OGGI ALLE 13,30 Arrivodellasalma allo stadioArmando Picchi.Il carro funebrefar ungirodi campo entrandodallagradinata e conla sostasotto la curvanord e latribuna centrale, idue settoridellostadioaperti al pubblicoper lultimo salutoa Morosini. SABATO 21 APRILE previstala partita Livorno- Cittadella coninizioalle ore15,malasociet ha chiestoufficialmente allaLega il rinvio.La squadra,infatti,giovedmattinasara Bergamoperpartecipare aifunerali. La propostadel LivornoCalcio di recuperarequestomatch il25 aprile. MERCOLED 25 APRILE Ilcalendario prevederebbela prosecuzionedella partitacontro il Pescara,ripartendo dal31 p.t.sul2a 0 peril Livorno, maSpinelliha chiestodi rinviareanchequesto recupero
le reazioni
Tutti insieme per lultimo saluto al Moro. Lappuntamento per oggi allo stadio, intorno alle 13.30-14 e sar una giornata di lacrime impossibili da trattenere. La salma di Morosini partir tra le 7 e le 8 da Pescara, per cui larrivo previsto appunto intorno alle 13.30. I cancelli dello stadio comunque apriranno con largo anticipo, per consentire a tutti i tifosi di non trovarsi bloccati da eventuali code. Saranno aperte soltanto la curva nord e la tribuna centrale. Il carro funebre entrer dalla gradinata, soster sotto la curva nord dove gli ultr hanno preparato gli striscioni, poi passer sotto la tribuna. Qui ad attendere il loro compagno ci saranno tutti i giocatori del Livorno, lo staff tecnico e anche le squadre del settore giovanile. Attesi molti rappresentanti anche di altre societ: lEmpoli ad esempio sar presente allo stadio con tutto lorganico della prima squadra. La cerimonia durer 10-15 minuti, non di pi. Breve, intensa, da brividi. Il carro funebre ripartir subito dopo verso Bergamo, dove gioved mattina sono previsti i funerali. Partite rinviate? Intanto il Livorno si sta muovendo per far rivedere il calendario. Sulla carta la squadra amaranto dovrebbe giocare sabato in casa contro il Cittadella, mentre il recupero della partita Pescara-Livorno (da riprendere dal 31 sul risultato di 0-2) sarebbe fissato per il 25 aprile. Ieri stata invitata una richiesta ufficiale alla Lega di spostare la partita di sabato, visto che la squadra al completo gioved mattina parteciper ai funerali che si svolgeranno a Bergamo. Impossibile scendere in campo in questo momento, anche perch la squadra letteralmente distrutta. stato chiesto di spostare Livorno-Cittadella al 25 aprile. Que-
di Federico Lazzotti
LIVORNO
sta per doveva essere la data del recupero di Pescara-Livorno, altro match che chiaramente nessuno adesso si sente di giocare. Stamani i dirigenti Perotti e Gardini si metteranno in contatto col Pescara, cercando di trovare insieme una data utile, magari non troppo ravvicinata. In ogni caso, sar dura, durissima, tornare su quel campo. Adesso si attendono
comunque risposte dalla Lega. Le iniziative. In citt continuano le iniziative per onorare la memoria del Moro. Resta viva lipotesi di far preparare qualche migliaio di maglie amaranto col numero 25 e la scritta Morosini, da vendere a 5 euro sabato fuori dallo stadio. Anche se adesso questa ipotesi del rinvio potrebbe far rinviare il progetto. I club stanno anche
pensando a distribuire un palloncino amaranto a tutti i tifosi, da far volare via durante il minuto di raccoglimento. A proposito. Molti tifosi ci hanno avvicinato per invitare tutti i presenti allo stadio a rispettare questo minuto di silenzio, evitando applausi. Firma lappello. Sul sito internet del nostro giornale (www.iltirreno.it) si pu firmare lappello per intitolare un settore dello stadio Picchi (la gradinata) a Piermario Morosini:in poche ore, sono gi arrivate centinaia di firme a sostegno delliniziativa. Il dolore del sindaco. Nel consiglio comunale di ieri sera stato osservato un minuto di silenzio. Alessandro Cosimi ha invitato poi tutti i livornesi a rendere omaggio al giocatore scomparso oggi allo stadio. Lautopsia - ha proseguito sembra fare emergere un difetto congenito come causa della morte: per un giocatore che stato in nazionale e in club di serie A e B, e quindi continuamente controllato, questa sembra essere lultima beffa.
II
Livorno
Ilcalciosegua lesempiodellUdinese
ss Sei stato un lottatore nella Vita e sul Campo! Il presidente dell'Udinese e il suo capitano hanno fatto un gesto bellissimo, continuare ad aiutare la sorella disabile. Mi auguro che tutto il mondo del calcio segue l'esempio di Pozzo e Di Natale.
dossare la maglia amaranto solo per pochi mesi per rimanere indelebile nei nostri cuori. Da sabato Livorno ha trovato il suo Quinto Moro! Ciao, salutaci i tuoi genitori! s Massimiliano Paolini. Ciao Angelo calciatore,hai raggiunto prematuramente babbo,mamma e fratello in paradiso. s Linda Casarosa. Per sempre Uno di Noi e per sempre con noi! s Alessandro Genovesi. Lo so il rischio la retorica e la banalit, ma non m'interessa. Da ieri ho visto pi volte quella scena straziante, ma a un certo punto l'ho vista (o l'ho voluta vedere) in maniera diversa, e ho visto che sei caduto due volte, non hai alzato la mano, non hai chiesto aiuto, per due volte hai guardato la palla e hai coperto la tua zona dove si stava li-
Decine di sciarpe affisse ai cancelli: migliaia di persone sono passate dallo stadio per salutare Morosini
berando un avversario, forse erano gli ordini del mister. Forse non cos, ma cos ti voglio vedere in quei momenti drammatici. Avevi
tutte doti che a noi livornesi sarebbero piaciute, purtroppo non abbiamo avuto modo per scoprirle prima di ieri. Ciao numero 25 ama-
ranto.
s Anna Maria Scognamillo. L'ho in-
in compagnia di altri 3 compagni di squadra. Gentile e disponibile ha rilasciato autografi e si fatto fotografare dai suoi piccoli e grandi tifosi. Nella stessa giornata ho avuto modo di incontrarlo una seconda volta durante il concerto di Giorgia tenutosi al PalaLivorno, era seduto poco distante da me. Insomma senza volerlo, ho vissuto un'intera giornata con lui... Voglio ricordare il suo sorriso malinconico in quel giorno di festa che non dimenticher mai! Ciao Piermario! Sempre con noi! s Stefano Marchi. La vita matrigna, quando meno te lo aspetti ti tradisce, ingiustizia totale, sono senza parole, non lo conoscevo. s Ivana Scimone. Un altro Angelo andato via. Fai Buon Viaggio Piermario. Non si pu morire cos, le immagini di te che provi a rial-
zarti rimarranno impresse nella mia mente. Ovunque tu sia. Ti vogliamo Bene, Rip. s Jessica Romoli. Non posso pensare alla fine di una giovane vita... non giusto, soprattutto per chi come te ha sofferto molto anzi troppo... s Fabio Verzoni. Era una partita bellissima, fino a quel tragico momento. Chi vedeva quelle immagini e le facce di chi era in campo, ha capito subito della gravit della cosa. Ricorder sempre questo ragazzo dai piedi buoni, ma soprattutto dal cuore grande. s Alberto Gemignani Solo un tragico destino... Ciao moro ora giocherai tra le stelle. s Linda Contu. E inacettabile che nonostante i controlli si possa morire in campo a soli 25 anni... ciao Piermario.
Livorno
III
MORIRE DI CALCIO
CITT IN LUTTO
SPINELLI
Un gruppo di tifosi amaranto scrive sul muro dello stadio laffettuoso saluto a Morosini, il centrocampista del Livorno morto in campo a Pescara
Piove e non vuole saperne di smettere. Piange il cielo sopra il Livorno. Difficile darsi pace. Eppure questo luned cos triste e cos diverso da tutti gli altri, faticosamente, deve sancire la ripresa della vita di sempre. Una quotidianit stravolta, come le facce dei giocatori che arrivano alla spicciolata. Luci, Barone, Schiattarella, Lambrughi, Filkor, poi tutti gli altri. Nessuna voglia di parlare. Le loro auto entrano nella struttura del Centro Coni e dribblano i giornalisti. I tifosi no. Non ci sono. Il loro quartier generale quello consueto: lo stadio. Il dolore dell'allenatore. Le ultime immagini di Armando Madonna sono due. La prima, quando il dramma non si era ancora consumato quella di un allenatore che dirige la sua squadra avanti di due gol su un campo difficile come quello di Pescara. Si toglie gli occhiali. Se li rimette e dispensa consigli. La seconda ci consegna un uomo in lacrime, stralunato. Sconvolto perch il cielo gli sta risucchiando un giocatore che per lui come un figlio. Poi pi nulla. Un sabato notte insonne. Una domenica infernale, chiuso nel suo dolore. Morosini aveva la stessa et di suo figlio Nicola con cui lo sfortunato centrocampista era cresciuto calcisticamente e non solo. E poi il mister e Piermario sono nati entrambi il 5 luglio. Il senso di vuoto insopportabile. L'altro ieri Madonna, affranto, stato raggiunto dalla moglie. Un sostegno denso d'amore vero e di umanit. Anche ieri ha fatto una fatica incredibile a dirigere lallenamento. Difficile chiedere concentrazione quando senti intorno a te solo un grande senso di vuoto. La squadra. Gi, il senso di vuoto, l'assenza di Piermario. Il primo allenamento dopo la tragedia durissimo perch il dolore annebbia le idee e appesantisce le gambe molto
Il dolore dellallenatore Madonna alla ripresa degli allenamenti e la tensione sui volti di Barone, Bardi e Luci davanti allo stadio
pi del terreno di gioco intriso di una pioggia torrenziale. I ragazzi, un gruppo giovane (et media 24 anni) ricevono la visita dei massimi dirigenti. Oltre al presidente Spinelli e al suo vice Siri, c' pure il responsabile dell'area tecnica Attilio Perotti. Tutti prendono la parola. E anche Madonna, prima di entrare in campo, parla ai suoi ragazzi. Il Livorno c'. La bandiera a mezz'asta, ma vuole tornare di nuovo in cima al pennone Orgoglio amaranto. A fine seduta torna a parlare Simone Ba-
rone. Non ha i galloni del capitano, ma il leader di questo gruppo, per esperienza e motivi anagrafici. in compagnia di Mirko Pieri, un altro veterano. Ribadisce concetti gi espressi: Siamo qui per ricordare Piermario. Personalmente sono orgoglioso di averlo conosciuto e di essere stato suo compagno di squadra. Un pensiero va pure ai tifosi: La citt ci vicina. Abbiamo avvertito la partecipazione con cui ha vissuto insieme a noi questo dramma. Non
posso certo dire che cosa mi aspetto da loro per domani (oggi) quando Piermario sar allo stadio per l'ultima volta. Infine il campione del mondo e di umanit ringrazia il presidente: La sua presenza alla ripresa degli allenamenti stata molto importante. Allegri allo stadio. Intanto per tutto il pomeriggio proseguita la mesta processione di tifosi allo stadio incuranti della pioggia. Alle sette di sera sbucato su piazzale Montello anche Massimiliano Allegri. Il tecnico del Milan ha cos reso
omaggio a Piermario Morosini, che perso la vita indossando la maglia che il popolare Acciuga ama pi di ogni altra. Sono venuto a casa e sono capitato nei giorni di questa tragedia che ci ha colpito tutti profondamente. Non ci sono parole, il silenzio penso sia la cosa migliore. Giusto fermarsi? E' stata una decisione importante, successo tutto all' improvviso, un ragazzo cos giovane, giusto fermare il campionato.
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La maglia di Moro
Pescara-Livorno, a termini di regolamento deve ricominciare dal minuto 31 del primo tempo sul punteggio di 2-0 per gli amaranto. La Lega deve stabilire la data del recupero, meglio della prosecuzione. Eppure i pareri in seno anche alle singole tifoserie non sono uniformi. Basa dare un' occhiata al mondo del web per capirlo. A Livorno uno dei siti pi cliccati dagli sportivi alelivorno.it. C' chi favorevole alla ripresa di una partita vera per onorare la memoria
dello sventurato centrocampista amaranto. C' chi come Esiliato farebbe decidere alla famiglia Morosini. Il professore d'accordo, ma auspica pure che le due societ facciano scendere in campo le squadre primavera. Infine c' chi come Atek non usa mezze misure: Per me si chiuso il campionato. Non mi interessa nulla,se ci salveremo se retrocediamo. Questo fatto mi ha scosso moltissimo. Si dice che il tempo rimargina le ferite. Verissimo. Ma per ora io non me la sento. Sono vicino
con il cuore alla sorella e alla sua ragazza. Il dolore ha un solo colore, il nero. Non ha bandiere, drammaticamente di tutti. Ognuno toccato a suo modo. Anche da Pescara i commenti sono sul solito tono: Quella partita non deve neanche essere rigiocata - scrive un tifoso biancoazzurro - a noi non interessa. Che trovino una soluzione i dirigenti, ma continuare su quel campo dove morto Morosini assurdo. In questo momento non abbiamo bisogno di altre farse.
Arriva alle 14.32, se ne va alle 16.32. Due ore esatte, spaccate al minuto. Tanto durata la visita di Aldo Spinelli al Centro Coni in un luned piovoso e triste. Evento raro vedere il presidente da queste parti a inizio settimana, ma stavolta il cuore ha prevalso sugli impegni di lavoro. Insieme a lui il vicepresidente Silvano Siri, entrambi seduti sul retro della macchina. Spinelli entra ed abbraccia i suoi giocatori, stringe la mano a Madonna scuotendo la testa. Questo lutto ha lasciato un segno profondo nel presidente, si vede lontano da un miglio. Eppure trova le parole per parlare ai ragazzi nello spogliatoio. Lo fa da padre pi che da presidente, perch in questo momento io sono distrutto come voi. La societ vi star vicini, cerchiamo di rialzarci tutti insieme, facciamolo per questo ragazzo al quale volevamo tutti un gran bene. C anche il calcio giocato, anche se tutti qui ne farebbero volentieri a meno. E cos quando la squadra va in campo per lallenamento, Spinelli si ferma a osservare insieme al suo braccio destro Perotti. Poi un saluto a tutti e via verso Genova. Prima per Spinelli, con gli occhi ancora un po lucidi, si ferma un po a parlare sulla cancellata del Coni. Faremo di Morosini la nostra bandiera, ora combatteremo per lui, lotteremo tutti insieme come ci aveva insegnato questo ragazzo nei mesi in cui stato con noi. Era unottima persona, aveva conquistato tutti per il suo carattere solare, eppure aveva sofferto cos tanto nella vita.... Poi un pensiero alla famiglia: Immagino lo strazio della povera fidanzata Anna. Comunque noi ci siamo gi mossi per aiutare i parenti, ci siamo gi mossi anche per le procedure assicurative. Il Livorno ci sar sempre. E voglio anche ringraziare Signorelli e Gardini che sono rimasti per tre giorni a Pescara seguendo passo per passo la vicenda e restando sempre vicini al povero ragazzo. Difficile in queste condizioni tornare in campo e Spinelli spiega il perch della richiesta di un rinvio: Gioved saremo tutti a Bergamo per il funerale, non possiamo certo pensare alla partita di sabato col Cittadella. Abbiamo gi chiesto alla Lega il rinvio, speriamo di avere una risposta positiva perch certi avvenimenti avanti vanno davanti al calcio. In questo momento scendere in campo e giocare lultimo dei pensieri. Si chieder lo spostamento della gara al 25 aprile, per poi valutare unaltra data per concludere la partita Pescara-Livorno. Lultimo flash sulla giornata di oggi, quando il feretro di Morosini sar salutato dal popolo amaranto: Siamo contenti che la famiglia abbia accettato questo passaggio da Livorno, i nostri tifosi sono rimasti sconvolti e ci tenevano a un ultimo saluto. Questo giro del campo sar davvero toccante. Saluta Spinelli e chiude il finestrino, con gli occhi sempre pi umidi.
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UNO DI NOI
aroMoro, non ci siamo mai incontrati e non ti ho nemmeno mai visto giocare allo stadio - colpa mia, negli ultimi tempi mi sono fin troppo distaccato - ma poich sei uno di noi come ieri giustamente e a lungo ha gridato la curva, mi permetto di darti del tu e di parlarti in confidenza. Devi sapere che pochi giorni fa, quando purtroppo ho dovuto commentare sul giornale quello che ti successo a Pescara, qualche nostro lettore concittadino mi ha poi garbatamente obbiettato che era discutibile la mia affermazione che si trattasse di una tragedia simbolica del nostro amato e devastatocalcio:simbolica nelmale ma unpochino anchenel bene. Invece dopo essere stato al tuo trasporto, come si chiama qui a Livorno, lo confermo e lo ribadisco. C anche del bene. Non fossaltro perch ieri eravamoinmigliaia emigliaia,
s INLIVORNOVII
Mille firme
linchiesta
iente birrini, il bar sbarrato in segno di lutto e decoro, rimettiti la maglia e pazienza se i tatuaggi non si vedono pi, oggi si tollera persino la bandiera del Pisa appesa in curva nord, e bimbi, facciamo ammodino, non una domenica allo stadio, un funerale. Pi lievi i cori, smorzati i toni. Un funerale e un rito collettivo che mette insieme tutto e tutti. La tifoseria labronica, notoriamente rossa e mangiapreti, applaudeilvescovo Giusti.
s CONTINUAIN LIVORNOIII Stadio Picchi: la folla applaude e abbraccia Piermario Morosini nel suo ultimo viaggio. Dolore e commozione sulle tribune (Pentafoto)
casa
COMPRO ORO
os Collodi descrive l'omino di burro: Figuratevi un omino pi largo che lungo, tenero e untuoso come una palla di burro, con una bocchina che rideva sempre. I ragazzi facevano a gara nel montare sul suo carro, per essere condotti in un vera cuccagna: il Paese de' balocchi.
Nel 2001 ci promise un milione di posti di lavoro. Oggi sono realt. Son quelli persi dai nostri ragazzi dal 2008, per. Quando ho visto che a Prato vendono un milione di capi di abbigliamento a prezzi stracciati ho pensato, ecco come si vestiranno. E' fallita la Sasch. Anche lei. Davide Guadagni
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I
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Ore 14,50: il quinto Moro entra nel suo stadio accolto dallinno amaranto e dal coro Uno di noi. Ottomila persone fra tribuna e curva nord, e c il sole. Finalmente. Quel sole che Piermario Morosini, morto sabato sul campo a Pescara a neanche 26 anni, ha sempre avuto dentro in una vita controvento, segnata da disgrazie terribili. Madre, padre e fratello scomparsi, la sorella maggiore in un istituto per disabili psichici. Sgambetti crudeli del destino dai quali lui si era rialzato ogni volta armato di coraggio e di fede, e che per questo lavevano reso pi forte. Perch quando conosci la sofferenza vera un infortunio o un allenatore che non ti fa giocare sono niente. Amato in ogni spogliatoio, in ogni squadra, lui riusciva a emanare positivit, a regalare parole giuste anche a compagni pi grandi. Di et e di fama, come Tot Di Natale quando era allUdinese. Lasciando solo agli occhi il compito di far trasparire ogni tanto un velo di tristezza per tutti i colpi bassi ricevuti dalla vita. Ma la bocca no, quella sorrideva sempre. Moro entra nel suo stadio dentro un carro funebre metallizzato, avvolto da una bara di legno chiaro. La foto sul vetro anteriore e ottomila cuori l, a vedere la sua partita. Ottomila livornesi, il doppio di quanti vanno a veder giocare gli amaranto. Perch questa citt scanzonata, piena di eccessi, che non riesce mai a prendere niente sul serio, quando vuole sa essere unica, alle Olimpiadi del cuore potrebbe vincere la medaglia doro. E Piermario Morosini in due mesi e mezzo vissuti con la maglia numero 25 aveva aperto una breccia, consegnando a tutti il suo mes-
festeggi il ritorno in serie A. Un cielo di stelle bordato di amaranto. Aldo Spinelli lancia la maglia numero 25, avvolta sulla bara sopra tutti gli altri simboli. Poi il cofano si chiude. La marcia riprende con il cuscino inviato dal Presidente della Repubblica attaccato dietro alla Mercedes che trasporta le spoglie di Morosini. La curva nord intona di nuovo linno del Livorno, laltoparlante spara Urlando contro il cielo di Ligabue. Un altro mezzo giro dello stadio verso luscita, mentre cinque ragazzi attraversano il campo. Sono di Bergamo: Ernesto, Vito, Roberto, Arturo e Piergiulio, il cugino del Moro al quale era toccato il compito ingrato di riconoscere la salma. Anna, la fidanzata gi vedova, invece ha preferito tornare subito a casa, dove oggi sar aperta la camera ardente e domani alle 11 si svolgeranno i funerali nella chiesa del quartiere Monterosso. Elio Signorelli e Giovanni Gardini, i dirigenti amaranto Unimmagine che parla da sola: la curva nord dellArmando Picchi gremita come nei giorni importanti per lultima volta a Livorno di Morosini (Pentafoto) rimasti da sabato pomeriggio allospedale di Pescara accancompagnano quellultimo to al loro eroe normale, li abLingresso al Picchi gere. Liberi, senza chiedere il Dallaltoparlante permesso. Tra questi anche ex viaggio, il presidente Spinelli bracciano uno per uno. in un carro funebre amaranto come Enio Bonaldi, escono le voci in tribuna donore un pianto Alle 15,04 il funerale laico Igor Protti, la squadra dellEmantico. Ho perso un figlio, di- finito, la gente inizia a sfollare. metallizzato, la foto di Ligabue e Jovanotti, poli e perfino Eto Soldani, 90 r pi tardi. Piange, batte le Occhi lucidi, facce commosse. sul vetro anteriore i suoi idoli. La sosta anni, ultimo superstite di quel mani e piange. Si mette sul In molti vanno verso la gradie sui gradoni il doppio sotto la nord un brivido, cuore la divisa di Morosini nata, dove lauto con Morosini Livorno leggandario che nel 1942-43 arriv a un punto dalmentre tutto lo stadio ascolta ancora dentro. Le due macdegli spettatori che poi larrivo davanti lo scudetto. in un silenzio surreale e pieno chine degli amici sono pronte ogni settimana vanno alla tribuna con tutto Il furgone Mercedes entra di rispetto lorazione funebre per partire, ma c un altro fursulla pista di atletica dal candel Vescovo, mons. Simone gone con tutti i ricordi appesi a vedere gli amaranto lo stadio in piedi cello della gradinata e svolta a Giusti. Breve, toccante, inten- fin da sabato sera alla cancellapasso duomo verso la curva sa. In coloro che tu hai amato ta dello stadio da caricare. saggio di riservatezza, umani- nord. E un boato. Cori, ap- Tutti in piedi, altri applausi, al- tu sei vivo per sempre, in colo- Non vedo lora di arrivare al t, altruismo. Sottovoce, senza plausi, lacrime. Una cascata di tre lacrime. I suoi compagni e ro che tu hai amato sei sem- 2013 quando scadr il mio conmai sbandierare quella vita dif- emozioni per questo ragazzo lallenatore Madonna sono in pre. Hai e avrai la gratitudine tratto con lUdinese per essere ficile, in salita e col vento in daltri tempi, mentre dallalto- basso, alla rete, indossano la di tutti. Buon viaggio. finalmente padrone del mio faccia. Un eroe normale nel parlante dello stadio escono le maglia numero 25. AbbracciaUn applauso scrosciante, destino, aveva detto. La vita meno normale dei mondi. Sol- voci di Ligabue e Jovanotti, i ti per farsi quel coraggio che poi la benedizione e lultimo non gli ha concesso il tempo, tanto cos si pu spiegare per- suoi idoli. Uno di noi, Moro Moro riusciva ogni giorno a saluto dei compagni: capitan lasciandogli solo labbraccio ch ottomila persone di ogni uno di noi: la sosta sotto la trasmettere con la naturalezza Luci, Vono e il tecnico Madon- per un gol in paradiso. Era un et sono arrivate allo stadio. nord un brivido infinito, poi di chi ne ha viste troppe. A bor- na ricoprono la bara di fiori e ragazzo di fede, sar felice di riPer vederlo, abbracciarlo, salu- la macchina si avvicina lenta- do campo i ragazzi delle giova- gagliardetti, Mazzoni la avvol- trovare i genitori e il fratello. tarlo. E commuoversi, e pian- mente alla tribuna centrale. nili e della scuola calcio ac- ge con il drappo che nel 2004 Ciao, Moro.
II
Livorno
Piange Aldo Spinelli. Dagli altoparlanti parte linno del Livorno, in fondo alla gradinata si intravede la sagoma del carro funebre, e Aldo Spinelli gi piange. Non lunico, anzi, ma fa effetto vedere il presidente con le lacrime che scivolano gi a fiumi. Entrano dal sottopassaggio anche i giocatori, proprio nellattimo in cui il feretro fa il suo ingresso nello stadio. Luci, Mazzoni, Bardi, Bernardini, uno dietro laltro, insieme ai suoi ragazzi c anche Madonna, chiude il magazziniere Lucignano. Hanno tutti la maglia numero 25 di Morosini, quella che nessuno mai pi indosser. In sottofondo c linno amaranto, gli applausi si fondono col groppo in gola, curva e tribuna regalano la cartolina pi bella della citt di Livorno. Adesso piangono anche i giocatori. Luci, Bardi, Remedi, Bigazzi, tutti. Impressionante vedere questi ragazzi disperati. Lambrughi con le mani nei capelli che non riesce a star fermo, Vono che quasi si accascia, lo storico accompagnatore Nassi che passa il fazzoletto sugli occhi ogni cinque secondi. Madonna prova a resistere, cerca di consolare i ragazzi, ma crolla anche lui. Chi lo conosce bene, garantisce che in questi giorni il tecnico sia letteralmente distrutto, fa fatica anche a parlare. Il carro funebre arriva sotto la curva e si ferma, laltoparlante ora spara Ligabue, Urlando contro il cielo, la preferita di Piermario. La curva canta Nei nostri cuori, o Moro nei nostri cuori , i giocatori si abbracciano lun con laltro. Un tentativo di farsi forza, ma anche un segno di unit, perch questo evento ha reso davvero lo spogliatoio amaranto compatto come un pugno chiuso. Aldo Spinelli in piedi, vicini a lui il vicepresidente Siri e il sindaco Cosimi. La commozione di Cosimi appena mascherata dagli occhiali da sole, Spinelli invece non si trattiene, anche Siri non ce la fa. Riparte lento il carro funebre in uno stadio sempre pi commosso, che mantiene il silenzio assoluto quando il vescovo Giusti d la benedizione alla salma sotto la tribuna. Un segnale di rispetto che lascia il segno. Quando il vescovo si allontana, si fanno avanti il capitano Luci e il terzo portiere Vono (grande amico del Moro) che depongono sulla bara una sciarpa del Livorno e una corona di fiori, poi tocca a Madonna che con il viso gonfio e livido appoggia un gagliardetto, infine Mazzoni che stende anche una bandiera del Livorno. Dietro i giocatori sono ancora abbracciati con la morte nel cuore. C anche De Lucia nel gruppo, piange pure lui mentre cerca di confortare Meola e Bardi. Sulla tribunetta Aldo Spi-
Sciarpe, maglie e gagliardetti da tutta Italia per il Moro (La Presse) e il pianto disperato di Spinelli (Sestini)
In viaggio da Pescara
nelli ha le mani sul volto, applaude e non smette un attimo di lacrimare. Poggiata sul muretto davanti a lui ha sistemato una maglia col 25 di Morosini, la prende, se la stringe al petto, labbraccia, poi la consegna e la fa appoggiare sul feretro. una delle pi belle dimostrazioni damore di Spinelli per questa maglia, un gesto da conservare nel cuore. Tutto cos rapido eppure tutto cos intenso. I giocatori e lo staff si stringono di nuovo in un abbraccio collettivo, mentre il feretro riparte per completare il giro verso curva sud e gradinata, per poi uscire da via dei Pensieri. I giocatori ancora in lacrime escono dal sottopassaggio, Spinelli invece resta immobile al centro
della tribunetta, scosso, le mani sul volto, quasi incredulo per questa assurda morte. Poi il fido Siri lo prende sotto braccio e lo porta via, verso luscita dello stadio. Stringe qualche mano, distrutto. Non ci sono parole per descrivere il mio dolore. un qualcosa che mi colpisce dentro, e che sicuramente mi segner per sempre, confida in lacrime mentre esce sul piazzale. Voglio per dire grazie alla citt di Livorno per la risposta data, per questo splendido saluto che ha dedicato a Morosini. In un momento di grande tristezza, i nostri tifosi hanno regalato un segnale splendido. Il sindaco Cosimi, l vicino, annuisce: Quanto fatto oggi da Livorno stato un gesto
daffetto. Lamore verso questo ragazzo stato dettato da due fattori: dallaffetto che la citt gli aveva subito dimostrato, e poi, onestamente dalla sua storia che un eccesso di accanimento della sorte. Quello che accaduto stata una tragedia che ha colpito un ragazzo di venticinque anni, in un momento splendido della sua vita, che invece di realizzarsi nel sogno che aveva, finita in tragedia. Intanto in mezzo al campo c unaltra scena che forse pochi notano ma molto significativa. I quattro amici e il cugino di Morosini che avevano seguito il feretro da Pescara, abbracciano in un fiume di lacrime i dirigenti amaranto Giovanni Gardini ed Elio Signorelli. Si parlato poco di loro, ma
in questi giorni hanno rappresentato il Livorno Calcio e quindi la citt come meglio non potevano. Sono sempre rimasti a Pescara, al fianco della salma, hanno vissuto le scene pi strazianti cercando di consolare tutti, senza che nessuno consolasse loro. un abbraccio intenso, vivo, profondo. Gardini, figura dirigenziale in ogni senso, trema ancora. E ti viene da ripensare alle sue lacrime in campo a Pescara, disperate, impressionanti, il primo vero segnale di ci che stava accadendo. Se ne vanno anche i giocatori. Affranti. In questi giorni salito a Livorno anche lex Martin Miglionico che ha vissuto la disperazione dei suoi amici: Ho trascorso gli ultimi due giorni da queste parti
e come immaginavo ho visto i miei ex compagni distrutti. Ma ad essere sincero non mi aspettavo una citt cos devastata, profondamente segnata da quello che successo. Il pullman attende i giocatori in piazzale Montello, sembra assurdo ma dopo questi 14 minuti di dolore straziante, bisogna andare al lavoro, ad allenarsi al centro Coni. Fuori c gia qualche centinaio di tifosi, si alza il coro Forza ragazzi, poi applausi scroscianti quando il pullman passa tra le due ali di folla. Adesso c una sorta di patto dacciaio non scritto tra tutte le componenti amaranto. Squadra, tifosi, societ. Lultima preziosa eredit che ha lasciato il Moro.
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Livorno
III
Tutti i compagni di squadra vestono la maglia 25 e restano schierati impietriti dal dolore sul terreno di gioco durante lintera cerimonia
Il presidente ringrazia la citt per laffetto e la partecipazione che ha dato: Una dimostrazione di amore e umanit davvero straordinaria
I parenti che hanno accompagnato la salma di Morosini abbracciano commossi i dirigenti amaranto mentre dalla curva parte un lungo applauso
Un discorso breve, da stadio. Monsignor Simone Giusti, il vescovo, accompagnato dal vicario mons. Paolo Razzauti, ha benedetto ieri la salma di Piermario Morosini prima della partenza del feretro verso Bergamo dove domani si terranno i funerali. Un religioso silenzio per un funerale laico. Dentro un Picchi riempito da ottomila persone in un marted qualunque. Tutti commossi, muti, non volava una mosca. Una grande dimostrazione di maturit, come, quando vuole, Livorno sa dare. E questa era unoccasione da non perdere. E stato un abbraccio forte, intenso, intriso di significati. Noi siamo nati per vivere ha detto il vescovo - nati per la vita e non per la morte. Solo con lamore si pu vincere la morte e quindi accogliere e accettare la sofferenza. Piermario, in coloro che hai amato tu sei vivo per sempre, in coloro che hai amato tu sarai per sempre. E ora tu raggiungerai i tuoi cari, salutato anche da questa citt che ti ha apprezzato e voluto bene. Vai, accompagnato da tutta la nostra gratitudine. Buon viaggio. Un messaggio di commiato pieno di speranza, pi che di dolore. La certezza, per un credente come stato Piermario Morosini, che una volta superata la morte saremo tutti uniti per leternit. Monsignor Giusti ha pronunciato queste brevi parole in unatmosfera di raccoglimento assoluto. E alla fine, al momento di benedire la salma, il se-
Noi siamo nati per la vita ma solo con lamore si pu vincere la morte In tutti coloro che ti hanno voluto bene tu sarai vivo per sempre
gno della croce stato qualcosa che ha unito anche i non credenti. Seguito da un applauso lunghissimo, incessante, prolungato fino al momento di veder uscire uscire dallo stadio quella Mercedes metallizzata con le spoglie del Moro. Il coronamento pi bello a una cerimonia asciutta, composta, misurata. Senza retorica e senza eccessi. Semplice ma al tempo
stesso bellissima. Conclusa da un coro Forza ragazzi partito veramente dal cuore, mentre quei giocatori tutti vestiti con la maglia amaranto numero 25 scendevano la scaletta verso gli spogliatoi a capo chino, scossi e con gli occhi lucidi per aver perso un grande compagno. Ma lo porter sempre con me, aveva detto Simone Barone a nome di tutti. Perch uno come il Moro non si dimentica. E dalla prossima partita ognuno giocher anche con il compagno dentro. Dalle 14,50 alle 15,04 Livorno ha salutato il suo Piermario Morosini nel modo pi giusto, e anche il momento dedicato alla religiosit si fuso degnamente nel contesto di un pomeriggio dominato dal rispetto, dalla voglia di
esserci, da lacrime e commozione che non avevano et. Il feretro del calciatore poi partito alla volta della sua Bergamo, nel quartiere Monterosso, ai piedi delle colline, dove Moro era cresciuto e aveva tirato i primi calci al pallone, prima di essere notato dallAtalanta, cominciando la sua scalata verso il grande calcio, culminata nel passaggio allUdinese e nella convocazione per tutte le Nazionali giovanili fino allUnder 21 di Casiraghi. Un passaggio dallo stadio, poi il trasporto nella chiesa del quartiere dove la famiglia Morosini aveva ancora casa. Il Moro era molto conosciuto nel quartiere e soprattutto alloratorio, che aveva continuato a frequentare anche dopo i suoi trasferimenti in giro per lItalia.
sta dai giocatori del Livorno mentre la sciarpa amaranto sul tetto del carro funebre che si riempie di corone e cuscini di fiori. La citt qui, migliaia e migliaia di persone, e non ci sono soltanto quelli che il calcio. Perch la storia di Piermario commuove, sconvolge e intenerisce cuori di mamma e rudi guerrieri degli spalti, ragizzini delle giovanili e supporter di lungo corso come Natalino Socci e la moglie, abbonati dagli anni Quaranta. la storia del pulcino che giocava nella squadra dell'oratorio e che appena poteva tornava a Monterosso, il suo quartiere di Bergamo. la storia del calciatore professionista che niente aveva a che fare con veline, notti
brave in discoteca e partite vendute. Non il divo ma il figlio, il fratello, il fidanzato che tutti vorrebbero avere. Uno di noi, che quella morte in diretta cos mo-
struosamente vera ha portato nelle case di tutti, e come non sentirsi legati per sempre a quel ragazzo senza famiglia che pur non volendo ci ha reso partecipi
della sua pur brevissima agonia. Con tutto questo nella testa e nel cuore arrivano gli ottomila dell'ultimo saluto, e ormai Piermario di tutti. E chiss se questa famiglia gigantesca, che va dai carabinieri con il pennacchio alla ragazzina in stivali e minigonna, avrebbe potuto sostituire quella vera, che Piermario ha perso cos presto. Di certo non un caso che si sia mobilitata per dirgli addio anche se non l'aveva mai conosciuto, al massimo visto trottare sullo stesso prato attorno al quale ora si muove lentamente l'auto che trasporta la sua bara. Un simbolo Piermario, di vita e di morte ed una miscela esplosiva che spinge la folla e alimenta
il bisogno di condividere lo sgomento. Atleta certo, giocatore della nostra squadra, ma non tutta qui la miccia che ha acceso l'amore che lo ha circondato ieri, che ha fatto scorrere tante lacrime, che strozza in gola quel "Moro uno di noi" che si leva a singhozzo dalla curva. Un amore che con lo sport ha poco a che vedere e molto a che fare con la piet, l'empatia, le nostre paure e i nostri piccoli e grandi dolori, lo sgomento di fronte all'ingiustizia, lo sperdimento di fronte alla morte. C' tutto questo nell' amore per Mario,splendido calimero pulcino nero che ora tutti avremmo voglia di risarcire, coccolare, accarezzare. Cristiana Grasso
I lunghi capelli neri. La barba. Una faccia da corsaro come piace ai livornesi, i suoi ultimi tifosi. Il sorriso scanzonato e gli occhi furbi di chi la sa lunga. E invece gli occhi di Morosini, nella loro vita troppo breve, di lacrime ne avevano versate tante, troppe. Un'esistenza segnata, tra un calcio al pallone e l'altro, da una serie incredibile di lutti. Piermario Morosini era nato il 5 luglio 1986, esattamente quattro anni dopo la vittoria dell'Italia sul Brasile ai mondiali dell'82. Come dire: nella data il destino di calciatore. Ma nel destino di Piermario pure il grande dolore che lo fa diventare adulto quando, ad appena quindici anni perde la mamma Camilla. E' il 2001 e Morosini gi una giovane promessa del vivaio atalantino. I dirigenti nerazzurri lo avevano notato che era poco pi di un bambino nella Polisportiva Monterosso, la squadra del quartiere di Bergamo dove era nato. E' gi un azzurrino dell'Under 17 quando rimane senza la madre. Soffre, ma cresce. Prosegue il cursus honorum nelle nazionali giovanili che lo porteranno fino all'Under 21 con cui
collezioner 18 presenze e parteciper agli Europei in Svezia nel 2009. Nel frattempo aveva vinto un campionato allievi con la maglia dell'Atalanta. S, perch il 'Moro' un tipo tosto. Che in campo lotta perch ha imparato a combattere nella vita. Ha soli 17 anni quando perde anche il padre Aldo. Ma lui non molla. Anzi: Vorrei diventare un buon calciatore per i miei genitori che non ho pi -
dichiar in un'intervista - perch quello era pure il loro sogno. Certi eventi ti cambiano, ma a me hanno pure messo tanta rabbia in corpo. Era questo il suo credo. In tasca ha un diploma di ragioniere. Il calcio il suo mondo. Le amicizie sane, sono la sua famiglia. E' un ragazzo perbene, Piermario. Educato, intelligente. Un acume che si vede anche in campo. Ha i piedi felpati. Im-
posta bene ed pure incontrista. Un giocatore completo, insomma. Il migliore in una finale scudetto persa con la maglia nerazzurra bergamasca. Lo nota l'Udinese che ne acquista la met del cartellino nel 2005. Debutta in serie A il 23 ottobre di quell'anno nella sfida tra i bianconeri friulani e l'Inter. Conta pure una presenza in Coppa Uefa. Poi la lunga sequenza di prestiti. Morosini
tocca Bologna, poi approda al Vicenza dopo che l'Udinese ne ha acquistato l'altra met dall' Atalanta. In maglia veneta disputa due campionati. Viaggia sempre a centrocampo. Con la solita eleganza. Non va mai in difficolt Testa alta, idee chiare e piede che telecomanda il pallone. Una vita da mediano, s, ma dai piedi buoni. Dopo Vicenza altro giro, altra corsa. Morosini va alla Reggina, ma qui il destino si accanisce di nuovo contro di lui. Il fratello disabile si suicida. E' una nuova mazzata. Ma Piermario reagisce ancora. Sul campo. Passa al Padova, poi ancora Vicenza. Infine il ritorno alla casa madre, l'Udinese. Rimane ai margini della prima squadra fino a gennaio quando arriva la chiamata del Livorno. Debutta l'11 febbraio. Partita interna di mezzogiorno col Vicenza. Gli ospiti segnano, gli amaranto vanno in confusione. Madonna lo getta nella mischia. Le sue geometrie salvano il Livorno che pareggia con Dionisi. Poi altre 7 presenze, sei da titolare compresa quella di ieri. Sono felice di essere qui - ripeteva - perch sono in un gruppo di ragazzi perbene e dalle elevate qualit tecniche e morali. Esattamente come lui. A Livorno era una presenza importante. Nello spogliatoio e in campo. Un ragazzo con la testa sulle spalle. Mai una parola fuori posto, mai un'uscita fuori tempo. Proprio come quando indossava la maglia amaranto: preciso negli inserimenti, pulito negli interventi. Lascia la sorella e la fidanzata, Anna che ieri si subito precipitata a Pescara e che era diventata la sua nuova famiglia.
GUARDALEIMMAGINI ELASCIAUN RICORDO www.iltirreno.it
Chi dice quattro minuti, chi addirittura sette: di certo lingresso in campo dellambulanza del 118 stato ostruito e ritardato da una macchina dei vigili urbani. Una Croma solitamente in uso agli ufficiali, chiusa a chiave e parcheggiata con il freno a mano, a partita iniziata, allinterno dellingresso Maratona. Nellarea, s, riservata alle vetture di servizio, ma davanti allentrata per la pista di atletica: davanti al varco per le emergenze. Per consentire allunit mobile di rianimazione di raggiunge-
re il campo dove Piermario Morosini stava lottando tra la vita e la morte c voluto un vigile del fuoco che con un piede di porco, nella concitazione generale di polizia e carabinieri che tentavano di spostare la vettura, ha sfondato il finestrino dellauto per poi togliere il freno a mano e spostarla a spinta insieme a tutti gli altri. A raccontare quegli attimi drammatici il medico dellambulanza del 118, Vito Molfese: Quando abbiamo visto quello che stava succedendo in campo ci siamo precipitati con lambulanza. Ma davanti allentrata
che d accesso al campo, alla pista di atletica, abbiamo trovato alcune macchine che ostruivano il passaggio, almeno quattro. Un paio di civili e un paio dei vigili urbani di cui non si trovavano gli autisti. A quel punto intervenuto un vigile del fuoco che ha rotto il vetro della macchina che pi intralciava, per poi spostarla a spinta e consentirci di entrare in campo. Minuti lunghissimi, sette circa dal momento dellallarme dice il medico, quattro almeno quelli persi a spostare lauto, in cui i soccorritori hanno comunque mandato avanti la barella
portata in campo di corsa dagli stessi giocatori del Pescara. Su quella Croma lasciata davanti al varco per le emergenze avvier accertamenti la Procura, mentre il comandante della polizia municipale Carlo Maggitti afferma: Allo stadio avevamo 15 persone, tutte in servizio. Sto acquisendo le relazioni di tutti i presenti, nel caso specifico stiamo verificando chi fosse alla guida dellauto, ma comunque al momento. La morte del giocatore non si pu collegare a unauto parcheggiata male. Per il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia lauto parcheggiata in divieto di sosta davanti allingresso dello stadio un comportamento sicuramente censurabile, una superficialit inaccettabile. Altro, per, dire che i soccorsi sono arrivati in ritardo per questo.
IV
Livorno
Uno di noi, Moro uno di noi, uno di noi. Sempre nei nostri cuori. Forza ragazzi, forza ragazzi. Aspetta in silenzio, poi canta di rabbia, batte le mani, si ferma, trema, infine si commuove, piange e resta di nuovo sola. la curva nord che si riscopre dodicesimo uomo in campo nel giorno pi triste della sua Storia. Lo ripete la canzone in sottofondo che per te Piermario Morosini, detto il Moro, morto di calcio a 25 anni, che lanima calcistica di Livorno tornata in strada per ritrovarsi allo stadio e giocare la partita del dolore. I motorini in doppia fila, il pranzo saltato e due ore di attesa per un giro di campo al termine del quale, anche il tifo, ha trovato un punto da cui ripartire, la maglia numero 25. Magari ci fosse tutta questa gente il sabato alla partite, sospira un tifoso che da trentanni non si perde una sfida casalinga degli amaranto. vero, ma per te che i gradoni della Nord si sono riempiti come non si vedeva da anni, con i nonni e le nonne e i loro cuscini, genitori che portano le carrozzine fin su, per vedere meglio, dice un pap. Lultima tappa prima di entrare in curva la parete che in questi giorni diventato il mausoleo del Moro costruito intorno alla sua maglia gialla e amaranto. Una signora con il piumino rosa passa e attacca una sciarpa, come lei, poco dopo, lo fa un bambino, poi la volta di lasciare una rosa, un biglietto, un pensiero. Quelle sciarpe hanno seguito il centrocampista anche nel suo ultimo viaggio verso Bergamo e domani saranno al suo funerale con un centinaio di tifosi amaranto che oggi partiranno in pullman. il momento di entrare. Quando le porte si aprono, a mezzogiorno, i primi tifosi prendono posto. A un certo punto fa capolino anche un ciclista con il caschetto, la maglia della Mercatone uno, parcheggia vicino a una delle tribune in acciaio e lamiera e saluta unamica: Tra quanto arriva domanda. Il feretro in ritardo. Sono le due, fa caldo ma non si sente. Un uomo in giacca e cravatta uscito dallufficio per venire dentro a questo catino di emozioni, e stringe la mascella per fermare la commozione. Un altro si sistema in prima fila, tira fuori un paio di panini e guarda il campo. La signora Anna, potessero le gambe, proverebbe anche ad alzarsi, volevo esserci dice mi basta aver salutato questo ragazzo. Un operaio guarda lorologio preoccupato perch alle 15 deve tornare al lavoro a timbrare il cartellino. Ma io oggi resto qui, il capo se ne far una ragione, annuncia a tre amici. Dove sei?. Guarda in alto. Poi le teste dei tifosi di abbassano. Si rivedono anche i vecchi ultr con i rasta, le facce infossate dagli anni e le mani tatuate, altri sono cambiati, hanno lasciato la t-shirt e indossano camicia e maglione, ma arrivano insieme, per ultimi, come succedeva negli anni Novanta, ma come allora sono i primi a farsi sentire. Si presentano e attaccano lo striscione bianco con la scritta nera che recita Morto con la nostra maglia. Ciao Moro. Poi restano in silenzio come gli altri, fino a
Il dolore di alcuni tifosi che ieri hanno voluto partecipare al saluto della citt a Morosini
qualche minuto prima delle tre quando il carro funebre entra dentro al Picchi e parte lapplauso, il primo. Piermario Morosini, aveva detto ad amici e compagni di squadra che avrebbe voluto conoscere Livorno e i livornesi. Aveva mangiato il cacciucco qualche settimana fa e lo
aveva raccontato sul suo profilo twitter inviando la foto del piatto vuoto. Aveva visto la curva esultare, lultima volta, era il 10 marzo, e gli amaranto avevano appena sconfitto lAlbinoleffe. Mario era corso sotto la curva dopo il quarto gol e aveva abbracciato i compagni, poi
uno sguardo verso i suoi nuovi tifosi con quella faccia da guerriero che sabato non si pi rialzata dal terreno dello stadio Adriatico di Pescara. Adesso nello stesso punto di allora, il carro funebre prosegue piano, rallenta davanti al cuore del popolo amaranto. C linno del Livorno da urla-
re. Hip hurr, hip hurr, hip hurr. C il nome del Moro da promettere di non dimenticare. La curva trema come non aveva mai fatto. Non c un gol da festeggiare, un avversario o un arbitro da beccare. C quel feretro da spingere lungo i quattrocento metri che percorre intorno alla pista di
atletica. Quella di Morosini - racconta un tifoso classe 1931 di per s una tragedia che colpisce un mondo in cui la morte non contemplata. Quando pensiamo a questi ragazzi pensiamo a giovani con soldi e ragazze. Poi quando ho scoperto la sua storia familiare mi ha fat-
Amaranto eterno fascino. Il motto inciso su un antico striscione dei tifosi del Livorno pu spiegare molto, ma non tutto di una giornata all'insegna della partecipazione collettiva ad un dolore terribile che non diminuisce neanche se condiviso. Amaranto eterno fascino. Ed umanit. E lezione di stile e di vita. Sono le due e mezzo quando, dopo aver salito la ripida rampa di scale che conduce in tribuna, si sistema sugli spalti Eto Sol-
dani, 90 anni compiuti a Pasquetta, un mito vivente, l'ultimo eroe che ancora pu raccontare le imprese del Livorno vicecampione d'Italia, la squadra che contribu da ventenne terzino contribu a rendere grande. Si appoggia ad un bastone, ma forse non ne avrebbe neanche bisogno. Dispensa sorrisi amari. Sono la sua risposta a quanti lo applaudono riconoscenti per le gesta del 1942/43 e adesso per la sua presenza, un gesto dal valore inestimabile. E nella sua semplicit di nonno con la schie-
na per nulla piegata dal tempo esprime concetti che fanno accapponare la pelle. Non potevo mancare - dice - perch questo un giorno triste per il Livorno e per la maglia amaranto. Poi, con un filo d'imbarazzo quasi come a scusarsi per i suoi 90 anni appena festeggiati di fronte al dramma di un giovane che non spegner mai le 26 candeline, aggiunge: Sapete. Avrei preferito esserci io dentro quel carro funebre in mezzo al campo. Sarebbe stato pi naturale. Quello che successo, invece, senza lo-
Livorno
I FUNERALI
to ancora pi male. Ecco perch mi sono presentato. Non venivo allo stadio da anni, ma oggi credo che esserci sia un dovere. Uno di noi, Moro uno di noi, non si ferma il coro della curva. Lunico minuto concesso al silenzio quello in cui parla il Vescovo Simone Giu-
sti. Tornano gli applausi, ripartano i cori. Quando Ligabue canta Piccola stella senza cielo una signora si appoggia alla balaustra. Il feretro esce dalla gradinata che probabilmente sar dedicata a Morosini. Per un attimo lunghissimo la curva resta immobile. Una bambina si mette a piangere
per tutti e non si vergogna di farsi sentire. Altri riescono a nascondersi dietro agli occhiali. C tempo per guardarsi intorno e accorgersi di aver sentito la curva tremare di calcio, senza un pallone. per te Moro che la Nord tornata a vivere.
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mito vivente
vornesi a tutti gli effetti. E' disarmante nel suo lucido candore, Soldani: Morire con la maglia del Livorno addosso? E' un concetto che solo a pensarci mi commuove. Per quanto mi riguarda, quando sar il mio momento, spero che i tifosi ne mettano una nella bara. Amaranto eterno fascino. Che ti cattura e non ti molla pi. Ti metti la maglia del Livorno e il colore trasuda sulla pelle, attraversa i pori, finisce nelle vene. Si chiama orgoglio, appartenenza: Qui - dice Soldani ho trovato della gente speciale. Unica. E si vede anche oggi. Sono settant'anni che sono arrivato qui da Uliveto. E dai livornesi ho avuto tutto: affetto, stima, riconoscenza. Eto Soldani scruta il terreno di gioco e riflette: Spero che questa morte non sia inutile.
Ho letto sul vostro giornale che in piedi il progetto di un' amichevole con il Pisa. Sarebbe bello. La rivalit bella quando sana e senza eccessi anche se devo dire che ai miei tempi qualche bella scazzottata con i cugini nerazzurri l'ho fatta pure io. Il ragazzo classe '22 saluta. Stringe mani giovani, di tifosi che sanno di lui grazie ai libri di storia amaranto. Poi si commuove quando dal cancello della gradinata spunta il feretro di Piermario Morosini. Perdere a tre minuti dalla fine quello che sarebbe stato l'unico scudetto della storia amaranto, si pu sopportare. Il dolore per la morte di un giovane uomo come il centrocampista bergamasco no. Quello davvero troppo.
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Dal commissario tecnico della nazionale di ciclismo, Paolo Bettini, alle medaglie olimpiche Giulia Quintavalle, Luca Agamennoni e Nicola Vizzoni, da Fabio Galante e Alessandro Diamanti al capitano del Parma Stefano Morrone. Fino al presidente della Provincia Giorgio Kutuf. In sole 48 sono stati oltre mille i firmatari dellappello lanciato dal Tirreno per intitolare a Piermario Morosini la gradinata o un altro settore dello stadio Armando Picchi. Nomi di grandi campioni dello sport, uomini delle istituzioni, e soprattutto tantissimi normali cittadini. Livornesi ma non solo. La richiesta che il nostro giornale, insieme ai club dei tifosi amaranto, ha deciso di far propria (e alla quale il sindaco Alessandro Cosimi ha immediatamente dato la sua disponibilit) ha ricevuto adesioni non solo dalla citt o dalla Toscana, ma da tutta Italia. Da Cosenza a Bolzano, da Benevento a Trieste. Un modo per ricordare per sempre lo sfortunato calciatore del Livorno morto a soli 26 anni. Un gesto semplice, per ricordare una persona - prima di un calciatore - che nei suoi tre mesi trascorsi a Livorno stata capace di farsi amare e che se ne andata indossando la maglietta amaranto. E un gesto che va oltre Livorno e la Toscana, per arrivare a tutti coloro che, da Bergamo a Udine a Vicenza, hanno apprezzato la grande umanit del Moro, si legge nellappello. Per mettere la propria firma sul libro della petizione basta cliccare su www.iltirreno.it, inserire il proprio nome e cognome e dare il consenso al trattamento dei dati personali. Dopo aver dato subito il suo sostegno allidea, ieri lo stesso sindaco Cosimi ha confermato che lintitolazione si far: Quanto fatto da Livorno stato un gesto d'affetto verso un ragazzo che era stato adottato da tutta la citt - ha detto il primo cittadino -. Mi pare corretto che una rappresentanza di tifosi possa partecipare ai funerali di Morosini - ha aggiunto -. I tifosi hanno anche chiesto che il nome di Morosini di-
Il sindaco Cosimi d il via libera. Mi sembra uniniziativa giusta. Lidea raccoglie consensi in tutta Italia. Tra i firmatari gli olimpionici Vizzoni, Quintavalle e Agamennoni
venti quello di un settore dello stadio, ne ho parlato con il presidente Spinelli e mi sembra che sia giusto. Probabilmente decideremo di intitolargli la gradinata. Intanto sul sito del nostro giornale continuano a fioccare commenti, ricordi e semplici abbracci a Piermario Morosini. Mi piace pensare che tu ora sia coccolato tra le braccia di chi se n' andato quando eri poco pi di un ragazzino, mi piace pensare che adesso sono loro a proteggere te come hai fatto tu, mi piace pensare che dove sei ora ti prenderai cura di Mirko che ci ha lasciato solo due giorni prima di te, mi piace pensare che lo coccolerai e gli starai vicino magari giocando un altro calcio tra le nuvole vi voglio bene anche se non vi ho conosciuto grazie di essere stati con noi .firmato una mamma, scrive Rosi Valentino, firmandosi una mamma. Grazie moro per quello che hai fatto per il Livorno e per noi livornesi, abbiamo impa-
rato a conoscerti ma non a lasciarti andare, ecco perch sarai sempre con noi nel tuo mare che tanto ti piaceva. 25 volte grazie moro non ti dimenticheremo mai, il messaggio che gli lascia Gabri Petronici. A me sono bastati 15 minuti alla conferenza stampa della tua presentazione per capire che eri un signore, un ragazzo d'altri tempi. A te sono bastati tre mesi con la maglia amaranto per rimanere per sempre nei nostri cuori. Ciao, Moro, scrive Claudio Marchini. Il dramma di Moro ha toccato tutti. Tifosi, non tifosi, giovani, genitori, nonni. Ho visto solo una volta la scena della tua caduta e non ho pi voluto rivederla mi fa troppo male, ho anch'io un ragazzo della tua et, spero che lass ritroverai i tuoi cari e giocherai nella squadra da Dio (probabilmente volevano un mediano dai piedi buoni), commenta Gino Berti. E Valter Monti chiude cos: Ciao PierMario. Sarei sempre nei nostri cuori... Sei stato purtroppo un ragazzo sfortunato che per ha saputo vivere con il sorriso sulle labbra. Ci hai lasciato mentre facevi ci che hai amato. E hai lottato,forte e fiero come un leone, fino all' ultimo rialzandoti non uno, non due, ma bens 3 volte. Hai lasciato un vuoto sulla terra... ma si s gli angeli sono fatti per volare... Ciao Moro. (g.c.)
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VI
Livorno
Unimmagine che gli sportivi livornesi non dimenticheranno mai: la corsa di Morosini contro la morte, purtroppo finita con la sconfitta. Col giubbino giallo linfermiere Marco Di Francesco
Sei minuti e 24 secondi. Il tempo che intercorre fra la caduta fatale di Piermario Morosini sul prato dello stadio di Pescara e la partenza disperata dellambulanza a sirena spiegata verso il pronto soccorso dellospedale Santo Spirito, dove purtroppo il giocatore nonostante unora e mezzo di tentativi di rianimarlo non ce lha fatta a vincere la partita con la vita. Sei minuti e 24 secondi (secondo il filmato live di Sky) in cui fuori e dentro il campo succede di tutto, dallambulanza bloccata da unauto dei vigili, alla barella sbagliata (una verit emersa soltanto ieri), allintervento frenetico di medici e infermieri nel tentativo di rianimare il numero 25 in arresto cardiaco. I soccorsi. Mentre larbitro non si era ancora accorto del giocatore a terra, dalla panchina del Pescara, l vicino, si fiondava in campo il massaggiatore della squadra abruzzese Claudio DArcangelo, seguito dal medico amaranto Manlio Porcellini e da quello del Pescara Ernesto Sabatini. Contemporaneamente dalla tribuna scendeva gi anche il primario di cardiologia dellospedale, Leonardo Paloscia, abbonato da tanti anni e che si era accorto della gravit della situazione. Un volontario della Misericordia, presente a bordo campo, portava come da procedura ai soccorritori il defibrillatore acceso e pronto per luso. Marco Di Francesco, questo il suo nome, ha raccontato il particolare a Rete8, una tv locale, affermando che sarebbe stato il medico del Livorno a decidere di non utilizzarlo. Eppure sono parole di Di Francesco durante il massaggio cardiaco il ragazzo presentava un polso carotideo e sputava la cannula di Gedel, quindi era ancora vivo.... Parole che cozzano con quelle rilasciate dallo stesso professor Paloscia dopo la morte di Morosini (dichiarata alle 16,44 di sabato): Io dagli spalti non potevo vedere, quando sono sceso in campo il giocatore sta-
Lambulanza in campo: dal momento dellincidente alluscita dallo stadio del mezzo di soccorso sono passati 6 minuti e 24 secondi
va per essere caricato sullambulanza, dove sono salito insieme al collega del 118. Non posso dire se il defibrillatore, utilizzato subito, che cosa avrebbe prodotto. Quello nelle mani di Dio. Lospedale comunque vicino, le strade erano libere e in 3 minuti siamo arrivati. Durante il tragitto io ho telefonato al medico di servizio dicendogli di attivare il defibrillatore, che impiega circa 60 secondi prima di essere funzionante. Al pronto soccorso labbiamo subito defibrillato, provando per unora e mezzo anche con altri mezzi, ma il cuore di quel ragazzo purtroppo non
mai ripartito.Ho un figlio di 22 anni, immaginate il mio stato danimo. La confusione. Morosini si poteva salvare? Questo un dubbio che solo lautopsia potr chiarire. Di certo nei primi soccorsi molto ha pesato la confusione che c su chi responsabile dellassistenza sanitaria allo stadio. Da una parte esiste la convenzione con la Asl sventolata dal presidente del Pescara, Daniele Sebastiani, secondo cui dal 12 gennaio 2012 e per tutto il campionato la Asl stessa si impegna per la fornitura di assistenza sanitaria e di emergenza ai giocatori e agli
spettatori durante le partite di calcio della prima squadra e del settore giovanile. Dallaltro c il personale del 118 che non ne sa nulla, fermo alla convenzione con cui alla Asl affidata solo lassistenza al pubblico attraverso linfermeria, mentre quella in campo a carico dei medici delle squadre. Un altro particolare sul quale linchiesta aperta dalla Procura dovr fare chiarezza . Gli altri nodi. Unambulanza della Croce Rossa inutilizzabile perch nellarea dellingresso Maratona dove c laccesso al campo chiusa a chiave e in quei momenti concitati lauti-
sta non si trova, poi lauto dei vigili urbani con il freno a mano tirato e chiusa a chiave che ne blocca il passaggio. E, quando viene spostata a spinta, in una posizione tale da far passare solo il mezzo del 118 che dalla postazione sotto la tribuna si precipitato sul posto. Intanto per stata prelevata la barella della Croce Rossa, dove Morosini viene caricato. Ma quella barella non entra nellambulanza del 118 e nel caos pi totale, quando lo sfortunato giocatore arriva, viene trasbordato sulla barella giusta e l comincia la disperata rincorsa allospedale. Vana. purtroppo.
Da quando Piermario Morosini inizia a barcollare a quando l'ambulanza con il giocatore a bordo uscita dallo stadio sono passati in totale 6'24. Si evince dall'analisi delle immagini di Sky da cui si possono determinare i tempi del soccorso. Le riprese integrali mostrano il giocatore che comincia a barcollare al 29'41 del primo tempo e l'ambulanza che parte dal terreno di gioco al 36'05. Questi tempi sono scanditi dal timer del tempo di gioco in sovraimpressione sulle immagini. Le riprese sono gi state acquisite alla Procura di Pescara, e fonti interne al palazzo di giustizia hanno giudicato molto interessante il dato temporale intercorso tra il malore e la partenza dell'ambulanza. Morosini barcolla al 29'41 per 7 secondi e dal momento in cui cade per terra a quello in cui arriva il massaggiatore del Pescara passano altri 8 e solo 6 da quando girato pancia al cielo per i primi soccorsi. Al 30'11 i paramedici hanno gi infilato la cannula per la ventilazioni in bocca e si vedono segni di vitalit del giocatore: c' confusione intorno a Morosini. Le immagini scorrono ma non inquadrano sempre il soggetto soffermandosi sui compagni e su scene di disperazione. Al 31'30, quindi dopo 1'49 dal malore si vede un medico effettuare il massaggio cardiaco e per terra vicino al giocatore si intravede una barella. L'ambulanza fa il suo ingresso sul terreno di gioco al 33'23, esattamente 3'42 dopo il malore di Morosini, e dopo 10 secondi inizia il trasporto del giocatore Livorno verso il mezzo di soccorso. Nel frattempo probabilmente l'arbitro ha sospeso la partita e quindi il timing sul video sparisce: ma il computer della regia Sky segna la partenza di Morosini dal terreno di gioco dentro l'ambulanza dopo 2'14 dallo stop. In totale dal malore alla partenza nel mezzo di soccorso sono quindi passati 6 minuti e 24 secondi.
Troppo fresco il dolore per tornare subito in campo. E cos la Lega Calcio, come auspicato da Aldo Spinelli, ha deciso di rimandare la partita Livorno-Cittadella fissata per sabato pomeriggio alle 15. Si giocher marted 24 aprile, alle 18. La squadra infatti domani si recher al completo a Bergamo per il funerale di Morosini, ed facile immaginare con quale stato danimo si metter in viaggio e torner a casa. Per la verit i giocatori si era-
no detti disponibili a scendere subito in campo (ed era stato allestito un programma demergenza, con due giorni di allenamenti a Bergamo), in realt il gruppo in questo momento letteralmente distrutto dal dolore. La richiesta di giocare era pi emotiva che razionale, dettata dalla voglia di fare magari un regalo a Morosine. E questo rende ancora pi onore ai ragazzi del Livorno. Ma obiettivamente sarebbe stato deleterio sotto ogni profilo. Cos la Lega Calcio ha rinviato Livorno-Cittadella a marted
24 aprile, con inizio come detto alle ore 18. Non si poteva giocare alle 20.45 in quanto non consentita la contemporaneit con le partite di Champions. Ieri stata fissata anche la data per il recupero della tragica partita Pescara-Livorno: si giocher marted 15 maggio alle 20.45. Lincontro sar ripreso dal 30 del primo tempo, momento della sospensione, con la squadra amaranto in vantaggio 2-0. Ma su questo incontro aleggiano tante perplessit da parte dei tifosi, non solo livornesi ma anche pescaresi. Anche sui
vari siti molti definisco questo match come una partita farsa, che non dovrebbe mai pi giocarsi. Soluzioni alternative sembrano per impossibili. Tra laltro molti tifosi si stanno organizzando per seguire la squadra in questa trasferta: non tanto per il risultato, quanto per stare vicini ai giocatore e dare un ringraziamento diretto ai supporter del Pescara. Possibile anche (se per una volta le leggi da stadionon porteranno grossi problemi) che le due tifoserie seguano la gara dallo stesso settore ovvero dalla curva del Pescara.
Livorno
VII
aro Moro, non ci siamo mai incontrati e non ti ho nemmeno mai visto giocare allo stadio - colpa mia, negli ultimi tempi mi sono fin troppo distaccato - ma poich sei uno di noi come ieri giustamente e a lungo ha gridato la curva, mi permetto di darti del tu e di parlarti in confidenza. Devi sapere che pochi giorni fa, quando purtroppo ho dovuto commentare sul giornale quello che ti successo a Pescara, qualche nostro lettore concittadino mi ha poi garbatamente obbiettato che era discutibile la mia affermazione che si trattasse di una tragedia simbolica del nostro amato e devastato calcio: simbolica nel male ma un pochino anche nel bene. Invece dopo essere stato al tuo trasporto, come si chiama qui a Livorno, lo confermo e lo ribadisco. C anche del bene. Non fossaltro perch ieri eravamo in migliaia e migliaia, presenti e molto commossi, erano anni che non vedevo la Nord come ai vecchi tempi; ed erano anni che non ci si poteva entrare con naturalezza senza gli infamatissimi tornelli e balzelli, come dovrebbe sempre essere. Non basta: sei riuscito, ieri, a smentire anche uno dei pi antichi proverbi livornesi, quello che recita terzo aprilante quaranta di durante, significa che il tempo che fa il 3 aprile durer quaranta giorni e infatti dal 3 aprile compreso pioveva a ghiaiate: per ieri no, quando sei arrivato allo stadio cera un bel sole primaverile col maestralino, merce rara. Ma a parte questo, la vera questione che molti non hanno ben capito come sia possibile che dopo soli due mesi passati in questa citt tu sia potuto diventare livornese ad honorem, fino al punto che probabilmente - sperabilmente ti verr intitolata la gradinata o la curva: al livello di un nostro antico eroe come Miguel Vitulano o di altri illustri ospiti del pantheon amaranto, a cominciare da Armando Picchi. Invece possibile e nemmeno tanto sorprendente, per chi conosce Livorno, e anche in questo c del bene, per te e per noi. Per te, perch evidentemente ti sei fatto apprezzare: qui come altrove, in questi giorni stato impressionante leggere il coro non rituale di elogi proveniente da tutte le parti, e misurare il dolore e lamarezza. Tutti siamo stati colpiti dalla durezza crudele del fatto, chiaro, anche nelle sue modalit estreme: quel tuo cercare di rialzarti fino alla fine. Ma ha colpito anche la tua vicenda personale extracalcistica, il coraggio e anche la sobriet con cui hai sopportato pesi che molti adulti di chiara fama sop-
Occhi lucidi dietro gli occhiali da sole: il dolore dei tifosi per laddio a Piermario Morosini (Pentafoto)
portano molto peggio, con infinite lamentazioni, o non sopportano affatto. E forse qui a Livorno ha colpito anche la tua immagine simpatica e leggermente guascona, pi adatta a un surfista o pescatore labronico che non a un montanaro padano. Per quanto riguarda invece noialtri, questa dolorosa storia conferma una cosa gi notata e scritta, e cio che quando qualcosa di grosso chiama, Livorno risponde. Era una legge matematica in passato, quando questa era una citt spontanea e semplice - il che non vuol dire sempliciotta - che diceva poche cose
Avevi la faccia da surfista o pescatore labronico, non da montanaro padano Avevi coraggio e sfortuna: in due mesi hai conquistato tutti
chiare. Tipo: se non rosso, bianco (del vino, e non solo). Se non c sugo, fa schifo (del cacciucco, e non solo). Se non nhai voglia, smetti (dei calciatori, e non solo). Se non ti frughi, chtati (questo universale), e via discorrendo. Poi per anche qui sono arrivate la civilt, la maturit, la modernit, la complessit e tante altre cose giustissime che finiscono con la e che ogni tanto si presterebbero bene a una bella rima livornese, ma lasciamo perdere. Il risultato che il vino si annacquato parecchio, nel calcio e non solo; la citt invecchiata, si intorpidita - un po infingarda sempre stata - e gira gira rischia di perdere la parolina forse pi importante fra quelle che finiscono con la famosa : cio lidentit. Tutti i posti e tutte le citt, caro Moro, hanno bisogno di passioni, se non addirittura di missioni: e questa forse pi delle altre, per come nata e cresciuta. Questione di dna, che come si dice a Livorno non torta. Infatti quando lemozione si produce, qui agisce come una scossa elettrica, ce ne siamo accorti per esempio lanno scorso quando passato il giro dItalia a lutto per la morte di un altro sfortunato ragazzo come te, che stato accompa-
Appena un anno fa il lutto al Giro dItalia per un altro ragazzo come te: era meglio se non fosse successo, ma successo e ora sei uno di noi
gnato da migliaia e migliaia di persone per decine di chilometri, dalle colline al lungomare. Ieri, pi o meno, successa la stessa cosa, e quindi nella sventura ti dobbiamo ringraziare anche di questo: di averci emozionato e riportato a una dimensione umana preziosa che in passato era pi propriamente nostra; non sar un volano economico e nemmeno la soluzione di nessun problema, ma senza queste cose difficile campare, e forse anche inutile. Infine, un altro bene - anche se un po amaro - venuto da questo male che in certi momenti le cose si vedono pi
chiare. Si visto per esempio quanti amici ed estimatori ti eri fatto, molto al di l di una carriera spezzata che comunque non certo il valore numero 1 della vita; si visto che perfino il vituperato mondo del pallone in questa occasione ha saputo dire e fare cose buone e giuste. E si visto anche il lato negativo, come per esempio quel balletto cinico e disgustoso fra i presidenti della serie A su come recuperare le partite: ma in fondo un bene anche questo, istruttivo constatare chi ha in mano le redini del carrozzone, qui di certi personaggi si dice che il pi pulito cha la rogna. Bene, ragazzo. Era meglio, molto meglio se succedeva per un altro motivo o magari se non succedeva affatto. Per successo, ora sei uno di noi e mi pareva giusto che tu sapessi qualcosa di questo posto che purtroppo non hai avuto nemmeno il tempo di conoscere, e che forse ti sarebbe piaciuto. Un grande abbraccio da Livorno.
Sono le undici di un mattino che qui nessuno dimenticher. Igor Protti, occhiali da sole a coprire occhi arrossati dal pianto sbuca in Piazzale Montello. Come un tifoso qualunque si dirige verso la cancellata dell'ingresso principale del vecchio Armando Picchi trasformata in altare su cui commemorare Piermario Morosini, e vi annoda la sua sciarpa del Livorno. un uomo sensibile, Protti. Si commuove. E fatica a trattenere le lacrime mentre parla. Racconta della partecipazione al dolore per la perdita del 'Moro' che ha accomunato tante tifoserie. Ne cito due- afferma Re Igor - quella del Pescara e quella del Pisa. Gli sportivi abruzzesi sono stati straordinari. Hanno tenuto un comportamento esemplare. Sono stati vicini alla nostra squadra e alla
nostra citt in modo straordinario. Anche se poi questo tipo di atteggiamento dovrebbe essere la normalit. E i nostri cugini, con i quali la rivalit calcistica molto accesa per motivi di campanile, non hanno mancato di esprimere il loro dolore per questa tragedia che ha toccato nel profondo il calcio italiano, ma pure quello mondiale. Protti ha anche riflettuto sulla sua storia in amaranto, lanciando un messaggio ai tifosi: Se dovesse mai accadere a me, vorrei ricevere un saluto come questo, qui allo stadio; Livorno la mia seconda terra, voi siete la mia gente. Poi ha affidato i suoi pensieri a una lettera scritta di getto, idealmente indirizzata a Morosini: Ciao Moro - scrive - mi permetto di essere confidenziale anche se non ci siamo mai conosciuti. Non volevo scrivere di quello che ti successo
Igor Protti ieri allo stadio col sindaco Alessandro Cosimi (Salvini/Pentafoto)
perch le parole che ci permettono di comunicare, e delle quali ci vantiamo tanto rispetto agli altri esseri viventi, mai come ora risultano inutili e vuote. Ma poi mi sono detto che non potevo non salutarti. Hai perso la vita con la Nostra maglia addosso e rimarrai nei nostri occhi, nelle nostre menti e nel nostro cuore per sempre,anche e soprattutto quando i riflettori si saranno spenti su questa ma-
ledetta storia. Il destino ti ha voluto portare via dalle persone che ti vogliono bene ma vorremmo che i tuoi cari che sono rimasti quaggi con noi, tua sorella, tua zia, la tua fidanzata e i tuoi amici sentissero da oggi la gente di Livorno come parte della loro famiglia e la citt come la loro casa con la speranza che Tu oggi ti sia potuto ricongiungere con i tuoi genitori e tuo fratello. Addio, anzi arrive-
derci. Protti non stato l'unico ex amaranto nella folla commossa del Picchi. Ieri c'era tanto passato. Walter Cardinali, il centrocampista che nel 1991 a Volterra segn il gol vittoria nella prima giornata del campionato di Eccellenza: la prima pietra con cui fu lastricata la strada della rinascita. Poi Enio Bonaldi: livornese doc, con i suoi gol riport il Livorno in C/1 nel 1997 e alle soglie della B l'anno dopo. Un'altra tappa fondamentale della risalita. E si rivisto pure GianMatteo Mareggini, il portiere del ritorno in A dopo 55 anni nel 2004. In tribuna, accolta da applausi sinceri, presente la squadra dell'Empoli al completo (assente Tavano per un malore in mattinata) con il suo staff tecnico. Allo stadio anche Alessandro Ramagli, tecnico del Basket Teramo, livornese doc.
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MORIRE DI CALCIO
Lo striscione esposto dai tifosi del Pescara davanti allospedale Accanto una rosa rossa lasciata allo stadio Picchi da un tifoso e la disperazione di Paulinho dopo il malore
Il calcio si ferma per Piermario Morosini. Pochi minuti dopo l'annuncio della morte del centrocampista del Livorno, la Figc ha disposto la sospensione di tutti i campionati. Una decisione che ha pochi precedenti perch spesso la regola dello show must go on ha sempre avuto la meglio. Solo le due Guerre mondiali hanno fatto completamente fermare lo sport nei Paesi interessati dagli eventi bellici, anche se per esempio la serie A, durante il secondo conflitto, and avanti fino a 1943 inoltrato. Il massimo campionato di serie A, scioperi di calciatori a parte, si poi fermato il 5 febbraio '95, dopo la morte di Vincenzo Spagnolo, il giovane supporter del Genoa che era rimasto ucciso una settimana prima, il 29 gennaio, in uno scontro tra tifosi avversari poco prima che iniziasse l'incontro tra rossobl e Milan. La partita fu poi interrotta alla fine del primo tempo. In quella circostanza, a fermarsi non fu solo il calcio ma tutto lo sport italiano che osserv una domenica di silenzio per riflette-
re sulla violenza negli stadi. Altro stop il 2 aprile del 2005, in occasione della morte di Papa Giovanni Paolo II. Allora il governo proclam tre giorni di lutto nazionale e la Lega Calcio decise di allinearsi, sospendendo i campionati.Prima d'oggi, in ordine di tempo l'ultimo evento a bloccare tutti i campionati fu l'uccisione di Fi-
lippo Raciti: era il 2 febbraio 2007, in occasione di Catania-Palermo i tifosi rossazzurri danno il via a disordini in cui l'ispettore perde la vita. L'allora commissario della Figc, Luca Pancalli, opt per la sospensione dei campionati per una settimana, annullando anche un'amichevole della Nazionale. Lo sport non si ferm inve-
ce per l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001. La sera stessa la Champions League si gioc, poi lUefa fece marcia indietro a causa delle critiche e le gare del giorno dopo furono rinviate. Intanto Damiano Tommasi, presidente dellassociazione calciatori sottolinea che lAic si riunir domani per parlare
di questa tragedia e delle problematiche connesse alla tutela dei giocatori, tema su cui comunque abbiamo gi posto attenzione anche di recente con un convegno. Se nelle categorie professionistiche ci sono certe garanzie, decine di migliaia di ragazzi giocano nelle serie dilettantistiche con pochissimi controlli.
Sono le 16,45 quando il dottor Leonardo Paloscia, primario dellUnit Coronarica del nosocomio abruzzese, annuncia con un filo di voce che purtroppo non c stato niente da fare. I tifosi del Pescara, meravigliosi, e il gruppetto venuto da Livorno, fissano il vuoto. Gli ultr biancazzurri mostrano uno striscione di dieci metri: Piermario, la nord con te. Dalla porta di ferro del pronto soccorso, alla spic-
ciolata, sbucano i giocatori amaranto. E sono fotogrammi che fanno male. Bardi si aggrappa al collo di Corrado Nastasio e lo inonda di lacrime, Mazzoni, col turbante per uno scontro di gioco, una maschera di cera e di rabbia. Luci singhiozza. Non si pu morire per una partita di calcio, le uniche parole che riesce a pronunciare. Chiede una sigaretta, stravolto, fa due tiri poi la restituisce. La lenta processione di giacconi amaranto si dirige verso il pullman per il
pi mesto ritorno a casa. Con un sedile vuoto e tanta voglia di piangere. Armando Madonna, bergamasco come Morosini, ha gli occhi rossi e guarda lasfalto. Mister, per favore, un ricordo. Non ce la faccio, e scuote la testa. Dionisi poco prima di salire a bordo sferra un cazzotto a un cartello stradale, il dottor Porcellini ha il viso gonfio. Era un ragazzo sanissimo, riesce solo a smozzicare quattro parole per questo film arrivato ai titoli di coda troppo presto, a neanche
ventisei anni. Piermario Morosini morto per una fibrillazione ventricolare - mormora il cardiologo pescarese - e la fibrillazione ventricolare incompatibile con la vita. Aldo Spinelli ha vissuto in diretta da Genova i contorni di questo dramma. Un tragico destino, e contro il destino nulla si pu fare. Morosini era in gran forma e un ragazzo splendido, sono veramente addolorato, riesce a dire il presidente amaranto.
Unanomalia imprevedibile
Il medico della Nazionale: i controlli sono accuratissimi ma a volte non basta
di Giulio Corsi
LIVORNO
I PRECEDENTI
1969 GIULIANO TACCOLA 24 anni, Roma
Muore negli spogliatoi al termine di Cagliari-Roma
Enrico Castellacci
Enrico Castellacci, responsabile dello staff medico della nazionale, come si pu spiegare dal punto di vista scientifico una morte come quella di Piermario Morosini? Purtroppo gli arresti cardiaci possono verificarsi anche se gli esami eseguiti con tutti i crismi non hanno evidenziato anomalie. Ultimamente i casi stanno crescendo: colpa di partite ogni tre giorni e di calendari infernali? Assolutamente no. Giocare due volte a settimana non centra niente, casomai pu creare problemi muscolari, ma non arresti cardiaci. Allora qual il motivo di questo incremento della casistica? Prendete il caso Cassano: si tratta di anomalie che non erano state evidenziate da nessun controllo medico. C qualcosa da cambiare nelle visite, allora? Si deve sempre migliorare e si pu migliorare ancora ma una cosa certa: in Italia la sensibilit verso la questione altissima e lattenzione della federazione medico sportiva nel rilasciare i certificati davvero accurata. Con ulteriori approfondimenti si sarebbero trovate le anomalie che hanno portato alla morte del giocatore amaranto? Non posso entrare nel caso specifico, sar lautopsia a dire perch Morosini morto. Esami particolari tuttavia vengono fatti quando c un motivo. E mancato qualunque campanello dallarme, insomma, che portasse ad un approfondimento... In questo momento non possibile dare una spiegazione reale di quanto accaduto a Pescara, per voglio ricordare che in Italia sono saltati trasferimenti dallestero di giocatori che in altri paesi giocavano e che qui invece non hanno ricevuto lidoneit. Lesempio di Nwankwo Kanu fu emblematico: con lAjax giocava, arriv allInter e la visita medica gli riscontr una disfunzione congenita per la quale fu costretto ad operarsi. Significa che nonostante in
Crolla nel cerchio di centrocampo, colto da infarto, in CamerunColombia a Lione. Muore dopo unora
Barcolla, cade a terra privo di conoscenza, le ambulanze arrivano in ritardo, muore la notte in ospedale
Laccuratezza dei controlli lascia ancora pi amaro in bocca. Il senso di impotenza non rischia di creare una sorta di paura diffusa in chi fa sport, ancor di pi in chi fa sport dilettantistico e amatoriale dove non c un monitoraggio quotidiano di staff medici come nel grande calcio di serie A e B? C un senso di angoscia, s. Ma bisogna essere consapevoli che i controlli sono strettissimi da parte della federazione medico sportiva e sapere che davanti ad un arresto cardiaco c un elemento di prevenzione fondamentale: il defibrillatore.
La sua presenza decisiva dove si fa sport e non mi stancher mai di ripetere che deve esserci in ogni palestra e in ogni campo in cui si fa calcio, basket, volley o qualunque altra attivit. La morte di Morosini fa clamore perch un professionista, perch accaduta sul campo, ma questi casi succedono anche a livello dilettantistico e amatoriale. E si possono combattere con la prevenzione. Conosceva Piermario Morosini? No, ma lo sconforto per la morte di un ragazzo di 26 anni allucinante, sia che muoia giocando a calcio che in qualunque altro modo.
sono state invece parecchie, troppe, a giro per lItalia e per altri cosiddetti Paesi civili e calcisticamente evoluti, dallInghilterra alla Spagna, al Brasile. A riprova, a mio parere, di due cose egualmente importanti, da non dimenticare. Primo. Il rutilante mondo del pallone non un Truman Show impermeabile alle cose brutte della vita. E tutto quello che sta intorno al pallone, per evidenti ragioni di business, che alimenta da anni questa immagine di astrazione stupida e di criminale deresponsabilizzazione, ma le cose non stanno cos: nel Truman Show c chi fatica, soffre, subisce gravi lesioni materiali o immateriali, e in casi non cos rari muore. Magari a 25 anni con la bocca sul prato e la pau-
ra negli occhi, dopo aver lottato a lungo per emergere fronteggiando anche drammi personali, come era il caso di questo sventurato ragazzo. Secondo. Chi contribuisce ogni giorno - a cominciare dal-
la tv - a creare il Truman Show e disumanizzare questo mondo dovrebbe riflettere bene, perch forse le due cose non sono cos diverse e staccate come sembra. Se lo show deve comunque andare avanti, e in modi e tempi sempre pi folli, queste cose vanno messe nel conto, cari signori. Se si esasperano i toni e la realt diventa accessoria rispetto alla fiction e al business, certe tragedie avverranno con maggior frequenza e saranno state facilitate se non addirittura istigate. Mi ricordo quarantanni fa tante morti accidentali di giocatori anche scudettati che in realt venivano drogati come cavalli; mi ricordo lo scandalo di quando un giocatore della maggiore squadra italia-
na e della Nazionale fu trovato con la tbc e nessuno se nera accorto finch non si appoggi boccheggiante a una porta e fin allospedale. Cosa si dovrebbe dire oggi, allora, di giocatori costretti a fare il doppio o il triplo di partite, negli orari pi incredibili e con addosso una pressione economica - la pi grossa, la pi difficile da fronteggiare - mediatica e culturale (o sottoculturale) che da una parte li premia scandalosamente e dallaltra li devasta e li schiaccia? Cosa si dovrebbe dire di un ragazzo come questo che cresciuto nel vivaio pi famoso dItalia, che ha girato fior di squadre da Udine a Reggio Calabria senza che nessuno gli diagnosticasse qualcosa, o che almeno avanzasse un piccolo dubbio?
Dovremmo parlare di fatalit? No, signori, manco per idea. Diciamo invece che finora il carrozzone era comunque sempre andato avanti, incurante di tutto: un minutino di raccoglimento e via, the show must go on. Per questo ieri ho personalmente apprezzato la decisione della Figc di fermare il carrozzone, sia pure dopo qualche tentennamento. Forse questo stop non servir a migliorare i controlli medici, a sveltire le ambulanze e tanto meno a tornare a una dimensione pi umana di un gioco che da tempo non pi un gioco. Ma di sicuro un segnale che c qualcosa di grosso che non va, ed era lora che questo segnale arrivasse. Federico Buti
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Livorno
giunge Cosimi a tarda sera: il segno daffetto minimo che la citt possa dimostrare nei confronti di questo ragazzo. Di sicuro incredibile morire a 25 anni nel corso di una partita di calcio dove giocano atleti supercontrollati e con un percorso quotidianamente verificato dalle strutture sanitarie e sportive. La prova generale di quello che potrebbe avvenire il giorno del funerale si vedr questa mattina quando i tifosi si ritroveranno davanti al Picchi per iniziare la veglia. In ogni caso la decisione definitiva sul luogo della funzione sar presa soltanto domani pomeriggio quando si sar conclusa lautopsia che dovr accertare le cause della morte. Te ne sei andato con la nostra maglia addosso. Ti porteremo nel cuore. Eccolo il dolore di una citt, sta dentro la frase di un tifoso. Perch in quattro mesi, da tanto poco era iniziata lavventura in amaranto di Morosini, Livorno non aveva ancora scoperto il suo quinto Moro. Ieri quando lha capito Piermario ci aveva gi lasciato.
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I
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La faccia quella di un guerriero che ha conquistato una battaglia e ha fame di vincere la guerra: i capelli tirati indietro e la bocca aperta allungano lovale, un urlo di gioia sta per esplodere dentro due occhi fissi, scuri, vivi, che guardano in direzione della curva nord; le sopracciglia si increspano, il naso si fa pi inclinato nel momento in cui le mani abbracciano il compagno che ha appena segnato il gol della vittoria. passato poco pi di un mese, era il 10 marzo, e Piermario Morosini esultava dentro allo stadio Armando Picchi: ha 25 anni e ha appena battuto lAlbinoleffe, laltra faccia della sua citt natale, Bergamo. felice e su di lui batte il sole. in questo fermo immagine, troppo recente per pensare che sia gi storia, che la citt ricorda il Moro come lo chiamano i tifosi in uno striscione appeso allingresso dello stadio. Ragazzo serio Piermario, centrocampista che giocava anche contro la sfortuna da quando era un pulcino. morto in diretta tv davanti alla giostra del calcio che avrebbe voluto spingere il suo cuore per farlo battere ancora mentre i suoi occhi correvano gi altrove. Adesso dentro allultimo stadio che lo ha visto esultare, che potrebbe essere allestita la camera ardente per salutare il numero 25. Un funerale di massa per un dolore da condividere che scacci i fantasmi di chi pensa che questi ragazzoni con la tartaruga al posto degli addominali siano immortali. Ieri dopo la tragedia allAdriatico, il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi e il presidente amaranto Aldo Spinelli si sono sentiti pi volte al telefono. Se sta bene anche ai parenti e alla fidanzata il tono con il quale si sono lasciati allora apriamo lo stadio. Ag-
Piermario Morosini esulta assieme ai compagni Siligardi e Paulinho dopo il successo in casa contro lAlbinoleffe del 10 marzo scorso
difficilmente accettabile, lo ancora di pi quando colpisce un giovane nel pieno della sua vitalit, con tanta strada sportiva e umana davanti. Sono umanamente vicino ai familiari, alla societ, ai compagni e ai tifosi che, come me, ricorderanno sempre questo generoso atleta.
Monsignor Razzauti
a cercare di non sciuparla. A chi a capo dello sport e delle societ rivolgo l'invito a intensificare i controlli e a non usare mai metodi che vanno contro la natura.
Sel
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II
Livorno
Accanto, Morosini esulta con Dionisi dopo il gol di ieri a Pescara. Nella foto grande il dolore degli amaranto allospedale. A sinistra le lacrime di Schiattarella
Mani sulla testa, lacrime di rabbia, smorfie di dolore. Quando il filo sottile di una vita ti si spezza accanto ognuno torna se stesso, non esistono filtri. E allora reagisci come vuoi, sei libero. Anche se non puoi farci niente. Capisci che un tuo compagno arrivato al traguardo e non ti resta che piangere. Anche se forse speri in un miracolo, ti illudi che quel corpo inerme e con gli occhi spalancati che il tuo medico sociale rivolta a pancia in su come un manichino per cominciare il massaggio cardiaco possa ancora fare un gol al novantesimo e vincere la sua maledetta partita. Non cos. Purtroppo. Piermario Morosini sta morendo, anzi gi morto quando Simone Salviato, il difensore amaranto che presidia quella fascia, lo vede cadere per tre volte e tentare vanamente di rimettersi in piedi. Alzati, alzati, gli grida invano. Anche Pasquale Schiattarella ha vissuto quella scena da vicino e intuisce subito che non un semplice infortunio. Le gambe del numero 25 non rispondono e lui crolla sullerba, burattino senza fili tradito da un destino terribile. Salviato corre dallarbitro e insieme a capitan Luci lo implora: Ferma il gioco. Luomo col fischietto si volta, vede quel corpo immobile a faccia in gi e fischia, ma il dottor Manlio Porcellini e il massaggiatore del Pescara
Il dolore di Spinelli: un tragico destino, e contro il destino non si pu combattere Morosini era un ragazzo splendido, per me questo un dolore tremendo
16,45 quando il dottor Leonardo Paloscia, primario dellUnit Coronarica del nosocomio abruzzese, annuncia con un filo di voce che purtroppo non c stato niente da fare. I tifosi del Pescara, meravigliosi, e il gruppetto venuto da Livorno, capeggiato da Corrado Nastasio, fissano il vuoto. Gli ultr biancazzurri mostrano uno striscione di dieci metri: Piermario, la nord con te. Piove, ma nessuno se ne accorge. Quando la tragica notizia si diffonde quel lenzuolo di speranza sparisce in un attimo, inghiottito dal grigio piombo di questo sabato dannato. Dalla porta di ferro del pronto soccorso, alla spicciolata, sbucano i giocatori amaranto. E sono fotogrammi che fanno male, davvero. Anche a chi ha i capelli bianchi. Bardi si aggrappa al collo di Nastasio e lo inonda di lacrime, Luci singhiozza. Mazzoni, col turbante per uno scontro di gioco, una maschera di cera e di rabbia. Non si pu morire per una partita di calcio, le uniche parole che Andrea Luci
nel frattempo erano gi in campo. Scattano i soccorsi, ma i giocatori e lintero stadio hanno gi intuito tutto. Sette minuti, ne passano sette prima che lambulanza possa partire verso lospedale Santo Spirito. E sembrano eterni, 4200 secondi infiniti. Paulinho si copre il viso con le mani, piegato in due, Dionisi seduto sullerba piange, gli altri si fiondano negli spogliatoi stravolti, in lacrime. Il direttore generale Giovanni Gardini, a un passo dalla macchina che porter Moro verso lultima disperata rincorsa, si copre il viso con una mano, prende il cellulare e comincia a singhiozzare. E limmagine della tragedia, il riassunto di un dramma, la fine di tutto. Il tempo di fare una doccia, di riannodare i fili delle emozioni, poi il pullman amaranto lascia lo stadio per correre al pronto soccorso. Due chilometri, poco pi, verso lospedale Santo Spirito. Vissuti in apnea, col cuore in gola, per sentirsi dire che la maglia numero 25 ha perso il suo padrone. Sono le
riesce a pronunciare. Chiede una sigaretta, stravolto, fa due tiri poi la restituisce. La lenta processione di giacconi amaranto si dirige verso il pullman per il pi mesto ritorno a casa. Con un sedile vuoto e tanta voglia di piangere. Armando Madonna, bergamasco come Morosini, ha gli occhi rossi e guarda lasfalto. Mister, per favore, un ricordo. Non ce la faccio, e scuote la testa. Dionisi poco prima di salire a bordo sferra un cazzotto a un cartello stradale, il dottor Porcellini ha il viso gonfio. Era un ragazzo sanissimo, riesce solo a smozzicare quattro parole
per questo film arrivato ai titoli di coda troppo presto, a neanche ventisei anni. Piermario Morosini morto per una fibrillazione ventricolare - mormora il cardiologo pescarese - e la fibrillazione ventricolare incompatibile con la vita. Aldo Spinelli ha vissuto in diretta da Genova i contorni di questo dramma. Un tragico destino, e contro il destino nulla si pu fare. Morosini era in gran forma e un ragazzo splendido, sono veramente addolorato, riesce a dire il presidente amaranto. Un tifoso del Pescara si avvicina a uno del club Il Porto e gli regala una sciarpa. Que-
sta per lui, e con gli occhi indica l dentro, verso lospedale. Dove quel ragazzo bergamasco che a quindici anni aveva perso la mamma Camilla, poi il padre Aldo e anche un fratello, ha finito di sorridere. Piermario era dolcissimo, sempre disponibile, educato, intelligente - ricorda Mino Favini, responsabile del settore giovanile dellAtalanta - oltre che un buon giocatore. Lo ricordo con un velo di tristezza negli occhi, tutte quelle disgrazie in famiglia lo avevano segnato, ma era sempre riuscito a rialzarsi. Fino allultimo sgambetto. Il pi crudele. La salma stata trasferita nellobitorio dellospedale civile Santo Spirito di Pescara ed ora a disposizione dellautorit giudiziaria. Il pm incaricato, Valentina DAgostino, seguir la disposizione dellautopsia. Tra i tanti ricordi dei calciatori e dei dirigenti presenti allo stadio Adriatico c anche quello di Vincenzo Marinelli, ex presidente del Pescara, dirigente dellItalia Under 21 da molto tempo: Non si pu morire cos a 25 anni - ha detto Marinelli in lacrime - Piermario stato con noi nellUnder 21 e posso dire che stato un ragazzo unico. Ha avuto tante perdite nella sua vita e ha saputo sempre reagire. Era un esempio di vita, non giusto. Poco fa mi hanno telefonato sia Zola che Casiraghi, entrambi piangevano, una vera tragedia.
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Livorno
III
Hai lottato fino alla fine. Ciao grande Moro'. E' un sabato di lacrime di pioggia su Livorno e sullo stadio Armando Picchi. Ma lo striscione affisso all'ingresso principale del vecchio 'Ardenza' rimane asciutto. Il dolore dei tifosi del Livorno composto. Il tempo inclemente. Molti sono rimasti a casa. A cercare di rintuzzare le fitte dolorose inferte da quelle immagini che fanno male come coltellate. Il dramma di Morosini anche una tragedia televisiva. Tanti livornesi infatti erano incollati ai teleschermi per seguire la loro squadra impegnata nella difficile trasferta di Pescara. 2-0 per i ragazzi di Madonna dopo un quarto d'ora. Roba da stropicciarsi gli occhi. Poi l'incubo,. Il buco nero che ingoia Morosini e svilisce di qualsiasi senso tutto il resto. Piove allo stadio e sono poche decine i tifosi al calar della sera. La loro una sorta di veglia funebre. Rendono omaggio a uno di noi che morto con la nostra maglia sulla pelle. Se la morte schiaccia, quel concetto commuove. C' una rosa rossa apposta sulla cancellata nera dello stadio. C' del nastro da pacchi marrone per fissarla bene. Piermario Morosini per sempre con me. E una firma. C' una lenta processione di automobili. Si soffermano un attimo. Non sfidano la pioggia d'aprile che adesso fredda. Rallentano. Gettano uno sguardo allo striscione. Poi se ne vanno. Un ragazzo piange. Non si d pace. Non riesce a parlare. Morosini morto. Non possibile. 25 anni sono pochissimi per andare via. Domenica lo stadio deve essere pieno" commenta un altro sportivo "perch la squadra va sostenuta. Dobbiamo stare uniti. E una mano ignota ha posto una rosa sul portone principale del Picchi sormontata dal numero 25, quel-
Il cordoglio della societ: da quando era con noi ha dimostrato enormi doti di atleta e di uomo. Messaggi da Empoli, Fiorentina, Inter, Milan e tanti altri club
lo che Piermario portava sulle spalle. Questa mattina alle dieci, intanto, previsto un raduno davanti allo stadio di un nutrito gruppo di tifosi amaranto della curva nord. Si tratter probabilmente di un omaggio alla memoria dello sfortunato centrocampista e di un forte messaggio di vicinanza alla squadra e alla societ amaranto in un momento di grandissimo dolore. In tarda serata arrivato anche il comunicato ufficiale del Livorno calcio. Ciao Piermario. Il Presiden-
te Aldo Spinelli, i giocatori, lo staff tecnico e tutta la Societ Associazione Sportiva Livorno Calcio - si legge sul sito ufficiale della societ - esprimono il loro pi grande dolore per la tragica e prematura scomparsa del giocatore amaranto Piermario Morosini avvenuta oggi. Da quando ha vestito la casacca del Livorno, Piermario si sempre fatto apprezzare per le sue doti di atleta e di uomo eccezionale. Tutta la Societ A.S. Livorno Calcio esprime le pi sentite condoglianze ai familiari di Piermario. Al Livorno sono arrivati messaggi di cordoglio da tutto il calcio italiano, anche dallEmpoli e dalla Fiorentina che, si legge in una nota, porge le pi sentite condoglianze, partecipa allo straziante dolore dei familiari di Piermario scomparso a soli 25 anni e si unisce con commozione al lutto di tutto il movimento calcistico italiano.
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Lo choc del mondo del calcio e della citt corre sul web: su Facebook, su Twittter e sui siti di informazione. Ieri a decine hanno voluto salutare Piermario Morosini lasciando un post, un ricordo, sul sito Internet del Tirreno (www.iltirreno. it: in molti, oltre a salutare per lultima volta il calciatore, hanno chiesto, anche con toni accesi, pi controlli e garanzie per gli atleti. Polemiche anche sui ritardi nei soccorsi. Di seguito alcuni commenti lasciati sul sito. Greta Guzzi: ma che cavolo vi danno per farvi morire uno dietro l'altro? Deborah Morelli: povero tesoro vita ingiusta, decisione ottimale di fermare tutti campionati in segno di lutto e rispetto per questo eroico, valoroso e sfortunatissimo ragazzo. Diego Ogeid: importantissimo l'uso del defibrillatore in campo, tutte le societ sportive devono possederne almeno uno!!!! E tutto lo staff tecnico di ogni societ deve saperlo usare ed eseguire correttamente le procedure di rianimazione. Carlo Andrea: basta bombe e partite a ritmi folli ogni tre giorni non possibile che non ci sia dietro niente, ogni mese si moltiplicano i casi, fermiamo lo sport e riportiamolo ad essere un divertimento. Peter Patti: addio Moro. Un altro arresto cardiaco su un campo di calcio... Che si faccia chiarezza! Popolo Rossoblu: il Genoa club Popolo Rossobl manda un forte abbraccio alla famiglia, al Livorno calcio, ai tifosi/e livornesi, che le stelle ti guidino con mamma, pap e fratellino verso la Luce di Dio. (Paolo e Corrado). Lorenzo Lorenzi: talentuoso ma discontinuo, dicevano di lui... Dicevano. Brutto da oggi parlare al passato! Osanna Lari: ma non possibile c' troppo stress nel calcio e forse pochi controlli medici adeguati. Francesco De Cicco:non so cosa dire, certo che loro professionisti sono pi seguiti, ma siamo umani e il corpo, soprattutto il cuore non facile tenerlo sotto controllo. Linfarto a questa et non ti lascia scampo, stato pi fortunato Cassano che ha avuto un preavviso, senn era un altro caso. Gaetano Incardona: si deve approfondire le visite mediche, non possiamo vedere giovani finire in questa maniera, morire su un campo di calcio o in altri campi. Un saluto a Piermario che RIP ciao. Luca e Patrizia: non ci sono parole per questo dramma, ci stringiamo con immenso dolore alla famiglia, gli amici, il Livorno Calcio e tutti i tifosi. Marcella Gianni: non ci sono parole se non un grande dolore per un giovane che ci ha lasciato inseguendo i suoi sogni... ma come si pu? Danilo Marianelli: Sono rimasto esterrefatto da questa ennesima tragedia. Ci si chiede se sia possibile che giocatori professionisti sottoposti a un infinit di controlli medici possano cadere cos. Ad ogni modo non essendo un dottore non voglio dare giudizi.
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Una rosa posta dai tifosi allingresso dello stadio in ricordo di Morosini
Lo striscione della curva nord appeso ieri pomeriggio al cancello principale dello stadio Picchi
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BENIGNI IN TV Battute in serie su Bossi e Lega, quasi dimenticato il film con Woody
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i partiti tremano
TALEBANI SCATENATI
LADDIO DELLA FIDANZATA Mario adorava giocare sotto la pioggia, mi diceva che la palla ha bisogno di un trattamento diverso. Ieri stato cos. Sono sicura che fosse felice: il calcio e quel pallone davano una senso alla sua vita. Oggi questo sole, questo vento caldo accarezzano il mio viso e quello di tutti i suoi amici cari e familiari. Ringrazio tutti per la vicinanza Anna
utte le volte che assistiamo a una morte improvvisa, a una morte inspiegabile, la commozione forte. Ed una commozione che, molto spesso, lascia spazio a ben precise domande: a tutti quei "perch"chesorgono difronte a una perdita irrimediabile. Nel caso di Piermario Morosini, il calciatore del Livorno morto sabato a Pescara, questa commozione, queste domande sono per,sepossibile, ancorapi forti. La morte infatti, in questo caso, viene a colpire una persona giovane, un atleta, un ragazzo che, non solo nell'immaginario collettivo, ha un fisico perfetto ed sottoposto a rigorosi controlli. Prima della gara non c'era stato nessun segnale, nessun sintomo. Ma Morosini s' accasciato durante la partita. caduto tre volte, ha cercato di rialzarsi,nonce l'hafatta.
s CONTINUA APAGINA 5
a tragedia di Piermario Morosini per me un nuovo choc. Sono sconvolto per questa morte assurda e ingiusta. Vedere un giovane di 26 anni accasciarsi sul tappeto verde, riprovare a rialzarsi e poi ricadere supino, con gli occhi sbarrati, una scena che non mi sar facile dimenticare. Unimmagine che mi accompagner. Perch anche il mio cuore si ferm in campo. Molte cose furono diverse, dallinizio allepilogo, quella domenica di novembre del 1981; ma il dramma fu simile, tra i pianti dei compagni e degli avversari, tra i soccorsi e la paura.
s CONTINUA A PAGINA 5
TURISMO
I NOSTRI SOLDI
ALLE PAGINE 32 e 33
Msc, il gigante delle crociere, sceglie Livorno come porto di partenza per le crociere nel Mediterraneo a bordo della propria vice-ammiraglia Msc Orchestra: dopo lanteprima della vigilia di Pasqua, ieri c stato il debutto ufficiale con il maiden call: Msc conta di raddoppiare i propri crocieristi a Livorno.
s IN CRONACA
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