Sei sulla pagina 1di 4

attualit

testo e foto di Aldo Pavan

Loasi dei migranti


16 africa numero 3 2012

Agadz, crocevia di traffici umani in mezzo al Sahara

stata dura. Quindici giorni attraverso il deserto con sette figli. Il caldo terribile. La sete. E il camion che ci sbatteva da una parte allaltra. Allah ci ha aiutato. Altrimenti saremmo morti. Fatima Hamdi, 44 anni, donna tuareg, stravolta. scappata dalla Libia nel pieno della guerra civile. Il marito si nascosto. Assieme ai suoi bambini riuscita a raggiungere Agadz, citt-oasi nel nord del Niger. I ribelli davano la caccia a noi Tuareg. Sparavano agli uomini di pelle scura. Senza piet. Grazie a Dio siamo arrivati fin qui.

Sulla rotta della speranza


Il tramonto incendia Agadz. I cortili chiusi da alte mura rosse nascondono volti di sofferenza e tragedia. Le strade sono labirinti lungo i quali si perdono i drammi di migliaia di persone che si sono riversate in questa citt alle porte del deserto del Tnr. Agadz un imbuto geografico, crocevia dei traffici migratori di gran parte dellAfrica. Antica citt carovaniera al tempo dei commerci delloro e degli schiavi, non ha mai perso il suo ruolo. E nellultimo decennio diventata la tappa obbligata dei migranti in fuga verso lEuropa, lungo la nuova rotta, quella della speranza. Molti degli africani che raggiungono lItalia sono passati da qui. Con indicibili sofferenze hanno sfidato la morte nelle sabbie del Sahara e tra le onde del Mediterraneo.

nostalgia di gheddafi
Ma Agadz non solo lo snodo dei migranti che vanno verso nord. La citt invasa anche da una grande moltitudine di persone che sono scappate dalla guerra libica. Sono braccianti nigerini e dellAfrica nera (Nigeria, Ghana, Senegal, Burkina) che lavoravano in Libia. Dopo la caduta di Gheddafi circa 400mila persone sono rientrate in Niger. Una cifra enorme, che si abbattuta come una grande valanga sulla devastata economia locale. Zara Mohammed, 36 anni, approdata da pochi mesi ad Agadz. senza lavoro. Per racimolare qualche spicciolo vende la legna che raccoglie alla periferia della citt. Ha sette bocche da sfamare. I bambini le girano attorno come cuccioli. Il marito morto in Libia. Gheddafi era buono, perch lEuropa ha voluto eliminarlo? Con noi immigrati aveva fatto solo del bene, dice con un filo di voce. Anche Rhaicha Alabo, 37 anni, che vive accampata in una tenda piantata in un cortile, ha nostalgia del Rais di Tripoli. I ribelli ci hanno rovinato la vita. Stavamo cos bene laggi. Ad Agadz la donna riuscita ad aprire quello che lei chiama un piccolo negozio. Ma un semplice bugigattolo sulla strada, una mensola con un po di riso, dadi, biscotti e poco pi.
africa numero 3 2012 17

attualit
Lantica citt carovaniera del niger una tappa obbligata per i migranti dellafrica nera diretti in Europa. E per la marea di fuggiaschi che, in direzione opposta, scappano dalla Libia
La Lampedusa del Sahara
Gran parte dei nigerini scappati dalla Libia viveva in un quartiere della cittadina di Sebha, capoluogo del Fezzan. Da l sono fuggiti in migliaia con i camion per portare in salvo la vita. Ibrahim combatteva nellesercito di Gheddafi come capitano. Ferito a una gamba, ora si trascina su una sedia a rotelle. Mi sono salvato grazie alla doccia che stavo facendo in ospedale. I ribelli sono entrati in corsia e hanno giustiziato tutti i neri che erano stati ricoverati. Dappertutto si raccolgono testimonianze dolorose dalla guerra libica. Alcune donne hanno raccontato di essere state violentate dai ribelli svela Rhaicha Aymayad, presidentessa della banca Emisikini, un piccolo istituto di credito che offre prestiti a unottantina di profughe.

Off-LimitS

Agadz si trova 1.000 chilometri a nord della capitale Niamey. Importante centro carovaniero ai margini del deserto del Tnr in epoca medievale, meta turistica negli anni Novanta del secolo scorso, oggi una zona off-limits per i tour operator. I visitatori occidentali non possono uscire dalla citt senza una scorta - costosissima - composta da una nutrita pattuglia di militari. Le autorit vogliono evitare che i rari viaggiatori europei siano vittime di rapine o rapimenti. A partire dal 2007 (anno della rivolta antigovernativa dei Tuareg terminata, sulla carta, nel 2009), il deserto diventato un farwest popolato di banditi, miliziani legati ad Al Qaeda e gruppi armati provenienti da Ciad, Libia e Algeria.

Mohammed Mouta, collaboratore dellassociazione italiana Bambini nel Deserto (vedi box) un Tuareg che vive e lavora ad Agadz. Questa la nostra Lampedusa, chiosa amaro mentre conclude la visita agli ultimi profughi.

t tra i banditi del deserto


In un cortile di Agadz vediamo radunati centinaia di uomini coi loro poveri bagagli: sono in procinto

Nel paese di Gheddafi si stava bene, cera lavoro per tutti. Qui si muore di fame, racconta Rhaichita Ibra, 50 anni, scappata ad Agadz dopo 23 anni in Libia

18

africa numero 3 2012

Bambini nel Deserto una delle poche associazioni europee rimaste ad operare in Niger. Ad Agadz e nellAr sostiene alcune cooperative di donne e finanzia la realizzazione di scuole. Ma il principale progetto si chiama Exodus ed rivolto ai migranti che vogliono attraversare il deserto per recarsi in Libia e in Italia. Sostenuto dalla Fondazione Cariplo, il progetto prevede una serie di azioni, tra cui la formazione professionale finalizzata a contenere il flusso migratorio. www. bambinineldeserto.org

SOLidAriet it itALiAnA

Il fIlm che accusa lItalIa


Si intitola Mare chiuso. un documentario, girato da S. Liberti e A. Segre, che racconta la storia di un gruppo di persone - formato in gran parte da eritrei, etiopi e somali - in fuga nella primavera 2011 dalla guerra in Libia. Molti di loro sono vittime delle operazioni di respingimento attuate dalle pattuglie congiunte italo-libiche, in seguito agli accordi tra Gheddafi e Berlusconi. Le loro testimonianze si alternano alludienza del processo alla Corte suprema dei Diritti umani di Strasburgo, dove una ventina di profughi respinti hanno presentato ricorso contro lItalia (che stata condannata a risarcirli). www.zalab.org

in concorso a

di partire verso nord, nella direzione inversa rispetto a quella delle donne. Attraverseranno il deserto per andare in Libia, qualcuno tenter di proseguire verso lEuropa. Sono giovani, alcuni giovanissimi. Non sanno cosa li aspetta, ma vogliono sfidare il destino. Si arrampicano in silenzio sulle sponde di un camion. Taniche di plastica gialla alla mano e un fagotto di cibo, scatole di biscotti. Le

operazioni si svolgono rapidamente mentre i due autisti bevono lultimo t. Si alterneranno al volante fino alla frontiera della Libia. Paura? Per niente, dice il pi giovane, scrollando le spalle. Basta pagare i poliziotti corrotti alla frontiera per risolvere ogni ostacolo burocratico. Il problema vero il viaggio: il deserto del Tnr - fino a pochi anni fa una meta turistica di grande richiamo - divenuto pericoloso perch pullula di banditi, rapinatori, miliziani legati ad Al Qaeda. Le sabbie sono infestate di spiacevoli sorprese. Ma i mercanti di uomini non paiono particolarmente preoccupati. Spariti i turisti, sono i migranti a tenere in piedi leconomia di Agadz, sostiene Maiga Ibrahim Soumaila, funzionario dellOnu per le emergenze umanitarie. Lantica citt delle carovane diventata un porto di disperati in mezzo al deserto.
africa numero 3 2012 19

Potrebbero piacerti anche