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SOCIOLOGIA MILITARE

GESTIRE LA DIVERSIT. ADATTAMENTO CULTURALE E FORMAZIONE PER LE MISSIONI DIVERSE DALLA GUERRA
Le PSO sono state riconosciute come missioni di pace con gradi di rischio variabili e pi bassi rispetto alle operazioni WAR, ma con un alto livello di stress per truppe e comandanti. I fattori di stress variano da operazione ad operazione, pur essendo molto simili tra di loro, ed il loro insieme pu essere definito DIVERSITA. Si possono definire molti tipi di diversit, ognuno dei quali evidenzia uno specifico tipo di stress. Ogni diversit infatti mette in evidenza uno specifico comportamento adattativo, e le lessons learned che da esso possono derivare permettono di individuare idonee abilit e competenze specifiche. Questo comporta una certa flessibilit, con la quale si potrebbe dire flessibilit per far fronte alla diversit culturale. LIVELLI DI DIVERSITA Ognuno di essi associato ad uno specifico tipo di cultura ed una diversa struttura culturale con una precisa tipologia di abilit. Le difficolt degli Ufficiali sono legate proprio alla loro diversit nella cultura militare e nellistruzione formale che li caratterizza. 1. Diversit nella natura della missione militare: Questa prima categoria di diversit relativa al livello pi generale, dove la definizione stessa della funzione militare fortemente messa in discussione. Per la sociologia militare la ripetuta e crescente esperienza in missioni non convenzionali, per le FF.AA. di molti paesi, ha significato una vera sfida alla definizione stessa del mestiere delle armi. Nelle MOOTW, in America, sono state cos inserite anche le operazioni di peacekeeping e di aiuto umanitario, che Janowitz definirebbe come di tipo constabulary.Il bisogno di qualcosa di diverso nella conoscenza e nella capacit avvertito sia per quanto concerne la formazione degli ufficiali, inferiori e superiori, sia per i sottufficiali, fino ai livelli pi bassi della catena di comando, enfatizzando il concetto di iniziativa dal basso verso lalto e di relativa autonomia dei livelli gerarchici pi bassi. Quando sia letica che la competenza di un gruppo professionale sono messi in discussione, allora qualcosa di rilevante sta cambiando o gi cambiato. Una specie di nuovo paradigma sotto cui considerare il ruolo dellesercito professionale ha cos dato vita ad un nuovo tipo di soldato, il peacekeeper militare. Uno studio su questa nuova figura venne gi fatto da Moskos nel 1976, basandosi sul contingente ONU a Cipro: Moskos ha esplorato gli atteggiamenti verso il cambiamento dal mestiere del soldato a quello del peacekeeper con interviste ad ufficiali di pi paesi, ricevendone lidea per la quale la professione militare era conforme anche ai nuovi obiettivi richiesti dalle missioni di peacekeeping: stato cos confermato il detto per il quale il peacekeeping non un mestiere da soldato, ma solo un soldato pu farlo. Una domanda ancora oggi valida non se il nuovo ufficiale debba trasformarsi in peacekeeper, abbandonando il modello del leader eroico, ma se esso possa includere il ruolo del peacekeeper nella gamma degli obiettivi professionali richiesti dalla situazione geopolitica internazionale. Le nuove missioni hanno infatti portato ad un inevitabile cambiamento nellideal-tipo dellufficiale professionista. Questo cambiamento non vuol per dire il totale abbandono del modello convenzionale del soldato come combattente.

La cultura professionale militare conserva le sue caratteristiche pi tradizionali, dal momento che lo scopo primario delle FF.AA. sempre quello di prepararsi ad uneventuale guerra (una societ senza guerre appare ancor oggi quasi utopistica); comunque evidente che la cultura del peacekeeping giunta ad un preciso status sia nelle societ civili che nelle stesse FF.AA. Queste perci devono far fronte a tensioni interne e contraddizioni tra due culture, quella del guerriero e quella del peacekeeper. Questa diversit fondamentale non si pu evitare, dato che non pu essere superata riducendola alluna o allaltra faccia della medaglia. 2. Diversit nelle PSO in quanto tali: Le PSO, al loro interno, includono una vasta gamma di tipologie di interventi, dal peace-enforcement ad operazioni di tipo constabulary come il mantenimento dellordine pubblico e laiuto umanitario. Tale diversit si ripercuote sul ruolo e sulle prestazioni delle FF.AA., perch vuol dire che ai soldati pu venir chiesto di operare in differenti scenari operativi ma soprattutto per il fatto che una singola missione non sempre classificabile interamente in una specifica categoria, e pu comunque sempre cambiare. Questo principio fonte di stress e difficolt per una mentalit militare, pi a proprio agio con obiettivi chiari e definiti come quelli di una classica operazione war. 3. Diversit per quel che riguarda incertezza ed imprevedibilit: Riguarda lincertezza che deve essere data ad una missione sulla propria efficacia, momento di termine, utilit per la propria carriera militare e per la competenza professionale dei singoli partecipanti. Da ricordare anche la variet di reazioni possibili allintervento militare da parte dellopinione pubblica su obiettivi e ragioni dellintervento. 4. Diversit nelle forze multinazionali schierate: Il fatto che le unit spesso sono composte da vari contingenti militari di diversa nazionalit una delle principali caratteristiche distintive delluso corrente nelle PSO. Questo comporta un alto livello di interculturalismo tra unit, dal momento che nazioni diverse possono essere legate a differenti culture. Diversit significa anche regole, equipaggiamenti, risorse, linguaggio e caratteristiche organizzative diverse, che portano ad esaltare limportanza della reciproca cooperazione. 5. Diversit nellambito del teatro operativo: Nelle PSO le forze militari non agiscono da sole, essendo molti e variegati gli attori presenti, ognuno dei quali dotato di un ruolo preciso e specifico. Questi attori non sono solamente militari di altri eserciti, ma anche e soprattutto civili come popolazione, autorit politiche locali, funzionari di agenzie internazionali e membri di ONG, senza scordare il ruolo dei media. Le FF.AA. devono cooperare con alcuni di questi attori, contrastandone altri cercando di rimanere neutrali per evitare tensioni e conflitti sul campo. In un teatro del genere la forza della differenziazione culturale molto evidente.

TIPOLOGIE DI FATTORI DI STRESS NELLE PSO 1. Tensioni e difficolt sollevate dalla diversit per quel che riguarda la missione in s: Nelle operazioni dove prevale il ruolo delle forze dellordine, vengono meno molti elementi di una normale operazione militare, come un nemico facilmente individuabile ed un target da raggiungere chiaro e preciso, fattori che permettono una definizione della prestazione e lesecuzione efficace di questultima. Anche il livello di rischio non facilmente individuabile, essendo talvolta pi nascosto ed improvviso che palese e conosciuto. 2. Tensioni e difficolt sollevate dalla diversit delle PSO come tali: Lambiguit delle PSO origina stress, dato che aiuta a mantenere un senso di precariet. Lesperienza di una missione pu non tornare utile in unaltra, pu cambiare il modo di rapportarsi con i civili e tante altre cose: tutto ci contribuisce a creare la sensazione di una situazione incerta ed indefinita. Il mutare delle ROE, inoltre, pu aggiungere un senso di personale insicurezza e/o incertezza per il corretto modo con cui reagire alle minacce. 3. Tensioni e difficolt sollevate dalla diversit per quel che riguarda incertezza ed imprevedibilit: Questo livelli mette in discussione i fattori motivazionali. Lindeterminatezza riferita al significato della missione, alla percezione della sua efficacia, alla sensazione di sprecare tempo e competenza professionale per qualcosa la cui legittimazione incerta o discutibile. Questultima pu essere minata anche da una scarsa prestazione o da una mancanza di successo. Noia e perdita di senso della missione, incertezza generalizzata circa il risultato sono fattori di stress ben identificati nellanalisi delle PSO, e che toccano coesione e prestazione delle FF.AA. Laddestramento militare convenzionale fa affidamento sulle azioni e sul risultato delle azioni per misurare la prestazione e sostenere la motivazione dei militari. In un expert survey condotto sugli ufficiali con esperienza nelle PSO sono stati individuati pi fattori di stress. Alla domanda Nel caso lei avesse dovuto affrontare delle difficolt nel gestire lo stress psicologico dei suoi soldati causato da elementi legati alla missione, di quali fattori si trattava?, le risposte pi frequenti e rilevanti hanno riguardato lincertezza, lambiguit della missione, ladattamento, il rischio della vita, le restrizioni di movimento, la noia, le varie privazioni e la lunghezza del periodo della missione. Componenti principali dei fattori di stress sono nostalgia, inefficacia della missione e risentimento: la prima riguarda un sentimento latente fatto di mancanza di casa, solitudine e noia, la seconda collegata alla personale valutazione dellessenza della missione e dei suoi scopi e risultati, indicati come incertezza, ambiguit della missione ed inefficacia della missione, mentre lultima un sentimento riguardante la mancanza di rispetto da parte del governo e dellappoggio dellopinione pubblica ed legata alla mancanza di riconoscimento da parte dei media e della privazione relativa (percezione di differenze varie tra contingenti). La missione pu essere soggetta a cambiamenti od avere finalit che appaiono irrealizzabili, e ricevere critiche e lamentele sulla sua validit da parte dei civili in patria. In tale modo una certa demoralizzazione pu prendere il sopravvento e portare ad una condotta scadente. Possono essere presenti facili tentazioni, e lincertezza nasce anche dalla cronaca giornalistica dato che in genere i giornalisti trattano in modo ampio solo le prime fasi delle operazioni.

4. Tensioni e difficolt sollevate dalla diversit allinterno delle forze multinazionali impiegate: Ci si potrebbe qui aspettare una specie di shock culturale, e che le difficolt sollevate dalle relazioni con i membri delle altre unit di nazionalit e lingua differenti possano incidere sulla prestazione e dar vita anche al sentimento di privazione relativa, cio la percezione di un ingiusta differenza tra i vari contingenti. In realt le difficolt riscontrate sono meno rilevanti di quelle che ci si potrebbe aspettare: solo il 38% del campione degli ufficiali dichiara difficolt e problemi nelle relazioni interpersonali con colleghi di altri contingenti. Gli ufficiali inferiori indicano rapporti problematici meno frequentemente rispetto a quelli superiori. I principali problemi riferiti sono relativi alla lingua, al contrasto di lealt (NATO, ONU, ), differenze culturali, divergenze nellinterpretazione della missione, preparazione professionale e codici etici differenti. Queste difficolt nascono dalla generale diversit culturale e dalla diversit nella cultura militare. 5. Tensioni e difficolt sollevate dalla diversit nel teatro doperazioni: Questo il punto in cui si pu manifestare un vero e proprio shock culturale. I diversi orientamenti delle FF.AA. verso le PSO possono influenzare la percezione delle difficolt che nascono dalla variet degli attori, la maggior parte dei quali civili, attivi nel teatro delle operazioni. Ovunque sono state riscontrate difficolt con i civili, soprattutto dagli ufficiali di Russia e Sud Africa (90%) e meno da quelli di Italia, Francia e Bulgaria (54 e 58%). Una spiegazione forse il mix di missioni, dal momento che gli ufficiali di Russia e Sud Africa sono stati impiegati maggiormente in operazioni di tipo constabulary, cosa che spesso significa avere a che fare con problemi di ordine pubblico, e in missioni umanitarie. Gli ufficiali di Italia, Francia e Bulgaria hanno avuto esperienze in gran parte di PSO dove i contatti con i civili possono essere di variabile natura, e non includere necessariamente posizioni reciprocamente conflittuali. E un dato di fatto che dove le operazioni di pulizia e le missioni umanitarie sono maggiormente presenti, vi anche una pi ampia attenzione circa le difficolt con i civili, probabilmente dovuta al fatto che questi due ultimi tipi di missioni implicano inevitabili e molto differenziate relazioni con i civili. Alcune missioni, complessivamente, sono pi vicine ad operazioni WAR classiche che ad operazioni di polizia od umanitarie, e per esse stato proposto il termine di peacekeeping strategico, una via di mezzo tra il peacekeeping classico ed il peace-enforcement. Le difficolt quindi possono diventare pi evidenti man mano che la distanza tra il contesto della guerra ed i contesti diversi dalla guerra diventa pi ampia. Le difficolt con i civili aumentano anche con il salire del grado: dal 60% dei tenenti, infatti, si arriva all87% dei colonnelli. Ci dovuto al fatto che il personale ai livelli pi bassi, collocato a contatto diretto con la situazione reale, sembra saper affrontare il proprio ambiente diretto con minori difficolt rispetto ai livelli superiori, e questo costituisce un fattore di efficienza. Tra gli attori civili percepiti come maggior fonte di stress vi sono la popolazione civile, le autorit locali e le varie fazioni in lotta.

LEGAME TRA CULTURA MILITARE, DIFFICOLTA TRANSCULTURALI ED ESPERIENZA DI MISSIONI Gi una quarantina di anni fa Janowitz propose la distinzione tra il LEADER EROICO ed il MANAGER MILITARE, anche con la definizione delle forze constabulary ed il ruolo constabulary delle FF.AA., ha fatto notare che il compito del manager militare era di bilanciare i ruoli di tecnici ed eroi. Una prima proposizione teorica pu derivare da unipotesi concernente le relazioni tra attori civili e personale militare. La cultura militare nelle PSO in grado di influenzare, tra gli altri aspetti, la capacit degli ufficiali di far fronte alle responsabilit ed alle aspettative provenienti da un ambiente complesso e spesso incerto, composto da tanti e diversi attori non militari presenti sul teatro operativo. Vengono quindi formulate pi opzioni: A) Stabilisce che gli ufficiali che mostrano un orientamento professionale pi incline al tipo del warrior o pi incline al tipo di peacekeeper manifestano reazioni diverse di fronte alla variet di aspettative provenienti dalle situazioni incontrate nei teatri delle PSO; in particolare, i guerrieri potrebbero trovare maggiori difficolt nellaver a che fare con la diversit e con un ambiente turbolento, mentre i peacekeeper potrebbero sentirsi pi a loro agio con la flessibilit e con rapporti cooperativi e non gerarchici. B) Afferma che la percezione di difficolt con i civili pu essere condizionata dallesperienza delle missioni, sia in termini di LUNGHEZZA DI IMPIEGO (quanto lunga lesperienza di dispiegamento nelle PSO) sia in termini di VARIETA DI MISSIONI (quanto diversificata lesperienza in queste missioni, di supporto alla pace e/o operazioni di tipo constabulary e/o missioni umanitarie). Lesperienza acquisita nelle PSO pu avere un impatto sulla cultura militare: la cultura, infatti, consiste in una creazione continua, ed anche la cultura militare soggetta a cambiamenti, in particolare in base alle condizioni mutevoli ed alle esperienze dei teatri dove le forze militari vengono inviate ad operare. C) Ha a che vedere con le lezioni apprese e con quella particolare caratteristica delle organizzazioni militari che ne fa un tipo di LEARNING ORGANISATION, dove la gestione della conoscenza gioca un ruolo cruciale. Ci significa che warriors e peacekeepers possono essere il risultato del TIPO e del TEMPO di impiego sperimentato dagli ufficiali. Lunghezza e variet possono interagire, cos da formare ufficiali con un tempo di impiego breve/lungo e con una diversit di missione bassa/alta. Le ricerche hanno dimostrato inoltre lesistenza di un terzo tipo, definito come ufficiale FLESSIBILE, che la prova empirica di quel tipo di soldato flessibile che deve cavarsela con qualcosa che non un compito da soldato, ma che solo un soldato in grado di fare. Secondo questo schema teorico, lorientamento culturale pu essere considerato come variabile strutturale ed indipendente, in grado di spiegare la capacit degli ufficiali di far fronte allincertezza ed alla turbolenza di un ambiente diverso dalla guerra. Si pu considerare anche da un punto di vista dinamico, come il frutto di una continua creazione, mutevole ed in grado di adattarsi a seconda delle nuove esperienze. Gli ideal-tipi culturali influenzano labilit degli ufficiali nel trattare con gli attori civili, ma questi tipi ideali sono anche influenzati dallesperienza man mano accumulata dagli ufficiali. Potendo considerare verificata questa proposizione, potremmo dire che la formazione e laddestramento per le PSO dovrebbero includere un orientamento positivo volto a cambiare la cultura militare in modo da migliorare e sostenere quelle caratteristiche culturali che hanno dimostrato di influenzare positivamente labilit relazionale degli ufficiali per far fronte alla diversit tra le culture.

GUERRIERO Disciplina Essere pronto allazione Decisione Leadership Obbedienza Capacit di sopportare stress fisici Patriottismo Prontezza al sacrificio Lealt al potere civile Le PSO NON sono una componente naturale del ruolo del soldato

PEACEKEEPER Determinazione Empatia Expertise Capacit di socializzare Spirito e abilit cooperativi Forza mentale Buona formazione generale Apertura mentale Senso di responsabilit Le PSO SONO una componente naturale del ruolo del soldato

LUNGHEZZA DELLIMPIEGO E VARIETA DELLESPERIENZA IN MISSIONI DIVERSE DALLA GUERRA: DUE POSSIBILI VIE DI INTERPRETAZIONE Lesperienza accumulata nel corso delle missioni e la lunghezza dellimpiego sono altri due caratteri le cui modalit variano tra i diversi campioni nazionali. Gli ufficiali provenienti dai diversi paesi differiscono molto a seconda che si tratti di neofiti o di veterani ed anche in base ad una bassa od alta variet di esperienza. Allo scopo di ridurre il raggio di varianza, si sono ridotte entrambe le variabili a due modalit, bassa e alta, e mediante il loro incrocio sono stati ottenuti quattro sottogruppi di rispondenti. Solo il 18% pu essere considerato il gruppo dei veri veterani, che totalizzano un livello alto sulle dimensioni sia della lunghezza sia della variet. Queste due variabili potrebbero influenzare la percezione che gli ufficiali hanno circa le relazioni sociali. Variet di esperienze BASSA ALTA Lunghezza di impiego BASSA 31% 9%
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ALTA 42% 18%

Le due variabili hanno uninfluenza sulle relazioni degli ufficiali con i civili, ma nel senso opposto: le difficolt tendono a crescere con la lunghezza dellimpiego ed anche la variet dellesperienza pu diminuire il numero di quelle difficolt in cui ci si imbatte solamente quando essa alta; ma questultimo dato ci d una possibilit di ammettere che una grande variet di esperienze di diverse operazioni non di guerra pu fornire gli ufficiali di quella mente flessibile richiesta da una situazione incerta. Il modello migliore sembra essere quello dellufficiale flessibile, che non una figura di mezzo, incapace di decidere su che cosa fare o che cosa essere, ma un professionista in grado di combinare differenti qualit, alcune delle quali pertinenti al modello del warrior, qualcunaltra al modello del peacekeeper, in modo da adattare la propria prestazione alle incerte e variabili richieste che provengono da un ambiente turbolento come spesso il caso per le missioni diverse dalla guerra. COMMENTI E VALUTAZIONI SULLE NUOVE COMPETENZE RICHIESTE DALLE OPERAZIONIDIVERSE DALLA GUERRA La diversit stata scelta come lelemento chiave per definire il genere di situazione che il personale militare si trova ad affrontare nelle operazioni non convenzionali. Il problema principale, per soldati ed ufficiali, far fronte ad unampia variet di aspettative, provenienti da molteplici altri differenziati (sia civili che militari) che sorgono dalle tante e diverse situazioni con cui deve trattare il personale militare. Questa variet avvertita come pi o meno problematica nella misura in cui ogni attore, in ogni situazione, si fa portatore di una specifica cultura, cio con valori e norme ed anche interessi pi o meno in contrasto tra di loro. ATTORI NEL CONTESTO: riguarda la popolazione civile, le autorit locali e le fazioni in lotta, che fanno tutti parte della situazione per cui la missione stata decisa. La popolazione spesso gioca, se non sempre, il ruolo della vittima che deve essere salvata, aiutata e protetta dai peacekeeper; essa mantiene tuttavia relazioni ambigue con le fazioni in armi e questambiguit anche presente nelle sue relazioni con le autorit locali, daltra parte le autorit locali e le fazioni in lotta hanno obiettivi specifici e tendono a sfruttare in maniera opportunistica la presenza delle forze di pace. Se si aggiungono una lingua diversa e differenze culturali generali, evidente che la maggior parte dei problemi relazionali si realizza in questo ambito. ATTORI ORIENTATI VERSO IL CONTESTO: tutti coloro che giocano direttamente il ruolo di peacekeeper: rappresentanti e funzionari delle agenzie internazionali, membri delle organizzazioni non governative, le stesse forze militari. Tutti costoro sono impegnati ad agire per dirimere la situazione conflittuale o drammatica in cui sono stati coinvolti. Dovrebbero avere sostanzialmente obiettivi comuni e la loro interazione dovrebbe dar luogo a qualche tipo di soluzione al problema. Le agenzie internazionali sono solitamente organizzazioni burocratiche i cui rappresentanti agiscono come membri di una organizzazione, seguendo norme e pratiche in accordo con una ben stabilita e particolare cultura organizzativa. Non differiscono dalle FF.AA. per i modelli burocratici, ma per gli intenti ed i valori interni. Altro problema il rapporto con le ONG. Le FF.AA. sono unistituzione, mentre unorganizzazione non governativa un movimento, caratterizzata da impegno di tipo normativo ma su base individuale e volontaria.

MASS MEDIA: Sono il nuovo vero protagonista sul teatro delle missioni diverse dalla guerra, dal momento che il loro ruolo ed i loro obiettivi sono sensibilmente divergenti rispetto a quelli di ogni altro tipo di attore sulla scena. Questi ultimi devono FARE QUALCOSA, mente i media devono RIFERIRE QUALCOSA. Nella societ dei media solamente ci di cui si parla, cio ci che coperto dai media, esiste realmente. Nelle operazioni militari diverse dalla guerra la storia inizia non appena arrivano i media e la storia finisce quando i media se ne vanno. Latteggiamento dellistituzione militare verso i media quindi APPRENSIVO, latteggiamento della stampa DISTANTE, il controllo militare sui media BASSO ed i media percepiscono di essere corteggiati dalle FF.AA. Le difficolt con i media sono state segnalate dal 17% degli interessati, mentre i principali tipi di difficolt sono imputati ad una differente mentalit e ad una certa slealt e malafede. Pi i rapporti tra FF.AA. e societ sono democratici e pi i tipici strumenti di una democrazia sono accettati e dati per scontati dalle FF.AA. stesse, pi le relazioni con i mezzi e con gli operatori della comunicazione diventano meno problematiche. La capacit di gestire le relazioni con i mass media sta diventando una tra le qualit maggiormente richieste per gli ufficiali impegnati nelle operazioni diverse dalla guerra. Ci si pu quindi chiedere se c una possibilit che la prospettiva del guerriero o del peacekeeper o del flessibile sia influenzata dallesperienza reale di queste missioni non convenzionali, e se sia plausibile parlare di un processo di adattamento o di formazione. La lunghezza dellimpiego in grado di influenzare almeno la struttura culturale degli ufficiali: uno spostamento dalla prospettiva dellufficiale guerriero a quella dellufficiale flessibile o a quella del peacekeeper sembra andare lungo la stessa direzione di una crescente e prolungata esperienza di operazioni diverse dalla guerra. Lesperienza acquisita in questo tipo di missioni in grado di incidere sullideal-tipo militare, dando luogo a modelli di buon ufficiale pi flessibili ed adattabili alla situazione. Il modello migliore sembra quindi essere quello dellufficiale flessibile, che non una figura di mezzo, incapace di decidere su che cosa fare o che cosa essere, ma un professionista in grado di combinare le differenti qualit pertinenti alluno e allaltro modello, in modo da adattare la propria prestazione allincertezza ed alla variabilit ambientale degli scenari diversi dalla guerra.

LE NUOVE ABILITA RICHIESTE PER GESTIRE LA DIVERSITA 1. Diversit per quel che riguarda la missione militare stessa: Secondo Janowitz, con la trasformazione della professionalit militare nel modello constabulary il moderno soldato professionista deve essere in grado di trovare un equilibrio efficiente tra un certo numero di ruoli diversi, e deve sviluppare abilit ed orientamenti pi comunemente presenti nel manager civile. Il problema della preparazione del personale militare era descritto come esigenza di inglobare nel profilo della carriera una pi ampia cultura generale per i leader militari ed una maggior specializzazione scientifica per i tecnici militari. La carriera dovrebbe rendere il soldato professionista sensibile alle conseguenze politiche e sociali dellazione militare. Nellambito del modello constabulary, un professionista militare versatile sia negli affari politici sia in quelli militari rappresenta unesigenza di fondamentale importanza.

2. Diversit per quel che riguarda le missioni diverse dalla guerra come tali: Le capacit richieste a questo livello riguardano la capacit di adattarsi al cambiamento e di accettare una gamma variabile di incertezza. Una bassa od alta capacit di affrontare lincertezza e lignoto , in generale, culturalmente determinata. La cultura militare ha in generale una forte tendenza ad evitare lincertezza, essendo molto pi incline a seguire regole precise e muoversi lungo catene di azioni ben definite e prevedibili. Una capacit nuova significa saper cambiare questorientamento da un sistema rigido ad uno flessibile. 3. Diversit per quel che riguarda incertezza ed imprevedibilit: accanto alla capacit di affrontare lincertezza, si richiede una speciale combinazione nel garantire motivazioni e senso della missione da parte dei comandanti ai livelli pi bassi, cos come a quelli pi elevati. La comprensione delle ragioni generali e della legittimit di ogni missione di cruciale importanza. Lufficiale flessibile un attore consapevole e ben informato circa il contesto della sua azione. 4. Diversit per quel che riguarda le forze multinazionali impiegate: diverse nazionalit e culture militari devono cooperare, e regole e risorse diverse sono messe a confronto. La nuova abilit la capacit di formulare un pensiero di gruppo ed un orientamento di tipo cooperativo. E forse la diversit pi facile da superare, in quanto le culture militari sono si diverse ma hanno molti aspetti in comune. 5. Diversit per quel che riguarda il teatro operativo: la cultura militare influenza la capacit di affrontare uno scenario incerto e differenziato dove molti e diversi attori sono presenti, specie quando questi sono dei civili; inoltre la cultura militare influenzata dal mix di esperienze acquisite dagli ufficiali ed spinta a trasformarsi in un insieme in cui prevale un modello misto, flessibile o definitivamente di peacekeeper (cercando per di non eliminare i tratti tipici del guerriero). Il risultato dovrebbe essere un tipo di ufficiale capace di far ricorso a pi di un modello, cos da comprendere e comportarsi in modo adeguato negli ambienti altamente incerti e spesso ambigui dove di solito hanno luogo le operazioni militari diverse dalla guerra.

IL RUOLO DELLA CONOSCENZA NELLA CATENA CAUSALE TRA CULTURA MILITARE E DIFFICOLTA TRANSCULTURALI Lesperienza accumulata nel corso delle missioni ha dimostrato avere un impatto cruciale sulla capacit di definire la propria situazione e le sue problematiche. Il tipo di cultura militare appare possedere un potere discriminatorio riguardo allabilit di far fronte alla diversit culturale, nel senso che ufficiali di tipo peacekeeper o flessibile si trovano molto pi a proprio agio dei guerrieri per quel che riguarda la situazione sul campo. La cultura militare allo stesso tempo stabile e dinamica: viene appresa come un insieme strutturato e fisso, ma in realt si adatta e cambia costantemente a seconda dellesperienza sociale dellattore. Le diverse culture militari sono quindi il risultato di un sistema di istruzione formale e strutturato che gioca il suo ruolo istituzionale di trasmissione culturale e di socializzazione, ma sono anche il risultato del continuo processo di adattamento e ridefinizione che deriva dallesperienza tangibile e dallinterazione sociale in genere.
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La CULTURA MILITARE permette di affrontare la DIVERSITA TRANSCULTURALE con pi o meno successo (A). La percezione delle DIVERSITA TRANSCULTURALE varia in base allESPERIENZA DI MISSIONE e origina le LEZIONI APPRESE (B). Queste hanno effetto sullu CULTURA MILITARE, provocandone un aggiustamento (C). Ma la CULTURA MILITARE anche determinata dallISTRUZIONE FORMALE e dallADDESTRAMENTO (D), su cui le LEZIONI APPRESE possono portare adattamenti e cambiamenti (E).

I CAMPI DI FORMAZIONE DA MIGLIORARE E possibile individuare quali campi della formazione dovrebbero essere meglio adeguati alle esigenze, soprattutto nel periodo solitamente piuttosto lungo occupato dalla formazione militare di base, svolta normalmente nelle Accademie. Tematiche Preparazione insufficiente Preparazione sufficiente lingue straniere 36.2% 63.8% diritto internazionale 29.2% 70.8% relazioni internazionali 21.7% 78.3% logistica 20.6% 79.4% relazioni 19.6% 80.4% management crossculturale 19.0% 81.0% storia 18.0% 82.0% gestione amministrativa 15.7% 84.3% COME POSSIBILE LA FLESSIBILITA? Il quadro condotto fin qui pu sembrare alquanto multiforme. Si tratta comunque di una situazione che non riguarda solo le FF.AA.: da tempo le imprese transnazionali, e prima ancora quelle multinazionali, hanno dovuto confrontarsi con la diversit culturale sotto molti aspetti, ed hanno sperimentato le problematiche del CULTURAL SHOCK, come pure la necessit di mantenere standard comportamentali relativamente coerenti. Ora si giunti allistituzione della Laurea triennale e della Laurea specialistica in scienze strategiche modellate sulle esigenze dellufficiale delle diverse armi. Ad un personale cos formato devono per corrispondere assetti organizzativi adeguati, ed allora il cambiamento riguarda non solo gli individui ma le strutture entro le quali essi devono operare ed i processi in cui si trovano coinvolti. Non solo il soldato, dunque, ma anche lorganizzazione militare deve diventare flessibile.

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DIVERSIT, CULTURE MILITARI, DIFFICOLT E NUOVE ABILIT PER LE OPERAZIONI MILITARI DIVERSE DALLA GUERRA
Livelli di diversit Diversit culturale Cultura militare prevalente Difficolt incontrate Abilit richieste Campi formativi Scienza politica. Relazioni internazionali. Diritto internazionale. Storia contemporanea Gestione dellincertezza Sociologia del lavoro. Sociologia organizzativa. Psicologia sociale. Gestione risorse umane Tecniche della comunicazione. Addestramento al lavoro di gruppo Tecniche di management cross culturale. Sociologia. Antropologia culturale. Tecniche di problemsolving e decisionmaking

Missione militare

Contesto WAR o contesto CROs

Guerriero o peacekeeper

Due modelli di ruolo opposti

Formazione e sensibilit politiche

Entro le missioni diverse dalla guerra

Molti e diversi tipi di missione

Ambigua (guerriero e peacekeeper)

Ruoli sfumati. Ambiguit di ruolo Rischio di crisi motivazionale. Scarsa chiarezza su scopi ed efficacia della missione

Accettazione dellincertezza. Orientamento flessibile

Entro la specifica missione

Livello di incertezza e prevedibilit

Flessibile per adattarsi ad un ambiente turbolento

Comprensione della missione e leadership motivazionale

Tra i contingenti della forza multinazionale

Norme, valori, Incontri Comunicazione. numero, transnazionali. Cooperazione. equipaggiamento, Cultura Lealt culture militari cooperativa ed contrastanti nazionali adattabile

Group thinking. Orientamento cooperativo. Lavoro di gruppo. Orientamento cosmopolita

Nel contesto del teatro operativo

Variet culturale degli attori civili

Relazioni transculturali, orientamento aperto capace di minimizzare lo shock culturale

Management cross culturale. Comunicazione. Capacit di Comprensione risolvere della distanza conflitti di culturale. ruolo. Comportamenti Accettazione opportunistici del relativismo culturale

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SOCIOLOGIA MILITARE

CULTURA ED ETICA MILITARE NELLE FF.AA. CANADESI IN MISSIONI DI PACE


INTRODUZIONE Le organizzazioni militari sono strutture per il coordinamento delle attivit volte ad assicurare la vittoria sul campo di battaglia. Nonostante il diffuso impegno odierno nelle PSO, il loro proposito principale sempre quello della guerra. In particolare, le forti relazioni interpersonali e la coesione delle piccole unit sono considerati aspetti necessari in zona di guerra. La lealt incoraggiata a tutti i livelli come valore militare e le strutture garantiscono il primato degli obiettivi comuni. Gli individui mostrano una forte fedelt verso il proprio gruppo ed il gruppo esercita un controllo sociale sui singoli membri. Nellesercito la FEDELTA VERSO IL GRUPPO considerata essenziale per lefficacia del combattimento. La cultura militare enfatizza lappartenenza, mentre laddestramento premia le prestazioni di gruppo. La coesione dellunit, per, pu arrivare a minare la disciplina ed il complessivo buon funzionamento di una forza pi ampia. La lealt verso il gruppo infatti diventa cos esagerata da sostituire quella verso lesercito. In Canada le piccole unit per le operazioni di pace sono riunite in modo da formare un pi ampio battaglione che viene poi dispiegato oltremare. Una volta oltremare, al gruppo viene chiesto di partecipare ad un numero di operazioni che li porr in contatto con unampia variet di attori. Se i piccoli gruppi non riescono a superare i loro pregiudizi, lavorare in unoperazione di sicurezza collettiva diventa sempre pi difficile. Il Canada un paese che vanta una tradizione di leader mondiale nelle operazioni di pace. Nelle missioni in Somalia e nellex Yugoslavia, per, soldati canadesi hanno messo in opera comportamenti aberranti, anche perch la forte lealt verso il gruppo stata controproducente in queste missioni di pace. In queste due situazioni lesagerata lealt verso lunit ha impedito ai gruppi di lavorare insieme ed ha condotto alcuni gruppi a proteggere i propri membri persino quando ci significava sfidare gli ordini o trascurare la catena di comando. In Somalia, ad esempio, soldati del Secondo Comando del Canadian Airborne Regiment picchiarono a morte un giovane somalo, Shidane Arone, di soli 16 anni. A Bacovici, nellex Jugoslavia, soldati di fanteria furono coinvolti in una serie di gravi incidenti causati da cattiva condotta e mancanza di disciplina. La Commissione dinchiesta per Bacovici concluse che lambiente delle operazioni non poteva essere biasimato per tali mancanze, ma che esistevano pecche nellunit ancor prima del dispiegamento. Le spiegazioni per gli incidenti in Somalia ed in ex Jugoslavia sono molteplici e parte della spiegazione risiede nella cultura dellunit, una cultura che enfatizza la lealt verso il gruppo, tollera lindisciplina e pu erigere un muro di silenzio contro la catena di comando in modo da proteggere il gruppo. COESIONE e LEALTA sono considerate componenti importanti dellefficienza in combattimento. Lenfasi sui gruppi primari nella sociologia militare ebbe inizio durante la seconda guerra mondiale. Si percepiva che il MORALE, insito nel senso di unit, desse ai soldati il coraggio per combattere. Nonostante la lealt sia considerata come un valore militare chiave, alcuni autori del periodo del dopoguerra iniziarono a notare lemergere di interessi personali e di individualismo. La civilizzazione delle organizzazioni militari venne vista come forza negativa, che erodeva i tradizionali valori militari.

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Venendo ora allesercito canadese, esso ha sviluppato una cultura al proprio interno caratterizzata da unenfasi sulla gerarchia e la tradizione, e pu venir definito come un collettivo allinterno della stessa societ canadese. I membri dellesercito condividono questa cultura che trasmessa di generazione in generazione. Lorganizzazione dellesercito canadese basata sul sistema reggimentale, molto simile al sistema britannico ma con aspetti tipicamente canadesi. I reggimenti sono divisi tra anglofoni occidentali, anglofoni centro-orientali e francofoni, esempio di come la pi ampia societ canadese, e particolarmente le sue realt geografica, economica e sociale influenzino lesercito. Queste divisioni territoriali definiscono aree di reclutamento, addestramento e residenza per i membri dei reggimenti e danno ad ogni reggimento una personale nota caratteristica. Vi sono assolutamente pochissimi spostamenti da un reggimento ad un altro. Il CANADIAN AIRBORNE REGIMENT (CAR), ad esempio, stato costituito da unit senza appartenenza permanente. Tuttavia anchesso riflette le divisioni geografiche e linguistiche dellesercito canadese. E suddiviso in tre reparti, ognuno dei quali rappresenta una delle tre suddivisioni sopracitate. Il risultato stato che le unit del reparto del CAR non si sono mescolate fra di loro su una base normale, e vivono tuttora per principio in baracche separate. Come nei reggimenti principali, ogni reparto cominci a sviluppare la sua particolare subcultura, cio la sua peculiare maniera di fare le cose ed unidentit associativa. LA SOLIDARIETA MECCANICA Il carattere delle istituzioni militari tradizionali collettivistico e pu essere caratterizzato dal manifestarsi della SOLIDARIETA MECCANICA. Negli USA, MARSHALL, studiando gli effetti del morale sulla volont di combattere, not limportanza dellunit tra i soldati. JANOWITZ scopr che le relazioni affettive, cio i legami di gruppo primario, erano responsabili per la coesione della Wehrmacht tedesca e della volont dei soldati di continuare a combattere nonostante le terribili difficolt. Nel 1970, poi, MOSKOS riteneva lIDEOLOGIA (patriottismo tacito) pi importante della coesione di gruppo per la motivazione a combattere. Scrisse che limportanza del gruppo primario per i soldati in combattimento era stata esagerata. Negli anni 60 gli studiosi cominciarono a notare lemergere della differenziazione organizzativa laddove alcuni elementi dellesercito stavano diventando pi civilizzati o razionali ed individualisti mentre altri, in particolar modo le forze combattenti di terra, rimanevano tradizionalmente militari o istituzionali. In Canada venne notato lapparizione di un formato plurale composto da tre ampie nicchie occupazionali: la tecnico-amministrativa, caratterizzata dalla convergenza con la societ civile, mentre le forze combattenti e le operazioni navali erano considerate divergenti dalla societ civile. Secondo COTTON, il soldato combattente in una chiara posizione dinferiorit nel moderno esercito canadese volontario. Da ufficiali e soldati ci si aspetta il rispetto di norme e valori che trascendono il proprio interesse individuale in favore di uno scopo ritenuto pi elevato. Secondo le affermazioni ufficiali sullethos militare canadese: accettiamo che il lavoro di gruppo essenziale alla sopravvivenza ed al successo dellunit militare. Nel Giuramento prestato da ogni recluta, ufficiale od uomo arruolato, il soldato giura leat a qualcosa di pi grande di se stesso. A causa della natura del territorio di guerra lesercito pone una speciale enfasi sul rinforzo dei legami di gruppo. Una componente chiave del legame di gruppo la CULTURA DEL REGGIMENTO, che enfatizza la solidariet e la coesione del gruppo.

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COESIONE E LEALTA NELLESERCITO CANADESE Se lorganizzazione vuole avere successo in battaglia, la COESIONE deve essere incoraggiata a tutti i livelli. La cultura militare incoraggia coesione e lealt agli scopi della guerra e nonostante lesercito canadese sia principalmente impegnato in operazioni di pace, esso vede sempre nel combattimento in guerra il suo scopo principale. Si infatti dimostrato riluttante ad accettare le operazioni di pace quale priorit della politica di difesa. La sua prima priorit resta il mantenimento e miglioramento delle proprie capacit combattive per la protezione dei canadesi e dei loro interessi e valori a casa e allestero. Nellesercito, la capacit di combattere ed i valori vengono appresi tramite un processo di socializzazione che inizia quando un soldato riceve laddestramento di base, mirato ad instillare nuovi atteggiamenti, risposte e lealt nella recluta mente gli vengono insegnate nuove abilit. Allinizio le reclute sono completamente estranee le une alle altre ma, come cominciano a contare tra di loro, ci costituiscono dei forti legami, abbastanza forti (sperano i militari) da far si che essi affronteranno la battaglia gli uni per gli altri. Le reclute vengono trasformate in soldati attraverso un processo dinculturazione dove la solidariet di gruppo incoraggiata con vari metodi che incoraggiano il lavoro di gruppo e la responsabilit di gruppo. Provenendo da una societ civile che esalta lindividuo, le reclute si trovano ora in un mondo dove il valore istituzionale del gruppo supremo. Il lavoro di squadra (la coesione) visto come lunico modo in cui un leader pu incanalare le capacit di ciascun singolo membro verso uno scopo comune. Il gruppo ritenuto responsabile di ciascun membro, anche se pu sembrare manifestamente scorretto punire il gruppo per un solo individuo. E la maniera in cui il soldato impara a dipendere dai cuoi compagni e dalladeguatezza delle loro prestazioni. Ci pu ovviamente produrre anche degli eccessi negativi. I legami di gruppo sono una spada a doppio taglio. Secondo JANOWITZ i gruppi primari che sono altamente coesivi possono ostacolare gli scopi dellorganizzazione militare poich sono dei network informali. Funzionano solo quando sono ben articolati con lautorit formale. Questo un punto importante da ricordare, in quanto nelle missioni di pace le piccole unit si trovano spesso in luoghi isolati lontani dallautorit formale. La socializzazione, quindi, rinforza alcuni valori e promuove la coesione di gruppo: nellesercito canadese i legami di gruppo nella forma di alleanza verso il reggimento giocano un ruolo importante nel periodo successivo alladdestramento di base, al fine di plasmare la nuova identit militare. LA TRADIZIONE DEL REGGIMENTO Ogni reggimento nellesercito canadese ha i suoi fenomeni culturali, che hanno significati profondi, duraturi e collettivi, ed oggetti materiali oltre che schemi mentali e manifestazioni collettive e schemi di azione collettivi. Le tradizioni di reggimento giocano un ruolo importante nello sviluppo dellethos di reggimento. La cultura del reggimento ha il suo fulcro in tutti i valori, costumi e credenze che permettono allesercito di esistere in tempo di pace e di guerra. Lorgoglio del reggimento e lidentificazione unitaria sono pi evidenti presso gli ufficiali ed i sottufficiali anziani. La concentrazione relativa dellorgoglio del reggimento presso la leadership non nega per limportanza di tale sentimento quale fattore dello spirito di corpo, delle motivazioni e del comportamento dei soldati. Un comune gruppo di valori quali lorgoglio del reggimento liberano il potenziale per unefficace azione collettiva ed allo stesso tempo il sistema reggimentale orienta i legami del gruppo primario entro i canali organizzativi ufficiali.

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I reggimenti si tramandano le tradizioni di generazione in generazione. La storia del reggimento contenuta in un apposito libro che la bibbia delle sue tradizioni. I reggimenti possiedono anche musei che onorato il loro glorioso passato. Questi musei contengono oggetti del passato e mostre che raccontano la storia del reggimento, oltre ad elenchi contenenti i nomi dei soldati caduti in battaglia. I reggimento hanno pure propri archivi contenenti oggetti quali diari di guerra, fotografie e documenti sulla storia del reggimento. I circoli, che sono ristoranti e circoli sociali, sono depositari della tradizione di reggimento, e creano unatmosfera informale dove pu essere perpetuata la trasmissione della cultura militare. Ogni reggimento dellesercito canadese ha il proprio punto di vista sul modo di fare le cose. Questa differenziazione rimarcata anche da elementi quali spalline, bottoni, fibbie, colori dellequipaggiamento e dal diverso taglio delle divise e dei copricapi e delle uniformi del circolo. I riti servono a socializzare, integrare e fornire unidentit sociale. Lentrata in un reggimento segnata da riti di passaggio sia formali che informali. Gli iniziati sono estranei gli uni per gli altri e per lunit. Il legame delliniziazione li unisce in un periodo di tempo molto breve. Un iniziato che subisca pesanti tormenti probabile che trovi lappartenenza al gruppo assai pi appetibile. In questi rituali i soldati dimostrano la loro prontezza nel partecipare al gruppo senza riguardo ai costi personali, guadagnandosi cos la piena accettazione del gruppo. In tal modo sia le esperienze formali che informali favoriscono la dipendenza dellindividuo dal gruppo. Ogni reggimento celebra il proprio compleanno oltre ad una o due famose battaglie del passato. La notte in cui Shidane Arone fu torturato in Somalia, membri del Secondo Reparto del CAR che avevano lincarico di sorvegliarlo cominciarono i festeggiamenti per il compleanno del reggimento, che cade il 17 marzo. La vigilia delle celebrazioni in Somalia fu marcata da unatmosfera rilassata e di festa e dallaumento del consumo di alcool. Come in Somalia, anche nellex Jugoslavia era adottata la politica delle due birre al giorno per uomo. In entrambi i casi si ebbero gravi incidenti laddove si verific un eccessivo consumo di alcool. I soldati riuscivano ad ottenere pi della loro razione prendendo quella dei compagni astemi o presentandosi pi volte a diverse stazioni di rifornimento. Il consumo di alcool stato parte della tradizione militare canadese per decenni; la partecipazioni a manifestazioni di ubriachezza, inoltre, porta alla piena accettazione del gruppo e la mancata accettazione pu portare allostracismo. Ad aggravare questo sistema vi la prevalenza opinione tra soldati ed ufficiali che lalcool sia effettivamente un meccanismo di aggregazione. IL REGGIMENTO-FAMIGLIA Secondo lex MAGGIOR GENERALE LOOMIS, il reggimento unorganizzazione pseudo-parentale. E vero che ad un reggimento ci si riferisce spesso come ad una famiglia, e che la natura familiare del sistema supportata da soprannomi quali vecchio mio per gli ufficiali in comando e zietto per i secondi in comando. Quando un battaglione al campo per esercitazioni, il bivacco comunemente chiamato casa. Si considerati membri del reggimento per tutta la vita, con un legame che continua durante tutta la carriera di un membro dellesercito ed anche dopo il suo congedo. Laspetto dellatemporalit dellaffiliazione di una persona al reggimento richiede organizzazione, non solo mentre uno presta servizio in ununit, ma anche quando uno ha un impiego extrareggimentale o ha lasciato il servizio regolare. Per raggiungere ci, non si ha bisogno solo di associazioni di reggimento, ma anche di mezzi dinformazione informali tra i vari gruppi e gli individui coinvolti. Il concetto di famiglia forte e viene rinforzato quotidianamente. Il soldato deve volere che il reggimento, i compagni e quelli che lo circondano sopravvivano. Il reggimento la famiglia, dove nessuno lasciato solo.
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Di conseguenza, il pericolo per la sopravvivenza del reggimento agli attacchi del nemico diventa pi spaventoso della naturale paura del soldato per la solitudine e la morte. Nellesercito canadese i reggimenti sono anche soggetti di potere: vi sono forti associazioni che hanno lo scopo di difendere gli interessi del reggimento, a volte a scapito degli interessi dellesercito e di tutte le FF.AA. canadesi. Come ha notato GRANATSTEIN, il sistema reggimentale diventato un problma, unistituzione chiusa che spesso mette i reggimenti luno contro laltro, che recluta i generali dal reggimento stesso per assicurare le posizioni chiave agli ufficiali favoriti, e che pu dividere lesercito con largomentazione che il nostro turno per qualche posizione. Ogni reggimento ha delle entit semi-ufficiali di supervisione e consulenza note come Senato, Guardia di reggimento o i Padrini. Il ruolo di questi consiglieri di presiedere al benessere del reggimento nel lungo periodo. Oltre al senato di reggimento vi pure lesecutivo di reggimento, che responsabile della gestione degli affari del reggimento ed composto da vari ufficiali in comando e spesso dai sergenti maggiori del reggimento. Gli ufficiali pi anziani in servizio non hanno unautorit formale nel reggimento, ma sono comunque molto importanti per il reggimento in quanto vigilano sugli interessi dello stesso. Indipendentemente da quanto essi siano in alto nella catena di comando, agli ufficiali pi anziani in servizio spetta la parola e linfluenza sulle decisioni riguardanti il benessere del reggimento. UNA FAMIGLIA DISFUNZIONALE La natura corporativa del reggimento ha molti vantaggi. Possono anche esservi per svantaggi quali lo sviluppo di un atteggiamento noi-loro. Lorgoglio per lunit pu diventare talmente esagerato che uno rispetta solo i membri e/o gli ufficiali della propria unit, ignorando e talvolta provando risentimento nei confronti degli esterni al gruppo. Quello che chiaramente un effettivo e necessario atteggiamento sul campo di battaglia pu quindi diventare una forza esagerata che mina il buon ordine e la disciplina. I membri del CAR, ad esempio, si credevano parte di ununit di lite, uno scalino sopra ai normali soldati di fanteria. I membri dellAirborne consideravano inferiori le altre truppe combattenti e il personale non combattente. Li chiamavano gambe, che stava per mancano di fegato. Uno dei problemi connessi con i reparti dispiegati in Somalia fu che lufficiale in comando, talvolta, venne sostituito appena prima dello spiegamento. Cos, oltre a doversi abituare ad una recente riduzione di personale, a nuovi veicoli ed alla missione, i soldati si dovettero abituare ad un nuovo comandante. Gli ufficiali, ancora, possono sviluppare un atteggiamento del tipo OCCUPARSI SOLO DEI PROPRI SOLDATI, ed il non fare rapporto sulle altre unit pu talvolta condurre anche allomissione di rapporto su problemi disciplinari. Similmente, nellex Jugoslavia vi era la tendenza generalizzata a tutto il personale della catena di comando ad occuparsi quasi esclusivamente dei propri subordinati. Nonostante la cultura dellesercito abbia inculcato agli ufficiali ed ai sottufficiali anziani limpegno a non lasciar passare un errore, vi una crescente tendenza a non immischiarsi negli affari degli altri. Unaltra caratteristica del sistema che le malefatte non devono diffondersi, cosa per la quale gli ufficiali possono anche finire per non essere consapevoli dei problemi della loro unit. Nellinchiesta Somalia furono presentate prove che suggerivano che la catena di comando, sia durante il periodo anteriore al dispiegamento che durante lazione, fall come canale per il passaggio e la ricerca dinformazioni. Si verificarono infatti numerosi seri problemi disciplinari, ma tuttavia pochi ufficiali della catena di comando furono consci di tali problemi. A Bacovici, invece, i soldati accusati di mercato nero non furono incriminati, ma puniti con lobbligo di versare i proventi illegali nel fondo del reggimento.
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Similmente, soldati hanno testimoniato che le frequenti bevute oltre il limite della politica stabilita non vennero riportate alla catena di comando cos da non umiliare il reggimento. Uninformazione che pu danneggiare la reputazione del reggimento deve essere tenuta nascosta. Cos le soffiate vengono viste come un andare contro la natura corporativa dellesercito che incoraggia i propri membri a non lavare i panni sporchi in pubblico. Non cosa ben vista il denunciare misfatti agli estranei, particolarmente se civili. Molti tra gli stessi soldati testimoniano infatti che vi sono cose delle quali meglio non parlare. Inoltre i legami di lealt possono portare i membri di un reggimento a proteggersi lun laltro, a volte coprendosi, a volte erigendo un muro di silenzio. CONCLUSIONI Lesercito canadese ha un ethos di coesione, un lavoro di squadra ed una lealt tutti sostenuti da fenomeni culturali. Lessere pronti a combattere, a propria volta modella i valori e gli scopi dellorganizzazione, rinforzando i legami del gruppo primario, che visto come una componente necessaria dellefficacia in combattimento. Il legame del gruppo primario rinforzato attraverso la socializzazione formale ed informale. Comunque, lintenso legame ritenuto necessario per il combattimento una lama a doppio taglio: la lealt mal riposta pu infatti condurre allostruzionismo, impedendo appropriate indagini sulle attivit criminali. I legami di gruppo impediscono anche allindividuo di denunciare comportamenti inappropriati, che cos possono continuare indisturbati. La catena di comando va quindi in cortocircuito a causa dei forti legami affettivi che essa stessa incoraggia. Un modo per controllare tale tendenza quello di assicurarsi che lunit sia ben articolata con lautorit formale. In Canada il sistema di reggimento stato concepito in modo da orientare i legami di gruppo primario entro i canali organizzativi approvati. Il sistema del reggimento esso stesso diventato un obiettivo di tale forte lealt, tanto da impedire anchesso il buon funzionamento dellorganizzazione nel suo complesso. Nelle PSO, la questione della lealt aml riposta particolarmente importante. Le FF.AA. continueranno ad essere una componente integrata delle PSO nel XXI secolo. Quindi la comprensione dei fattori che contribuiscono alla carenza di disciplina e coesione nelle PSO pu impedire ricadute. In tal modo, il conflitto stesso nellambiente delle PSO pu essere ridotto e gestito. E anche importante notare che la disciplina e la leadership possono controbilanciare la forte identificazione di gruppo. Cos, ununit con un forte senso di professionalit e disciplina potrebbe essere meno soggetta a commettere infrazioni. La coltivazione dellidentit del gruppo di appartenenza (di reggimento) ha bisogno di essere bilanciata con il rispetto dellautorit militare e delle regole della legge. Occorre stabilire chiaramente delle priorit allinterno del collettivo del reggimento ed allinterno delle singole unit, cos da stabilire fermamente un sano equilibrio tra le diverse lealt. Il ruolo della leadership in tutto ci chiaro: i leader sono gli agenti primari attraverso i quali la cultura di unorganizzazione e le norme di comportamento sono modellate, trasmesse e mantenute.

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SOCIOLOGIA MILITARE

LA FAMIGLIA MILITARE
FAMIGLIE E MILITARI O FAMIGLIE MILITARI? Il binomio famiglia e militari pu essere coniugato in varie forme, ognuna delle quali rappresenta un fenomeno sociale specifico ed un insieme altrettanto specifico di problematiche. In una visione di stampo funzionalista il rapporto tra famiglia come istituzione sociale e le FF.AA. presupporrebbe unadeguata coerenza tra il luogo della socializzazione primaria, la famiglia appunto, ed il luogo dove un insieme di compiti convenzionalmente orientati alla difesa degli interessi della collettivit attraverso luso delle forza organizzata si esplica. Nella storia umana sono molte e varie le societ nelle quali lintegrazione famiglia-mondo militare stata molto forte, formando quel binomio con il quale viene ad essere indicata la societ tradizionale, nella quale i compiti fondamentali sono suddivisi per genere assegnando alle donne i ruoli di riproduzione e cura della prole ed agli uomini i ruoli di sostentamento materiale e di difesa attraverso lattivit guerriera. La famiglia aristocratica ha rappresentato per secoli il modello nel quale ruoli parentali e ruoli militari trovavano forme esplicite di integrazione, tramite la norma di destinare alle FF.AA. i figli cadetti, ed anche nellidentificazione del signore feudale con il colonnello comandante del proprio reggimento. Pur trattandosi sempre di due istituzioni fondamentali per le collettivit umane, famiglia e FF.AA. si sono sempre pi distanziate seguendo il processo di differenziazione e specializzazione progressiva che ha segnato la trasformazione sociale dalla societ tradizionale a quella moderna connotata dal processo di industrializzazione. MOSKOS ha ricordato che la famiglia militare tradizionale si adatta a FF.AA. definite come ISTITUZIONALI, dove coniugi non militari e famiglie sono parte della comunit militare stessa, e dove la vita privata del militare non separata da quella professionale. Nella societ attuale, postmoderna ed investita da processi globali, le FF.AA. tendono progressivamente ma inesorabilmente ad assumere connotati di tipo OCCUPAZIONALE, dove la professione militare diventa sempre pi un lavoro come gli altri, e dove i coniugi militari sono sempre meno integrati nella comunit militare. Questo cambiamento separa dunque le due istituzioni, e consente che ambedue manifestino distintamente le proprie richieste nei confronti di individui che appartengano simultaneamente ad entrambe: qui MADY SEGAL ha definito famiglia e FF.AA. come due GREEDY INSTITUTIONS, due istituzioni voraci che pretendono dai propri membri una dedizione totale e speciale. Nella societ contemporanea la progressiva occupazionalizzazione della professione militare produce una sorta di equivalenza, quando non una vera e propria superiorit, della famiglia sullistituzione militare: lindividuo che appartiene ad entrambe le istituzioni si sente preso in mezzo e tirato da entrambe con la stessa forza ed intensit. Si pone cos un vero e proprio caso di LEALTA DUALE, che facilmente produce conflitto tra il ruolo professionale ed il ruolo familiare. Ma nella realt della vita quotidiana i militari appartengono contemporaneamente a famiglie e allistituzione militare, vivendo dunque una condizione esistenziale di possibile contrasto tra le richieste delle due parti, condizione che pone continuamente di fronte ad alternative psicologicamente gravose.

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La letteratura sociologica introduce ovviamente delle distinzioni, considerando diversamente i due tipi di famiglia in cui almeno un membro anche appartenente alle FF.AA.: nel caso della FAMIGLIA DORIGINE, in FF.AA. in grande misura fatte di giovani di leva lappartenenza di uno o pi figli alle istituzioni militari solo temporanea, e le eventuali problematiche hanno quindi un carattere transitorio di breve periodo; di solito queste famiglie non sono considerate come appartenenti al tipo della FAMIGLIA MILITARE, che costituito invece dalla FAMIGLIA CONIUGALE nella quale uno dei due partner un militare di professione. Tutte queste modalit compongono il tipo della famiglia militare solitamente oggetto di trattazione da parte della ricerca sociologica. E in queste situazioni esistenziali che si verifica il trade-off tra lealt familiare e lealt professionale, che pu facilmente sfociare in un conflitto tra la famiglia e lorganizzazione militare. Un altro tipo di famiglia che risulta rilevante per listituzione militare per proprio anche la famiglia dorigine dei giovani militari di professione, che non hanno ancora formato una famiglia coniugale e che restano in qualche modo legati al gruppo primario dorigine. La famiglia dorigine viene a rivestire una nuova importanza, in quanto rappresenta il luogo nel quale la propensione allarruolamento pu nascere ed essere facilitata od inibita. In quanto luogo di socializzazione primaria, la famiglia dorigine trasmette valori e norme generali ai suoi giovani membri, ma anche valori e norme individualmente riconosciuti e praticati dai membri adulti. Genitori preoccupati possono anche agire in qualit di GRUPPI DI PRESSIONE, di protesta e di lobby contro le politiche di reclutamento, allo scopo di proteggere i propri figli e di tenerli lontani dalle tentazioni di carriere professionali che si rivelano poi gravide di pericoli considerati poi poco accettabili o legittimi. Ricerche gi avviate in Olanda e Belgio indicano che la percezione che i genitori hanno della condizione di militare di un proprio figlio diversa da quella mostrata dal partner, e che esiste anche un effetto di genere per cui i padri reagiscono diversamente dalle madri, essendo pi sensibili a sentimenti come lorgoglio per lattivit dei figli od il senso dellonore derivante dal servizio al paese. Ci che si osserva il fatto che i genitori di militari sono molto pi attivi dei partners nella protesta pubblica e sui media, e sono pertanto in grado di condizionare la risposta sociale alle campagne di reclutamento. Come nota MOELKER, studiare oggi i comportamenti dei genitori di militari vuol dire anche studiare il grado di legittimazione che una societ riconosce alle missioni svolte dalle FF.AA. Ci che sicuramente deriva dalle conoscenze attuali la consapevolezza che le famiglie militari, comunque intese, sono famiglie che devono affrontare livelli elevati di stress, molto pi elevati di famiglie non militari, a parit di tutte le altre condizioni. Da qui lulteriore consapevolezza che sono famiglie per le quali particolari misure di sostegno dovrebbero essere costituite e fornite. STRESS, IMPIEGO E FORME DI SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA MILITARE Le difficolt non sono riferibili solo alle famiglie nelle quali il militare viene mandato in missione, dato che disagi nascono anche dai molti trasferimenti ai quali la giovane famiglia militare soggetta, specie con maggior frequenza nei periodi iniziali della carriera. Inoltre, come accade nelle societ in generale, le famiglie militari sono unit dove entrambi i partner lavorano, cosa che pu diventare un problema ulteriore in vista di un trasferimento. Ci sono prove evidenti che mostrano come soldati in missione, preoccupati per la propria situazione familiare a casa, diventino meno affidabili ed efficienti nella loro prestazione professionale, mentre altrettanto chiaro che essi, e quindi la stessa istituzione, trarrebbero sicuro vantaggio dal sapere che le famiglie non sono lasciate sole. Si pu ritenere che le famiglie sostenute riescano a risolvere i propri problemi senza pesare psicologicamente sul proprio caro lontano, riducendone la preoccupazione.
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E stato qui dimostrato una sorta di continuum di fattori stressanti nelle famiglie dove uno dei partner un militare con missioni frequenti e ripetitive: un esempio il modello detto DOPPIO ABC-X degli anni 80, mentre un altro riferimento obbligato quello al MODELLO A 7 STADI proposto da DE SOIR, dove lesperienza di stress percepita dalle famiglie prima, durante e dopo la missione divisa in sette stadi: 1. Protesta derivante dallo shock iniziale; 2. Disimpegno alienato; 3. Disorganizzazione emotiva; 4. Ripresa e stabilizzazione; 5. Anticipazione del ritorno; 6. Riunione e reintegrazione; 7. Nuova stabilizzazione. Il modello a quattro strategie proposto da MOELKER individua due dimensioni sottostanti alle possibilit che le famiglie hanno di reagire alle proprie situazioni problematiche: una dimensione riguarda una qualit di DIPENDENZA/INDIPENDENZA presente in alcuni tipi di sistemi di supporto familiare, mentre una seconda dimensione sottolinea un orientamento INDIVIDUALISTICO/COMUNITARIO analogamente caratterizzante i vari sistemi di sostegno osservati. La prima dimensione misura la diversa capacit della famiglia di relazionarsi con il fornitore del sostegno, la seconda dimensione si riferisce alla teoria dello scambio sociale, basato sul principio di reciprocit oppure sullo scambio di mercato. Le strategie possono essere di tipo individualistico ed indipendente, ovvero basate su relazioni individuali che i membri della famiglia possiedono ed a cui fanno riferimento in modo autonomo, oppure possono essere comunitarie e dipendenti, quando listituzione fornisce supporti interni e forme istituzionali daiuto alle famiglie del proprio personale militare; forme miste sono invece quelle in cui si combina un orientamento individualistico con la dimensione della dipendenza, laddove si fa ricorso a professionisti a secondo del tipo di problema. Ogni tipo rappresenta livelli di efficacia e di efficienza variabili a seconda dei problemi da affrontare, delle caratteristiche delle persone coinvolte e dei contesti sociali in cui si applica, ed anche gradi di preferibilit diversi da parte dei potenziali fruitori. Una ricerca condotta contemporaneamente presso il 3 Reggimento Alpini di Pinerolo e la Brigata Sassari ha mostrato lapplicabilit di entrambi i modelli. Negli incontri svolti si sono infatti mostrate varie modalit di affrontare le situazioni di stress e problematicit imputabili alla specificit dellattivit militare del partner: queste si differenziano in base ad alcune variabili individuali e sociali come il capitale culturale, economico e sociale a disposizione della singola famiglia. Nel considerare i diversi modi di affrontare lo stress e nel predisporre le possibili strutture di sostegno, i ricercatori si sono mossi dallassunto per il quale la cultura di una collettivit definisce ruoli e funzioni dellistituto familiare, come pure delle altre istituzioni; la cultura influenza anche le modalit delle politiche pubbliche e della SOCIAL POLICY in particolare. Lipotesi formulata che ci vale anche per il comportamento rispetto al sostegno delle famiglie dei militari in missione. In altre parole ogni societ ed ogni FF.AA. si comportano diversamente nei confronti della famiglia e delle famiglie dei propri membri militari, e questa diversit corrisponde ad una variet, non infinita, di letture del problema e di relative soluzioni. Le politiche sociali infatti possono seguire diversi modelli, da quelli del WELFARE STATE di stampo nord-europeo allINIZIATIVA PRIVATA di stampo nordamericano.

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La prevalenza del modello privatistico, negli USA, promuove liniziativa privata per cui le organizzazioni di lavoro come le imprese ed altre istituzioni come le FF.AA. sono spinte ad assicurare forme di welfare privato per i propri membri: il caso delle FF.AA. statunitensi rappresenta un buon esempio di sistema di sostegno istituzionale INTERNO per i militari e per le loro famiglie. Unulteriore dimensione da considerare riguarda il sistema di valori diffuso e riconosciuto in una collettivit, ed il ruolo assegnato alla famiglia come istituzione sociale. Anche sotto questo aspetto, la forza dei legami familiari e delle reti parentali pu variare ed influenzare diversamente la persistenza od il venir meno della solidariet parentale come pure della divisione dei ruoli rispetto al genere. Le necessit di sostegno sono quindi percepite diversamente, ed anche le modalit eventualmente richieste o messe in atto autonomamente variano a seconda del contesto socio-istituzionale e socio-culturale. Questa variet dimostrata dalle ricerche che, in chiave comparativa, sono state condotte in svariati paesi europei. PROBLEMATICHE E RICHIESTE DELLE FAMIGLIE MILITARI IN ITALIA Le situazioni osservate mettono in evidenza realt variabili riferibili alle specifiche condizioni in cui ciascuna famiglia si trova. Le testimonianze ricevute sono invece molto simili quando vengono esposte le difficolt e le vere e proprie sofferenze derivanti dai frequenti e ricorrenti distacchi che linvio in missione del partner militare professionista produce alla piccola comunit familiare. In generale ogni distacco problematico, con intensit variabile ma sempre generatrice di stress e di senso di privazione. In alcuni casi la privazione espressa come incomprensione della societ che circonda la famiglia circa le difficolt che avere un marito in Irak o in Afghanistan pu produrre, evento che difficilmente compreso nella sua reale portata da chi non sperimenta analoghe evenienze. Una prima ragione data dalla ben nota unicit della professione militare in generale, che difficile da spiegare a dei civili, mentre unaltra ragione proviene dal fatto che le attivit militari fanno parte del discorso pubblico, le missioni e le loro ragioni sono commentate sui media e lopinione pubblica pu anche essere critica verso le missioni stesse. Questo causa mancanza di solidariet. In altri casi ancora, la privazione chiaramente riferita ad una scarsa attenzione attribuita dallistituzione militare alle esigenze familiari del personale inviato in missione. La forte consapevolezza dellimportanza che una famiglia non problematica, adeguatamente assistita a casa, costituisce un elemento di serenit e di maggiore efficienza per il personale in attivit, e che troppo spesso le componenti non militari della famiglia militare sono soggette a tensioni e stress che non vengono fatte emergere come meriterebbero proprio per non gravare ulteriormente sulla condizione psicologica di chi comunque non pu sottrarsi agli obblighi professionali. Lo shock iniziale del distacco pu diventare meno forte con il ripetersi delle esperienze, ma proprio la sua reiterazione pu causare la progressiva insopportabilit della situazione. Per tutti il problema del distacco poi correlato ad un analogo e speculare problema del ritorno, della ripresa di una routine diversa, che richiede continui sforzi di adattamento e ri-adattamento. Laddove le difficolt non hanno sostegni nella cerchia parentale, in genere, laspettativa di riceverli dallistituzione militare diffusa, anche se non generalizzata. Lidea che la condizione di problematicit particolare ed insieme la rilevanza che si potrebbe definire strategica della famiglia militare dovrebbero essere maggiormente riconosciute dallistituzione militare stessa. Il problema, anche se esteso, purtroppo ancora spesso percepito come problema privato, poco tematizzato come discorso pubblico, e di conseguenza scarsamente esprimibile in termini di istanza concreta da rivolgere ad un soggetto istituzionale definito.
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Le famiglie hanno potuto esprimere delle preferenze, rifacendosi alla tipologia delle quattro strategie, la cui variet utile da considerare in vista di interventi concreti: A. ORGANIZZAZIONE ISTITUZIONALE, interna e costruita secondo un formato unitario ma diffusa e gestita localmente presso ogni reparto, in grado di fornire assistenza ed aiuto in diversi campi professionali (medico, assistenziale, legale, ). Tipicamente istituzionale e comunitaria, stata considerata troppo interna e forse percepita come potenzialmente invasiva della vita privata. B. ASSOCIAZIONE VOLONTARIA, esterna allistituzione, autonoma e senza legami o vincoli di alcun tipo con lorganizzazione militare. Comunitaria ma non istituzionale, stata valutata positivamente in astratto, ma come estremamente difficile da realizzare laddove non sia riscontrabile un forte orientamento a socializzare e mobilitarsi autonomamente, e comunque incapace di mantenersi senza sostegno pubblico. C. ASSOCIAZIONE VOLONTARIA che per riceve riconoscimento e sostegno istituzionale a livello locale, cio dal reparto presso il quale sorge ed opera, usando spazi, mezzi di comunicazione e supporto logistico interni. Richiama la tipologia individualistica ma istituzionale, ed stata considerata troppo legata a particolarit locali, con gli stessi problemi del punto B ed i difetti del punto A. D. SPORTELLO dove chiedere e ricevere informazioni, appositamente istituito e dedicato alle famiglie dei militari, collocato a livello brigata o reggimento, con personale militare specializzato nel fornire informazioni ed indicazioni (ad esempio nellindirizzare verso prestazioni di esperti o nelleseguire qualche procedura burocratica complessa). Questa la soluzione gi gettonata. La soluzione preferita appare dunque quella di un sostegno misto, semi-istituzionale ma in certo qual modo anche burocratico, che si potrebbe definire come un esempio di sistema insieme individualistico e semi-istituzionale. In definitiva, ci che viene richiesto un tipo di sostegno non troppo invasivo e omnicomprensivo come il tipo A, ma nemmeno troppo gravoso da sostenere sul piano della partecipazione e dellimpegno come i tipi B e C. Si tratta ovviamente di proposte anche migliorabili, ma di cui non si pu negare un carattere di sobriet ed anche di autolimitazione che ne faciliterebbe ladozione.

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APPLICABILITA ALLA SITUAZIONE ITALIANA, A SEGUITO DELLA TRIPLICE RIVOLUZIONE NELLE FF.AA. ITALIANE Il caso italiano pu essere definito partendo dallimmagine di una triplice rivoluzione: 1) Passaggio dalla leva al volontariato; 2) Passaggio dellorientamento dalla difesa nazionale alle missioni internazionali; 3) Passaggio da FF.AA. esclusivamente maschili ad un modello di reclutamento misto. Questi grandi cambiamenti hanno originato la figura di un professionista militare di carriera, con frequenti dispiegamenti allestero, e ad una crescente percentuale di soldati sposati. Lentrata delle donne ha anche fatto nascere un altro tipo di famiglia militare, di una sorprendente variet in Italia, e cio quella in cui la donna il militare. La trasformazione in una forza di volontari professionisti ha dato alle FF.AA. italiane le stesse caratteristiche delle altre FF.AA. professionali: una forza dove tutto il personale tende a rimanere nellistituzione per tutto larco della propria vita lavorativa, specialmente nel caso degli ufficiali ma anche nei gradi dei sottufficiali. Il continuo impiego di militari italiani in unit multinazionali ha dato alle missioni un carattere di routine, almeno per quelle unit continuamente proiettate: questa routine significa che limpiego una ripetuta attivit, nella quale si alternano periodi allestero seguiti ad altri trascorsi a casa. La situazione di una famiglia nella quale un membro continuamente impiegato in questo modo pu portare allinsorgere, in famiglie con particolari problematiche e/o difficolt, di varie patologie come la sofferenza per la mancanza di un adeguato supporto e lincapacit di richiederne uno pi adatto alla situazione. Il rapido processo di routinizzazione dellimpiego alestero, il crescente numero di famiglie militari e il crescente rischio nelle missioni pericolose hanno reso pi frequente anche per le famiglie di militari italiani il verificarsi di ferimenti o di morti (anche se meno che in altri paesi); le istituzioni militari si sono rivelate relativamente impreparate a tale fatto, e capaci di offrire una specie di supporto psicologico demergenza in caso di eventi drammatici, ma meno abili nello sviluppare forme di sostegno abitudinario in tutte quelle situazioni di certo meno tragiche ma comunque molto stressanti per la vita privata delle famiglie colpite dallattivit professionale dei soldati impiegati. Dalla sospensione della leva nel 2005, il soldato medio ha ormai cambiato le sue caratteristiche, e la popolazione del personale militare ha sviluppato un cambiamento in una direzione verso la quale, probabilmente, le FF.AA. italiane non hanno immaginato tutte le conseguenze; le richieste dei familiari dei militari non sono state infatti considerate in tutto il loro vero ed inevitabile realismo. LA RICERCA TRA I REPARTI E stata condotta una ricerca in due differenti tipologie di reparto delle FF.AA. italiane. Il primo stato il 3 Reggimento Alpini di Pinerolo, ununit dove limpiego in missione continuo da circa 10 anni e nella quale i soldati sono in gran parte di provenienza meridionale (e quindi ci significa una distanza da casa anche di 500-1.000 chilometri). Laltro reparto intervistato stata ununit con differenti tratti, la Brigata Sassari, simile agli alpini per tipo ed intensit dimpiego ma diversa per il contesto culturale in cui collocata. Questunit infatti molto pi locale, dato che tutti i soldati provengono dallisola, con alcune eccezioni riguardanti gli ufficiali comandanti. Questo significa che la larga maggioranza del personale della brigata del posto, ed appartiene a forti e persistenti reti familiari e parentali, anche se magari disperse sul territorio isolano, che garantiscono maggiori capacit di adattamento e maggiori strutture di supporto dai gruppi primari.
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IL CONTESTO DEL REGGIMENTO ALPINO In questo contesto stato trovato un fenomeno peculiare: unassociazione volontaria di mogli di militari, localizzata allinterno della caserma e fondata nel 2006 dalla moglie dellallora comandante. Lassociazione stata fondata per dare un punto di riferimento e di incontro alle mogli di volontari, sottufficiali ed ufficiali, una sorta di gruppo di auto-soccorso a supporto delle donne nei frequenti periodi di solitudine durante limpiego dei mariti allestero. Lassociazione, chiamata LE STELLE DEL 3, ha dato ai ricercatori la possibilit di organizzare incontri ed interviste con i propri membri, con vantaggi e svantaggi. Al tempo della ricerca lassociazione contava 50 membri, pi alcune decine con una partecipazione minore, e questo significa che erano una vera minoranza tra le circa 800 famiglie militari dellunit. Le ricerche hanno coinvolto 20 mogli di militari. IL CONTESTO DELLA BRIGATA SASSARI Totalmente diversa stata lesperienza con la Sassari: qui il Comandante di Brigata stato il soggetto attivo per contattare le mogli e per organizzare incontri. Sotto molti aspetti, la Brigata pu essere considerata come una grande comunit dove origini, lingua, cultura e tradizioni sono un retaggio condiviso che fa sorgere un comune humus, un vero capitale sociale che ogni membro, quale che sia il suo grado e ruolo nel reparto, ha a disposizione. In questo caso le donne intervistate sono state 15. ALCUNE INTUIZIONI DALLE INTERVISTE NEL REGGIMENTO ALPINO Le situazioni di vita differiscono in base alle zone di provenienza: la gran parte dei soldati viene da unaltra regione, perlopi dal centro e sud Italia, che vuol dire una distanza di circa 1.000 chilometri ed anche pi. Le reti familiari e parentali sono molto distanti e questa situazione lascia la famiglia piuttosto isolata e senza il supporto dei parenti. Quando i partner dei soldati sono invece del luogo, la famiglia della moglie quindi vicina e questo sar ovviamente il primo supporto in caso di bisogno. Gli ufficiali invece provengono in gran quantit dal nord Italia, anche a causa della strutturale tradizione di reclutamento alpino nelle regioni settentrionali. Questo fornisce alle donne maggiori possibilit di trovare un impiego personale,a e di mantenere il supporto della famiglia di origine; dallaltro lato, per, vi sono maggiori difficolt dovute a pi o meno frequenti traslochi e trasferimenti rispetto ai volontari di truppa. Sembra che ogni famiglia provi a risolvere i propri problemi con le proprie risorse individuali: se la famiglia pu contare su personali reti sociali e parentali, se la moglie ha un adeguato lavoro e, soprattutto, se ha avuto un alto livello di educazione, allora la missione significa certamente una privazione affettiva ma non cos traumatica nella vita di tutti i giorni. E chiaro che tutte le spose aderenti allassociazione LE STELLE DEL 3 hanno gi elaborato le loro sensazioni di privazione ed i loro bisogni di supporto accettando una forma di auto-supporto e di auto-aiuto di gruppo: hanno infatti mostrato la loro volont di essere attive tramite la creazione di una specie di struttura di supporto, che ancora totalmente carente nellistituzione militare italiana, eccezion fatta per laiuto socio-psicologico fornito negli eventi tragici. Ma lorganizzazione conta su 40-50 spose attive in un reggimento di circa 800 famiglie. Ad alcune liniziativa sembrata troppo istituzionale, troppo interna in quanto creata e sponsorizzata dalla moglie del Comandante; anche quelle che sono ora membri hanno reagito negativamente al primo invito ad un incontro per un th, diffidenti comerano di fronte alliniziativa. Altre hanno respinto ogni invito e si sono tenute lontane dallorganizzazione, anche a causa dei sospetti dei mariti o delle loro espresse preferenze di non aver nulla a che fare con qualcosa che potrebbe rischiare di interferire con la loro vita lavorativa, di creare o di essere vittime di gossip e cose simili.
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Unaltra ragione condivisa per non aderire una specie di timore di essere controllate dallistituzione proprio in un momento di difficolt, sentito come un fallimento personale o familiare che una condizione problematica proveniente dallesterno. Alcuni commenti: Non voglio sentirmi condizionata dallistituzione; Perch devo far conoscere le mie sensazioni agli altri? Potrebbero pensare che non sono in grado di risolvere i miei problemi; Non voglio che i miei colleghi sappiano qualcosa a riguardo dei miei affari privati. ALCUNE INTUIZIONI DALLE INTERVISTE NELLA BRIGATA SASSARI Per alcuni aspetti la situazione di vita qui simile al primo caso, ma in un modo inverso: la Brigata Sassari ununit a reclutamento tipicamente locale, dove praticamente tutti i volontari vengono dalla Sardegna, e solo ufficiali e parte dei sottufficiali arrivano dal Continente. Qui le reti familiari e parentali sono presenti e funzionanti, e questa situazione contrasta lisolamento e salva il supporto parentale. Per le famiglie degli ufficiali, al contrario, venire dallesterno pi frequente, e lingresso in una societ altamente chiusa, anche se molto ospitale, potrebbe essere un vero e proprio shock culturale. Se nel caso degli alpini a chiedere aiuto e supporto erano in gran parte le mogli dei soldati, nella Brigata Sassari, senza linterfaccia di unassociazione volontaria come quella di Pinerolo, i ricercatori hanno trovato pi arduo ottenere adesioni al gruppo di interviste da parte delle mogli dei militari, ma meno difficile stato organizzare un incontro con le mogli degli ufficiali. Una di loro, la moglie del Generale comandante, stata molto felice ed interessata per questa iniziativa di ricerca. C qualcuno che mostra interesse verso di noi, almeno!, ha detto. E la stessa sensazione di isolamento sentito a Pinerolo dalle mogli dei soldati qui avvertita proprio dalle mogli degli ufficiali, specie quando entrambi provengono dallesterno ed hanno a che fare con un capitale sociale ristretto. Parlando in generale, la situazione migliore qui che nel primo caso, specialmente per le famigli di soldati dove le reti parentali sono forti e capaci di fornire supporto. Durante le interviste, i ricercatori hanno avuto limpressione che dove lintegrazione sociale alta, lonere di ricorrenti missioni o semplicemente un maggiore impiego ha un peso notevolmente inferiore. Una giovane donna ha inaspettatamente e ripetutamente dichiarato che il lavoro del marito come uno qualsiasi degli altri, ed anche gli impieghi allestero ed i lunghi mesi di solitudine erano parte di una scelta accettata senza particolari problemi.

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