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possono individuare due categorie generali di vizi dell'atto amministrativo: a) se la norma una norma giuridica, il vizio che consegue sar un vizio di legittimit e l'atto sar illegittimo; b) se la norma rientra nella categoria delle c.d. norme di buona amministrazione (che impongono alla P.A. di attenersi, nell'esercizio dei suoi poteri discrezionali, a criteri di opportunit e di convenienza), il vizio sar di merito e l'atto sar inopportuno.
di attivit posta in essere in difetto di potere. L'atto nullo non pu essere sanato o convalidato in quanto inesistente.
l'incompetenza assoluta ha lo stesso valore della mancanza del soggetto (competente) e come tale rende l'atto nullo o inesistente. viziato da incompetenza assoluta l'atto emanato da un organo che agisce in una sfera di potere completamente diversa rispetto al potere amministrativo. parimenti viziato da incompetenza assoluta l'atto proveniente da una persona giuridica pubblica diversa rispetto a quella cui l'ordinamento conferisce il potere. viziato da incompetenza relativa l'atto emanato da un organo diverso rispetto a quello competente ma appartenente alla stessa amministrazione (esempio una deliberazione rientrante nella sfera d competenza del consiglio provinciale adottata dalla giunta provinciale). Sintetizzando al massimo si pu dire che all'interno della stessa persona giuridica, l'incompetenza relativa pu verificarsi per confusione tra organi rispetto alla sfera di competenza valutata per ragioni relative ai contenuti, al grado, al territorio o al valore. Il vizio di legittimit per eccesso di potere ricomprende le ipotesi di valutazione dei limiti inerenti l'esercizio dei poteri discrezionali. Gi sappiamo che i limiti alla discrezionalit riguardano: l'interesse pubblico, la causa del potere e i precetti di logica e imparzialit. L'interesse pubblico una derivazione del principio costituzionale dell'imparzialit della pubblica amministrazione nel senso che l'attivit amministrativa, superando ogni condizionamento di parte, deve tendere al conseguimento dell'interesse pubblico. Sappiamo, inoltre, che l'ordinamento attribuisce ciascun potere per un fine ben preciso (potere sanitario, potere edilizio, potere espropriativo) e che l'esercizio di ciascuno di questi poteri deve essere finalizzato allo scopo per cui stato attribuito. I precetti d logica impongono alle amministrazioni di ispirarsi a criteri di coerenza nello svolgimento, nel tempo, della propria attivit. Richiamati brevemente i principi sopra esposti, apparir chiaro che gli atti non ispirati all'interesse pubblico sono viziati da eccesso di potere. Sono, altres, inficiati da eccesso di potere gli atti amministrativi adottati per raggiungere finalit proprie di un diverso potere (trasferimento a fini disciplinari mascherato da esigenze di servizio). affetto da vizio di legittimit per eccesso di potere il provvedimento contenente motivazione o ragionamento illogico. Le figure sintomatiche dell'eccesso di potere possono essere riassunte nelle seguenti: sviamento dell'interesse pubblico quando l'atto sia condizionato da interessi di parte; sviamento della causa del potere, quando l'atto tende a perseguire un fine diverso rispetto a quello per il quale l'ordinamento lha conferito; contraddittoriet tra elementi contenuti nel preambolo e la parte dispositiva oppure rispetto a precedenti attivit cui l'atto risulta collegato; travisamento di fatti, quando l'atto si basa su presupposti insussistenti; disparit di trattamento con riferimento a situazioni analoghe; difetto di motivazione o mancanza di motivazione.
L'autotutela un potere unilaterale che l'amministrazione esercita spontaneamente o su prospettazioni di parte. In ogni caso un potere discrezionale. L'annullamento d'ufficio la rimozione dell'atto per motivi di illegittimit; in dottrina stato peraltro sostenuto che possa essere pronunciato anche per motivi di merito. L'annullamento disposto dallo stesso organo che ha adottato l'atto annullato ma pu anche essere pronunziato dagli organi sovraordinati nei casi previsti dalla legge. Ha efficacia retroattiva, ossia ha effetto ex tunc, cio ha gli stessi effetti derivanti dallinesistenza, sin dallorigine, dellatto annullato. Sussiste anche un potere generale del governo di annullare, d'ufficio o su denuncia (amministrativa), gli atti viziati da incompetenza, eccesso di potere, violazione di leggi o regolamenti generali o speciali, previsto dall'art. 6 della legge comunale e provinciale 3 marzo 1934 n. 383, riaffermato in generale dall'art. 2, comma 3, lett. p) della 1. 23 agosto 1988 n. 400, limitato nei confronti delle Regioni dalla Corte costituzionale (sentenza 21 aprile 1989 n. 229), e ridisciplinato nei confronti degli enti locali dall'art. 138 del T.U. 18 agosto 2000 n. 267; contro questo tipo di annullamento ammesso il ricorso al giudice amministrativo per motivi di legittimit o il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Gli atti possono essere annullati anche in sede di controllo ma questo potere circoscritto quasi esclusivamente agli atti degli enti locali. I provvedimenti amministrativi illegittimi, anche in corso di esecuzione, possono essere annullati d'ufficio (c. 136 1. 30 dicembre 2004 n. 311). La revoca adottata per vizi di merito che, sulla base di nuove valutazioni dei fatti e del pubblico interesse, siano di tale rilievo da viziare il provvedimento. , dunque, un provvedimento motivato di secondo grado con cui la P.A. ritira, con efficacia non retroattiva (ex nunc) latto viziato nel merito. La riforma una revoca limitata poich consiste nella sostituzione della sola parte viziata dell'atto. In ogni caso, trattasi di atti discrezionali che, in quanto tali, possono anche non essere adottati. Entrambe le specie di revoca sono soggette a limitazioni derivanti dall'obbligo di non ledere situazioni soggettive formate o consolidate per effetto dell'atto viziato, divenuto perfetto ed efficace. Se l'atto imperfetto o ancora inefficace il potere di revoca non incontra alcun ostacolo. Sono revocabili gli atti endoprocedimentali se non stato ancora adottato l'atto conclusivo del procedimento o non intervenuto l'atto di controllo. Sono revocabili gli atti restrittivi della sfera giuridica dei privati, che non possono che beneficiare della revoca. Sono invece irrevocabili gli atti non discrezionali, di mera esecuzione e gli atti adottati nell'esercizio di un potere che presuppone il consenso di un altro soggetto, potere che si consuma con l'adozione dell'atto; sono pure irrevocabili le approvazioni e gli atti di controllo positivi. E ancora sono irrevocabili gli atti che costituiscono diritti soggettivi mentre sono revocabili quelli che costituiscono diritti condizionati o interessi protetti in via occasionale allorch si trovino in conflitto con un interesse pubblico. Non pu, poi, escludersi la revocabilit degli atti di natura contrattuale n di quelli concessori, per i quali previsto il riscatto che peraltro deve essere ammesso da una norma di legge e pu essere disposto, a differenza della revoca, anche per scopi particolari (non escluso quello del lucro).
La revoca pu essere disposta da un organo sovraordinato soltanto nel caso in cui abbia il potere sostitutivo e deve essere esplicita e adottata nelle stesse forme dell'atto revocato. La L. 15/2005 ha introdotto nella L. 241/1990 lart. 21 quinquies, il quale prevede che il provvedimento amministrativo ad efficacia durevole (concessione, autorizzazione o altro atto che instauri rapporti a durata prolungata) pu essere revocato da parte dellorgano che lo ha emanato ovvero da altro organo previsto dalla legge nel caso di sopravvenuti motivi di interesse pubblico di mutamento della situazione di fatto ovvero a seguito di nuova valutazione dellinteresse pubblico originario. La revoca determina linidoneit del provvedimento revocato a produrre ulteriori effetti e lobbligo di provvedere allindennizzo degli eventuali pregiudizi verificatisi in danno dei soggetti direttamente interessati (tale indennizzo era gi previsto dalla L. 241/1990, ma limitatamente agli accordi). Labrogazione un atto di ritiro dalla identit piuttosto controversa. Secondo certa dottrina un atto di ritiro che si attua per il sopravvenire di nuove circostanze di fatto che rendono latto non pi rispondente al pubblico interesse, a differenza della revoca che si concreta nella rivalutazione delle stesse circostanze originarie. Ad ogni modo, gli effetti della abrogazione si producono, come per la revoca, ex nunc. La differenza tra revoca e abrogazione sarebbe nel fatto che la prima comporta un riesame del merito dellatto al momento della sua emanazione; la seconda, invece, una valutazione della opportunit di tenere in vita il rapporto creato dallatto in relazione a mutate situazioni di fatto; tale diversit non influirebbe sul regime giuridico dellatto. Gli atti affetti da vizi di legittimit, per effetto del ricorso al principio dell'autotutela, possono essere annullati, come si visto, dall'autorit che li ha emanati o dall'autorit superiore. Tuttavia, di fronte a talune fattispecie, nell'esercizio dello ius poenitendi, l'amministrazione, anzich intervenire con un atto radicale, come l'annullamento, pu procedere con la semplice eliminazione del vizio che inficia l'atto emanato. In tal modo, l'amministrazione mantiene in vita l'atto ed elimina il vizio che inficia l'atto mediante l'adozione di un provvedimento proveniente dallo stesso organo che manifesta la volont di eliminare il vizio dell'atto precedente. Le forme tipiche della convalescenza, ossia dell'attivit posta in essere dalla pubblica amministrazione per sanare i propri atti, sono la convalida, la ratifica e la sanatoria. La convalida un atto amministrativo col quale un organo procede alla eliminazione di un vizio che inficia un suo precedente atto. Appare opportuno, con l'occasione ricordare quanto gi sostenuto in precedenza in ordine alla differenza tra un atto nullo e un atto annullabile. Un atto nullo o inesistente quando manca di uno degli elementi essenziali (soggetto, oggetto, volont e forma) mentre un atto annullabile quando, pur contenendo tutti gli elementi per la sua giuridica esistenza, in difetto di uno dei requisiti di legittimit (presupposti di fatto, presupposti di diritto, motivazione). Ci posto, si deve dedurre che un atto nullo non esiste e, come tale, non pu essere assoggettato a convalida mentre un atto annullabile proprio perch affetto da vizio di legittimit pu essere interessato da un atto di convalida.
Gli elementi caratterizzanti un atto di convalida sono: il soggetto che si identifica con il soggetto dell'atto da convalidare; la volont di procedere alla eliminazione del vizio; l'indicazione dell'oggetto di cui si vuole l'eliminazione; il riferimento specifico all'atto del quale si dispone la convalida. I vizi di legittimit sono: la violazione di legge, l'eccesso di potere e l'incompetenza relativa. Come evidente, l'incompetenza assoluta equivale alla mancanza del soggetto, ossia alla mancanza di uno degli elementi essenziali e quindi all'inesistenza o nullit di atti. L'incompetenza relativa quella speciale incompetenza che si determina tra organi appartenenti allo stesso ordine di poteri allorch luno si sostituisce all'altro esorbitando in termini di competenza per ragioni di materia, di grado, di valore o di territorio. Orbene, gli atti viziati sotto il profilo dell'incompetenza relativa possono essere sanati mediante la ratifica che consiste nella manifestazione della volont dell'organo competente di voler far proprio un atto convalescente approvato da un organo che non ne aveva la piena competenza. Si immagini l'adozione di un piano finanziario adottato indebitamente con deliberazione della Giunta Comunale, ratificato dal Consiglio, quale organo competente. La sanatoria un atto amministrativo, adottato da un organo competente che manifesta la propria volont di eliminare un vizio costituito da un presupposto di legittimit, a volte di natura procedimentale, di cui affetto un precedente atto soggetto a sanatoria. Si immagini il collocamento a riposo, per sopraggiunti limiti di et, di un dipendente che aveva prodotto domanda di differimento dei termini dal 65 al 67 anno di et, trattenendosi in servizio. Completamente diverso dagli istituti sopra richiamati il caso della rettifica che consiste nella constatazione di un errore materiale al quale l'amministrazione pone rimedio. In questo caso, non siamo di fronte ad un atto convalescente ma ad un atto contenente un errore di fatto. La ratio del principio risiede nella considerazione di uno Stato democratico che esercita i propri poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) attraverso organi indipendenti tra i quali il Parlamento, titolare del potere legislativo, espressione della volont popolare e depositario della sovranit del popolo. La dottrina registra un'altra species di atti non catalogabili tra le attivit dell'amministrazione attiva, consultiva e di controllo. Spesso denominata come attivit neutra ed comune anche agli organi che operano nel campo legislativo e giudiziario. Si tratta, per lo pi, di notificazioni, avvisi, pubblicazioni, registrazioni, ecc..