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Ciao,

Eccomi qua un’altra volta. So che vi promessi di non rompervi più la tua pazienza, oppure della tua
compagna di camera, però mi sento nel dovere di scrivere questo. Come un artigiano che sa usare
bene le sue mani per scolpire nella pietra resti di sentimenti, io mi ritrovo qui. Non so esattamente
cosa dovrei scolpire con le mie parole, poiché sei stata tu la prima che sei uscita della mia camera
l’altra sera e non so come delineare il fatto che io non conosco a non essere per suoni che vengono
dispersi in questo corridoio.
Forse non sia neanche tu quella che parli, forse i rumori vengono del piano di sopra, non saprei, ma
mi sento costretto a intervenire, principalmente perché non vorrei essere io la ragione per una
rottura. Nella vita commettiamo tanti errori e non so esattamente quante volte rimaniamo dispersi a
ripensare sopra un erro che abbiamo commesso. È duro, ma è inevitabile che la vita sia così, senza
maniera di correggere gli errori del passato. Per questa ragione possiamo cambiare la nostra vita,
possiamo crescere e chissà diventare qualcosa di buono oppure di ridicolo. So che io sono un
artigiano di parole, mentre sto qui scrivendo ma pure tu sei una artigiana di una cosa che ancora non
so quale sia, e forse neanche tu lo sai, ma ti giuro che questa cosa ti sarà rivelata in un prossimo
domani. Sarà su questo tesoro, così si menziona per dire, che tutta la tua vita si baserà. Non posso
essere io l’artefice di tale prodezze, poiché la persona che scoprirà per quale ragione ci sei nella vita
umana, sarai tu. Se una volta dissi che non volevo servirmi dell’amicizia, è solamente per il fatto
che sono solitario. Della stessa maniera che sono agevole nell’usare parole simpatiche per fare gli
altri sorridere, ho anche il leggero difetto di restare solo. Lo faccio perché è nella solitudine che un
autore riesci a succhiare l’essenza delle sue parole, oppure delle altre persone. So che molte volte
commetto l’errore di pensare a modo mio e di non ascoltare quello che gli altri mi dicono, ma non
saprei fare altrimenti.
Ho provato di ascoltarvi, però non mi avete dato niente di produttivo o di ragione per la quale potrei
pentirmi di avere scritto quella lettera che ho ancora qui nel mio computer, per questa ragione mi
sono comportato così. Può anche essere che sono stato cattivo, può essere… beh, sinceramente
credo di essere stato cattivo e per questa ragione mi sento nel peso di ritornare sui miei passi per
chiedere scuse. Ma se sono stato così è per la trama della vita. Noi, purtroppo dovremo stare così,
isolati. Stesso che probabilmente uno di questi giorni usciremo insieme e chissà da cosa nascerà
cosa, però credo che non succederà come tu aspetti che succeda.
Nessuno di noi è costretto a vivere una cosa che ci fa male… nessuno… e io non so esattamente se
ti sto facendo male e non saprei come rimediare. Siamo due persone diverse, tu hai un tuo sesso,
una tua vita, un tuo parere, e io sono anche così. Ho desistito di una cosa nella mia vita per pochi
attimi e non sai il quanto mi fa male, però la vita è questa, io sono un artigiano di parole, di azione,
di biciclette, ma non sono colui che condiziona qualcuno a ripensare in eterno nelle cose che hai
fatto oppure che feci. Se queste cose sono io l’artefice, allora io non posso fare niente, poiché sono
così, posso solamente chiedere perdono se ti feci male. Le ho fatto senza volere, poiché a una donna
non si può aggredire nemmeno con un fiore e probabilmente come faccio di continuo, non ti ho
solamente aggredita, ma ti ho pure lasciato mio segno. Almeno è questo quello che credo. Noi non
ci siamo più menzionati una parola da quel giorno, ma è come se fossi nel teatro della vita dove
succedono di continuo queste cose dove io ho pensato di essere il motivo che ti ha fatto male. Se
così lo è, allora, scusami.
Non posso essere presente dove non ci sono e non è piangendo sopra l’ombra di un’altra che
passerà questa fase. Gli essere umani sono tanti e perdere del tempo soffrendo per uno in speciale è
come se buttassi via tutto quello che c’è di buono in te. Non so quale cosa di buono possa essere,
poiché non ci siamo mai detti parola su quello, però tu sei importante, così importante che tutte le
persone nell’universo sono contente perché tu ci sia. Tu hai una potenzialità che ti fa essere migliore
di tutti, sei contenta per questo? Però tutti sono contenti nel momento in cui anche tu sei contenta,
ma se la tua allegria finisci, tutto il mondo diventa triste, tutte le persone dell’universo, dalla prima
all’ultima. Ti prego di non lasciare che questo succeda.
Ti prego di smettere di dire che la colpa è di uno o è di altro. La colpa di un avvenimento può essere
di tutte le persone dell’universo, ma non è dando la colpa a uno o a altro che potrò cogliere
l’essenza del messaggio. Solamente guardando di noi stessi è che possiamo comprendere dove ci
siamo sbagliati. Ho fatto un errore in menzionare un fatto che purtroppo non è del tutto vero. Poiché
per una parte ha ragione lui, per un’altra no. Sbaglio nel classificare tutte le persone come simili, lo
faccio questo senza pensare due volte e sbaglio. <L’altro> è un elemento strano e non sono io quello
che lo devo classificare. La persona che io non conosco deve essere in grado di classificarsi mentre
sto parlando con lei. Per questa ragione mi interessa il dialogo, oltre a delle altre azioni con una
persona (del sesso opposto al mio), però non funziona sempre così e temo che non potrà mai essere
così se non siamo in due a volerlo. In questo ha ragione lui e io non posso dire altro poiché non
sono migliore, né peggiore di nessuno, almeno credo di essere uguale a tutti gli altri. Ma anche qui
sbaglio, poiché tutti noi nell’universo siamo uno solo e lo saremo in eterno poiché copiare qualcuno
ci fa perdere la nostra personalità e non è questo quello che vorrei perdere della mia vita. Se tu stai
male, la colpa è tutta mia. Anche in questa frase sbaglio, poiché non posso essere egocentrico e
volere mettere tutta la colpa dell’universo sulle mie spalle.
Tu, io, noi, non possiamo rimanere con un peso così immenso nel nostro cuore, poiché fa male, fa
molto male, ci fa fare degli errori che non siamo più in grado di gestire e inultimente commettiamo
erri che ci segnaleranno la vita e non è questo quello che voglio. La frase primordiale che si dice in
una situazione del genere è: “ti voglio bene… e non voglio che stia triste per me”; ma io non vorrei
dire questo, poiché se ti volessi bene, non ti avrei mai fatto soffrire. Però, come leggi, io sto
mettendo sempre la colpa di tutto su di me, ma forse non sia il colpevole di tutto, poiché non si
sbaglia mai da solo in questo pianeta, per sbagliare in una coppia ci si deve sempre essere in due,
almeno in quelle condizioni nella quale viene richiesta questo problema. Comunque sia non voglio
che stia triste per qualsiasi cosa ci sia successa. L’essere umano è strano e è diverso poiché sa
cambiare lo stato del suo animo, quando è triste o quando è felice, e questo ci fa essere speciali,
poiché impareremo a essere più forti in determinati situazioni. Io ho sempre cancellato della mia
vita ogni ricordo brutto e lo farò sempre poiché mi sentirò meglio, ma se lo faccio scapperò della
mia realtà e non è quello che voglio. La realtà la costruiamo ogni giorno, mattoni su mattoni e se
piangeremo sempre per i nostri erri, non saremo mai in grado di crescere e tu, come io, deve
crescere. Una persona non cresce solamente in altezza, ma anche in maturità. Sarò grande quando
imparerò a gestire tutte le cose dell’universo a modo mio, con mie forze, come fece il primo essere
umano quando imparò a dominare il fuoco. Impari a farlo, anche tu…

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