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Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti

Dipartimento della Protezione Civile

Universit degli Studi della Basilicata, Dip. di Strutture, Geotecnica, Geologia applicata allIngegneria

INGV/GNDT- GRUPPO NAZIONALE PER LA DIFESA DAI TERREMOTI


Programma quadro 2000-2002 TEMA 1 - Valutazione del rischio sismico del patrimonio abitativo a scala nazionale

Progetto: SAVE - Strumenti Aggiornati per la Vulnerabilit sismica del patrimonio Edilizio e dei sistemi urbani
Task 2 INVENTARIO E VULNERABILIT DEGLI EDIFICI PUBBLICI E STRATEGICI DELLITALIA CENTRO-MERIDIONALE

VALIDAZIONE SU PROVE SPERIMENTALI DELLA PROCEDURA VC PER LE VALUTAZIONI DI VULNERABILIT E RISCHIO SISMICO DI SINGOLI EDIFICI IN C.A.

DIPARTIMENTO DI STRUTTURE, GEOTECNICA, GEOLOGIA APPLICATA ALLINGEGNERIA

ATTI DI DIPARTIMENTO VOL. N. 5 ANNO 2005

VALIDAZIONE SU PROVE SPERIMENTALI DELLA PROCEDURA VC PER LE VALUTAZIONI DI VULNERABILIT E RISCHIO SISMICO DI SINGOLI EDIFICI IN C.A. M. DOLCE, C. MORONI, D. CARDONE Dipartimento di Strutture, Geotecnica, Geologia applicata allingegneria, Universit degli Studi della Basilicata, Potenza.

VALIDAZIONE SU PROVE SPERIMENTALI DELLA PROCEDURA VC PER LE VALUTAZIONI DI VULNERABILIT E RISCHIO SISMICO DI SINGOLI EDIFICI IN C.A. Mauro Dolce, Claudio Moroni, Donatello Cardone Dipartimento di Strutture, Geotecnica, Geologia applicata allingegneria, Universit degli Studi della Basilicata, Potenza. SOMMARIO Nel presente rapporto viene descritta lapplicazione della procedura VC, per la valutazione della vulnerabilit e del rischio sismico per edifici in c.a., ad alcuni modelli sperimentali di strutture in c.a. sottoposti a prove dinamiche su tavola vibrante e pseudodinamiche. Il confronto dei risultati ottenuti sperimentalmente con quelli ottenuti con la procedura VC ha permesso di verificare lattendibilit di questultima, sia nella stima dei valori del periodo proprio del modello in condizioni di fessurazione degli elementi in c.a., sia nella individuazione del meccanismo di collasso della struttura e dellaccelerazione a terra che ne determina le condizioni di collasso incipiente. Nei quattro casi presi in esame i risultati numerici differivano da quelli sperimentali di pochi punti percentuali ed il meccanismo di collasso veniva colto con precisione. La procedura VC si , perci, confermata un valido strumento operativo per la determinazione della vulnerabilit di singoli edifici con struttura intelaiata aventi, come spesso nella realt, caratteristiche di scarsa resistenza e duttilit alle azioni orizzontali. Parole chiave: Vulnerabilit sismica, edifici, cemento armato, sperimentazione, tavola vibrante

SUMMARY The procedure VC, for the evaluation of the vulnerability and the seismic risk of reinforced concrete (R/C) buildings, has been tested on some large scale experimental models of R/C structures, which were subjected to shaking table tests and pseudodynamic tests. The experimental results have been compared to those obtained with the VC procedure in order to verify the dependability of this latter, for the estimation of both the fundamental period of the models in the cracked condition of its R/C members and the identification of the collapse mechanism and of the peak ground acceleration producing the incipient collapse conditions. The numerical results differed from the experimental ones by few percent points in all the four considered cases ant the collapse mechanism was precisely identified. The VC procedure has, therefore, confirmed to be a valuable tool for the evaluation of the seismic vulnerability of single buildings with framed structure, having low lateral strength and ductility, as often happens in the real cases. Keywords: Seismic Vulnerability, Buildings, Reinforced Concrete, Experimental Test, Shaking Table

INDICE SOMMARIO........................................................................................................................................3 SUMMARY .........................................................................................................................................3 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. INTRODUZIONE........................................................................................................................5 CONFRONTO FRA PREVISIONI NUMERICHE E RISULTATI SPERIMENTALI .............6 TELAIO PIANO IN C.A. IN SCALA 1:3.3 (Progetto MANSIDE) .........................................11 TELAIO TRIDIMENSIONALE IN C.A. IN SCALA 1:4 (Progetto ECOEST II) ...................18 TELAIO TRIDIMENSIONALE IN C.A. IN SCALA 1:2.5 (Progetto POP-LADIB) ..............26 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE........................................................................................33 RINGRAZIAMENTI .................................................................................................................34 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ............................................................................................35

APPENDICE 1...................................................................................................................................37 APPENDICE 2...................................................................................................................................40 APPENDICE 3...................................................................................................................................43 APPENDICE 4...................................................................................................................................46

1. INTRODUZIONE La messa a punto di metodi di valutazione della vulnerabilit e del rischio sismico di edifici in c.a. che abbiano validit puntuale, ossia che forniscano una stima affidabile sul singolo edificio piuttosto che una stima in senso statistico, richiede unattenta verifica dell attendibilit dei risultati. Ci perch lapplicazione di tali metodi nasce quasi sempre dallesigenza di mettere a confronto le condizioni di rischio sismico di edifici diversi [Dolce et al. 2004] in siti diversi e di poterli ordinare in una classifica di rischio, per la realizzazione di politiche di mitigazione del rischio attraverso lintervento su singoli edifici con caratteristiche particolari, piuttosto che su insiemi di edifici con caratteristiche comuni. Le valutazioni, pertanto, dovranno essere affidabili non semplicemente in senso conservativo, cos com usualmente richiesto per i metodi di analisi per la progettazione e la verifica di sicurezza di una struttura, ma nella stima del valore pi probabile della resistenza sismica della struttura e dellazione che ne pu determinare le condizioni limite. evidente che la verifica di attendibilit di un metodo analitico-numerico trova la sua migliore realizzazione nel confronto con risultati sperimentali ottenuti su modelli che riproducano in maniera quanto pi fedele possibile la realt e lazione cui essi sono soggetti. Nel caso specifico degli edifici in c.a. soggetti ad azioni sismiche, la migliore simulazione della realt ottenibile attraverso lesecuzione di prove dinamiche su tavola vibrante su modelli in grande scala, che riproducano, nel rispetto dei rapporti di scala sulla geometria, sulle masse e sulle resistenze, il comportamento reale di una costruzione. In tempi recenti si venuta affermando una nuova tecnica di prova su modelli, la tecnica pseudodinamica, che permette tipicamente di operare su modelli pi grandi, cos da superare alcuni problemi della riproduzione in scala, applicando le forze sismiche in corrispondenza delle masse principali della struttura, secondo una storia temporale che riproduce in maniera molto fedele la variazione istante per istante delle forze sismiche reali. In [Dolce e Moroni, 2005] illustrato estesamente il metodo VC per la valutazione della vulnerabilit sismica e del rischio sismico del singolo edificio in c.a.. La vulnerabilit riferita a due livelli di danneggiamento, corrispondenti, in termini prestazionali [FEMA, 2000] alla condizione limite di operativit e alla condizione di collasso incipiente. La vulnerabilit, pertanto, viene intesa come stima dellintensit del terremoto per la quale ledificio raggiunge le due condizioni dette. Il rischio riferito alle condizioni di pericolosit sismica del sito in cui sorge la costruzione, tenendo conto anche di eventuali effetti di amplificazione locale, ed espresso in termini di periodo di ritorno del terremoto che produce le due condizioni limite dette.

La metodologia utilizzata basata su di un modello di calcolo semplificato, che permette lanalisi piano per piano, per la determinazione degli spostamenti relativi tra un piano e laltro, ai fini della valutazione delle condizioni di operativit, e della resistenza sismica dellorganismo strutturale, ai fini della valutazione delle condizioni di collasso. Il livello di complessit del modello commisurato al livello di conoscenza della struttura reale, in termini di caratteristiche sia meccaniche dei materiali, che geometriche dei diversi elementi strutturali e dellorganismo strutturale nel suo insieme. Infatti, la conoscenza di una struttura esistente non mai totale, ed il livello di dettaglio commisurato ai tempi e ai costi di esecuzione dei rilievi e delle indagini sperimentali sui materiali e sugli elementi strutturali. La scelta del modello e lintera procedura di analisi nascono dallottimizzazione dellimpegno richiesto, sia in termini di indagini in situ, sia in termini di calcolo, impegno che va commisurato ad unapplicazione su scala relativamente ampia. Infatti il metodo VC stato estesamente applicato, in una prima versione, allindagine su edifici scolastici descritta in [Dolce et al. 2004], mostrando i pregi di unapplicabilit relativamente agevole ed una buona adattabilit a diverse condizioni di conoscenza della struttura. La disponibilit dei risultati di prove dinamiche e pseudodinamiche su modelli in grande scala derivanti dallesecuzione di progetti di ricerca sperimentali aventi altre finalit [Dolce et al. 2005, Cardone et al, 2004, Dolce et al. 2002, Dolce et al. 2003], rende possibile leffettuazione di verifiche di affidabilit del metodo su situazioni abbastanza diversificate e realistiche, relative a strutture progettate per sostenere i soli carichi verticali o azioni sismiche di bassa intensit, con o senza elementi non strutturali di tamponamento. Tali caratteristiche, comuni alla maggior parte degli edifici che vengono tipicamente sottoposti ad indagini di vulnerabilit e rischio sismico, rendono particolarmente interessante e probante il confronto ai fini di una valutazione di affidabilit del metodo per i fini per i quali il metodo stato sviluppato e gi utilizzato. Nel presente lavoro vengono esposti i confronti tra i principali parametri di comportamento risultanti dalle indagini sperimentali e dallapplicazione del metodo VC, descrivendo sia le principali caratteristiche dei modelli sperimentali, sia le ipotesi applicative del metodo VC.

2. CONFRONTO FRA PREVISIONI NUMERICHE E RISULTATI SPERIMENTALI Le prove sperimentali prese in considerazione riguardano modelli di strutture intelaiate in c.a. in scala da 1:4 a 1:2.5, con caratteristiche diverse, sia per configurazione (telai piani o tridimensionali,

presenza o meno di tamponature in laterizio, numero di piani, presenza o meno di rastremazioni nelle colonne lungo laltezza, ecc.), sia per geometria (luce campata, altezza interpiano, dimensioni delle sezioni di travi e pilastri), sia, infine, per percentuale di armatura longitudinale e trasversale in travi e pilastri. Generalmente le strutture sottoposte a prova erano state progettate per soli carichi verticali o per forze sismiche relative a zone di bassa sismicit, minori di quelle raggiunte durante le prove, e senza particolari criteri progettuali per la realizzazione di meccanismi duttili. Esse quindi risultavano molto vulnerabili al sisma. Nei paragrafi seguenti fornita una descrizione dei modelli di prova, rivolgendo particolare attenzione ai dati strutturali e non strutturali che entrano direttamente in gioco nella procedura di valutazione VC, quali: (i) numero di piani, (ii) resistenze medie di calcestruzzo e acciaio, (iii) pesi di piano, (iv) altezze interpiano, (v) dimensioni delle colonne, (vi) armatura delle colonne e (vii) input sismico adottato nelle prove. I risultati sperimentali considerati ai fini del confronto sono, fondamentalmente, tre: il periodo di vibrazione della struttura, laccelerazione alla base del modello per la quale si verificato il collasso, per semplicit denominata PGA (accelerazione di picco al suolo), ed il meccanismo di collasso, ovvero il piano in cui il collasso si verificava (piano critico). Il periodo proprio di vibrazione della struttura fornisce una precisa indicazione della rigidezza globale della costruzione ed il confronto del valore ottenuto numericamente con il dato sperimentale permette di conoscere la capacit del metodo VC di cogliere la prima condizione limite, quella di operativit, funzione della rigidezza della struttura. Nella sperimentazione esso valutato attraverso lelaborazione di test a forzante aleatoria di bassa intensit ed ampio spettro (nelle prove su tavola vibrante) o tramite analisi modale, con matrice di rigidezza ricavata sperimentalmente (nelle prove pseudodinamiche). Occorre, peraltro, osservare che il microcalcestruzzo utilizzato nei modelli in scala pi deformabile di un calcestruzzo standard (del 1020% circa), a parit di resistenza a compressione. Questo ovviamente influenza il periodo proprio di vibrazione della struttura. Di ci si cercato di tener conto nel confronto, utilizzando (quando era possibile) il valore sperimentale del modulo di Young del calcestruzzo piuttosto che quello ricavato, in funzione della resistenza a compressione, dalle formule di normativa implementate nella procedura, valide per un calcestruzzo standard. Lindividuazione dellaccelerazione massima del moto alla base della struttura (della tavola vibrante nel dato sperimentale) che produce il collasso, sinteticamente denominata nel seguito PGA di collasso, e lindividuazione del piano critico permettono di valutare la correttezza del metodo

nella sua funzione essenziale, che quella di determinare la resistenza sismica ultima della struttura. Purtroppo, non sempre possibile individuare con esattezza il valore della PGA di collasso nei test sperimentali, essendo questi effettuati applicando, in una serie prove successive, lo stesso terremoto ad intensit crescente fino al raggiungimento delle condizioni ultime. Pertanto se ne fornisce un intervallo, individuato tipicamente dallintensit della scossa nella penultima e nellultima prova, entro cui certamente si colloca la PGA di collasso sperimentale o, in caso di non raggiungimento delle condizioni di collasso nelle prove, un limite inferiore del valore cercato. Anche per i risultati forniti dalla procedura numerica, occorre fare alcune osservazioni riguardanti le ipotesi di lavoro adottate per questi confronti. Come sottolineato in [Dolce e Moroni, 2005], infatti, nella procedura entrano in gioco una serie di parametri la cui valutazione, ovviamente in un range limitato e in funzione di parametri qualitativi, a discrezione del progettista. Primo fra tutti il coefficiente di deformabilit cpil,i,j, che misura il grado di vincolo offerto dallimpalcato alle estremit del generico pilastro, ai fini della determinazione della rigidezza del pilastro del generico j-esimo piano per ognuna delle due direzioni considerate, mediante la seguente equazione:

K pil,i , j = c pil,i , j
dove:

E jJ pil,i , j h 3 ,i , j pil

(2.1)

Ej = 5700

Rc (N/mm2) il modulo elastico del calcestruzzo al piano j-esimo in esame

[Min. LL.PP, 1996b], essendo Rc il valore assunto per la resistenza cubica del calcestruzzo; Jpil,i,j il momento dinerzia del pilastro, al piano in esame, rispetto allasse ortogonale alla direzione considerata nellanalisi; hpil,i,j laltezza del pilastro, al piano in esame, nella direzione considerata nellanalisi. Generalmente tale valore coincide con laltezza di interpiano ma, in presenza di pilastri con altezze inferiori, perch tozzi o perch inclusi in tamponature particolarmente rigide e resistenti che non chiudono a tutta altezza la maglia di telaio, potranno assumere valori differenti in una o in entrambe le direzioni;

Tale coefficiente risulta, in generale, compreso fra 3 (schema a mensola, cio rotazione dellestremo libera) e 12 (schema ad incastro, cio rotazione dellestremo impedita). In [Dolce e Moroni, 2005] si suggerisce di assumere il valore 3 in assenza di travi, 6 in presenza di travi a spessore e 9 in presenza di travi emergenti. In questa sede si assunto sempre c = 9, data la presenza di travi emergenti in tutti i modelli sperimentati. II secondo parametro da considerare il coefficiente pil.i,j , che individua la posizione del punto di flesso della deformata del pilastro alla quota pil.i,j h pil.i,j , essendo hpil.i,j laltezza del pilastro nella direzione considerata e che, di conseguenza, lega il momento flettente ultimo agente nelle cerniere plastiche dei pilastri al corrispondente sforzo di taglio, attraverso la relazione:

V flex .pil.i , j =

m yi, j pil ,i , jh pil , i , j


(2.2)

essendo myi,j il momento resistente del pilastro i-esimo al j-esimo piano, nella direzione dellanalisi. In [Dolce e Moroni, 2005] viene consigliato di assumere = 0.5, nellipotesi di formazione di una meccanismo di piano con cerniere plastiche con uguale resistenza flessionale alle due estremit del pilastro. Di norma, valori superiori, indicativamente fino a 0.8, possono essere assunti per tener conto sia di momenti resistenti diversi alle due estremit del pilastro, sia di condizioni di vincolo diverse (ad esempio travi emergenti inferiormente e a spessore superiormente). In tal caso, infatti, lo sviluppo di una cerniera plastica ad unestremit potrebbe essere fortemente anticipato rispetto a quello dellestremit opposta, determinando una condizione di collasso prima che si sviluppi completamente la cerniera superiore e con il punto di flesso localizzato non a met altezza. In questa sede si assunto sempre = 0.5, coerentemente con la tipologia delle travi presenti nei modelli. Vi sono, poi, alcuni dei coefficienti che trasformano laccelerazione del terreno corrispondente al raggiungimento della condizione limite in esame nella direzione in esame, definita come PGAj, in accelerazione sulle masse strutturali SDj, attraverso la seguente equazione: SDj = PGAj PM AD DS / DUT,j = agj S PM AD DS / DUT,j dove: PM il coefficiente di partecipazione modale del primo modo di vibrare nella direzione considerata, che pu essere assunto pari a 0.8 per edifici aventi pi di un piano, 0.9 per edifici aventi solo due piani, 1 per edifici ad un piano, in analogia con quanto indicato anche in (2.3)

[PCM, 2003] per il coefficiente riduttivo , ma con una maggiore differenziazione tra gli edifici con 1-3 piani, intervallo nel quale si collocano numerosi edifici pubblici, ed in particolare quelli scolastici; AD lamplificazione spettrale, funzione del periodo del primo modo nella direzione in esame e della forma spettrale; esso viene determinato con riferimento agli spettri riportati in [PCM, 2003] per i diversi tipi di terreno, secondo le categorie di profili stratigrafici del suolo di fondazione. Il periodo proprio della struttura viene automaticamente calcolato mediante la formula di Rayleigh [Clough, Penzien, 1975], adottando la deformata prodotta dalle forze statiche precedentemente definite, come detto in precedenza. DS un coefficiente che tiene conto delle capacit dissipative delledificio, determinate dalla presenza di elementi non strutturali collaboranti, non messi direttamente in conto esplicitamente in termini di resistenza. La formulazione adottata, identica a quella del coefficiente in [PCM 2003], funzione del coefficiente di smorzamento viscoso equivalente espresso in percentuale:

DS = 10 /( 5 + ) 0,55

(3.25)

DUT,j un coefficiente di duttilit, che tiene conto della capacita duttile, sia della struttura nel suo insieme, in relazione anche a possibili concentrazioni di domanda per effetto delle irregolarit, sia dei singoli pilastri del piano j-esimo in esame, in relazione alle modalit di rottura previste (flessione duttile o fragile, taglio). I parametri globali dipendono essenzialmente dalle irregolarit presenti, dovute alla distribuzione delle resistenze in elevazione, alla geometria della struttura, alla distribuzione di rigidezza e/o massa in pianta. Vengono ulteriormente penalizzati i piani che, per distribuzione irregolare delle tamponature in elevazione, sono potenzialmente piani soffici. Per quanto riguarda i parametri locali, si considera lentit dello sforzo assiale di compressione determinato dai carichi verticali e leventualit che i meccanismi di rottura a taglio nei pilastri anticipino quelli per flessione. Tutti i fattori sopra elencati, penalizzanti per le capacit duttili della struttura, modificano il valore di DUT,j, facendolo variare nel range 1 DUT,j 3, nellipotesi di assenza di tamponature e nel range 1 DUT,j 1.5, nellipotesi di presenza di tamponature, comunque esse siano portate in conto.

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Per il coefficiente PM si assunto il valore 0.8 (80% di massa totale eccitata), avendo tutti i modelli in esame un numero di piani almeno pari a tre. Il coefficiente AD stato ricavato direttamente dagli spettri di risposta elastici degli accelerogramma registrati sulla tavola vibrante durante le prove o realmente applicati nelle prove pseudodinamiche. Il coefficiente DS posto pari ad 1, nellipotesi di assumere sempre = 5%, valore tipico per le strutture in c.a.. Il coefficiente DUT,j invece determinato automaticamente dalla procedura. Il valore ricavato per ciascun modello sperimentale, riportato nelle tabelle che mettono a confronto i risultati numerici e sperimentali. Occorre infine specificare la convenzione seguita nella definizione dellaltezza interpiano. Essa stata posta pari alla distanza fra gli assi baricentrici delle travi di due piani consecutivi, come normalmente avviene nella definizione dei modelli numerici per edifici intelaiati. La rigidezza del nodo trave-pilastro stata trascurata, per portare in conto una certa penetrazione delle plasticizzazioni al suo interno. Nei paragrafi seguenti vengono descritti i risultati numerici e sperimentali relativi ai quattro modelli presi in considerazione, mentre nelle appendici 1, 2, 3 e 4 sono riportati in maniera pi completa i risultati intermedi e finali ricavati dallesecuzione delle analisi con il metodo VC.

3. TELAIO PIANO IN C.A. IN SCALA 1:3.3 (Progetto MANSIDE) Il modello strutturale in esame stato testato su tavola vibrante, nellambito del progetto BriteEuram MANSIDE [Dolce et al. 2005], ed costituito da un telaio piano in c.a., a tre piani e due campate, in scala 1:3.3, che pu essere visto come rappresentativo di un parte di edificio in c.a. di dimensioni tipiche (altezza interpiano pari a 3.5m e luce della campata di 5m, nel prototipo reale di riferimento). Il particolare fattore di scala adottato (10/3) stato scelto allo scopo di sfruttare al meglio le dimensioni (4m x 4m) e la capacit portante (circa 150 kN) della piattaforma sismica a disposizione. In figura 1 sono mostrate due viste in prospetto del modello che ne illustrano le principali caratteristiche geometriche. Come si pu vedere, nella costruzione del modello si deciso di realizzare, oltre a travi e pilastri, anche una soletta di piano, sia per creare lo spazio necessario al

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posizionamento delle masse aggiuntive che per simulare leffetto irrigidente del solaio sulle travi. La soletta di piano, dello spessore di 6 cm, esce a sbalzo dalla trave principale per una lunghezza di 0.6 m da entrambi i lati del telaio, ed irrigidita da travi secondarie convergenti nei nodi del telaio. Alla base del modello stata realizzata una trave di elevata rigidezza, per il trasporto del modello stesso da e sulla tavola. Il collegamento fra modello e tavola realizzato tramite le tre celle di carico mostrate in figura 1. Nellambito di questa campagna sperimentale sono stati testati due modelli strutturali identici, di cui uno senza ed uno con tamponature in mattoni di laterizio semipieni (55% di percentuale di fori). Per quanto riguarda la dimensione degli elementi strutturali, occorre osservare che tutte e tre le colonne presentano sezione (150 x 105 mm) ed armatura costante lungo laltezza della struttura. Larmatura delle colonne costituita da (3+3) barre longitudinali di diametro 4 mm e da staffe di diametro 4 mm poste ad un interasse di 50 mm. Laltezza netta dei pilastri risulta pari a 0.975 m al primo piano e a 0.9 m al secondo ed al terzo. Di conseguenza, laltezza interpiano, calcolata come distanza fra gli assi baricentrici delle travi di due piani consecutivi, risulta pari a 1.125 m al primo livello ed a 1.05 m al secondo ed al terzo.

130.0

345.0

99.0

105.0

150.0

90.0

150.0

99.0

105.0

366.5 366.5

106.5

112.5

97.5

90.0

Load carico Celle di cells Load carico Celle dicells


353.0

Shaking table Tavola Vibrante

Shaking table Tavola Vibrante

Figura 1. Viste prospettiche del modello di telaio in c.a., in scala 1:3.3, testato su tavola vibrante nellambito del progetto Brite-Euram MANSIDE

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La presenza di colonne con sezione ed armature costanti lungo lintera altezza determina unirregolarit strutturale in termini di resistenza di piano, a causa della variazione della risultante di taglio ai diversi piani. Di questo tiene conto automaticamente la procedura VC, riducendo la duttilit di struttura tramite il coefficiente Ri. Anche le travi principali di piano presentano sempre la stessa sezione a T, con dimensioni della sezione trasversale pari a: (90+60)mm in altezza e (50+105+50)mm in larghezza. Larmatura longitudinale delle travi nelle zone di formazione delle potenziali cerniere plastiche costituita da 7(sup.)+5(inf.) barre longitudinali di diametro 4 mm. Nelle medesime zone, larmatura trasversale costituita da staffe di diametro 4 mm poste ad interasse di 50 mm. La progettazione della struttura in esame stata effettuata facendo riferimento allEurocodice 8, nella versione disponibile allepoca [CEN, 1994], assumendo i seguenti principali parametri di progetto: (i) spettro elastico di risposta per suoli di tipo B, (ii) accelerazione di picco al suolo pari a 0.15g (iii) coefficiente di struttura q = 2.5, (iv) classe di duttilit "bassa". I materiali assunti in fase di progetto sono stati: calcestruzzo di classe C25/30 ed acciaio di classe S500, secondo la notazione adottata dallEurocodice2 [CEN, 1991]. La massa aggiuntiva, necessaria per portare in conto i carichi permanenti non direttamente presenti nel modello, laliquota (1/3) di carichi accidentali associati alla destinazione duso assunta (2.0 KN/m2 per i primi due piani e 1.0 kN/m2 per il terzo) e quella aggiuntiva legata alla riduzione in scala del prototipo, stata applicata sotto forma di piastre e blocchi dacciaio di opportune dimensioni. I pesi totali di piano (peso proprio+masse aggiuntive) risultavano pari a 32.3 kN al primo e secondo piano e 31.7 kN al terzo. Il peso totale della struttura (esclusa la trave di base) risultava quindi di circa 96.3 kN. Tali valori sono stati utilizzati nella di valutazione della vulnerabilit sismica con la procedura VC. Per quanto riguarda le caratteristiche dei materiali, nellapplicazione della procedura di valutazione della vulnerabilit si fatto riferimento direttamente ai valori di resistenza ricavati dalla prove sperimentali eseguite in laboratorio sui provini prelevati durante la costruzione del modello. I valori (medi) di resistenza a compressione registrati sperimentalmente, infatti, si discostano sensibilmente da quello (medio) previsto in fase di progetto, pari a 33 N/mm2. Essi risultano pari a 34.2 N/mm2 per il telaio non tamponato e 43 N/mm2 per il telaio tamponato, per questultimo anche a causa dei tempi di stagionatura pi lunghi (90gg.). Il modulo di Young secante (ad 1/3 di fc) stato ottenuto sperimentalmente, risultando pari a 22500 N/mm2 e 28000 N/mm2 per i due telai e, quindi, decisamente inferiore a quello calcolato con la formula delle norme italiane [Min. LL.PP.

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1996b], che esprime il valore tangente del modulo in funzione della resistenza a compressione. Nellapplicazione della procedura VC si effettuata, comunque, una doppia analisi, attribuendo al modulo di Young del calcestruzzo una volta il valore secante sperimentale (E1 di tabella 1), laltra il valore tangente allorigine calcolato con la formula della normativa italiana (par. 2.1.3. D.M. 9/1/96), a cui la procedura di valutazione della vulnerabilit fa riferimento in mancanza di sperimentazione diretta. Per lacciaio si sono utilizzate barre commerciali ad aderenza migliorata, aventi le seguenti caratteristiche meccaniche: (i) tensione di snervamento pari a 560 N/mm2, (ii) tensione di rottura pari a 640 N/mm2 e (iii) allungamento a rottura pari al 15.8%. I pannelli di tamponatura del modello No. 2 sono stati realizzati utilizzando mattoni in laterizio di dimensioni 210x120x100mm e percentuale di fori pari al 55%. La malta stata disposta sia su corsi orizzontali che verticali. Particolare cura stata prestata nellassicurare un efficace collegamento fra pannello di tamponatura e telaio, lungo tutto il perimetro interno di questultimo. Purtroppo non sono disponibili dati sperimentali sulle caratteristiche meccaniche dei pannelli, per cui, nellapplicazione della procedura, si fatto riferimento a valori di resistenza a taglio (380 kN/m2) ed a compressione (1550 kN/m2) tratti dalle indicazioni della normativa italiana (par. 2.3.1.1. D.M. 20/11/87).

Test Random # 1 Seismic # 1 Random # 2 Seismic # 2 Random # 3 Seismic # 3 Random # 4 Seismic # 4 Random # 5 Seismic # 5 Random # 6 Seismic # 6

Modello No. 1 (PGA) 0.07g 0.07g 0.07g 0.14g 0.07g 0.2g 0.07g 0.28g 0.07g 0.48g

Modello No. 2 (PGA) 0.07g 0.09g 0.07g 0.14g 0.07g 0.22g 0.07g 0.34g 0.07g 0.63g 0.07g 0.9g

Tabella 2. Programma delle prove effettuate sui modelli in scala 1:3.3.

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Ciascun modello stato sottoposto a due serie alternate di test, rispettivamente: test sismici (indicati con seismic in tab. 2), finalizzati alla valutazione della risposta strutturale sotto terremoti di intensit crescente (PGA), e test con rumore bianco a bassa intensit, (indicati con random in tab. 2), finalizzati allaccertamento del danno subito dalla struttura durante il precedente test sismico, attraverso la valutazione del periodo proprio di vibrazione della struttura.
Sa/g Sa/PGA 0 -0.5 -1
(a)

1 0.5
acc/PGA a/g

5 4 3

0 12 (sec)

2 1 0 0 1
(b)

3 (sec)

Figura 2. (a) Accelerogramma di input normalizzato utilizzato nelle prove su tavola vibrante effettuate nellambito del progetto MANSIDE e (b) corrispondente spettro di risposta elastico al 5% di smorzamento

In figura 2(a) mostrato linput sismico della tavola normalizzato ad accelerazione massima unitaria. Si tratta di un accelerogramma artificiale, compatibile con lo spettro elastico dellEC8 per suolo tipo B [CEN, 1994]. Laccelerogramma stato contratto nella scala dei tempi secondo un fattore pari a 3.33 , per congruenza con la scala del modello. Laccelerazione di picco della tavola stata fatta crescere progressivamente durante le prove, come mostrato in tab. 2, fino al collasso della struttura. In figura 2(b) mostrato lo spettro di risposta elastico, al 5% di smorzamento viscoso, corrispondente allinput sismico adottato. Nellapplicazione della procedura VC, si fatto riferimento agli spettri di risposta ricavati dagli accelerogrammi registrati sulla tavola, per la determinazione del coefficiente di amplificazione spettrale corrispondente al periodo proprio di vibrazione della struttura. La figura 3 mostra levoluzione del periodo proprio di vibrazione del telaio non tamponato nel corso delle prove. I valori sperimentali sono stati tratti dallesame delle trasformate dei segnali registrati durante i test random effettuati al termine di ciascun test sismico, identificato in ascisse dalla PGA associata. La crescita del periodo osservata durante le prove corrisponde allaccentuarsi del danno sulla struttura. Durante il test sismico finale (Test No. 5 di tabella 2) si registrato un drift massimo interpiano del 7.8% al primo livello, corrispondente alla condizione di collasso della struttura per

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completa labilizzazione del piano terra. Il non crollo della struttura era dovuto ad una fortuita condizione di movimenti in controfase della tavola e del telaio nel momento in cui veniva raggiunto il massimo spostamento. Al termine di tale prova non stato quindi possibile effettuare il test random di identificazione. Inoltre presumibile che il collasso sarebbe potuto avvenire anche per unintensit minore di quella raggiunta in una condizione meno favorevole delle fasi del movimento della tavola. In figura 3 sono evidenziati il periodo proprio di vibrazione della struttura nello stato fessurato e lintervallo in cui va collocata la PGA di collasso del modello, intesa come laccelerazione di picco al suolo associata alla formazione del meccanismo di collasso osservato. Come era facile prevedere, non avendo adottato criteri di capacity design nella progettazione (in bassa duttilit) della struttura, il collasso avvenuto con un meccanismo di piano, che ha coinvolto i pilastri del primo livello del modello (piano critico). Il comportamento manifestato dalla struttura ricade quindi nelle ipotesi del metodo di calcolo in oggetto. In tabella 3 sono confrontati i risultati osservati sperimentalmente con quelli ottenuti dalla procedura VC, considerando, come detto, due ipotesi di valutazione del modulo di Young del calcestruzzo.
(sec) 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 PGA/g
Figura 3. Evoluzione del periodo proprio di vibrazione del telaio in c.a. non tamponato del progetto MANSIDE
stato fessurato T = 0.294sec PGA = 0.280.48g collasso

Sperimentale Periodo proprio PGA di collasso Piano critico


(1) (2)

Numerico VC (1) 0.307sec(0.2915) 0.343g 1 (DUT = 2,870)

Numerico VC (2) 0.241sec(0.2286) 0.325g 1 (DUT = 2,871)

0.294 sec (0.280.48)g 1

Valori calcolati assumendo per Ecls il modulo secante ad 1/3 fc valutato sperimentalmente Valori calcolati assumendo per Ecls il modulo tangente allorigine valutato con la formula della norma italiana

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Tabella 3. Confronto fra le previsioni numeriche ed i risultati sperimentali relativi al telaio in c.a. non tamponato del progetto MANSIDE.

(sec)

0.5 0.4
T = 0,12 sec T = 0.294sec

PGA = 0.630.91g collasso

0.3 0.2 0.1 0 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 PGA/g
stato fessurato

Figura 4. Evoluzione del periodo proprio di vibrazione del telaio in c.a. tamponato, testato su tavola vibrante nellambito del progetto Brite-Euram MANSIDE

Sperimentale Periodo proprio PGA di collasso Piano critico


(1) (2)

Numerico (1) 0.14 sec(0.139) 0.690 g 1 (DUT = 1.406)

Numerico (2) 0.133 sec (0.131) 0.677g 1 (DUT = 1.406)

0.12 sec (0.630.91)g 1

Valori calcolati assumendo per Ecls il modulo secante ad 1/3 fc valutato sperimentalmente Valori calcolati assumendo per Ecls il modulo tangente allorigine valutato con la formula della norma italiana

Tabella 4. Confronto fra le previsioni numeriche ed i risultati sperimentali relativi al telaio in c.a. tamponato testato su tavola vibrante nellambito del MANSIDE

Come si pu vedere, la stima del periodo proprio di vibrazione con la procedura VC risulta comunque buona, con un errore percentuale che nel peggiore dei casi (modulo di Young del calcestruzzo valutato con la formula della norma italiana) risulta minore del 20% e che nel migliore dei casi (modulo di Young del calcestruzzo valutato sperimentalmente) si attesta intorno ad appena il 10%. La PGA di collasso prevista dalla procedura numerica proposta risulta comunque compresa nellintervallo sperimentale identificato, risultando peraltro a vantaggio di sicurezza (del 2530%) nei confronti della PGA massima raggiunta durante le prove. Infine, anche il meccanismo di collasso, ossia lindividuazione del piano critico, colto con precisione.

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Risultati analoghi a quelli di figura 3 sono riportati in figura 4 per il telaio tamponato, il cui collasso avvenuto durante il test a 0.91g (test No. 6 di tabella 2), sempre per un meccanismo di piano. Il drift massimo interpiano registrato durante il test finale risultato pari al 6.6% al primo livello (piano critico), che ben testimonia la condizione ultima raggiunta dalla struttura. In tabella 4 effettuato il confronto fra evidenze sperimentali e previsioni numeriche. Per il telaio tamponato valgono le stesse considerazioni svolte per il telaio privo di tamponature. Il periodo proprio di vibrazione della struttura colto con estrema precisione, con un errore percentuale compreso fra il 5% e l8%. La PGA di collasso prevista dalla procedura numerica proposta risulta comunque compresa nellintervallo sperimentale indicato e con stima a vantaggio di sicurezza (del 2025%) nei confronti della PGA massima raggiunta durante le prove. Il piano critico colto con precisione.

4. TELAIO TRIDIMENSIONALE IN C.A. IN SCALA 1:4 (Progetto ECOEST II) In figura 5 mostrato il modello strutturale provato su tavola vibrante presso il LNEC di Lisbona, nellambito del progetto ECOEST II [Cardone et al. 2004]. Esso costituito da un telaio tridimensionale in c.a., in scala 1:4, di quattro piani, con due campate nella direzione lunga ed una nella direzione corta, ed riferito ad un prototipo in vera grandezza progettato per soli carichi verticali, secondo la normativa sul cemento armato vigente in Italia prima del 1971 [Regio Decreto 16/11/1939 n. 2229], anno di emanazione della legge n. 1086 [Legge 5/11/1971 n. 1086].

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Figura 5. Modello di telaio in c.a. in scala 1:4, provato su tavola vibrante per il progetto ECOEST II.

Nella progettazione del prototipo si fatto riferimento ad un calcestruzzo di classe 250 e ad un acciaio per cemento armato di tipo FeB38k. Dal medesimo prototipo stato ricavato anche il modello in scala 1:2.5 trattato nel par. 5 [Dolce et al. 2002]. In tabella 5 sono riassunte le principali caratteristiche geometriche ed i dati essenziali sui carichi relativi al prototipo in vera grandezza ed al modello in scala 1:4 in esame. Le dimensioni geometriche sono quelle tipiche di un edificio intelaiato in c.a. adibito a civile abitazione. I carichi accidentali adottati sono coerenti con la destinazione duso assunta.

Tabella 5. Principali caratteristiche del modello in scala 1:4 (ECOEST II) e del modello in scala 1:2.5 (POP-LADIB).

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Figura 6. Geometria del telaio tridimensionale in c.a., in scala 1:4, testato su tavola vibrante nellambito del progetto ECOEST II

In figura 6 sono riportate due viste prospettiche ed una sezione verticale, che mostrano in dettaglio le dimensioni geometriche del modello. Le colonne laterali hanno sezione costante lungo lintera altezza della struttura, con dimensioni 62.5x75 mm. La sezione trasversale delle colonne centrali, al contrario, si riduce al terzo piano, da 87.5x75 mm a 62.5x75 mm. Laltezza netta delle colonne pari 687.5 mm al primo piano, 625 mm al secondo e terzo piano e 637.5 mm al quarto piano. Laltezza interpiano, calcolata come distanza fra gli assi baricentrici delle travi principali di due piani consecutivi, invece, sempre di 750 mm. Questi sono anche i dati geometrici utilizzati nellapplicazione della procedura VC. Le travi principali dei primi tre piani hanno sezione di dimensioni 75x125 mm. Quelle del quarto piano, invece, hanno una sezione di dimensioni 75x100 mm. La soletta in c.a. di ciascun impalcato, infine, ha uno spessore di 50 mm, nella scala del modello. Alla base della struttura stato realizzato un piastrone in c.a. dello spessore di 300 mm, sia per consentire la movimentazione del modello che per fissare questultimo alla tavola.

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Figura 7. Carpenteria ed armature delle colonne laterali del telaio in scala 1:4.

Nelle figure 7 e 8 sono mostrate le armature longitudinali e trasversali delle colonne laterali e centrali del modello, rispettivamente. Come si pu notare larmatura delle colonne si mantiene allincirca costante per i primi tre piani, subendo invece delle modifiche al quarto. Larmatura prevalente delle colonne laterali costituita da (3+3) barre longitudinali di diametro 4 mm e staffe di diametro 3 mm, poste ad interasse 50 mm. Quella delle colonne centrali, invece, costituita da (3+3) barre longitudinali di diametro 5 mm e staffe di diametro 3 mm poste ad interasse 60 mm. Quanto detto sulla carpenteria ed armatura delle colonne evidenzia una situazione di irregolarit di resistenza in altezza, essendo il rapporto fra taglio ultimo e taglio agente significativamente variabile da piano a piano. Nella procedura di calcolo ci portato in conto attraverso la riduzione del fattore di duttilit globale DUT,j In funzione del rapporto tra capacit e domanda in termini di taglio di piano tra piani successivi procedendo dal basso verso lalto

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Figura 8. Carpenteria ed armature delle colonne centrali del telaio in scala 1:4.

Dati i ridotti diametri in gioco, per simulare il comportamento di unarmatura in barre ad aderenza migliorata, si sono utilizzate barre filettate, sottoposte ad un trattamento di ricottura a 650 C per 1 ora al fine di ottenere una duttilit accettabile ed una riduzione della tensione di snervamento. In tabella 6 sono riportate le caratteristiche meccaniche medie delle barre filettate utilizzate nel modello in scala 1:4. La differenza fra la tensione di snervamento delle barre da 4 mm e da 5 mm di diametro stata portata in conto, nella procedura di valutazione della vulnerabilit, facendo riferimento ad una media pesata sul numero di barre di diverso diametro effettivamente presenti a ciascun piano. Nellapplicazione della procedura VC si fatto riferimento alla resistenza media a compressione del calcestruzzo valutata sperimentalmente, pari a 26.5 N/mm2. In assenza di risultati sperimentali diretti, il modulo di Young del calcestruzzo stato ricavato dalla resistenza media a compressione del materiale, attraverso la formula della normativa italiana, gi precedentemente richiamata.

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Diametro barra (mm) 3 4 5 6

y (N/mm ) 323.8 305.1 262.3 257.5


2

u (N/mm ) 372.8 365.6 322.4 365.7


2

u (%) 48.35 41.5 45.0 40.0

Tabella 6. Caratteristiche meccaniche delle barre filettate utilizzate nel modello in scala 1:4.

In tabella 7 sono riportati i pesi propri e le masse aggiuntive relativi a ciascun piano del modello. Nella valutazione delle masse aggiuntive si tenuto conto, oltre che dei carichi permanenti non direttamente presenti sul modello e dellaliquota (1/3) di carichi accidentali associati alla destinazione duso assunta, anche della massa addizionale fittizia legata alla riduzione in scala della struttura. La massa aggiuntiva stata applicata, ai vari piani, sotto forma di blocchi di acciaio di diverso peso. I pesi totali di piano riportati nellultima colonna di tabella 7 sono stati utilizzati come dati di input nella procedura di valutazione della vulnerabilit. Il modello strutturale in esame stato sottoposto a due serie alternate di test, rispettivamente: test sismici (indicati con seismic in tabella 8), finalizzati alla valutazione della risposta strutturale sotto terremoti di intensit crescente (PGA), e test random (indicati con random in tabella 8), finalizzati allaccertamento del danno subito dal modello durante ciascun test sismico, attraverso la valutazione del periodo proprio di vibrazione della struttura.

Piano

Pesi propri (kN) 5.14 5.14 5.14 4.71 20.13

Peso delle masse aggiuntive (kN) 23.00 23.00 23.00 12.00 81.00

Pesi totali (kN) 28.14 28.14 28.14 16.71 101.13

1 2 3 4 TOT

Tabella 7. Pesi propri e masse aggiuntive per ciascun piano del modello in scala 1:4.

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Test No. Random # 1 Seismic # 1 Random # 2 Seismic # 2 Random # 3 Seismic # 3 Random # 4 Seismic # 4 Random # 5 Seismic # 5 Random # 6 Seismic # 6

PGA 0.07g 0.04g 0.07g 0.086g 0.07g 0.156g 0.07g 0.206g 0.07g 0.254g 0.07g 0.322g

Tabella 8. Programma delle prove effettuate sul telaio tridimensionale in scala 1:4.

In figura 9(a) mostrato linput sismico (normalizzato) della tavola, adottato durante le prove. Esso corrisponde alla componente Est-Ovest della registrazione di Colfiorito del terremoto UmbroMarchigiano del Settembre 1997. Laccelerogramma stato contratto nella scala dei tempi secondo un fattore pari a
4 , per congruenza con la scala del modello. Laccelerazione di picco della tavola

stata fatta crescere progressivamente durante le prove, come mostrato in tabella 8, senza per arrivare al crollo della struttura, dovendo testare il medesimo modello anche in altre configurazioni. Il segnale di input della tavola nei test random era costituito da un rumore bianco a bassa intensit (0.07g), come evidenziato in tabella 8. In figura 9(b) mostrato lo spettro di risposta elastico, al 5% di smorzamento, dellinput sismico utilizzato nelle prove. Nellapplicazione della procedura VC, si fatto riferimento a tale spettro, per la determinazione del coefficiente di amplificazione spettrale AD, in funzione del periodo proprio di vibrazione della struttura.

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1 0.5 acc/PGA 0 0 -0.5 -1 5 10 15 20 25 (sec)

Sa/PGA

3.5 3 2.5 2 1.5 1 0.5 0 0 0.5 1 1.5 2 (sec)

(a)

(b)

Figura 9. (a) Accelerogramma di input normalizzato utilizzato nelle prove con tavola vibrante sul telaio in scala 1:4 e (b) corrispondente spettro di risposta elastico al 5% di smorzamento

La figura 10 mostra levoluzione del periodo proprio di vibrazione della struttura, valutato nei test random effettuati al termine di ciascun test sismico, in funzione dellaccelerazione massima della tavola raggiunta nella prova sismica precedente. Come si pu vedere, il periodo proprio della struttura cresce rapidamente allaumentare dellintensit sismica, a causa del danneggiamento strutturale, passando dal valore iniziale di 0.4 sec al valore di 0.69 sec, al termine del test a 0.322 g.

collasso

(sec)

0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 0

PGA > 0.32g stato fessurato T = 0.433sec

0.1

0.2

0.3

0.4

0.5

0.6

PGA/g
Figura 10. Evoluzione del periodo proprio di vibrazione relativo al telaio in c.a. in scala 1:4, del progetto ECOEST II

A tale incremento del periodo proprio corrisponde una riduzione della rigidezza globale della struttura di circa 3 volte, rispetto al valore iniziale. Il periodo di vibrazione della struttura fessurata assunto pari a quello registrato al termine del test a 0.086g, ossia a 0.433sec (v. fig. 10). Poich il test finale della sequenza di prove illustrata in figura 10 non ha comportato il collasso della struttura, come conferma il drift massimo interpiano registrato durante la prova, pari al 2% circa

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[Cardone et al. 2004], la PGA associata (0.322g) va vista come un limite inferiore della PGA di collasso del modello.
Sperimentale Periodo proprio PGA di collasso Piano critico 0.433 sec > 0.332g 3 Numerico 0.433 sec (0.411) 0.503 g 3 (DUT = 2.385)

Tabella 9. Confronto fra le previsioni numeriche ed i risultati sperimentali relativi al telaio in c.a., in scala 1:4 del progetto ECOEST II.

In tabella 9 i risultati sperimentali sono confrontati con quelli numerici forniti dalla procedura di valutazione della vulnerabilit. Come si pu vedere, la procedura numerica coglie esattamente il periodo proprio di vibrazione della struttura e fornisce una valore della PGA di collasso del 50% maggiore di quella massima raggiunta nel corso delle prove, coerentemente con i valori di drift relativamente bassi raggiunti nelle prove sperimentali. Anche il piano critico colto con esattezza, ed coerente con il sensibile indebolimento che la variazione di sezione e di armatura del pilastro centrale nel passaggio dal secondo a terzo piano comporta.

5. TELAIO TRIDIMENSIONALE IN C.A. IN SCALA 1:2.5 (Progetto POP-LADIB) In figura 13 mostrato il modello strutturale provato con la tecnica di prova pseudo-dinamica [Dolce et al., 2002, 2003] presso il Laboratorio di Strutture dellUniversit della Basilicata. Il modello sperimentale in esame costituito da un telaio tridimensionale in c.a., in scala 1:2.5, caratterizzato da quattro piani, due campate (di 1.7 m circa di luce) nella direzione lunga ed una (di 1.9 m circa di luce) nella direzione corta. Laltezza netta dei pilastri di circa 1 m a tutti quanti i piani. Laltezza dinterpiano (distanza fra gli assi baricentrici delle travi di due piani consecutivi) risulta pari ad 1.2 m. Il modello sperimentale in questione stato ricavato a partire dal medesimo prototipo strutturale, in vera grandezza, descritto nel paragrafo 4, le cui principali caratteristiche sono riassunte in tabella 5. Le colonne laterali hanno sezione costante 100x120 mm lungo lintera altezza della struttura, mentre le dimensioni della sezione trasversale delle colonne centrali si riducono da 140x120 mm a 100x120 mm in corrispondenza del terzo piano. Le travi principali dei primi tre piani presentano una sezione trasversale di dimensioni 120x200 mm. Quelle del quarto piano, invece, hanno una sezione di

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dimensioni 120x160 mm. Una soletta piena in c.a., di dimensioni in pianta 3.7x2.1m e dello spessore di 80 mm, gettata in opera, collega fra loro gli elementi strutturali di ciascun piano.

Figura 11. Geometria del telaio tridimensionale in c.a., in scala 1:2.5 del progetto POP-LADIB.

Nelle figure 12 e 13 sono mostrate le armature longitudinali e trasversali delle colonne laterali e centrali del modello, rispettivamente. Per larmatura del modello in scala 1:2.5 si sono utilizzate barre ad aderenza migliorata del diametro di 5.2 mm, prodotte per laminazione a caldo. Le caratteristiche meccaniche dellacciaio sono sintetizzate in tabella 10. Larmatura delle colonne si mantiene sostanzialmente costante per i primi tre piani, subendo invece delle modifiche al quarto piano. Larmatura prevalente delle colonne laterali costituita da (3+3) barre longitudinali di diametro 5.2 mm e staffe di diametro 5.2 mm poste ad interasse 80 mm. Anche larmatura prevalente delle colonne centrali costituita da (3+3) barre longitudinali di diametro 5.2 mm e staffe di diametro 5.2 mm poste ad interasse 100 mm. Quanto detto sullirregolarit di resistenza della struttura per il modello in scala 1:4 provato presso il LNEC di Lisbona vale, ovviamente, anche per questo modello in scala 1:2.5.

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Figura 12. Carpenteria ed armature delle colonne laterali del telaio in scala 1:2.5.

Provino No. 1 2

y (N/mm2) 459.3 459.4

u (N/mm2) 592.7 614.7

u % 28 30

Tabella 10. Caratteristiche meccaniche dellacciaio da c.a. utilizzato per il telaio in scala 1:2.5.

La resistenza a compressione del calcestruzzo valutata sperimentalmente si attesta, in media, intorno a 27.4 N/mm2 al primo livello, 30.6 N/mm2 al secondo, 31.4 N/mm2 al terzo e 31.2 N/mm2 al quarto, valori cui si fatto riferimento nellapplicazione della procedura VC. In mancanza di sperimentazione diretta, il modulo di Young del calcestruzzo stato ricavato dalla resistenza a compressione del materiale, attraverso la formula della normativa italiana.

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Figura 13. Carpenteria ed armature delle colonne centrali del telaio in scala 1:2.5.

In tabella 11 sono riportati i pesi propri e le masse aggiuntive relativi a ciascun piano del modello. Nella valutazione delle masse aggiuntive si tenuto conto, oltre che dei carichi permanenti non direttamente presenti sul modello e dellaliquota (1/3) di carichi accidentali associati alla destinazione duso assunta, anche della massa addizionale fittizia legata alla riduzione in scala della struttura. La massa aggiuntiva stata applicata, ai vari piani, sotto forma di blocchi di c.a. di diverso peso. I pesi totali di piano riportati nellultima colonna di tabella 13 sono stati utilizzati come dati di input nella procedura VC.

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Piano 1 2 3 4 TOT

Peso proprio (kN) 22.83 23.03 22.77 20.14 88.77

Peso delle masse aggiuntive (kN) 52.00 52.00 52.00 27.20 183.20

Peso totale (kN) 74.83 75.03 74.77 47.34 271.97

Tabella 11. Pesi propri e masse aggiuntive per ciascun piano del modello in scala 1:2.5.

Test No. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27

data 24.10.02 25.10.02 29.10.02 30.10.02 31.10.02 1.11.02 6.11.02 13.11.02 14.11.02 3.12.02 9.12.02 11.12.02 8.1.03 13.1.03 15.1.03 16.1.03 19.1.03 22.1.03 24.1.03 26.1.03 28.1.03 29.1.03 30.1.03 1.2.03 4.2.03 5.2.03 7.2.03

BI_gomma Colfiorito@0.15g Colfiorito@0.35g

BI_lmf

BI_acciaio

BF

Colfiorito@0.15g Colfiorito@0.35g Colfiorito@0.15g Colfiorito@0.35g EC8@0.1g EC8@0.1g EC8@0.1g EC8@0.35g EC8@0.35g EC8@0.35g Colfiorito@0.05g Colfiorito@0.075g Colfiorito@0.1g Colfiorito@0.15g Colfiorito@0.2g Colfiorito@0.25g Colfiorito@0.3g Colfiorito@0.35g EC8@0.1g EC8@0.2g EC8@0.25g EC8@0.3g EC8@0.35g EC8@0.25g (=1%) EC8@0.3g (=1%)

Tabella 12. Sequenza delle prove pseudodinamiche sul telaio in scala 1:2.5 nella configurazione a base isolata (BI) ed a base fissa (BF).

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Il modello strutturale in oggetto stato testato prima nella configurazione isolata alla base poi in quella a base fissa. Solo in questultima configurazione si sono avuti danneggiamenti significativi, raggiungendo le condizioni di collasso [Dolce et al., 2003]. In tabella 12 riportata la sequenza di prove pseudodinamiche effettuate. Per ciascun test, in particolare, indicata la configurazione del modello sperimentale (BI: a base isolata, BF: a base fissa), il sistema di isolamento eventualmente utilizzato (rispettivamente con dispositivi ausiliari in gomma, in acciaio o in lega a memoria di forma), linput sismico utilizzato (Colfiorito o EC8) e la PGA corrispondente. Inizialmente si sono eseguite le prove sul modello a base isolata, quindi quelle sul modello a base fissa. In entrambi i casi, linput sismico di Colfiorito stato applicato prima di quello dellEC8, avendo questultimo una durata e delle accelerazioni spettrali maggiori a parit di PGA. Al termine di ciascuna prova pseudodinamica, si valutata sperimentalmente la matrice di rigidezza del telaio in c.a., applicando uno spostamento unitario (1 mm) alli-mo piano, mantenendo bloccati tutti quanti gli altri piani e leggendo le forze esercitate dagli attuatori per portare la struttura a tale configurazione. Successivamente, risolvendo il problema agli autovalori associato alla matrice di rigidezza sperimentale, si calcolato il periodo proprio di vibrazione del telaio in c.a..
1 0.5 acc/PGA 0 0 -0.5 -1
Sa/PGA
Sa/PGA acc/PGA 1 0.5 0 0 5 10 15 20 (sec)

10

15

20 (sec)

-0.5 -1 3.5 3 2.5 2 1.5 1 0.5 0

3.5 3 2.5 2 1.5 1 0.5 0 0 0.5 1 1.5 2 (sec)

0.5

1.5

2 (sec)

(a)

(b)

Figura 14. Accelerogrammi di input normalizzati ed associati spettri di risposta per smorzamento 5%, impiegati nelle prove pseudodinamiche sul telaio in scala 1:2.5. (a) Componente E-W della registrazione di Colfiorito del terremoto Umbro-Marchigiano del 1997 e (b) terremoto artificiale compatibile con lo spettro fornito dallEC8 per terreni tipo B.

31

In figura 14 sono mostrati i due input sismici applicati nelle prove. Il primo (figura 14(a)) corrisponde alla componente Est-Ovest della registrazione di Colfiorito del terremoto UmbroMarchigiano del Settembre 1997. Il secondo (figura 14(b)) rappresenta un terremoto artificiale compatibile con lo spettro elastico fornito dallEC8 per terreni tipo B. Entrambi gli accelerogrammi di input sono stati contratti nella scala dei tempi secondo un fattore pari a 2.5 , per congruenza

con la scala del modello. Sempre in figura 14 sono mostrati gli spettri di risposta elastici, al 5% di smorzamento, associati agli input sismici selezionati. Nellapplicazione della procedura di valutazione della vulnerabilit si fatto riferimento agli spettri di figura 14 per determinare il coefficiente di amplificazione spettrale AD, corrispondente al periodo proprio della struttura. La Figura 15 mostra levoluzione del periodo proprio di vibrazione del telaio in c.a. nel corso delle prove. Come si pu osservare, il periodo non subisce apprezzabili modifiche durante le prove sul modello a base isolata, sottoposto al terremoto di Colfiorito, con PGA pari a 0.15g e 0.35g (Test No. 1-6 di tabella 12), attestandosi intorno a 0.6 sec. a causa della fessurazione del calcestruzzo [Dolce et al. 2003]. A seguito delle prove sul modello a base isolata con laccelerogramma EC8 (Test No. 7-12 di tabella 12), si registra un degrado pi marcato delle caratteristiche dinamiche della struttura, testimoniato da un incremento del periodo del 25% circa, a causa della parziale perdita di aderenza delle barre longitudinali dacciaio in corrispondenza dei nodi trave-colonna. Nessun cambiamento significativo del periodo di vibrazione si registra durante le prove sul modello a base fissa sottoposto al terremoto di Colfiorito, con PGA crescente da 0.05g a 0.2g (Test No. 1317 di tabella 12). Il periodo di vibrazione torna ad aumentare per PGA maggiori di 0.2g, raggiungendo un valore di 1 sec al termine del test a 0.35g (Test No. 20 di tabella 12). Durante le prove sul modello a base fissa, sottoposto allaccelerogramma EC8, con PGA crescente da 0.1g a 0.35g (Test No. 21-25 di tabella 12), il periodo aumenta da 1 a 1.45 secondi, a causa dello sviluppo di significative deformazioni plastiche sulla struttura [Dolce et al. 2003]. Il massimo drift dinterpiano registrato durante la prova a 0.35g risultato pari al 3% circa, al terzo livello. Al termine della prova a 0.35g, sono stati ripetuti due test ad intensit minore di 0.35g, riducendo il rapporto di smorzamento della struttura, dal 3.5% allo 1%. In una prova pseudodinamica lo smorzamento di natura viscosa (dipendente dalla velocit di deformazione) portato in conto numericamente, attraverso la definizione della matrice di smorzamento C, impiegata nella procedura di integrazione on-line delle equazioni del moto. Durante il test ripetuto a 0.3g, la struttura ha raggiunto un massimo drift dinterpiano del 5.4% al terzo livello ed il suo periodo al termine della prova risultato pari a 1.85 sec. La PGA di collasso dipende quindi dal rapporto smorzamento realmente posseduto della struttura. Lesperienza porta a credere che tale rapporto sia

32

pi vicino al 3.5% che allo 1%. Per tale ragione si propensi ad assumere, come PGA di collasso del modello strutturale in questione, un valore leggermente superiore a 0.35g.

(sec)

2 1.8 1.6 1.4 1.2 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 19 10 02 24 10 02 25 10 02 28 10 02 29 10 02 30 10 02 31 10 02 07 11 02 13 11 02 15 11 02 05 12 02 10 12 02 11 12 02 09 01 03 17 01 03 20 01 03 23 01 03 24 01 03 28 01 03 31 01 03 01 02 03 05 02 03 07 02 03


gg.mm.aa

Collasso PGA > 0.35g

T = 0.59 sec Stato fessurato

BI-Colf

BI-EC 8

BF-Colf

BF-EC 8

Figura 15. Evoluzione del periodo proprio di vibrazione (e del danno) nel telaio in c.a. in scala 1:2.5.

Il periodo proprio di vibrazione della struttura nello stato fessurato (0.59 sec) e la PGA di collasso (> 0.35g) ricavati sperimentalmente sono confrontati con quelli forniti dalla procedura numerica in tabella 13. Laccordo fra previsioni numeriche e risultati sperimentali eccellente. Lerrore percentuale sul periodo proprio di vibrazione della struttura risulta di appena il 6%. Analogamente, la stima della PGA di collasso risulta molto accurata e comunque a vantaggio di sicurezza, come negli esempi precedenti (cfr. par. 5.1 e 5.2), ed anche il piano critico colto con esattezza.

Sperimentale Periodo proprio PGA di collasso Piano critico 0.59 sec > 0.35g 3

Numerico 0.554sec (0.526) 0.343g 3 (DUT = 2.395)

Tabella 13. Confronto fra le previsioni numeriche ed i risultati sperimentali relativi al telaio in c.a., in scala 1:2.5.

6. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il confronto tra i risultati sperimentali su modelli di strutture in c.a. in grande scala, sottoposti a prove di simulazione sismica spinte fino a condizioni di collasso totale o incipiente, hanno mostrato

33

la notevole affidabilit della procedura di valutazione della vulnerabilit sismica, sia per ci che riguarda la determinazione del periodo proprio, e, dunque, delle caratteristiche di rigidezza della struttura, sia per ci che riguarda la determinazione della resistenza sismica, valutata in termini di accelerazione massima a terra, per un dato profilo accelerometrico, e lindividuazione del piano in cui si realizza il meccanismo di collasso. Ovviamente va tenuto presente che le condizioni che si potevano prendere in considerazione sono quelle compatibili con le caratteristiche delle sperimentazioni prese in esame. Le prove, infatti, sono state effettuate su modelli piani o modelli 3D prevalentemente sollecitati in una sola direzione e progettati in modo tale che, come avviene peraltro quasi sempre negli edifici esistenti, il collasso si manifesta con un meccanismo di piano a travi forti pilastri deboli. Rispetto alle situazioni di edifici reali sottoposti a terremoti veri, non si potuto verificare la capacit della procedura di mettere correttamente in conto le irregolarit generali di forma e di distribuzione delle rigidezze e/o delle masse in pianta n linfluenza della contemporaneit delle tre componenti ortogonali dellazione sismica. Tuttavia si ritiene che i confronti effettuati siano probanti di una notevole capacit della procedura di cogliere gli aspetti essenziali del funzionamento delle strutture intelaiate, tenuto presente che numerosi sono, comunque, i parametri variati nei quattro casi presi in considerazione. Tra essi i pi importanti sono: le modalit di progettazione: (i) soli carichi verticali, (ii) carichi verticali + (deboli) forze sismiche; la presenza di tamponature in muratura: (i) assenti, (ii) presenti; linput sismico: (i) naturale, (ii) artificiale. il numero di piani: (i) tre, (ii) quattro

Pertanto, nonostante la limitata casistica, le situazioni esaminate sono abbastanza variegate e rappresentative di diverse situazioni reali. I risultati sperimentali sono stati colti con ottima approssimazione dalla procedura VC, ottenendo, con valori standard assegnati ai principali parametri della procedura, valutazioni della resistenza ben approssimate in favore di sicurezza, con un margine che pu accogliere laggravamento degli effetti sismici legato alla tridirezionalit del moto.

7. RINGRAZIAMENTI Questo lavoro stato svolto con il contributo del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti, nellambito del Progetto SAVE (Strumenti Aggiornati per la Vulnerabilit sismica del patrimonio

34

Edilizio e dei sistemi urbani) coordinato da M. Dolce e G. Zuccaro, del Programma Quadro 20002002 - tema 1 Valutazione del rischio sismico del patrimonio abitativo a scala nazionale .

8. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Cardone D., Coelho E., Dolce M., Ponzo F., 2004. Experimental behaviour of R/C frames retrofitted with dissipating and re-centring braces, INTERNATIONAL JOURNAL ENGINEERING Vol. 8, No. 3, 361-396. CEN, European Committee for Standardisation, 1994. Eurocode 8: Design Provisions for Earthquake Resistance of Structures, Part 1.1: General rules, seismic actions and rules for buildings, ENV1998-1-1, Brussels. CEN - Comit Europen de Normalisation, 1991. Eurocode 2: Design of concrete structures - Part 1: General rules and rules for buildings, ENV 1992-1-1, Brussels. Clough R.W., Penzien J., 1975, Dynamics of Structures, McGraw-Hill. Dolce M., Masi A., Moroni C., Liberatore D., Laterza M., Ponzo F.C., Cacosso A., DAlessandro G., Faggella M., Gigliotti R., Perillo G., Samela L., Santarsiero G., Spera G., Suanno P., Vona M., 2004. Valutazione della vulnerabilit sismica di edifici scolastici della Provincia di Potenza, Atti del XI Convegno Nazionale LIngegneria Sismica in Italia, Genova, gennaio 2004. Dolce M., Moroni C., 2005. La valutazione della vulnerabilit e del rischio sismico degli edifici pubblici mediante le procedure VC (vulnerabilit c.a.) e VM (vulnerabilit muratura), Atti del DiSGG N. 4/2005 Dolce M., Cardone D., Ponzo F.C., Valente C., 2005. Shaking Table Tests On Reinforced Concrete Frames Without And With Passive Control Systems, Int. Journal of EARTHQUAKE ENGINEERING
AND STRUCTURAL DYNAMICS, OF

EARTHQUAKE

Volume 34, Issue 14, Pages 1687-1717.

Dolce M., Cardone D., Ponzo F. C., Nigro D., Nicoletti M., 2002. Pseudodynamic Tests on 1/2.5 scale R/C Frame Equipped with Different Isolation Systems, 4th World Conference on Structural Control, Como, 7-12.04.02. Dolce M., Cardone D., Moroni C., Nigro D., Ponzo F. C., Nicoletti M., 2003. Pseudodynamic Tests on a Large Scale Base-Isolated Model, 8TH WORLD SEMINAR
ON

SEISMIC ISOLATION,

35

ENERGY DISSIPATION October 6-10, 2003.

AND

ACTIVE VIBRATION CONTROL

OF

STRUCTURES, Yerevan, Armenia,

FEMA - Federal Emergency Management Agency, 2000. FEMA356 - Prestandard and commentary for the seismic rehabilitation of buildings, Washington D.C., 2000. Min. LL.PP. 1996a. D.M. 16.01.96, Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche (Suppl. Ord. alla G.U. 5-2-1996, N. 29) Min. LL.PP. 1996b. D.M. 09.01.96, Norme tecniche per il calcolo, lesecuzione ed il collaudo delle strutture in c.a., normale e precompresso, e per le strutture metalliche (Suppl. Ord. alla G.U. 5-21996, N. 19) PCM Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2003. Ordinanza N. 3274 del 20/03/2003 Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. PCM Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2005. Ordinanza N. 3431 del 03/05/2005 Ulteriori modifiche ed integrazioni allordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 dell20/03/2003. Legge 5/11/1971 n. 1086, "Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica". Regio Decreto 16/11/1939 n. 2229, "Norme per la esecuzione delle opere in conglomerato cementizio semplice ed armato". Santarella, L. (1968), "Il cemento armato Le applicazioni alle costruzioni civili ed industriali", II volume, Edizione Hoepli.

36

APPENDICE 1

Risultati intermedi e finali della procedura VC applicata al modello non tamponato in scala 1:3.3 del progetto MANSIDE

1 livello resistenza del calcestruzzo resistenza dell acciaio altezza interpiano carico (perm+ acc) per unit di superficie di solaio Modulo elastico del calcestruzzo (val. nominale) Modulo elastico del calcestruzzo (val. sperimentale) Mod. E dellacciaio 34,2 560 1.05 32,93 3658,88 2250

2 livello 34,2 560 1.05 32,90 3658,88 2250

3 livello 34,2 560 1.05 32,36 3658,88 2250 21000

Unit misura MPa MPa m MPa MPa MPa MPa

21000 21000 Tab. 1.1 Dati generali

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 2 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 3 0,15 0,105 0,3768

Unit misura m m cmq cmq mq MPa KN -

0,2512 0,2512 0,2512 0,25 0,5 0,25 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 1,559 3,117 1,559 Taglio resistente in dir X 6,14 7,02 6,14 duttilit di elemento in dir X 3,0 3,0 3,0 Contributo alla duttilit in dir X 0,954 1,092 0,954 Tab. 2a.1 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 1 livello

37

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 2 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 3 0,15 0,105 0,3768

Unit misura m m cmq cmq mq MPa KN -

0,2512 0,2512 0,2512 0,25 0,5 0,25 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 1,036 2,072 1,036 Taglio resistente in dir X 7,04 8,82 7,04 duttilit di elemento in dir X 3 3 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,992 1,156 0,992 Tab. 2b.1 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 2 livello

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 2 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 3 0,15 0,105 0,3768

Unit misura m m cmq cmq mq MPa KN -

0,2512 0,2512 0,2512 0,25 0,5 0,25 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 0,514 1,618 0,514 Taglio resistente in dir X 6,14 7,02 6,14 duttilit di elemento in dir X 3 3 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,954 1,092 0,954 Tab. 2c.1 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 3 livello

38

DUT coeff. di duttilit dir X Rigidezza fessurata di piano, dir X (* con mod. E sperimentale) Taglio resistente in dir X

1 livello 2,871 102,45 63,00* 24,7

2 livello 2,645 126,01 77,49* 22,9

3 livello 3,000 126,01 77,49* 19,3 48,11 0,401 0,400 0,541 0,573*

Unit misura KN/cm KN KN g g g

Tagli agenti in condizioni elastiche 98,19 81,10 Accelerazione spettrale 0,252 0,282 corrispondente al taglio resistente Acc. spettrale con contrib. del 2 ord. 0,251 0,281 PGA di collasso in dir X 0,325 0,335 (* con mod. E sperimentale) 0,343* 0,356* Tab. 3.1 Risultati delle analisi

direzione X (sec) c.a. integro 0,170 (* con mod. E sperimentale) 0,217* Solo c.a. fessurato 0,243 (* con mod. E sperimentale) 0,307* Tab. 4.1 - Tabella dei Periodi propri della struttura

Periodo Proprio

39

APPENDICE 2

Risultati intermedi e finali della procedura VC applicata al modello tamponato in scala 1:3.3 del progetto MANSIDE

1 livello resistenza del calcestruzzo resistenza dell acciaio altezza interpiano carico (perm+ acc) per unit di superficie di solaio Modulo elastico del calcestruzzo (val. nominale) Modulo elastico del calcestruzzo (val. sperimentale) Mod. E dellacciaio 43 560 1,125 32,93 41027 28000

2 livello 43 560 1,05 32,90 41027 28000

3 livello 43 560 1,05 32,36 41027 28000 210000

Unit misura N/mmq N/mmq m KN/mq MPa MPa MPa

210000 210000 Tab. 1.2 Dati generali

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 2 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 3 0,15 0,105 0,3768

Unit misura m m cmq cmq mq MPa KN -

0,2512 0,2512 0,2512 0,25 0,5 0,25 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 1,559 3,117 1,559 Taglio resistente in dir X 7,51 10,02 7,51 duttilit di elemento in dir X 3 3 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,9 1,2 0,9 Tab. 2a.2 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 1 livello

40

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 2 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 3 0,15 0,105 0,3768

Unit misura m m cmq cmq mq MPa KN -

0,2512 0,2512 0,2512 0,25 0,5 0,25 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 1,036 2,072 1,036 Taglio resistente in dir X 7,15 8,93 7,15 duttilit di elemento in dir X 3 3 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,923 1,154 0,923 Tab. 2b.2 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 2 livello

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 2 0,15 0,105 0,3768

Pilastro 3 0,15 0,105 0,3768

Unit misura m m cmq cmq mq N/mmq KN -

0,2512 0,2512 0,2512 0,25 0,5 0,25 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 0,514 1,027 0,514 Taglio resistente in dir X 6,25 7,13 6,25 duttilit di elemento in dir X 3 3 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,955 1,090 0,955 Tab. 2c.2 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 3 livello

41

Resistenza caratteristica a taglio in assenza di carichi verticali Reistenza caratteristica a 1,5 1,5 compressione Modulo Elastico 1550 1550 Tab. 3.2 - caratteristiche tamponature DUT coeff. di duttilit dir X Rigidezza fessurata di piano, dir X (* con mod. E sperimentale) Taglio resistente in dir X (solo c.a.) 1 livello 2,869 114,88 25,04 2 livello 2,643 141,29 23,22

1 livello 0,39

2 livello 0,39

3 livello 0,39 1,5 1550

Unit misura MPa MPa MPa

3 livello 3,00 141,29 19,62 69,81 48,11 1,451 1,449 1,389 1,415 *

Unit misura KN/cm KN KN KN g g g

Taglio resistente in dir X (c.a. + tamp) 74,15 72,69 Tagli agenti in condizioni elastiche 98,19 81,10 Accelerazione spettrale corrispondente 0,755 0,896 al taglio resistente Acc. spettrale con contrib. del 2 ord. 0,754 0,895 PGA di collasso in dir X 0,677 0,727 (* con mod. E sperimentale) 0,690* 0,740* Tab. 4.2 Risultati delle analisi

direzione X (sec) c.a. integro 0,161 (* con mod. E sperimentale) 0,194* Solo c.a. fessurato 0,227 (* con mod. E sperimentale) 0,275* c.a. integro con tamp. integre 0,115 (* con mod. E sperimentale) 0,126* c.a. fess. con tamp. integre 0,133 (* con mod. E sperimentale) 0,141* c.a. fess. con tamp. fess. 0,163 (* con mod. E sperimentale) 0,177* Tab. 5.2 - Tabella dei Periodi propri della struttura

Periodo Proprio

42

APPENDICE 3

Risultati intermedi e finali della procedura VC applicata al modello in scala 1:4 del progetto ECOEST II

1 livello resistenza del calcestruzzo resistenza dell acciaio altezza interpiano carico (perm+ acc) per unit di superficie di solaio Modulo elastico del calcestruzzo (val. nominale) Mod. E dellacciaio 21,95 275 0.75 926 29342,5

2 livello 21,95 275 0.75 926 29342,5

3 livello 4 livello 21,95 275 0.75 926 29342,5 210000 21,95 275 0.75 550 29342,5 210000

Unit misura MPa MPa m KN/mq MPa MPa

210000 210000 Tab. 1.3 Dati generali

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,0625 0,075 0,3768

Pilastro 2 0,0875 0,075 0,5886

Pilastro 3 0,0625 0,075 0,3768

Unit misura m m cmq

0,2512 0,2512 0,2512 cmq 0,38 0,76 0,38 mq 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 2,69 3,85 2,69 MPa Taglio resistente in dir X 2,09 5,27 2,09 KN duttilit di elemento in dir X 2,91 2,745 2,91 Contributo alla duttilit in dir X 0,322 0,766 0,322 Tab. 2a.3 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 1 livello singolo telaio piano

43

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,0625 0,075 0,3768

Pilastro 2 0,0875 0,075 0,5886

Pilastro 3 0,0625 0,075 0,3768

Unit misura m m cmq

0,2512 0,2512 0,2512 cmq 0,38 0,76 0,38 mq 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 1,47 2,78 1,47 MPa Taglio resistente in dir X 1,20 2,39 1,20 KN duttilit di elemento in dir X 3 2,954 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,447 0,596 0,477 Tab. 2b.3 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 2 livello singolo telaio piano

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,0625 0,075 0,3768

Pilastro 2 0,0625 0,075 0,5886

Pilastro 3 0,0625 0,075 0,3768

Unit misura m m cmq

0,2512 0,2512 0,2512 cmq 0,38 0,76 0,38 mq 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 1,17 2,39 1,17 MPa Taglio resistente in dir X 1,53 2,06 1,53 KN duttilit di elemento in dir X 3 2,954 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,447 0,596 0,477 Tab. 2c.3 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 3 livello singolo telaio piano

44

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,0625 0,075 0,518

Pilastro 2 0,0625 0,075 0,3768

Pilastro 3 0,0625 0,075 0,518

Unit misura m m cmq

0,2512 0,2512 0,2512 cmq 0,38 0,76 0,38 mq 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 0,446 0,892 0,446 MPa Taglio resistente in dir X 1,53 2,06 1,53 KN duttilit di elemento in dir X 3 3 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,528 0,444 0,528 Tab. 2d.3 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 4 livello singolo telaio piano

DUT coeff. di duttilit dir X Rigidezza fessurata di piano, dir X Taglio resistente in dir X

1 livello 2 livello 3 livello 4 livello Unit misura 2,818 2,943 2,385 3,000 45,31 45,31 28,65 28,65 KN/cm 18,90 15,24 10,23 64,93 0,158 0,155 0,503 9,76 28,70 0,340 0,336 1,376 KN KN g g g

Tagli agenti in condizioni elastiche 101,17 89,09 Accelerazione spettrale corrispondente al 0,187 0,171 taglio resistente Acc. spettrale con contrib. del 2 ord. 0,185 0,169 PGA di collasso in dir X 0,710 0,679 Tab. 3.3 Risultati delle analisi

direzione X (sec) c.a. integro 0,306 c.a. fessurato 0,430 Tab. 4.3 - Tabella dei Periodi propri della struttura

Periodo Proprio

45

APPENDICE 4

Risultati intermedi e finali della procedura VC applicata al modello in scala 1:2.5 del progetto POP-LADIB

1 livello resistenza del calcestruzzo resistenza dell acciaio altezza interpiano carico (perm+ acc) per unit di superficie di solaio Modulo elastico del calcestruzzo (val. nominale) Mod. E dellacciaio 22,74 459,3 1,2 9,36 3183,84

2 livello 25,3 459,3 1,2 9,38 3183,84

3 livello 4 livello 26,0 459,3 1,2 9,70 3183,84 21000 25,9 459,3 1,2 5,92 3183,84 21000

Unit misura MPa MPa m KN/mq MPa MPa

21000 21000 Tab. 1.4 Dati generali

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,10 0,12 0,636

Pilastro 2 0,14 0,12 0,636

Pilastro 3 0,10 0,12 0,636

Unit misura m m cmq

0,424 0,424 0,424 cmq 1 2 1 mq 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 2,86 4,09 2,86 MPa Taglio resistente in dir X 5,51 11,61 5,51 KN duttilit di elemento in dir X 2,9 2,73 2,9 Contributo alla duttilit in dir X 0,353 0,7 0,353 Tab. 2a.4 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 1 livello singolo telaio piano

46

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,10 0,12 0,636

Pilastro 2 0,14 0,12 0,636

Pilastro 3 0,10 0,12 0,636

Unit misura m m cmq

0,424 0,424 0,424 cmq 1 2 1 mq 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 2,08 2,97 2,08 MPa Taglio resistente in dir X 5,14 10,03 5,14 KN duttilit di elemento in dir X 3 2,93 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,38 0,723 0,38 Tab. 2b.4 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 2 livello singolo telaio piano

Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,10 0,12 0,636

Pilastro 2 0,10 0,12 0,636

Pilastro 3 0,10 0,12 0,636

Unit misura m m cmq

0,424 0,424 0,424 cmq 1 2 1 mq 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 1,3 2,6 1,3 MPa Taglio resistente in dir X 4,70 5,48 4,70 KN duttilit di elemento in dir X 3 2,98 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,474 0,549 0,474 Tab. 2c.4 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 3 livello singolo telaio piano

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Pilastro 1 dimensioni pilastro in dir X dimensioni pilastro in dir Y Area acciaio, efficace in dir X Area acciaio, efficace in dir Y Area di influenza di solaio 0,10 0,12 0,848

Pilastro 2 0,10 0,12 0,424

Pilastro 3 0,10 0,12 0,848

Unit misura m m cmq

0,424 0,424 0,424 cmq 1 2 1 mq 0,5 0,5 0,5 coeff. pil, i, j cpil, i, j - coeff. di deformabilit 9 9 9 Tensione normale di compressione 0,49 0,99 0,49 MPa Taglio resistente in dir X 5,25 3,46 5,25 KN duttilit di elemento in dir X 3 3 3 Contributo alla duttilit in dir X 0,564 0,371 0,564 Tab. 2c.4 - caratteristiche e risultanze dei pilastri del 4 livello singolo telaio piano

DUT coeff. di duttilit dir X Rigidezza fessurata di piano, dir X Taglio resistente in dir X

1 livello 2 livello 3 livello 4 livello Unit misura 2,795 2,964 2,395 3 73,72 77,91 49,91 49,75 KN/cm 45,24 40,65 29,77 179,33 0,166 0,164 0,34 27,91 80,45 0,345 0,345 0,9 KN KN g g g

Tagli agenti in condizioni elastiche 274,88 243,07 Accelerazione spettrale corrispondente al 0,165 0,167 taglio resistente Acc. spettrale con contrib. del 2 ord. 0,163 0,166 PGA di collasso in dir X 0,399 0,43 Tab. 3.4 Risultati delle analisi

direzione X (sec) c.a. integro 0,39 c.a. fessurato 0,55 Tab. 4.4 - Tabella dei Periodi propri della struttura

Periodo Proprio

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