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L Importanza della Relazione in Schore | Psicolab

ABSTRACT Studi sperimentali in diversi ambiti disciplinari forniscono importanti dati sui processi emotivi, mentre i clinici sottolineano la centralit delle emozioni in tutte le relazioni umane, compresa la relazione terapeutica. Schore, ha fornito un importante contributo nella direzione di una conferma delle teorie freudiane a livello neuroscientifico. Egli ha, infatti, localizzato nellemisfero destro il sistema che regola il comportamento di attaccamento, confermando cos lipotesi di Bowlby, il quale aveva postulato lesistenza nel cervello di un tale sistema di controllo (Schore 2000). Inoltre, lidea di Schore secondo cui tutte le forme di psicoterapia (dinamica, cognitiva, comportamentale, ecc.) promuovono un miglioramento della regolazione affettiva reso possibile solo allorch il paziente ha unesperienza affettiva in presenza del terapeuta, richiama e conferma laffermazione di Freud che la psicoterapia sempre interessata agli affetti. La teoria dellattaccamento, (sebbene non sia stata elaborata dalla psicoanalisi classica), si rivela nella prospettiva di Schore una teoria della regolazione, in quanto lattaccamento la regolazione interattiva, diadica dellemozione. La capacit di attaccamento si origina durante le prime esperienze di regolazione affettiva e la madre agisce come un regolatore non solo del comportamento del bambino piccolo, ma anche della sua fisiologia non comportamentale. Egli ha sviluppato questa idea, sostenendo che fattori esterni hanno un forte impatto sulla maturazione dei sistemi regolatori del cervello (Schore 1996). Studi sperimentali in diversi ambiti disciplinari forniscono importanti dati sui processi emotivi, mentre i clinici sottolineano la centralit delle emozioni in tutte le relazioni umane, compresa la relazione terapeutica (Schore 1994). Una conferma a tutto ci viene dalla psichiatria, la quale considera la disregolazione degli affetti una caratteristica centrale di tutti i disturbi psichiatrici e la perdita della capacit di regolare i sentimenti come la conseguenza di traumi precoci (Pally 2000). Emozioni di base come gioia, sorpresa, interesse, rilassamento, eccitazione, paura, rabbia, tristezza compaiono in ogni individuo precocemente e si manifestano con espressioni facciali tipiche. Le emozioni pi complesse come la vergogna, linvidia, la colpa, lorgoglio, la gelosia , invece, appaiono pi tardi, nel corso dello sviluppo, in quanto dipendono da particolari esperienze sociali (Schore 1994). Oggi molto diversa la considerazione che le neuroscienze hanno delle emozioni: infatti, mentre in passato esse erano considerate come stati transitori e reattivi che giungevano ad interrompere il flusso dellattivit mentale tra uno stimolo e una risposta, oggi, al contrario, si pensa che esse si riferiscano a costrutti che coinvolgono processi percettivi e di monitoraggio attivi ed in continuo sviluppo adattivo, donde la considerazione del funzionamento emotivo come costituito da un insieme di componenti organizzate. Inoltre, mentre in passato gli studiosi dellaffettivit si sono concentrati essenzialmente sulle emozioni semplici negative, negli ultimi dieci anni gli infant researchers hanno sottolineato la centralit delle emozioni semplici positive. Per quel che concerne, invece, le emozioni complesse, bisogna innanzitutto sottolineare come lorgoglio e la vergogna rappresentino degli organizzatori primari, in quanto sono parte della condizione morale innata delluomo (Schore 1994). La vergogna unemozione inibitoria fondamentale per la socializzazione e possiamo comprenderne lo sviluppo e linfluenza della relazione dinamica di attaccamento su di essa attraverso lesame della relazione bambino-caregiver. Il bambino piccolo sviluppa un attaccamento verso il caregiver regolatore che massimizza le opportunit per lui di sperimentare affettivit positiva e minimizza laffettivit negativa (Pally 2000). La vergogna ha risvolti psicologici tremendamente negativi per molti bambini ed adulti, poich lorgoglio, il sentirsi in grado di, modella le strutture mentali (Schore 2001). Quando una persona ha una rappresentazione di s come di una persona incompetente o accettata, la discrepanza con la rappresentazione del S-ideale pu generare ulteriore vergogna e rabbia. Cos, quando una madre ha un Super-io che induce in modo pesante vergogna, inconsciamente essa nutre la speranza che il bambino riparer il suo danno interiore ed allontaner lo svergognare che si porta dentro. Tuttavia, se il bambino non sar in grado di farlo, verr criticato per il fatto di farla vergognare e nel mondo interno del bambino si introduce un oggetto interno devastante, che linfante non capace di elaborare. Dunque, lo stato emotivo e la funzione riflessiva della figura primaria di relazione sono fattori importanti nello sviluppo emotivo del bambino, come aveva gi affermato Freud. I risultati delle ricerche sullattaccamento mostrano che rappresentazioni emotive, funzione riflessiva ed altre abilit di regolazione affettiva adattiva emergono pienamente in un contesto di relazioni infantili di attaccamento sicuro (FonagyTarget, 1997; Pally 2000). Ci sono sempre pi evidenze empiriche che le interazioni emozionali tra il bambino e il primary caregiver influenzano non solo lo sviluppo delle capacit cognitive e di rappresentazione, ma anche la maturazione di parti del cervello che presiedono alla consapevolezza e alla regolazione delle emozioni (Pally 2000). Qualora le figure primarie di relazione non riescono a regolare una eccessivamente bassa e/o alta attivazione emotiva negativa possono esserci alterazioni permanenti nello sviluppo morfologico della corteccia orbitofrontale (Schore 1994, 1996). Ci ridurrebbe la capacit della corteccia di modulare lattivit dellamigdala e di altre strutture subcorticali (Teicher 1996). Schore, sembra aver individuato il sistema di controllo che regola il comportamento di attaccamento la cui esistenza nel cervello era stata postulata da Bowlby localizzandolo nellemisfero destro, ossia nellemisfero dominante per il controllo inibitorio: infatti questo emisfero a giocare un ruolo di primo piano nellorganizzazione dei processi e delle strategie che regolano laffettivit. Lemisfero destro sembra processare linformazione emotiva inconsciamente ed coinvolto sia nella ricezione sia nellespressione della manifestazione facciale dellemozione, donde la sua capacit di facilitare la comunicazione emotiva e gestuale spontanea (Schore 1997, 2000). In base a ci possiamo anche spiegare la tendenza inconscia ed automatica ad imitare e a sincronizzarsi con lespressione facciale, la postura, i movimenti

http://www.psicolab.net/2008/l-importanza-della-relazione-in-schore/[13/07/2011 16:20:35]

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dellaltro, che rende possibile la modulazione interpersonale delle emozioni. Per Schore tutto ci ha un impatto non trascurabile sulla psicanalisi e sulla psicoterapia, dal momento che si riconosce che, affinch si verifichi un cambiamento duraturo, necessario che il paziente abbia unesperienza affettiva in presenza del terapeuta e che tutte le forme di psicoterapia promuovano un miglioramento della regolazione affettiva, confermando linteresse agli affetti attribuito da Freud alla psicoterapia. Inoltre, le neuroscienze ritengono che i cambiamenti emotivi non-verbali svolgono un ruolo di primaria importanza nei trattamenti analitici, un ruolo che pu rivelarsi ben pi importante di quello svolto dalla comunicazione verbale (Pally 2000). Il modo in cui lanalista comunica con il paziente (ad esempio mediante lespressione facciale, la postura, i gesti, ecc.), dunque tanto importante quanto quello che dice (Pally 1996). In base a quanto detto finora, appare chiaro come, soprattutto nellambito degli studi sulle emozioni e sullaffettivit, si stia sempre pi verificando una convergenza tra psicoanalisi e neuroscienze, al punto che come gi ricordato sopra lo stesso Schore, tra gli altri, ha riconosciuto limportanza ed il contributo della teoria degli affetti elaborata da Freud, la quale, oggi, sembra essere confermata dagli studi degli infant researchers.

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