Sei sulla pagina 1di 82

2

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006 delle opere pubbliche o di interesse pubblico, nanziate in tutto o in parte dalla Regione nonch da aziende ed enti da essi dipendenti, dovr avvenire utilizzando in quantit congrua materiali da costruzione o da riempimento, prodotti mediante limpiego di sostanze provenienti da riciclo/recupero dei residui derivanti dal trattamento delle acque reue industriali ed urbane e dal riciclaggio dei riuti inerti non pericolosi; Considerata inoltre la D.C.R.T. n. 265 del 28 luglio 1998 L.R. 18/5/98 n. 25 - art. 4 - comma 7 disposizione per favorire luso di materiali recuperabili per la realizzazione di opere pubbliche di interesse pubblico, nanziate dalla Regione o dagli altri enti o aziende da essa dipendenti, la quale prevede che gli ufci regionali nonch quelli degli enti ed aziende dalla Regione dipendenti, provvedano afnch nella realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, nanziate in tutto o in parte dalla regione o dagli enti od aziende da essa dipendenti, vengano utilizzati i materiali di cui al Punto 6 del Piano regionale di gestione dei riuti, sopra richiamato; Richiamata la D.C.R.T. 265/98 la quale prevede, agli artt. 2 e 3, che nel caso di opere realizzate dalla Regione o da enti da essa dipendenti i bandi di gara debbano prescrivere obbligatoriamente limpiego di una percentuale minima di materiali provenienti da recupero/ riciclo di riuti e che, inoltre, stabilisce un sistema di incentivi che premiano lutilizzo di una percentuale superiore a quella minima suddetta; Vista la D.C.R.T. n. 385 del 21/12/99 L.R. 25/98 art. 9 Piano Regionale di Gestione dei riuti secondo stralcio relativo ai riuti speciali anche pericolosi; Vista la D.G.R.T. n. 242 dell11.03.2002 Finalit degli accordi volontari mirati al recupero/riciclo di materiali provenienti dalle raccolte differenziate con la quale si approvato tra laltro il testo base dellaccordo volontario: Accordo n. 2, promozione del recupero e riciclaggio dei riuti inerti da costruzione e demolizione; Vista la D.G.R.T. n. 100 del 10.02.2003 di Approvazione testi accordi volontari mirati al recupero/ riciclo di materiali provenienti da raccolte differenziate e rimodulazione scheda 21 del Programma di tutela ambientale 2002 - 2003 (D.C.R.T. n. 24 del 30.01.02), tra i quali lAllegato 2 riguarda la promozione della corretta gestione nalizzata al recupero e riciclaggio dei riuti inerti da costruzione e demolizione; Richiamato laccordo suddetto sui riuti inerti da costruzione e demolizione, approvato con D.G.R.T. 100/03, il quale prevede tra laltro che la Regione

SEZIONE I
GIUNTA REGIONALE
- Deliberazioni DELIBERAZIONE 15 maggio 2006, n. 337 Approvazione del documento tecnico dindirizzo denominato Capitolato speciale dappalto tipo a carattere prestazionale per lutilizzo di materiali inerti riciclati da costruzione e demolizione, ai sensi dellart. 4, comma 7, della L.R. 25/98 e dellAccordo n. 2 approvato con D.G.R.T. 100/03. LA GIUNTA REGIONALE Visto il D. Lgs. 22/97 Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui riuti, 91/689/CEE sui riuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui riuti di imballaggio, il quale dispone che la gestione dei riuti si conformi ai principi di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nellutilizzo e nel consumo di beni da cui si originano i riuti, nel rispetto dei principi normativi dellordinamento nazionale e comunitario; Visto inoltre che lo stesso D. Lgs. 22/97 ha come obiettivo la riduzione della produzione dei riuti, lincentivazione al loro recupero ed al riutilizzo nonch la riduzione del ricorso alle discariche; Visto il D.M. 05.02.98 Individuazione dei riuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplicate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 32 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 che allAllegato I, Suballegato I, elenca le tipologie di riuti inerti (dal punto 7.1 al punto 7.31) per i quali possibile il recupero in regime semplicato nel rispetto delle norme tecniche ivi dettate per ciascuno di essi; Vista la L.R. 25/98 Norme per la gestione dei riuti e la bonica dei siti inquinati e successive modicazioni ed integrazioni; Considerato che la L.R. 25/98 allart. 4, comma 7, prevede che nei capitolati per appalti pubblici di opere, di forniture e di servizi siano inserite speciche condizioni per favorire luso di residui recuperabili, secondo le modalit indicate nel piano regionale; Vista la D.C.R.T. n. 88 del 07.04.98 L.R. 4/95, art 5 - Piano Regionale di gestione dei riuti - Approvazione primo stralcio relativo ai riuti urbani e assimilati, la quale al Punto 6.1.5 ha previsto che la realizzazione

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006 Toscana, attraverso lUniversit di Pisa e la Federazione degli Ordini degli ingegneri della Toscana, elabori un capitolato dappalto a carattere prestazionale nalizzato allutilizzo di materiali inerti riciclati nella realizzazione di opere pubbliche di propria competenza, delle Provincie e dei Comuni, nonch di tutti gli enti, istituti, aziende o amministrazioni soggette a vigilanza della Regione, delle Provincie e dei Comuni, nonch nella realizzazione di opere anche private realizzate con contributi pubblici; Considerato che lart. 19, comma 4, del D. Lgs. 22/97 prevede che le Regioni adottino, sulla base di metodologie di calcolo e della denizione di materiale riciclato stabilite con decreto, speciche disposizioni afnch ufci ed enti pubblici e le societ a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota minima di prodotti ottenuti da materiale riciclato; Visto il D.M. 8 maggio 2003 n. 203 il quale allart. 3 prevede che in ciascun anno solare gli ufci pubblici e le societ a prevalente capitale pubblico sono tenuti a coprire almeno il trenta per cento del relativo fabbisogno annuale di manufatti e beni con materiali riciclati e che tale obbligo sia rispettato anche nella formulazione di capitolati di opere pubbliche; Considerato inoltre che il D. M. 203/03 istituisce il Repertorio del Riciclaggio al quale devono essere iscritti materiali riciclati, beni e manufatti ottenuti con materiale riciclato ai quali si applicano le disposizioni di cui allart. 3 del medesimo decreto suddetto; Considerata la Circolare n. 5205 del 15/07/2005 (MinAmbiente) Green Public Procurement Indicazioni per loperativit nel settore edile, stradale e ambientale, ai sensi del decreto ministeriale 8 maggio 2003, n. 203, che rende effettivo ed operativo lobbligo per le Pubbliche Amministrazioni di prevedere limpiego di materiali riciclati nei propri capitolati dappalto, concorrendo a determinare la percentuale minima di materiali riciclati che le Pubbliche Amministrazioni devono impiegare in conseguenza a quanto stabilito dal D. M. 203/03; Ricordata inoltre la Circolare MinAmbiente suddetta nella quale tra laltro sono indicati, a titolo di esempio e in maniera non esaustiva, prodotti realizzati utilizzando riuti da costruzione e demolizione iscrivibili al Repertorio del Riciclaggio, in quanto possiedono i requisiti prestazionali minimi esplicitati nellAllegato C alla Circolare stessa; Visto che il documento tecnico dindirizzo denominato Capitolato speciale dappalto tipo a carattere prestazionale per lutilizzo di materiali inerti riciclati da costruzione e demolizione stato presentato ai soggetti sottoscrittori dellintesa ambientale sui riuti inerti e inoltre sottoposto

al vaglio del Comitato Tecnico di Verica dellAccordo volontario n. 2 (promozione della corretta gestione nalizzata al recupero e riciclaggio dei riuti inerti da costruzione e demolizione) e, successivamente, in data 02.12.05 raccolte le osservazioni e proposte di modica al documento stesso da parte del Comitato Tecnico di Verica, allargato alle Provincie toscane; Viste le osservazioni e proposte di modica pervenute alla Regione Toscana da parte dei soggetti ed istituzioni del Comitato Tecnico di Verica cui sopra, istruite dal Settore Riuti e Boniche della Regione in collaborazione con A.R.R.R. S.p.a.; Vista la relazione di presentazione del documento tecnico dindirizzo (allegato 1), redatta a cura del Settore Riuti e Boniche della regione Toscana; Visto il parere del C.T.P. riunitosi in data 31. 3.2006; Acquisita lintesa al Tavolo di Concertazione Istituzionale nella seduta del 8.5.2006; Ritenuto, per quanto espresso in premessa, di dover procedere allapprovazione del documento tecnico dindirizzo denominato Capitolato speciale dappalto tipo a carattere prestazionale per lutilizzo di materiali inerti riciclati da costruzione e demolizione, allegato 2 al presente atto, quale riferimento per la Regione Toscana, per gli Enti Locali toscani e per le aziende partecipate da Enti Pubblici, ai ni della predisposizione dei propri capitolati dappalto per la realizzazione di opere di genio civile; A voti unanimi DELIBERA 1. di approvare, per quanto espresso in premessa, lallegato documento tecnico dindirizzo denominato Capitolato speciale dappalto tipo a carattere prestazionale per lutilizzo di materiali inerti riciclati da costruzione e demolizione (allegato 2) unitamente alla relazione di presentazione (allegato 1). Il presente provvedimento, soggetto a pubblicit ai sensi dellart. 41, comma 1 lett. b. della L.R. 9/95, pubblicato per intero, sul Bollettino Ufciale della Regione Toscana, unitamente agli allegati 1 e 2, ai sensi dellart. 3, comma 1, della L.R. 18/96. Segreteria della Giunta Il Direttore Generale Valerio Pelini SEGUONO ALLEGATI

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

Allegato 1 Relazione di presentazione del documento tecnico dindirizzo denominato: Capitolato speciale dappalto tipo a carattere prestazionale per lutilizzo di materiali inerti riciclati da costruzione e demolizione
La Regione Toscana, nellampio quadro delle politiche di sostenibilit ambientale, con lapprovazione del presente documento porta a compimento un lungo percorso normativo e tecnico in tema di recupero e riutilizzo dei rifiuti provenienti da attivit di costruzione e demolizione. E infatti in questambito che viene proposto il documento tecnico dindirizzo denominato Capitolato speciale dappalto tipo a carattere prestazionale per lutilizzo di materiali inerti riciclati da costruzione e demolizione, rivolto principalmente alle Pubbliche Amministrazioni che hanno la necessit di appaltare opere civili, stradali, ferroviarie, ma anche a tutti i professionisti, progettisti e direttori dei lavori, alle aziende che operano nel campo del recupero e riciclaggio di rifiuti inerti da costruzione e demolizione ed alle imprese di costruzione. La realizzazione di questo strumento il coronamento di un percorso normativo intrapreso dalla Regione Toscana ed avviato nel 1998 con lapprovazione della L. R. 25 e del Piano regionale di gestione dei rifiuti. La prima prevede, tra laltro, leventualit di attivare interventi volti alla riduzione e minimizzazione dei rifiuti, anche attraverso l'individuazione di strumenti negoziali e che nei capitolati per appalti pubblici di opere, di forniture e di servizi, siano inserite specifiche condizioni per favorire luso di residui recuperabili, secondo le modalit indicate nel piano regionale. Successivamente si voluto dare attuazione a tali indirizzi e prescrizioni, attraverso lemanazione di direttive vincolanti per gli uffici regionali e di enti dipendenti dalla Regione stessa. Inoltre, nellambito delle politiche di promozione ed incentivazione del riciclaggio di rifiuti, la Regione Toscana ha approvato, tra gli altri, anche un Accordo Volontario per la valorizzazione ed il recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione, tra le cui principali finalit vi sono la riduzione della quantit e pericolosit dei rifiuti prodotti, lincremento della frazione di rifiuti non pericolosi da costruzione e demolizione avviati a riutilizzo, riciclaggio e recupero, la promozione dellinnovazione degli impianti secondo le migliori tecnologie disponibili, il miglioramento della qualit dei materiali inerti riciclati previa attestazione delle loro caratteristiche prestazionali. Le successive azioni regionali per rendere operativo tale accordo hanno portato alla redazione di studi (Analisi dei flussi dei rifiuti da costruzione e demolizione) e, appunto, di uno strumento tecnico indispensabile quale il Capitolato dappalto tipo. La redazione stata a cura dellUniversit degli Studi di Pisa, Dipartimento di Ingegneria Civile, Sede di Vie e Trasporti, e della Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Toscana, con la supervisione del Settore Rifiuti e Bonifiche della Regione Toscana e dellA.R.R.R. S.p.a Si giunti alla versione definitiva del documento attraverso un percorso partecipato, in quanto nella sue formazione sono stati coinvolti i soggetti pubblici e privati facenti parte del Comitato Tecnico di Verifica dellAccordo volontario n. 2 (promozione della corretta gestione finalizzata al recupero e riciclaggio dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione) istituito con D.G.R.T. 100/03 ed esteso alle provincie toscane, che hanno potuto presentare osservazioni e proposte di modifica. Ci ha permesso di definire un documento condiviso ed attento alle molteplici e varie esigenze dei soggetti interessati. In esso gli Enti Locali troveranno un utile strumento-guida per la predisposizione dei propri capitolati dappalto, al fine di incentivare e favorire lutilizzo di materiali inerti riciclati ottenuti da rifiuti dei processi di costruzione e demolizione.

Come indicato, si tratta di un capitolato a carattere prestazionale, quindi finalizzato ad assicurare che unopera, una volta ultimata, garantisca adeguate prestazioni in termini di caratteristiche tecniche ed ambientali. Questo approccio associa alle prestazioni una serie di parametri di controllo che possono essere valutati prescindendo dai materiali impiegati e dalle tecniche di lavorazione adottate, consentendo che i controlli vengano svolti sullopera finita. Tuttavia, nel capitolato si son volute comunque mantenere alcune norme tecniche prescrittive, non sopprimibili e opportunamente aggiornate, che riguardano importanti aspetti quali: laccettabilit dei materiali per limpiego, il confezionamento delle miscele, i controlli ambientali sugli aggregati riciclati.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

REGIONE TOSCANA

DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE AMBIENTALI E TERRITORIALI

GIUNTA REGIONALE

Allegato 2

DOCUMENTO TECNICO DINDIRIZZO

CAPITOLATO SPECIALE D'APPALTO TIPO A CARATTERE PRESTAZIONALE PER L'UTILIZZO DI MATERIALI INERTI RICICLATI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

CAPITOLATO SPECIALE D'APPALTO TIPO A CARATTERE PRESTAZIONALE PER L'UTILIZZO DI MATERIALI INERTI RICICLATI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE
------------------------------------------------------------------------------------INDICE

1 - QUADRO DI RIFERIMENTO

2 TERMINI DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONI 2.1. Termini e definizioni 2.2. Classificazioni 2.2.1. Categorie di aggregati riciclati 2.2.2. Composizione delle miscele

3 - PRODUZIONE E IMPIEGO DI MATERIALI INERTI RICICLATI 3.1. Requisiti degli impianti di produzione 3.1.1. Impianti a prodotto costante 3.2. Formazione, stoccaggio e caratterizzazione dei lotti 3.3. Campionamento ai fini della caratterizzazione del prodotto 3.3.1. Campionamento da cumuli conici o piramidali 3.3.2. Campionamento da cumuli piatti ed estesi 3.3.3. Campionamento da lotti omogeneizzati in fase di formazione 3.3.4. Campionamento da veicoli impiegati per il trasporto 3.3.5. Riduzione del numero dei prelievi da impianti a prodotto costante 3.4. Accettazione per l'impiego

4 COSTRUZIONE DEL CORPO DEI RILEVATI STRADALI 4.1. Generalit 4.2. Pianificazione dei lavori 4.3. Campi prova 4.4. Piano particolareggiato delle lavorazioni 4.5. Piani di posa 4.5.1. Preparazione del terreno di sedime 4.5.2. Terreni cedevoli 4.5.3. Requisiti di portanza 4.5.4. Bonifiche del terreno di sedime 4.5.5. Strati anticapillari 4.6. Aggregati 4.6.1. Requisiti fisico-meccanici 4.6.2. Requisiti chimici 4.7. Posa in opera

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

4.8. Compattazione 4.9. Protezione 4.10. Controlli 4.10.1. Controlli delle forniture 4.10.2. Controlli prestazionali degli strati finiti 4.10.3. Frequenza dei controlli degli strati finiti 4.11. Tolleranze 4.11.1. Tolleranze dei risultati delle prove di controllo 4.11.2. Tolleranze delle giaciture dei piani realizzati rispetto a quelle di progetto 5 - COSTRUZIONE DEI SOTTOFONDI STRADALI 5.1. Generalit 5.2. Pianificazione dei lavori 5.3. Campi prova 5.4. Piano particolareggiato delle lavorazioni 5.5. Piani di posa 5.5.1. Requisiti di portanza 5.5.2. Bonifiche dei sottofondi e dei piani di posa 5.6. Aggregati 5.6.1. Requisiti fisico-meccanici 5.6.2. Requisiti chimici 5.7. Posa in opera 5.8. Compattazione 5.9. Protezione 5.10. Controlli 5.10.1. Controlli delle forniture 5.10.2. Controlli prestazionali degli strati finiti 5.10.3. Frequenza dei controlli degli strati finiti 5.11. Tolleranze 5.11.1. Tolleranze dei risultati delle prove di controllo 5.11.2. Tolleranze delle giaciture dei piani realizzati rispetto a quelle di progetto 6 - COSTRUZIONE DEGLI STRATI DI FONDAZIONE DI SOVRASTRUTTURE STRADALI 6.1. Generalit 6.2. Aggregati 6.2.1. Requisiti di composizione 6.2.2. Requisiti chimici 6.2.3. Requisiti fisico meccanici 6.3. Accettazione 6.4. Confezionamento 6.5. Posa in opera 6.6. Controlli 6.6.1. Controlli delle forniture 6.6.2. Controlli prestazionali degli strati finiti 7 - COSTRUZIONE DI STRATI IN MISTO CEMENTATO 7.1. Generalit 7.2. Aggregati

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

7.2.1. Requisiti di composizione 7.2.2. Requisiti chimici 7.2.3. Requisiti fisico-meccanici 7.3. Accettazione delle miscele 7.4. Confezionamento delle miscele 7.5. Preparazione delle superfici di stesa 7.6. Posa in opera delle miscele 7.7 Protezione superficiale degli strati finiti 7.8. Controlli 7.8.1. Controlli dei materiali costituenti 7.8.2. Controlli delle miscele prelevate in fase di posa in opera 7.8.3. Controlli prestazionali degli strati finiti

8 COSTRUZIONE DEL CORPO DEI RILEVATI FERROVIARI 8.1. Generalit 8.2. Definizioni 8.3. Campo di applicazione 8.4. Documentazione e normativa di riferimento 8.5. Caratteristiche del materiali di provenienza 8.6. Caratteristiche dell'impianto di lavorazione 8.7. Caratteristiche del materiale riciclato 8.8. Requisiti del materiale riciclato 8.8.1. Requisiti dimensionali 8.8.2. Requisiti fisici e meccanici 8.8.3. Requisiti chimici 8.8.4. Altri componenti 8.9. Requisiti del materiale in opera 8.9.1. Requisiti dimensionali 8.9.2. Requisiti fisici 8.10. Posa in opera 8.10.1. Compattazione e finitura 8.11. Controlli 8.11.1. Controlli in impianto 8.11.2. Controlli sui materiali da mettere in opera stoccati in cantiere 8.11.3. Controlli sul prodotto finale 8.A. Appendice 8.A.1. Altre opere da realizzare con materiali provenienti dalle demolizioni edilizie 8.A.2. Bonifica del terreno di sedime 8.A.3. Verifiche di stabilit 8.A.4. Campo prova 8.A.5. Elaborati grafici progettuali

9 - COSTRUZIONE DEI SOTTOFONDI FERROVIARI

10 - FORMAZIONE DEI RIEMPIMENTI 10.1. Sistemazione dei tratti di rilevato rimasti in sospeso 10.2. Rinterri di cavi praticati nel corpo stradale 10.3. Riempimenti a ridosso di opere di sostegno 10.3.1. Riempimenti soggetti a carichi da traffico veicolare

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

10.3.2. Riempimenti non soggetti a carichi da traffico veicolare 10.4. Ripristino di cavi di fondazione a ridosso di strutture murarie non soggetti a traffico veicolare 11 BONIFICHE DEI PIANI DI POSA 11.1. Bonifiche dei piani di posa dei rilevati stradali 11.1.1. Aggregati 11.1.2. Requisiti prestazionali 11.2. Bonifiche dei sottofondi stradali 11.2.1. Aggregati 11.2.2. Requisiti prestazionali 11.3. Bonifiche dei piani di posa dei rilevati ferroviari 11.3.1. Aggregati 11.3.2. Requisiti prestazionali

----------------------------------

10

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

1. QUADRO DI RIFERIMENTO Nella costruzione di opere di Genio Civile come strade, ferrovie, piazzali portuali e interportuali, nelle quali sono generalmente pi elevate le quantit di materiali inerti da impiegare per nuove realizzazioni o da smaltire, sicuramente vantaggioso prevedere il riciclaggio e il riuso delle materie di risulta da attivit di demolizione e costruzione, quali: x quelle generate da attivit di costruzione e demolizione di opere edilizie o stradali e quelle prodotte da escavazioni. La loro componente pi significativa costituita da frazioni inerti di macerie, terre e rocce di scavo.

Il riuso dei materiali inerti riciclati come materie prime seconde suggerito da diverse esigenze connesse a tematiche ambientali e economiche tra le quali: x la presenza sempre pi estesa di aree interessate da notevoli quantit di scarti provenienti dall'edilizia e da settori ad essa collegati con conseguente incremento della richiesta di aree da destinare a discariche; x l'asportazione di materiali inerti naturali che comporta impatti negativi specialmente quando le aree interessate sono ambientalmente pregiate; x l'impiego dei sempre pi onerosi aggregati naturali con conseguente incremento dei costi di costruzione. Da tempo sono state sperimentate, sia in laboratorio sia in sito, le buone qualit dei materiali inerti recuperati, e le tecniche di trattamento e di riciclaggio di tale tipologia di materiali consentono di ottenere aggregati con caratteristiche prestazionali paragonabili a quelle dei tradizionali inerti naturali. Tuttavia la diffusione dell'utilizzo ed anche la produzione su larga scala dei derivati dal riciclaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione ancora ridotta per diversi motivi, tra questi pu annoverarsi anche l'assenza o la carenza di specifici strumenti tecnici (Capitolati Speciali d'Appalto) e normativi.

Le Norme Tecniche del Capitolato Speciale d'Appalto possono avere un'impostazione diversa a seconda che siano di tipo prescrittivo o di tipo prestazionale. Le Norme Tecniche prescrittive: si basano sulle conoscenze precedentemente acquisite sulla buona riuscita di realizzazioni analoghe per tipologia e condizioni di esercizio. Riguardano tutte le fasi della realizzazione di una determinata opera, e cio: l'accettabilit dei materiali, il

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

11

confezionamento delle miscele, i controlli in corso d'opera, le macchine di cantiere e le modalit esecutive dei lavori in generale. Le Norme prestazionali: si riferiscono alle prestazioni che l'opera dovr garantire dopo la sua ultimazione. A queste prestazioni sono associati parametri di controllo che possono essere valutati prescindendo dai materiali impiegati e dalle tecniche di lavorazione adottate, i controlli sono quindi effettuati sull'opera finita. Ne deriva che, per essere pienamente efficaci, le Norme Tecniche di questo tipo debbono basarsi su parametri assolutamente affidabili e inequivocabilmente connessi alle prestazioni finali. Per i controlli sono quindi da preferire determinazioni sperimentali simulative in reale grandezza e/o di tipo razionale in laboratorio che consentano di valutare le caratteristiche prestazionali con parametri significativi. Le Norme prestazionali agevolano la Direzione Lavori, perch pu evitare i continui controlli in corso d'opera, e l'Impresa esecutrice perch pu prescritte. Va segnalato al riguardo che l'attuazione delle Norme prestazionali richiede un superiore livello di conoscenze da parte dei Tecnici e delle Imprese e la disponibilit di Laboratori prove dotati di specifiche attrezzature sperimentali, in generale pi complesse di quelle tradizionali, necessarie per le prove in laboratorio e per quelle in sito che debbono essere del tipo ad "alto rendimento", cio capaci di determinare in breve tempo i parametri richiesti. Sulla base di tali considerazioni si ritenuto opportuno mettere a punto il presente documento, con l'obiettivo di far convivere l'esigenza di prevedere Norme Tecniche di tipo prestazionale con quella di conservare quelle Norme Tecniche prescrittive non sopprimibili, opportunamente aggiornate, e tenendo conto della gerarchia delle varie realizzazioni. A questo riguardo, per ciascuna delle categorie di opere di tipo stradale considerate, sono stati indicati i requisiti qualitativi dei materiali e i parametri prestazionali commisurati all'entit delle azioni indotte da traffico veicolare molto pesante, pesante, medio e leggero. Per le opere di tipo ferroviario i requisiti di cui sopra sono stati riferiti a quanto previsto dal vigente Capitolato emanato dalle Ferrovie dello Stato Divisione Infrastrutture. Per quanto riguarda la normativa tecnica relativa agli strumenti e ai metodi di controllo e alla classificazione dei materiali, si fatto riferimento, a seconda dell'argomento trattato e della disponibilit di Norme approvate, alle Norme europee EN, alle Norme nazionali CNR e UNI, alle Norme VSS (Svizzera) e alle Norme ASTM (U.S.A.). Per tenere conto del costante sviluppo tecnologico nel settore dei materiali riciclati da costruzione e demolizione, delle tecniche costruttive e in particolare del periodico aggiornamento cui soggetta la Normativa Tecnica sopra citata, opportuno che in tal senso il Capitolato sia periodicamente aggiornato. adottare le strategie pi vantaggiose per ottenere le caratteristiche prestazionali

12

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

2. TERMINI DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONI

2.1. TERMINI E DEFINIZIONI 2.1.1. AGGREGATO: materiale granulare utilizzato nelle costruzioni civili. Gli aggregati possono essere naturali, artificiali o riciclati. AGGREGATO ARTIFICIALE: aggregato di origine minerale derivante da un processo industriale che implica una modificazione termica o di altro tipo. AGGREGATO NATURALE: aggregato di origine minerale che stato sottoposto unicamente a lavorazione meccanica. AGGREGATO RICICLATO: aggregato costituito da materiali riciclati. ARGILLA: frazione di terra costituita da granuli aventi dimensioni minori di 0,005 mm e dotata di plasticit variabile con il contenuto di umidit. CORPO DEL RILEVATO: porzione di rilevato altimetricamente compresa tra il piano di posa dello stesso e il piano di posa del sottofondo. CORPO STRADALE: il solido altimetricamente compreso tra il piano di campagna e il piano viabile; tale definizione estendibile anche all'infrastruttura ferroviaria. CRIVELLO: vaglio con aperture di forma circolare. DIMENSIONE DEI GRANULI: la dimensione del granulo convenzionalmente definita secondo il metodo di prova seguito per la sua determinazione: x se per vagliatura, dalla pi piccola dimensione delle maglie del setaccio attraverso le quali passano i granuli; x se per sedimentazione, dal diametro della sfera di uguale peso specifico che si comporta alla stessa maniera del granulo.

2.1.2.

2.1.3.

2.1.4. 2.1.5.

2.1.6.

2.1.7.

2.1.8. 2.1.9.

2.1.10. FRAZIONE FINE (o FILLER): frazione granulometrica costituita da granuli di diametro medio minore di 0,063 mm (passante al setaccio con aperture di 0,063 mm). 2.1.11. FRAZIONE GRANULOMETRICA: porzione di materiale granulare costituita da granuli di diametro medio compreso tra due diametri medi prestabiliti. 2.1.12. GRANIGLIA: frazione granulometrica costituita da granuli di diametro medio compreso tra 10 e 2 mm , aventi forma poliedrica e spigoli vivi (passanti al setaccio con aperture di 10 mm e trattenuti al setaccio con aperture di 2 mm). 2.1.13. GRANULI O GRANI: le singole parti solide di una terra separabili senza frantumazione.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

13

2.1.14. GRANULOMETRIA: percentuale in massa degli elementi granulari di varie dimensioni presenti in una miscela di aggregati. La sua determinazione eseguita mediante l'impiego di setacci aventi aperture di dimensioni normalizzate. 2.1.15. LOTTO: quantit di produzione, quantit consegnata, quantit di consegna parziale (carico di treno merci, carico di autocarro, carico di una nave) o cumulo prodotto in una sola volta e in condizioni presumibilmente uniformi. In caso di produzione continua, il lotto la quantit prodotta durante un periodo prestabilito. 2.1.16. MASSA VOLUMICA APPARENTE: rapporto tra la massa di un campione di materiale e il suo volume. 2.1.17. MASSA VOLUMICA DEL SECCO: rapporto tra la massa di un campione di materiale essiccato a 105110C, fino massa costante, e il suo volume prima dell'essiccamento. 2.1.18. MATERIALI RICICLATI: materiali derivanti dal recupero di rifiuti provenienti da attivit di costruzione e demolizione, trattati in impianti autorizzati ai sensi di legge. Il materiale per essere utilizzato nella produzione di aggregati riciclati deve avere caratteristiche conformi al test di cessione di cui allallegato 3 del D. M. 05.02.1998. I materiali riciclati possono essere miscelati tra loro ed anche con terre naturali, in modo da favorirne il riutilizzo nelle costruzioni civili. I materiali riciclati provenienti da attivit di costruzione o demolizione sono prevalentemente costituiti da laterizi, murature, frammenti di conglomerati cementizi anche armati, rivestimenti e prodotti ceramici, scarti dell'industria di prefabbricazione di manufatti in calcestruzzo anche armato, frammenti di sovrastrutture stradali o ferroviarie, intonaci, allettamenti, materiali lapidei provenienti da cave autorizzate o da attivit di taglio e lavorazione. 2.1.19. PIETRISCHETTO: frazione granulometrica costituita da granuli di diametro medio compreso tra 25 e 10 mm , aventi forma poliedrica e spigoli vivi (passanti al setaccio con aperture di 25 mm e trattenuti al setaccio con aperture di 10 mm). 2.1.20. PIETRISCO: frazione granulometrica costituita da granuli di diametro medio compreso tra 71 e 25 mm , aventi forma poliedrica e spigoli vivi (passanti al setaccio con aperture di 71 mm e trattenuti al setaccio con aperture di 25 mm). 2.1.21. RIEMPIMENTI: il ripristino di scavi di fondazione intorno a strutture, il rinterro di cavi praticati nel corpo stradale per diversi scopi (ad esempio per la posa di sottoservizi), il riempimento a ridosso di murature, opere di sostegno, ecc. 2.1.22. RILEVATO: porzione del corpo stradale altimetricamente compresa tra il suo piano di posa (di norma complanare a quello di campagna) e quello di posa della sovrastruttura stradale o ferroviaria. 2.1.23. RIPETIBILIT "r" (di una prova): lo scarto ammissibile tra i risultati ottenuti da uno stesso sperimentatore. 2.1.24. RIPRODUCIBILIT "R" (di una prova): lo scarto ammissibile tra i risultati ottenuti da sperimentatori diversi.

14

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

2.1.25. SABBIA: frazione granulometrica costituita da granuli di diametro medio compreso tra 2 e 0,05 mm (passanti al setaccio con aperture di 2 mm e trattenuti al setaccio con aperture di 0,05 mm). 2.1.26. SETACCIO: vaglio con aperture di forma quadrata. 2.1.27. SOTTOFONDO: strato di materiale (tradizionalmente terroso) costituente il fondo di uno scavo o la parte superiore di un rilevato, avente caratteristiche atte a costituire adeguato appoggio alla sovrastruttura; tale deve considerarsi il materiale sino ad una profondit alla quale le azioni indotte dai carichi mobili sono apprezzabili ed influenti sulla stabilit dell'insieme (di solito dell'ordine di 100 cm per le sovrastrutture stradali e di 200 cm nel caso delle sovrastrutture ferroviarie). 2.1.28. SOVRASTRUTTRA FERROVIARIA: costituita dagli strati di sub-ballast (insieme di strati in genere legati a bitume o a cemento, sempre presenti nelle linee ad alta velocit) e dal ballast o massicciata (strato di pietrisco sul quale allocato l'armamento ferroviario costituito dall'insieme delle rotaie, delle traverse e relativi ancoraggi). 2.1.29. SOVRASTRUTTURA STRADALE (O PAVIMENTAZIONE): la parte del corpo stradale costituita dall'insieme di strati sovrapposti, di materiali e spessori diversi, avente la funzione di sopportare complessivamente le azioni indotte dal traffico e di trasmetterle e distribuirle, opportunamente attenuate, sul sottofondo. 2.1.30. STRATO ANTICAPILLARE: strato di materiale granulare di adeguato spessore e di opportuna composizione granulometrica, interposto tra lo strato di fondazione ed il sottostante sottofondo, destinato ad interrompere l'eventuale risalita capillare di acqua proveniente da falda acquifera. 2.1.31. STRATO DI BASE: nel caso delle pavimentazioni stradali lo strato intermedio, disposto tra l'insieme degli strati superficiali e lo strato di fondazione, ad esso demandato principalmente il compito di resistere ai carichi verticali trasmessi localmente dallo strato o dagli strati superficiali, ripartendoli sui sottostanti strati di fondazione di minori qualit portanti; qualora, a causa della particolare pesantezza del traffico e/o della scarsa portanza del sottofondo, fosse necessario ricorrere ad uno spessore rilevante di questo strato intermedio, pu risultare opportuno suddividerlo in due strati, superiore ed inferiore, eventualmente differenziandone i materiali per motivi economici e per regolarit costruttiva. 2.1.32. STRATO DI BONIFICA DEL TERRENO DI SEDIME: porzione del terreno di sedime (di spessore opportuno) che viene stabilizzato o sostituito con idoneo materiale inerte quando la natura e lo stato dei terreni di sedime non consentono, con il solo costipamento, di ottenere i valori di portanza richiesti. 2.1.33. STRATO DI FONDAZIONE: parte inferiore della sovrastruttura a contatto con il sottofondo, avente la funzione di trasmettere le azioni verticali, ulteriormente ripartite ed attenuate, al sottofondo stesso; normalmente, nel caso stradale, lo strato di fondazione in materiale meno pregiato di quello costituente gli strati sovrastanti e pu essere suddiviso in pi strati; nel caso ferroviario la funzione dello strato di fondazione viene svolta dal ballast e dall'eventuale sub-ballast.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

15

2.1.34. STRATO DRENANTE: strato di materiale poroso permeabile, posto a conveniente quota nel corpo stradale, al fine di provvedere alla raccolta e allo smaltimento verso le cunette laterali, o altri dispositivi drenanti, delle acque di falda o di infiltrazione. 2.1.35. TERRA: per terra si intende ogni roccia sciolta, ogni roccia frammentaria, cio incoerente per natura o che diviene tale in seguito a pi o meno prolungato contatto con acqua. I singoli frammenti possono avere dimensioni da qualche centimetro alla frazione di micron. 2.1.36. TERRENO: per terreno si intende la roccia, sia essa sciolta sia lapidea, considerata nel suo ambiente naturale. 2.1.37. TERRENO DI SEDIME: terreno naturale sul quale poggia l'intero corpo stradale. 2.1.38. TERRENO VEGETALE: la parte superiore del terreno contenete sostanze organiche ed interessata dalle radici delle colture. 2.1.39. TRAFFICO: qui definito come numero medio di passaggi giornalieri di veicoli commerciali (V.C.) sulla corsia o sull'area rotabile pi trafficata. 2.1.40. TRAFFICO LEGGERO (L): minore di 450 (V.C.). 2.1.41. TRAFFICO MEDIO (M): da 450 a 1100 (V.C.). 2.1.42. TRAFFICO PESANTE (P): da 1100 a 3000 (V.C.). 2.1.43. TRAFFICO MOLTO PESANTE (PP): maggiore di 3000 (V.C.). 2.1.44. UMIDIT: rapporto percentuale tra la massa dell'acqua eliminata per essiccamento fino a massa costante a 105110C e la massa del materiale cos essiccato. 2.1.45. VEICOLO COMMERCIALE (V.C.): autoveicolo di massa totale a terra maggiore o eguale a 3 t.

16

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

2.2. CLASSIFICAZIONI (Norma UNI EN 13285/2004)

2.2.1. - CATEGORIE DI AGGREGATI RICICLATI Calcestruzzi riciclati Aggregati costituiti prevalentemente da frammenti di conglomerati cementizi, anche armati, provenienti da demolizioni di opere in cemento armato, dagli scarti dell'industria di prefabbricazione di manufatti anche armati, da traversine ferroviarie e altri manufatti in c.a., aventi la seguente composizione:
Componenti Calcestruzzo frantumato (massa volumica >2,1 Mg/m3) e materiali litici frantumati (con esclusione di aggregati argillo-scistosi e gessosi) Scarti edilizi frantumati di murature, rivestimenti e allettamenti (massa volumica >1,6 Mg/m3) Conglomerati bituminosi frantumati Materiali terrosi coesivi Materiali organici Percentuale in massa 90 10 5 1 0,1

Principale Altri Contaminanti

Murature riciclate Aggregati costituiti prevalentemente da elementi in laterizio (mattoni, piastrelle e laterizi in genere) derivanti da demolizioni edilizie di manufatti in muratura, aventi la seguente composizione:
Componenti Scarti edilizi frantumati di murature, rivestimenti e allettamenti (massa volumica >1,6 Mg/m3), calcestruzzo frantumato e materiali litici frantumati (con esclusione di aggregati argillo-scistosi e gessosi) Materiali granulari con massa volumica <1,6 Mg/m3 Conglomerati bituminosi frantumati Materiali non lapidei e argilla Materiali organici Percentuale in massa 80 20 5 1 0,1

Principale Altri Contaminanti

Macerie Aggregati costituiti prevalentemente da miscele dei componenti principali che caratterizzano le categorie di aggregati "calcestruzzi riciclati" e "murature riciclate", aventi la seguente composizione:
Componenti Calcestruzzo frantumato (massa volumica >2,1 Mg/m3) e materiali litici frantumati (con esclusione di aggregati argillo-scistosi e gessosi) Scarti edilizi frantumati di murature, rivestimenti e allettamenti (massa volumica >1,6 Mg/m3) Materiali granulari con massa volumica <1,6 Mg/m3 Conglomerati bituminosi frantumati Materiali non lapidei e argilla Materiali organici Percentuale in massa 50 50 10 5 1 0,1

Principali

Altri Contaminanti

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

17

Materiali da demolizioni stradali Aggregati costituiti prevalentemente da materiali derivanti dalla demolizioni di sottofondi e sovrastrutture stradali, aventi la seguente composizione:
Componenti Materiali per pavimentazioni stradali, incluso calcestruzzo frantumato, aggregati non legati e aggregati legati con leganti idraulici frantumati Conglomerati bituminosi frantumati Materiali non lapidei e argilla Materiali organici Percentuale in massa 90 30 1 0,1

Principali Contaminanti

2.2.2. COMPOSIZIONE DELLE MISCELE La composizione delle miscele contenenti aggregati riciclati deve essere determinata mediante separazione visiva, utilizzando le modalit sperimentali riportante in Appendice A della Norma UNI EN 13285 e deve essere conforme, per ciascuna delle categorie di cui sopra, alla relativa composizione. I materiali C&D da utilizzare nelle opere previste nel presente Capitolato potranno essere ottenuti impiegando o materiali appartenenti ad una sola delle categorie di cui sopra oppure miscelando in opportune proporzioni materiali appartenenti a categorie diverse con eventuali integrazioni di materiale naturale, nel rispetto dei limiti di composizione di seguito indicati per le varie categorie di lavoro.

18

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

3 - PRODUZIONE E IMPIEGO DI MATERIALI INERTI RICICLATI

3.1. REQUISITI DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE Gli impianti di produzione di inerti riciclati devono essere qualificati dalla Direzione Lavori per stabilirne l'idoneit alla fornitura del materiale, nonch la rispondenza alle prescrizioni metodologiche del processo di cui al D.M. 05/02/98, n.72. Le modalit di trattamento e di miscelazione dei residui delle attivit dalle quali viene generato l'aggregato possono influire notevolmente sulla qualit del prodotto finale. Per ottenere con maggiore certezza costanti risultati in opera, il materiale da riciclo deve mantenere elevati livelli di costanza granulometrica e di composizione. A tal fine gli impianti di produzione di inerti riciclati possono essere organizzati in modo tale da: a) b) consentire il controllo della qualit dei materiali in arrivo, per una verifica delle caratteristiche e dell'idoneit all'utilizzo; essere dotati di zone debitamente attrezzate e delimitate per lo stoccaggio provvisorio del materiale, eventualmente suddiviso per tipologie (calcestruzzi, macerie, conglomerati bituminosi, sfridi, scarti industriali, ecc.); consentire l'alimentazione dell'impianto di trattamento mediante mezzo meccanico (per esempio una pala gommata), evitando che lo stesso venga alimentato direttamente dagli autocarri in arrivo; consentire, in uscita dalla tramoggia di alimentazione, il controllo qualitativo dei materiali con eventuale esclusione dal ciclo produttivo del materiale non idoneo e/o pericoloso ed invio, tramite un by-pass, ad uno stoccaggio separato; consentire una prima vagliatura, mediante vibrovaglio, per l'eliminazione della frazione fine, e il convogliamento del materiale nella camera di frantumazione del mulino, in modo da avere la riduzione granulometrica dei detriti ed il perfetto distacco delle armature di acciaio dal calcestruzzo; consentire l'individuazione di sostanze pericolose e/o nocive; essere dotato di un deferrizzatore primario per l'eliminazione degli elementi ferrosi e di un secondo deferrizzatore, posto pi vicino al nastro, in grado di eliminare anche le parti metalliche minute eventualmente sfuggite al primo deferrizzatore; consentire la separazione automatica, anche in pi stadi, delle frazioni di materiale non idoneo (carta, residui di legno, frazioni leggere, ecc.) che devono essere convogliate in appositi contenitori; essere dotato di un vibrovaglio, per la selezione delle diverse frazioni granulometriche. Per garantire la costanza della qualit del prodotto, a prescindere dalle tipologie in alimentazione, gli impianti devono essere strutturati in modo tale da consentire la compensazione di carenze o eccedenze di frazioni granulometriche (dovute al tipo di materiale immesso nel ciclo); ci, mediante la predisposizione di adeguate stazioni di vagliatura, in modo tale che, sul nastro trasportatore che alimenta lo stoccaggio finale del prodotto, sia presente l'intero assortimento granulometrico richiesto.

c)

d)

e)

f) g)

h)

i)

Tali caratteristiche impiantistiche si intendono di riferimento e, quindi, non vincolanti. Vincolante lapprovazione dellimpianto da parte della Direzione dei Lavori.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

19

3.1.1 - IMPIANTI A PRODOTTO COSTANTE Impianti nei quali sono rispettati tutti i requisiti di cui ai precedenti punti da a) ad i) e nei quali sia mantenuto un controllo efficace sulla produzione al fine di garantirne un elevato livello di costanza granulometrica e di composizione degli inerti prodotti (vedasi anche al successivo 3.3.5.).

3.2. FORMAZIONE, STOCCAGGIO E CARATTERIZZAZIONE DEI LOTTI In relazione alla variabilit della provenienza dei materiali in arrivo all'impianto, dalla quale pu conseguire una disuniformit del comportamento in opera, gli aggregati riciclati possono essere impiegati unicamente se facenti parte di lotti previamente caratterizzati. I risultati delle prove di laboratorio su campioni, da prelevare secondo le modalit di seguito indicate, sono da ritenersi rappresentativi del solo lotto sul quale stato effettuato il campionamento. I singoli lotti di prodotto devono essere stoccati su un piano di posa stabile, pulito, regolare e ben drenato, in modo che risultino ben separati e distinguibili gli uni dagli altri. I lotti hanno di norma dimensioni variabili da 500 a 3000 m3. L'accumulo del materiale pu avvenire, per ciascun lotto:   in cumuli di forma conica o piramidale, costituiti per caduta dall'alto del materiale, senza particolari accorgimenti destinati ad evitare la segregazione granulometrica o a favorire la miscelazione degli apporti; in cumuli piatti ed estesi, a superficie superiore piana ed orizzontale e di altezza massima di 3 m; in tal caso possono essere sovrapposte partite diverse, purch la base di appoggio della partita sovrastante sia interamente interna, con adeguato margine, alla superficie superiore della partita sottostante. Questo tipo di accumulo di materiale da preferire perch contribuisce a prevenire i fenomeni di segregazione che si verificano nei cumuli conici o piramidali; con accorgimenti e modalit distributive che consentano di garantire elevati livelli di omogeneit granulometrica e di composizione; in volumi predisposti per un sistema di asportazione automaticamente omogeneizzante.

 

Eccezionalmente, un lotto pu essere costituito dal solo contenuto del singolo veicolo impiegato per il trasporto.

3.3. CAMPIONAMENTO AI FINI DELLA CARATTERIZZAZIONE DEL PRODOTTO Il campionamento deve essere eseguito a cura del Personale del Laboratorio specializzato che effettua le prove sul materiale e che redige il relativo Certificato di prova. Durante l'esecuzione delle campionature devono essere annotate e riportate in apposito Verbale di prelevamento tutte le notizie che possono concorrere a fornire utili indicazioni sulla rappresentativit dei campioni prelevati, sulla loro ubicazione e sulle condizioni dei cumuli. Ciascun campione deve essere tenuto separato dagli altri, chiuso in un contenitore contraddistinto da etichetta chiara ed inalterabile, e poi trasportato adottando precauzioni idonee ad evitare l'alterazione delle caratteristiche del materiale, la variazione della granulometria, la segregazione e la perdita di materiale fine.

20

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

3.3.1. CAMPIONAMENTO DA CUMULI CONICI O PIRAMIDALI Quando il materiale sia disposto in cumuli costituiti per caduta dall'alto senza particolari accorgimenti, il prelievo dei campioni deve essere eseguito come segue:  se il materiale si presenta sufficientemente uniforme, con riguardo al colore, alla distribuzione granulometrica, alla composizione o ad altre caratteristiche di immediata evidenza, si preleveranno almeno cinque campioni, ciascuno di massa minima di 50 kg, da parti diverse e a differente quota del cumulo, adottando le accortezze previste dalla Norma UNI EN 932-1 Appendice C (v. Figura 3.1. e 3.2.), avendo cura di ottenere la migliore rappresentativit possibile per i differenti tempi di costituzione del cumulo;  se nello stesso cumulo il materiale presenta evidenti sensibili disuniformit, sia di colore, sia di granulometria, sia per altri caratteri di immediata evidenza, si devono prelevare distinti campioni in corrispondenza delle notate disuniformit, in numero almeno pari alle zone di diverse caratteristiche e, comunque, non inferiori a sei.

Figura 3.1 - Campionatura da cumuli conici

Figura 3.2 Tubo di campionamento

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

21

3.3.2. CAMPIONAMENTO DA CUMULI PIATTI ED ESTESI Come gi indicato (v. 3.2) l'accumulo in strati orizzontali da preferire in quanto contribuisce a prevenire i fenomeni di segregazione che si verificano nei cumuli conici o piramidali. Il cumulo piatto ed esteso, costituente un singolo lotto, deve avere altezza massima di 3.00 m. Individuato approssimativamente il baricentro della superficie superiore del lotto da saggiare, si eseguono i prelievi, in numero non inferiore a quello indicato nella Tabella 3.1, in punti opportunamente prescelti su una spirale avente origine nel baricentro (come esemplificato nella Figura 3.3), in modo da evidenziare eventuali disuniformit.

Tabella 3.1 - Campionatura da cumuli piatti


Volume del cumulo piatto (m3) Numero minimo di campioni < 500 3 500 1000 4 1000 3000 5

Numero di prelievi r/Rmax 3 A AB AC AD AE 0 0,55 0,85 0,72 0,96 X X X X 4 X X X 5 X X X X X

Figura 3.3 - Campionatura da cumuli piatti

Ciascun campione, del peso minimo di 50 kg, deve essere rappresentativo del materiale presente in tutto lo spessore del cumulo piatto, per altezze del cumulo non superiori a 3 metri. Qualora il cumulo abbia altezze superiori a 3 metri, in ognuno dei punti di prelievo va prelevato un campione ogni 3 metri o frazione.

22

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

3.3.3. CAMPIONAMENTO DA LOTTI OMOGENEIZZATI IN FASE DI FORMAZIONE Se i lotti vengono disposti in cumuli piatti ed estesi ed omogeneizzati in modo automatico durante la loro formazione, il campionamento pu essere effettuato progressivamente e contestualmente alla formazione, purch si adottino sistemi automatici atti a garantire la rappresentativit e la non alterabilit del prelievo. In tale caso il campione globale deve essere suddiviso in parti corrispondenti ad afflussi relativi al massimo a 3 metri di cumulo; ciascuna parte va poi ridotta tramite quartatura al peso minimo di circa 50 kg del campione da sottoporre a prova. In alternativa possono essere eseguiti prelievi dopo aver terminato la formazione del cumulo, secondo la procedura pi idonea tra quelle indicate nei precedenti 3.3.1. e 3.3.2.

3.3.4. CAMPIONAMENTO DAI VEICOLI IMPIEGATI PER IL TRASPORTO Qualora si renda necessario eseguire il prelievo dei campioni dai veicoli impiegati per il trasporto del materiale, si procede, per ciascun veicolo, secondo la procedura e con le cautele indicate dalla Norma UNI EN 932-1. I singoli campioni, del peso minimo di circa 50 kg devono essere tenuti separati e sottoposti alle prove separatamente.

3.3.5. - RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PRELIEVI DA IMPIANTI A PRODOTTO COSTANTE Per un impianto che rispetti tutti i requisiti riportati nel precedente 3.1., ed in particolare qualora consenta di compensare carenze o eccedenze di frazioni granulometriche, dovute al materiale immesso nel ciclo, mediante la presenza di adeguate stazioni di vagliatura, in modo tale che, sul nastro trasportatore che alimenta lo stoccaggio finale del prodotto, sia presente un assortimento granulometrico costante, consentita la riduzione del numero dei prelievi ai fini della caratterizzazione della sua produzione. Dopo aver provveduto alla qualificazione dell'impianto di produzione di inerti riciclati, ai fini del mantenimento degli standard qualitativi dell'impianto stesso, debbono essere effettuati controlli dell'impianto ogni 20000 m3 di materiale lavorato e, comunque, almeno una volta ogni 6 mesi, da parte di un Laboratorio specializzato. Il numero di prelievi e di prove potr essere dimezzato, se , per un anno di osservazioni e per un volume sottoposto a test di almeno 3000 m3 al mese per ciascuna delle dichiarate tipologie di impiego, i risultati delle prove di caratterizzazione hanno evidenziato una costanza di risultati conformi alle specifiche. Qualora l'impianto sia anche dotato di Laboratorio prove interno, i campioni, sempre dopo un anno di positiva e documentata sperimentazione, possono essere preparati in doppia serie a cura del Laboratorio specializzato esterno. La prima serie sar sottoposta a prove dal Laboratorio interno; della seconda serie il Laboratorio specializzato esterno sottoporr a prove un campione ogni 10 o frazione. Tutti i risultati di ciascuna serie di prove eseguite nel Laboratorio interno, completi del Verbale di esecuzione del prelievo, possono essere approvati se, prescelto a caso un campione su 10, i risultati dei due Laboratori non differiscono di pi della ripetibilit della singola prova, definita ufficialmente o, in mancanza, determinata nel corso della sperimentazione. In caso di positivo riscontro delle prove nel Laboratorio interno, le medesime avranno piena vigenza per tutto l'anno successivo, mantenendosi la cadenza annuale per i controlli comparativi da parte del Laboratorio esterno specializzato.

3.4. - ACCETTAZIONE PER L'IMPIEGO L'Impresa tenuta a presentare alla Direzione Lavori, con congruo anticipo rispetto all'inizio delle lavorazioni, la documentazione relativa alla qualificazione dei lotti che intende impiegare, completa

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

23

delle certificazioni relative alle analisi effettuate. I risultati devono essere riportati distintamente per ciascuna prova. Il lotto deve essere infine caratterizzato medianti i valori massimi e minimi ottenuti dalle determinazioni sui relativi campioni (ad esempio valore del coefficiente di abrasione "Los Angeles" secondo la Norma UNI EN 1097-2: 3542). La documentazione di qualifica del materiale dovr essere presentata per ogni lotto che si intende impiegare.

24

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

4. COSTRUZIONE DEL CORPO DEI RILEVATI STRADALI

4.1. - GENERALIT Il corpo stradale, al di fuori dei tratti occupati da opere d'arte maggiori (viadotti e gallerie), si realizza attraverso movimenti di materiali mediante l'apertura di trincee o la costruzione di rilevati. Si distinguono, pi in generale, nei movimenti di materiali le seguenti lavorazioni: x lo smacchiamento generale (taglio di alberi arbusti e cespugli, estirpazioni delle radici), lo scoticamento e la rimozione del terreno vegetale (o a rilevante contenuto di sostanze organiche); x gli scavi di sbancamento per l'apertura della sede stradale in trincea, per la predisposizione dei piani di appoggio dei rilevati e per le opere di pertinenza stradali; x gli scavi a sezione ristretta per l'impianto di opere d'arte, gli scavi subacquei, le demolizioni, gli scavi in roccia; x la formazione dei rilevati, compreso lo strato superiore su cui poggia la pavimentazione stradale (sottofondo). Salvo casi speciali, dettati da particolarissime condizioni locali e relativi a ridotte volumetrie, i movimenti di materiali si eseguono con l'impiego di apparecchiature meccaniche specializzate per lo scavo, il trasporto, la stesa ed il costipamento.

4.2. - PIANIFICAZIONE DEI LAVORI Con riferimento alla verifica del progetto, ai sensi dell'art. 131 del DPR 554/99, ed alle lavorazioni per la formazione del corpo stradale in trincea e in rilevato, l'Impresa deve presentare, per l'approvazione da parte della Direzione Lavori, un programma dettagliato dei movimenti di materia, nonch eseguire un'indagine conoscitiva sulle pi idonee modalit di esecuzione dei relativi lavori basata su determinazioni sperimentali di laboratorio e su prove in vera grandezza (v. 4.3.). Detta indagine si articola di norma come segue:
x x x

rilievo geometrico diretto dell'andamento morfologico del terreno in corrispondenza delle sezioni di progetto e di altre eventuali sezioni intermedie integrative; rilievo, attraverso pozzetti stratigrafici, dello spessore di ricoprimento vegetale; identificazione della natura e dello stato dei materiali per la valutazione dell'attitudine al particolare impiego, prevedendo le prove di laboratorio di cui ai seguenti paragrafi.

4.3. - CAMPI PROVA Con la sola eccezione di lavori per i quali i volumi dei movimenti di materiali siano del tutto trascurabili (come tali individuati nel Progetto approvato) e salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori, l'Impresa tenuta a realizzare (per ci mettendo a disposizione della Direzione Lavori personale e mezzi adeguati) una sperimentazione in vera grandezza (campo prova), allo scopo di definire, sulla scorta dei risultati delle prove preliminari di laboratorio e con l'impiego dei mezzi effettivamente disponibili, gli spessori di stesa ed il numero di passaggi dei compattatori che permettono di raggiungere le prestazioni (grado di addensamento e/o portanza ) prescritte. La sperimentazione in vera grandezza deve riguardare ogni approvvigionamento omogeneo di materiale che si intende utilizzare per la costruzione del corpo stradale. Il progetto del campo prova, definito nel dettaglio, dovr essere presentato dall'Impresa e approvato dalla Direzione Lavori.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

25

L'onere economico della sperimentazione in campo prove compreso nel prezzo d'appalto e, quindi, cade a carico dell'Impresa. Il sito della prova pu essere compreso nell'area d'ingombro del corpo stradale, anche in corrispondenza di un tratto di rilevato: in questo caso dopo la sperimentazione fatto obbligo all'Impresa di demolire le sole parti del manufatto non accettabili rispetto alle prestazioni ad esse richieste nella configurazione finale. La sperimentazione va completata prima di avviare l'esecuzione dei rilevati, per essere di conferma e di riferimento al programma dettagliato dei movimenti di materia e alle modalit delle lavorazioni; in ogni caso, se applicata a materiali diversi deve precedere, per ciascuno di essi, l'inizio del relativo impiego nell'opera. Analogamente la sperimentazione va ripetuta in caso di variazione del parco macchine o delle modalit esecutive. A titolo orientativo, per quanto attiene alle modalit operative che dovranno essere dettagliate nel progetto presentato dall'Impresa per l'approvazione alla Direzione Lavori, si segnala che:
x x x

l'area prescelta per la prova in vera grandezza deve essere perfettamente livellata, compattata e tale da presentare caratteristiche di deformabilit analoghe a quelle dei materiali in esame; la larghezza della stesa di prova deve risultare almeno pari a tre volte quella del rullo compattatore; i materiali vanno stesi in strati di spessore costante (o variabile qualora si voglia individuare lo spessore ottimale), provvedendo a compattarli con regolarit ed uniformit e simulando, durante tutte le fasi di lavoro, le modalit esecutive che poi saranno adottate nel corso dei lavori; per ciascun tipo di materiale e per ogni modalit esecutiva, occorre mettere in opera almeno 2 o 3 strati successivi; per ciascuno di essi vanno eseguite le prove di controllo dopo successive passate (ad esempio, dopo 4, 6, 8, passate).

Una prova preliminare di sperimentazione in vera grandezza deve obbligatoriamente essere predisposta quando l'impiego dei materiali riciclati supera complessivamente il volume di 10000 m3; il campo prova deve essere comunque predisposto, anche per volumi inferiori di inerti da riciclo, quando i materiali disponibili presentino caratteristiche fisiche e comportamentali difformi dai requisiti di seguito riportati per ogni specifico impiego, o quando in progetto siano state indicate tipologie di inerti da riciclo differenti da quelle effettivamente reperibili in zona. Il campo prova deve essere controllato mediante la determinazione dei moduli di deformazione Md e Md' (CNR B.U. n.146/92); le misure debbono essere effettuate per ogni strato almeno in cinque punti appartenenti ad una porzione omogenea del manufatto, con interessamento in senso trasversale dell'intera piattaforma. Debbono essere, inoltre, misurati i valori della massa volumica del secco in sito (CNR B.U. n. 22/72), del contenuto d'acqua (CNR UNI 10008/63) nella porzione di materiale in vicinanza dei punti di misura del modulo di deformazione, nonch gli spessori degli strati finiti. Dovranno inoltre essere determinate le granulometrie dei campioni di materiale gi costipato per un confronto con le granulometrie effettuate sugli stessi materiali prima della compattazione. Le prove con piastra a doppio ciclo di carico (CNR B.U. n.146/92) consentiranno la determinazione del rapporto Md'/Md tra i moduli di deformazione rispettivamente al secondo ed al primo ciclo di carico. Il valore di tale rapporto potr costituire un elemento di giudizio, da parte della Direzione Lavori, circa la qualit del costipamento ottenuto. Nei cantieri di grande dimensione e in ogni caso in cui i controlli in corso d'opera vengano effettuati impiegando prove rapide e/o ad alto rendimento come quelle eseguite tramite il Falling Weight Deflectometer FWD (ASTM D4694/96) che consentono la determinazione del modulo elastico equivalente "E", le indagini preliminari sui rilevati sperimentali sono finalizzate anche a stabilire le necessarie correlazioni tra i valori del grado di addensamento (CNR B.U. n.69/78 e CNR B.U. n.22/72) e/o dei moduli di deformazione Md e Md' (CNR B.U. n.146/92) e quelli dei moduli elastici equivalenti "E" determinati tramite il Falling Weight Deflectometer. I risultati delle prove vanno riportati in apposito Verbale redatto dalla Direzione Lavori, che ne trae le conclusioni sull'accettazione dei materiali sperimentati, delle macchine operatrici e sulle modalit di posa in opera.

26

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

4.4. - PIANO PARTICOLAREGGIATO DELLE LAVORAZIONI In sostanziale aderenza alle previsioni di progetto, per il conseguimento delle prestazioni previste per i manufatti e per le loro singole parti, l'Impresa deve redigere un piano particolareggiato delle lavorazioni, che contenga: la specificazione della provenienza dei diversi materiali di cui si compone il corpo stradale nelle sue varie parti, corredata da un bilancio quantitativo che tenga conto delle presumibili variazioni volumetriche connesse alle operazioni di scavo e di costipamento; le risorse impegnate nelle lavorazioni programmate, (mezzi, mano d'opera, personale e attrezzature del laboratorio di cantiere, ecc.), la durata e la collocazione temporale dell'impegno; le modalit di posa in opera di ciascun materiale, da verificare nel campo prova, in ordine a:
x x x x

spessori di stesa consentiti dai mezzi di costipamento; attitudine dei mezzi d'opera e, in particolare dei compattatori, ad assicurare le prescritte prestazioni; numero di passate e velocit media di avanzamento dei mezzi costipanti; le prevalenti condizioni di umidit naturale dei materiali impiegati all'atto della posa in opera, in relazione alle quali sono dettagliati nel piano gli eventuali procedimenti di umidificazione, deumidificazione, correzione e/o stabilizzazione;

   

le modalit esecutive delle operazioni propedeutiche e collaterali alla posa in opera: umidificazione, deumidificazione, sminuzzamento, mescolamento, correzione, stabilizzazione, spargimento; la programmazione e la progettazione delle opere di supporto all'esecuzione delle lavorazioni: piste provvisorie, raccordi alla viabilit di accesso al cantiere di lavoro, piazzali di deposito provvisorio; eventuali integrazioni o modifiche del progetto per apertura, coltivazione e recupero ambientale delle cave di prelievo e dei siti di deposito, opere di sostegno provvisorio degli scavi, di drenaggio e di difesa dalle acque; le modalit di recupero ambientale, di ricopertura di realizzazione di opere in verde a protezione dei pendii dalle erosioni superficiali.

Ogni proposta di variazione del piano particolareggiato dei lavori che si rendesse utile o necessaria in corso d'opera deve essere motivatamente presentata al Direttore dei Lavori e da questi tempestivamente esaminata. La suddetta programmazione anche condizione indispensabile per la gestione del cantiere in regime di controllo di qualit della prestazione, ai sensi delle Norme UNI EN ISO serie 9000.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

27

4.5. - PIANO DI POSA 4.5.1 PREPARAZIONE DEL TERRENO DI SEDIME Immediatamente prima della costruzione del corpo del rilevato, l'Impresa deve procedere alla rimozione e all'asportazione della terreno vegetale, facendo in modo che il piano di imposta risulti quanto pi regolare possibile, privo di avvallamenti e, in ogni caso, tale da evitare il ristagno di acque piovane. Durante i lavori di scoticamento si deve evitare che i mezzi possano rimaneggiare i terreni di impianto. Ogni qualvolta il corpo del rilevato deve poggiare su un declivio con pendenza superiore al 15% circa, anche in difformit dal Progetto, il piano particolareggiato delle lavorazioni preveder che, ultimata l'asportazione del terreno vegetale, fatte salve altre pi restrittive prescrizioni derivanti dalle specifiche condizioni di stabilit globale del pendio, si deve procedere alla sistemazione a gradoni del piano di appoggio con superfici di posa in leggera contropendenza (12%). Per la continuit spaziale delle gradonature si deve curare, inoltre, che le alzate verticali si corrispondano, mantenendo costante la loro distanza dall'asse stradale. Inoltre, le gradonature debbono risultare di larghezza contenuta, compatibilmente con le esigenze di cantiere e le dimensioni delle macchine per lo scavo. In corrispondenza di allargamenti di rilevati esistenti il terreno costituente il corpo del rilevato, sul quale addossare il nuovo materiale, deve essere ritagliato a gradoni orizzontali, avendo cura di procedere per fasi, in maniera tale da far seguire ad ogni gradone (di alzata non superiore a 50 cm) la stesa ed il costipamento del corrispondente strato di ampliamento di pari altezza. L'operazione di gradonatura deve essere sempre preceduta dalla rimozione dello strato di terreno vegetale e deve essere effettuata immediatamente prima della costruzione del corpo del rilevato, per evitare l'esposizione alle acque piovane dei terreni denudati. La regolarit del piano di posa dei rilevati, previa ispezione e controllo, deve essere approvata da parte della Direzione Lavori che, nell'occasione e nell'ambito della discrezionalit consentita, pu richiedere l'approfondimento degli scavi di sbancamento, per bonificare eventuali strati di materiali torbosi o coesivi (di portanza insufficiente o suscettibili di futuri cedimenti), o anche per asportare strati di terreno rimaneggiati o rammolliti per inadeguata organizzazione dei lavori e negligenza da parte dell'Impresa.

4.5.2. - TERRENI CEDEVOLI Quando siano stimabili cedimenti dei piani di posa eccedenti i 15 cm, l'Impresa deve prevedere, nel piano dettagliato, un programma per il loro controllo ed il monitoraggio della loro evoluzione nel tempo. La posa in opera delle apparecchiature necessarie (piastre assestimetriche) e le misurazioni dei cedimenti sono eseguite a cura dell'Impresa, secondo le indicazioni della Direzione Lavori. La costruzione del rilevato deve essere programmata in maniera tale che il cedimento residuo ancora da scontare, al termine della sua costruzione, risulti inferiore al 10% del cedimento totale stimato e comunque minore di 5 cm. L'Impresa tenuta a reintegrare i maggiori volumi di rilevato per il raggiungimento delle quote di progetto, ad avvenuto esaurimento dei cedimenti, senza per ci chiedere compensi aggiuntivi.

4.5.3. - REQUISITI DI PORTANZA Salvo diverse e pi restrittive prescrizioni motivate, in sede di progettazione, dalla necessit di garantire la stabilit del rilevato, il modulo di deformazione Md, determinato sul piano di posa (naturale o bonificato) del rilevato, secondo la norma CNR B.U. n.146/92, al primo ciclo di carico e nell'intervallo compreso tra 0,050,15 N/mm2, deve risultare non inferiore a:

28
i

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

15 N/mm2 (valore minimo per consentire il corretto costipamento degli strati soprastanti), quando la distanza del piano di posa rispetto al piano di appoggio della pavimentazione maggiore di 2,00 m; 20 N/mm2, quando la distanza del piano di posa del rilevato rispetto al piano di appoggio della pavimentazione compresa tra 1,00 e 2,00 m; per distanze del piano di posa del rilevato rispetto al piano di posa della pavimentazione inferiori a 1,00 si rimanda al seguente 5. relativo alla "Costruzione dei sottofondi".

Le caratteristiche di portanza del piano di posa del rilevato devono essere accertate in condizioni di umidit rappresentative delle situazioni climatiche e idrogeologiche pi sfavorevoli, di lungo termine, con la frequenza stabilita dalla Direzione Lavori in relazione all'importanza dell'opera, all'omogeneit del terreno di posa e, comunque, in misura non inferiore ad una prova ogni 5000 m2. Per i materiali a comportamento "instabile" (collassabili, espansivi, gelivi, etc.) la determinazione del modulo di deformazione deve essere effettuata in condizioni di saturazione del materiale interessato.

4.5.4. BONIFICHE DEL TERRENO DI SEDIME Quando la natura e lo stato dei terreni di impianto dei rilevati non consentono di raggiungere con il solo costipamento i valori di portanza richiesti nel precedente 4.5.3., pu essere introdotto nel programma dettagliato delle lavorazioni l'approfondimento degli scavi per la sostituzione di un opportuno spessore del materiale esistente con idonei materiali di apporto. L'opportunit di realizzare questo tipo di lavorazione sar valutata sulla base di un'analisi geotecnica del problema, che ne dimostri la necessit. Qualora si rendesse necessaria la realizzazione di tale strato indispensabile definire, sempre mediante unanalisi geotecnica, le caratteristiche dimensionali dell'intervento (spessore ed estensione). L'idoneit dei materiali riciclati da impiegare per la realizzazione di strati di bonifica dei piani di appoggio dei rilevati sar valutata sulla base dei requisiti richiesti ai materiali da impiegare nella formazione del corpo dei rilevati (di cui al presente 4) nel caso in cui gli strati di bonifica si trovino a distanza superiore a 1,00 m dal piano di posa della pavimentazione.

4.5.5 - STRATI ANTICAPILLARI Gli strati anticapillari sono strati di rilevato costituiti da materiali granulari ad elevata permeabilit eventualmente protetti da geotessili con funzione anticontaminante. Lo strato anticapillare in materiale riciclato, dello spessore generalmente compreso tra 30 e 50 cm, deve essere costituito da elementi granulari con granulometria compresa tra 2 e 50 mm, con passante al setaccio da 2 mm non superiore al 15% in massa e, comunque, con un passante al setaccio da 0,063 mm non superiore al 3%. Il materiale deve risultare del tutto esente da componenti instabili (gelive, tenere, solubili, etc.) e da componenti vegetali. Il controllo qualitativo dello strato anticapillare va effettuato mediante analisi granulometriche da eseguirsi in ragione di almeno 1 prova ogni 1000 m3 di materiale posto in opera, salvo maggiori e pi restrittive verifiche disposte dalla Direzione dei Lavori. Tutti gli altri requisiti qualitativi dei materiali riciclati da impiegare per la realizzazione di questi strati saranno valutati sulla base dei requisiti richiesti ai materiali da impiegare nella formazione del corpo dei rilevati (di cui al presente .4) nel caso in cui gli strati anticapillari si trovino a distanza superiore a 1,00 m dal piano di posa della pavimentazione o dei requisiti richiesti ai materiali destinati alla formazione dei sottofondi (di cu al successiva .5) nel caso in cui tali strati siano ubicati a distanza inferiore a 1,00 m dal piano di posa della pavimentazione.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

29

4.6. AGGREGATI L'intrinseca variabilit di provenienza dei materiali che compongono gli aggregati riciclati impone di caratterizzarli qualificandoli per lotti omogenei, allo scopo di evitare disuniformit di comportamento dopo la messa in opera (v. 3.). I requisiti di accettazione degli inerti riciclati di seguito riportati si riferiscono all'impiego nella costruzione degli strati del corpo del rilevato e di bonifiche del piano di posa degli stessi. Si precisa che per corpo del rilevato di che trattasi si intende la porzione di rilevato posta a distanza superiore ad 1 m dal piano di posa della sovrastruttura stradale.

4.6.1. REQUISITI FISICO MECCANICI Le miscele di materiali riciclati provenienti da attivit di costruzione e demolizione devono rispettare i requisiti indicati nella Tabella 4.1. Ai fini del loro impiego l'Impresa tenuta a predisporre, per ogni lotto di materiale, la qualificazione dello stesso tramite certificazione rilasciata da un Laboratorio specializzato.

Tabella 4.1 Aggregati da costruzione e demolizione per il corpo dei rilevati Componenti
Contenuto di materiali litici di qualunque provenienza, pietrisco tolto d'opera, calcestruzzi, laterizi, refrattari, prodotti ceramici, malte idrauliche ed aeree, intonaci Contenuto di conglomerati bituminosi Contenuto di vetro e scorie vetrose Contenuto di altri rifiuti minerali dei quali sia ammesso il recupero nel corpo stradale ai sensi della legislazione vigente Contenuto di materiali deperibili o materiali plastici cavi (carta, legno, fibre tessili, cellulosa, sostanze organiche eccetto il bitume, residui alimentari, corrugati, tubi, parti di bottiglie in plastica, ecc.) Contenuto di altri materiali (metalli, guaine, gomme, lana di roccia o di vetro, gesso, ecc.) Parametri Indice di plasticit Passante al setaccio 63 mm Passante al setaccio 4 mm Passante al setaccio 0,063 mm Dimensione massima Dmax Trattenuto setaccio 63 mm Modalit di prova UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A Modalit di prova CNR UNI 10014 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 Frantumazione 6% > 85% in massa 60% in massa 25% in massa 125 mm Assenza di vuoti interni Limiti > 70% in massa 25% in massa 15% in massa 15% in massa e 5% per ciascuna tipologia

0,1% in massa

0,6% in massa Limiti

30

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

4.6.2. - REQUISITI CHIMICI I materiali riciclati debbono appartenere prevalentemente alle tipologie 7.1., 7.2., 7.11. e 7.17. previste dal D.M. 05/02/98, n.72. Non sono ammessi materiali contenenti amianto e/o sostanze pericolose e nocive o con significativi contenuti di gesso. Pertanto, tali materiali debbono essere sottoposti ai test di cessione sul rifiuto come riportato in Allegato 3 del citato D.M. del 05/02/98, o a test equivalente di riconosciuta valenza europea (UNI 10802/2002). Il contenuto totale di solfati e solfuri (Norma UNI EN 1744-1) deve essere d1 %. Se il materiale viene posto in opera a contatto con strutture in cemento armato, tale valore deve essere d0,5 %. 4.7. - POSA IN OPERA La stesa del materiale deve essere eseguita con regolarit per strati di spessore costante, con modalit e attrezzature atte a evitare segregazione, brusche variazioni granulometriche e del contenuto d'acqua. Per evitare disomogeneit dovute alle segregazione che si verifica durante lo scarico dai mezzi di trasporto, il materiale deve essere depositato subito a monte della superficie d'impiego, per esservi successivamente riportato tramite mezzi di stesa. La granulometria dei materiali costituenti i diversi strati del rilevato deve essere la pi omogenea possibile. In particolare, deve evitarsi di porre in contatto strati di materiale a granulometria poco assortita o uniforme (tale, cio, da produrre nello strato compattato elevata percentuale dei vuoti), a strati di materiali a grana pi fine che, durante l'esercizio, per effetto delle vibrazioni prodotte dal traffico, possano penetrare nei vuoti degli strati sottostanti, provocando cedimenti per assestamento del corpo del rilevato. In ogni caso, il materiale non deve presentare elementi di dimensioni maggiori di 140 mm; questi debbono essere, pertanto, scartati all'impianto di prelievo, prima del carico sui mezzi di trasporto. Ciascuno strato pu essere messo in opera, pena la rimozione, soltanto dopo avere accertato, mediante prove di controllo, l'idoneit dello strato precedente. Lo spessore sciolto di ogni singolo strato stabilito in ragione delle caratteristiche dei materiali, delle macchine e delle modalit di compattazione, sperimentate in campo prove, secondo le indicazioni riportate nel 4.3. Le operazioni di compattazione debbono essere determinate mediante la messa a punto degli schemi di rullatura che debbono essere definiti prima dell'inizio dei lavori. Lo spessore di stesa di norma deve risultare non inferiore a due volte la dimensione massima degli aggregati impiegati. Il materiale deve essere steso in strati di ridotto spessore, comunque non superiore a 30 cm, e costipato mediante rullatura. La superficie degli strati, a compattazione avvenuta, deve avere una pendenza trasversale pari a circa il 4% e, comunque, tale da garantire lo smaltimento delle acque meteoriche e deve essere evitata la formazione di avvallamenti o solchi. Detta pendenza deve essere mantenuta durante il lavoro e il transito dei mezzi di cantiere, impiegando allo scopo livellatrici o macchine equivalenti. L'utilizzo di materiali da riciclo per la realizzazione del corpo dei rilevati consentito purch interessi tutta l'impronta del rilevato stesso. Non sono ammesse alternanze di strati di materiali da riciclo e di terre, anche se appartenenti ad uno dei gruppi A1, A2-4, A2-5, A3 della classificazione di cui alla Norma UNI 10006/2002. Il rilevato, quindi, deve essere costituito al massimo da due fasce di materiale differenti (riciclato e non) in senso verticale; in senso orizzontale, invece, deve essere comunque garantita l'omogeneit dei materiali utilizzati. Il piano particolareggiato delle lavorazioni indicher i siti di impiego dei materiali riciclati confinandoli preferibilmente tra opere quali tombini, attraversamenti, opere d'arte ecc., onde evitare che, al contatto con materiali di caratteristiche differenti, si formino giunti o superficie di discontinuit . Potr altres prevedere la parzializzazione del corpo del rilevato, destinando gli inerti da riciclo esclusivamente al nucleo centrale, ed utilizzando terre tradizionali (appartenenti ad uno

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

31

dei gruppi prima citati) per le fasce laterali. In tal caso i terreni di contronucleo vanno posti in strati di spessore pari a quelli realizzati con le materie da riciclo. 4.8. - COMPATTAZIONE Nel rispetto delle previsioni di progetto e delle disposizioni che possono essere date in corso d'opera dalla Direzione Lavori, l'Impresa tenuta a fornire e, quindi, ad impiegare mezzi di costipamento adeguati alla natura dei materiali da mettere in opera e, in ogni caso, tali da permettere di ottenere i requisiti di massa volumica, di portanza e prestazionali richiesti per gli strati finiti. Per il migliore rendimento energetico dei mezzi di costipamento opportuno sceglierne la tipologia pi idonea (rulli lisci statici, rulli lisci vibranti, rulli gommati, rulli a piedi costipanti) ed operare con umidit prossima a quella ottimale determinata in laboratorio mediante la prova AASHO Mod. (CNR B.U. n.69/78 o UNI EN 13286-2/2005). L'attitudine delle macchine di costipamento deve essere verificata in campo prova per ogni tipo di materiale che si prevede di impiegare. La loro produzione, inoltre, deve risultare compatibile con quella delle altre fasi (scavo, trasporto e stesa) e con il programma temporale stabilito nel piano particolareggiato dei movimenti di materia (v. 4.4.). Le macchine di costipamento, la loro regolazione (velocit, massa, pressione di gonfiaggio dei pneumatici, frequenza di vibrazione, ecc.), gli spessori degli strati ed il numero di passaggi, debbono rispettare le condizioni stabilite nel corso della sperimentazione in campo prova. In ogni caso l'efficacia del processo ed il conseguimento degli obiettivi restano nell'esclusiva responsabilit dell'Impresa. Se non occorre modificare il contenuto d'acqua, una volta steso il materiale, lo strato deve essere immediatamente compattato. La compattazione deve assicurare sempre un addensamento uniforme all'interno dello strato. Per garantire una compattazione uniforme, anche lungo i bordi del rilevato, le scarpate debbono essere riprofilate, una volta realizzata l'opera, rimuovendo i materiali eccedenti la sagoma di progetto. La stesa ed il costipamento del materiale, pertanto, deve considerare una sovralarghezza di almeno 0,50 m, per entrambi i lati del rilevato. Salvo diverse prescrizioni motivate in sede di Progetto, i controlli di qualit degli strati finiti, effettuati mediante misure di massa volumica, di portanza e prestazionali, debbono soddisfare i requisiti indicati nel successivo 4.10. "Controlli". Durante la costruzione del corpo dei rilevati occorre provvedere tempestivamente alla riparazione di danni causati dal traffico di cantiere oltre a quelli dovuti alla pioggia e al gelo. 4.9. - PROTEZIONE Si deve garantire la sistematica e tempestiva protezione delle scarpate mediante la stesa di uno strato di terreno vegetale di circa 30 cm di spessore; questo andr sistemato a strisce orizzontali, opportunamente assestato. Per la sua necessaria ammorsatura si debbono predisporre gradoni di ancoraggio, salvo il caso in cui il rivestimento venga eseguito contemporaneamente alla formazione del rilevato. Il terreno vegetale deve essere tale da assicurare il pronto attecchimento e sviluppo del manto erboso, seminato tempestivamente, con essenze (erbe ed arbusti del tipo previsto in Progetto) scelte per ottenere i migliori risultati in relazione al periodo operativo ed alle condizioni locali. La semina deve essere ripetuta fino ad ottenere un adeguato ed uniforme inerbimento. Qualora si dovessero manifestare erosioni di qualsiasi entit, l'Impresa deve provvedere al ripristino delle zone ammalorate a sua cura e spese. Nel caso in cui si preveda un'interruzione dei lavori per pi giorni, l'Impresa tenuta ad adottare ogni provvedimento per evitare infiltrazioni di acque meteoriche nel corpo del rilevato. Allo scopo, le superfici, ben livellate e compattate, debbono risultare sufficientemente chiuse e presentare

32

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

pendenza trasversale non inferiore al 4%. Se dovessero verificarsi cedimenti differiti, dovuti a carenze costruttive, l'Impresa obbligata ad eseguire a sue spese i lavori di ricarico. Nel caso di sospensione prolungata della costruzione, alla ripresa delle lavorazioni la parte di manufatto gi eseguita deve essere ripulita dalle erbe e dalla vegetazione che vi si fosse insediata; inoltre lo strato superiore deve essere scarificato, praticandovi dei solchi per il collegamento dei nuovi strati. In questo caso opportuno ripetere le prove di controllo dell'addensamento, della portanza e delle caratteristiche prestazionali.

4.10. - CONTROLLI 4.10.1. - CONTROLLO DELLE FORNITURE In corso d'opera, sia per le necessit connesse alla costruzione degli strati, particolarmente per quanto riguarda il costipamento, sia per valutare che non abbiano a verificarsi variazioni nella qualit dei materiali, devono essere effettuate prove di controllo su campioni prelevati in contraddittorio con la Direzione dei Lavori. Il numero dei campioni dipende dall'eterogeneit dei materiali interessati; per ogni approvvigionamento omogeneo la numerosit delle prove di attitudine deve rispettare i criteri quantitativi riportati nella Tabella 4.3, salvo diverse e documentate prescrizioni della Direzione dei Lavori.

Tabella 4.3 Frequenza dei controlli delle forniture dei materiali per il corpo dei rilevati
Controllo Controllo dei requisiti di cui alla Tabella 4.1 Umidit naturale Costipamento AASHO (CNR B.U. n.69/78 o UNI EN 13286-2/2005) (*) Primi 5000 m3 ogni 500 m3 ogni 500 m3 ( * ) ogni 500 m3 Ulteriori m3 ogni 3000 m3 ogni 1000 m3 ( * ) ogni 3000 m3

e comunque rapportate alle condizioni meteorologiche locali e all'omogeneit dei materiali messi in opera

4.10.2. - CONTROLLI PRESTAZIONALI SUGLI STRATI FINITI Il livello prestazionale degli strati posti in opera deve essere accertato, in relazione alla granulometria del materiale impiegato, attraverso il controllo dell'addensamento raggiunto, rispetto al riferimento desunto dalle prove di addensamento AASHO Mod. di laboratorio, e attraverso il controllo della capacit portante. Le prove di controllo della portanza devono essere effettuate mediante misure del modulo di deformazione Md, al primo ciclo di carico, secondo quanto previsto dalla norma CNR B.U. n.146/92. Il controllo mediante misure di massa volumica in sito (CNR B.U. n.22/72) per la successiva verifica del grado di addensamento pu essere applicato soltanto se, come previsto dalla norma CNR B.U. n.69/78, la frazione di materiale trattenuto al setaccio da 20 mm UNI EN 932-2 non supera il 35% della massa totale. In questo caso il controllo pu essere effettuato previa correzione del peso di volume del secco in sito, per tenere conto della presenza di elementi di dimensioni maggiori di 20 mm, determinando la massa volumica in sito tramite la relazione:

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

33

J d ,sito Pd : V: P'd : V' = Js :

Pd  P'd V  V' massa totale dopo essiccazione del materiale prelevato; volume totale occupato in sito dal materiale prelevato; massa del secco della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm; P'd / Js : volume della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm; massa volumica apparente della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm.

Quando per le caratteristiche dimensionali del materiale non sia possibile procedere al controllo prestazionale con misure di massa volumica (non essendo possibile determinare riferimenti rappresentativi da prove di costipamento AASHO Mod. di laboratorio), per valutare il grado di costipamento la Direzione Lavori pu prescrivere l'esecuzione di prove di modulo a doppio ciclo di carico (CNR B.U. 146/92). La determinazione del modulo al secondo ciclo di carico permette, in ogni caso, di ottenere pi ampi elementi di giudizio sulla qualit meccanica degli strati posti in opera, ivi compresi quelli sottostanti lo strato esaminato. Il rapporto tra il valore del modulo di deformazione Md' al secondo ciclo di carico ed il valore del modulo di deformazione Md al primo ciclo di carico dovr, in ogni caso, essere non superiore a 2,5. La prova di carico a doppio ciclo risulta inoltre necessaria quando le prove di portanza non sono eseguite immediatamente dopo l'ultimazione del costipamento e, pertanto, ragionevole temere che le misure al primo ciclo possano risultare influenzate dal disturbo prodotto dagli agenti atmosferici sulla parte pi superficiale dello strato. In alternativa, o anche ad integrazione delle misure di modulo di deformazione, il controllo della portanza degli strati finiti pu essere effettuato mediante misure di deflessione, operando con mezzi ad alto rendimento come il Falling Weight Deflectometer FWD (ASTM D4694/96) che consente la determinazione del modulo di elastico equivalente "E". Le soglie da raggiungere debbono essere determinate, preliminarmente, sulla base delle correlazioni stabilite in campo prova tra il modulo "E" e il modulo di deformazione Md , tenuto conto della struttura da realizzare e del materiale in esame. Le misure di deflessione risultano, generalmente, assai pi rapide dalle misure di modulo di deformazione e, pertanto, possono essere convenientemente predisposte per ottenere una rappresentazione della variazione della portanza sull'intera estensione dello strato esaminato, sia in senso longitudinale, sia in senso trasversale, se ci ritenuto necessario, come nel caso degli ampliamenti e delle sezioni a mezza costa. Queste determinazioni possono inoltre rappresentare la base per la scelta dei punti in cui effettuare misure del modulo di deformazione Md se occorre determinare la distribuzione spaziale della portanza degli strati di rilevato realizzati, finalizzata al sezionamento del rilevato in tronchi omogenei di portanza. Dato che la portanza di una materiale granulare dipende dal suo contenuto d'acqua in misura pi o meno maggiore in relazione alla natura del materiale stesso, i livelli prestazionali indicati nella Tabella 4.4 si riferiscono a contenuti d'acqua "w" compresi tutti nell'intervallo: wott 2,0% < w < wott +2,0% (wott = umidit ottima di costipamento ricavata con prove AASHO Mod.) Se il contenuto d'acqua "w" del materiale al momento delle prove dovesse risultare esterno all'intervallo sopra specificato, la capacit portante pu essere stimata a partire dalle relative misure effettuate tenendo opportunamente conto dell'influenza dell'umidit. Ci richiede che per il dato materiale siano determinate preliminarmente nel campo prova le correlazioni tra la capacit portante e l'umidit del materiale stesso. Quando le suddette correlazioni non siano state determinate, nel caso delle prove di carico con piastra (o di deflessione tramite FWD) occorre ricondurre il contenuto d'acqua del materiale (per uno spessore di almeno 15 cm) all'interno dell'intervallo sopraindicato.

34

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

Tabella 4.4 Criteri di qualit e requisiti prestazionali per gli strati del corpo del rilevato ( 1 )
TRAFFICO Grado di addensamento Modulo di deformazione 3 Md' / Md ( ) 2 2 Jd,sito/Jdmax,laboratorio [%] Md [N/mm ] ( ) "E" determinato tramite F.W.D. t del valore determinato in campo prove t del valore determinato in campo prove

P e PP

t 92 % AASHO Mod.

t 30

2,5

L e M

t 90 % AASHOMod.

t 25

2,5

(1) (2) (3)

Strati posti a pi di 1,0 m dal piano di posa della pavimentazione; Determinato al primo ciclo di carico nell'intervallo di pressione tra 0,05 e 0,15 N/mm ; Ove prescritto dalla Direzione Lavori.
2

Le prove di controllo vanno ubicate nei punti indicati dalla Direzione Lavori e formano oggetto di apposito Verbale.

4.10.3. FREQUENZA DEI CONTROLLI DEGLI STRATI FINITI Salvo diverse e documentate prescrizioni della Direzione Lavori, la frequenza delle prove di controllo degli strati finiti deve rispettare quanto previsto nella seguente Tabella 4.5.

Tabella 4.5 Frequenza dei controlli sugli strati finiti del corpo del rilevato ( 1 )
Controllo Primi 5.000 m3 Ulteriori m3

Grado di addensamento Modulo di deformazione Md Rapporto Md / Md' Modulo elastico equivalente E con FWD

ogni 1000 m3 ogni 1000 m3 ogni 1000 m3 ogni 1000 m3

ogni 3000 m3 ogni 3000 m3 ogni 3000 m3 ogni 3000 m3

( 1 ) Strati posti a pi di 1,0 m dal piano di posa della pavimentazione.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

35

4.11. - TOLLERANZE

4.11.1. TOLLERANZE DEI RISULTATI DELLE PROVE DI CONTROLLO Per ciascun tipo di prova di controllo, nel caso in cui il numero delle misure risulti inferiore a 5, come pu avvenire per lavori di entit molto modesta, tutti i valori misurati debbono rispettare le soglie minime riportate nella Tabella 4.4. Negli altri casi si pu accettare che su n. 5 risultati d'una stessa prova di controllo 1 risultato possa non rispettare i valori minimi richiesti, purch lo scostamento da tali valori minimi non ecceda:

il 5%, per le misure del grado di addensamento; il 10%, per le misure dei moduli Md e Md';

Per le prove deflettometriche ad alto rendimento la media dei valori del modulo "E" ricavata da almeno 20 determinazioni non dovr essere inferiore ai valori minimi prestabiliti. Pu essere tollerato uno scostamento da tali valori minimi purch lo scostamento stesso non ecceda il 20%.

4.11.2. TOLLERANZE DELLE GIACITURE DEI PIANI REALIZZATI RISPETTO A QUELLE DI PROGETTO L'Impresa tenuta a rispettare le seguenti tolleranze d'esecuzione sui piani finiti:

r 2% per la pendenza delle scarpate di trincea e di rilevato; r 5 cm, per i piani di appoggio degli strati di sottofondo; r 10 cm, per i piani delle scarpate, rivestite o non con terra vegetale.

La misura di queste tolleranze va eseguita mediante regolo rigido di 4 m di lunghezza (Norma UNI EN 13036-7/2004), disposto secondo due direzioni ortogonali; gli scostamenti vanno letti in direzione normale ai piani considerati. I controlli di esecuzione delle scarpate e dei piani di posa degli strati di sottofondo sono effettuati di norma ogni 500 m2.

36

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

5. COSTRUZIONE DEI SOTTOFONDI STRADALI

5.1. - GENERALIT

Il sottofondo il volume di materiale nel quale risultano ancora sensibili le sollecitazioni indotte dal traffico stradale e trasmesse dai sovrastanti strati della pavimentazione; rappresenta la zona di transizione fra il terreno in sito (nelle sezioni in trincea o a raso campagna) ovvero tra il corpo del rilevato e la sovrastruttura. Per assicurare i requisiti richiesti ai sottofondi delle sovrastrutture stradali, particolarmente per quanto riguarda la portanza (nello spazio e nel tempo) e la regolarit della superficie finita, necessario prevedere la sistemazione dei sottofondi, generalmente mediante la realizzazione di uno strato di caratteristiche idonee a garantire l'omogeneit richiesta per i piani di posa delle sovrastrutture stesse. Questo strato (strato pi superficiale del rilevato o del fondo naturale della trincea, di spessore di circa 100 cm) deve garantire le seguenti prestazioni:   costituire un supporto alla sovrastruttura dotato di capacit portante omogenea e sufficiente a garantire i livelli di stabilit e di funzionalit ammessi in Progetto per la sovrastruttura stessa; proteggere, in fase di costruzione, gli strati sottostanti dall'infiltrazione di acqua piovana e, durante l'esercizio, lo strato di fondazione soprastante dalle risalite di materiale fine inquinante.

In termini generali, lo spessore totale dello strato di sottofondo (da realizzare, a seconda dei casi, con la stesa ed il costipamento di uno o pi strati) dipende dalla natura del materiale utilizzato, dalla portanza del suo supporto e da quella assunta in Progetto per il piano di posa della sovrastruttura. Per la scelta del materiale e per i provvedimenti costruttivi occorre tenere conto, inoltre, dei rischi d'imbibizione di questo strato (derivanti dalla presenza di una falda superficiale nel caso delle trincee), delle condizioni climatiche previste in fase costruttiva (precipitazioni) ed in fase di esercizio (gelo), nonch del prevedibile traffico dei mezzi di cantiere e delle necessit connesse alla costruzione dei sovrastanti strati della pavimentazione.

5.2. - PIANIFICAZIONE DEI LAVORI

Con riferimento alla verifica del Progetto, ai sensi dell'Art.131 del DPR 554/99, ed alle lavorazioni per la realizzazione dei sottofondi, l'Impresa deve presentare, per l'approvazione da parte della Direzione Lavori, un programma dettagliato dei movimenti di materia, nonch eseguire un'indagine conoscitiva sulle pi idonee modalit di esecuzione dei relativi lavori, basata su determinazioni sperimentali di laboratorio e su prove in vera grandezza (v. 5.3.). Nel caso delle sezioni in trincea e a mezza costa, detta indagine si articola di norma come segue:
x x x

rilievo geometrico diretto dell'andamento morfologico del terreno in corrispondenza delle sezioni di Progetto e di altre eventuali sezioni intermedie integrative; rilievo, attraverso pozzetti stratigrafici, dello spessore di ricoprimento vegetale; identificazione della natura e dello stato dei materiali per la valutazione dell'attitudine al particolare impiego, prevedendo le prove di laboratorio di cui ai seguenti paragrafi.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

37

5.3. - CAMPI PROVA

Con la sola eccezione di lavori per i quali i volumi dei movimenti di materiali da mettere in opera siano del tutto trascurabili (come tali individuati nel Progetto approvato) e salvo diverse disposizioni della Direzione dei Lavori, l'Impresa tenuta a realizzare (per ci mettendo a disposizione della Direzione Lavori personale e mezzi adeguati) una sperimentazione in vera grandezza (campo prova), allo scopo di definire, sulla scorta dei risultati delle prove preliminari di laboratorio e con l'impiego dei mezzi effettivamente disponibili, gli spessori di stesa ed il numero di passaggi dei compattatori che permettono di raggiungere il grado di addensamento, la portanza e le caratteristiche prestazionali prescritte. Il progetto del campo prova, definito nel dettaglio, dovr essere presentato dall'Impresa e approvato dalla Direzione Lavori. La sperimentazione in vera grandezza deve riguardare ogni approvvigionamento omogeneo di materiale che si intende utilizzare per la costruzione del sottofondo. L'onere economico di questa sperimentazione compreso nel prezzo d'appalto e, quindi, cade a carico dell'Impresa. Il sito della prova pu essere ubicato su un un'area del piano di posa dei sottofondi: in questo caso dopo la sperimentazione fatto obbligo all'Impresa di demolire le sole parti del sottofondo stesso non accettabili sulla base delle prestazioni ad esse richieste nella configurazione finale. La sperimentazione va completata prima di avviare l'esecuzione dei sottofondi, per essere di conferma e di riferimento al piano delle modalit delle lavorazioni; in ogni caso, se applicata a materiali diversi deve precedere, per ciascuno di essi, l'inizio del relativo impiego. Analogamente la sperimentazione va ripetuta in caso di variazione del parco macchine o delle modalit esecutive. A titolo orientativo, per quanto attiene alle modalit operative da dettagliare nel progetto presentato dall'Impresa per l'approvazione alla Direzione Lavori, si segnala che:
x

x x x

l'area prescelta per le prove in vera grandezza deve essere perfettamente livellata, compattata e tale da presentare caratteristiche di deformabilit pari a quelle previste per il piano di posa dei sottofondi; la larghezza della stesa di prova deve risultare almeno pari a tre volte quella del rullo; il materiale va steso in strati di spessore costante, compattandoli con regolarit ed uniformit e simulando le modalit esecutive che poi saranno osservate nel corso dei lavori; per ciascun tipo di materiale e per ogni modalit esecutiva, vanno eseguite prove di controllo dopo successive passate del rullo addensante (ad esempio, dopo 2, 4, 6, 8, passate).

Una serie di prove preliminari di sperimentazione in vera grandezza deve obbligatoriamente essere predisposta quando l'impiego dei materiali riciclati supera complessivamente il volume di 5000 m3; comunque le prove preliminari devono essere predisposte anche per volumi inferiori, quando i materiali disponibili presentino caratteristiche fisiche e comportamentali difformi dai requisiti di seguito riportati o quando in Progetto siano state indicate tipologie di inerti da riciclo differenti da quelle effettivamente reperibili. Le prove consistono nella determinazione dei moduli Md e Md' mediante prove di carico con piastra (CNR B.U. n.146/92) e dei moduli "E" ottenuti con il Falling Weight Deflectometer (ASTM D4694/96); le misure debbono essere effettuate in cinque punti appartenenti ad una porzione omogenea di strato, con interessamento in senso trasversale dell'intero piano di posa. Inoltre vanno misurati i valori della massa volumica del secco in sito (CNR B.U. n.22/72), del contenuto d'acqua (CNR UNI 10008/63) nella porzione di materiale prossima ai punti di misura del modulo di deformazione e dello spessore degli stati finiti. Dovranno inoltre essere effettuate prove granulometriche su campioni di materiale gi costipato per un confronto con le granulometrie determinate sui materiali prima della messa in opera. Le prove con piastra a doppio ciclo di carico (CNR B.U. n.146/92) consentiranno la determinazione del rapporto Md'/Md tra i moduli di deformazione al secondo ed al primo ciclo di carico. Il valore di tale rapporto potr costituire un elemento di giudizio, da parte della Direzione Lavori, circa la

38

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

qualit del costipamento ottenuto. Nei cantieri di grande dimensione e in ogni caso in cui i controlli in corso d'opera vengano effettuati impiegando prove rapide e/o ad alto rendimento come quelle eseguite tramite il Falling Weight Deflectometer FWD (ASTM D4694/96) che consentono la determinazione del modulo elastico equivalente "E", le indagini preliminari sui sottofondi sperimentali sono finalizzate anche a stabilire le necessarie correlazioni tra i valori del grado di addensamento (CNR B.U. n.69/78 e CNR B.U. n.22/72) e/o dei moduli di deformazione Md e Md' (CNR B.U. n.146/92) e quelli dei moduli elastici equivalenti "E" determinati tramite il Falling Weight Deflectometer (ASTM D4694/96). I risultati delle prove vanno riportati in apposito Verbale redatto dalla Direzione Lavori, che ne trae le conclusioni sull'accettazione del materiale sperimentato, delle macchine operatrici e sulle modalit di posa in opera.

5.4. - PIANO PARTICOLAREGGIATO DELLE LAVORAZIONI

In sostanziale aderenza alle previsioni di progetto, per il conseguimento delle prestazioni previste per i manufatti e per le loro singole parti, l'Impresa deve redigere un piano particolareggiato delle lavorazioni, che contenga:


la specificazione della provenienza dei materiali di cui si compone il sottofondo, corredata da un bilancio quantitativo che tenga conto delle presumibili variazioni volumetriche connesse alle operazioni di costipamento; le risorse impegnate nelle lavorazioni programmate, (mezzi, mano d'opera, personale e attrezzature del laboratorio di cantiere, ecc.), la durata e la collocazione temporale dell'impegno; le modalit di posa in opera del materiale, da verificare nel campo prova, in ordine a:
x x x x

spessori di stesa consentiti dai mezzi di costipamento; attitudine dei mezzi d'opera e, in particolare dei compattatori, ad assicurare le prescritte caratteristiche prestazionali; numero di passate e velocit media di avanzamento dei mezzi costipanti; le prevalenti condizioni di umidit naturale dei materiali impiegati all'atto della posa in opera, in relazione alle quali sono dettagliati nel piano gli eventuali procedimenti di umidificazione, deumidificazione, correzione e/o stabilizzazione;

le modalit esecutive delle operazioni propedeutiche e collaterali alla posa in opera: umidificazione, deumidificazione, sminuzzamento, mescolamento, correzione, stabilizzazione, spargimento; la programmazione e la progettazione delle opere di supporto all'esecuzione delle lavorazioni: piste provvisorie, raccordi alla viabilit di accesso al cantiere di lavoro, piazzali di deposito provvisorio; eventuali integrazioni con opere di drenaggio e di difesa dalle acque meteoriche.

Ogni proposta di variazione del piano particolareggiato dei lavori che si rendesse utile o necessaria in corso d'opera deve essere motivatamente presentata alla Direzione dei Lavori e da questa tempestivamente esaminata. La suddetta programmazione anche condizione indispensabile per la gestione del cantiere in regime di controllo di qualit della prestazione, ai sensi delle Norme UNI EN ISO serie 9000.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

39

5.5. - PIANO DI POSA

5.5.1 - REQUISITI DI PORTANZA Salvo diverse e pi restrittive prescrizioni, motivate in sede di Progetto dalla necessit di garantire adeguata stabilit al sottofondo, il modulo di deformazione Md, determinato sul piano di posa (naturale o bonificato) degli strati di sottofondo, secondo la norma CNR B.U. n.146/92, al primo ciclo di carico, nell'intervallo compreso tra 0,050,15 N/mm2, deve risultare non inferiore a:
i i

30 N/mm2, quando la distanza del piano di posa degli strati di sottofondo rispetto al piano di appoggio della sovrastruttura compresa tra 0,50 e 1,00 m per distanze inferiori a 0,50 m si applicano i requisiti richiesti ai sottofondi di cui alla Tabella 5.4.

Le caratteristiche di portanza del piano di posa degli strati di sottofondo devono essere accertate in condizioni di umidit rappresentative delle situazioni climatiche e idrogeologiche pi sfavorevoli, di lungo termine, con la frequenza stabilita dalla Direzione Lavori in relazione all'importanza dell'opera, all'omogeneit del materiale del piano di posa e, comunque, in misura non inferiore ad una prova ogni 3000 m2. Per i materiali a comportamento "instabile" (collassabili, espansivi, gelivi, etc.) la determinazione del modulo di deformazione deve essere effettuata in condizioni di saturazione del materiale interessato.

5.5.2 - BONIFICHE DEI SOTTOFONDI E DEI PIANI DI POSA Nel casi in cui la sede stradale sia in trincea e la natura e lo stato dei terreni naturali di impianto non consentono di raggiungere con il solo costipamento i valori di portanza richiesti al precedente 5.5.1., pu essere introdotto nel programma dettagliato delle lavorazioni l'approfondimento degli scavi per la sostituzione di un opportuno spessore del materiale esistente con idonei materiali di apporto. L'opportunit di realizzare questo tipo di lavorazione sar valutata sulla base di un'analisi geotecnica del problema, che ne dimostri la necessit. Qualora si rendesse necessaria la realizzazione di tale strato indispensabile definire, sempre mediante unanalisi geotecnica, le caratteristiche dimensionali dell'intervento (spessore ed estensione). L'idoneit dei materiali riciclati da impiegare per la realizzazione di questi strati di bonifica dovr essere valutata sulla base dei seguenti requisiti:

nei casi in cui gli strati di bonifica si trovino a distanza superiore a 1,00 m dal piano di posa della sovrastruttura i materiali dovranno essere conformi a quanto previsto nel precedente 4. per i materiali da impiegare nella formazione dei rilevati; nei casi in cui gli strati di bonifica si trovino a distanza inferiore a 1,00 m dal piano di posa della sovrastruttura i materiali dovranno essere conformi a quanto previsto nel presente 5. per i materiali da impiegare per la formazione degli strati di sottofondo.

5.6. AGGREGATI

L'intrinseca variabilit di provenienza dei materiali che compongono gli aggregati riciclati impone di caratterizzarli qualificandoli per lotti omogenei, allo scopo di evitare disuniformit di comportamento dopo la messa in opera (v. 3.). I requisiti di accettazione degli inerti riciclati di seguito riportati si riferiscono all'impiego nello strato di sottofondo, fino alla profondit di circa 1,00 m a partire dal piano di posa della sovrastruttura.

40

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

5.6.1. REQUISITI FISICO MECCANICI Le miscele di materiali riciclati provenienti da attivit di costruzione e demolizione devono rispettare i requisiti indicati Tabella 5.1. Ai fini del loro impiego l'Impresa tenuta a predisporre la qualificazione dello stesso tramite certificazione rilasciata da un Laboratorio specializzato.

Tabella 5.1 - Aggregati da costruzione e demolizione per strati di sottofondo


Componenti Contenuto di materiali litici di qualunque provenienza, pietrisco tolto d'opera, calcestruzzi, laterizi, refrattari, prodotti ceramici, malte idrauliche ed aeree, intonaci Contenuto di conglomerati bituminosi Contenuto di vetro e scorie vetrose Contenuto di altri rifiuti minerali dei quali sia ammesso il recupero nel corpo stradale ai sensi della legislazione vigente Contenuto di materiali deperibili o materiali plastici cavi (carta, legno, fibre tessili, cellulosa, sostanze organiche eccetto il bitume, residui alimentari, corrugati, tubi, parti di bottiglie in plastica, ecc.) Contenuto di altri materiali (metalli, guaine, gomme, lana di roccia o di vetro, gesso, ecc.) Parametri Perdita per abrasione "Los Angeles" Sensibilit al gelo ( * ) Indice di plasticit Passante al setaccio 63 mm Passante al setaccio 4 mm Passante al setaccio 0,063 mm Rapporto fra passante al setaccio 0,500 mm e passante al setaccio 0,063 mm Produzione finissimo per costipamento AASHO Mod. nell'intervallo 2% WOTT Indice di forma Indice di appiattimento ( * ) In zone soggette al gelo Modalit di prova UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A Modalit di prova UNI EN 1097-2 UNI EN 1367-1 CNR UNI 10014 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 CNR B.U. n.69/78 UNI EN 933-1 UNI EN 933-4 UNI EN 933-3 Limiti > 80% in massa 15% in massa 10% in massa 15% in massa e 5% per ciascuna tipologia 0,1% in massa

0,4% in massa Limiti 45% 30% Non Plastico 100% 60% in massa 15% in massa > 1,5 Differenza P0,063post P0,063ante 5% 35% 35%

L'idoneit all'impiego del materiale deve essere accertata anche mediante il valore dell'Indice C.B.R. determinato secondo la norma CNR-UNI 10009/64; il materiale sar ritenuto idoneo se fornisce valori dell'Indice di portanza C.B.R., su provini addensati con energia AASHO Mod. e umidit w = wott r 2 %, dopo 4 giorni di immersione in acqua, pari a:

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

41

C.B.R. 20 %; In ogni caso il rigonfiamento rilevato secondo le modalit previste dalla stessa Norma CNR-UNI 10009/64 non dovr essere superiore a 1%.

5.6.2. - REQUISITI CHIMICI I materiali riciclati debbono appartenere prevalentemente alle tipologie 7.1., 7.2., 7.11. e 7.17. previste dal D.M. 05/02/98, n. 72. Non sono ammessi materiali contenenti amianto e/o sostanze pericolose e nocive o con significativi contenuti di gesso. Pertanto, tali materiali debbono essere sottoposti ai test di cessione sul rifiuto come riportato in Allegato 3 del citato D.M. del 05/02/98, o a test equivalente di riconosciuta valenza europea (UNI 10802/2002). Il contenuto totale di solfati e solfuri (Norma UNI EN 1744-1) deve essere d1 %. Se il materiale viene posto in opera a contatto con strutture in cemento armato, tale valore deve essere d0,5 %.

5.7. - POSA IN OPERA

La stesa del materiale deve essere eseguita con regolarit per strati di spessore costante, con modalit e attrezzature atte a evitare segregazione, brusche variazioni granulometriche e del contenuto d'acqua. Per evitare disomogeneit dovute alle segregazione che si verifica durante lo scarico dai mezzi di trasporto, il materiale deve essere depositato subito a monte della superficie d'impiego, per esservi successivamente riportato tramite mezzi di stesa. La granulometria dei materiali costituenti i diversi strati del sottofondo deve essere la pi omogenea possibile. In particolare, deve evitarsi di porre in contatto strati di materiale a granulometria poco assortita o uniforme (tale, cio, da produrre nello strato compattato elevata percentuale dei vuoti), a strati di materiali a grana pi fine che, durante l'esercizio, per effetto delle vibrazioni prodotte dal traffico, possano penetrare nei vuoti degli strati sottostanti, provocando cedimenti per assestamento del corpo del rilevato. In ogni caso, il materiale non deve presentare elementi di dimensioni maggiori di 63 mm; questi debbono essere, pertanto, scartati all'impianto di prelievo, prima del carico sui mezzi di trasporto. Ciascuno strato pu essere messo in opera, pena la rimozione, soltanto dopo avere accertato, mediante prove di controllo, l'idoneit dello strato precedente. Lo spessore sciolto di ogni singolo strato stabilito in ragione delle caratteristiche dei materiali, delle macchine e delle modalit di compattazione, sperimentate in campo prove, secondo le indicazioni riportate nel 5.3. Le operazioni di compattazione debbono essere determinate mediante la messa a punto degli schemi di rullatura che debbono essere definiti prima dell'inizio dei lavori. Lo spessore di stesa di norma deve risultare non inferiore a due volte la dimensione massima degli aggregati impiegati. Il materiale deve essere steso in strati di ridotto spessore, comunque non superiore a 30 cm, e costipato mediante rullatura. La superficie degli strati, a compattazione avvenuta, deve avere una pendenza trasversale pari a circa il 4% e, comunque, tale da garantire lo smaltimento delle acque meteoriche e deve essere evitata la formazione di avvallamenti o solchi. Detta pendenza deve essere mantenuta durante il lavoro e il transito dei mezzi di cantiere, impiegando allo scopo livellatrici o macchine equivalenti. Non sono ammesse alternanze di strati di materiali da riciclo e di materiali granulari naturali.

42

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

5.8. - COMPATTAZIONE

Nel rispetto delle previsioni di Progetto e delle disposizioni che possono essere date in corso d'opera dalla Direzione Lavori, l'Impresa tenuta a fornire e, quindi, ad impiegare mezzi di costipamento adeguati alla natura dei materiali da mettere in opera e, in ogni caso, tali da permettere di ottenere i requisiti di densit e di portanza richiesti per gli strati finiti. Per il migliore rendimento energetico dei mezzi di costipamento opportuno sceglierne la tipologia pi idonea (rulli lisci statici, rulli lisci vibranti, rulli gommati, rulli a piedi costipanti) ed operare con umidit prossima a quella ottimale determinata in laboratorio mediante la prova AASHO Mod. (CNR B.U. n.69/78 o UNI EN 13286-2/2005). L'attitudine delle macchine di costipamento deve essere verificata in campo prova per ogni tipo di materiale che si prevede di impiegare. La loro produzione, inoltre, deve risultare compatibile con quella delle altre fasi (scavo, trasporto e stesa) e con il programma temporale stabilito nel piano particolareggiato dei movimenti di materia (v. 5.4.). Le macchine di costipamento, la loro regolazione (velocit, massa, pressione di gonfiaggio dei pneumatici, frequenza di vibrazione, ecc.), gli spessori degli strati ed il numero di passaggi debbono rispettare le condizioni stabilite nel corso della sperimentazione in campo prova. In ogni caso l'efficacia del processo ed il conseguimento degli obiettivi restano nell'esclusiva responsabilit dell'Impresa. Se non occorre modificare il contenuto d'acqua, una volta steso il materiale, lo strato deve essere immediatamente compattato. La compattazione deve sempre assicurare un addensamento uniforme all'interno dello strato, anche lungo i bordi dello strato stesso. Salvo diverse prescrizioni motivate in sede di Progetto, i controlli di qualit degli strati finiti, effettuati mediante misure di massa volumica e di portanza, debbono soddisfare i requisiti indicati nel successivo 5.10. "Controlli". Inoltre, durante la formazione degli strati di sottofondo, occorre provvedere tempestivamente alla riparazione di danni causati dal traffico di cantiere oltre a quelli dovuti alla pioggia e/o al gelo.

5.9. - PROTEZIONE

Qualora si dovessero manifestare erosioni di qualsiasi entit, l'Impresa deve provvedere al ripristino delle zone ammalorate a sua cura e spese. Nel caso in cui si preveda un'interruzione dei lavori di pi giorni, l'Impresa tenuta ad adottare ogni provvedimento per evitare infiltrazioni di acque meteoriche all'interno degli strati realizzati. Allo scopo, le superfici, ben livellate e compattate, debbono risultare sufficientemente chiuse e presentare pendenza trasversale non inferiore al 4%. Se nei sottofondi dovessero avvenire cedimenti differiti, dovuti a carenze costruttive, l'Impresa obbligata ad eseguire a sue spese i lavori di ricarico. Nel caso di sospensione prolungata della costruzione, alla ripresa delle lavorazioni le parti gi eseguite dovranno essere ripulite dalle erbe e dalla vegetazione che vi si fosse insediata; in tal caso opportuno ripetere le prove di controllo dell'addensamento e della portanza.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

43

5.10. - CONTROLLI

5.10.1. - CONTROLLO DELLE FORNITURE In corso d'opera, sia per le necessit connesse alla costruzione degli strati, particolarmente per quanto riguarda il costipamento, sia per valutare che non abbiano a verificarsi variazioni nella qualit dei materiali, devono essere effettuate prove di controllo su campioni prelevati in contraddittorio con la Direzione dei Lavori. Il numero dei campioni dipende dall'eterogeneit dei materiali interessati; per ogni approvvigionamento omogeneo la numerosit delle prove deve rispettare i criteri quantitativi riportati nella Tabella 5.3, salvo diverse e documentate prescrizioni della Direzione dei Lavori.

Tabella 5.3 Frequenza dei controlli delle forniture dei materiali per sottofondi stradali
Tipo di prova Primi 5000 m3 ogni 500 m3 ogni 500 m3 ( * ) ogni 500 m3 ogni 500 m3 Ulteriori m3 ogni 3000 m3 ogni 1000 m3 ( * ) ogni 3000 m3 ogni 3000 m3

Controllo dei requisiti di cui alla Tabella 5.1

Umidit naturale Costipamento AASHO Mod. (CNR B.U. n.69/78 o UNI EN 13286-2/2005) Indice di portanza C.B.R. (CNR-UNI 10009) (*)

e comunque rapportate alle condizioni meteorologiche locali e all'omogeneit dei materiali messi in opera

5.10.2. - CONTROLLI PRESTAZIONALI SUGLI STRATI FINITI Il livello prestazionale degli strati posti in opera pu essere accertato, in relazione alla granulometria del materiale impiegato, attraverso il controllo dell'addensamento raggiunto, rispetto al riferimento desunto dalle prove AASHO Mod. di laboratorio, e attraverso il controllo della capacit portante. Le prove di controllo della portanza devono essere effettuate mediante misure del modulo di deformazione Md, al primo ciclo di carico, secondo quanto previsto dalla norma CNR B.U. n.146/92, nell'intervallo di carico compreso tra 0,15 e 0,25 N/mm2. Il controllo mediante misure di massa volumica del secco in sito (CNR B.U. n.22/72) per la successiva determinazione del grado di addensamento pu essere effettuato soltanto se, come previsto dalla norma CNR B.U. n.69/1978, la frazione di materiale trattenuta al setaccio da 20 mm UNI EN 932-2 non supera il 35% della massa totale. In questo caso il controllo pu essere effettuato previa correzione del peso di volume del secco in sito, per tenere conto della presenza di elementi di dimensioni maggiori di 20 mm, determinando la massa volumica in sito tramite la relazione: J d ,sito Pd  P'd V  V'

44

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

Pd : V: P'd : V' = Js :

massa totale dopo essiccazione del materiale prelevato; volume totale occupato in sito dal materiale prelevato; massa del secco della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm; P'd / Js : volume della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm; massa volumica apparente della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm.

Quando per le caratteristiche dimensionali del materiale non sia possibile procedere al controllo prestazionale con misure di massa volumica (non essendo possibile determinare riferimenti rappresentativi da prove di costipamento AASHO Mod. di laboratorio), per valutare il grado di costipamento la Direzione Lavori pu prescrivere l'esecuzione di prove di carico con piastra a doppio ciclo di carico (CNR B.U. 146/92) per la determinazione dei moduli di deformazione Md e Md'. La determinazione del modulo Md' al secondo ciclo di carico permette, in ogni caso, di ottenere pi ampi elementi di giudizio sulla qualit meccanica degli strati posti in opera, ivi compresi quelli sottostanti lo strato provato. Il rapporto tra il valore del modulo di deformazione Md' al secondo ciclo di carico ed il valore del modulo di deformazione Md al primo ciclo di carico non dovr, in ogni caso, essere superiore a 2,5. La prova di carico con piastra a doppio ciclo risulta inoltre necessaria quando le prove di portanza non sono eseguite immediatamente dopo l'ultimazione del costipamento e, pertanto, ragionevole temere che le misure al primo ciclo possano risultare influenzate dal disturbo prodotto dagli agenti atmosferici sulla parte pi superficiale dello strato. In alternativa, o anche ad integrazione delle misure di modulo di deformazione, il controllo della portanza degli strati finiti pu essere effettuato mediante misure di deflessione, operando con mezzi ad elevato rendimento come il Falling Weight Deflectometer (ASTM D4694/96) che consente la determinazione del modulo elastico equivalente "E". Le soglie da raggiungere debbono essere determinate, preliminarmente, sulla base delle correlazioni stabilite in campo prova tra il modulo "E" e il modulo di deformazione Md , tenuto conto del materiale in esame e del valore del modulo "E" stesso previsto nel progetto della sovrastruttura. Le misure di deflessione risultano, generalmente, assai pi rapide dalle misure di modulo di deformazione e, pertanto, possono essere convenientemente predisposte per ottenere una rappresentazione della variazione della portanza sull'intera estensione dello strato esaminato, sia in senso longitudinale, sia in senso trasversale, se ci ritenuto necessario, come nel caso degli ampliamenti e delle sezioni di mezza costa. Queste determinazioni possono inoltre rappresentare la base per la scelta dei punti in cui effettuare misure del modulo di deformazione Md se occorre determinare la distribuzione spaziale della portanza dei sottofondi finalizzata al sezionamento della strada in tronchi omogenei di portanza dei sottofondi. Dato che la portanza di una materiale granulare dipende dal suo contenuto d'acqua "w" in misura pi o meno grande in relazione alla natura del materiale stesso, i livelli prestazionali indicati nella Tabella 5.4 si riferiscono a contenuti d'acqua compresi tutti nell'intervallo: wott 2,0% < w < wott +2,0% (wott = umidit ottima di costipamento ricavata con prove AASHO Mod.) Se il contenuto d'acqua del materiale al momento delle prove dovesse risultare esterno all'intervallo sopra specificato, la capacit portante pu essere stimata a partire dalle relative misure effettuate tenendo opportunamente conto dell'influenza dell'umidit. Ci richiede che per il dato materiale siano determinate preliminarmente nel campo di prova le correlazioni tra la capacit portante e l'umidit del materiale. Quando le suddette correlazioni non siano state determinate, nel caso delle prove di carico con piastra (o di deflessione tramite FWD) occorre ricondurre il contenuto d'acqua del materiale (per uno spessore di almeno 15 cm) all'interno dell'intervallo sopraindicato.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

45

Tabella 5.4 Criteri di qualit e requisiti per gli strati di sottofondo ( 1 )


TRAFFICO Grado di addensamento Jd,sito/Jdmax,laboratorio [%] Modulo di deformazione 2 Md [N/mm2] ( ) Md' / Md ( )
3

Modulo elastico determinato tramite F.W.D. t del valore previsto in Progetto t del valore previsto in Progetto

PP

t 95 % AASHO Mod.

t 50

2,3

t 93 % AASHO Mod.

t 40

2,5

(1) (2) (3)

Strati posti a pi di 1,0 m dal piano di posa della pavimentazione; Determinato al primo ciclo di carico nell'intervallo di pressione tra 0,05 e 0,15 N/mm ; Ove prescritto dalla Direzione Lavori.
2

Le prove di controllo vanno ubicate nei punti indicati dalla Direzione Lavori e formano oggetto di apposito Verbale.

5.10.3. FREQUENZA DEI CONTROLLI DEGLI STRATI FINITI Salvo documentata diversa prescrizione della Direzione Lavori, la frequenza delle prove deve rientrare negli intervalli indicati in Tabella 5.5.

Tabella 5.5 Frequenza dei controlli sugli strati di sottofondo ( 1 )


Controllo Grado di addensamento Modulo di deformazione Md Rapporto Md / Md' Modulo elastico equivalente "E" Primi 5.000 m3 ogni 500 m3 ogni 500 m3 ogni 500 m3 ogni 500 m3 Ulteriori m3 ogni 2000 m3 ogni 2000 m3 ogni 2000 m3 ogni 2000 m3

(1)

In trincea, per tutto lo spessore dello strato di bonifica del sottofondo; In rilevato, per lo strato superiore fino alla profondit di 1,0 m dal piano di posa della sovrastruttura.

46

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

5.11. - TOLLERANZE

5.11.1. - TOLLERANZE DEI RISULTATI DELLE PROVE DI CONTROLLO Per ciascun tipo di prova di controllo, nel caso in cui il numero delle misure risulti inferiore a 5, come pu avvenire per lavori di entit molto modesta, tutti i valori misurati debbono rispettare le soglie minime riportate nella Tabella 5.4. Negli altri casi si pu accettare che su n. 5 risultati di una stessa prova di controllo n. 1 possa non rispettare i valori minimi richiesti, purch lo scostamento da tali valori non ecceda:  il 5%, per le misure del grado di addensamento;  il 10%, per le misure dei moduli Md e Md'. Per le prove deflettometriche ad alto rendimento la media dei valori del modulo "E" ricavata da almeno 20 determinazioni non dovr essere inferiore ai valori minimi prestabiliti. Pu essere tollerato uno scostamento da tali valori minimi purch lo scostamento stesso non ecceda il 20%.

5.11.2. - TRONCHI OMOGENEI Eccetto che per le strade soggette a traffico pesante molto limitato (meno di 100 veicoli commerciali al giorno, per ogni corsia) fatto obbligo all'Impresa di verificare le soluzioni previste in Progetto per la sovrastruttura stradale, tenuto conto della distribuzione della portanza dei sottofondi determinata nel corso dei controlli. Allo scopo, occorre sezionare la strada in tronchi omogenei (o classi) di portanza dei sottofondi. Per fare ci, necessario avere una chiara rappresentazione della variazione spaziale della portanza che, a seconda dei casi, pu essere fornita:  dalle misure puntuali di portanza (per tronchi stradali di modesta importanza) effettuate nel corso delle prove di controllo dei sottofondi, se in numero sufficiente;  dall'auscultazione in continuo dalla portanza dei sottofondi, sull'intera tratta di strada, ottenuta con mezzi ad elevato rendimento (come il Falling Weight Deflectometer (ASTM D4694/96)). Quest'ultimo caso deve intendersi obbligatorio per la costruzione di infrastrutture stradali soggette a traffico pesante (P) e molto pesante (PP). Le classi di portanza omogenee sono individuate sulla base della dispersione delle misure, tramite il coefficiente di variazione Cv espresso dal rapporto tra la deviazione standard (V) e la media (m) delle misure (Cv = V/m). Per i sottofondi appartenenti ad una stessa classe il coefficiente di variazione calcolato sulla base di almeno 10 misure di portanza, deve risultare inferiore a 0,50.

5.11.3. - TOLLERANZE DELLE GIACITURE DEI PIANI REALIZZATI RISPETTO A QUELLE DI PROGETTO L'Impresa tenuta a rispettare le seguenti tolleranze di esecuzione dei piani finiti:

r 3 cm, per i piani di sottofondo; r 5 cm, per i piani di appoggio degli strati di sottofondo.

La misura delle tolleranze va eseguita mediante regolo rigido di 4 m di lunghezza (Norma UNI EN 13036-7/2004), disposto secondo due direzioni ortogonali; gli scostamenti vanno letti in direzione normale ai piani considerati. I controlli di esecuzione sono effettuati di norma:

ogni 500 m2, per i piani di posa del sottofondo; ogni 200 m2, per i piani di posa della sovrastruttura.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

47

6. COSTRUZIONE DEGLI STRATI DI FONDAZIONE DI SOVRASTRUTTURE STRADALI

6.1 GENERALIT

Lo strato di fondazione di sovrastrutture stradali viene in genere realizzato con misto granulare non legato che pu essere costituito da inerti granulari riciclati Il misto granulare riciclato una miscela selezionata di aggregati riciclati, eventualmente corretta mediante l'aggiunta o la sottrazione di determinate frazioni granulometriche per migliorarne le propriet fisico-meccaniche.

6.2. AGGREGATI

6.2.1. REQUISITI DI COMPOSIZIONE Il misto granulare per strati di fondazione costituito da aggregati riciclati dovr possedere i requisiti di composizione indicati nella seguente Tabella 6.1.

Tabella 6.1 Requisiti di composizione dei misti granulari riciclati per strati di fondazione
Componenti Contenuto di materiali litici di qualunque provenienza, pietrisco tolto d'opera, calcestruzzi, laterizi, refrattari, prodotti ceramici, malte idrauliche ed aeree, intonaci Modalit di prova Limiti

UNI EN 13285 Appendice A

> 90% in massa

Contenuto di vetro e scorie vetrose

UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A

< 5% in massa

Contenuto di conglomerati bituminosi Contenuto di altri rifiuti minerali dei quali sia ammesso il recupero in sottofondi e fondazioni stradali ai sensi della legislazione vigente Contenuto di materiali deperibili: carta, legno, fibre tessili, cellulosa, residui alimentari, sostanze organiche eccetto bitume; Materiali plastici cavi: corrugati, tubi o parti di bottiglie di materia plastica, ecc. Contenuto di altri materiali: metalli, guaine, gomme, lana di roccia o di vetro, gesso, ecc.

< 5% in massa 5% in massa per ciascuna tipologia

UNI EN 13285 Appendice A

0,1% in massa

UNI EN 13285 Appendice A

0,4% in massa

48

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

6.2.2. REQUISITI FISICO-MECCANICI Gli aggregati grossi (trattenuti al setaccio da 4 mm UNI EN) e gli aggregati fini (passanti al setaccio da 4 mm UNI EN) sono gli elementi che formano il misto granulare. Per gli elementi dell'aggregato grosso devono essere soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella 6.2.

Tabella 6.2 Requisiti dell'aggregato grosso (frazione trattenuta al setaccio da 4 mm) dei misti granulari riciclati per strati di fondazione
Indicatori di qualit Unit di misura Parametro Perdita per abrasione "Los Angeles" Dimensione max Indice di forma Indice di appiattimento Sensibilit al gelo ( 1 ) ( 1 ) In zone soggette al gelo Normativa UNI EN 1097-2 UNI EN 933-1 UNI EN 933-4 UNI EN 933-3 UNI EN 1367-1 % mm % % % PP 30 63 35 35 20 P 30 63 35 35 20 M 35 63 35 35 30 L 40 63 35 35 30 Livello di traffico

L'aggregato fino deve essere costituito da elementi che possiedano le caratteristiche riportate nella seguente Tabella 6.3.

Tabella 6.3 Requisiti dell'aggregato fine (frazione passante al setaccio da 4 mm) dei misti granulari riciclati per strati di fondazione
Indicatori di qualit Unit di misura Parametro Equivalente in sabbia Indice Plasticit Limite Liquido Passante al setaccio 0,063 mm Normativa CNR B.U. 27/72 CNR-UNI 10014 CNR-UNI 10014 UNI EN 933-1 % % % % PP 30 N.P. 25 6 P 30 N.P. 25 6 M 30 N.P. 35 6 L 30 6 35 6 Livello di traffico

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

49

La miscela di aggregati riciclati da adottarsi per la realizzazione del misto granulare deve avere una composizione granulometrica contenuta nel fuso riportato in Tabella 6.4.

Tabella 6.4 Requisiti granulometrici della miscela di aggregate riciclati


Vagli UNI EN Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Apertura maglia (mm) 63,000 31,500 16,000 10,000 4,000 2,000 0,500 0,125 0,063 Passante (%) 100 75 100 50 82 35 70 22 50 15 40 8 25 5 15 2 10

La dimensione massima dell'aggregato non deve in ogni caso superare la met dello spessore dello strato finito ed il rapporto tra il passante al setaccio UNI EN 0,063 mm ed il passante al setaccio UNI EN 0,5 mm deve essere inferiore a 2/3. La produzione di materiale finissimo per effetto del costipamento con energia AASHO Modificata, effettuato nell'intervallo di umidit 2% rispetto all'umidit ottima wott (determinata con la stessa prova di costipamento AASHO Mod.) e valutata tramite la differenza della percentuale di passante al setaccio UNI EN 0,063 mm prima e dopo il costipamento, non dovr essere superiore al 5%. L'indice di portanza CBR (CNR-UNI 10009) dopo quattro giorni di imbibizione in acqua (determinato sul materiale passante al setaccio UNI EN 20 mm) non deve essere minore del valore assunto per il calcolo della pavimentazione in fase di Progetto della stessa ed in ogni caso non minore di 30. inoltre richiesto che tale condizione sia verificata per un intervallo di 2% rispetto all'umidit ottimale di costipamento.

6.2.3. - REQUISITI CHIMICI I materiali riciclati debbono appartenere prevalentemente alle tipologie 7.1., 7.2., 7.11. e 7.17. previste dal D.M. 05/02/98, n. 72. Non sono ammessi materiali contenenti amianto e/o sostanze pericolose e nocive o con significativi contenuti di gesso. Pertanto, tali materiali debbono essere sottoposti ai test di cessione sul rifiuto come riportato in Allegato 3 del citato D.M. del 05/02/98, o a test equivalente di riconosciuta valenza europea (UNI 10802/2002). Il contenuto totale di solfati e solfuri (Norma UNI EN 1744-1) deve essere d1 %. Se il materiale viene posto in opera a contatto con strutture in c.a., tale valore deve essere d0,5 %.

50

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

6.3. ACCETTAZIONE

Con congruo anticipo rispetto all'inizio delle lavorazioni, l'Impresa tenuta a predisporre la qualificazione delle miscele di aggregati riciclati che intende utilizzare tramite certificazioni attestanti i requisiti prescritti al 6.2. Tale certificazione deve essere rilasciata da un Laboratorio specializzato e deve comprendere la determinazione della curva di costipamento con energia AASHO Modificata (CNR B.U. n.69/78 o UNI EN 13286-2/2005). Una volta che lo studio delle miscele sia stato accettato da parte della Direzione Lavori, l'Impresa deve rigorosamente attenersi ad esso.

6.4 CONFEZIONAMENTO

L'Impresa deve indicare, per iscritto, gli impianti di approvvigionamento, le aree ed i metodi di stoccaggio (con indicazione dei provvedimenti che intende adottare per la protezione dei materiali dalle acque di ruscellamento e da possibili inquinamenti), il tipo di lavorazione che intende adottare, il tipo e la consistenza dell'attrezzatura di cantiere che verr impiegata.

6.5 POSA IN OPERA

Il piano di posa dello strato di fondazione in misto granulare deve avere le quote, la sagoma, i requisiti di portanza previsti nel Progetto ed essere ripulito da materiale estraneo. Il materiale va steso in strati di spessore finito non superiore a 25 cm e non inferiore a 10 cm e deve presentarsi, dopo costipamento, uniformemente miscelato in modo da non manifestare segregazione dei suoi componenti. L'eventuale aggiunta di acqua, per raggiungere l'umidit prescritta in funzione della massa volumica, da effettuarsi mediante dispositivi spruzzatori. La stesa va effettuata con finitrice o con grader appositamente equipaggiato. Tutte le operazioni anzidette sono sospese quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualit dello strato. Quando lo strato finito risulti compromesso a causa di un eccesso di umidit o per effetto di danni dovuti al gelo, esso deve essere rimosso e ricostituito a cura e spese dell'Impresa. Il materiale pronto per il costipamento deve presentare in ogni punto la prescritta granulometria. Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti, rulli gommati o combinati, tutti semoventi. Per ogni cantiere, l'idoneit dei mezzi d'opera e le modalit di costipamento devono essere, determinate, in contraddittorio con la Direzione Lavori, prima dell'esecuzione dei lavori, mediante sperimentazione su campo prova, usando le miscele messe a punto per lo specifico cantiere. Il costipamento di ciascuno strato deve essere eseguito sino ad ottenere un grado di addensamento non inferiore ai valori indicati nella successiva Tabella 6.6.

6.6. - CONTROLLI

6.6.1. - CONTROLLO DELLE FORNITURE In corso d'opera, sia per le necessit connesse alla costruzione degli strati, particolarmente per quanto riguarda il costipamento, sia per accertare che non abbiano a verificarsi variazioni nella qualit dei materiali, devono essere effettuate prove di controllo su campioni prelevati in contraddittorio con la Direzione dei Lavori.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

51

Il controllo della qualit dei misti granulari riciclati, deve essere effettuato mediante prove di laboratorio sui materiali costituenti, sul materiale prelevato in sito al momento della stesa oltre che con prove sullo strato finito. Il numero dei campioni dipende dall'eterogeneit dei materiali interessati; per ogni approvvigionamento omogeneo la numerosit delle prove di attitudine deve rispettare i criteri quantitativi riportati nella Tabella 6.5 per ogni tipo di controllo da effettuare, salvo diverse e documentate prescrizioni della Direzione dei Lavori.

Tabella 6.5 Frequenza dei controlli e requisiti delle forniture dei misti granulari riciclati per fondazioni stradali
Controllo
Materiali componenti

Frequenza
Iniziale e per ogni lotto impiegato Tabella 6.1.

Requisiti

Aggregato grosso

Iniziale e per ogni lotto impiegato

Tabella 6.2.

Aggregato fine

Iniziale e per ogni lotto impiegato Iniziale, poi giornaliera oppure 3 ogni 1000 m di stesa Iniziale, poi giornaliera oppure 3 ogni 1000 m di stesa Iniziale, poi giornaliera oppure ogni 1000 m3 di stesa

Tabella 6.3

Granulometria miscela

Tabella 6.4

Umidit ottima AASHO Mod. Indice C.B.R. dopo 4 giorni di imbibizione in acqua

> 30% nell'intervallo di umidit 2% rispetto a wott AASHO mod. < 5%

Produzione finissimo per costipamento Iniziale, poi giornaliera oppure 3 AASHO Mod. nell'intervallo 2% WOTT ogni 1000 m di stesa

La granulometria del misto granulare riciclato deve essere verificata giornalmente, prelevando il materiale in sito al momento della posa in opera. Rispetto alla qualificazione delle forniture, nella curva granulometrica sono ammessi variazioni delle singole percentuali dell'aggregato grosso di 5 punti e di 2 punti per l'aggregato fine. In ogni caso non devono essere superati i limiti del fuso assegnato (Tabella 6.4). L'equivalente in sabbia (UNI EN 933-8) dell'aggregato fino deve essere verificato almeno ogni tre giorni lavorativi.

6.6.2. - CONTROLLI PRESTAZIONALI SUGLI STRATI FINITI Il livello prestazionale degli strati posti in opera pu essere accertato, in relazione alle caratteristiche del materiale impiegato, attraverso il controllo dell'addensamento raggiunto, rispetto al riferimento desunto dalle prove AASHO Mod. di laboratorio e attraverso il controllo della capacit portante. Il controllo mediante misure di massa volumica del secco in sito (CNR B.U. n.22/72) pu essere effettuato soltanto se, come previsto dalla norma CNR B.U. n.69/1978, la frazione di materiale trattenuta al setaccio da 20 mm UNI EN 932-2 non supera il 35% della massa totale. In questo caso il controllo pu essere effettuato previa correzione della massa volumica del secco in sito per tenere

52

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

conto della presenza di elementi lapidei di dimensioni maggiori di 20 mm, determinando la massa volumica in sito tramite la relazione: J d ,sito Pd : V: P'd : V' = Js : Pd  P'd V  V' massa totale dopo essiccazione del materiale prelevato; volume totale occupato in sito dal materiale prelevato; massa del secco della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm; P'd / Js : volume della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm; massa volumica apparente della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm.

Quando per le caratteristiche dimensionali del materiale non sia possibile procedere al controllo prestazionale con misure di massa volumica (non essendo possibile determinare riferimenti rappresentativi da prove di costipamento AASHO Mod. di laboratorio), per valutare il grado di costipamento la Direzione Lavori pu prescrivere l'esecuzione di prove di carico con piastra a doppio ciclo di carico (CNR B.U. 146/92) per la determinazione dei moduli di deformazione Md e Md'. La determinazione del modulo Md' al secondo ciclo di carico permette, in ogni caso, di ottenere pi ampi elementi di giudizio sulla qualit meccanica degli strati posti in opera, ivi compresi quelli sottostanti lo strato provato. Il rapporto tra il valore del modulo di deformazione Md' al secondo ciclo di carico ed il valore del modulo di deformazione Md al primo ciclo di carico non dovr, almeno nel 95% delle determinazioni, essere superiore ai limiti previsti nella Tabella 6.6 per i rispettivi livelli di traffico. La misura della portanza deve accertare che le prestazioni dello strato finito siano non inferiori a quelle indicate nel Progetto e siano conformi a quanto dichiarato prima dell'inizio dei lavori nella documentazione presentata dall'Impresa, ai sensi di quanto previsto al 6.3. La metodologia di indagine impiegata dovr essere tale da fornire parametri di controllo identici o comunque direttamente confrontabili con quelli utilizzati nel calcolo della pavimentazione. A tale scopo, sono ammesse sia prove puntuali (prove di carico con piastra secondo la Norma CNR B.U. n. 146/92) sia prove ad elevato rendimento (con il Falling Weight Deflectometer - ASTM D4694/96) per la determinazione del modulo elastico equivalente "E". In ogni caso i valori dei moduli di deformazione Md (valutati attraverso prova di carico con piastra al primo ciclo di carico nell'intervallo tra 0,15 e 0,25 N/mm2) ed i valori dei moduli elastici equivalenti "E" non dovranno essere inferiore ai valori limite riportati nella Tabella 6.6. Al momento della costruzione degli strati di pavimentazione sovrastanti tutti i valori di portanza dello strato di fondazione dovranno essere non inferiori ai valori limite previsti. A discrezione della Direzione Lavori possono essere ammesse le seguenti tolleranze sui risultati delle prove di controllo. Per ciascun tipo di prova, nel caso in cui il numero delle misure risulti inferiore a 5, come pu avvenire per lavori di entit molto modesta, tutti i valori misurati debbono rispettare le soglie minime riportate nella suddetta Tabella 6.6. Negli altri casi si pu accettare che su n. 5 risultati di una stessa prova di controllo n. 1 possa non rispettare i valori minimi richiesti, purch lo scostamento da tali valori non ecceda:  il 3%, per la misura del grado di addensamento;  il 5%, per le misure dei moduli Md e Md'. Per le prove deflettometriche ad alto rendimento la media dei valori del modulo "E" ricavata da almeno 20 determinazioni non dovr essere inferiore ai valori minimi prestabiliti. Pu essere tollerato uno scostamento da tali valori minimi purch lo scostamento stesso non ecceda il 15%.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

53

Le superfici finite devono risultare perfettamente piane, con scostamenti rispetto ai piani di progetto non superiori a 10 mm, controllati mediante regolo rigido di 4 m di lunghezza (Norma UNI EN 13036-7/2004) disposto secondo due direzioni ortogonali. Lo spessore medio dello strato finito deve essere quello previsto in Progetto, con una tolleranza del 5% purch tale differenza si presenti solo nel 20% dei rilievi effettuati. Salvo documentata diversa prescrizione della Direzione Lavori, la frequenza delle prove deve rientrare negli intervalli indicati in Tabella 6.6.

Tabella 6.6 Frequenza dei controlli e requisiti prestazionali degli strati di fondazione stradale realizzati con misti granulari riciclati
Traffico Controllo PP
Grado di addensamento Jd/Jdmax,laboratorio [%]

Frequenza o P M o L
Ogni 1.000 m2 di stesa

t 98 % AASHO Mod.

t 95 % AASHO Mod.

Rapporto Md / Md'

t 2,0 t 100 (o della prestazione prevista in Progetto) t 190 (o della prestazione prevista in Progetto) spessore di Progetto

t 2,3 t 80 (o della prestazione prevista in Progetto) t 150 (o della prestazione prevista in Progetto) spessore di Progetto

Ogni 1.000 m di stesa

Modulo di deformazione 2 Md [N/mm ]

Ogni 1.000 m di stesa

Modulo elastico equivalente 2 E [N/mm ]

Ogni 100 m di fascia stesa

Spessore degli strati

Ogni 100 m di fascia stesa

Scostamento con regolo da 4m

< 10 mm dai piani di Progetto

< 10 mm dai piani di Progetto

Ogni 100 m di fascia stesa

54

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

7. COSTRUZIONE DEGLI STRATI IN MISTO CEMENTATO

7.1 GENERALIT

Il misto cementato realizzato con aggregati riciclati costituito da una miscela di aggregati riciclati trattata con un legante idraulico (cemento). La miscela deve assumere, dopo un adeguato tempo di stagionatura, una resistenza meccanica durevole ed apprezzabile mediante prove eseguibili su provini di forma assegnata, anche in presenza di acqua o gelo.

7.2. AGGREGATI

7.2.1. REQUISITI DI COMPOSIZIONE DEGLI AGGREGATI Gli aggregati sono gli elementi miscelando i quali si ottiene il misto granulare che costituisce la base del misto cementato. Il misto granulare riciclato per la formazione del misto cementato dovr essere costituito da aggregati riciclati in possesso dei requisiti di composizione indicati nella seguente Tabella 7.1.
Tabella 7.1 Requisiti di composizione degli aggregati riciclati per la formazione di misti cementati
Componenti Contenuto di materiali litici di qualunque provenienza, pietrisco tolto d'opera, calcestruzzi, laterizi, refrattari, prodotti ceramici, malte idrauliche ed aeree, intonaci Contenuto di vetro e scorie vetrose Contenuto di conglomerati bituminosi Contenuto di altri rifiuti minerali dei quali sia ammesso il recupero in sottofondi e fondazioni stradali ai sensi della legislazione vigente Contenuto di materiali deperibili: carta, legno, fibre tessili, cellulosa, residui alimentari, sostanze organiche eccetto bitume ( * ); Materiali plastici cavi: corrugati, tubi o parti di bottiglie di materia plastica, ecc. Contenuto di altri materiali: metalli, guaine, gomme, lana di roccia o di vetro, gesso, ecc. Modalit di prova UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A Limiti

> 90% in massa

< 5% in massa < 5% in massa 5% in massa per ciascuna tipologia

UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A

0,1% in massa

0,4% in massa

( * ) La massa dei materiali deperibili, gravata di un fattore amplificativo 5, deve essere assegnata alla categoria delle rocce degradabili per il rispetto dei requisiti riportati nelle seguenti Tabella 7.2 e Tabella 7.3.

7.2.2. REQUISITI FISICO-MECCANICI Aggregati - Gli aggregati sono gli elementi che formano il misto granulare di base da additivare con il legante idraulico (cemento) per la realizzazione del misto cementato vengono suddivisi in aggregati grossi (trattenuti al setaccio da 4 mm UNI EN) e aggregati fini (passanti al setaccio da 4 mm UNI EN).

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

55

Aggregato grosso - Per gli elementi dell'aggregato grosso devono essere soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella 7.2.

Tabella 7.2 Requisiti dell'aggregato grosso (frazione trattenuta al setaccio da 4 mm) dei misti granulari riciclati per la formazione di misti cementati
Indicatori di qualit Unit di misura Parametro Perdita per abrasione "Los Angeles" Dimensione max Sensibilit al gelo ( 1 ) Indice di forma Indice di appiattimento Normativa UNI EN 1097-2 UNI EN 933-1 UNI EN 1367-1 UNI EN 933-4 UNI EN 933-3 % mm % % % % % PP 30 31,5 30 35 35 1 1 P 30 31,5 30 35 35 1 1 M 35 31,5 30 35 35 1 1 L 40 31,5 30 35 35 1 1 Livello di traffico

Rocce tenere, alterate o scistose CNR BU 104/84 Rocce degradabili, solfatiche o reagenti con alcali del cemento ( 1 ) In zone considerate soggette al gelo CNR BU 104/84

Aggregato fino - L'aggregato fino deve essere costituito da elementi che possiedano le caratteristiche riportate nella seguente Tabella 7.3.

Tabella 7.3 Requisiti dell'aggregato fine (frazione passante al setaccio da 4 mm) dei misti granulari riciclati per la formazione di misti cementati
Indicatori di qualit Unit di misura Parametro Contenuto di rocce tenere, alterate o scistose Contenuto di rocce degradabili, solfatiche o reagenti con alcali del cemento Equivalente in sabbia Indice Plasticit Limite Liquido Normativa CNR BU 104/84 CNR BU 104/84 CNR B.U. 27/72 CNR-UNI 10014 CNR-UNI 10014 % % % % % PP 1 1 30 N.P. 25 P 1 1 30 N.P. 25 M 1 1 30 N.P. 25 L 1 1 30 6 25 Livello di traffico

56

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

Ai fini dell'accettazione, prima dell'inizio dei lavori, l'Impresa tenuta a predisporre la qualificazione degli aggregati tramite certificazione attestante i requisiti prescritti. Tale certificazione deve essere rilasciata da un Laboratorio specializzato.
Cemento - Il cemento un legante idraulico, cio un materiale inorganico finemente macinato che, mescolato con acqua, forma una pasta che rapprende e indurisce a seguito di processi e reazioni di idratazione e che, una volta indurita, mantiene la sua resistenza e la sua stabilit anche sott'acqua. I cementi sono costituiti da materiali differenti e di composizione statisticamente omogenea derivanti dalla qualit assicurata durante i processi di produzione e di manipolazione dei materiali. Potranno essere impiegati i 27 prodotti della famiglia dei cementi comuni conformi alla Norma UNI EN 197-1, raggruppati nelle seguenti cinque tipologie principali di cemento:
    

CEM I CEM II CEM III CEM IV CEM V

Cemento (Portland); Cemento (Portland composito); Cemento (d'altoforno); Cemento (pozzolanico); Cemento (composito).

La composizione di ciascuno dei 27 prodotti della famiglia dei cementi comuni dovr risultare conforme a quanto previsto dal Prospetto 1 della stessa Norma UNI EN 197-1.
Acqua - L'acqua deve essere esente da impurit dannose, oli, acidi, alcali, materia organica, frazioni limo-argillose e qualsiasi altra sostanza nociva. Miscele - La miscela di aggregati da adottarsi per la realizzazione del misto cementato deve avere una composizione granulometrica contenuta nel fuso riportato in Tabella 7.4.

Tabella 7.4 Requisiti granulometrici della miscela di aggregati riciclati per misti cementati
Vagli UNI EN Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Apertura maglia (mm) 31,500 20,000 14,000 10,000 4,000 2,000 0,500 0,125 0,063 Passante (%) 100 70 100 55 78 45 65 28 42 18 30 8 18 5 13 2 10

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

57

Il contenuto di cemento ed il contenuto d'acqua della miscela, vanno espressi come percentuale in massa rispetto al totale degli aggregati costituenti il misto granulare riciclato. Tali percentuali saranno stabilite in base ad uno studio della miscela, effettuato in laboratorio, secondo le modalit indicate dal B.U. CNR n. 29/72, sulla base del quale verranno anche identificati i valori di massa volumica del secco e di resistenza da utilizzare come riferimento nelle prove di controllo. Le miscele adottate dovranno possedere i requisiti riportati nella Tabella 7.5.

Tabella 7.5 Requisiti meccanici dei misti cementati confezionati con aggregati riciclati
Parametro Resistenza a compressione Rc a 7gg Normativa Limiti

CNR B.U. n.29/72 2,5 Rc 4,5 N/mm2

Resistenza a trazione indiretta Rt a 7gg (Prova Brasiliana) ( * ) CNR B.U. n.97/84 Rt 0,25 N/mm2
( * ) I provini per la prova di trazione indiretta sono dello stesso tipo di quelli confezionati per la prova di compressione (CNR B.U. 29)

Per particolari casi facolt della Direzione Lavori accettare valori di resistenza a compressione fino a 7,5 N/mm2. Nel caso in cui il misto cementato debba essere impiegato in zone in cui sussista il rischio di degrado per gelo-disgelo, facolt della Direzione Lavori richiedere che la miscela risponda ai requisiti della norma SN 640 509a.

7.2.3. REQUISITI CHIMICI DEGLI AGGREGATI I materiali riciclati debbono appartenere prevalentemente alle tipologie 7.1., 7.2., 7.11. e 7.17. previste dal D.M. 05/02/98, n. 72. Non sono ammessi materiali contenenti amianto e/o sostanze pericolose e nocive o con significativi contenuti di gesso. Pertanto, tali materiali debbono essere sottoposti ai test di cessione sul rifiuto come riportato in Allegato 3 del citato D.M. del 05/02/98, o a test equivalente di riconosciuta valenza europea (UNI 10802/2002). Il contenuto totale di solfati e solfuri (Norma UNI EN 1744-1) deve essere d1 %. Se il materiale viene posto in opera a contatto con strutture in cemento armato, tale valore deve essere d0,5 %.
7.3 ACCETTAZIONE DELLE MISCELE

L'Impresa tenuta a comunicare alla Direzione Lavori, con congruo anticipo rispetto all'inizio delle lavorazioni e per ciascun cantiere di produzione, la composizione delle miscele che intende adottare. Ciascuna composizione proposta deve essere corredata da una completa documentazione dello studio di composizione effettuato. Una volta accettato da parte della Direzione Lavori lo studio delle miscele, l'Impresa deve rigorosamente attenersi ad esso. Nella curva granulometrica sono ammesse variazioni delle singole percentuali di l'aggregato grosso di 5 punti e di 2 punti per l'aggregato fino. In ogni caso non devono essere superati i limiti del fuso. Per la percentuale di cemento nelle miscele ammessa una variazione di 0,5%.

58

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

7.4 CONFEZIONAMENTO DELLE MISCELE

Il misto cementato deve essere confezionato mediante impianti automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte. L'impianto deve comunque garantire uniformit di produzione ed essere in grado di realizzare miscele rispondenti a quelle indicate nello studio presentato ai fini dell'accettazione. La zona destinata allo stoccaggio degli aggregati deve essere preventivamente e convenientemente sistemata per evitare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possano compromettere la pulizia degli aggregati. I cumuli delle diverse frazioni granulometriche devono essere nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei pre-dosatori va eseguita con la massima cura. Non consentito il mescolamento di cementi diversi per tipo, classe di resistenza o provenienza. Il cemento deve essere adeguatamente protetto dall'umidit atmosferica e dalle impurit.

7.5 PREPARAZIONE DELLE SUPERFICI DI STESA

La miscela verr stesa sul piano finito dello strato precedente dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultimo ai requisiti prescritti. Ogni depressione, avvallamento o ormaia presente sul piano di posa deve essere corretta prima della stesa. Prima della stesa inoltre necessario verificare che il piano di posa sia sufficientemente umido e, se necessario, provvedere alla sua bagnatura evitando tuttavia la formazione di una superficie fangosa.

7.6 POSA IN OPERA DELLE MISCELE

La stesa verr eseguita impiegando macchine finitrici vibranti. Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli lisci vibranti o rulli gommati (oppure rulli misti vibranti e gommati) tutti semoventi. L'idoneit dei mezzi di costipamento verr determinata dalla Direzione Lavori sulla base dei risultati ottenuti su stese sperimentali in campo prove utilizzando le stesse miscele messe a punto con lo studio di laboratorio. Il tempo massimo tra l'aggiunta dell'acqua alla miscela di inerti e cemento e l'inizio della compattazione non dovr superare i 60 minuti. Le operazioni di compattazione dello strato devono essere realizzate con apparecchiature e sequenze adatte a produrre il grado di addensamento e le prestazioni richieste. La stesa della miscela non deve di norma essere eseguita con temperature ambiente inferiori a 0C e mai in presenza di pioggia. Nel caso in cui le condizioni climatiche (temperatura, soleggiamento, ventilazione) comportino unelevata velocit di evaporazione dell'acqua contenuta nella miscela, necessario provvedere ad unadeguata protezione delle miscele sia durante il trasporto che durante la stesa. Il tempo intercorrente tra la stesa di due strisce affiancate non deve superare di norma le due ore per garantire la continuit della struttura. Particolari accorgimenti devono adottarsi nella formazione dei giunti longitudinali che andranno protetti con fogli di polietilene o materiale similare. Il giunto di ripresa deve essere ottenuto terminando la stesa dello strato a ridosso di una tavola e togliendo la tavola al momento della ripresa della stesa. Se non si fa uso della tavola, prima della ripresa della stesa, occorre provvedere a tagliare l'ultima parte dello strato precedente, in modo che si ottenga una parete perfettamente verticale. Non devono essere eseguiti altri giunti all'infuori di quelli di ripresa.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

59

7.7 PROTEZIONE SUPERFICIALE DELLO STRATO FINITO

Subito dopo il completamento delle operazioni di costipamento e finitura, sullo strato finito, deve essere applicato un velo protettivo di emulsione bituminosa acida al 55% in ragione di 1-2 kg per m2 (in relazione al tempo ed alla intensit del traffico di cantiere cui potr venire sottoposto) e successivo spargimento di sabbia. Il tempo di maturazione protetta non dovr essere inferiore a 72 ore, durante le quali il misto cementato dovr essere protetto dal gelo. Il transito di cantiere potr essere ammesso sullo strato a partire dal terzo giorno dopo quello in cui stata effettuata la stesa e limitatamente ai mezzi gommati. Aperture anticipate sono consentite solo se previste nella determinazione della resistenze raggiunta dal misto. Strati eventualmente compromessi dalle condizioni meteorologiche o da altre cause devono essere rimossi e sostituiti a totale cura e spese dell'Impresa.

7.8. - CONTROLLI

Il controllo della qualit dei misti cementati e della loro posa in opera, deve essere effettuato mediante prove di laboratorio sui materiali costituenti, sulla miscela prelevata allo stato fresco al momento della stesa, sulle carote estratte dalla pavimentazione e con prove in sito.

7.8.1. - CONTROLLI DEI MATERIALI COSTUTUENTI Oltre ai controlli iniziali necessari per l'accettazione, anche in corso d'opera, per valutare che non abbiano a verificarsi variazioni nella qualit dei materiali, devono essere effettuate prove di controllo su campioni prelevati in contraddittorio con la Direzione dei Lavori. Il controllo della qualit dei misti granulari riciclati impiegati per la formazione del misto cementato, deve essere effettuato mediante prove di laboratorio su campioni prelevati in impianto prima della miscelazione. Il numero dei campioni dipende dall'eterogeneit dei materiali interessati; per ogni approvvigionamento omogeneo la numerosit delle prove di attitudine deve rispettare i criteri quantitativi riportati nella Tabella 7.6 per ogni tipo di controllo da effettuare, salvo diverse e documentate prescrizioni della Direzione dei Lavori.

Tabella 7.6 Frequenza dei controlli e requisiti delle forniture dei misti granulari riciclati per la formazione di misti cementati
Controllo
Materiali componenti Aggregato grosso Aggregato fino Granulometria miscela

Frequenza
Iniziale e per ogni lotto impiegato Iniziale e per ogni lotto impiegato Iniziale e per ogni lotto impiegato Iniziale e per ogni lotto impiegato

Requisiti
Tabella 7.1. Tabella 7.2. Tabella 7.3 Tabella 7.4

60

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

7.8.2. - CONTROLLI DELLE MISCELE PRELEVATE IN FASE DI POSA IN OPERA Il prelievo del misto cementato fresco avverr in contraddittorio al momento della stesa. Sui campioni prelevati alla vibrofinitrice saranno effettuati, presso un Laboratorio specializzato, i controlli della distribuzione granulometrica dell'aggregato e la verifica delle caratteristiche di resistenza meccanica. La resistenza a compressione di ciascun prelievo sar ottenuta come media dei valori di 4 provini, confezionati e portati a rottura secondo quanto previsto dal CNR B.U. n.29/72. La resistenza a trazione indiretta di ciascun prelievo sar ottenuta come media dei valori determinati su 4 provini, confezionati secondo quanto previsto dal B.U. CNR n.29/72 e portati a rottura secondo quanto previsto dal CNR B.U. n.97/84. I valori rilevati in sede di controllo dovranno essere conformi a quelli dichiarati nella documentazione presentata prima dell'inizio dei lavori, ai sensi di quanto previsto al 7.3. Il numero e la tipologia dei controlli da effettuare sul misto cementato prelevato al momento della posa in opera riportato nella Tabella 7.7, salvo diverse e documentate prescrizioni della Direzione dei Lavori.

Tabella 7.7 Frequenza dei controlli e requisiti dei misti cementati prelevati nella fase di posa in opera
Controllo
Granulometria miscela Resistenza a compressione a 7 gg. (CNR B.U. n.29/72) Resistenza a trazione indiretta a 7 gg. (Prova brasiliana) (CNR B.U. n.97/84) ( * )

Frequenza
Giornaliera oppure ogni 1000 m2 di stesa
2 Giornaliera oppure ogni 1000 m di stesa

Requisiti
Curva granulometrica di progetto Tabella 7.5.

Giornaliera oppure 0gni 1000 m2 di stesa

Tabella 7.5

( * ) I provini per la prova di trazione indiretta sono dello stesso tipo di quelli confezionati per la prova di compressione (CNR B.U. 29)

7.8.3. - CONTROLLI SUGLI STRATI FINITI Il livello prestazionale degli strati posti in opera pu essere accertato, in relazione alle caratteristiche del materiale impiegato, attraverso il controllo dell'addensamento raggiunto, rispetto al riferimento desunto dalle prove AASHO di laboratorio e attraverso il controllo della capacit portante. A compattazione ultimata dovranno essere effettuati controlli della massa volumica del secco in sito effettuando le misure secondo la Norma (CNR B.U. n. 22/72). I valori dei gradi di addensamento rilevati dovranno rispettare i limiti riportati nella Tabella 7.8. in almeno il 95% delle determinazioni effettuate. La misura della portanza deve accertare che le prestazioni dello strato finito siano non inferiori a quelle previste nel Progetto delle sovrastrutture e siano conformi a quanto dichiarato prima dell'inizio dei lavori nella documentazione presentata dall'Impresa, ai sensi di quanto indicato al 7.3. La metodologia di indagine impiegata dovr essere tale da fornire, parametri di controllo identici, o comunque direttamente confrontabili, con quelli utilizzati nel calcolo della pavimentazione. A tale scopo, sono ammesse sia prove puntuali (prove di carico con piastra secondo la Norma CNR B.U. n. 146/92) sia prove ad elevato rendimento eseguite con il Falling Weight Deflectometer

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

61

(ASTM D4694/96) per la determinazione del modulo elastico equivalente "E". Sono ammesse sia prove effettuate direttamente sullo strato (prove di carico su piastra, rilievo delle deflessioni con Falling Weight Deflectometer), sia prove effettuate sullo strato ricoperto (con Falling Weight Deflectometer). In ogni caso i valori dei moduli di deformazione Md valutati al primo ciclo di carico nell'intervallo tra 0,15 e 0,25 N/mm2 secondo la Norma CNR B.U. n.146/1992, rilevati in un tempo compreso tra 3 e 12 ore dal termine della compattazione, non potranno essere inferiori ai valori limite riportati nella Tabella 7.8, o ai limiti indicati in Progetto quando questi ultimi siano superiori. I valori dei moduli elastici equivalenti "E" ricavati con il Falling Weight Deflectometer da rilievi effettuati dopo 7 giorni o dopo 60 giorni dalla posa in opera non potranno essere inferiori ai valori limite riportati nella Tabella 7.8, o ai valori indicati nel Progetto quando questi ultimi siano superiori. Le superfici finite devono risultare perfettamente piane, con scostamenti rispetto ai piani di progetto non superiori a 10 mm, controllati mediante regolo rigido di 4 m di lunghezza (Norma UNI EN 13036-7/2004) disposto secondo due direzioni ortogonali. Lo spessore medio dello strato finito deve essere quello previsto nel Progetto, con una tolleranza del 5% purch tale differenza si presenti solo nel 20% dei rilievi effettuati. Salvo documentata diversa prescrizione della Direzione Lavori, la frequenza delle prove deve rientrare negli intervalli indicati in Tabella 7.8.

Tabella 7.8 Frequenza dei controlli e requisiti prestazionali degli strati di misto cementato realizzati con misti granulari riciclati
Traffico Controllo PP Grado di addensamento Jd/Jdmax,laboratorio [%] Modulo di deformazione Md [N/mm2]
(da prova con piastra tra 3 e 12 ore dalla compattazione)

Frequenza P M L
Giornaliera oppure ogni 2 1000 m di stesa

t 98 % AASHO Mod. t 150 t 150 t 120 t 120

Giornaliera oppure ogni 2 1000 m di stesa

(o della prestazione prevista in progetto)

(da rilievi con FWD dopo 7 o 60 giorni dalla compattazione)

Modulo elastico equiv. t 2000 t 3000 t 1600 t 2500 t 1300 t 2000 t 1000 t 1500 E [N/mm2] ( * ) Ogni 50 m di fascia stesa
(o della prestazione prevista in progetto)

7 gg.

60 gg.

7 gg.

60 gg.

7 gg.

60 gg.

7 gg.

60 gg.

Spessore a mezzo di carotaggi Regolarit dei piani con regolo da 4 m (scostamento) (*)

spessore di progetto < 10 mm dai piani di progetto

spessore di progetto < 10 mm dai piani di progetto

spessore di progetto < 10 mm dai piani di progetto

spessore di progetto

Ogni 100 m di fascia stesa

< 10 mm dai Ogni 50 m di fascia stesa piani di progetto

Per rilievi effettuati tra 7 e 60 giorni dalla posa in opera ammessa l'interpolazione dei valori limite indicati per i moduli elastici equivalenti "E".

62

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

8. COSTRUZIONE DEL CORPO DEI RILEVATI FERROVIARI


Il presente capitolo riguarda l'utilizzo di materiali riciclati provenienti prevalentemente dalle demolizioni edilizie; di seguito verranno definite le caratteristiche dei materiali di provenienza, degli impianti di trattamento e del materiale riciclato, le metodologie di posa in opera, i requisiti del prodotto finale, le modalit e le frequenze dei controlli.

8.1. - GENERALIT

L'utilizzo dei materiali riciclati per la realizzazione del corpo dei rilevati ferroviari consentito solo per la porzione compresa tra il suo piano di posa fino a 2 m di quota dal piano di posa del subballast o del ballast in assenza di sub-ballast, purch interessi tutta l'impronta del corpo del rilevato stesso. Non sono ammesse alternanze di strati di questi materiali con quelli di terre dei gruppi A1, A2-4, A2-5, A3 e A4 della classificazione CNR UNI 10006/2002. Il rilevato ferroviario quindi sar al massimo costituito da 2 fasce di materiali differenti in senso verticale; in senso orizzontale dovr invece essere comunque garantita l'omogeneit dei materiali utilizzati. Questi ultimi dovranno comunque essere confinati tra opere quali tombini, attraversamenti, opere d'arte, ecc. onde evitare che, al contatto con materiali di caratteristiche differenti, si formino giunti o superfici di discontinuit. I materiali riciclati provenienti da demolizioni edilizie, oggetto del presente capitolo, sono costituiti principalmente da materiali assortiti di varia natura; si tratta di laterizi, sfridi di lavorazioni edilizie, frammenti di conglomerati cementiti anche armati, scarti dell'industria di prefabbricazione di manufatti in calcestruzzo anche armato. Previo trattamento in appositi impianti di riciclaggio, di seguito definiti, i materiali di cui sopra possono essere utilizzati per la costruzione del corpo dei rilevati ferroviari purch rispondenti ai requisiti di cui al D.M. 05/02/98 n.72.

8.2. - DEFINIZIONI

Nel presente capitolo si applicano le seguenti definizioni: - i materiali riciclati: derivano da materiali inorganici precedentemente utilizzati nelle costruzioni di opere civili o parte di esse (edifici, ponti, capannoni, strutture portanti, pali della luce, elementi costruttivi in genere, ecc.); essi devono essere trattati in appositi impianti in modo da ottenere i requisiti richiesti per il loro utilizzo; in relazione al prodotto di origine i materiali riciclati si dividono in due distinte categorie: le macerie e i calcestruzzi riciclati; - le macerie: costituite da laterizi, prodotti ceramici, sfridi di lavorazioni edilizie, detriti inerti, frammenti di sovrastrutture stradali e di conglomerati cementiti anche armati, nonch da altri materiali di integrazione rispondenti ai requisiti del D.M. 05/02/98 n.72, individuabili nelle tipologie 7.1 ("rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari i pali in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali purch privi di amianto"), 7.2 ("rifiuti di rocce da cave autorizzate"), 7.11 ("pietrisco tolto d'opera") e 7.17 ("rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare"), e a quelli del presente capitolo; - i calcestruzzi riciclati: costituiti prevalentemente da frammenti di conglomerati cementizi anche armati provenienti da demolizioni di opere in cemento armato, dagli scarti dell'industria di prefabbricazione di manufatti in cemento anche armato, da traversine ferroviarie in c.a.v.p., ecc.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

63

8.3. CAMPO DI APPLICAZIONE

Le prescrizioni del presente capitolo sono valide solo se completate da elaborati progettuali che definiscono, per ogni singolo progetto, quantit e modalit di impiego dei materiali, nonch i campi di applicabilit specificati nell'Appendice 8.A che costituisce parte integrante del capitolato stesso. fatto divieto di impiegare i materiali riciclati, sia quelli denominati calcestruzzi, sia quelli denominati macerie, come ultimo strato fortemente compattato (ovvero supercompattato) nella realizzazione di rilevati ferroviari e come sottofondo di rilevati stradali. Gli elaborati progettuali devono essere redatti sulla base delle indicazioni riportate nell'Appendice 8.A.

8.4. DOCUMENTAZIONE E NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Le Norme di riferimento, oltre a quelle previste nei manuali e nei capitolati, nell'edizione pi aggiornata, sono le seguenti: CNR-UNI 10008/63 CNR-UNI 10009/64 ASTM D4429-04 CNR B.U. n.69/78 UNI 8520 Parte 11 UNI 8520 Parte 14 Prove su materiali stradali. Umidit di una terra Prove su materiali stradali. Indice C.B.R. Standard Test Method for C.B.R. of Soils in Place Prova di costipamento di una terra Determinazione del contenuto in Solfati Aggregati per confezione di calcestruzzi. Determinazione colorimetrica del contenuto di sostanze organiche negli aggregati fini CNR B.U. n.22/72 Peso specifico di una terra in sito CNR B.U. n.25/72 Campionatura di terre e terreni UNI EN 932-1/98 Metodi di prova per determinare le propriet generali degli aggregati Metodi di Campionamento CNR B.U. n.23/71 Analisi granulometrica di una terra UNI EN 933-1/99 Prove per determinare le caratteristiche geometriche degli aggregati Determinazione della distribuzione granulometrica Analisi granulometrica per setacciatura CNR B.U. n.146/92 Determinazione dei moduli di deformazione Md e Md' mediante prova di carico a doppio ciclo con piastra circolare CNR-UNI 10014/64 Determinazione dei limiti di consistenza di una terra CNR-UNI 10013/64 Prove sulle terre Peso specifico dei granuli UNI EN 1097-6/02 Prove per determinare le propriet meccaniche e fisiche degli aggregati Determinazione della massa volumica dei granuli e dell'assorbimento d'acqua AGI Raccomandazioni sulle prove geotecniche di laboratorio CNR B.U. n.95/84 Forma degli aggregati lapidei Determinazione dell'indice di forma CNR B.U. n.95/84 Forma degli aggregati lapidei Determinazione dell'indice di appiattimento UNI EN 933-4/04 Prove per determinare le caratteristiche geometriche degli aggregati Determinazione della forma dei granuli Indice di forma UNI EN 933-3/04 Prove per determinare le caratteristiche geometriche degli aggregati Determinazione della forma dei granuli Indice di appiattimento D.M. 05/02/1998 Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 32 del Decreto Legislativo 05/02/1997 n.22 UNI EN 196-21/91 Metodi di prova dei cementi Determinazione del contenuto di cloruri, anidride carbonica e alcali nel cemento D.M. 14/05/1996 Normativa e metodologia per gli interventi di bonifica (amianto)

64

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

L. 27/03/92 n.257 UNI EN 1744-1/99 CNR B.U. n.34/73 UNI EN 1097-2/99

Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto Prove per determinare le propriet chimiche degli aggregati Analisi chimica Determinazione della perdita in peso per abrasione di aggregati lapidei con l'apparecchio "Los Angeles" Prove per determinare le propriet meccaniche e fisiche degli aggregati Metodi per la determinazione della resistenza alla frammentazione

8.5. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI

I materiali riciclati provenienti dalle demolizioni edilizie dovranno appartenere prevalentemente alle tipologie 7.1. ("rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari i pali in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali purch privi di amianto"), 7.2. ("rifiuti di rocce da cave autorizzate"), 7.11. ("pietrisco tolto d'opera") e 7.17. ("rifiuti costituiti da pietrisco di vagliatura del calcare") del D.M. 05/02/98 n.72. Non sono ammessi materiali contenenti amianto e/o sostanze pericolose e nocive e con significativi contenuti in gesso. Pertanto, tali materiali dovranno essere sottoposti ai test di cessione sul rifiuto come riportato nell'Allegato 3 del citato D.M. 05/02/98.

8.6. CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO DI RICICLAGGIO

L'impianto potr essere organizzato in modo tale da: consentire il controllo della qualit dei materiali in arrivo per una verifica delle caratteristiche e dell'idoneit all'utilizzo; x essere dotato di una zona debitamente attrezzata e delimitata per lo stoccaggio provvisorio del materiale; x consentire l'alimentazione dell'impianto di trattamento mediante mezzo meccanico (per esempio una pala gommata), evitando che lo stesso venga alimentato direttamente dagli autocarri in arrivo; x consentire, in uscita all'alimentatore, il controllo qualitativo dei materiali e, con stoccaggio separato tramite un by-pass, la successiva eventuale esclusione dal ciclo produttivo del materiale non idoneo e/o pericoloso; x consentire una prima vagliatura mediante vibrovaglio, per l'eliminazione della frazione fine, e il convogliamento del materiale nella camera di frantumazione del mulino, in modo da avere la riduzione granulometrica dei detriti e il distacco perfetto delle armature di acciaio dal calcestruzzo; x consentire l'individuazione di sostanze pericolose e/o nocive; x essere dotato di un primo deferrizzatore, per separare l'acciaio presente e provvedere allo stoccaggio in un apposito contenitore metallico; x essere dotato di un secondo deferrizzatore, posto pi vicino al nastro, (per le parti metalliche minute eventualmente sfuggite al primo deferrizzatore); x essere dotato di un vibrovaglio, per la selezione delle frazioni granulometriche. Le frazioni di materiale non idoneo (carta, residui di legno, frazioni leggere, ecc.) devono essere invece automaticamente separate, anche in pi stadi e convogliate in appositi contenitori; Tali caratteristiche impiantistiche si intendono di riferimento e, quindi, non vincolanti.
x

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

65

Per garantire la costante qualit del prodotto, a prescindere dalle tipologie in alimentazione, l'impianto dovr essere strutturato in modo tale da consentire la compensazione di carenze o eccedenze di frazioni granulometriche, dovute al materiale immesso nel ciclo, mediante la presenza di adeguate stazioni di vagliatura, in modo tale che, sul nastro trasportatore che alimenta lo stoccaggio finale del prodotto, sia presente l'intero assortimento granulometrica richiesto. L'impianto dovr essere dotato di adeguate aree per lo stoccaggio del materiale suddiviso nelle tipologie come previsto nel seguente 8.7. L'impianto di trattamento dovr essere qualificato dalla Direzione Lavori per stabilirne l'idoneit alla fornitura del materiale, nonch la rispondenza alle prescrizioni metodologiche del processo dettagliate al punto 7.1.3 del D.M. 05/02/98 n.72. Ai fini del mantenimento degli standard qualitativi dell'impianto stesso, dovranno essere effettuate visite di efficienza dell'impianto ogni 20000 m3 di materiale lavorato e comunque almeno una ogni 6 mesi.

8.7. CARATTERISTICHE DEL MATERIALE RICICLATO

I materiali riciclati, che possono essere utilizzati per la costruzione dei corpi dei rilevati ferroviari, sono quelli rispondenti al D.M. 05/02/98 n.72, relativi alle tipologie 7.1, 7.2, 7.11, 7.17, e aventi le caratteristiche ed i requisiti riportati nel presente capitolo; assolutamente vietato l'utilizzo di materiali riciclati, anche aventi le origini indicate nel D.M. 05/02/98 n.72, ma che non rispondano ai requisiti riportati nel presente 8. Il materiale denominato calcestruzzo riciclato dovr avere le seguenti caratteristiche:
Tabella 8.1 Caratteristiche del calcestruzzo riciclato
Componenti
Componenti principali: Calcestruzzo (massa volumica apparente > 2,1 MN/m3) Materiali litoidi frantumati ( * ) Altri componenti: Muratura frantumata Malte e/o conglomerati bituminosi frantumati Altre sostanze: Componenti non litoidi Argilla e limo Sostanze organiche
( * ) Sono esclusi materiali argillo-scistosi e gessoso-solfatici

Percentuale in massa

> 80% < 10% < 10% < 10% < 5%

< 0,1% < 1% nei limiti della Norma UNI 8520 parte 14

Il materiale denominato macerie dovr avere le seguenti caratteristiche:

66

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

Tabella 8.2 Caratteristiche delle macerie


Componenti
Componenti principali: Scarti edilizi di murature, rivestimenti e allettamenti (massa volumica apparente > 1,6 MN/m3), Calcestruzzo (massa volumica apparente > 2,1 MN/m3) e Roccia frantumata ( * ) Altri componenti: Componenti litoidi e terre incoerenti ( * ) con massa volumica apparente < 1,6 MN/m3 Malte e/o conglomerati bituminosi frantumati Altre sostanze: Componenti non litoidi e argilla ( * ) Sostanze organiche
( * ) Sono esclusi materiali argillo-scistosi e gessoso-solfatici

Percentuale in massa

> 80%

< 20%

< 20% < 5%

< 1% nei limiti della Norma UNI 8520 parte 14

I materiali riciclati (calcestruzzi e macerie), dovranno essere sottoposti in laboratorio a prove di costipamento con energia AASHO Modificata per la determinazione del valore massimo della massa volumica e dell'umidit ottima (Norma CNR B.U. n.69/78). Per la realizzazione di rilevati ferroviari con macerie e calcestruzzi riciclati (tipologie 7.1, 7.2, 7.11 e 7.17; Tabelle 8.1 e 8.2) vietata la miscelazione con altre sostanze, anche individuabili nelle altre tipologie del D.M. 05/02/98, qualora le suddette miscele non siano state previamente e specificatamente testate ed approvate dalla Direzione Lavori. consentito miscelare le macerie e i calcestruzzi riciclati con sabbie, per migliorarne l'assortimento granulometrica; il prodotto della miscelazione deve comunque rispondere a tutti i requisiti di cui al presente 8.

8.8. REQUISITI

I materiali riciclati (calcestruzzi e macerie), prima della loro posa in opera, dovranno rispondere ai requisiti di seguito riportati e risultanti da prove di laboratorio sui campioni rappresentativi prelevati secondo le modalit indicate nella Norma UNI EN 932-1.

8.8.1. REQUISITI DIMENSIONALI


Granulometria (Norma CNR B.U. n.23/71, Norma UNI EN 933-1/99) La granulometria del materiale, secondo la Norma CNR B.U. n.23/71 dovr essere definita utilizzando almeno i seguenti setacci della serie UNI EN aventi aperture di dimensioni (mm): 0,063, 0,125, 0,250, 0,500, 1, 2, 4, 8, 16, 31, 50, 63, 100, 140.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

67

La curva granulometrica deve essere continua, caratterizzata da un grado di uniformit G.U. (=D60/D10) 15; il passante al setaccio da 0,5 mm deve essere maggiore del 10% ed il passante al setaccio da 0,063 mm deve essere invece inferiore al 15%. La dimensione massima dei granuli non dovr essere superiore a 70 mm con i limiti di accettabilit riportati nella seguente Tabella 8.3.

Tabella 8.3 Limiti di accettabilit delle dimensioni degli aggregati riciclati


D Dimensione massima [mm] 70 Passante [%] 2D 100 1,4D 95 100 D 90 100 0,5 mm 10 0,063 mm 15

Indice di appiattimento (Norma CNR B.U. n.95/84 - Norma UNI EN 933-3/04) Per la frazione di aggregati di dimensione superiore a 4 mm, l'indice di appiattimento dovr essere 35. Indice di forma (Norma CNR B.U. n.95/84 - Norma UNI EN 933-4/04) L'indice di forma degli aggregati dovr essere 35.

8.8.2. REQUISITI FISICI E MACCANICI


Coefficiente Los Angeles (Norma CNR B.U. n.34/73 - Norma UNI EN 1097-2/99) Il coefficiente Los Angeles deve essere 40. Rigonfiamento (Norma CNR UNI 10009/64) La percentuale di rigonfiamento, determinata secondo le modalit della prova C.B.R. dovr essere inferiore all' 1%. Indice di plasticit (Norma CNR UNI 10014/64) I materiali riciclati devono avere un indice di plasticit I.P. < 6.

8.8.3. REQUISITI CHIMICI


Contenuto di solfati e solfuri (Norma UNI EN 1744-1/99) Il contenuto totale di solfati e solfuri deve essere 1%. Se il materiale viene posto in opera a contatto con strutture in cemento armato, tale valore dovr essere 0,5%.

8.8.4. ALTRI COMPONENTI


Contenuto di sostanze organiche (Norma UNI EN 1744-1/99 - Norma UNI 8520 Parte 14) Il contenuto di sostanze organiche dovr rispettare quanto previsto nella Norma UNI 8520 Parte 14 (relativa agli aggregati per calcestruzzi) con la determinazione colorimetrica del contenuto di sostanze organiche negli aggregati fini.

68

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

8.9. REQUISITI DEL MATERIALE IN OPERA

Il materiale riciclato, dopo la compattazione, dovr rispondere ai seguenti requisiti.

8.9.1. REQUISITI DIMENSIONALI


Granulometria (Norma CNR B.U. n.23/71 - Norma UNI EN 933-1/99) La percentuale di materiale passante al setaccio da 0,063 mm non dovr essere superiore al 20%.

8.9.2. REQUISITI FISICI


Modulo di deformazione (Norma CNR B.U. n.146/92) Il modulo di deformazione Md, determinato mediante prova di carico su piastra di diametro da 30 cm, al primo ciclo di carico non dovr essere inferiore a:
x

20 MPa: nell'intervallo 0,15 0,25 MPa, per gli strati dei rilevati ferroviari e strade di pertinenza FS limitatamente alla fascia di 1 m dal bordo della scarpate; 20 MPa: nell'intervallo 0,05 0,15 MPa, per gli strati di bonifica e del piano di posa dei rilevati 40 MPa: nell'intervallo 0,15 0,25 MPa, per i rilevati ferroviari e di strade di pertinenza FS; per i piani di posa in trincea; 15 MPa: nell'intervallo 0,05 0,15 MPa, per le dune, colline artificiale, ritombamenti, sistemazioni ambientale, ecc.; Valore da definire: con Ente gestore per le strade destinate a Terzi.

Grado di addensamento (Norma CNR B.U. n.69/78, Norma CNR B.U. n.22/72) Il grado di addensamento, determinato mediante il rapporto tra la massa volumica del secco raggiunta in sito e quella massima del secco ottenuta in laboratorio con energia di costipamento AASHO modificata, dovr essere non inferiore a:
x x x x

95% 98% 90%

per il piano di posa dei rilevati ferroviari e stradali di pertinenza FS; per i rilevati ferroviari e stradali di pertinenza FS, per i piani di posa in trincea; per le dune, colline artificiali, ritombamenti, sistemazioni ambientali, ecc.;

Valore da definire: con l'Ente gestore, per le strade destinate a Terzi.

Nella seguente Tabella 8.4 sono sinteticamente riportati i requisiti richiesti per strati dei corpi dei rilevati ferroviari in opera.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

69

Tabella 8.4 Requisiti degli strati del corpo dei rilevati ferroviari ( 1 )
Passante al setaccio 0,063 mm [%] UNI EN 933-1 Grado di addensamento Jd/Jdmax,laboratorio[%] CNR B.U. n. 69/78 CNR B.U. n. 22/72 Modulo di deformazione CNR B.U. n.146/1992 Intervallo di carico 2 [N/mm ] Md 2 [N/mm ]

Strato

Piano di posa del rilevato o bonifica

20

t 95 % AASHO Mod.

0,05 0,15

t 20

limitatamente alla fascia di 1 m dal bordo della scarpata Corpo del (1) rilevato con esclusione delle fasce di 1 m dal bordo delle scarpate

20

t 98 % AASHO Mod.

0,15 0,25

t 20

20

t 98 % AASHO Mod.

0,15 0,25

t 40

(1)

Strati posti a pi di 2,0 m dal piano di posa dello strato di sub-ballast.

8.10. POSA IN OPERA

8.10.1. COMPATTAZIONE E FINITURA Il materiale dovr essere steso in strati non superiori a 30 cm e costipato mediante rullatura. La superficie superiore degli strati avr una pendenza trasversale pari a circa il 3% e comunque tale da garantire lo smaltimento delle acque meteoriche; dovr essere evitata la formazione di avvallamenti e solchi. Detta pendenza dovr essere mantenuta durante il lavoro e il transito dei mezzi di cantiere, impiegando allo scopo le livellatrici. Le operazioni di compattazione dovranno essere determinate mediante la messa a punto degli schemi di rullatura che dovranno essere definiti prima dell'inizio dei lavori. Salvo diverse indicazioni della Direzione Lavori viene stabilito che: la stesa del materiale deve essere eseguita con regolarit per strati di spessore costante, con modalit e attrezzature atte a evitare segregazione, brusche variazioni granulometriche e del contenuto d'acqua;  per evitare disomogeneit dovute alle segregazione che si verifica durante lo scarico dai mezzi di trasporto, il materiale deve essere depositato subito a monte della superficie d'impiego, per esservi successivamente riportato dai mezzi di stesa;  la granulometria dei materiali costituenti i diversi strati del corpo del rilevato deve essere la pi omogenea possibile. In particolare, deve evitarsi di porre in contatto strati di materiale a granulometria poco assortita o uniforme (tale, cio, da produrre nello strato compattato elevata percentuale dei vuoti), a strati di materiali a grana pi fine che, durante l'esercizio, per effetto delle vibrazioni prodotte dal traffico, possano penetrare nei vuoti degli strati sottostanti, provocando cedimenti per assestamento del corpo del rilevato;  ciascuno strato pu essere messo in opera, pena la rimozione, soltanto dopo avere accertato, mediante prove di controllo, l'idoneit dello strato precedente.


70

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

8.11. CONTROLLI

8.11.1. CONTROLLI IN IMPIANTO Dovr essere verificato che il materiale prodotto nell'impianto di riciclaggio e destinato alla realizzazione delle opere abbia i requisiti riportati al 8.7. e al 8.8.; il controllo dovr essere eseguito su un campione significativo prelevato con frequenza di almeno 1 ogni 3000 m3, come riportato nella Tabella 8.5. 8.11.2. CONTROLLI SUI MATERIALI DA METTERE IN OPERA STOCCATI IN CANTIERE I controlli e le prove da effettuare in corso d'opera dovranno essere riportate in apposito Piano di Controllo Qualit (PCQ), che dovr essere preventivamente approvato dalla Direzione Lavori. Il PCQ, corredato dalla documentazione relativa ai controlli e alle prove di seguito elencate far parte del Dossier Qualit dell'Opera. Prima della messa in opera necessario verificare che il materiale abbia i requisiti riportati nel 8.7 e nel 8.8.; il controllo dovr essere eseguito su un campione significativo prelevato con frequenza di almeno 1 ogni 3000 m3, come riportato nella Tabella 8.5.
Tabella 8.5 Frequenza dei controlli dei materiali per il corpo dei rilevati ferroviari
Controllo
Controllo dei requisiti di cui alle Tabelle 8.1. e 8.2. Analisi granulometrica (CNR B.U. n.23/71 - UNI EN 933-1/99) Costipamento AASHO Mod. (CNR B.U. n.69/78) Rigonfiamento (CNR UNI 10009/64) Indice di appiattimento (CNR B.U. n.95/84 UNI EN 933-3/04) Indice di forma (CNR B.U. n.95/84 - UNI EN 933-4/04) Coefficiente Los Angeles (CNR B.U. n.34/73 - UNI EN 1097-2/99) Indice di plasticit (CNR UNI 10014/64) Contenuto di solfati e solfuri (UNI EN 1744-1/99) Contenuto di sostanze organiche (UNI EN 1744-1/99 - UNI 8520 Parte 14)

Ubicazione prelievo
Impianto e cantiere Impianto e cantiere Impianto e cantiere Impianto e cantiere Impianto e cantiere Impianto e cantiere Impianto e cantiere Impianto e cantiere Impianto e cantiere Impianto e cantiere

Frequenza
ogni 3000 m3 ogni 3000 m
3

ogni 3000 m3 ogni 3000 m3 ogni 3000 m3 ogni 3000 m ogni 3000 m
3

ogni 3000 m3 ogni 3000 m3 ogni 3000 m3

8.11.3. - CONTROLLI SUL PRODOTTO FINALE Ogni 2000 m2 di materiale steso in opera e compattato, si dovr verificare che le caratteristiche del prodotto finale rispettino i requisiti riportati nel 8.9. Dovranno quindi essere eseguite, con le modalit indicate nei precedenti paragrafi le seguenti prove: x analisi granulometrica; x prova di carico con piastra a doppio ciclo con misura dei moduli di deformazione; x determinazione del grado di addensamento; x misura dello spessore dello strato.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

71

Anche tali controlli dovranno essere pianificati in un PCQ (Piano di Controllo Qualit) e documentati attraverso bollettini che faranno parte del Dossier Qualit dell'Opera. Nella Tabella 8.6 sono sinteticamente riportate le prove da effettuarsi per il controllo degli strati finiti del corpo dei rilevati ferroviari e la relativa frequenza.

Tabella 8.6 Frequenza dei controlli sugli strati finiti del corpo dei rilevati
Controllo Grado di addensamento Moduli di deformazione Md e Md' Analisi granulometrica Misura dello spessore dello strato Modalit di prova CNR B.U. N.22/1972 CNR B.U. N.146/1972 UNI EN 933-1 Frequenza dei controlli ogni 2000 m2 ogni 2000 m2 ogni 2000 m2 ogni 2000 m2

Il controllo del grado di costipamento mediante misure di massa volumica in sito pu essere effettuato soltanto se, come previsto dalla norma CNR B.U. n.69/78, la frazione di materiale trattenuta al setaccio da 20 mm UNI EN 932-2 non supera il 35% della massa totale. In questo caso il controllo pu essere effettuato previa correzione del peso di volume del secco in sito, per tenere conto della presenza di elementi lapidei di dimensioni maggiori di 20 mm determinando la massa volumica in sito tramite la relazione: J d ,sito Pd : V: P'd : V' = Js : Pd  P'd V  V' massa totale dopo essiccazione del materiale prelevato; volume totale occupato in sito dal materiale prelevato; massa del secco della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm; P'd / Js : volume della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm; massa volumica apparente della frazione trattenuta al setaccio UNI EN 20 mm.

La Direzione Lavori potr disporre, in alternativa, o anche ad integrazione delle misure di modulo di deformazione, l'effettuazione del controllo della portanza degli strati finiti mediante misure di deflessione, operando con mezzi ad elevato rendimento come il Falling Weight Deflectometer (ASTM D4694/96) che consente la determinazione del modulo elastico equivalente "E". Le soglie da raggiungere debbono essere determinate, preliminarmente, sulla base delle correlazioni stabilite in campo prova tra il modulo "E" e il modulo di deformazione Md , tenuto conto del materiale in esame e del valore del modulo "E" stesso previsto nel progetto della sovrastruttura. Le misure di deflessione risultano, generalmente, assai pi rapide dalle misure di modulo di deformazione e, pertanto, possono essere convenientemente predisposte per ottenere una rappresentazione della variazione della portanza sull'intera estensione dello strato esaminato, sia in senso longitudinale, sia in senso trasversale, se ci ritenuto necessario. Queste determinazioni possono inoltre rappresentare la base per la scelta dei punti in cui effettuare misure del modulo di deformazione Md se occorre determinare la distribuzione spaziale della portanza degli strati del corpo del rilevato realizzati, finalizzata al sezionamento del rilevato in tronchi omogenei di portanza.

72

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

8.A. APPENDICE

8.A.1. ALTRE OPERE DA REALIZZARE CON MATERIALI PROVENIENTI DALLE DEMOLIZIONI EDILIZIE L'utilizzo dei materiali provenienti dalle demolizioni edilizie consentito:
  

nella costruzione del corpo dei rilevati stradali delle strade di pertinenza FS e delle strade da consegnare a Enti Terzi, qualora l'Ente gestore ne condivida l'utilizzo; nella realizzazione dello strato di bonifica dei rilevati stradali e ferroviari; nella realizzazione di opere in terra, quali dune, colline artificiali, ritombamenti, sistemazioni ambientali, ecc.

con le delimitazioni riportate in seguito: tutte le opere realizzate con questi materiali dovranno essere protette dalle infiltrazioni di acque meteoriche, di risalita capillare, allagamenti, ecc. Ciascun materiale dovr essere posto in opera in quantitativi non inferiori a 10000 m3 e in modo tale da mantenere unomogeneit in senso orizzontale. Non sono ammesse alternanze di materiali diversi.

8.A.2. BONIFICA DEL TERRENO DI SEDIME Il trattamento dello strato di bonifica verr realizzato solo nei casi nei quali, sulla base di un'analisi geotecnica del problema, se ne dimostri la necessit. Qualora si rendesse necessaria la realizzazione di tale strato indispensabile definire, sempre mediante un'analisi geotecnica, le dimensioni dell'intervento (spessore e estensione). Salvo diverse indicazioni della Direzione Lavori, l'idoneit dei materiali riciclati da impiegare per la realizzazione di strati di bonifica dei piani di posa dei rilevati, comunque situati a distanza superiore a 2,00 m dal piano di posa dello strato di sub-ballast, dovr essere valutata sulla base dei requisiti indicati nel 8.8. e nel 8.9.

8.A.3. VERIFICHE DI STABILIT Per quanto riguarda le verifiche di stabilit globale di cui al D.M. 11/03/88, i parametri di resistenza al taglio dei materiali, che costituiscono le opere in materiale riciclato, da utilizzare nelle verifiche, non devono superare i valori risultanti dalle eventuali prove di laboratorio eseguite sui campioni addensati con energia AASHO Modificata ovvero da altri test sperimentali accettati dalla Direzione Lavori.

8.A.4. CAMPO PROVA Il campo prova dovr essere predisposto quando, entro un tratto di linea di 5 km, l'impiego dei materiali riciclati per la realizzazione degli strati del corpo dei rilevati supera complessivamente il volume di 30000 m3. Il campo prova deve essere controllato mediante la determinazione del modulo di deformazione Md con piastra da 30 cm (CNR B.U. n.146/92); le misure devono essere effettuate, per ogni strato, in almeno 5 punti appartenenti a una porzione di rilevato omogenea sia per quanto attiene alle miscele impiegate sia per le modalit di compattazione. Dovranno inoltre essere misurati i valori dell'indice di portanza C.B.R. in sito (ASTM D4429/04), della massa volumica (CNR B.U. n.22/72), del contenuto di acqua (CNR UNI 10008/63) nelle porzioni di terreno in vicinanza dei punti di misura del modulo di deformazione, nonch gli spessori degli strati finiti. Dovranno inoltre essere effettuate prove granulometriche su campioni di materiale gi costipato per un confronto con le granulometria effettuate sugli stessi materiali prima della messa in opera.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

73

Il progetto del campo prova, definito nel dettaglio, dovr essere presentato dall'Impresa e approvato dalla Direzione Lavori. I risultati ottenuti con il campo prova, dovranno soddisfare i requisiti richiesti al 8.8, 8.9, 8.10, qualora questi non venissero raggiunti, dovranno essere modificati i metodi di compattazione, fino al raggiungimento degli stessi e/o escluso l'impiego del materiale sperimentato. Le prove con piastra a doppio ciclo di carico (CNR B.U. n.146/92) consentiranno la determinazione del rapporto Md'/Md tra i moduli di deformazione al secondo ed al primo ciclo di carico. Il valore di tale rapporto potr costituire un elemento di giudizio, da parte della Direzione Lavori, circa la qualit del costipamento ottenuto. A titolo orientativo e salvo diverse indicazioni della Direzione Lavori, per quanto attiene alle modalit operative che dovranno essere dettagliate nel Progetto presentato dall'Impresa per l'approvazione alla Direzione Lavori, si segnala che:
x x x

l'area prescelta per la prova in vera grandezza deve essere perfettamente livellata, compattata e tale da presentare caratteristiche di deformabilit analoghe a quelle dei materiali in esame; la larghezza della stesa di prova deve risultare almeno pari a tre volte quella del rullo; i materiali vanno stesi in strati di spessore costante (o variabile qualora si voglia individuare lo spessore ottimale), provvedendo a compattarli con regolarit ed uniformit e simulando, durante tutte le fasi di lavoro, le modalit esecutive che poi saranno osservate nel corso dei lavori; per ciascun tipo di materiale e per ogni modalit esecutiva, occorre mettere in opera almeno 2 o 3 strati successivi; per ciascuno di essi vanno eseguite prove di controllo dopo successive passate (ad esempio, dopo 4, 6, 8, passate).

L'onere economico della sperimentazione in campo prove compreso nel prezzo d'appalto e, quindi, cade a carico dell'Impresa. Il sito della prova pu essere compreso nell'area d'ingombro del corpo del rilevato ferroviario: in questo caso dopo la sperimentazione fatto obbligo all'Impresa di demolire le sole parti del manufatto non accettabili rispetto alle prestazioni ad esse richieste nella configurazione finale. La sperimentazione va completata prima di avviare l'esecuzione dei rilevati, per essere di conferma e di riferimento al programma dettagliato dei movimenti di materia e alle modalit delle lavorazioni; in ogni caso, se applicata a materiali diversi deve precedere, per ciascuno di essi, l'inizio del relativo impiego nell'opera. Analogamente la sperimentazione va ripetuta in caso di variazione del parco macchine o delle modalit esecutive. Nei casi in cui la Direzione Lavori disponga l'effettuazione di controlli in corso d'opera attraverso determinazioni ad alto rendimento come quelle che utilizzano il Falling Weight Deflectometer (ASTM D4694/96) che consentono la determinazione del modulo elastico equivalente "E", le indagini preliminari su campo prova sono finalizzate anche a stabilire le necessarie correlazioni tra i valori del grado di addensamento (CNR B.U. n.69/78 e CNR B.U. n.22/72) e/o dei moduli di deformazione Md e Md' (CNR B.U. n.146/92) e quelli dei moduli elastici equivalenti "E" determinati tramite il Falling Weight Deflectometer (ASTM D4694/96). I risultati delle prove vanno riportati in apposito Verbale redatto dalla Direzione Lavori, che ne trae le conclusioni sull'accettazione dei materiali sperimentati, delle macchine operatrici e sulle modalit di posa in opera.

8.A.5. ELABORATI GRAFICI PROGETTUALI


Profilo longitudinale Scala: 1:500/1/5000 Contenuto: oltre a tutti i dati della tavola profilo longitudinale dovranno essere indicate le fasce di utilizzo del materiale riciclato, definite con la progressiva chilometrica di inizio e di fine.

74

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

Sezioni tipo Scala: 1:50 Contenuto: oltre a tutti i dati della tavola sezioni tipo dovranno essere indicate le quote di riferimento per la definizione della fascia di utilizzo dei materiali nonch le indicazioni dei materiali stessi. Relazione tecnica Contenuto: dovranno essere indicati tutti i dati relativi all'approvvigionamento dei materiali; dovranno essere riportate le caratteristiche dei materiali determinate sulla base dei risultati delle prove di laboratorio (i cui certificati saranno allegati alla relazione stessa); inoltre, dovranno essere riportate le verifiche di stabilit globale di cui al D.M. 11/03/88. Piano di monitoraggio in corso d'opera Contenuto: verranno riportate le necessarie indicazioni sull'eventuale sistema di monitoraggio, sul tipo e sulle modalit di installazione delle strumentazioni per monitoraggi in corso d'opera e per l'esercizio. Dovranno essere indicati tutti i dati relativi alle tipologie e frequenze dei controlli, l'architettura del sistema di monitoraggio, il tipo di trasmissione dati, la sua configurazione, ecc.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

75

9. COSTRUZIONE DEI SOTTOFONDI FERROVIARI


Non consentito l'impiego di aggregati riciclati per la costruzione di strati di sottofondo in ambito ferroviario. Tali sono gli strati di spessore pari a 2,00m immediatamente sottostanti il piano di posa del ballast o del sub-ballast se presente.

76

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

10. FORMAZIONE DEI RIEMPIMENTI


Con la generica denominazione di riempimenti si individuano diverse tipologie di lavorazioni che riguardano: sistemazioni di tratti di rilevato rimasti in sospeso, rinterro di cavi praticati nel corpo stradale per diversi scopi (come ad esempio la posa di sottoservizi), riempimenti a ridosso di opere di sostegno, ripristino di cavi di fondazioni intorno a strutture murarie. Ognuna di queste lavorazioni dovr essere effettuata utilizzando specifiche tipologie di aggregati abbinate ad adeguate tecniche e macchinari per la loro posa in opera. Gli aggregati riciclati utilizzati per la formazione di riempimenti dovranno appartenere prevalentemente alle tipologie 7.1., 7.2., 7.11. e 7.17. del D.M. 05/02/98, n.72. Non sono ammessi materiali contenenti amianto e/o sostanze pericolose e nocive o con significativi contenuti di gesso. Pertanto, tali materiali debbono essere sottoposti ai test di cessione sul rifiuto come riportato nell'Allegato 3 del citato D.M. del 05/02/98, o a test equivalente di riconosciuta valenza europea (UNI 10802/2002). Il contenuto totale di solfati e solfuri (Norma UNI EN 1744-1) deve essere d1 %. Se il materiale viene posto in opera a contatto con strutture in cemento armato, tale valore deve essere d0,5 %.

10.1. SISTEMAZIONE DI TRATTI DI RILEVATO RIMASTI IN SOSPESO

Nella formazione di tratti di rilevato rimasti in sospeso per la presenza di tombini, canali, cavi, ecc., si deve garantire la continuit con la parte gi realizzata, impiegando materiali dello stesso tipo e modalit di posa in opera atte a garantire gradi di compattazione identici. Pertanto, in funzione della quota rispetto al piano di posa della sovrastruttura, i requisiti dei materiali impiegati e le caratteristiche prestazionali degli strati finiti dovranno rispettare quanto riportato ai precedenti 4 per gli strati del corpo stradale e 5 per gli strati di sottofondo. A ridosso delle murature delle opere d'arte, qualora in relazione alle caratteristiche dei materiali ed anche in aggiunta alle previsioni progettuali se ne ravvisi la necessit, la Direzione Lavori ha facolt di ordinare l'impiego di materiali stabilizzati a cemento. L'aggregato riciclato stabilizzato con cemento dovr possedere le caratteristiche richieste per la formazione di strati di misto cementato ( 7.2.) soggetti a traffico leggero (L). La porzione di rilevato realizzata con aggregati riciclati stabilizzati con cemento deve interessare una zona la cui sezione, lungo l'asse stradale, sia a forma trapezia, avente la base inferiore di 2,00 m, quella superiore pari a 2,00 m + 3/2h e l'altezza h coincidente con quella del rilevato. La miscela deve essere compattata fino ad ottenere almeno il 95% della massa volumica massima del secco, determinata con la prova di addensamento AASHO Modificata (CNR B.U. n. 69/78), procedendo per strati di spessore non superiore a 30 cm. Salvo maggiori e pi restrittive verifiche motivate dalla Direzione Lavori, il controllo qualitativo dei materiali impiegati e degli strati realizzati per la sistemazione dei tratti di rilevato rimasti in sospeso deve essere effettuato almeno ogni 500 m3 o frazione di materiale posto in opera.

10.2. RINTERRO DI CAVI PRATICATI NEL CORPO STRADALE

Il rinterro di cavi praticati nel corpo stradale per diversi scopi (ad esempio per la posa di sottoservizi) presenta problemi specifici. In particolare la compattazione frequentemente difficoltosa a causa della ristrettezza degli spazi e della delicatezza dei sottoservizi interessati. Questa circostanza tuttavia non deve giustificare la rinuncia al raggiungimento delle portanze prescritte per il tipo di strato considerato e per il livello di traffico attribuibile all'infrastruttura. Per questi motivi occorre che gli aggregati riciclati da impiegare siano particolarmente selezionati ed in

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

77

grado di rispondere efficacemente al costipamento per vibrazione. Gli aggregati riciclati da impiegare per i riempimenti di cavi praticati sia nel corpo stradale fino alla quota del piano di posa delle sovrastrutture, sia nello strato di fondazione delle stesse, dovranno rispondere ai requisiti previsti per i materiali utilizzati per la formazione di strati di fondazione stradale di cui al 6.2. I piani finiti, compattati procedendo per strati di spessore modesto rapportato all'efficacia dei mezzi costipanti impiegabili e comunque non superiori a 25 cm, dovranno possedere i requisiti prestazionali richiesti ai corrispondenti strati (corpo del rilevato 4.10., sottofondo 5.10., fondazione 6.6.) e per i rispettivi livelli di traffico. La Direzione Lavori ha facolt di ordinare l'impiego di misti cementati per l'effettuazione del rinterro di cavi praticati nel corpo stradale, sia per tutta l'altezza del cavo, sia limitatamente all'ultimo strato che costituisce il piano di posa degli strati in conglomerato bituminoso. In questo caso le caratteristiche dei materiali da impiegare ed i requisiti prestazionali degli strati finiti dovranno rispondere, per il corrispondente livello di traffico attribuibile alla strada, a quanto previsto nel 7. relativo alla formazione di strati in misto cementato realizzati con aggregati riciclati. Le miscele di aggregati riciclati trasportate sul cantiere mediante autocarri o mezzi simili, non dovranno essere scaricate direttamente a ridosso dei cavi o al loro interno, ma depositate in loro vicinanza e successivamente poste in opera a strati per essere compattati con mezzi adatti. Salvo maggiori e pi restrittive verifiche motivate dalla Direzione Lavori, il controllo qualitativo dei materiali impiegati e degli strati di riempimento di cavi deve essere effettuato almeno ogni 100 m3 o frazione di materiale posto in opera.

10.3. RIEMPIMENTI A RIDOSSO DI OPERE DI SOSTEGNO

10.3.1 RIEMPIMENTI SOGGETTI A CARICHI DA TRAFFICO VEICOLARE Il riempimento a ridosso delle opere di sostegno e dei manufatti murari spesso difficoltoso per l'impossibilit di poter operare il costipamento con mezzi ad elevata efficacia. Il riempimento non potr comunque essere effettuato fino a quando i manufatti murari non abbiano raggiunto i prescritti valori di resistenza. I mezzi da impiegare per la formazione del riempimento dovranno essere proposti dall'Impresa e approvati dalla Direzione Lavori anche in relazione all'importanza dell'opera ed allo specifico tipo di lavorazione da eseguire. I materiali riciclati da impiegare dovranno essere particolarmente selezionati per garantire sufficienti livelli di stabilit oltre ai requisiti granulometrici e funzionali previsti dal Progetto. In ogni caso l'aggregato utilizzato dovr essere costituito da elementi granulari con granulometria compresa tra 2 e 50 mm, passante al setaccio da 2 mm non superiore al 15% in massa e, comunque, un passante al setaccio 0.063 mm non superiore al 3%. Il coefficiente di abrasione Los Angeles, valutato secondo la Norma UNI EN 1097-2, dovr essere inferiore a 35 (salvo diverse e pi restrittive prescrizioni motivate dalla Direzione Lavori in relazione alla quota degli strati di riempimento rispetto al piano viabile), in modo da garantire che i prescritti requisiti granulometrici delle miscele permangano anche dopo la messa in opera e le azioni del traffico. I materiali dovranno risultare del tutto esenti da componenti instabili (gelive, tenere, solubili, etc.) e da parti vegetali oltre a rispettare i requisiti previsti nella seguente Tabella 10.1. Ai fini del loro impiego l'Impresa tenuta a predisporre, almeno ogni 100 m3 o frazione di materiale posto in opera, la qualificazione dello stesso tramite certificazione rilasciata da un Laboratorio specializzato.

78

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

Tabella 10.1 Requisiti di composizione dei materiali granulari riciclati per riempimenti a ridosso di opere di sostegno soggetti a carichi da traffico veicolare
Componenti Contenuto di materiali litici di qualunque provenienza, pietrisco tolto d'opera, calcestruzzi, laterizi, refrattari, prodotti ceramici, malte idrauliche ed aeree, intonaci Contenuto di vetro e scorie vetrose Contenuto di conglomerati bituminosi Contenuto di altri rifiuti minerali dei quali sia ammesso il recupero in sottofondi e fondazioni stradali ai sensi della legislazione vigente Contenuto di materiali deperibili: carta, legno, fibre tessili, cellulosa, residui alimentari, sostanze organiche eccetto bitume; Materiali plastici cavi: corrugati, tubi o parti di bottiglie di materia plastica, ecc. Contenuto di altri materiali: metalli, guaine, gomme, lana di roccia o di vetro, gesso, ecc. Parametri Perdita per abrasione "Los Angeles" Passante al setaccio 50 mm Passante al setaccio 2 mm Passante al setaccio 0,063 mm Indice di plasticit Modalit di prova UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A Limiti > 90% in massa < 5% in massa < 5% in massa 5% in massa per ciascuna tipologia

UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A Modalit di prova UNI EN 1097-2 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 CNR UNI 10014

0,1% in massa

0,4% in massa Limiti < 35% 100% in massa 15% in massa 3% in massa N.P.

Le miscele di aggregati riciclati trasportate sul cantiere mediante autocarri o mezzi simili, non dovranno essere scaricate direttamente a ridosso dei cavi o al loro interno, ma depositate in loro vicinanza e successivamente poste in opera a strati per essere compattati con mezzi adatti. I piani finiti, compattati procedendo per strati di spessore modesto e rapportato all'efficacia dei mezzi impiegabili (e comunque non superiore a 25 cm), dovranno possedere i requisiti dei corrispondenti strati (corpo del rilevato 4.10., sottofondo 5.10., fondazione 6.6.) e dei rispettivi livelli di traffico. La Direzione Lavori ha facolt di ordinare la stabilizzazione a cemento degli aggregati riciclati da utilizzare per la formazione del riempimento, sia per tutta l'altezza del cavo, sia limitatamente all'ultimo strato che costituisce il piano di posa della sovrastruttura. Il cemento utilizzato per la stabilizzazione sar del tipo previsto al 7.2. per la formazione di misti cementati, e dovr essere aggiunto alla miscela di aggregati in ragione di 2550 kg/m3 di materiale compattato; l'esatto quantitativo, entro i suddetti limiti, dovr essere determinato sperimentalmente dall'Impresa e sottoposto all'approvazione della Direzione Lavori. La miscela posta in opera dovr presentare un grado di compattazione non inferiore al 95% della massa volumica massima del secco, determinata in laboratorio con la prova AASHO Modificata (CNR B.U. n. 69/78). Salvo maggiori e pi restrittive verifiche motivate dalla Direzione Lavori, il controllo qualitativo degli strati di riempimento a ridosso delle opere di sostegno deve essere effettuato almeno ogni 100 m3 o frazione di materiale posto in opera.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

79

10.3.2 RIEMPIMENTI NON SOGGETTI A CARICHI DA TRAFFICO VEICOLARE Il riempimento a ridosso delle opere di sostegno e dei manufatti murari spesso difficoltoso per l'impossibilit di poter operare il costipamento con mezzi ad elevata efficacia. Il riempimento non potr comunque essere effettuato fino a quando i manufatti non abbiano raggiunto i prescritti valori di resistenza. I mezzi da impiegare per la formazione del riempimento dovranno essere proposti dall'Impresa e approvati dalla Direzione Lavori anche in relazione all'importanza dell'opera ed allo specifico tipo di lavorazione da eseguire. I materiali riciclati da impiegare dovranno essere particolarmente selezionati per garantire sufficienti livelli di stabilit oltre ai requisiti granulometrici e funzionali previsti dal Progetto. In ogni caso l'aggregato utilizzato dovr essere costituito da elementi granulari con granulometria compresa tra 2 e 50 mm, passante al setaccio da 2 mm non superiore al 15% in massa e, comunque, un passante al setaccio 0.063 mm non superiore al 3%. Il coefficiente di abrasione Los Angeles, valutato secondo la Norma UNI EN 1097-2, dovr essere inferiore a 40 (salvo diverse e pi restrittive prescrizioni motivate dalla Direzione Lavori in relazione alla quota degli strati di riempimento rispetto al piano viabile), in modo da garantire che i prescritti requisiti granulometrici delle miscele permangano anche dopo la messa in opera. I materiali dovranno risultare del tutto esenti da componenti instabili (gelive, tenere, solubili, etc.) e da parti vegetali oltre a rispettare i requisiti di composizione previsti alla Tabella 10.2. Ai fini del loro impiego l'Impresa tenuta a predisporre, almeno ogni 500 m3 o frazione di materiale posto in opera, la qualificazione dello stesso tramite certificazione rilasciata da un Laboratorio specializzato.
Tabella 10.2 Requisiti di composizione dei materiali granulari riciclati per riempimenti a ridosso di opere di sostegno non soggetti a carichi da traffico veicolare
Componenti Contenuto di materiali litici di qualunque provenienza, pietrisco tolto d'opera, calcestruzzi, laterizi, refrattari, prodotti ceramici, malte idrauliche ed aeree, intonaci Contenuto di vetro e scorie vetrose Contenuto di conglomerati bituminosi Contenuto di altri rifiuti minerali dei quali sia ammesso il recupero in sottofondi e fondazioni stradali ai sensi della legislazione vigente Contenuto di materiali deperibili: carta, legno, fibre tessili, cellulosa, residui alimentari, sostanze organiche eccetto bitume; Materiali plastici cavi: corrugati, tubi o parti di bottiglie di materia plastica, ecc. Contenuto di altri materiali: metalli, guaine, gomme, lana di roccia o di vetro, gesso, ecc. Parametri Perdita per abrasione "Los Angeles" Passante al setaccio 50 mm Passante al setaccio 2 mm Passante al setaccio 0,063 mm Indice di plasticit Modalit di prova UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A Limiti > 80% in massa < 10% in massa < 15% in massa < 15% in totale e < 5% per ciascuna tipologia

UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A Modalit di prova UNI EN 1097-2 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 CNR UNI 10014

0,1% in massa

0,4% in massa Limiti < 40% 100% in massa 15% in massa 3% in massa 6

80

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

Le miscele di aggregati riciclati trasportate sul cantiere mediante autocarri o mezzi simili, non dovranno essere scaricate direttamente a ridosso dei cavi o al loro interno, ma depositate in loro vicinanza e successivamente poste in opera a strati per essere compattati con mezzi adatti. I piani finiti dovranno essere compattati procedendo per strati di spessore modesto e rapportato all'efficacia dei mezzi impiegabili (e comunque non superiori a 30 cm). La miscela posta in opera dovr presentare un grado di compattazione non inferiore al 90% della massa volumica massima del secco, ottenuta in laboratorio con energia AASHO Modificata (CNR B.U. n. 69/78). Salvo maggiori e pi restrittive verifiche motivate dalla Direzione Lavori, il controllo qualitativo degli strati di riempimento a ridosso delle opere di sostegno deve essere effettuato mediante analisi granulometriche da eseguirsi in ragione di almeno n. 1 prova ogni 500 m3 o frazione di materiale posto in opera.

10.4. - RIPRISTINO DI CAVI DI FONDAZIONI A RIDOSSO DI STRUTTURE MURARIE NON SOGGETTI A TRAFFICO VEICOLARE

Il riempimento cavi di fondazione a ridosso di strutture murarie pu presentare difficolt connesse all'impossibilit di poter operare il costipamento con mezzi adeguatamente efficaci. Il riempimento non potr comunque essere effettuato fino a quando i manufatti non abbiano raggiunto i prescritti valori di resistenza ed i mezzi da impiegare per la formazione del riempimento dovranno essere proposti dall'Impresa e approvati dalla Direzione Lavori anche in relazione all'importanza dell'opera ed allo specifico tipo di lavorazione da eseguire. I materiali riciclati da impiegare dovranno essere selezionati per garantire adeguati livelli di stabilit oltre ai requisiti granulometrici e funzionali previsti dal Progetto. In ogni caso l'aggregato utilizzato dovr essere costituito da elementi granulari con granulometria compresa tra 2 e 50 mm, passante al setaccio da 2 mm non superiore al 15% in massa e, comunque, un passante al setaccio 0.063 mm non superiore al 3%. I materiali dovranno risultare del tutto esenti da componenti instabili (gelive, tenere, solubili, etc.) e da parti vegetali oltre a rispettare i requisiti previsti nella seguente Tabella 10.3. Ai fini del loro impiego l'Impresa tenuta a predisporre, per ogni lotto di materiale impiegato, la qualificazione dello stesso tramite certificazione rilasciata da un Laboratorio specializzato.

Tabella 10.3 Requisiti di composizione dei materiali granulari riciclati per riempimenti di cavi di fondazione a ridosso di strutture murarie non soggetti traffico veicolare
Componenti Contenuto di materiali litici di qualunque provenienza, pietrisco tolto d'opera, calcestruzzi, laterizi, refrattari, prodotti ceramici, malte idrauliche ed aeree, intonaci Contenuto di vetro e scorie vetrose Contenuto di conglomerati bituminosi Contenuto di altri rifiuti minerali dei quali sia ammesso il recupero in sottofondi e fondazioni stradali ai sensi della legislazione vigente Contenuto di materiali deperibili: carta, legno, fibre tessili, cellulosa, residui alimentari, sostanze organiche eccetto bitume; Modalit di prova UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A UNI EN 13285 Appendice A Limiti > 80% in massa < 10% in massa < 15% in massa < 15% in totale e < 5% per ciascuna tipologia 0,1% in massa

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006


Materiali plastici cavi: corrugati, tubi o parti di bottiglie di materia plastica, ecc. Contenuto di altri materiali: metalli, guaine, gomme, lana di roccia o di vetro, gesso, ecc. Parametri Perdita per abrasione "Los Angeles" Passante al setaccio 50 mm Passante al setaccio 2 mm Passante al setaccio 0,063 mm Indice di plasticit UNI EN 13285 Appendice A Modalit di prova UNI EN 1097-2 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 UNI EN 933-1 CNR UNI 10014 < 40% 100% in massa 15% in massa 3% in massa 6 0,4% in massa Limiti

81

Le miscele di aggregati riciclati trasportate sul cantiere mediante autocarri o mezzi simili, non dovranno essere scaricate direttamente a ridosso dei cavi o al loro interno, ma depositate in loro vicinanza e successivamente poste in opera a strati per essere compattati con mezzi adatti. I piani finiti dovranno essere compattati procedendo per strati di spessore modesto e rapportato all'efficacia dei mezzi impiegabili (e comunque non superiori a 30 cm). La miscela posta in opera dovr presentare un grado di compattazione non inferiore al 90% della massa volumica massima del secco, determinata in laboratorio con la prova AASHO Modificata (CNR B.U. n. 69/78). Salvo maggiori e pi restrittive verifiche motivate dalla Direzione Lavori, il controllo qualitativo degli strati di riempimento di cavi di fondazione a ridosso di strutture murarie deve essere effettuato mediante analisi granulometriche da eseguirsi in ragione di almeno n. 1 prova ogni 500 m3 o frazione di materiale posto in opera.

82

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

11. BONIFICHE DEI PIANI DI POSA


Come indicato nei precedenti capitoli, le bonifiche consistono in quelle opere destinate a realizzare un piano di posa dei rilevati o delle sovrastrutture, di adeguata capacit portante oltre che a minimizzare i cedimenti, sia assoluti, sia differenziali del corpo stradale, conseguenti alla compressibilit del terreno di sedime. Quando la natura e lo stato dei terreni di impianto non consentono di raggiungere con il solo costipamento i valori di capacit portante previsti per la specifica categoria di opera, pu essere introdotto nel programma dettagliato delle lavorazioni l'approfondimento degli scavi per la sostituzione di un opportuno spessore del materiale esistente con idonei materiali di apporto. L'opportunit di realizzare questo tipo di lavorazione sar valutata sulla base di un'analisi geotecnica del problema che ne dimostri la necessit. Qualora si rendesse necessaria la realizzazione di tale strato indispensabile definire, sempre mediante unanalisi geotecnica, le caratteristiche dimensionali dell'intervento (spessore ed estensione). Le operazioni connesse alla realizzazione della bonifica consistono nella sostituzione, sino alla profondit prevista dal Progetto, del terreno naturale con opportuno materiale granulare sul cui piano di posa viene generalmente predisposto uno strato di geosintetico con funzioni di rinforzo, separazione e filtrazione, dotato di adeguate caratteristiche di resistenza e allungamento a rottura. Le caratteristiche geometriche di tali opere sono indicate negli elaborati di Progetto, ma resta inteso che l'Impresa dovr sottoporre alla preventiva approvazione della Direzione Lavori un programma di dettaglio nel quale vengano indicate la natura e le propriet fisico-meccaniche dei materiali che intende impiegare, le modalit esecutive e le sequenze cronologiche degli interventi. A tale scopo l'Impresa eseguir o far eseguire a sua cura e spese una sistematica campagna di indagini, a conforto di quelle eseguite in sede di Progetto, atte a verificare le caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni in sito previste nel Progetto stesso e dei materiali che intende impiegare. Nella esecuzione degli scavi necessari per le opere di bonifica, l'Impresa dovr procedere in modo che i bordi siano diligentemente profilati, restando essa totalmente responsabile di eventuali danni alle persone o alle opere, oltre che obbligata a provvedere a sua cura e spese alla rimozione delle materie eventualmente franate.

11.1. BONIFICHE DEI PIANI DI POSA DEI RILEVATI STRADALI

11.1.1 - AGGREGATI L'idoneit dei materiali riciclati da impiegare per la realizzazione di strati di bonifica dei piani di appoggio dei rilevati, situati a distanza superiore a 1,00 m dal piano di posa della pavimentazione, sar valutata sulla base dei requisiti indicati al 4 per i materiali da impiegare nella formazione dei rilevati.

11.1.2 - REQUISITI PRESTAZIONALI Salvo diverse e pi restrittive prescrizioni della Direzione Lavori i requisiti prestazionali sono quelli indicati al precedente 4.5.3. Tali caratteristiche devono essere accertate in condizioni di umidit rappresentative delle situazioni climatiche e idrogeologiche pi sfavorevoli, di lungo termine, con la frequenza stabilita dalla Direzione Lavori in relazione all'importanza dell'opera, all'omogeneit del terreno di posa e, comunque, in misura non inferiore ad una prova ogni 5000 m2 o frazione. Per i materiali a comportamento "instabile" (collassabili, espansivi, gelivi, etc.) la determinazione del modulo di deformazione deve essere effettuata in condizioni di saturazione del materiale interessato.

Supplemento al Bollettino Ufciale della Regione Toscana n. 22 del 31.5.2006

83

11.2. BONIFICHE DEI SOTTOFONDI STRADALI

11.2.1 - AGGREGATI Nei casi in cui la sede stradale sia in trincea o pressoch a piano di campagna e la natura e lo stato dei terreni naturali di impianto non consentono di raggiungere con il solo costipamento i valori di portanza richiesti per i sottofondi ( 5.10.2), si rende necessario un intervento di bonifica consistente nella sostituzione di un opportuno spessore del terreno esistente con idonei materiali di apporto. L'idoneit dei materiali riciclati da impiegare per la realizzazione di questi strati di bonifica dovr essere valutata sulla base dei seguenti requisiti:

nei casi in cui gli strati di bonifica si trovino a distanza superiore a 1,00 m dal piano di posa della sovrastruttura i materiali dovranno essere conformi a quanto previsto nel precedente 4. relativo ai materiali da impiegare nella formazione del corpo dei rilevati; nei casi in cui gli strati di bonifica si trovino a distanza inferiore a 1,00 m dal piano di posa della sovrastruttura i materiali dovranno essere conformi a quanto previsto nel 5. relativo ai materiali da impiegare per la formazione degli strati di sottofondo.

11.2.2. - REQUISITI PRESTAZIONALI Salvo diverse e pi restrittive prescrizioni della Direzione Lavori i requisiti prestazionali sono quelli indicati al precedente 5.10.2. Tali caratteristiche devono essere accertate in condizioni di umidit rappresentative delle situazioni climatiche e idrogeologiche pi sfavorevoli, di lungo termine, con la frequenza stabilita dalla Direzione Lavori in relazione all'importanza dell'opera, all'omogeneit del terreno di posa e, comunque, in misura non inferiore ad una prova ogni 3000 m2 o frazione. Per i materiali a comportamento "instabile" (collassabili, espansivi, gelivi, etc.) la determinazione del modulo di deformazione deve essere effettuata in condizioni di saturazione del materiale interessato.

11.3. BONIFICHE DEI PIANI DI POSA DEI RILEVATI FERROVIARI

11.3.1 AGGREGATI L'idoneit dei materiali riciclati da impiegare per la realizzazione di strati di bonifica dei piani di posa dei rilevati, comunque situati a profondit superiore a 2,00 m dal piano di posa dello strato di ballast o di sub-ballast se presente, dovr essere valutata sulla base dei requisiti previsti nel 8. per i materiali da impiegare per la formazione del corpo dei rilevati ferroviari.

11.3.2. - REQUISITI PRESTAZIONALI Salvo diverse e pi restrittive prescrizioni della Direzione Lavori i requisiti prestazionali sono quelli indicati al precedente 8.9.2. Le caratteristiche di portanza del piano di posa bonificato del rilevato devono essere accertate in condizioni di umidit rappresentative delle situazioni climatiche e idrogeologiche pi sfavorevoli, di lungo termine, con la frequenza stabilita dalla Direzione Lavori in relazione all'importanza dell'opera, all'omogeneit del terreno di posa e, comunque, in misura non inferiore ad una prova ogni 2000 m2 o frazione. Per i materiali a comportamento "instabile" (collassabili, espansivi, gelivi, etc.) la determinazione del modulo di deformazione viene effettuata in condizioni sature. __________________________

Potrebbero piacerti anche