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Mozione

la Banca Centrale Europea il 28 febbraio scorso ha effettuato un nuovo maxi prestito della durata di tre anni. 800 banche europee hanno ottenuto liquidit pari a 529,5 miliardi di euro, di cui 139 miliardi a istituti italiani, al tasso di interesse dell1%, dopo laltrettanto importante collocamento del 21 dicembre 2011 con il quale allo stesso bassissimo tasso di interesse lEurotower aveva prestato 489 miliardi a 529 banche, per un totale di pi di mille miliardi di euro iniettati al sistema bancario quasi gratuitamente per i prossimi tre anni.

La BCE ha attuato questa operazione con il preciso obiettivo di limitare la restrizione del credito e attenuare limpatto della crisi del debito sulleconomia reale, nella dichiarata speranza che lasta faccia affluire i crediti a famiglie e imprese attraverso la liquidit garantita alle banche; proprio per questo la BCE, con riguardo ai 7 paesi nei quali il credit crunch pi sentito, tra cui lItalia, ha accettato di allargare la lista delle garanzie ammissibili anche ai prestiti bancari con criteri di idoneit nazionali;

Per quel che riguarda le banche nazionali in particolare Banca Intesa ha ottenuto 24 miliardi per avere tutte le risorse necessarie per sostenere lo sviluppo del Paese, delle imprese e dello Stato come ha dichiarato il CEO Enrico Tomaso Cucchiani, Unicredit 12,4 miliardi, MPS tra i 10 ed i 15, UBI 6 miliardi, 3,5 miliardi il Banco Popolare e altrettanti per Mediobanca;

Lasta di febbraio ha determinato una iniezione di liquidit superiore alle attese della vigilia e che ha beneficiato questa volta non solo i colossi ma anche molte banche di minori dimensioni. I piccoli istituti, pi radicati al territorio dorigine, hanno negli ultimi mesi doppiamente sofferto della crisi di liquidit nel rifinanziarsi verso banche pi grandi, ed era assolutamente opportuno creare anche per essi una concreta possibilit di accedere ai prestiti dellEurotower.

In audizione presso la Commissione Bilancio della Camera il Direttore Generale dellABI, Giovanni Sabatini, ha garantito che utilizzeremo la liquidit per finanziare imprese e famiglie; allo stesso tempo il vice ministro delleconomia Vittorio Grilli ha dichiarato lo scopo delloperazione della BCE dare liquidit al sistema che, visto il livello di incertezza,

si stava avvitando verso un completo congelamento della liquidit. La finalit consentire alle banche di prendere decisioni in modo corretto senza distorsioni e di farle continuare a operare normalmente nelleconomia reale;

Allindomani del maxi-prestito della BCE tuttavia, le banche hanno depositato, nellarco di un solo giorno, oltre 300 miliardi presso la BCE, cio buona parte dei 530 miliardi erogati dalla stessa banca centrale nellasta del 28 febbraio, di fatto una partita di giro che blocca completamente qualunque speranza che tali fondi servissero ad ammorbidire il credit crunch. E per questo anche un sintomo che la fiducia nel mercato interbancario bassissima al momento, e che i requisiti di liquidit e di capitale imposti alle banche ostacolano il pieno trasferimento di questi fondi alleconomia reale.

La pesante crisi economico-finanziaria che ha investito i mercati di tutto il mondo ha evidenziato limportanza della patrimonializzazione degli istituti di credito e gli eccessivi livelli di rischio che questi ultimi assumono; il crac di Lehman Brothers di due anni fa ha fatto drammaticamente emergere labuso della leva finanziaria da parte degli istituti di credito e il problema della qualit degli strumenti finanziari detenuti dalle banche stesse;

Sicuramente gli effetti della crisi del sistema finanziario avrebbero potuto essere pi contenuti se il principio della separazione tra banche commerciali e banche daffari fosse stato in vigore nel nostro Paese. Solo attraverso questa separazione risulterebbe valorizzata la banca tradizionale che raccoglie depositi dai cittadini ed eroga credito ai cittadini stessi e al sistema produttivo. Infatti Il sistema produttivo la principale vittima del modello di banca universale e della crisi finanziaria: il tessuto imprenditoriale, costituito in Italia per pi del 95 per cento da piccole e medie imprese, ha risentito e continua a risentire pesantemente del fenomeno del credit crunch.

Una crisi provocata dalle banche sta distruggendo leconomia reale, sta mettendo in ginocchio la gente comune, colpita da manovre economiche procicliche che aumentano la pressione fiscale diretta ed indiretta, causano laumento indiscriminato dei prezzi, anche dei prodotti di prima necessit, con una significativa perdita di potere di acquisto da parte delle famiglie. Se vero che in questa fase i tassi di interesse sono molto bassi, vero

anche che gli spread sui mutui e sui prestiti sono a livelli mai visti prima: le banche stanno ribaltando sui cittadini e sulle imprese i costi della crisi e delle loro operazioni speculative. Per evitare quindi di ricadere nei drammatici errori commessi negli ultimi ventanni e salvaguardare leconomia reale dalla finanza occorre separare le attivit delle banche daffari.

I nuovi accordi europei in tema di patrimonializzazione delle banche, necessari per tentare di ridare stabilit ad un sistema finanziario sullorlo del collasso, stanno costringendo le banche a continue ricapitalizzazioni, che, insieme ad un sempre pi prudenziale approccio degli istituti di credito, sta strozzando le imprese.

Le regole di Basilea 3, che entro il 30 giugno prossimo prenderanno la forma di una Direttiva e di un Regolamento, rischiano di contribuire negativamente alla recessione in corso. Accrescendo i requisiti di capitale e rendendo pi severe le regole di computazione dei mezzi patrimoniali e di governo e controllo del rischio di liquidit, si pongono le premesse per una probabile, ulteriore, restrizione della concessione del credito alle imprese in generale, alle PMI in particolare, limitando la quantit erogabile o accrescendone il prezzo;

Le regole di Basilea 3 sono definite nella logica, discriminante e arbitraria, della taglia unica per corpi diversi. Regole uniche per modelli di attivit bancaria molto differenti tra loro (wholesale, retail, investment, universal, commercial), per aziende bancarie con diversa natura giuridica e differente funzione obiettivo (societ di capitali, di persone; societ per azioni quotate e non quotate; societ cooperative a mutualit prevalente e non prevalente), per aziende bancarie di dimensioni diversissime (da 10 mila ad 1 sportello) e soprattutto con modelli operativi caratterizzati da livelli diversi di propensione al rischio.

La taglia unica sfida frontalmente uno dei caratteri genetici della democrazia economica e della libert dimpresa tipiche della storia e della cultura europee. E unimpostazione di comodo per i regolatori ed i supervisori europei che non fanno il minimo sforzo per predisporre ed applicare regole proporzionate e adeguate a seconda delle dimensioni, delle finalit, del modello giuridico e di business;

In Europa esistono migliaia di banche di piccole e medie dimensioni, che per dimensioni e struttura difficilmente possono essere la causa di un rischio sistemico al pari di colossi transnazionali che invece, proprio perch sono too big to fail, devono essere sottoposti a controlli e discipline molto rigorose. E bene ribadire infatti che la fonte originaria della crisi che stiamo attraversando stata la finanza speculativa, alimentata da banche di investimento internazionali, e consentita nel recente passato da alcune zone dombra di applicazione delle norme prudenziali;

Impegna il Governo

A monitorare affinch la liquidit affluita al sistema bancario dalla BCE venga utilizzata dalle banche stesse principalmente per allentare il credit crunch e dare respiro alleconomia reale, e a valutare lopportunit di procedere ad una esplicita modifica del TUB affinch sia previsto un obbligo per gli istituti di credito che accedono a liquidit agevolata da parte della Banca Centrale Europea di destinare tale liquidit in misura non inferiore all80% al finanziamento del credito per famiglie e PMI con tasso agevolato;

Ad attuare una riforma normativa volta ad affermare la separazione tra Banca commerciale e Banca dAffari, tenendo conto della necessit di valorizzare il modello di banca tradizionale, e stabilendo precise distinzioni delle partecipazioni azionarie, ma anche del management, fino ad arrivare ad un diverso trattamento fiscale, che avvantaggi le banche tradizionali rispetto a quelle daffari.

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