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Lezione del 28/10/2011

- Sistemi per la preparazione dellACS

per eventuali domande o chiarimenti rivolgersi a : Samantha Graci samantha.graci@studenti.unipd.it

ACQUA CALDA SANITARIA


Parte dellacqua che distribuita allinterno degli edifici viene utilizzata come acqua calda ad una temperatura che varia a seconda delluso, e che generalmente compresa tra i 40 C e i 90 C. ESEMPI DI IMPEGHI DI ACS acqua per i servizi igienici acqua per il lavaggio stoviglie a mano acqua per limpiego in lavastoviglie acqua per il lavaggio di biancheria 40-43 C 50-55 C 70-90 C 65-85 C

In ogni caso per quanto interessa i progettisti, quando si fa riferimento ad acqua calda per uso sanitario si intende convenzionalmente acqua resa disponibile allutenza alla temperatura di 40 C.

1. SISTEMI DI PREPARAZIONE DELLACQUA CALDA SANITARIA

1.1. Riscaldamento dellacqua calda sanitaria Lacqua per luso sanitario pu essere riscaldata in modo diretto o indiretto. Nel primo caso si sfrutta un processo di combustione o la dissipazione di energia elettrica in una resistenza, come accade rispettivamente in una caldaia o in un bollitore elettrico. Nel secondo caso invece si utilizza un fluido precedentemente riscaldato, come avviene nei bollitori ad accumulo. Qualunque sia la fonte utilizzata riscaldare una portata dacqua (GA) dalla temperatura inizia t1 alla temperatura finale t2 richiede una potenza termica qR pari a: 1

dove GA cA t1

la portata dacqua [kg/s] il calore specifico dellacqua pari a 4.186 [kJ/kgK] la temperatura alla quale lacqua prelevata dallacquedotto e si fissa convenzionalmente a 10 C 1

la temperatura alla quale si trova lacqua a seguito del riscaldamento t2 Se il riscaldamento dellacqua calda sanitaria avviene a seguito di un altro fluido riscaldante (di portata Gr, calore specifico cr) a temperatura maggiore, esso, cedendo la potenza termica qR subir un raffreddamento dalla temperatura iniziale t3 alla temperatura t4, ovvero: 2

Sia che si utilizzi come fluido riscaldante acqua o meno, lo scambio termico si realizza attraverso una superficie di scambio S che deve essere di dimensione opportuna in funzione delle caratteristiche sei due fluidi. La superficie S determinata tramite la relazione:

dove K il coefficiente globale di scambio termico tml la differenza di temperatura media logaritmica tra le temperature di ingresso e uscita dei due fluidi = Il coefficiente globale di scambio termico K, dipende dalle caratteristiche termiche e geometriche della parete interposta e dai coefficienti di scambio termico superficiali dei fluidi. Assunta trascurabile la resistenza termica dovuta alla parete e nellipotesi che essa non sia alettata in modo da poter considerare uguali le superfici di scambio interna ed esterna, allora: 1 1 1 4

dove 1 e 2sono i coefficienti di scambio termico superficiali dei due fluidi, che dipendono dalle caratteristiche del moto e quindi dalla geometria dello scambiatore. Se il riscaldamento avviene in modo diretto attraverso il calore sottratto ai prodotti della combustione, il coefficiente di scambio termico superficiale lato fumi sar molto inferiore a quello lato acqua e di fatto controller il processo di scambio termico, tanto che K praticamente coincide con lato fumi. noto il coefficiente globale di scambio termico K e nota la tml la superficie necessaria a scambiare la potenza termica qR e data da: 5

Si osservi come, nel caso del riscaldamento dellACS tramite una caldaia, il dimensionamento dello scambiatore e quindi la determinazione della superficie di scambio, non siano eseguiti dal progettista bens dal costruttore, che in funzione delle dimensioni dellapparecchio realizza modelli con scambiatori di diversa superficie e quindi caldaie capaci di scambiare potenze termiche qR 2

differenti, tra le quali il progettista sceglier il modello pi adatto alle esigenze del proprio impianto. Esempio: Calcolo la superficie di scambio richiesta per un riscaldatore acqua-acqua. Si supponga di voler riscaldare una portata dacqua di 0,1 kg/s di acqua fredda dalla temperatura di 10C fino alla temperatura di utilizzazione di 40c, utilizzando come fluido scaldante una portata dacqua di 0,5 kg/s alla temperatura di 80C in condizioni di controcorrente. Il coefficiente globale di scambio termico dello scambiatore sia pari a 580 W/m2K. Si determini la superficie di scambio termico. la potenza richiesta vale: 10 12,56 kW [kW]

0,1 4,186 40

Il fluido scaldante uscir dallo scambiatore ad una temperatura t4 inferiore a 80C e pari a 80 12,56 0,5 4,183 80 6 [C] 74

il tml viene ricavato nota la configurazione in controcorrente come: 80 74 40 10 40C 64C

e quindi

24

0,53

51,06 C

allora la superficie richiesta nello scambiatore pari a: 12560 580 51,06

0,42

1.2. Riscaldamento istantaneo Con il termine riscaldamento istantaneo dellacqua si intende il riscaldamento di una certa portata mentre essa fluisce attraverso uno scambiatore, quindi in un sistema senza accumulo. Il riscaldamento istantaneo richiede potenze elevate dovendo portare velocemente la temperatura di una portata dacqua dalla temperatura di prelievo di 10C alla temperatura di utilizzo di 40C. Nei riscaldatori a gas volendo mantenere il riscaldamento istantaneo e limitare la potenza necessaria si opera riducendo la portata dacqua riscaldata. Leffetto un aumento dei tempi di utilizzo o la riduzione delle quantit dacqua utilizzate agli utenti. esempi di alcuni piccoli riscaldatori autonomi a gas: qR [kW] 8.72 17.44 GAmax [l/s] 0.083 0.166 GAmin [l/s] 0.042 0.083 tmin [C] 25 25 tmax [C] 50 50 Portata gas [m3/h] 1.06 2.41

Nei riscaldatori istantanei elettrici utilizzato lo stesso principio: la potenza fissata entro i limiti concessi dallallacciamento alla rete e quindi la portata riscaldata viene limitata per garantire un riscaldamento minimo di 20 25C. esempi di alcuni piccoli riscaldatori elettrici: potenza elettrica [kW] 1 1.5 2 2.5 Portata dacqua [l/s] 0.012 0.018 0.024 0.030 t [C] 20 20 20 20

Con portate cos ridotte e bassi differenziali termici di riscaldamento bene limitare limpiego di tali apparecchi istantanei ai soli lavabi e lavelli.

1.3. Riscaldamento con accumulo dellacqua calda Come visto in precedenza, per garantire il soddisfacimento del fabbisogno dacqua calda nel periodo di punta sono necessarie potenze termiche elevate per i sistemi di preparazione, potenze che sarebbero impiegate per periodi di tempo limitati. In termini di energia lo stesso risultato si potrebbe ottenere impiegando una potenza inferiore per tempi di utilizzo pi lunghi, cedendo il calore generato allacqua contenuta in un serbatoio di accumulo. 4

In questo caso si parla di riscaldatori di acqua calda sanitaria con accumulo. Essi richiedono un certo tempo di riscaldamento prima dellerogazione, per portare il volume dellaccumulo alla temperatura desiderata, comportano anche lingombro di un certo volume e tuttavia permettono di ridurre sensibilmente la potenza installata. I riscaldatori ad accumulo sono costituiti da un serbatoio contenente un certo volume dacqua (dimensionato in funzione delle esigenze dellutenza) che viene riscaldato con continuit impiegando una potenza limitata. Lacqua fredda da riscaldare pu essere immessa direttamente nel serbatoio e miscelata con lacqua in esso contenuta (riscaldatori a miscela) oppure pu fluire attraverso uno scambiatore a serpentino immerso nellaccumulo (termoaccumulatori). In entrambi i casi lacqua viene riscaldata a spese del fluido caldo contenuto nellaccumulo. Per entrambe le tipologie descritte, durante il periodo di riscaldamento, il sistema si porta alla sua temperatura massima, impiegando un tempo che dipende dal volume dellaccumulo e dalla potenza termica installata. Una volta iniziata lrogazione i due sistemi si differenziano per il loro comportamento. Negli scambiatori a miscela lacqua fredda si miscela a quella calda e la temperatura di erogazione diminuisce nel tempo sino ad un valore minimo oltre al quale non pi adatta allutilizzo sanitario. Nei termoaccumulatori lacqua fredda attraversa il serpentino e si riscalda a spese del fluido caldo nellaccumulo la cui temperatura va diminuendo nel tempo e conseguentemente diminuisce anche la temperatura di erogazione. In entrambi i sistemi comunque il dimensionamento del riscaldatore consiste nel fissare la potenza termica qR e la capacit C dellaccumulo una volta noti i seguenti dati di funzionamento ed erogazione: e p me te tA tmax tempo di erogazione tempo di preriscaldamento quantit di acqua erogata temperatura dellacqua erogata temperatura dellacqua di alimentazione temperatura dellacqua alla fine del preriscaldamento

Si osservi che in un sistema con accumulo la temperatura tu a cui lacqua esce dal preriscaldatore, non coincida mai con la temperatura te alla quale lutenza la richiede, ma sia pi elevata e necessiti di essere miscelata con una certa portata di acqua fredda a temperatura tA. Si tratta di una precauzione: dimensionare il sistema in modo che lacqua calda esca dal preriscaldatore ad una temperatura sempre maggiore rispetto alle esigenze dellutenza, permette di garantire di poter soddisfare il fabbisogno di ACS fino al termine del periodo di erogazione. Il principio consiste nellaccumulare, nella fase di preriscaldamento, unenergia sufficiente allinterno dellaccumulo tale da garantire che, durante il periodo di erogazione e fino agli ultimi istanti, lacqua risultante dalla miscelazione della portata fredda e di quella contenuta nellaccumulo sia disponibile ad una temperatura maggiore di quella richiesta dallutenza. La potenza scaldante qR generalmente considerata costante nel tempo, questo corretto quando essa fornita da una resistenza elettrica, ma in un riscaldatore a serpentino ad essere costanti sono 5

la portata scaldante GS e la sua temperatura iniziale Tes ma al variare del tempo, variando la temperatura dellacqua nellaccumulo varier anche la potenze termica scambiata qR. Tuttavia per semplificare il calcolo dei parametri del serpentino risaldante essi vengono valutati nella condizione pi sfavorevole, ovvero quando laccumulo termico si trova alla massima temperatura tmax al termine del periodo di preriscaldamento.

e con la tus, temperature di uscita del fluido riscaldante pari a : 7

Esaminiamo ora nel dettaglio il funzionamento e i dimensionamento dei due tipi di riscaldatori ad accumulo

1.3.1. Riscaldatori a miscela Un riscaldatore a miscela pu essere schematizzato come mostrato in figura 1. Sia Gu la portata che attraversa il riscaldatore, passando dalla temperatura di alimentazione tA alla temperatura di uscita tu e si assuma che lintero volume di accumulo C si trovi alla temperatura tu, trascurando per semplicit la stratificazione allintero del serbatoio. Allora il comportamento termico del sistema descritto dal seguente bilancio termico: 8

dove il primo membro rappresenta la variazione di energia interna del sistema, mente al secondo membro compaino i flussi di entalpia scambiati dal sistema stesso per effetto del riscaldamento della portata dacqua erogata e delle dispersioni termiche dellinvolucro del serbatoio (trasmittanza Ki e superficie Si) posto in un ambiente a temperatura ta.

Figura 1: preriscaldatore ad accumulo del tipo a miscelazione.

Lequazione differenziale del bilancio 8, risolta analiticamente o numericamente, permette di ottenere landamento di tu in funzione del tempo. Si distinguano diversi casi durante la fase di erogazione: 1. durante lerogazione si desideri una certa portata Ge (pari a me/e) alla temperatura costante di utilizzazione te ( come avviene nel caso di lavabi o docce). In questo caso necessario che la portata tu in uscita dal riscaldatore sia miscelata ad una portata Gr alla temperatura dellacqua fredda, portata che varia con continuit in funzione della temperatura tu. Inoltre lerogazione deve cessare nel momento in cui la temperatura tu tenda a diventare minore te. Il sistema mostrato in figura 2. La miscelazione pu essere automatica o manuale.

Figura 2: preriscaldatore ad accumulo del tipo a miscelazione, con sistema per il controllo della temperatura di erogazione tramite miscelazione con un'opportuna portata dia acqua fredda

2. quando lacqua calda impiegata per usi diversi (come la vasca da bagno) il raggiungimento della quantit di acqua me alla temperatura te interessa solo alla fine di un certo periodo di tempo. In questo caso laccumulo viene impiegato lasciando defluire lintera portata Ge ed utilizzandola eventualmente anche quando la sua temperatura inferiore a te per raffreddare il contenuto di acqua calda gi presente nellapparecchio sanitario. In questo modo al temine del periodo di erogazione la temperatura nel serbatoio (tu) sar minore del valore te, permettendo un migliore utilizzo dellenergia termica inizialmente stoccata nellaccumulo. Risulta evidente come il caso 1 avente una temperatura di erogazione te costante e quindi una portata Gu attraverso il riscaldatore variabile, sia pi cautelativa per il dimensionamento dellaccumulo ed quindi il funzionamento a cui si fa riferimento. Per il dimensionamento di un riscaldatore a miscela si suppone che lacqua contenuta nel serbatoio si trovi inizialmente alla temperatura tA, che venga riscaldata nel tempo di preriscaldamento fino alla temperatura tmax e che si porti alla fine del periodo di erogazione alla temperatura te. Cautelativamente si assume per tA il valore di temperatura nellacquedotto, tuttavia nella realt esso sar intermedio tra tale valore e la temperata dellambiente in cui si trova il serbatoio. Per il tempo totale, preriscaldamento ed erogazione, possibile il bilancio espresso dalla relazione: 9

Integrando tra gli estremi si ottiene il seguente bilancio di energia che che la quantit di energia fornita mediante la potenza scaldante qR nel tempo (p + e) deve essere uguale a quella richiesta per scaldare la portata di acqua erogata ma dalla temperatura iniziale tA alla temperatura di erogazione te, pi lenergia necessaria a compensare le perdite per dispersione termica e la variazione dellenergia interna dellacqua contenuta nellaccumulo. 10

dove qdp e qde sono le dispersioni termiche del serbatoio nei periodi di preriscaldamento e erogazione e valgono: qdp = Ki Si (tmp ta) qde = Ki Si (tme ta) con tmp = (tA + tmax) / 2 con tme = (tmax + te) / 2

dove tmp e tme sono le temperature medie durante i periodi di preriscaldamento ed erogazione. La capacit del serbatoio C, tuttavia, lincognita che si vuole determinare e quindi non possibile calcolare il valore della superficie di dispersione Si, si dovrebbe perci procede iterativamente. In un dimensionamento di massima, per semplicit, si trascurano le dispersioni oppure si procede stimando una superficie di dispersione plausibile in base allesperienza. 8

Un bilancio energetico analogo pu essere scritto per il solo periodo di preriscaldamento: 11

Le due equazioni di bilancio 10 e 11 risolte simultaneamente nelle incognite qR e C forniscono i valori cercati per la potenza scaldante e la capacit termica di accumulo necessari a garantire la produzione di una certa quantit dacqua alla temperatura di erogazione fissati i tempi di preriscaldamento e erogazione.

Esempio: Si calcolino la potenza scaldante e la capacit termica necessaria allerogazione di una portata dacqua calda me = 100 kg alla temperatura te = 40 C nel tempo e = 1 h, mentre il tempo di riscaldamento permesso sia p = 5 h. Siano fissate inoltre: tmax = 60C, tA = 10C, Ki = 0.8 Kcal/m2C e si assuma Si = 1.3 m2. risolvendo le equazioni di bilancio 10 e 11 in modo simultaneo si ottengono: qR = 1021 kcal/h e C = 100.5 kg se si fossero trascurate le dispersioni termiche il risultato sarebbe stato poco differente: qR = 1000 kcal/h e C = 100 kg

1.3.2. Termoaccumulatori La rappresentazione schematica di un termoaccumulatore presentata in figura 3.

Figura 3: preriscaldatore ad accumulo del tipo a serpentino ( termoaccumulatore)

Lacqua erogata viene ancora riscaldata a partire da una temperatura iniziale di tA alla temperatura finale tu, ma, in questa configurazione, un opportuno serpentino(caratteristica KcSc) mantiene separata lacqua erogata da quella del volume di accumulo termico, la quale trascurando i fenomeni di stratificazione si pu assumere alla temperatura uniforme tb, maggiore di tu. Il comportamento termico di un sistema di questo genere si pu descrivere impostando unequazione di bilancio per il volume di acqua accumulata, C, la cui variazione di energia interna vale: 12

dove qR e la potenza riscaldante, qd rappresenta la potenza dispersa attraverso linvolucro del serbatoio e qs la potenza ceduta tramite il serpentino allacqua in corso di erogazione che viene riscaldata. ln ln 13

dove Kc e Sc sono il coefficiente globale di scambio termico e la superficie di scambio termico del serpentino entro cui passa lacqua erogata. la potenza scambiata dal serpentino qs anche uguale a: eguagliando le relazioni 13 e 14 si ottiene:
A

14

15

da cui
A

derivando si ottiene: 1 questa relazione sostituita nella 12 porta a:

16 17

18

questequazione differenziale, integrata per via analitica o numerica, permette di ottenere landamento della temperatura tu in uscita dal riscaldatore nelle varie ipotesi di funzionamento.

10

Per effettuare il dimensionamento del riscaldatore, come in precedenza, si ipotizza di erogare una certa quantit di acqua calda me alla temperatura te, nel tempo e, dopo il tempo di preriscaldamento p. La temperatura e viene mantenuta costante tramite la miscelazione con una certa portata dacqua fredda alla temperatura dellacquedotto tA. Il primo elemento da dimensionare in questo tipo di riscaldatore il serpentino attraverso il quale scorre al portata dacqua da erogare. Si osservi come alla fine del periodo di erogazione, ovvero quanto la temperatura tu dellacqua in uscita dal serpentino equivale alla temperatura te di erogazione allutenza, la temperatura tb nel serbatoio dovr assumere un valore opportunamente maggiore rispetto a te in modo che in relazione alle caratteristiche del serpentino sia ancora possibile scaldare la portata erogata dalla tA al valore minimo finale te. (In queste condizioni finali, quando non sar necessaria la miscelazione con acqua fredda, la portata erogata Ge sar proprio coincidente alla portata Gu in uscita dal serpentino). La scelta di tmin consente quindi di determinare il parametro KCSC del serpentino: 20

con il tml calcolato nelle condizioni pi gravose per lo scambio termico, ovvero quanto la temperatura nellaccumulo assume il valore minimo:

ln

21

per non sovradimensionare troppo il serpentino solitamente si assume che tmin = te + 5C. Si imposti allora il bilancio termico nel suo complesso, valutando separatamente il bilancio nel tempo di preriscaldamento e di erogazione:

22 23

dove tmax la temperata dellacqua nel serbatoio alla fine del periodo di riscaldamento e tmin e la temperatura alla fine del periodo di erogazione, mentre per qdp e qde valgono ancora le relazioni: qdp = Ki Si (tmp ta) qde = Ki Si (tme ta) con tmp = (tA + tmax) / 2 con tme = (tmax + te) / 2 11

Le equazioni scritte risolte nelle variabili qR e C permettono il dimensionamento del termoaccumulatore. Esempio: Si consideri un termo accumulatore che operi nelle stesse condizioni del riscaldatore a miscela visto nellesempio precedente, e cio: una portata dacqua calda me = 100 kg alla temperatura te = 40 C nel tempo e = 1 h, mentre il tempo di riscaldamento permesso sia p = 5 h. Siano fissate inoltre: tmax = 60C, tA = 10C. Per semplicit si trascurino le dispersioni termiche del serbatoio verso lambiente. Per il dimensionamento del serpentino si consideri: tmin = te + 5C = 45C da cui: ln 35 5 ln 35/5

15.4

Ge = me / e = 100/1 = 100 kg/h 100 1 40 10 15.4 194.8

Per il dimensionamento del preriscaldatore si risolva il sistema di equazioni del bilancio 22 e 23, trascurando i termini di dispersione termica da parte del serbatoio verso lambiente. Si ottengono i seguenti valori di potenza termica e capacit del riscaldatore: qR = 1200 Kcal/h C = 120 kg

Il termoaccumulatore rispetto al riscaldatore a miscela richiede pertanto un volume di accumulo maggiore e una maggiore potenza termica, questo a causa della resistenza aggiuntiva rappresentata dal serpentino in cui circola la portata di acqua da erogare. Tale sovradimensionamento giustificato dal fatto che questo tipo di apparecchi permette di mantenere separata la portata dacqua erogata allutenza rispetto a quella del volume di accumulo con notevoli vantaggi dal punto di vista sanitario perch si evita totalmente il pericolo di proliferazione del batterio della legionella. Spesso il calcolo del dimensionamento dei sistemi ad accumulo, adatti ad utenze residenziali, viene eseguito sulla base di diagrammi predisposti del tipo di quelli riportati nelle figure seguenti. Al crescere del numero di appartamenti considerati si considerano dei fattori di contemporaneit che riducono la portata complessiva richiesta rispetto al valore cumulato corrispondente al totale 12

numero di utenze. Il diagramma di sinistra si riferisce ai riscaldatori a miscela mentre quello di destra fa riferimento ai termoaccumuli.

Figura 4: andamento di capacit e potenza termica di un preriscaldatore al variare dell'utenza servita. A destra il diagramma valido per riscaldatori a miscela e a sinistra quello per i termo accumulatori.

1.4. rete di distribuzione dellacqua calda sanitaria La rete di distribuzione dellacqua calda sanitaria si sviluppa dal riscaldatore dellacqua sino ai rubinetti di erogazione. Tralasciamo ogni considerazione riguardo al suo dimensionamento, ovvero alla determinazione dei diametri delle tubazioni in funzione delle portate che devono essere convogliate, della velocit di deflusso entro i tubi e del bilanciamento delle perdite di carico in ogni tronco della rete. Ci si limita a ricordare che ormai una pratica consolidata quella di installare una rete di ricircolo, al fine di assicurare lerogazione pressoch immediata di acqua calda anche ai rubinetti pi lontani. Le reti di mandata e ricircolo assicurano una circolazione continua dellacqua calda evitandone la stagnazione e il conseguente raffreddamento. Si tratta di un notevole miglioramento delle prestazioni e del comfort allutenza che tuttavia comporta un aggravio di costi sia di installazione, per la necessit di una pompa dedicata e di una maggiore estensione della rete idrica, sia di esercizio, per la necessit di fornire continuativamente energia alla pompa di circolazione e al riscaldatore che compensa il raffreddamento dellacqua tra la mandata e il ritorno. 13

2. LASPETTO NORMATIVO CIRCA LA PREPARAZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA. Le normative di riferimento per la trattazione del tema della generazione di acqua calda sanitaria in ogni tipologia di utenze (residenziale, commerciale, industriale, alberghi, spa, ecc. ...) solo la norma UNI 11300-2 (maggio 2008) e la norma UNI 9182 approvata nel 1987 e aggiornata nel 2010.

2.1. Normativa UNI 11300 parte 2 La norma affronta la determinazione del fabbisogno di energia primaria per climatizzazione invernale e per la generazione di acqua calda sanitaria. Il suo scopo non quindi quello di fornire delle specifiche sul sistema di preparazione dellACS, o sul fabbisogno in volume dacqua dellutenza, ma fornisce comunque delle indicazioni generali sul consumo in funzione della tipologia di utilizzo per permettere di determinare il consumo di energia primaria necessario alla generazione della ACS richiesta. Per edifici destinati alluso residenziale la norma prescrive di determinare il fabbisogno di acs in litri impiegando la relazione: /

dove a il fabbisogno giornaliero specifico [l/G] un parametro che dipende dalla destinazione duso delledificio. Esso indicato in tabella Nu XX per le abitazioni e in tabella XX per destinazioni diverse.

2.1.1. Abitazioni Nel caso di abitazioni Nu corrisponde alla superficie utile Su espressa in metri quadrati, mentre il valore di a si ricava dal prospetto 12 della normativa, nel quale sono indicati anche i fabbisogni di energia termica utile sulla base della differenza di temperatura convenzionale tra erogazione (40C) e acqua fredda (15C). I valori del fabbisogno annuo sono riferiti al funzionamento per 365 giorni.

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Tabella 1: valutazione del fabbisogno di ACS nelle abitazioni, norma UNI 11300-2

2.1.2. Destinazioni duso diverse dalle abitazioni La determinazione dei fabbisogni di ACS per utenze differenti da quelle residenziali viene effettuata su base mensile, tenendo conto del consumo giornaliero e del numero di giorni al mese in cui ledificio occupato.
Tabella 2: valutazione del fabbisogno di ACS in destinazioni non residenziali, norma UNI 11300-2

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Una volta noto il fabbisogno di ACS in volume dacqua la valutazione dellenergia primaria necessaria alla sua preparazione viene realizzata tramite la relazione:

, dove c Vw er o G

Wh

la massa volumica dellacqua [kg/m3] il calore specifico dellacqua 1.162 [Wh/kgC] il volume dacqua richiesta durante il periodo di calcolo [m3/G] la temperatura di erogazione [C] temperatura di ingresso dellacqua fredda sanitaria [C] il numero dei giorni del periodo di calcolo [G]

2.2. Normativa UNI 9182 La norma tratta degli impianti di alimentazione e distribuzione dellacqua calda e fredda, fornisce indicazione sui criteri di progettazione, collaudo e gestione delle reti. La sezione 9 della normativa tratta la preparazione e la distribuzione dellacqua calda sanitaria, descrive la metodologia per il calcolo del fabbisogno per persona e per tipologia di utenza e per la determinazione del volume di accumulo e della potenza termica necessaria alla preparazione di tale fabbisogno nelle condizioni convenzionali. Per condizioni convenzionali di preparazione dellACS si intende che lacqua, prelevata dallacquedotto alla temperatura convenzionale di 10 C, viene riscaldata fino alla temperatura di 40 C alla quale viene distribuita allutenza.

2.2.1. Fabbisogno di acqua calda sanitaria Il fabbisogno di acqua calda sanitaria per persona pu essere determinato sulla base della tipologia di utenza (abitazioni, uffici, alberghi, centri sportivi, ecc..). La tabelle seguenti forniscono il fabbisogno medio giornaliero di ACS a 40C per persona e per apparecchio ad ogni utilizzo

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Tabella 3: fabbisogno di ACS in litri per persona al giorno

Tabella 4: fabbisogno gi ACS in litri per singolo utilizzo dei vari apparecchi sanitari

2.2.2. Preparazione dellacqua calda sanitaria Ogni sistema di preparazione dellacqua calda sanitaria deve essere in grado di fornire acqua alle utenze alla temperatura di 40 C per tutto il tempo necessario. In particolare si ha la certezza di dimensionare correttamente il sistema quando esso in grado di fare fronte allesigenza del periodo di punta. Come mostrato in figura 5 il consumo di acqua calda sanitaria non ripartito uniformemente nel corso di una giornata, ma risulta concentrato in intervalli temporali di durata limitata, definiti, appunto, periodi di punta. Il diagramma mostra il tipico andamento dei consumi giornalieri di acqua in una abitazione singola, ma lo stesso discorso vale discorso vale per ogni tipologia di utenza. Nei periodi di punta si verificano il massimo consumo contemporaneo di acqua calda, per cui l'impianto di preparazione di ACS deve essere in grado di soddisfare tali necessit.

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Figura 5: profilo di carico giornaliero per l'ACS in un abitazione singola

La durata del periodo di punta legata alle abitudini dellutenza, in tabella XX sono riportati le durate dei periodi di punta di acqua calda per diverse destinazioni.
Tabella 5: durate del periodo di punta per tipologia di utenze, norma UNI 9182

Una volta noto il periodo di punta e il fabbisogno di acqua calda sanitaria possibile determinare il volume e la potenza termica del sistema di preparazione. Come visto in precedenza i sistemi di preparazione dellacqua calda sanitaria possono essere suddivisi in due macro categorie, i sistemi istantanei e i sistemi ad accumulo, la normativa distingue una metodologia di dimensionamento per ciascuno di essi.

Sistemi istantanei 18

Un sistema istantaneo deve essere dimensionato in funzione della portata massima contemporanea definita dalla relazione seguente:

Come indicato sopra nel caso di utenze residenziali la portata massima contemporanea legata ai fattori f1, f2 ed f3 che descrivono le caratteristiche dellutenza. Il fattore f1 un coefficiente correttivo che riduce i valore della portata massima contemporanea allaumentare del numero di alloggi serviti dal sistema di preparazione. Questo perch allaumentare del numero di utenti diminuisce la probabilit di una richiesta contemporanea. Il valore di f1 in funzione del numero di alloggi riportato in tabella XX. Il fattore f2 considera il numero di vani di ogni alloggi ed quindi legato alle dimensioni dellutenza. La Tabella XX fornisce il valore di f2 allaumentare del numero di vani di unabitazione, il suo valore crescente poich segue il principio che ad abitazioni pi grandi corrispondano consumi crescenti a seguito di un maggiore numero di utenti. Il fattore f3 un coefficiente correttivo che considera il tenore di vita degli utenti di ogni abitazione. Il valore aumenta allaumentare del tenore di vita, seguendo il principio che allaumentare delle condizioni economiche degli utenti aumenti anche il consumo di ACS e quindi la portata massima contemporanea richiesta.

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Tabella 6: fattore di moltiplicazione f1, norma UNI 9182

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Tabella 7: fattore di moltiplicazione f2, norma UNI 9182

Tabella 8: fattore di moltiplicazione f3, norma UNI 9182

Sistemi ad accumulo
Per i sistemi ad accumulo il dimensionamento deve essere realizzato in relazione al fabbisogno totale di acqua durante il periodo di punta, alla durata del periodo di riscaldamento, alle temperature dellacqua fredda, dellacqua calda erogata e dellacqua contenuta nellaccumulo. La norma UNI 9182 fissa i criteri minimi di progettazione degli impianti sanitari, essa fornisce gli elementi per determinare il consumo di acqua calda sanitaria nel periodo di punta alla temperatura di convenzionale di utilizzo, 40C. Il volume del bollitore determinato sulla base della relazione: dove: Pr

Pr

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qm il consumo orario di acqua calda sanitaria [l/h] Tf la temperatura dellacqua prelevata dallacquedotto Tm la temperatura dellacqua erogata allutenza Tc la temperatura dellacqua contenuta nellaccumulo dp la durata del periodo di punta Pr la durata del periodo di riscaldamento Noto il volume di accumulo necessario a soddisfare la domanda di ACS dellutenza, la norma stabilisce il criterio per determinare la potenza termica del serpentino riscaldante immerso nellaccumulo: Pr 1.163

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3. METODO DI DIMENSIONAMENTO SPESSO UTILIZZATO NEL MONDO INDUSTRIALE

VERIFICA DELLE DIMENSIONI DEL BOLLITORE CALDAIA Edifici Resid. con doccia + vasca 340 1.5 2 60 10 45
Doppio serpen. (lavoro solo su superiore)

Tipologia di utenza Consumi nel periodo di punta per utenza [l] Periodo di punta (ore) Periodo di preriscaldo (ore) Temperatura di accumulo del bollitore [C] Temperatura ingresso acqua fredda [C] Temperatura di utilizzo [C] Tipologia di bollitore

Indicare il numero di alloggi: Fattore di contemporaneit Consumo totale di ACS nel periodo di punta [l] Analisi del calore e delle potenza in gioco Calore totale da fornire nel periodo di punta [kcal] [kwh] Potenza nel periodo di punta+preriscaldamento [kcal/h] [kW] Potenza nel periodo preriscaldamento [kcal/h] [kW] Potenza minima caldaia [kW] Risultati finali Coefficiente sicurezza potenza caldaia Salto termico su bollitore acqua caldaia su bollitore [C] Volume di acqua calda necessaria [l] Coefficiente correttivo tipo bollitore Potenza minima caldaia corretto [kW] Volume bollitore 1 1.15 391 13685 16 3910 5 7820 9 5 1.5 15 156 2 7 313

Il metodo di dimensionamento proposto non si discosta troppo da quanto indicato nella normativa UNI 9182, tuttavia introduce alcune semplificazioni importanti per quanto riguarda la determinazione del consumo dacqua dellutenza e introduce anche una serie di misure correttive che compensano un certo sottodimensionamento del metodo semplificato presentato nella norma. Il fabbisogno di acqua giornaliero dellutenza viene ipotizzato in base allesperienza. Tra i progettisti termotecnici sono comunemente accettati i fabbisogni di ACS presentati in tabella 9.

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Tabella 9: fabbisogni di ACS per tipologia di utenza, valori utilizzati nella pratica Tipo utenza Edifici Residenziali con doccia Edifici Resid. con doccia + vasca Uffici & Simili Alberghi 5 stelle Alberghi 4 stelle con vasca Alberghi 4 stelle con doccia Alberghi 1,2,3 stelle Ospedali Cliniche Caserme, colleggi, ostelli e simili Palestre e Centri sportivi Spogliatoi di stabilimenti Personalizza (vedi riga 70) Fabbisogno (l) 260 340 40 200 180 130 100 120 150 80 170 50 180 Periodo di punta 1.5 1.5 1.5 1.5 1.5 1.5 1.5 2 4 2 0.3 0.5 1.5 Periodo di preriscaldamento 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1.5 1.5 1.5

Il caso in esame si riferisce al dimensionamento di un impianto di preparazione per unutenza residenziale con due servizi, uno con vasca e uno con doccia. il fabbisogno giornaliero di acqua calda quindi stimato a 340 l con un periodo di punta di 1,5 h e un periodo di preriscaldamento di 2 h. La temperatura del volume di accumulo al termine del periodo di riscaldamento sia di 60C, lacqua fredda sia a 10C e la temperatura di utilizza sia fissata a 45C. il bollitore sia del tipo a doppio serpentino con lavoro solo del serpentino superiore. Il calcolo si riferisce ad una sola utenza termica residenziale e il fattore di contemporaneit come indica la norma pari a 1,15, ne consegue che il consumo giornaliero di acqua sul quale effettuare il dimensionamento pari a : me = 340 * 1.15 = 391 l lenergia termica fornita nel periodo di punta, necessaria a riscaldare tale quantit dacqua da 10 a 45C nel periodo di riscaldamento pari a : me * (tmax tA) = 391 * (45-10) = 13685 kcal = 13685 *4.183/3600 = 16 kWh la potenza necessaria nel periodo di punta e riscaldamento per fornire tale energia pari a : qR = 13685/ (p + r) = 13685/(1.5+2) = 3910 kcal/h = 3910*4.183/3600 = 4,54 kW >> 5 kW la potenza termica necessaria nel period di riscaldamento, invece, vale: qR = 13685/ (r) = 13685/(2) = 7820 kcal/h = 7820*4.183/3600 = 9 kW tra i due valori ottenuti per la potenza necessaria, si considera quello inferiore ovvero una potenza di 5 kW. 24

A questo punto il procedimento di dimensionamento esaminato introduce dei coefficienti correttivi che permettono di mantenere una certo margine di sicurezza bilanciando leffetto di alcune assunzioni semplificative del modello. Il primo il coefficiente sicurezza potenza caldaia (=1,5), esso imposto dal costruttore per conto di alcune differenze del comportamento di un sistema reale rispetto al sistema semplificato, in particolare il risultato della combinazione dei seguenti fattori di perdita:
1-

innanzitutto nel modello semplificato si suppone che al termine del periodo di preriscaldamento il serbatoio si trovi tutto alla temperatura massima, trascurando eventuali stratificazioni. Tuttavia la temperatura nel serbatoio dipende dalla posizione della sonda di temperatura e, nei riscaldatori a serpentino, difficile riuscire a uniformare la temperatura dellaccumulo anche negli stati inferiori del liquido. (perdita di volume utile) generalmente il sistema di regolazione per il caricamento del riscaldatore del tipo on-off e prevedde un differenziale di 5-10 C per attivarsi. Pu pertanto accadere che allinizio del periodo di punta il bollitore si trovi nella condizione di minimo del differenziale rendendo disponibile una capacit termica inferiore rispetto alla condizione pi favorevole. (perdita per differenziale del termostato) Il calcolo semplificato suppone che lintroduzione di acqua fredda avvenga con un ingresso a moto a pistone, ovvero spingendo verso luscita lacqua calda in modo che essa non risenta dellentrata dellacqua fredda, questo nella realt non accade e si instaurano dei moti che comportano una certa miscelazione. (perdita per miscelazione)

2-

3-

Il secondo coefficiente considerato il coefficiente correttivo del tipo di bollitore (= 1 o 2). Esso viene introdotto per tener conto della configurazione propria del riscaldatore installato. esistono riscaldatori a monoserpentino e a doppio serpentino, e per questi ultimi riscaldatori in cui lavoro solo sul serpentino superiore o riscaldatori in cui lavoro su entrambi. Nei riscaldatori a monoserpentino o a doppio serpentino in cui lavorano entrambi tutto il volume interessato dal processo di riscaldamento dellacqua erogata. per cui il coefficiente di impiego del bollitore posto pari ad 1. Negli scambiatori a doppio serpentino in cui lavora solo quello superiore, solo la parte superiore del volume attivamente interessata dallo scambio termico con lacqua da erogare, per cui il coefficiente di impiego viene posto pari a 2. I valori individuati in precedenza per la potenza termica e per il volume dellaccumulo da installare devono quindi essere corretto con i valori opportuni per i coefficienti descritti. La potenza finale di dimensionamento sar quindi di 7 kW e laccumulo di 313 litri.

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