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Breve racconto a quattro mani realizzato da Alessandra P. ed Elisabetta B.

Ogni riferimento a fatti storici, personaggi o luoghi reali completamente fittizio. Nomi, personaggi e luoghi appartengono alla fantasia degli ideatori che ne detengono il Copyright. Titolo originale: Il treno fantasma Copyright 2011 Alessandra P. & Elisabetta B.

Visita la citt virtuale di Misty Hill: http://mistyhillgdr.forumcommunity.net

Il treno fantasma
Strano se non impossibile da credersi. Misty Hill era pi moderna e attiva di quanto Castiel immaginasse. Sar che inizialmente la nebbia provvedeva a nascondere per bene ogni angolo della citt, ma ora che aveva imparato a destreggiarsi lungo quelle strade e attraverso quei vicoli, poteva affermare tranquillamente che quel luogo era tutt'altro che morto. Misty Hill era viva, solo Cass non aveva idea se considerarlo un aspetto positivo o meno. Scuole, museo, biblioteca, polizia... Dannazione a lui, c'era davvero tutto. E come ogni citt che si rispetti, ci stava anche la stazione dei treni; anche se poteva scommettere una manciata delle sue piume nere che la gente la usasse principalmente per scappare da l. - Hai freddo? - chiese l'angelo alla sua donna, mentre attraversavano a lunghi passi la strada per arrivare fino al piazzale della stazione. Il vecchio orologio appeso l davanti segnava le 19:57, il sole (avevano quasi scordato esistesse) doveva essere tramontato da un pezzo, i lampioni, anche se accesi non illuminavano un bel niente e la nebbia era pi fitta del solito. - Crepuscolo serale... - comment poi a bassa voce. - Avanti, rinfrescami la memoria riguardo queste strane storie che girano sulla ferrovia. No, non era esattamente una romantica passeggiata tra due innamorati quella, anche se poteva sembrarlo. Anche se forse Betsy l'avrebbe preferito. Castiel e la sua cacciatrice erano l per uno scopo ben preciso: fare il proprio lavoro. Ma gira voce che ogni primo giorno del mese, al crepuscolo, si senta distintamente il rumore di un treno correre sulle rotaie abbandonate accompagnato da un fischio molto simile a quello di una vecchia locomotiva a vapore. Betsy recit quelle parole a memoria. Le aveva lette e rilette su uno dei libri di storia locale che era riuscita a strappare ad Estrelle
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dalla sezione proibita. La stazione dei treni sembrava abbandonata a quell'ora della sera, come se non appartenesse pi di diritto ai vivi. Betsy rabbrivid ma non perch avesse freddo; si era coperta per bene prima d'uscire di casa. Piuttosto era quel luogo che la metteva a disagio, e non si riferiva solo a quel luogo ma alla citt intera. Non si sarebbe mai abituata alla sua atmosfera tombale. Betsy lanci una veloce occhiata a Castiel, e quasi in un gesto spontaneo allacci le dita di una mano alle sue. Il silenzio la spaventava pi di mille frastuoni, perch precedeva sempre qualche guaio; lo sapeva per esperienza oramai. - Samuel Colt stesso ha fatto s che questa ferrovia venisse costruita. - parl Betsy a voce bassa, quasi avesse timore di essere udita da qualcuno - Perch Cass? Sapeva che neppure l'angelo aveva ancora trovato risposta a quella domanda. Ecco perch erano l, ecco perch avevano lasciato Cahetel da Ester e Nick dicendogli che la mamma e il pap sarebbero andati fuori a cena per festeggiare il loro anniversario. Betsy si strinse nelle spalle osservando attentamente quel posto che celava molto di pi di quello che si poteva pensare. A Misty Hill la nebbia serviva a velare i suoi misteri. Dissiparla significava squarciare il velo della verit... Castiel scosse a malapena la testa alla domanda di Betsy. Il motivo preciso per cui Samuel Colt avesse voluto costruire quella ferrovia gli era ancora sconosciuto, era per chiaro che l'uomo dovesse sapere un bel po' di cose riguardo quel lembo di terra che si estendeva tra Portland e Brunswick. Laggi le attivit paranormali erano iniziate ben prima del 1987, non riusciva a trovare altre spiegazioni. Stringendo la mano della sua donna, Cass attravers il piazzale deserto ed entr nella sala d'aspetto anch'essa vuota. Come immaginava a quell'ora la biglietteria era chiusa, se mai qualcuno avesse avuto bisogno di un biglietto avrebbe comunque potuto usufruire del distributore automatico che stranamente funzionava.
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Lui e Bet in effetti aspettavano di prendere un treno, per il quale sicuramente non v'era bisogno di alcun biglietto. - E' probabile che sia solo una superstizione del posto. Un treno fantasma. E fin troppo cinematografico. Non pensi anche tu? La sua domanda fu accompagnata da una strana intermittenza nelle luci della sala in cui si trovavano. Segno che qualcuno si sarebbe dovuto premurare di cambiare le lampadine in quel posto dannato. O forse semplicemente, secondo il manuale del giovane cacciatore, qualcosa di soprannaturale si stava avvicinando. Quando Betsy entr nella sala d'aspetto si guard attorno quasi con la speranza di vedere qualcuno. Ma quel posto sembrava abbandonato, e non solo dai vivi. Alle parole di Castiel sorrise e alz le spalle. - Da quando siamo a Misty Hill non mi stupisco pi di nulla!esclam. Betsy sapeva riconoscere fin troppo bene quella quiete stagnante; era l'attesa per qualcosa che sarebbe accaduto di l a poco. A dare il primo segnale furono le luci al neon; sembrava quasi che qualcuno stesse giocando con l'interruttore. Betsy si strinse di pi a Cass, pronta ad estrarre il pugnale che portava sempre con s nella borsa. Ma un rumore indistinguibile la fece sobbalzare. Un fischio che aveva sentito forse nei film o solo nella sua immaginazione. Quel rumore era accompagnato da uno ancora pi udibile: le rotaie della stazione fino a poco prima deserte sembravano ora animate. - Cass... ma ma lo senti anche tu? - domand credendosi pazza. Il rumore divenne sempre pi vicino e si fece pi fastidioso, tant' che Betsy fu costretta a lasciare la mano di Castiel per portarsi le mani alle orecchie. Era un treno quello che si avvicinava correndo alla stazione. Fantasma o no, il fischio di quella locomotiva era maledettamente vero. Betsy, senza rendersi nemmeno conto di quello che stava per
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fare, si precipit fuori a vedere. E avvolto l nella nebbia, come un mostro fumante, c'era il treno fantasma che tanto alimentava la fantasia dei Mistylliani. Betsy lo fiss con occhi sgranati, come se non riuscisse a credere a quello che vedeva. Ma era proprio l quella vecchia locomotiva, che pareva stesse aspettando loro per proseguire la sua folle corsa verso la leggenda. Betsy non stava impazzendo, quel rumore era reale. E ben presto entrambi appurarono che lo era anche la vecchia locomotiva a vapore. Il termine "reale" era esagerato comunque, visto che quella macchina altro non era che un ammasso di ectoplasma piuttosto che ferraglia. E lo si poteva intuire dall'intermittenza esagerata che causava alle luci nella sala d'aspetto e dallo schermo che in teoria doveva visualizzare gli arrivi e le partenze, in pratica invece era nero tempestato di puntini bianchi. Castiel si avvicin alla sua donna e la prese nuovamente per mano. - Speriamo non ci sia il controllore o ci dar la multa per non aver obliterato il biglietto. - dalla sua battuta era evidente che l'angelo fosse deciso di salire, sapeva che anche Bet lo stava pensando. E anche la locomotiva, visto che in quel momento si apr lentamente la porta del vagone di fronte a loro. Betsy ne aveva viste di cose strane in vita sua. Ma quella le batteva tutte; o quasi... La porta del vagone s'apr sbuffando fumo, o meglio: nebbia. Betsy rest l impalata a fissare davanti a s senza essere capace di muovere un muscolo. Era incredibile... Quello andava oltre la semplice caccia al demone. Quello andava oltre l'umana, e forse angelica, immaginazione. Ci che smosse Betsy e la convinse a salire a bordo fu il fischio del treno. Cos reale... Betsy sobbalz e interpret quell'assordante richiamo come un monito a saltare a bordo. La ragazza allora lanci un'occhiata a Cass e sal il primo gradino, poi il secondo e il terzo. In meno di due minuti era a bordo del treno fantasma, dove ogni cosa era paradossalmente reale e tangibile.
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Era vuoto. Non c'erano altri passeggeri a bordo; almeno in quel vagone. Betsy aspett che Cass le fosse affianco. E quando furono entrambi a bordo, la porta si richiuse e il treno si mosse lentamente. Deglut e nonostante avesse una paura terribile, sent l'eccitazione per quella nuova avventura salire a livelli massimi. E una sola domanda le sorse nella mente: dove stavano andando? - Stammi vicina. - sussurr l'angelo alla propria donna, tenendola ben stretta per mano. Non gliel'avrebbe lasciata se non dopo esser scesi illesi da quel vecchio treno, anche se era inappropriato chiamare il luogo in cui si trovavano in quel modo. Volendo essere pignoli, si stavano muovendo all'interno di una campana d'ectoplasma. Costruita davvero egregiamente, pens; c'erano voluti anni... Secoli per donargli quella forma perfetta e cos maledettamente tangibile. Reale. Non erano soli, chiaro. Chi aveva dato vita a quella vecchia locomotiva li stava osservando e Castiel lo percepiva. Quello che non percepiva, invece, era la tipica atmosfera di odio o vendetta che ogni spirito maligno portava con s a Misty Hill. No, tutt'altro. Quando Castiel allung la mano libera e l'adagi lentamente sullo schienale di un sedile alla sua destra, comprese il motivo per cui semplice ectoplasma poteva creare una simile visione cos compatta e palpabile. Era completamente impregnato di paura e terrore, che sembravano fungere da collante. - Qualcuno ci sta osservando, lo senti? E la vecchia locomotiva, in tutta risposta, fischi. Betsy strinse forte la mano di Castiel e prese a guardarsi attorno. Quello era il luogo, se cos poteva essere chiamato, pi strano e insolito nel quale era mai stata. Pi che un luogo era un... tempo. Betsy e Castiel, senza volerlo, stavano per compiere un viaggio spazio temporale che li avrebbe strappati al presente per qualche istante. Il treno, pi che condurli verso demoni o altre entit demoniache, stava mostrando loro un pezzo di storia di Misty
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Hill, un tracciato del suo passato che si intersecava forse nei misteri sui quali tanto stavano indagando. E Hope, una volta tanto, non c'entrava. Alla domanda di Castiel, Betsy rabbrivid. S, anche lei avvertiva quella sensazione ma il suo non era stato un brivido di terrore. Piuttosto le sembr che qualcosa le fosse passata accanto provocando un lieve spostamento d'aria. La locomotiva fischi di nuovo, e subito dopo a Betsy parve di sentire un vociare sommesso farsi sempre pi vicino. Il treno, davanti ai loro occhi, stava prendendo vita. Gli spiriti di coloro che vi avevano viaggiato per l'ultima volta si materializzarono come per incanto. Non erano persone vere quelle che si trovavano in quella carrozza con loro, e non erano neppure ectoplasmi senza forma. Non fu facile per Betsy definire quello che stava osservando in quel momento, soprattutto perch era troppo impegnata a chiedersi se tutto ci fosse vero. O magari stava solo sognando... All'improvviso un uomo si par di fronte a loro. Betsy indietreggi di un passo, stupita pi che spaventata. Squadr quella figura eterea eppure allo stesso tempo cos visibile dalla testa ai piedi: l'abbigliamento e il modo di porsi le fecero intendere che quell'uomo non aveva a che fare nulla con il loro tempo. - Prendete pure posto. - disse a Betsy e Castiel indicando i due sedili pi vicini - Lei arriver presto! Quindi fece un leggero inchino e dopo aver superato la coppia, svan. - Lei...? - domand a voce bassa Betsy, incapace ancora di credere a ci che vedeva. Si era forse riferito a Hope? No, quel demonio non c'entrava nulla con quella storia... Betsy guard Cass come a chiedergli una spiegazione plausibile a ci che stava avvenendo, quando dalla porta che separava i due vagoni comparve una donna ben vestita ed elegante. Senza degnare i due di uno sguardo, and a sedersi proprio sul sedile di fronte a quelli che l'uomo aveva indicato loro.
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La donna prese a fissare fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva veloce; la sua aria era melanconica e nei suoi occhi vi si poteva leggere una nota di tristezza non insolita negli spettri. Betsy allora si sedette e fece cenno a Castiel di fare lo stesso. Non sapeva ancora spiegarsene il motivo, ma sentiva che quella donna aveva solo bisogno di essere ascoltata da qualcuno. Castiel si accomod al fianco di Betsy, senza distogliere lo sguardo da Lei... Lo spirito della donna che tutto sembrava fuorch malintenzionato. L'angelo era oramai talmente abituato a dover fronteggiare certe creature, che gli parve quasi assurdo pensare che a Misty Hill potessero vagare anime innocue. - Finalmente siete arrivati. - esord in un sussurro la donna, anche se che sembrava pi impegnata a fissare il paesaggio notturno in movimento fuori dal finestrino. - La diligenza di notte pericolosa, soprattutto da queste parti. E' una fortuna che la ferrovia sia arrivata sin qui. La donna dall'aspetto malinconico si volt finalmente a guardare i suoi interlocutori e sorrise dolcemente, sembrava aver intuito il disagio e la confusione dei due. - Il mio nome Colleen Lawson. - aggiunse lapidaria. Ed il treno fischi di nuovo, facendo stavolta sobbalzare l'impassibile angelo del Signore. Anche Betsy sobbalz quando il treno fischi, quasi a fare eco a quel nome. Guard la donna, incapace di staccare gli occhi da lei. Sembrava cos reale la sua presenza che Betsy resistette all'impulso di allungare una mano e toccarla. - Il mio nome Colleen Lawson.- disse ancora, - E sto aspettando che lui salga sul treno. Fuggiremo via da questa terra che rifiuta di vederci assieme. Gli uomini cercano l'amore, ma invidiano quando qualcun altro lo trova. La donna fece una pausa. Continuava a fissare fuori dal finestrino un paesaggio che si faceva via via pi nebbioso. Betsy lanci un'occhiata a Castiel. Era forse il caso di porre qualche domanda alla donna? Che cosa ci facevano tutti e due su quella locomotiva? Ma prima che potesse aprire bocca la donna
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prosegu: - Non vogliono vederci assieme perch lui non ha denari. - disse, - Ma l'amore non conosce alcun tipo di barriera economica, o di razza o di et. La donna si volt finalmente a guardare Betsy e Castiel. Sorrise dolcemente. - E voi lo sapete meglio di chiunque altro. Voi potete capirmi, non vero? La donna si sporse un poco verso Betsy e la fiss negli occhi. Alla ragazza parve di riconoscere quello sguardo, occhi di chi ama disperatamente e follemente ma che allo stesso tempo non pu esprimere i suoi sentimenti come vorrebbe perch qualcosa, o qualcuno, glielo impedisce. Lei aveva sofferto un dramma simile quando si era scoperta innamorata di Castiel. Una donna e un angelo. Sacrilego e impensabile. S, lei sapeva esattamente cosa significavano le parole della donna perch le aveva provate sulla sua stessa pelle. E Castiel poteva dire lo stesso. Il volto dellangelo si adombr; le parole del fantasma lo fecero riflettere: non potevano stare l dentro in eterno, presto sarebbe accaduto qualcosa. Le anime intrappolate in questo mondo ancora non hanno trovato la pace; ci significava che Colleen, quella stessa notte, stava per rivivere per l'ennesima volta la propria morte. - Ha detto che sta aspettando che lui salga sul treno... - Cass lanci di nuovo un'occhiata fuori dal finestrino, quel buio pesto gli impediva di capire verso dove erano diretti. Un momento: ma si stavano muovendo davvero o era solamente frutto della loro immaginazione? La donna annu con la testa e imit l'angelo, voltandosi verso il vetro appannato. - Tra circa un'ora arriveremo a Westbrook. Finalmente saremo assieme. Andremo a vivere ad Augusta. L nessuno ci conosce, nessuno immagina... - le guance pallide della donna arrossirono leggermente e lei parve accorgersene, dal momento che le copr entrambe con le mani.
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Ma Castiel c'avrebbe scommesso le ali che Colleen non sarebbe mai giunta ad Augusta assieme al suo amato. Forse non sarebbe mai giunta nemmeno a Westbrook... L'angelo volse lo sguardo verso Betsy e annu. Dovevano fare in modo di scuotere quell'anima, farle capire che oramai non c'era nessun amato da incontrare, nessuna citt da raggiungere. Se non ci fossero riusciti, Colleen avrebbe rivissuto per sempre quella triste notte. Ma come dire ad una donna scalpitante per vedere finalmente il proprio uomo che in realt era morta da almeno un secolo? Betsy sent gli occhi inumidirlesi per la piet che stava provando verso quella donna il cui destino ancora non conosceva. Non sarebbe mai arrivata a destinazione; non avrebbe mai visto avverarsi ci che desiderava. Se non fosse stato cos, di certo non si sarebbe mai ritrovata l di fronte a loro ad anni di distanza, a parlare della sua vita come se il suo tempo fosse ancora il presente. Betsy lanci un'occhiata a Castiel e istintivamente gli strinse di pi la mano. Finalmente saremo insieme, aveva detto la donna. Lo stesso pensiero che aveva fatto lei quando pot stare col suo angelo senza nascondersi o senza avere il timore che qualcuno li punisse. Vivere la loro storia senza pi timori era stato il pi grande regalo che Dio poteva farle. Betsy sent lo sguardo dello spirito che le sedeva di fronte fissarla con molta intensit. La donna si zitt e nel vagone ci fu silenzio. Poi Betsy torn a guardare la donna e prima che potesse anche solo muovere un muscolo questa l'afferr per un braccio. Quel tocco fu reale pi di quanto lei si fosse immaginata. Cerc di ritrarsi atterrita, quando l'avvolse il buio pi pesto che i suoi sensi avessero mai visto. Betsy Gravestone cess di esistere per un tempo che solo Dio sarebbe riuscito a calcolare. Colleen Lawson, al contrario, torn a riempire i polmoni di aria. Si fiss quelle mani piccole e delicate con le quali si tast il viso e i capelli. Quindi sospir e si alz in piedi. Nemmeno rivolse uno
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sguardo allo sconosciuto che gli stava seduto affianco. Se ne torn nella sua cabina ad attendere che il treno arrivasse a Westbrook, dove il suo amato sarebbe salito a bordo per restare con lei per sempre. - Ehi, bastarda! Dove credi di andare? - Cass la segu a lunghi passi, ma prima di metter piede nella cabina occupata da Betsy e Colleen venne trattenuto da qualcuno o qualcosa per un braccio. - Che diavolo... - Quando l'angelo si volt, cap di trovarsi faccia a faccia con un altro fantasma. Non serviva chiedergli chi fosse n da dove provenisse. E nemmeno che cosa volesse. L'istante successivo Castiel non era pi padrone di quello che oramai era divenuto il suo corpo. - Colleen. La voce di Jimmy Novak usc dalle labbra gentile e quasi armoniosa, come Castiel non l'aveva mai usata. L'uomo si affacci alla cabina in cui la donna stava seduta e sembrava aspettare ardentemente qualcuno. - Colleen... Eccomi. La donna, non appena riconobbe quella voce, si volt a guardare l'uomo che era appena apparso sulla porta della sua cabina. Sobbalz e salt in piedi. Non poteva credere ai suoi occhi. - Victor ma... Ma non dovevi salire S'interruppe a met e scoppiando in un pianto liberatorio corse da lui per allacciargli le braccia al collo. Sollev poi la testa e gli pos le labbra sulle sue in un bacio dolce e passionale. Quindi lanci un'occhiata in corridoio e s'affrett a farlo entrare nella sua cabina. Se qualcuno lo avesse visto, avrebbero passato entrambi dei guai molto seri. Lo costrinse a sedersi senza staccare gli occhi da lui, senza levare le mani dal suo volto. - E' pericoloso... - disse preoccupata - Perch sei qui adesso? Mio zio ancora non scende dal treno e se ci scopre sai bene che sarebbe capace di... Si blocc incapace di ultimare la frase. Tutta la sua famiglia era contraria a quella relazione. Come poteva la figlia di un famoso industriale frequentare un semplice maniscalco come Victor
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Hughes? Era impensabile. Lei da sola avrebbe disonorato l'onore di tutti i Lawson. E suo zio, pi di suo padre, era stato chiaro: se l'avesse ancora trovata in compagnia di quel pezzente, l'avrebbe ucciso senza alcuna piet. - Non possiamo farci vedere insieme! - riprese a dire Colleen in preda all'angoscia e alle lacrime. Il loro era un amore impossibile. Solo lontani da l sarebbero potuti stare assieme. Tutto era contro di loro, nessuno era disposto ad aiutarli poich assecondare quel folle sentimento sarebbe stato come scavarsi la fossa con le proprie mani. Chi si metteva contro i Lawson, perdeva ogni cosa in un modo o nell'altro. Betsy Gravestone, annientata da quello spirito nel corpo e nella mente, avrebbe di sicuro capito la situazione. Lei ne aveva vissuta una molto analoga col suo angelo tanto tempo prima... Finalmente Victor poteva toccare di nuovo, baciare le labbra della sua donna. Era diversa, eppure era la sua Colleen, da sempre. Ed era deciso che da quella notte lo sarebbe stata per sempre. - Non piangere mia amata, non ci vedranno assieme. N stanotte, n mai. Ma tu... Tu dovrai ascoltare parola per parola ci che ti dico, ti fidi di me, Colleen? Il viso della giovane donna rigato dalle lacrime gli avrebbe stretto il cuore, se solo ne avesse ancora avuto uno. Ma Victor, a differenza di Colleen, sapeva bene ci che era: morto. Il suo spirito aveva posseduto il corpo dell'uomo in impermeabile. Che strana sensazione, sembrava non fosse l'unico ad occupare quellinvolucro di carne ed ossa. - Non piangere e ascoltami. Questo treno non arriver mai a Westbrook e noi non potremo andare a vivere ad Augusta come avevi sempre sognato tu. La voce dell'uomo era rotta dall'emozione. Sembrava sull'orlo di piangere, perch sapeva che pronunciando quelle parole avrebbe ferito profondamente Colleen. Ma non aveva altra scelta. Colleen ascolt ammutolita le parole del suo amato Victor. Non
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capiva davvero dove lui volesse arrivare, che cosa le volesse dire. Forse suo zio lo aveva gi sorpreso salire sul treno, e gli stava gi dando la caccia? Colleen deglut spaventata all'idea di quello che sarebbe potuto accadere. Ma si fidava di Victor. Lui era l'unico in tutta la sua esistenza che l'aveva considerata per ci che era, e non semplicemente come la figlia di uno degli uomini pi importanti e ricchi di quella terra. Non gli aveva mai mentito, e dunque perch doveva farlo ora? Solo non capiva perch le stesse rivolgendo quelle parole, che l'allarmarono. Gli strinse forte le mani. - Non capisco quello che vuoi dirmi. - gli disse guardandolo intensamente negli occhi, - Ma so che non mi feriresti mai. Qualunque cosa mi dirai di fare la far, solo spiegami che succede Victor. Mi stai spaventando. E la locomotiva fischi costringendo Colleen a sobbalzare e a rifugiarsi tra le braccia del suo uomo. Quale felicit era poterlo abbracciare di nuovo! Erano stati costretti a separarsi per qualche giorno, per non far insospettire nessuno prima della fuga, ma a lei era sembrata trascorsa un'eternit. Sembrava che fossero trascorsi dei secoli. E Colleen non poteva sapere quanto questo fosse vero. Victor la strinse a s baciandole i capelli. Avrebbe voluto restare cos per chiss quanto tempo ancora, ma il momento fatidico si stava avvicinando. Stavolta non l'avrebbe permesso. Dal momento in cui era entrato in possesso del corpo di Castiel, aveva maturato subito la consapevolezza che quella notte avrebbe avuto finalmente le facolt di cambiare il destino dell'anima della sua amata. - Tu non dovrai fare nulla, amore. Solo avere pazienza. E non impedirmi di fare questo... - Victor le sfior le guance con un dito e sciolse l'abbraccio. Senza indugiare, si affrett a raggiungere l'estremit della carrozza; afferr la maniglia e l'apr non senza difficolt. L'aria umida e gelida della notte lo colp come uno schiaffo in pieno volto, ma Victor parve non curarsene. Ci che doveva fare ora era semplice, sganciare la carrozza dal
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resto della locomotiva. Sembrava facile a dirsi, ma quel bullone enorme che stava ai suoi piedi aveva tutta l'aria di non volersi sfilare tanto facilmente. Facendo ben attenzione a non perdere l'equilibrio, l'uomo si chin ed utilizz tutta la forza e la rabbia che la sua anima aveva accumulato in tutti quegli anni di pena e solitudine. La Grazia che giaceva assieme a lui all'interno di quel corpo aiut Victor nell'impresa, anche se per poco non cadde di sotto. L'uomo si rialz in piedi tenendosi saldamente alla porta. Non gli pareva vero: ce l'aveva fatta, l'anima di Colleen finalmente era in salvo. Dopo essersi mossa per qualche centinaio di metri per inerzia, la carrozza pian piano cess la sua corsa. Ed il silenzio della notte venne squarciato da un boato accompagnato da una luce all'orizzonte che illumin l'aperta campagna a giorno. Senza distogliere lo sguardo da quella scena mozzafiato, Victor cerc la mano della sua amata. Ora sarebbe giunta la parte pi difficile, per lei. Colleen, perfettamente a suo agio in quel corpo giovane, si lasci cullare dal suo amore ancora un poco. Quando Victor si stacc da lei rivolgendole delle parole che non cap, si costrinse a seguirlo. Che suo zio la scoprisse pure, non le importava pi nulla, ora che finalmente era assieme a lui. Lo segu senza fare domande, ma quando cap cosa voleva fare cerc di fermarlo. - Ma che cosa fai?- domand allarmata. Tuttavia qualcosa le disse di lasciarlo fare e lo guard per tutto il tempo, lanciandosi ogni tanto uno sguardo alle spalle col timore che potesse sopraggiungere qualcuno. Scatt in avanti lanciando un grido quando per poco Victor non cadde sulle rotaie del treno e allung una mano per afferrare il suo braccio. Il freddo l fuori pungeva quasi a ferire la pelle. - Ma che succede? La carrozza sulla quale stavano viaggiando rallent per poi fermarsi del tutto. Colleen si guard attorno, con aria
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interrogativa. Fece per chiedere ancora a Victor cosa stesse succedendo quando sent un boato, uno scoppio che parve perforarle i timpani per la sua violenza. Lanci un grido e si rifugi tra le braccia di Victor. Non trov la forza per guardare ma cap quello che era successo. Le altre carrozze si erano schiantate, il treno doveva essere deragliato. E su quel treno c'era suo zio. Con le lacrime che presero a sgorgargli dagli occhi guard il viso di Victor, sconvolta e confusa. - Ma cosa Come facevi... Che succede? In un attimo era cambiato tutto. E Colleen ancora non poteva sapere che in un attimo la sua anima cambi destinazione. Victor era riuscito in appena met del proprio intento. Ma se Colleen si fosse rifiutata di credergli, a nulla sarebbe valso quello sforzo. La sua amata sarebbe rimasta comunque intrappolata in quel luogo senza tempo, senza luce, e senza di lui. Come spiegarle che avevano entrambi abbracciato la Morte da secoli, oramai? - Colleen, amore mio. Guardami. Questo viso, queste mani... Questo corpo. Non sono miei. E se tu potessi vederti, non ti riconosceresti nel corpo di cui ti stai servendo. L'uomo in impermeabile prese una mano della donna e se la port alle labbra per baciargliela, poi l'attir a s stringendosela stretta al petto. - Siamo tutti morti, Colleen. Tu in realt sei rimasta vittima di quell'esplosione. Non arrivasti mai da me, a Westbrook. Victor fece una breve pausa, ma non lasci il tempo a Colleen di dire qualcosa. - La gente del posto contraria all'arrivo della ferrovia, non riuscendo ad imporre la propria volont in altri modi, ritenne giusto fermare la corsa del treno con una gran quantit di dinamite. Ed io non potei vivere senza il mio cuore. Il giorno stesso dell'esplosione Victor si era tolto la vita. Ma risparmi a Colleen i dettagli, la donna doveva essere gi estremamente scossa da quella rivelazione. - Colleen, non pi questo, il nostro posto.
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Colleen lo fiss attraverso gli occhi nocciola di Betsy, rivolgendogli un'espressione sbalordita e allarmata. Non capiva che cosa Victor le stesse dicendo. Parlava per enigmi, e a lei questo non piaceva. - Mi spaventi Victor. - disse scostandosi un poco da lui - Perch mi stai facendo questo? Lo spirito di Colleen cos ancorato a quello che gli era accaduto si rifiut di credere ad ogni cosa. Il fantasma della donna, all'interno di quel corpo giovane e nel pieno delle forze, si sentiva vivo come non mai. Victor le stava mentendo, non c'era alcun dubbio. Eppure c'era stata quell'esplosione avvenuta poco prima a confermare ci che lui le aveva detto. Colleen si port le mani sulla testa e si volt per saltare gi dal treno con un balzo. Atterr sui piedi e senza perdere l'equilibrio, spaesata e confusa come non lo era mai stata in vita sua, si guard attorno. Da lontano poteva ancora vedere il fumo e le fiamme che si erano scatenate a seguito del deragliamento. Sent delle urla di persone che forse chiedevano aiuto e ci la terrific a tal punto che fece per scappare lontano da quell'inferno. Ma si volt a guardare Victor che invece l'aveva salvata da quel disastro. No, non la prendeva in giro. Qualunque cosa volesse dirle, non era per prendersi gioco di lei. Fece per tornare sul vagone, accanto a lui quando avvert alle sue spalle una presenza, un respiro gelido sulla spalla. Torn a voltarsi di scatto e si ritrov davanti un uomo che non aveva mai visto in vita sua. Il suo sguardo era fermo, la sua espressione seria. Un uomo forse scampato come lei al deragliamento? Non fece in tempo ad aprire bocca che l'uomo le tese una mano. - Vieni con me Colleen. Tuo zio t'aspetta. Quelle parole la spiazzarono e se ne rest l immobile a fissare lo sconosciuto. Intanto Betsy osservava la scena, impotente. E se agli occhi di Colleen quello poteva apparire come un uomo vestito elegantemente e dai modi cordiali, Betsy riusc, sotto l'influenza forse del fantasma che stava controllando il suo corpo, a vedere il vero aspetto di quello che doveva essere un messo della Morte.
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Era poco pi di uno scheletro le cui ossa erano ricoperte dagli abiti scuri. Betsy per l'orrore grid e invoc Castiel, pregando che la sentisse. Con un balzo Victor si trov a terra, e prima ancora che potesse fiatare fu al fianco di Colleen... Di fronte ad un uomo che mai aveva visto prima d'ora. Castiel, che fino a quel momento era rimasto assopito ad attendere che si compisse il destino di quelle due anime, non pot restare impassibile alle grida di aiuto di Betsy. Chi poteva mai essere quello sconosciuto? Questo si chiese Victor, mentre afferrava la mano di Colleen. L'angelo, invece, fu quasi sollevato. L'arrivo di quell'uomo significava l'avvicinarsi della fine di quell'incubo per Betsy. Il Mietitore avrebbe finalmente portato Victor e Colleen laddove sarebbero destinati a rimanere per l'eternit. - Chi sei? Non osare avvicinarti ulteriormente a lei! - lo spirito di Victor era comunque forte, e pur sapendo di essere morto, non aveva ancora idea che l'uomo che aveva di fronte sarebbe stato la sua salvezza. Betsy fissava il Mietitore terrorizzata mentre cercava, senza riuscirci, di mettersi in contatto con lo spirito che le aveva strappato il controllo delle sue azioni. Quando poi sent Castiel afferrarle la mano si tranquillizz: l'aveva sentita e ci significava che quegli spiriti stavano finalmente per abbandonare i loro corpi. Colleen, al contrario, si sentiva confusa e pens di scappare di nuovo, di correre verso il luogo del disastro ferroviario per cercare suo zio. Anche se qualcosa dentro di lei le bisbigli che lui poteva essere gi morto. E che lei doveva seguirlo. Seguirlo nella morte poich come le aveva gi detto Victor, quello non era pi il suo posto. L'uomo vestito in abiti scuri le ripet le medesime parole. - Vieni con me, tuo zio ti sta aspettando. Colleen rest a fissare la mano tesa dello sconosciuto per qualche istante. Quindi si volt a guardare Victor. No, non poteva lasciarlo; non poteva andare da suo zio e dalla
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sua famiglia. Se era vero tutto quello che Victor le aveva detto, se tutto quello che le accadeva non era un sogno, voleva dire allora che davvero lei era morta. Che davvero Colleen Lawson non esisteva pi. Da tempo. Era morta in quell'incidente ferroviario assieme a tutti gli altri passeggeri. Colleen si fiss le mani e poi il corpo che erano di Betsy. S, quella non era lei. E Victor, anche lui era morto. Colleen torn a posare gli occhi sull'uomo comparso da chiss dove. Forse nemmeno lui era reale. - Non voglio venire con te. - gli disse, - Voglio stare con Victor. Per favore. Il Mietitore fece un cenno con la testa che doveva essere un assenso. - E' questa la tua scelta? - domand tuttavia. Colleen si volt verso il suo amato, gli pos un bacio sulle labbra e annu. - S. E' questa la mia scelta. Staremo assieme per sempre. E il viso di Betsy si bagn delle lacrime sincere della donna. Victor sent quelle stesse lacrime, quando lei lo baci dolcemente. Lacrime che si confusero con le proprie, quando la sua donna pronunci finalmente le parole che aveva atteso per secoli, con infinita pazienza. Castiel, dal canto suo, lasci di buon grado che lo spirito dell'uomo si servisse ancora del corpo di Jimmy Novak per abbracciare con quanta forza possedeva Colleen, mentre il Mietitore, indietreggiando, indicava loro un punto lontano all'orizzonte. Lo stesso punto dove, in quel preciso istante, si scorgevano i primi timidi raggi di sole che potevano vedere soltanto Victor e Colleen e, grazie a loro, anche Castiel e Betsy. Ecco il momento, per lo spirito della donna, di spezzare finalmente le catene che la tenevano ingiustamente legata a quel luogo. Victor, senza lasciarle la mano, abbandon le spoglie terrene di cui si stava servendo anche l'angelo. Casa stava laggi, dove nasceva il sole. La loro Augusta eterna. Betsy non riusc a tenere lo sguardo fermo su quella luce eterea il
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cui bagliore le accec per un momento gli occhi. Volt il viso e Colleen glielo lasci fare, segno evidente che la sua volont stava per cedere e che stava per abbandonare il suo corpo. Sent la sua felicit e un senso di pace la pervase. La pace che finalmente Colleen aveva trovato ora, accanto al suo Victor. A Betsy parve quasi che lo spirito della donna le avesse sussurrato un timido grazie prima di abbandonarla. E quando questo accadde Betsy avvert una sensazione di leggerezza mai provata prima e le gambe le cedettero; s'accorse di essere esausta. Lo spirito della donna le aveva succhiato quasi tutte le energie vitali. S'accasci tra le braccia di Castiel, che prontamente la sostenne. Ma seppur stanca e provata, la ragazza lanci un'occhiata l dove era sicura ci fosse stata la luce. Non la vedeva pi, come non vedeva pi il Mietitore del resto. Era tornata a guardare il mondo coi suoi occhi da mortale. - Sono andati via? - domand a Castiel che forse al contrario poteva ancora scorgerli. Avrebbe ricordato quella come una delle esperienze pi toccanti della sua vita. A volte gli spiriti non vanno combattuti ma solo aiutati. Anche in quel modo aveva svolto il suo compito da cacciatrice. L'angelo annu lentamente, tenendo Betsy tra le braccia. S, se n'erano andati. Il sole che fino a qualche istante prima illuminava l'orizzonte era scomparso, assieme alle due anime che finalmente avevano trovato la Pace. Castiel nascose a perfezione il leggero turbamento che l'aveva colto, nel rivedere - dopo tanto tempo un assaggio di Paradiso. Ci che un tempo significava Casa. Strinse a s la donna che amava e svan nel nulla. Era lei, adesso, casa sua. Era lei, la sua Colleen.

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