4
7
v
2
; inoltre, a =
9
7
e b =
4
7
soddisfano la richiesta del problema (e sono
gli unici numeri reali con questa propriet`a).
2. Stabilire se i vettori v =
_
_
2
3
1
_
_
e w =
_
_
2
3
2
_
_
sono combinazioni lineari di
v
1
=
_
_
1
0
1
_
_
, v
2
=
_
_
2
1
2
_
_
, v
3
=
_
_
1
3
1
_
_
. Se lo sono, determinare esplicitamente i
coecienti di tali combinazioni lineari.
Soluzione. Lo schema di risoluzione `e analogo a quello del problema precedente.
Per stabilire se v `e combinazione lineare di v
1
, v
2
, v
3
, dobbiamo studiare la risolu-
bilit`a del sistema di equazioni
_
_
_
x + 2y z = 2
y + 3z = 3
x + 2y z = 1
,
nella terna di incognite reali (x, y, z). Confrontando la prima e la terza equazione del
sistema si vede subito che il sistema non ha soluzioni, quindi v non `e combinazione
lineare di v
1
, v
2
e v
3
.
Nel caso di w dobbiamo considerare il sistema
_
_
_
x + 2y z = 2
y + 3z = 3
x + 2y z = 2
,
che chiaramente `e equivalente a
_
x + 2y z = 2
y + 3z = 3
.
Questo `e un sistema risolubile e con innite soluzioni. Infatti, dalla seconda equazio-
ne ottengo y = 3z + 3 e, sostituendo nella prima,
_
x = 7z 4
y = 3z + 3
.
Questo vuol dire che qualunque valore reale, diciamo c, io attribuisca a z, la terna
(7c 4, 3c + 3, c) `e una soluzione del sistema. Quindi, poiche esistono soluzioni,
w `e combinazione lineare di v
1
, v
2
, v
3
; inoltre, esistono innite terne di coecien-
ti (a, b, c) tali che w = av
1
+ bv
2
+ cv
3
; inne, linsieme di tutte queste terne `e
5
{(7c 4, 3c + 3, c) | c R}. Per ottenere una terna particolare basta attribuire
un valore a c, ad esempio per c = 0 ottengo w = 4v
1
+ 3v
2
.
2. Sottospazi vettoriali
Denizione. Un sottospazio vettoriale di V `e un sottoinsieme non vuoto di V
chiuso rispetto alle operazioni di V .
Quindi dire che U `e un sottospazio vettoriale di V vuol dire:
(1) che U `e un sottoinsieme di V che contiene almeno un vettore;
(2) che se il vettore u appartiene a U, anche tutti i vettori di tipo u (con R)
appartengono a U;
(3) che se i vettori u e u
appartiene a U.
Osservazioni.
1. Poiche 0v = 0 per ogni vettore v, dalle condizioni (1) e (2) della denizione
segue che un sottospazio vettoriale contiene sempre il vettore 0.
2. Le condizioni (2) e (3) si riasumono in: le combinazioni lineari di vettori di U
appartengono ancora ad U.
3. Un sottospazio vettoriale di V `e a sua volta uno spazio vettoriale reale.
Esempi.
1. Il sottospazio nullo (o banale). Il sottoinsieme {0} `e un sottospazio vettoriale di
V . Infatti: (1) contiene 0, quindi non `e vuoto; (2) tutti i vettori di tipo 0 ( R)
sono uguali a 0 e quindi stanno in {0}; (3) se u e u
= 0
e quindi u +u
= 0 + 0 = 0 {0}.
2. Il sottospazio improprio. [Dimostrare.] V stesso `e un sottospazio vettoriale di
se stesso.
3. [Dimostrare.] Se ssiamo un sistema di riferimento nello spazio e identichiamo i
punti dello spazio con gli elementi di R
3
, tramite le coordinate, allora: tutte le rette
passanti per lorigine e tutti i piani passanti per lorigine sono sottospazi vettoriali
di R
3
.
N.B. Nel caso V = R
3
, i sottospazi descritti negli esempi 1, 2 e 3 precedenti sono
tutti i sottospazi vettoriali di V . [Provate a dimostrare anche questo.]
6
3. Sottospazio vettoriale generato da un insieme di vettori
Fissiamo un insieme non vuoto di vettori S V .
Denizione. Il sottospazio vettoriale generato da S, che denoteremo con Span S,
`e il minimo sottospazio vettoriale di V che contiene S.
Spiegazione della denizione: minimo vuol dire: ogni altro sottospazio vet-
toriale che contiene S contiene anche Span S.
Teorema. Span S coincide con linsieme di tutte le combinazioni lineari di vettori
di S.
Schema di dimostrazione. [Capire e provare a completare.] Dobbiamo di-
mostrare due cose:
1. che linsieme di tutte le combinazioni lineari di vettori di S `e un sottospazio
vettoriale che contiene S.
2. che `e minimo nel senso spiegato sopra.
Per il punto 1 dobbiamo far vedere: (a) che sommando due combinazioni lineari
di elementi di S si ottiene ancora una combinazione lineare di elementi di S (facile!);
(b) che moltiplicando per uno scalare una combinazione lineare di elementi di S si
ottiene ancora una combinazione lineare di elementi di S (facile!).
Per il punto 2 basta usare lOsservazione 2 della sezione 2. Da questa segue
direttamente che se un sottospazio vettoriale di V contiene S, allora contiene anche
Span S.
Esempi.
1. Span {0} = {0}, perche {0} `e gi`a un sottospazio vettoriale.
2. [Dimostrare.] Fissiamo v V , v = 0. Allora Span {v} `e linsieme di tutti i
multipli scalari di v. In R
2
e in R
3
, con lusuale rappresentazione geometrica, si
ottiene che Span {v} `e la retta passante per lorigine su cui giace il vettore v.
3. [Dimostrare.] Fissiamo u, v R
3
. Se u e v non sono proporzionali, allora
otteniamo che la rappresentazione geometrica di Span {u, v} `e il piano passante
per lorigine che contiene i vettori u e v. [Problemi sullesempio 3: a) Cosa
succede se u e v sono proporzionali? b) Cosa pu`o essere Span {u, v, w}, nella
rappresentazione geometrica, se u, v, w sono tre vettori arbitrari in R
3
? c) Se u
e v sono due vettori non proporzionali di R
2
, cosa `e Span {u, v}?]
7
4. Insiemi di generatori di uno spazio vettoriale
Denizione 1. Un insieme di generatori di V `e un insieme di vettori S, incluso
in V , tale che ogni vettore di V sia combinazione lineare di vettori di S.
Denizione 2. V si dice nitamente generato se ha un insieme di generatori
nito.
Osservazioni.
1. Dire che S `e un insieme di generatori di V equivale a dire che V = Span S.
[Spiegate perche.]
2. Se S `e un insieme di generatori di V , allora ogni sottoinsieme S
di V che
contiene S `e ancora un insieme di generatori di V . (I generatori che non compaiono
esplicitamente in combinazione lineare hanno coeciente nullo).
Esempi.
1.
__
1
0
_
,
_
0
1
__
`e un insieme di generatori di R
2
, perche per ogni vettore
_
a
b
_
R
2
si ha
_
a
b
_
= a
_
1
0
_
+b
_
0
1
_
.
2. Lesempio precedente si generalizza a R
n
, n 1: per i = 1, . . . , n chiamiamo
e
i
il vettore di R
n
con tutte le componenti nulle tranne la i- esima, che invece `e
1. Allora {e
1
, . . . , e
n
} `e un insieme di generatori di R
n
. Infatti per ogni vettore
_
_
_
_
a
1
a
2
.
.
.
a
n
_
_
_
_
R
n
si ha che
_
_
_
_
_
_
a
1
a
2
.
.
.
.
.
.
a
n
_
_
_
_
_
_
= a
1
_
_
_
_
_
_
1
0
0
.
.
.
0
_
_
_
_
_
_
+a
2
_
_
_
_
_
_
0
1
0
.
.
.
0
_
_
_
_
_
_
+ +a
n
_
_
_
_
_
_
0
0
.
.
.
0
1
_
_
_
_
_
_
= a
1
e
1
+a
2
e
2
+ +a
n
e
n
3. Lesempio precedente dimostra che R
n
`e nitamente generato, per ogni n 1.
Problemi. [Cfr. con i problemi della Sezione 1.]
1. Dimostrare che
__
2
4
_
,
_
1
5
__
`e un insieme di generatori di R
2
.
8
Soluzione. Dobbiamo dimostrare che ogni vettore di R
2
`e una combinazione lineare
dei due vettori dati, cio`e che dato un arbitrario
_
a
b
_
R
2
, possiamo trovare
x, y R tali che x
_
2
4
_
+ y
_
1
5
_
=
_
a
b
_
. Questo equivale a dire che il sistema
nella coppia di incognite reali (x, y)
_
2x +y = a
4x + 5y = b
`e risolubile qualunque siano i termini noti a e b. Chi ricorda la regola di Cramer
dir`a subito che questo `e vero, e in pi` u il sistema ha soluzione unica, perche 2541 =
0. Allo stesso risultato si arriva anche provando direttamente a risolvere il sistema:
si trova che qualunque siano a e b il sistema ha soluzione, unica, x =
5ab
6
, y =
b2a
3
.
[In generale vale il fatto seguente: due vettori non proporzionali in R
2
costituiscono
sempre un insieme di generatori di R
2
. Sapete trovare una spiegazione geometrica
di questo?]
2. Consideriamo il sottospazio vettoriale V di R
3
,
V = Span {v
1
, v
2
, v
3
}, dove v
1
=
_
_
1
0
1
_
_
, v
2
=
_
_
2
1
2
_
_
, v
3
=
_
_
1
3
1
_
_
.
Dimostrare che {v
1
, v
2
} `e un insieme di generatori di V .
Soluzione. Dobbiamo dimostrare che tutti gli elementi di V sono combinazioni
lineari di v
1
e v
2
. Per prima cosa, visto che v
3
appartiene a V , v
3
stesso deve essere
combinazione lineare di v
1
e v
2
. Con un calcolo diretto, analogo ai calcoli visti nella
Sezione 1, troviamo infatti che
v
3
= 7v
1
+ 3v
2
()
[fate il conto]. Ora, per denizione, V `e generato da {v
1
, v
2
, v
3
} e quindi tutti
i suoi elementi sono combinazioni lineari di v
1
, v
2
, v
3
. Ma se sostituiamo a v
3
la
sua espressione come combinazione lineare di v
1
e v
2
data dalla (), riusciamo a
trasformare ogni combinazione lineare di v
1
, v
2
, v
3
in una combinazione lineare dei
soli v
1
e v
2
, che `e quello che vogliamo.
5. Insiemi di vettori linearmente indipendenti
9
Fissiamo un insieme di vettori {v
1
, . . . , v
k
} (k intero positivo) nello spazio vet-
toriale reale V .
Denizione. Linsieme {v
1
, . . . , v
k
} si dice linearmente dipendente se esistono
degli scalari a
1
, . . . , a
n
non tutti nulli tali che
a
1
v
1
+ +a
k
v
k
= 0. ()
Una relazione del tipo (), con a
1
, . . . , a
n
scalari non tutti nulli, si chiama relazione
di dipendenza lineare tra i vettori v
1
, . . . , v
k
.
Linsieme {v
1
, . . . , v
k
} si dice linearmente indipendente se non `e linearmente dipen-
dente.
Nota. Spesso diremo in modo meno formale che i vettori v
1
, . . . , v
k
sono linear-
mente dipendenti o indipendenti (invece di linsieme di vettori . . . ).
Osservazione ovvia.
`
E chiaro che se prendiamo la combinazione lineare con tutti
gli a
i
nulli otteniamo
a
1
v
1
+ +a
k
v
k
= 0 v
1
+ + 0 v
k
= 0 + + 0 = 0;
quindi dire che i vettori v
1
, . . . , v
k
sono linearmente indipendenti equivale a dire che
questo `e lunico modo di scegliere i coecienti per ottenere 0.
Esempi.
1. V = R
2
. Linsieme
__
1
0
_
,
_
1
1
__
`e linearmente indipendente perche se voglio
ottenere 0 come combinazione lineare di essi, devo necessariamente prendere en-
trambi i coecienti nulli:
a
_
1
0
_
+b
_
1
1
_
=
_
0
0
_
_
a +b
b
_
=
_
0
0
_
_
a +b = 0
b = 0
b = a = 0.
2. V = R
2
. Linsieme
__
1
2
_
,
_
2
4
__
`e linearmente dipendente: se voglio ottenere
0 come combinazione lineare di essi, posso scegliere i coecienti in inniti modi,
per esempio
2
_
1
2
_
_
2
4
_
=
_
0
0
_
.
3. Qualunque sia lo spazio V , {0} `e linearmente dipendente perche per ogni a R
si ha a0 = 0.
10
4. V = R
2
. Linsieme
__
0
0
_
,
_
2
4
__
`e linearmente dipendente: si ha, ad esempio,
1
_
0
0
_
+ 0
_
2
4
_
=
_
0
0
_
.
5. V = R
3
. Linsieme
_
_
_
_
_
1
2
3
_
_
,
_
_
1
3
4
_
_
,
_
_
0
2
2
_
_
_
_
_
`e linearmente dipendente: si ha,
ad esempio,
_
_
1
2
3
_
_
_
_
1
3
4
_
_
+
1
2
_
_
0
2
2
_
_
=
_
_
0
0
0
_
_
.
6. V = R
2
. Linsieme
__
1
0
_
,
_
0
1
__
`e linearmente indipendente, perch`e se
a
_
1
0
_
+b
_
0
1
_
=
_
0
0
_
,
allora a e b sono necessariamente entrambi nulli.
In generale, per V = R
n
, n 1: i vettori e
1
, . . . , e
n
deniti nellEsempio 2 della
Sezione 4 sono linearmente indipendenti.
Osservazioni.
1. Un insieme formato da un singolo vettore, {v}, `e linearmente dipendente se
v = 0, mentre `e linearmente indipendente se v = 0 (perch`e in questo caso av = 0
solo se a = 0.)
2. Se k > 1 e {v
1
, . . . , v
k
} `e linearmente dipendente, allora almeno uno dei vettori
v
i
`e combinazione lineare degli altri. [Dimostrazione: per ipotesi esistono dei reali
a
i
, i = 1, . . . , k, tali che a
1
v
1
+ + a
k
v
k
= 0 e almeno uno degli a
i
non `e 0. Ma
se a
i
= 0, dalla relazione precedente ottengo:
a
i
v
i
=
k
j=1
j=i
a
j
v
j
e, dividendo per a
i
, v
i
=
1jk
j=i
a
j
a
i
v
j
. ]
`
E facile dimostrare che vale anche il viceversa [fatelo], quindi si ha che:
{v
1
, . . . , v
k
} `e linearmente dipendente se e solo se almeno uno dei vettori v
i
`e com-
binazione lineare degli altri.
11
3. Come caso particolare dellosservazione precedente otteniamo che:
un insieme di due vettori `e linearmente dipendente se e solo se i due vettori sono
proporzionali.
4. Se {v
1
, . . . , v
k
} `e linearmente dipendente, allora ogni insieme di vettori di V
che contiene v
1
, . . . , v
k
`e linearmente dipendente. [Dimostrazione: una relazione
di dipendendenza lineare tra i v
1
, . . . , v
k
pu`o essere vista come una relazione che
coinvolge anche altri vettori, con coeciente 0 (cfr. Esempio 3)] In particolare ogni
insieme di vettori che comprende anche il vettore 0 `e linearmente dipendente.
Problemi.
1. Stabilire se
_
_
_
_
_
1
1
1
_
_
,
_
_
1
1
1
_
_
,
_
_
2
3
1
_
_
_
_
_
`e linearmente dipendente o indipen-
dente.
Soluzione Dobbiamo stabilire se `e possibile trovare tre scalari x, y, z, non tutti
nulli, tali che
x
_
_
1
1
1
_
_
+y
_
_
1
1
1
_
_
+z
_
_
2
3
1
_
_
=
_
_
0
0
0
_
_
.
Questa equazione vettoriale `e equivalente al sistema lineare
_
_
_
x +y + 2z = 0
x y 3z = 0
x +y +z = 0
,
quindi dobbiamo stabilire se questo sistema ha almeno una soluzione diversa dalla
terna (0, 0, 0) (`e chiaro che questultima `e una soluzione). Sottraendo la terza
equazione dalla prima otteniamo che ogni soluzione deve soddisfare z = 0. Sosti-
tuendo 0 a z troviamo che deve valere anche
_
x +y = 0
x y = 0
e da qui facilmente che x = y = 0. Ne concludiamo che linsieme di vettori dato `e
linearmente indipendente.
2. Sia v
1
=
_
_
1
1
1
_
_
, v
2
=
_
_
1
1
1
_
_
, v
3
=
_
_
2
3
1
_
_
. Stabilire se {v
1
, v
2
, v
3
} `e linear-
mente dipendente o indipendente. Dire se `e possibile scrivere ognuno dei tre vettori
dati come combinazione lineare degli altri due.
12
Soluzione La prima risposta `e immediata se usiamo le Osservazioni 3 e 4: i primi
due vettori sono proporzionali, quindi linearmente dipendenti, ne segue che tutto
linsieme `e linearmente dipendente.
Anche la seconda risposta `e immediata: `e chiaro che il primo vettore `e combi-
nazione lineare degli altri due, precisamente si ha v
1
= v
2
= 1v
2
+0v
3
. Analoga-
mente, v
2
= 1v
1
+ 0v
3
. Ma `e anche chiaro che v
3
non `e combinazione di v
1
e v
2
,
perche, essendo questi ultimi proporzionali, anche ogni loro combinazione lineare
sar`a ad essi proporzionale, mentre v
3
non lo `e. (Cfr. Osservazione 2.)
3. Sia v
1
=
_
_
1
1
1
_
_
, v
2
=
_
_
1
2
1
_
_
, v
3
=
_
_
2
9
2
_
_
. Stabilire se {v
1
, v
2
, v
3
} `e linear-
mente dipendente o indipendente. Se `e linearmente dipendente, scrivere almeno
una relazione di dipendenza lineare tra di essi. Dire se `e possibile scrivere ognuno
dei tre vettori dati come combinazione lineare degli altri due.
Soluzione Procediamo con nel primo problema, cio`e studiamo se il sistema
_
_
_
x +y 2z = 0
x 2y + 9z = 0
x y + 2z = 0
ha almeno una soluzione diversa dalla terna (0, 0, 0). Chiaramente la prima e la
terza equazione sono equivalenti, quindi il sistema scritto sopra equivale a
_
x +y 2z = 0
x 2y + 9z = 0
,
a sua volta equivalente a
_
x +y 2z = 0
y + 7z = 0
,
ottenuto sommando alla seconda equazione la prima, e quindi a
_
x +y = 2z
y = 7z
Ora `e chiaro che, se attribuiamo a z qualunque valore reale, diciamo a, allora dalla
seconda equazione otteniamo y = 7a e, sostituendo nella prima equazione, x = 5a.
Quindi il sistema ha innite soluzioni, precisamente, per ogni scelta di a in R, la
terna (5a, 7a, a) `e una soluzione. Inoltre, se a = 0, la terna soluzione ottenuta `e
non nulla. Ne segue che {v
1
, v
2
, v
3
} `e linearmente dipendente.
13
Fissando a troviamo i coecienti di una relazione di dipendenza lineare, per
esempio, per a = 1, troviamo
5v
1
+ 7v
2
+v
3
= 0.
Usando la relazione precedente (cfr. Osservazione 2) possiamo scrivere ciascuno
dei tre vettori dati come combinazione lineare degli altri due, precisamente ottenia-
mo: v
1
=
7
5
v
2
+
1
5
v
3
; v
2
=
5
7
v
1
1
7
v
3
; v
3
= 5v
1
7v
2
.
6. Basi di uno spazio vettoriale
Denizione. Una base di V `e un insieme di generatori di V linearmente indipen-
dente.
Osservazione. Lo spazio vettoriale nullo non contiene vettori linearmente indipen-
denti e quindi ha come base linsieme vuoto.
Fatto fondamentale. Un sottoinsieme non vuoto B di V `e una base se e solo se
ogni vettore in V si scrive in modo unico come combinazione lineare di elementi di
B.
Dimostrazione. Il fatto che ogni elemento di V si scriva come combinazione
lineare di elementi di B equivale al fatto che B `e un insieme di generatori di V .
Per concludere basta dimostrare che ogni elemento di V si scrive in modo unico
come combinazione lineare di elementi di B se e solo se linsieme di generatori B `e
linearmente indipendente. Per semplicit`a supponiamo B nito: B = {v
1
, . . . , v
n
}.
La dimostrazione si estende facilmente al caso innito.
Lavoriamo sulle negazioni degli asserti, cio`e dimostriamo che la dipendenza li-
neare equivale alla possibilit`a di diverse scritture per lo stesso elemento. In primo
luogo osserviamo che se B `e linearmente dipendente, allora o `e uguale a {0}, oppure
uno dei suoi elementi, diciamo v
i
, si scrive come combinazione lineare dei rimanenti.
Nel primo caso avr`o 0 = a0 per ogni a R: innite scritture. Nel secondo avr`o
comunque almeno due scritture per v
i
, e cio`e v
i
= v
i
e v
i
uguale a una combinazione
lineare dei rimanenti elementi di B. Viceversa, se ho due scritture diverse per lo
stesso elemento v V , diciamo v = a
1
v
1
+ + a
n
v
n
= b
1
v
1
+ + b
n
v
n
, con
a
i
= b
i
per almeno un indice i (1 i n), allora (a
1
b
1
)v
1
+ +(a
n
b
n
)v
n
= 0
con almeno uno dei coecienti a
i
b
i
= 0: quindi B `e linearmente dipendente.
14
Esempio fondamentale. Per i = 1, . . . , n chiamiamo e
i
il vettore di R
n
con
tutte le componenti nulle tranne la i-esima, che invece `e 1. Allora linsieme di
vettori {e
1
, . . . , e
n
} `e una base di R
n
, detta la base canonica. Infatti `e chiaro che
ogni vettore di R
n
si scrive in modo unico come combinazione lineare di e
1
, . . . , e
n
.
(Riguardate anche gli Esempi 1 e 2 della Sezione 4.)
Problemi.
1. Riguardate il Problema 2 della Sezione 1. Linsieme {v
1
, v
2
, v
3
} `e linearmente
dipendente o indipendente?
`
E una base di Span {v
1
, v
2
, v
3
}?
Soluzione. Linsieme {v
1
, v
2
, v
3
} `e chiaramente un insieme di generatori di
Span {v
1
, v
2
, v
3
}, ma non `e una base perche non `e linearmente indipendente. Infatti
abbiamo visto che il vettore w si scrive in inniti modi come combinazione lineare
di v
1
, v
2
, v
3
.
2. Riguardate il Problema 2 della Sezione 4. Linsieme {v
1
, v
2
} `e una base di U?
Soluzione. Linsieme {v
1
, v
2
} `e una base di U. Infatti abbiamo dimostrato che
esso `e un insieme di generatori di U e in pi` u, poiche v
1
e v
2
non sono proporzionali,
`e linearmente indipendente.
Teorema. 1. Ogni spazio vettoriale ha una base.
2. Se S `e un insieme di generatori dello spazio vettoriale non nullo V , allora S
contiene una base di V .
3. Se I `e un insieme linearmente indipendente di vettori di V , allora esiste una
base di V che contiene I.
Lenunciato `e vero anche per spazi vettoriali non nitamente generati. Qui trat-
tiamo solo il caso nitamente generato e, invece di abbozzare una dimostrazione
formale, spieghiamo come si possa ottenere esplicitamente una base a partire da
un qualunque insieme nito di generatori (parte 2 del teorema) e come, dato un
insieme linearmente indipendente, si possa costruire una base che lo contiene (parte
3 del teorema).
Estrazione di una base da un insieme nito di generatori.
Sia V uno spazio vettoriale, non nullo e nitamente generato, e sia {v
1
, . . . , v
n
}
un suo insieme di generatori. Se {v
1
, . . . , v
n
} `e linearmente indipendente abbiamo
15
gi`a una base. Facciamo vedere che, se invece {v
1
, . . . , v
n
} `e linearmente dipendente,
allora `e possibile ottenere da esso una base di V scartando opportunamente degli
elementi. Procediamo in questo modo:
Per ognuno dei vettori v
i
, i = 1, . . . , n, se v
i
= 0, oppure se v
i
`e combinazione
lineare dei vettori che lo precedono, eliminiamo v
i
dallinsieme; altrimenti lo tenia-
mo. Chiamiamo B linsieme che otteniamo dopo avere completato il procedimento.
Allora B `e una base. Spieghiamo perche.
Dobbiamo far vedere (a) che B `e un insieme di generatori di V e (b) che B `e
linearmente indipendente.
(a) Partiamo da una combinazione lineare a
1
v
1
+ + a
n
v
n
e facciamo vedere
esplicitamente che possiamo scriverla come combinazione dei soli elementi di B.
Possiamo farlo ricorsivamente in questo modo:
Controlliamo se v
n
sta in B: se sta in B non facciamo niente; se v
n
non sta in
B vuol dire che o che o v
n
= 0, e in questo caso posso semplicemente eliminare
laddendo a
n
v
n
, o v
n
`e uguale a una certa combinazione lineare dei vettori che lo
precedono. In questo caso sostituisco a v
n
questa combinazione lineare e trasformo
a
1
v
1
+ +a
n
v
n
in una combinazione lineare dei soli vettori v
1
, . . . , v
n1
.
Ripetiamo la procedura appena descritta con v
n1
al posto di v
n
; e poi di seguito
no a v
1
: alla ne avremo trasformato a
1
v
1
+ +a
n
v
n
in una combinazione lineare
dei soli elementi di B.
(b) Qui diamo una dimostrazione formale. Sia B = {v
i
1
, . . . , v
i
k
} (1 i
1
<
< i
k
n). Supponiamo per assurdo che esistano b
1
, . . . , b
k
R non tutti nulli
tali che b
1
v
i
1
+ +b
k
v
i
k
= 0. Sia h (1 h k) il massimo indice tale che b
h
= 0.
Allora (cfr. Osservazione 2 della Sezione 5) v
i
h
`e combinazione lineare dei v
i
j
con
j < h e questo `e impossibile.
Osservazioni.
1. Linsieme B ottenuto con la costruzione descritta sopra dipende non solo
dallinsieme di generatori {v
1
, . . . , v
n
}, ma anche dal loro ordine.
2. Nelle lezioni seguenti mostreremo una tecnica di calcolo molto eciente per
determinare, dato un insieme ordinato nito di vettori in R
n
, quali dei vettori dati
sono combinazioni lineari dei precedenti.
16
Completamento di un insieme linearmente indipendente ad una base.
Qui supponiamo di avere un insieme I di vettori di V , linearmente indipendente
e nito. Supponiamo anche di avere un insieme nito S di generatori di V . Per
ottenere una base di V che contiene I procediamo cos`: consideriamo linsieme
unione I S. Questo `e ancora un insieme di generatori di V (cfr. Osservazione 2
della Sezione 4). Ordiniamo I S in modo che i vettori di I precedano tutti gli altri.
Quindi applichiamo il procedimento di estrazione di una base da I S descritto
nel paragrafo precedente. Poiche I `e linearmente indipendente e per il modo in cui
abbiamo ordinato linsieme unione, nessun vettore di I `e combinazione lineare dei
vettori che lo precedono. Quindi la base che otterremo al termine del procedimento
conterr`a tutti i vettori di I.
Problemi.
3. Considerate il sottospazio vettoriale U = Span
__
1
2
_
,
_
2
4
__
di R
2
. Determi-
nate una base di U.
Soluzione. Linsieme
__
1
2
_
,
_
2
4
__
`e un insieme di generatori di U, ma non `e
linearmente indipendente perche i due vettori dati sono proporzionali, precisamente
_
2
4
_
= 2
_
1
2
_
. Basta scartare uno dei due vettori per ottenere una base. Ad
esempio, {v
1
} `e una base di U.
4. Sia v
1
=
_
_
1
1
1
_
_
, v
2
=
_
_
1
1
1
_
_
, v
3
=
_
_
2
3
1
_
_
(i dati sono gli stessi del Problema
2 della Sezione 5). Considerate il sottospazio vettoriale U = Span {v
1
, v
2
, v
3
} di
R
3
. Determinate una base di U.
Soluzione. Abbiamo gi`a visto che v
2
`e combinazione lineare di v
1
, mentre v
3
non
`e combinazione lineare di v
1
e v
2
. Quindi {v
1
, v
3
} `e una base di U.
5. Sia v
1
=
_
_
1
1
1
_
_
, v
2
=
_
_
1
2
1
_
_
, v
3
=
_
_
2
9
2
_
_
(i dati sono gli stessi del Problema
3 della Sezione 5) e U = Span {v
1
, v
2
, v
3
} Determinate una base di U.
Soluzione. Abbiamo visto che v
3
`e combinazione lineare di v
1
e v
2
, mentre v
2
non
`e combinazione lineare di v
1
, non essendo ad esso proporzionale. Quindi {v
1
, v
2
} `e
una base di U.
17
Per fornire esempi ed esercizi non banali sulla procedura di completamento di
un insieme linearmente indipendente ad una base avremmo bisogno di tecniche
di calcolo pi` u ecienti di quelle attualmente a nostra conoscenza. Descriveremo
queste tecniche nelle prossime lezioni.
7. Dimensione di uno spazio vettoriale
Denizione. La dimensione di uno spazio vettoriale nitamente generato `e il
numero di elementi di una sua base.
La dimensione dello spazio vettoriale V si denota con dimV .
La denizione si pu`o estendere a spazi vettoriali non nitamente generati. Noi
diremo semplicemente che uno spazio vettoriale non nitamente generato ha di-
mensione innita.
Osservazione. Lo spazio vettoriale nullo ha dimensione 0.
Anche la denizione precedente abbia senso serve che tutte le basi di uno spazio
vettoriale V ssato abbiano lo stesso numero di elementi.
Teorema. Sia V uno spazio vettoriale nitamente generato. Allora tutte le basi di
V hanno lo stesso numero di elementi.
Il Teorema segue dai due enunciati seguenti, che sono importanti in s`e.
Proposizione 1. Supponiamo che lo spazio vettoriale V abbia una base costituita
da n vettori, con n > 0. Allora ogni insieme di generatori di V ha almeno n
elementi.
Proposizione 2. Supponiamo che lo spazio vettoriale V abbia una base costituita
da n vettori, con n > 0. Allora ogni insieme linearmente indipendente di vettori di
V ha al massimo n elementi.
Spieghiamo come si deduce il Teorema dai due enunciati precedenti. Se V = {0}
il risultato `e immediato, quindi possiamo supporre che V sia non nullo.
Supponiamo che V abbia una base B costituita da n vettori e supponiamo che
B
U W e R. Allora z, z
U e quindi z + z
, z U, perche U `e
un sottospazio vettoriale. Ragionando in modo analogo trovo che z + z
, z W.
Quindi z +z
, z U W.
Denizione. U W si chiama sottospazio intersezione di U e W.
Contrariamente allintersezione, lunione di due sottospazi vettoriali, in generale,
non `e un sottospazio, a meno che U e W siano inclusi luno nellaltro.
Controesempio. Consideriamo i sottospazi di R
2
U = Span
__
1
1
__
=
__
_
| R
_
,
W = Span
__
1
0
__
=
__
0
_
| R
_
.
Nelle rappresentazione geometrica, se usiamo le usuali coordinate cartesiane orto-
gonali, U `e la bisettrice del primo e terzo quadrante e W `e lasse delle ascisse.
`
E
chiaro che sommando con la regola del parallelogramma due vettori non nulli che
giacciono uno su U e uno su W troviamo un vettore che non sta ne su ne su W, e
quindi non sta in U W. Perci`o U W non `e chiuso rispetto alla somma. Se non
vogliamo usare alcun argomento geometrico, basta che osserviamo che U `e linsieme
dei vettori con le due componenti uguali tra loro, mentre W `e linsieme dei vettori
con la seconda componente nulla.
`
E chiaro che, se sommo due vettori fatti cos`, in
generale trovo un vettore che ha le due componenti diverse tra loro e la seconda
componente diversa da 0, ad esempio
_
1
1
_
+
_
1
0
_
=
_
2
1
_
.
22
Denizione. Il sottospazio somma di U e W, che si denota con U+W, `e il minimo
sottospazio vettoriale di V che include U W.
Il nome somma e la notazione U+W corrispondono a quello che `e eettivamente il
sottospazio che abbiamo denito. La proposizione seguente dice infatti che U +W
`e linsieme di tutti gli elementi di V che si possono scrivere come somma di un
elemento in U e uno in W.
Proposizione 1.
U +W = {u +w | u U, w W}.
Dimostrazione.
`
E chiaro che U + W contiene U e W (elementi di tipo u + 0
con u U e di tipo 0 + w, con w W). Se z, z
U e w, w
W tali che z = u + w e z
= u
+ w
. Segue che
z+z
= (u+w)+(u
+w
) = (u+u
)+(w+w
U e w+w
W, e quindi z+z
+ w
, con
u, u
U e w, w
W, allora u u
= w
w. Poiche u u
U e w
w W,
e poiche i due elementi coincidono, u u
U W. Ma U W contiene solo 0,
quindi u = u
e w = w
.
Viceversa, sia U W = {0} e z U W, z = 0. Allora abbiamo due diverse
decomposizioni per z: z = 0 +z (0 U, z W), e z = z + 0 ( z U, 0 W).
Denizione. Sia Z = U W. La Proposizione 2 permette di denire le proiezioni
canoniche di Z su U e W. Precisamente abbiamo le due proiezioni
U
: Z U e
W
: Z W, denite nel modo seguente: se z Z, siano u U e w W gli unici
elementi tali che z = u +w. Allora
U
(z) = u e
W
(z) = w.
Esempi.
1. Consideriamo i due sottospazi vettoriali in R
2
U =
__
0
_
| R
_
, W =
__
0
_
| R
_
(quindi U = Span {e
1
} e W = Span {e
2
}, dove {e
1
, e
2
} `e la base canonica di R
2
).
Allora R
2
= U W. Infatti `e chiaro che R
2
= U + V e che ogni vettore in R
2
si
scrive in modo unico come somma di un elemento in U e uno in W. Le proiezioni
canoniche sono denite cos`:
U
:
_
0
_
,
W
:
_
_
0
_
.
2. Consideriamo i due sottospazi vettoriali di R
3
U =
_
_
_
_
_
_
_
| , R
_
_
_
, W =
_
_
_
_
_
0
0
_
_
| R
_
_
_
26
(quindi U = Span {e
1
, e
3
} e W = Span {e
2
}, dove {e
1
, e
2
, e
3
} `e la base canonica di
R
3
). Allora R
3
= U W. Infatti `e chiaro che R
3
= U +V e che ogni vettore in R
3
si scrive in modo unico come somma di un elemento in U e uno in W. Le proiezioni
canoniche sono:
U
:
_
_
_
_
_
_
_
_
,
W
:
_
_
_
_
_
_
0
0
_
_
.
3. Consideriamo i due sottospazi vettoriali di R
3
U =
_
_
_
_
_
0
_
_
| , R
_
_
_
, W =
_
_
_
_
_
0
_
_
| , R
_
_
_
(quindi U = Span {e
1
, e
2
} e W = Span {e
2
, e
3
}, dove {e
1
, e
2
, e
3
} `e la base canonica
di R
3
). Allora R
3
= U + W, ma la somma non `e diretta. Infatti `e chiaro che
ogni vettore in R
3
si scrive come somma di un elemento in U e uno in W (e
ovviamente ogni elemento di questo tipo sta in R
3
), ma in questo caso UW = {0}:
U W contiene tutti i vettori con la prima e la terza coordinata nulla, anzi si ha
esattamente U W =
_
_
_
_
_
0
0
_
_
| R
_
_
_
.